Neanche i licei sono messi molto bene. Valutazioni trimestrali: questo significa che tutto l'anno viene impiegato per prove scritte e interrogazioni orali (prove scritte a distanza di una settimana). E solo una corsa al voto che stressa i ragazzi e lascia molto poco di ciò che si studia.
Da ex. manager di grandi aziende, vi dico con assoluta certezza che non e' la laurea che ti porta ad essere all' altezza. Arrivavano bocconiani, che erano un vero disastro. E c' erano persone cresciute con la famosa gavetta, in gambissima. Purtroppo, le scuole sono distanti anni luce, dalle realta' aziendali...
Non posso negare che alla base della scelta di determinate scuole, ci sia una precisa mentalità umana. La maggior parte delle cose in questo mondo si svolgono secondo un'idea di base. A poco a poco, gli istituti professionali, sono stati accerchiati dall'alone della "pratica", ovvero pratica = meno studio, meno studio= più capra. Di conseguenza, se in è questo mondo esistono persone curiose, dedite all'impegno, esistono anche persone svogliate, persone che credono di sfuggire a qualsiasi sacrificio, che non hanno fame di niente o di fare il minimo indispensabile. Gli istituti professionali si sono riempite di queste persone demotivate. I professori si sono adeguati di conseguenza, alcuni lamentandosi in silenzio senza fare niente per cambiare le cose, altri rimanendo indifferenti di collaborare alla maturità di questo tipo di studenti. Questo vittimismo mi ha sempre infastidito perché non capivo se un professore avesse le palle di fare quello che voleva o sè o si adeguava, magari lagnandosi dentro sè dei presunti propri anni sprecati, al vento che tirava nella classi a cui insegnava. Invece altri professori insegnavano con regolarità e serietà, consapevoli dei pregiudizi delle scuola, degli stereotipi che vi vigeva dall'intero e dal esterno, ma che erano certi di formare degli studenti migliori. È vero che le ultime riforme hanno ridotto le ore di laboratorio, hanno svalorizzato ulteriormente il professionale, ma niente cambierà secondo me se non cambierà l'ideologia di base. Le cose sono due: o per aumentare il prestigio si alza il livello, di conseguenza e si tagliano fuori tutti coloro che non ce la fanno( cosa strana, perchè non sarebbe più una scuola di "serie C", e diminuiresti tanti iscritti che potevano avere dei minimi requisiti per lavorare subito ), o si accetta questa realtà che è venuta a crearsi a causa di una gerarchia scolastica se non mentale, e come in tutte le cose di questo mondo, si accetta l'"alto" e il "basso". L'alto ha le sue pecche e non è perfetto, e il basso lo stesso( se non di più; è soggettivo ). È vero che la maggior parte di quelli che scelgono licei, lo scelgono perché hanno bramosia di conoscenza e voglia di studiare, di laurearsi, hanno determinati progetti, o credono di aver fatto la scelta "giusta", di essere ingiudicabili( dipende dal umiltà del soggetto ). Chi prende i tecnici magari ha la stessa bramosia , vuole partire da un altro percorso, chissà. Ed infine la maggior parte di chi prende i professionali, parliamoci chiaro , sono quelli che non hanno una cazzo di voglia di studiare. Io ho dovuto cambiare per problemi personali e familiari e ad andare ad un professionale ad un certo punto delle superiori, e adesso sto facendo l'università e pure bene. È vero, c'è da dire che la voglia non mi sia mai mancata di studiare, e forse neppure l'intelligenza; ero diverso da tanti in quel istituto. Pero ho conosciuto ragazzi lì ,con la mia stessa determinazione e che mi hanno detto che avevano preso il professionale per lavorare al meglio possibile una volta maturati, sfruttando quello che la scuola, in forma latente, aveva da dare. Ho sempre tenuto a mente le loro parole, e mi sono guardato attorno, notando come tanti altri la pensavano differentemente.
