Una precisazione: Quando definisco la PRIMA ALIYAH "capitalista" è ovviamente in confronto alla seconda. In contrapposizione alla logica collettivista dei Kibbutz, in contrapposizione all'acquisto tramite il Fondo Nazionale Ebraico e, soprattutto, dal momento che le logiche del lavoro agricolo risentirono di meccanismi di domanda/offerta/costo del lavoro.
Grazie molto interessante. Apprezzo in particolare i numeri. Se possibile potreste anche esprimerli in percentuale rispetto alla popolazione locale di religione e cultura arabe e cristiane? grazie
Allo scoppio della prima guerra mondiale, il rapporto ebrei/arabi in Palestina era circa 1:10 (60k ebrei e circa 600k arabi). I cristiani erano circa 60/70k. Ovviamente si parla di stime, soprattutto quelle sul totale degli arabi, non "certissime". In ogni caso gli arabi mussulmani erano circa l'80% del totale.
Postato quattro anni fa sul canale YT de La 7. " Non c'è dubbio che la dichiarazione Balfour del 1917 che prometteva l' appoggio britannico alla causa sionista era dal punto di vista giuridico illegittima: sotto il profilo del diritto internazionale e degli stessi principi liberali dell'autodeterminazione dei popoli affermati dalle Potenze occidentali nella Grande Guerra,toccava agli Arabi palestinesi da secoli nettamene maggioritari in Palestina decidere del destino della suddetta, dopo la fine della dominazione turca. D'altra parte il movimento sionista non era espressione di una ideologia di imperialismo coloniale come stupidamente gli imbecilli ancora oggi affermano; era una forza di rigenerazione nazionale non diversa dal nostro Risorgimento,alimentata soprattutto dall'antisemitismo che un secolo fa particolarmente imperava in buona parte d'Europa,e toccava perfino nazioni civilissime come Gran Bretagna e Francia. E non è stata colpa dei sionisti se mentre fin dall'inizio essi furono tanto abili e tenaci da promuovere una immigrazione mirata, ad un tempo economica e politica, i latifondisti arabi si dimostrarono tanto ottusi da vendere i loro vasti appezzamenti di terra, andandosi a giocare il ricavato ai Casinò. Non è stata colpa dei sionisti se mentre essi trovavano come leader, giganti del calibro di Ben Gurion e di Golda Meir, i leader palestinesi combattevano tra di loro con lo stesso accanimento con cui combattevano i sionisti,senza avere un chiaro progetto della Palestina del futuro,e soprattutto contando troppo sulla solidarietà dei "fratelli Arabi"invece di fare da sè. Arrivate le cose al punto in cui erano arrivate, specialmente dopo la Shoah, nel 1948 il progetto sionista era ormai in stato troppo avanzato per poterlo bloccare,lo Stato nazionale ebraico era una realtà di fatto, già viva e vitale a prescindere da ogni formalizzazione, e la decisione dell'Onu di riconoscere Israele, giusta ed inevitabile,anche se la ribellione dei palestinesi alla spartizione della Palestina,era di per sè altrettanto giusta ed altrettanto inevitabile. Insomma: tutto quello che è accaduto dal 1948 fino al 1994,non poteva non accadere,al netto di ogni semplicistico giudizio di buoni e cattivi.E' dopo il 1994,dopo gli accordi di Oslo, che quello che è accaduto non si può giustificare e la Storia non perdonerà Israeliani e Palestinesi di non aver saputo raggiungere il traguardo della pace a portata di mano, per egoismo di entrambi. Ma,al di fuori di ogni considerazione moralistica,va ribadito che anche negli ultimi decenni ad oggi, gli israeliani hanno saputo fare i loro interessi,ed i palestinesi no. Basti vedere lo stato penoso in cui si dibatte l'ANP, e il discredito sulle giuste ragioni dei Palestinesi provocato dai fanatici integralisti islamici di Hamas,a tutt'oggi i nemici numero 1 della causa palestinese."
