Ciao Aurora, complimenti per il video: hai perfettamente centrato la questione...da tempo, infatti, mi stavo interrogando sulla "visione attiva" (con "finale aperto"), proposta da alcuni autori contemporanei che "una volta padroneggiati i fondamentali, sanno infrangerli"...come hai giustamente notato, un pubblico maturo chiede di essere intellettivamente stimolato e se il cinema, com'è sempre stato, è un po' lo specchio della società che gli fa da cornice, pur se tra mille difficoltà produttive ed infinite corse ad ostacoli burocratiche, a mio avviso potrebbe essere proprio questa la direzione da intraprendere, per favorire il riconoscimento di un "genere"!
Ciao Aurora, non ho visto il film, ma ho seguito lo stesso tutto il tuo video perché per me gli spoiler non sono un problema. Non ho capito se nel definirlo "procedurale" intendessi solo le fasi del processo, quindi in sostanza un film giudiziario o un "legal thriller" oppure se si tratta di un "Police procedural" dove un caso viene risolto seguendo le "procedure di polizia" quindi trovando impronte, DNA, facendo autopsie, analisi di laboratorio, raccolta di testimonianze, interrogatori, eccetera, tipo CSI, che poi sono ovviamente utili in un processo come vediamo per esempio in Law & Order.
A me ha fatto dubitare molte volte sul perché, dopo mezz'ora, ho continuato a guardarlo. Più che originale l'ho trovato pragmaticamente furbo, con un fastidioso retrogusto appunto di giallo d'autore da dover affermare a tutti i costi. E alla fine dei conti è proprio l'originalità che, almeno a me, è mancata. Essere originali non è la stessa cosa che distaccarsi dai percorsi più ovvi, perchè si può ugualmente essere diversamente ovvi, e in questo caso soprattutto noiosi, anche nelle scelte complessive di regia, pure quelle pragmaticamente scelte, che vorrebbero essere raffinate ma che a me sono sembrate soprattutto banali.
ps. Un "giallo" che mi ha fatto e mi fa ancora sentire attivo per me può essere Vestito per uccidere di De Palma, ma temo che di registi veramente bravi come lui si è perso lo stampino, come si è perso lo stampino di un certo modo di vedere il cinema, e la macchina da presa..
Beh che ci sia un cambiamento in atto lo si può notare in molti film. Però non è detto che tutti facciano centro. C'è Ancora Domani è considerato un capolavoro forse proprio per il finale a sorpresa, ma che in realtà, la finale era la soluzione ad un problema che con la trama del film c'entra come il due di spade con briscola a coppe; sorpresa sì, ma è un no sens. Come aver fatto un film sui problemi razziali e come soluzione metterci : mamma mia quanto è buona la Nutella.
Su questo non mi trovi d'accordo. Il finale è in realtà ben preannunciato in indizi sparsi per tutto il film, dai manifesti ai discorsi, agli articoli di giornale. Noi siamo distratti dalla trama e pensiamo che accadrà altro, che la lettera ricevuta da Delia sia del meccanico, invece no, ma non cade dal cielo. E sì, magari lì per lì il finale a uno spettatore abituato ad archi narrativi eroici potrebbe non piacere, ma è quello giusto per un film che vuole parlare di persone vere e che il cambiamento non lo fanno i singoli, ma la collettività, perché il problema è sistemico. Questo tema è già presente in un altro film scritto da Cortellesi "Cosa ci dice il cervello".
@@Trhezep dico che non c'entra perché il diritto di voto alle donne non era la soluzione al tema esposto nel film. Ad oggi, almeno non mi pare che il problema sia stato risolto grazie a quello. Quindi non è un film, possiamo dire che è simile ad uno spot pubblicitario, o al giochino della settimana enigmistica "trova l'intruso". Comunque, al di la del discutibile e soggettivo significato, il film è recitato malissimo, sembra quasi che gli attori leggano le battute su un gobbo, e poi se non erro, Roma non era occupata dalle forze alleate quindi i militari americani in quel periodo non c'erano nemmeno.