Insegno in un professionale. Ciò che il video sostiene è la verità. In meno di 10 anni 3 riforme che hanno snaturato i professionali , più che dimezzando le ore di laboratorio e di tecnica professionale. Motivo? Favorire la formazione professionale, gestita da preti e organizzazioni spesso inesistenti ma grandi dispensatori di voti, utilizzando quei centri di corruzione clientelare che sono le regioni.
Il vero motivo è il puro e semplice pressapochismo. Chi se ne frega se degli insegnanti vanno a casa, chi se ne frega se i laboratori rimangono vuoti, chi se ne frega se gli studenti non fanno nulla
Perché le università a numero chiuso? Così entrano i raccomandati figli di papà! Lo studio dovrebbe essere aperto a tutti, poi chi è bravo va avanti e chi no si ritira!
Concordo con Lapo Mazzi ma non con Franco Pizzamiglio,la selezione immediata non vuol dire quasi nulla sulle capacità della persona,senza contare che i test sono fatti con i piedi(guarda medicina),io ad esempio feci il test per ingegneria,venendo dallo scientifico non ebbi problemi,alcuni invece andarono male solo perchè avevano una storia pregressa diversa dalla mia.
Lapo Mazzi Non significa nulla, guarda caso siamo sovraffollati di Avvocato e dottori scadenti (io mi faccio vedere e curare unicamente dal medico-chirurgo della mia compagnia, non vado da un dottore civile dal 72) come architetti, ecc... Tutte facoltà a numero chiuso... Tutte facoltà cui viene indirizzata un enorme fetta di giovani sbandati. Certo il numero chiuso in medicina e all'Accademia militare (che io stesso i gioventù o completato) è sacrosanto, ma dovrebbero incentivare altre professioni, e permettere a chi MERITA di elevarsi dalla massa dei mediocri. Fornendo agli altri una cultura preparatoria meno specialistica e più "generale" Non posso vedermi 4000 neo-dottori per 30 posti a Roma e poi Mi becco qualche infermiere che gioca a freccette con il mio braccio perché al dodicesimo tentativo, nemmeno trova la vena per un merdoso prelievo del sangue...
Condivido, i test di ammissione all'università sono tarati per i provenienti dai licei essendo di "cultura generale". Si dovrebbe valorizzaree scuole professionali perché è poco produttivo illudersi di portare tutti ad una laurea breve per poi svolgere spesso mansioni di bassa qualità. Meglio dei buoni informatici, elettricisti, periti edili invece di "laureati brevi" i quali finiscono spesso a riempire fogli Excel e scrivere lettere al computer. L'università non è per tutti.
@Prince Zaphirahh Dici delle cose ragionevoli, pur tuttavia ti devo fare presente che il basso numero di bocciature non sempre e' sinonimo di buona qualita' ne l'alto numero di bocciature dipende esclusivamente da un basso livello di insegnamento. Tanti liceali sono usciti convinti di essere Dio in terra o quasi, salvo poi accorgersi che all'università' e nel mondo del lavoro bisogna sapere ricominciare da capo. D'altra parte si sa, ad esempio, che alcuni licei sono decisamente elitari e quindi più difficilmente avranno studenti con problemi economici o sociali.
Solite idiozie obsolete, oggi più che mai serve una formazione terziaria, quindi uniformare la scuola superiore e mettere corsi universitari anche di due anni molto professionalizzanti per gli operai del futuro e aprire corsi di laurea triennali, ma professionali.
È notorio come la scuola, e in particolare gli istituti professionali, siano perennemente indietro rispetto al mondo del lavoro. Ma è un elemento abbastanza giustificabile, in quanto difficile se non impossibile tenerne il passo, tenuto conto della velocità delle innovazioni e cambiamenti. Per adeguare il parco delle attrezzature, laboratori, ecc, servirebberi ingenti risorse che la scuola non sempre ha a propria disposizione.Tuttavia rispetto agli anni 60/70 penso la situazione sia molto cambiata rispetto alle innovazioni industriali. La soluzione va comunque cercata nel migliorare il contatto col mondo produttivo, per es. non solo visite alle industrie, ma stage e percorsi mirati. E per quanto riguarda la qualità dell'insegnamento e prove di maturità, sono d'accordo anch'io, bisogna alzare il livello, non diminuirlo. Chi va a lavorare in fabbrica oggi, è bene sia un cittadino preparato non solo professionalmente, ma anche dal punto di vista mentale e culturale.