Bravo! E storicamente accurato,soprattutto con l'evidenziare la storica e persistente incapacità dei palestinesi a fare i loro interessi: così come gli africani sono i peggiori nemici dell'Africa, i palestinesi lo sono della Palestina
Certo che serve una libreria bella grossa per contenere tutta la bibliografia di questa serie. State facendo un lavoro mastodontico, mi associo ai ringraziamenti.
Bel tentativo, insufficiente ma più che altro focalizzato su aspetti fuorvienti. La lettura di quegli avvenimenti il relazione al lavoro contadino coglie un aspetto reale ma marginale. Invece il risentimento antiebraico venne fomentato dall'esterno, da un mondo arabo in preda a nostalgie imleriali, che stava cacciando già gli ebrei dalle loro nazioni, dove gli ebrei vivevano da generazioni, e che poterli cacciare anche dalla palestina dovevano inventare una causa azionale inesistente.
Ci piacerebbe sapere quali studi hai consultato per affermare tutto ciò con così estrema sicurezza:) Soprattutto mi chiedo come mai parli di "aspetto marginale" relativamente alla "conquista del lavoro", dato che la stragrande maggioranza degli storici (ebrei e non ebrei) gli attribuisce un'importanza fondamentale. Per quanto riguarda "il fomentare gli abitanti locali in funzione anti-israele", ripeto, ci piacerebbe sapere da che fonti hai attinto. A noi risulta che la reazione delle elite arabe contro i sionisti (ed il conseguente fomentare le "masse" Arabo-Palestinesi) fu un fenomeno più recente di almeno 10/20 anni rispetto alla seconda 'aliyah.
Una precisazione:
Quando definisco la PRIMA ALIYAH "capitalista" è ovviamente in confronto alla seconda.
In contrapposizione alla logica collettivista dei Kibbutz, in contrapposizione all'acquisto tramite il Fondo Nazionale Ebraico e, soprattutto, dal momento che le logiche del lavoro agricolo risentirono di meccanismi di domanda/offerta/costo del lavoro.
Un gran lavoro, veramente ben fatto, complimenti a tutti... finalmente inizio a capire qualcosa!
Bravi buon lavoro ragazzi
Fantastico, grazie!
Bravissimi, grazie.
Grazie per questa scheda storica molto interessante
Grazie per l'ennesimo bel video
Grazie
Grazie molto interessante. Apprezzo in particolare i numeri. Se possibile potreste anche esprimerli in percentuale rispetto alla popolazione locale di religione e cultura arabe e cristiane? grazie
Allo scoppio della prima guerra mondiale, il rapporto ebrei/arabi in Palestina era circa 1:10 (60k ebrei e circa 600k arabi).
I cristiani erano circa 60/70k.
Ovviamente si parla di stime, soprattutto quelle sul totale degli arabi, non "certissime".
In ogni caso gli arabi mussulmani erano circa l'80% del totale.
Grazie ancora in particolare per l'educazione e moderazione nel trattare un tema che tende a generare facilmente conflittualità
@@alessandrosassolini9161 grazie a te per l'interessamento:)
Postato quattro anni fa sul canale YT de La 7.
