วีดีโอ

davvero? In che zona delle Dolomiti? Le indicazioni dei paesi in cui si comporta da infestante sono solo l'estirpazione. Non ci sono altre tecniche note. Trattandosi di una annuale si deve fresare prima della maturazione dei semi. Questo se le infestazioni sono troppo massicce. L'effetto però di solito si nota molto bene. Bisogna anche stare attenti che non si insedino piante ancora più invadenti come il poligono giapponese o la verga d'oro americana

@@luigicaneve1341 a San Vito di Cadore provincia di Belluno, io quella grande macchia che ho tolto dal nostro terreno l'ho estirpata a mano

sul nespolo giapponese non so rispondere. Sul vecchio nespolo nostrano "Mespilus germanica" direi che il pero in alcuni casi potrebbe sopravvivere ed avrebbe un effetto nanizzante sulla pianta facendole perdere la vigoria. per il melo invece la disaffinità sarebbe praticamente garantita con vita breve e forse rotture nel callo cicatriziale (dove i tessuti si uniscono)

@@luigicaneve1341 farò qualche prova.. complimenti per il canale, molti video mi hanno illuminato 🙂

Spero di aver compreso bene il problema. Le gemme basali del rovo, cioè quelle vicino a terra non sono fertili o lo sono pochissimo. Bisognerebbe lasciare i tralci di un anno molto più lunghi, magari eliminando anche quelli dell'anno precedente per fare un po' di ordine. Con le varietà domestiche senza spine è facilissimo, mentre con i rovi selvatici risulta laborioso e fastidioso. C'è un vantaggio però: il frutto selvatico è molto gustoso, molto di più dei tipi coltivati.

prima della fioritura non credo sia possibile, quando inizia a fiorire i fiori staminiferi sono distinguibili dagli altri. Effettivamente piantando due soli esemplari essendo una specie dioica, potrebbe trattarsi di due femmine oppure di due maschi. Si possono però acquistare anche in rete esemplari impollinatori oppure da frutto.

@@luigicaneve1341 eh... l'unica e' piantarli e vedere che succede... a questo punto. grazie mille

no, mi manca anche l'azzeruolo, vedremo in futuro

no, senza l'utilizzo di ormoni da radicamento è difficile, conviene strappare dalla base qualche rametto provvisto di radici (barbatelle)

Grazie

Ma certo Shaina!

i semi si possono deglutire interi, ma se vengono masticati possono irritare un po' la gola. Resiste bene in zone ventose.

Grazie mille

dovrebbe come dicevo associare due varietà differenti, la singola pianta è autosterile, il polline non feconda i fiori femminili della stessa pianta

Grazie infinitamente 😉

sicuramente, per gli insetti una 15ina di metri non sono molti; i problemi sorgono a qualche decina di metri: si rischia una impollinazione scarse e potrebbe portare a frutti piccoli con poca polpa e pochi semi

Grazie ​@@luigicaneve1341

@@antoniobacciga da talea comincia prestissimo a fiorire, l'allegagione ci mette invece circa tre anni. Se si prendono piante adulte nei vivai è immediata.

@@luigicaneve1341 grazie

Operando dei tagli sulla pianta l'ideale sarebbe per un paio di ragioni procedere appena prima della ripresa vegetativa (i tagli restano esposti alle intemperie per un tempo più ridotto perché alla ripresa vegetativa inizia la cicatrizzazione; inoltre i nutrienti durante l'inverno tendono ad avere un moto di discesa verso l'apparato radicale, per cui a fine inverno sono accumulati in basso).Il riconoscimento delle gemme a fiore e delle gemme a legno è un po' meno agevole che sull'albicocco, sul mandorlo, sul pesco ecc. perché c'è una piccola differenza. Le gemme a legno presenti abbondantemente sulle ascelle dei rami di un anno sono più appuntite di quelle a fiore, ma non in modo accentuato. Dove ci sono speroni, simili ai brindilli del melo di solito ci sono tante gemme attorno a fiore ed una gemme centrale a legno. I tagli di ritorno sulla chioma si fanno tranquillamente per contenere lo sviluppo tagliando appena sopra una branchetta laterale e non agendo sui rami di un anno, perché si avrebbe un effetto opposto a quello desiderato. La vegetazione si concentra proprio nel punto dove ha agito la forbice. Quindi il taglio si fa su rami di almeno due anni o più (è meglio mettere pasta cicatrizzante sui tagli grossi) e in questo caso la risposta alla potatura è meno forte. In ogni caso mai spuntare getti di un anno o dimezzarli, sempre perché l'effetto finale è esattamente il contrario di quello che si voleva.