L'istruzione professionale deve essere fatta solo all'università, sia con corsi di laurea professionali o anche con corsi di laurea di solo due anni, come gli "Associate degree" negli Usa; oggi anche per lavorare in fabbrica serve un'istruzione terziaria. Mentre la scuola superiore deve puntare maggiormente su dare le basi.
Il problema che noto ogni anno, parlando di ramo meccanico, è che arrivano a lavoro ragazzi usciti dalle varie IPSIA, ITIS e ITS che hanno difficoltà a misurare e usare correttamente un banalissimo calibro e il micrometro non sanno nemmeno cosa sia, c'è bisogno sempre di insegnarlo da zero. La preparazione d'officina spesso insufficiente, generalmente non sanno dividere e organizzare un ciclo di lavoro in sgrossatura e finitura di un semplice alberino in tornitura (se non nei rarissimi casi in cui qualche ragazzo ha la possibilità di farsi le "ossa" indipendentemente dalla scuola, con lavori estivi o pomeridiani in ambienti di lavoro veri in qualità di apprendista e non di stagista). Sembra che non abbiano mai visto le principali macchine utensili e non ne conoscono le basi minime, inoltre non conoscono l'attrezzatura minima indispensabile che ogni officina sulla faccia della Terra ha. Mi chiedo allora a cosa serva essere obbligati ad andare a scuola fino ai 18 anni, se si esce da questi indirizzi senza aver fatto adeguatamente le materie più importanti per la quale si sceglie queste scuole. Inutile fare i laboratori se le ore dedicate e la preparazione risultano scarse. Io sono un ex ipsia dei primi anni 2000, scuola scelta per imparare le basi di un mestiere (in sede di indirizzamento post medie ricordo che veniva vantato un ottimo percorso pratico, cosa risultata decisamente distante da ciò che veniva promesso) , l'offerta dell'esperienza pratica è stata inadeguata all'avvio nel mondo del lavoro, ma sono stato uno degli ultimi fortunati ad aver avuto la possibilità di frequentare un'officina post scuola e nei nmesi estivi come si faceva una volta, che mi ha dato davvero la possibilità di avviarmi a un mestiere. Oggi una cosa simile è quasi impensabile e queste scuole tecniche-professionali sembrano essere sempre più distanti dal mondo del lavoro che si evolve e mentre queste rimangono ferme
Nei licei vanno reintrodotte e introdotte nuove materie PRIORITARIE Cui va dato il peso che meritano. 1) Geografia: è vergognoso vedere cittadini che manco sanno il numero di regioni d'Italia, o i mari che le bagnano, non si può lasciare una materia così importante alle medie insieme all'inutile francese! Non basta dire dove si trova Roma! 2) Storia Contemporanea: perché non sapere un cazzo di quello che è successo in Italia negli ultimi 60 anni (così magari meno dementi si affiliano a sinistra o in qualche violente movimento Anti-tot) fino ad oggi, gente che non sa nemmeno chi era il capo di stato precedente a Napolitano! O quando è stata istituita una legge. 3) Educazione Nazionale: Perché in questo merdoso paese, esistono leggi, norme, doveri e responsabilità che NON solo un futuro avvocato dovrebbe sapere. È mortificante pensare che l'ultima entità ad oggi ad aver migliorato la scuola italiana fu il dannatissimo fascismo quasi 80 anni fa! , con la creazione dei licei scientifici e dell'importanza dell'educazione fisica come materia di studio (sapete noi siamo fatti di organi e muscoli, che se non controlli e gestisci si rompono, e no, non è bello)
Penso : alla trovata negli anni : 69 / 81, la laurea di gruppo : 2 studiavano e 20 in piazza ha sbandierare ! E poi si beccavano un 30 politico : e poi i ponti, Crollano e così : il malcostume ha invaso l’talia : che facciamo : tutti intruppati ? Ho facciamo una selezione seria? Cordialità!!!