" Non c'è dubbio che la dichiarazione Balfour del 1917 che prometteva l' appoggio britannico alla causa sionista era dal punto di vista giuridico illegittima: sotto il profilo del diritto internazionale e degli stessi principi liberali dell'autodeterminazione dei popoli affermati dalle Potenze occidentali nella Grande Guerra,toccava agli Arabi palestinesi da secoli nettamene maggioritari in Palestina decidere del destino della suddetta, dopo la fine della dominazione turca. D'altra parte il movimento sionista non era espressione di una ideologia di imperialismo coloniale come stupidamente gli imbecilli ancora oggi affermano; era una forza di rigenerazione nazionale non diversa dal nostro Risorgimento,alimentata soprattutto dall'antisemitismo che un secolo fa particolarmente imperava in buona parte d'Europa,e toccava perfino nazioni civilissime come Gran Bretagna e Francia. E non è stata colpa dei sionisti se mentre fin dall'inizio essi furono tanto abili e tenaci da promuovere una immigrazione mirata, ad un tempo economica e politica, i latifondisti arabi si dimostrarono tanto ottusi da vendere i loro vasti appezzamenti di terra, andandosi a giocare il ricavato ai Casinò. Non è stata colpa dei sionisti se mentre essi trovavano come leader, giganti del calibro di Ben Gurion e di Golda Meir, i leader palestinesi combattevano tra di loro con lo stesso accanimento con cui combattevano i sionisti,senza avere un chiaro progetto della Palestina del futuro,e soprattutto contando troppo sulla solidarietà dei "fratelli Arabi"invece di fare da sè. Arrivate le cose al punto in cui erano arrivate, specialmente dopo la Shoah, nel 1948 il progetto sionista era ormai in stato troppo avanzato per poterlo bloccare,lo Stato nazionale ebraico era una realtà di fatto, già viva e vitale a prescindere da ogni formalizzazione, e la decisione dell'Onu di riconoscere Israele, giusta ed inevitabile,anche se la ribellione dei palestinesi alla spartizione della Palestina,era di per sè altrettanto giusta ed altrettanto inevitabile. Insomma: tutto quello che è accaduto dal 1948 fino al 1994,non poteva non accadere,al netto di ogni semplicistico giudizio di buoni e cattivi.E' dopo il 1994,dopo gli accordi di Oslo, che quello che è accaduto non si può giustificare e la Storia non perdonerà Israeliani e Palestinesi di non aver saputo raggiungere il traguardo della pace a portata di mano, per egoismo di entrambi. Ma,al di fuori di ogni considerazione moralistica,va ribadito che anche negli ultimi decenni ad oggi, gli israeliani hanno saputo fare i loro interessi,ed i palestinesi no. Basti vedere lo stato penoso in cui si dibatte l'ANP, e il discredito sulle giuste ragioni dei Palestinesi provocato dai fanatici integralisti islamici di Hamas,a tutt'oggi i nemici numero 1 della causa palestinese."
Bravo! E storicamente accurato,soprattutto con l'evidenziare la storica e persistente incapacità dei palestinesi a fare i loro interessi: così come gli africani sono i peggiori nemici dell'Africa, i palestinesi lo sono della Palestina
Certo che serve una libreria bella grossa per contenere tutta la bibliografia di questa serie. State facendo un lavoro mastodontico, mi associo ai ringraziamenti.
Mio commento tattico 👍
❤Like ❤
Bel tentativo, insufficiente ma più che altro focalizzato su aspetti fuorvienti.
La lettura di quegli avvenimenti il relazione al lavoro contadino coglie un aspetto reale ma marginale.
Invece il risentimento antiebraico venne fomentato dall'esterno, da un mondo arabo in preda a nostalgie imleriali, che stava cacciando già gli ebrei dalle loro nazioni, dove gli ebrei vivevano da generazioni, e che poterli cacciare anche dalla palestina dovevano inventare una causa azionale inesistente.
Ci piacerebbe sapere quali studi hai consultato per affermare tutto ciò con così estrema sicurezza:)
Soprattutto mi chiedo come mai parli di "aspetto marginale" relativamente alla "conquista del lavoro", dato che la stragrande maggioranza degli storici (ebrei e non ebrei) gli attribuisce un'importanza fondamentale.
Per quanto riguarda "il fomentare gli abitanti locali in funzione anti-israele", ripeto, ci piacerebbe sapere da che fonti hai attinto. A noi risulta che la reazione delle elite arabe contro i sionisti (ed il conseguente fomentare le "masse" Arabo-Palestinesi) fu un fenomeno più recente di almeno 10/20 anni rispetto alla seconda 'aliyah.
@@leo_adrian L' antisemitismo è la loro giustificazione al doppio gioco britannico che portò di fatto il caos in Medio Oriente...