Giacomo Puccini Requiem - Coro Polifonico Fabio da Bologna

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  • เผยแพร่เมื่อ 26 ต.ค. 2024
  • GIACOMO PUCCINI
    Requiem SC76
    Coro Polifonico Fabio da Bologna
    Viola: Antonio Gioia
    Organo: Kim Fabbri
    Direttore: Alessandra Mazzanti
    Concerto di Pasqua
    1 aprile 2023
    Basilica di S. Antonio da Padova di Bologna
    Fabio da Bologna Associazione Musicale - APS
    Questo Requiem venne composto da Puccini dietro la richiesta di Giulio Ricordi per una messa di commemorazione del quarto anniversario della morte di Giuseppe Verdi (morto il 27 gennaio 1901) e fu eseguito il 27 gennaio 1905. Questa fu l'unica esecuzione avvenuta nella vita di Puccini. Il Requiem fu eseguito in un concerto celebrativo dopo la sua morte e pubblicato 50 anni dopo.
    Giorgio Magri, il musicologo che lo ha rintracciato nel 1972, afferma che “fu scritto, quasi certamente in una giornata [14.1.1905], di getto, senza ripensamenti, come sembrerebbe dimostrare il manoscritto che contiene poche cancellature e rifacimenti. Ma fu ‘pensato’ con una certa calma, non fosse altro per la scelta del testo, della forma musicale, e soprattutto degli strumenti per i quali fu concepito, […] che fu originalissima e moderna […]”.
    La cronaca della cerimonia si trova nella rivista Musica e Musicisti del 15 febbraio 1905, dove l’ignoto recensore (probabilmente Giulio Ricordi) scrive:
    “[…] . Alla fine della Messa 30 coristi, scelti dalle masse della Scala, eseguiscono un nuovissimo, […] Requiem di Puccini: le voci attaccano sulla scala di Re minore, armonizzata con tocco parco quanto squisito, mentre il basso discende con moto contrario; una viola solista modula in La minore con una frase soavissima affannata quindi all’unissono riattaccano le voci volgendo alla cadenza plagale rimanendo indefinitivamente, eternamente sospese alla quarta del tono, mentre l’harmonium sommesso procede estenuandosi nella tonica dell’accordo iniziale. La genialissima sorprendente risoluzione è accolta dagli astanti con muta ammirazione, muta ammirazione che vale pel maestro Puccini ben più d’ogni più scrosciante ovazione teatrale”.

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