La scuola ha senz'altro le sue colpe e non so se adesso è come allora già che la mia è un'esperienza di diverse decine di anni fa, seconda metà anni 70, ma probabilmente il mondo del lavoro ha anche le sue. La mia esperienza: uscito da un corso biennale (per me durato 3 anni perchè un anno mi sono rotto una gamba e mi avevano ingessato che difficilmente potevo muovermi e quindi per mesi non ho potuto frequentare la scuola) con un diploma di operaio specializzato, fresatore meccanico, dovevo ancora compiere 17 anni che sono emigrato dal sud verso il nord Italia, provincia di Torino, tutti i giorni leggevo gli annunci su La Stampa e tutti i giorni ne trovavo che cercavano fresatori; telefonavo e le risposte che mi davano erano 1) lo vogliamo militesente, al tempo c'era la leva obbligatoria che oggi non c'è più e questa risposta la possiamo dunque tralasciare; 2) lo vogliamo con esperienza; ho 17 anni, esco adesso da scuola, se non mi prendi a lavorare come la faccio l'esperienza? questo per rilevare le colpe del mondo del lavoro che chissà se anche oggi a chi esce da scuola gli dicono che lo vogliono con esperienza.
francesco zappone Mio dio non sentivo quella parola Militesente da più di 40 anni. Che poi mi faceva sempre ridere il pensiero, per essere idoneo a non fare la leva (un vero peccato) o ti dovevi fracassare un martello sul ginocchio, o avere gravissimi problemi famigliari-economici (4 figli, una moglie disoccupata, ecc), o semplicemente essere incapace di camminare in linea retta e riuscire a sollevare una pera. Tsk, "lo vogliamo con esperienza" anch'io vorrei che tra le nuove leve, comparisse qualche mercenario veterano con passa vent'anni di operazioni fascia arancio-rossa, purtroppo noi non vivevano ad utopia, li dovevamo addestrare. Il più grande problema del mondo del lavoro sia oggi che ieri era la mentalità stupida dei datori di lavoro privati, e a volte purtroppo, persino statali. A si... E ovviamente tutte quelle orde di fogli di carta che attestano l'impossibile che tutti sventolano che sono saltati fuori negli ultimi 15 anni.
LA Gelmini, LA Giannin, LA Fedeli!! E' sessismo specificare il sesso del soggetto?? Sembra che siano anche loro maschi!!! Per il resto condivido le opinioni esposte!
a perche gli istituti professionali sono scuole ? e cosa insegnano , come far passare la mattinata in compagnia di un professore idiota che non ha voglia di fare un cazzo .pensa che io ho fatto tre anni di scuola professionale elettrotecnica e per capire cosa era la corrente elettrica ho dovuto fare l'autodidatta. se quei tre anni fossi andato a fare l'aiutante di un bravo elettricista e avessi studiato la teoria a casa un ora al giorno avrei imparato di piu di quello che ho imparato in tre anni in quella scuola inutile. in tre anni un ora a settimana di inglese per insegnarci dangerus , warning ,e transistor ... una parola all anno ci avevano insegnato . parassiti ruba stipendio .
Neanche i licei sono messi molto bene. Valutazioni trimestrali: questo significa che tutto l'anno viene impiegato per prove scritte e interrogazioni orali (prove scritte a distanza di una settimana). E solo una corsa al voto che stressa i ragazzi e lascia molto poco di ciò che si studia.
Da ex. manager di grandi aziende, vi dico con assoluta certezza che non e' la laurea che ti porta ad essere all' altezza. Arrivavano bocconiani, che erano un vero disastro. E c' erano persone cresciute con la famosa gavetta, in gambissima.
Purtroppo, le scuole sono distanti anni luce, dalle realta' aziendali...
