Hai un modo di descrivere la Divina Commedia con estrema facilità e semplicità. Trasmetti passione , pazienza e tranquillità. Complimenti. Devo realizzare un progetto fotografico inerente alla divina commedia e con il tuo modo di spiegare riesco a farmi delle idee ben precise. Grazie :)
Paolo e Francesca, giovanissimi e belli, lei felice promessa sposa dal padre a Gianciotto, ma che lei pensa essere Paolo, tristemente si sposa. Nel castello di Gradara, ancora innocenti, il Dio Amore rapisce il cuore di Paolo del bel corpo di Francesca, che amata dal vero amore non può non ricambiare, leggendo del bacio di Lancillotto a Ginevra, moglie di Re Artù, suo signore, sottomettono la ragione alla passione, lui la bacia tremante, e lì finisce la lettura e la loro vita, per mano del cognato tradito, in un binomio di trasporto eterno. Fu davvero così, o fu solo un delitto politico medievale, per accaparrarsi il potere dei Polenta e dei Malatesta, trasformato per convenienza in una esemplare condanna morale dell'amor cortese?
Quell' «Amore» che giustamente viene stampato con l'iniziale maiuscola al v.119, è il 'fin amor' dei provenzal, non l'Eros pagano nè l'agape cristiana, è un concetto "moderno" e purtroppo non "post-moderno", potremmo chiamarlo Misericordia. Grazie ciao
Hai un modo di descrivere la Divina Commedia con estrema facilità e semplicità. Trasmetti passione , pazienza e tranquillità. Complimenti. Devo realizzare un progetto fotografico inerente alla divina commedia e con il tuo modo di spiegare riesco a farmi delle idee ben precise. Grazie :)
bravissimo.adoro come l'ha spieghi
Complimenti. Chiarissimo.
BRAVISSIMO
Complimenti
Paolo e Francesca, giovanissimi e belli, lei felice promessa sposa dal padre a Gianciotto, ma che lei pensa essere Paolo, tristemente si sposa. Nel castello di Gradara, ancora innocenti, il Dio Amore rapisce il cuore di Paolo del bel corpo di Francesca, che amata dal vero amore non può non ricambiare, leggendo del bacio di Lancillotto a Ginevra, moglie di Re Artù, suo signore, sottomettono la ragione alla passione, lui la bacia tremante, e lì finisce la lettura e la loro vita, per mano del cognato tradito, in un binomio di trasporto eterno. Fu davvero così, o fu solo un delitto politico medievale, per accaparrarsi il potere dei Polenta e dei Malatesta, trasformato per convenienza in una esemplare condanna morale dell'amor cortese?
Quell' «Amore» che giustamente viene stampato con l'iniziale maiuscola al v.119, è il 'fin amor' dei provenzal, non l'Eros pagano nè l'agape cristiana, è un concetto "moderno" e purtroppo non "post-moderno", potremmo chiamarlo Misericordia. Grazie ciao
Ripeti goffamente le parole di Roberto benigni 🤦