Ciao Aurora, complimenti per il video: hai perfettamente centrato la questione...da tempo, infatti, mi stavo interrogando sulla "visione attiva" (con "finale aperto"), proposta da alcuni autori contemporanei che "una volta padroneggiati i fondamentali, sanno infrangerli"...come hai giustamente notato, un pubblico maturo chiede di essere intellettivamente stimolato e se il cinema, com'è sempre stato, è un po' lo specchio della società che gli fa da cornice, pur se tra mille difficoltà produttive ed infinite corse ad ostacoli burocratiche, a mio avviso potrebbe essere proprio questa la direzione da intraprendere, per favorire il riconoscimento di un "genere"!
Bella analisi, mi trovi d'accordo sul fatto che ormai che per costriure qualcosa di originale devi sapere le basi e poi decostruire.
Ciao Aurora, non ho visto il film, ma ho seguito lo stesso tutto il tuo video perché per me gli spoiler non sono un problema. Non ho capito se nel definirlo "procedurale" intendessi solo le fasi del processo, quindi in sostanza un film giudiziario o un "legal thriller" oppure se si tratta di un "Police procedural" dove un caso viene risolto seguendo le "procedure di polizia" quindi trovando impronte, DNA, facendo autopsie, analisi di laboratorio, raccolta di testimonianze, interrogatori, eccetera, tipo CSI, che poi sono ovviamente utili in un processo come vediamo per esempio in Law & Order.
Ci sono entrambe le cose, ma dal punto di vista di chi le indagini le subisce, più che farle.
A me ha fatto dubitare molte volte sul perché, dopo mezz'ora, ho continuato a guardarlo. Più che originale l'ho trovato pragmaticamente furbo, con un fastidioso retrogusto appunto di giallo d'autore da dover affermare a tutti i costi. E alla fine dei conti è proprio l'originalità che, almeno a me, è mancata. Essere originali non è la stessa cosa che distaccarsi dai percorsi più ovvi, perchè si può ugualmente essere diversamente ovvi, e in questo caso soprattutto noiosi, anche nelle scelte complessive di regia, pure quelle pragmaticamente scelte, che vorrebbero essere raffinate ma che a me sono sembrate soprattutto banali.
ps. Un "giallo" che mi ha fatto e mi fa ancora sentire attivo per me può essere Vestito per uccidere di De Palma, ma temo che di registi veramente bravi come lui si è perso lo stampino, come si è perso lo stampino di un certo modo di vedere il cinema, e la macchina da presa..
Beh che ci sia un cambiamento in atto lo si può notare in molti film. Però non è detto che tutti facciano centro. C'è Ancora Domani è considerato un capolavoro forse proprio per il finale a sorpresa, ma che in realtà, la finale era la soluzione ad un problema che con la trama del film c'entra come il due di spade con briscola a coppe; sorpresa sì, ma è un no sens. Come aver fatto un film sui problemi razziali e come soluzione metterci : mamma mia quanto è buona la Nutella.
Su questo non mi trovi d'accordo. Il finale è in realtà ben preannunciato in indizi sparsi per tutto il film, dai manifesti ai discorsi, agli articoli di giornale. Noi siamo distratti dalla trama e pensiamo che accadrà altro, che la lettera ricevuta da Delia sia del meccanico, invece no, ma non cade dal cielo. E sì, magari lì per lì il finale a uno spettatore abituato ad archi narrativi eroici potrebbe non piacere, ma è quello giusto per un film che vuole parlare di persone vere e che il cambiamento non lo fanno i singoli, ma la collettività, perché il problema è sistemico. Questo tema è già presente in un altro film scritto da Cortellesi "Cosa ci dice il cervello".
Esageri a dire che non c'entra nulla
@@Trhezep dico che non c'entra perché il diritto di voto alle donne non era la soluzione al tema esposto nel film. Ad oggi, almeno non mi pare che il problema sia stato risolto grazie a quello. Quindi non è un film, possiamo dire che è simile ad uno spot pubblicitario, o al giochino della settimana enigmistica "trova l'intruso". Comunque, al di la del discutibile e soggettivo significato, il film è recitato malissimo, sembra quasi che gli attori leggano le battute su un gobbo, e poi se non erro, Roma non era occupata dalle forze alleate quindi i militari americani in quel periodo non c'erano nemmeno.