Questo non si capisce in Italia, da decenni la scuola italiana è solo uno stipendificio, che serve a dare un lavoro solamente a chi ci lavora dentro.
Non posso negare che alla base della scelta di determinate scuole, ci sia una precisa mentalità umana. La maggior parte delle cose in questo mondo si svolgono secondo un'idea di base. A poco a poco, gli istituti professionali, sono stati accerchiati dall'alone della "pratica", ovvero pratica = meno studio, meno studio= più capra. Di conseguenza, se in è questo mondo esistono persone curiose, dedite all'impegno, esistono anche persone svogliate, persone che credono di sfuggire a qualsiasi sacrificio, che non hanno fame di niente o di fare il minimo indispensabile. Gli istituti professionali si sono riempite di queste persone demotivate. I professori si sono adeguati di conseguenza, alcuni lamentandosi in silenzio senza fare niente per cambiare le cose, altri rimanendo indifferenti di collaborare alla maturità di questo tipo di studenti. Questo vittimismo mi ha sempre infastidito perché non capivo se un professore avesse le palle di fare quello che voleva o sè o si adeguava, magari lagnandosi dentro sè dei presunti propri anni sprecati, al vento che tirava nella classi a cui insegnava. Invece altri professori insegnavano con regolarità e serietà, consapevoli dei pregiudizi delle scuola, degli stereotipi che vi vigeva dall'intero e dal esterno, ma che erano certi di formare degli studenti migliori. È vero che le ultime riforme hanno ridotto le ore di laboratorio, hanno svalorizzato ulteriormente il professionale, ma niente cambierà secondo me se non cambierà l'ideologia di base. Le cose sono due: o per aumentare il prestigio si alza il livello, di conseguenza e si tagliano fuori tutti coloro che non ce la fanno( cosa strana, perchè non sarebbe più una scuola di "serie C", e diminuiresti tanti iscritti che potevano avere dei minimi requisiti per lavorare subito ), o si accetta questa realtà che è venuta a crearsi a causa di una gerarchia scolastica se non mentale, e come in tutte le cose di questo mondo, si accetta l'"alto" e il "basso". L'alto ha le sue pecche e non è perfetto, e il basso lo stesso( se non di più; è soggettivo ). È vero che la maggior parte di quelli che scelgono licei, lo scelgono perché hanno bramosia di conoscenza e voglia di studiare, di laurearsi, hanno determinati progetti, o credono di aver fatto la scelta "giusta", di essere ingiudicabili( dipende dal umiltà del soggetto ). Chi prende i tecnici magari ha la stessa bramosia , vuole partire da un altro percorso, chissà. Ed infine la maggior parte di chi prende i professionali, parliamoci chiaro , sono quelli che non hanno una cazzo di voglia di studiare. Io ho dovuto cambiare per problemi personali e familiari e ad andare ad un professionale ad un certo punto delle superiori, e adesso sto facendo l'università e pure bene. È vero, c'è da dire che la voglia non mi sia mai mancata di studiare, e forse neppure l'intelligenza; ero diverso da tanti in quel istituto. Pero ho conosciuto ragazzi lì ,con la mia stessa determinazione e che mi hanno detto che avevano preso il professionale per lavorare al meglio possibile una volta maturati, sfruttando quello che la scuola, in forma latente, aveva da dare. Ho sempre tenuto a mente le loro parole, e mi sono guardato attorno, notando come tanti altri la pensavano differentemente.
Mio figlio ha fatto l'alberghiero, tanta politica ,ideologia,poca cultura, pochissima ,pochissima,pochissima pratica.
Insegno in un professionale. Ciò che il video sostiene è la verità. In meno di 10 anni 3 riforme che hanno snaturato i professionali , più che dimezzando le ore di laboratorio e di tecnica professionale. Motivo? Favorire la formazione professionale, gestita da preti e organizzazioni spesso inesistenti ma grandi dispensatori di voti, utilizzando quei centri di corruzione clientelare che sono le regioni.
