"Masquerade"

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  • เผยแพร่เมื่อ 3 พ.ย. 2024
  • "Masquerade" letteralmente , la mascherata, oppure la finzione, se non il ballo.
    Da questo concetto si sviluppa la costruzione del progetto videodanza insieme alla musica di Peter Gundry, un GIOVANE COMPOSITORE AUSTRALIANO, POLISTRUMENTISTA.
    LA SUA MUSICA È APPARSA IN FILM, TV E GIOCHI IN TUTTO IL MONDO. CON OLTRE 300 COMPOSIZIONI ORIGINALI CHE ESEGUONO MOLTI GENERI E STILI DIVERSI, È RIUSCITO A CREARE UNO STILE TUTTO SUO.
    NELLA SUA VASTA COLLEZIONE DI MUSICA, LA POPOLARITÀ HA FAVORITO LE SUE COMPOSIZIONI FANTASY, EMOZIONALI E DARK.
    Quando ho iniziato a lavorare al progetto, ho pensato a luogo che poteva sposare proprio il concetto "MASQUERADE" con questa musica, particolarmente dark e talvolta con richiami emotivi ambigui, ambigui nell' interpretazione del gesto e dell' atmosfera. Ho pensato subito al Museo Circolante Casartelli conosciuto anche come sala dei nobel dell'associazione Carducci di Como. L' idea del mio progetto è stata accolta con entusiasmo dal supervisore artistico del MAS Matteo Gastaldo, da
    Lorella Formica Direzione Artistica Entry, da
    Virginia Spallarossa
    direzione artistica Professione MAS e
    Letizia Schifano Coordinamento Didattico, perché io potessi inserire coreograficamente, 2 studenti dell' Accademia MAS, Francesco Brumat e Christian Ayrton Riga. Lo stesso è avvenuto con la Sig.ra Avv. Cristina Forgione Presidente dell' Associazione Carducci perché io utilizzassi lo spazio del museo.
    Il Museo ha vestito perfettamente la coreografia e la musica, perche al suo interno ospita campioni naturalistici situati nelle vetrine lungo i muri della sala e alcune centinaia di scatole didattiche che riproducono in miniatura esemplari di insetti perfettamente conservati, o semi di piante, o fenomeni naturali.
    Numerosi sono i modelli iconografici di fiori, gran parte del materiale del Museo riguarda inoltre l’anatomia umana e la zoologia. A inizio 900 la sala venne decorata da Achille Zambelli, maestro d’arte dell’Istituto Carducci, con soggetti naturali, animali e botanici dai colori vivacissimi, a rappresentazione di un mondo nel quale la realtà appare come una fiaba. Nel settembre 1927 il Museo fu sede del convegno internazionale dei Fisici in occasione dell’Anno Voltiano. A quell’incontro parteciparono ben dodici Premi Nobel, fra cui Guglielmo Marconi ed Hermann Bohr. Per ricordare l’eccezionale avvenimento, i loro nomi vennero inscritti nei medaglioni affrescati a soffitto con tutti quelli dei partecipanti al convegno. La sala del Museo da allora viene chiamata “Sala dei Nobel”. Attraverso la coreografia, attraverso la struttura foteografica ideata sui danzatori, ho cercato di creare un gioco, un momento chiaro, in cui due interpreti potessero dialogora attraverso la coreografia, una vera e propria danza mascherata, dove dietro ogni movimento, nasce un parlare con il corpo dialogare raccontando un momento, in cui tutto in quella sala attraverso la musica prendesse vita, in un ballo, in una sala del novecento. La comunicazione coreografica è basata su un pensiero ispirato al discorso indiretto: domanda e risposta! La fluidità, la rotondità e la morbidezza coreografica vengono espresse dai danzatori con chiarezza e sinergia, una sincerità emotiva nel raccontare la danza.

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