Esempio pratico di come misurare da una foto.

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  • เผยแพร่เมื่อ 17 ธ.ค. 2024

ความคิดเห็น • 7

  • @giulio2279
    @giulio2279 5 หลายเดือนก่อน +1

    Come sempre bello ed interessante.un saluto

  • @1477747878787
    @1477747878787 4 หลายเดือนก่อน

    Interessante, il mio problema sarebbe:sapendo su un occhiale l'altezza di un orbita ad esempio 41 mm certa, indossato dal cliente quale è il suo punto pupillare ovviamente avendo una foto,

    • @ildivinodisegno7802
      @ildivinodisegno7802  4 หลายเดือนก่อน +1

      Ah, grazie per la tua domanda! Prima di tutto, vorrei chiarire che il mio canale si occupa principalmente di geometria proiettiva, geometria descrittiva, disegno e argomenti correlati, non di optometria. Tuttavia, la tua domanda ha suscitato la mia curiosità e mi sono informato specificamente per poterti dare una risposta, anche se non sono affatto un esperto in questo campo. Detto questo, basandomi sulle informazioni che ho raccolto, proverò a rispondere. Potresti iniziare misurando sulla foto la distanza tra il bordo superiore dell'orbita e il centro dell'occhio del cliente. Poi, confronta questa misura con l'altezza totale dell'orbita nella foto. Questo crea un rapporto. Applicando questo rapporto all'altezza reale dell'orbita (41 mm), ottieni una stima approssimativa della posizione del punto pupillare. Inoltre il punto pupillare è solitamente 1-2 mm più in alto del centro visibile dell'occhio.

    • @1477747878787
      @1477747878787 4 หลายเดือนก่อน

      @@ildivinodisegno7802 grazie del tuo interessamento

  • @francescopartipilo5550
    @francescopartipilo5550 4 หลายเดือนก่อน

    Ho seguito con interesse . Ho notato , riguardo alle proiezioni ortogonali, sia esposte sui libri che nei filmati, che usi solo due piani ( comunemente detti piano orizzontale e piano verticale). Non usi il piano ‘laterale’. Perché? Non necessario, non corretto ecc…

    • @ildivinodisegno7802
      @ildivinodisegno7802  4 หลายเดือนก่อน +2

      Ciao, grazie per la domanda. Il numero minimo di immagini sufficiente per stabilire la corrispondenza biunivoca tra l'oggetto reale e l'oggetto rappresentato è due. Il nome stesso del metodo di Monge, detto "delle doppie proiezioni ortogonali", lo conferma.
      Il cosiddetto piano laterale è, per così dire, ridondante. Cioè non fornisce alcuna informazione in più circa la corrispondenza spaziale di un punto oggettivo dello spazio. In un certo senso, fissato il primo punto qualsiasi dello spazio, questo stesso punto rappresenta il primo punto di riferimento rispetto al quale tutti gli altri sono riferiti.
      Posto poi che si desideri ottenere un'assonometria a partire dalle proiezioni ortogonali, in quel caso le proiezioni diventano metodo di passaggio, e l'assonometria metodo integrato alle proiezioni ortogonali. In questo caso, è utile fissare l'origine O sulla linea di terra, l'asse x coincidente con la linea di terra, l'asse y ortogonale e così via; ma non si ritiene necessario, neppure in questo caso, costruire il cosiddetto piano laterale.
      Inoltre, un piano laterale sarebbe casomai giustificato solo dalla necessità di ottenere un'ulteriore immagine del solido, come una sorta di nuova seconda immagine (nuovo piano verticale), che però deve potersi scegliere liberamente, non quindi necessariamente ortogonale ai primi due piani di proiezione.