Il vero motivo è il puro e semplice pressapochismo. Chi se ne frega se degli insegnanti vanno a casa, chi se ne frega se i laboratori rimangono vuoti, chi se ne frega se gli studenti non fanno nulla
Perché le università a numero chiuso? Così entrano i raccomandati figli di papà! Lo studio dovrebbe essere aperto a tutti, poi chi è bravo va avanti e chi no si ritira!
Il numero chiuso è sacrosanto, altrimenti si ottiene un sovraffollamento degli atenei ed un abbassamento dei salari in una determinata professione.
Ed e ‘ una selezione immediata : con risparmio per la comunità !!!non tutti sono portati x certi studi !!!
Concordo con Lapo Mazzi ma non con Franco Pizzamiglio,la selezione immediata non vuol dire quasi nulla sulle capacità della persona,senza contare che i test sono fatti con i piedi(guarda medicina),io ad esempio feci il test per ingegneria,venendo dallo scientifico non ebbi problemi,alcuni invece andarono male solo perchè avevano una storia pregressa diversa dalla mia.
Lapo Mazzi
Non significa nulla, guarda caso siamo sovraffollati di Avvocato e dottori scadenti (io mi faccio vedere e curare unicamente dal medico-chirurgo della mia compagnia, non vado da un dottore civile dal 72) come architetti, ecc... Tutte facoltà a numero chiuso... Tutte facoltà cui viene indirizzata un enorme fetta di giovani sbandati.
Certo il numero chiuso in medicina e all'Accademia militare (che io stesso i gioventù o completato) è sacrosanto, ma dovrebbero incentivare altre professioni, e permettere a chi MERITA di elevarsi dalla massa dei mediocri.
Fornendo agli altri una cultura preparatoria meno specialistica e più "generale"
Non posso vedermi 4000 neo-dottori per 30 posti a Roma e poi Mi becco qualche infermiere che gioca a freccette con il mio braccio perché al dodicesimo tentativo, nemmeno trova la vena per un merdoso prelievo del sangue...
@@Deadtrap06 sono pienamente d'accordo.
Condivido, i test di ammissione all'università sono tarati per i provenienti dai licei essendo di "cultura generale". Si dovrebbe valorizzaree scuole professionali perché è poco produttivo illudersi di portare tutti ad una laurea breve per poi svolgere spesso mansioni di bassa qualità. Meglio dei buoni informatici, elettricisti, periti edili invece di "laureati brevi" i quali finiscono spesso a riempire fogli Excel e scrivere lettere al computer. L'università non è per tutti.
@Prince Zaphirahh Dici delle cose ragionevoli, pur tuttavia ti devo fare presente che il basso numero di bocciature non sempre e' sinonimo di buona qualita' ne l'alto numero di bocciature dipende esclusivamente da un basso livello di insegnamento. Tanti liceali sono usciti convinti di essere Dio in terra o quasi, salvo poi accorgersi che all'università' e nel mondo del lavoro bisogna sapere ricominciare da capo. D'altra parte si sa, ad esempio, che alcuni licei sono decisamente elitari e quindi più difficilmente avranno studenti con problemi economici o sociali.
Solite idiozie obsolete, oggi più che mai serve una formazione terziaria, quindi uniformare la scuola superiore e mettere corsi universitari anche di due anni molto professionalizzanti per gli operai del futuro e aprire corsi di laurea triennali, ma professionali.
È notorio come la scuola, e in particolare gli istituti professionali, siano perennemente indietro rispetto al mondo del lavoro. Ma è un elemento abbastanza giustificabile, in quanto difficile se non impossibile tenerne il passo, tenuto conto della velocità delle innovazioni e cambiamenti. Per adeguare il parco delle attrezzature, laboratori, ecc, servirebberi ingenti risorse che la scuola non sempre ha a propria disposizione.Tuttavia rispetto agli anni 60/70 penso la situazione sia molto cambiata rispetto alle innovazioni industriali. La soluzione va comunque cercata nel migliorare il contatto col mondo produttivo, per es. non solo visite alle industrie, ma stage e percorsi mirati.
