Vitalba: Clematis vitalba
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- เผยแพร่เมื่อ 16 ต.ค. 2024
- Le clematidi sono le liane più diffuse alle medie latitudini. La vitalba, appartenente alla famiglia delle ranuncolacee è una pianta tossica, eppure i suoi germogli appena spuntati vengono consumati da sempre dalle popolazioni rurali. Qui la descriviamo in natura, impareremo a riconoscerla e ad utilizzarla in cucina.
Davvero belli belli questi video ❤
Come sempre, i video sono interessanti.
Mia nonna Elvira, ogni primavera, ne mangiava grandi quantità; i germogli bolliti e conditi con olio e limone. È vissuta fino a 90 anni. Io continuo la traduzione perché apprezzo molto il saporino.
grazie Luigi le tue spiegazioni sono istruttive ed efficaci. In questi giorni sono impegnata a pulire i boschi da queste Neophyten? cosi soprannominate. Nel privato ho fatto cestini per accogliere fiori secchi profumati. 🙂👋
L'ho mangiata sin da bambino solo le cime , lessate e cucinate a frittata con uova e formaggio. Molto buona e nessun disturbo di salute
Buongiorno Luigi! Ho usato i tralci per costruire una arella per sostenere frutti da essiccare. Grazie infinite ! Alla prossima pianta.
Dalle mie parti, Piemonte la vitalba in dialetto viene chiamata VIS VABBIA .
Complimenti per i video che stai facendo,comprensivi e interessanti. A quando un video sulla Vitis vinifera sylvestris?
Nel nord Italia la incontro solo nelle zone vicine alla costa adriatica, se trovo un punto dove fare una registrazione lo faccio. Mi piace molto soprattutto la storia gloriosa di questa specie compresi gli ibridi con le specie americane, non so però se c'è interesse per questo argomento
@@luigicaneve1341 ho apprezzato molto il video sulla "Fragolino bianca",ho anche una pianta di "Fragola nera" e una di "Bacó". Spero gli dedicherai ancora qualche video.
@@matteobellamio2438 spero di trovare il tempo, ho un clinto nero un clinto bianco una fragola nera e la Bacò. Purtroppo ho tentato di fare una talea di Seibel, una loro parente, ma non ha radicato
Da ragazzi fumavamo i tralci secchi. Tirano che è una meraviglia nei condotti della linfa
In sardo la chiamiamo vitichinzu