​@@luigicaneve1341 😃La ringrazio di cuore farò del mio meglio tenendo presente i suoi consigli! ❤

@@vitino64 conosco praticamente solo i vivaisti bolzanini, Schullian, Biasion ed altri. Fuori Bolzano sono stato da Maioli, in Emilia Romagna.

E' probabile che si riferisca alla Passa Crassana, una varietà molto diffusa proprio fino agli anni '80 del secolo scorso. Ora è rara, ma rintracciabile in Emilia Romagna dove l'ho acquistata ed assaggiata. Proprio molto succosa, dolce acidula, granulosa e con la buccia cosparsa di lenticelle. Era buona con formaggio. Oggi potrebbe essere rintracciabile, osservabile di sicuro non so se si può comprare, alla fiera dei frutti e degli animali perduti di Guastalla. Fine settembre di ogni anno.

@@luigicaneve1341 molto gentile, cordiali saluti

no, solo mediante innesto, però si può acquistare la pianta già innestata (credo su cotogno) presso alcuni vivaisti in provincia di Bolzano

Volevo chiedere se ci sono in Veneto o Trentino vivai di frutti antichi (o anche più recenti, ma non "da supermercato").

sì, anche la mia fragola bianca ha un vigore minore rispetto alle nere. Siccome il portainnesto ha un effetto diretto sul nesto, ci sarebbe un aumento almeno parziale. E sempre in teoria l'effetto sarebbe migliore se innestata piuttosto in alto, lasciando il legno della fragola nera anche su parte del fusto. Non ho notizie dell'utilizzo di altri portainnesti, però penso che se fosse innestata su Baco Noire (Bacò in dialetto veneto il vigore potrebbe essere forte, mentre se fosse innestata su Clinto, che ha uno sviluppo ridotto il vigore sarebbe inferiore.

@@luigicaneve1341 grazie per la risposta, proverò a fare l'innesto come da lei consigliato, ho un pergola di fragola nera, acini belli grandi ma da due anni rimane per il 50% acerba, pur togliendo le foglie etc etc. Ancora grazie Saluti.

Chiazze marroncine sono dovute alla ticchiolatura, una malattia causata da un fungo (Fusiclaudium eriobotrye) molto frequente. Ci sono trattamenti preventivi che consistono nel non favorire l'umidità dentro la chioma dirandando un po' la vegetazione. Poi di solito si interviene con prodotti rameici sia a scopo preventivo che curativo. Ce ne sono diversi di conposti funghicidi: idrossido di rame, ossicloruro di rame e poltiglia bordolese (solfato di rame e calce mescolati). Io conosco solo l'ultima. Il trattamento con poltiglia bordolese non è tossico per le foglie e funziona molto bene. E' ammesso anche per l'agricoltura biologica. Bisogna seguire le indicazioni che danno nei consorzi agrari per mescolarla con acqua e spruzzarla sulle piante. Ed anche per il calendario di interventi che di solito è primaverile e autunnale. Dimenticavo che per allontanare le spore del fungo andrebbero eliminati anche i frutti colpiti dalla malattia. La poltiglia bordolese serve anche da cura per altre malattie fungine.

im questi anni ho assaggiato decine di rugginose e le ho trovate tutte a componente acidula prevalente, interessante, grazie

grazie, ha un nome varietale?

I contadini che le vendono ai mercati rionali le chiamano mele ruggine, non so se hanno un nome particolare

bacche da arbusti legnosi con la stessa forma tossiche non ce ne sono qui nel nostro paese. Il crespino (Berberis vulgaris) ha bacche simili, ma più piccole e più sottili, slanciate, però non è tossica e si utilizza anch'esso nell'alimentazione. Saluti

non tendono a generare polloni, che poi bisogna togliere?

www.andareatartufi.it/prodotto/semi-di-asparago-selvatico-asparagus-acutifolius/ mi dispiace, ma non conosco alcun vivaista che vende piantine di asparago spinoso. Effettivamente prelevarle in natura risulta un po' laborioso. Ho inserito il link di un rivenditore di semi di Asparagus acutifolius, un po' più difficili da reperire rispetto a quelli di A. officinalis

@@paolofuse3494 c'è un vivaio Omezzolli di Riva del Garda che lo possiede, ma è una varietà piuttosto comune presso i rivenditori di piante da frutto antiche, non dovrebbe essere per nulla difficile trovarla, almeno nel nord Italia.