E per quanto riguarda la qualità dell'insegnamento e prove di maturità, sono d'accordo anch'io, bisogna alzare il livello, non diminuirlo. Chi va a lavorare in fabbrica oggi, è bene sia un cittadino preparato non solo professionalmente, ma anche dal punto di vista mentale e culturale.
L'istruzione professionale deve essere fatta solo all'università, sia con corsi di laurea professionali o anche con corsi di laurea di solo due anni, come gli "Associate degree" negli Usa; oggi anche per lavorare in fabbrica serve un'istruzione terziaria.
Mentre la scuola superiore deve puntare maggiormente su dare le basi.
Condivido in pienissimo!
Il problema che noto ogni anno, parlando di ramo meccanico, è che arrivano a lavoro ragazzi usciti dalle varie IPSIA, ITIS e ITS che hanno difficoltà a misurare e usare correttamente un banalissimo calibro e il micrometro non sanno nemmeno cosa sia, c'è bisogno sempre di insegnarlo da zero. La preparazione d'officina spesso insufficiente, generalmente non sanno dividere e organizzare un ciclo di lavoro in sgrossatura e finitura di un semplice alberino in tornitura (se non nei rarissimi casi in cui qualche ragazzo ha la possibilità di farsi le "ossa" indipendentemente dalla scuola, con lavori estivi o pomeridiani in ambienti di lavoro veri in qualità di apprendista e non di stagista). Sembra che non abbiano mai visto le principali macchine utensili e non ne conoscono le basi minime, inoltre non conoscono l'attrezzatura minima indispensabile che ogni officina sulla faccia della Terra ha. Mi chiedo allora a cosa serva essere obbligati ad andare a scuola fino ai 18 anni, se si esce da questi indirizzi senza aver fatto adeguatamente le materie più importanti per la quale si sceglie queste scuole. Inutile fare i laboratori se le ore dedicate e la preparazione risultano scarse. Io sono un ex ipsia dei primi anni 2000, scuola scelta per imparare le basi di un mestiere (in sede di indirizzamento post medie ricordo che veniva vantato un ottimo percorso pratico, cosa risultata decisamente distante da ciò che veniva promesso) , l'offerta dell'esperienza pratica è stata inadeguata all'avvio nel mondo del lavoro, ma sono stato uno degli ultimi fortunati ad aver avuto la possibilità di frequentare un'officina post scuola e nei nmesi estivi come si faceva una volta, che mi ha dato davvero la possibilità di avviarmi a un mestiere. Oggi una cosa simile è quasi impensabile e queste scuole tecniche-professionali sembrano essere sempre più distanti dal mondo del lavoro che si evolve e mentre queste rimangono ferme
Grazie a questo governo,che taglia i fondi alle scuole!
Nei licei vanno reintrodotte e introdotte nuove materie PRIORITARIE
Cui va dato il peso che meritano.
1) Geografia: è vergognoso vedere cittadini che manco sanno il numero di regioni d'Italia, o i mari che le bagnano, non si può lasciare una materia così importante alle medie insieme all'inutile francese! Non basta dire dove si trova Roma!
2) Storia Contemporanea: perché non sapere un cazzo di quello che è successo in Italia negli ultimi 60 anni (così magari meno dementi si affiliano a sinistra o in qualche violente movimento Anti-tot) fino ad oggi, gente che non sa nemmeno chi era il capo di stato precedente a Napolitano! O quando è stata istituita una legge.
3) Educazione Nazionale: Perché in questo merdoso paese, esistono leggi, norme, doveri e responsabilità che NON solo un futuro avvocato dovrebbe sapere.
È mortificante pensare che l'ultima entità ad oggi ad aver migliorato la scuola italiana fu il dannatissimo fascismo quasi 80 anni fa! , con la creazione dei licei scientifici e dell'importanza dell'educazione fisica come materia di studio (sapete noi siamo fatti di organi e muscoli, che se non controlli e gestisci si rompono, e no, non è bello)
Penso : alla trovata negli anni : 69 / 81, la laurea di gruppo : 2 studiavano e 20 in piazza ha sbandierare ! E poi si beccavano un 30 politico : e poi i ponti, Crollano e così : il malcostume ha invaso l’talia : che facciamo : tutti intruppati ? Ho facciamo una selezione seria? Cordialità!!!
@@francopizzamiglio7241 infatti dopo 51 anni dal 68 in che condizioni ci troviamo?
La scuola ha senz'altro le sue colpe e non so se adesso è come allora già che la mia è un'esperienza di diverse decine di anni fa, seconda metà anni 70, ma probabilmente il mondo del lavoro ha anche le sue. La mia esperienza: uscito da un corso biennale (per me durato 3 anni perchè un anno mi sono rotto una gamba e mi avevano ingessato che difficilmente potevo muovermi e quindi per mesi non ho potuto frequentare la scuola) con un diploma di operaio specializzato, fresatore meccanico, dovevo ancora compiere 17 anni che sono emigrato dal sud verso il nord Italia, provincia di Torino, tutti i giorni leggevo gli annunci su La Stampa e tutti i giorni ne trovavo che cercavano fresatori; telefonavo e le risposte che mi davano erano 1) lo vogliamo militesente, al tempo c'era la leva obbligatoria che oggi non c'è più e questa risposta la possiamo dunque tralasciare; 2) lo vogliamo con esperienza; ho 17 anni, esco adesso da scuola, se non mi prendi a lavorare come la faccio l'esperienza? questo per rilevare le colpe del mondo del lavoro che chissà se anche oggi a chi esce da scuola gli dicono che lo vogliono con esperienza.
francesco zappone
Mio dio non sentivo quella parola Militesente da più di 40 anni. Che poi mi faceva sempre ridere il pensiero, per essere idoneo a non fare la leva (un vero peccato) o ti dovevi fracassare un martello sul ginocchio, o avere gravissimi problemi famigliari-economici (4 figli, una moglie disoccupata, ecc), o semplicemente essere incapace di camminare in linea retta e riuscire a sollevare una pera.
Tsk, "lo vogliamo con esperienza" anch'io vorrei che tra le nuove leve, comparisse qualche mercenario veterano con passa vent'anni di operazioni fascia arancio-rossa, purtroppo noi non vivevano ad utopia, li dovevamo addestrare.
Il più grande problema del mondo del lavoro sia oggi che ieri era la mentalità stupida dei datori di lavoro privati, e a volte purtroppo, persino statali. A si... E ovviamente tutte quelle orde di fogli di carta che attestano l'impossibile che tutti sventolano che sono saltati fuori negli ultimi 15 anni.
Tutto vero. Gia' si e' visto come la scuola si comporta di fronte a talenti della robotica come Valeria Cagnina.
Ma nessun governo ha capito bene com'è messa la scuola italiana....dovrebbero entrarci e rendersi conto di come stiamo ipotecando il loro futuro
LA Gelmini, LA Giannin, LA Fedeli!! E' sessismo specificare il sesso del soggetto?? Sembra che siano anche loro maschi!!!
Per il resto condivido le opinioni esposte!
Sono d'accordo con lei
a perche gli istituti professionali sono scuole ? e cosa insegnano , come far passare la mattinata in compagnia di un professore idiota che non ha voglia di fare un cazzo .pensa che io ho fatto tre anni di scuola professionale elettrotecnica e per capire cosa era la corrente elettrica ho dovuto fare l'autodidatta. se quei tre anni fossi andato a fare l'aiutante di un bravo elettricista e avessi studiato la teoria a casa un ora al giorno avrei imparato di piu di quello che ho imparato in tre anni in quella scuola inutile. in tre anni un ora a settimana di inglese per insegnarci dangerus , warning ,e transistor ... una parola all anno ci avevano insegnato . parassiti ruba stipendio .
@Nordic Girls Are The Most Beautiful e nei licei si campa solo di teoria
Si ma...
Chi è lei?
Perché sulla zuppa?
Perché lei e non un altro?