La vera differenza tra Canfora e De Felice, è che uno è un borghese di sinistra e l'altro è un borghese di destra. Il modo peggiore per interpretare il Fascismo consiste nel lasciare l'interpretazione ai rappresentanti del "Terzo Stato", in tutte le loro varianti. Il risultato sarà sempre una falsificazione del fenomeno, certo, spesso non voluta, ma inevitabile data la prospettiva del tutto errata. Il Fascismo lo si può comprendere solo partendo dai valori del "SECONDO STATO", ovvero dell'Aristocrazia, di cui rappresenta la variante contemporanea. Per saperne di più, ascoltare su youtube Raul Cesari; Fascismo e etica.
Il fascismo aristocrazia AHAHAHAHAHAH qui qualcuno ha letto troppo Evola! Julius non era fascista, ma un reazionario monarchico che nemmeno prese la tessera del PNF ma soprattutto non prese la tessera del Partito Fascista Repubblicano, il rappresentante del vero fascismo rivoluzionario socialista. Mussolini, alla fine, era un comunista. La tua interpretazione evoliana lascia il tempo che trova, prendi un filosofo che il duce non ha mai cagato e con quello parti a fare la tua personale visione del fascismo. Errore madornale
@@tommasocortese1071 Grave errore. Vada da me su youtube e ascolti la mia conferenza dal tutolo "Fascismo etico". Magari rida anche di meno. Lo richiede l'intelligenza.
Ho letto Evola nell'estate del 1970 (sono vecchio) e precisamente il celebre "Rivolta contro il mondo moderno". Io mi sono formato su Evola, come tutti quelli della mia generazione in quell'area politica. Poi sono passato a Spengler de "Il tramonto dell'Occidente", che per me è ancora oggi una specie di miniera d'oro. Di Evola ho sempre ammirato lo sguardo intellettuale estremamente ampio, ma non ho mai apprezzato quella "puzza sotto il naso" dell'aristocratico siculo-ottocentesco, anche se mi ha colpito la visione aristocratica come alternativa eroica radicale alla miseria borghese e democratica. E' su questa base che io interpreto il Fasismo.
@@raulcesari4115 dai troppa importanza ad un personaggio secondario mai calcolato dai vertici del regime. Parliamo di un aristocratico reazionario, monarchico, estremamente spiritualista, esoterico. Il fascismo non è nulla di tutto ciò, ma una via italiana al socialismo come confermano il manifesto di San Sepolcro e la Carta di Verona. In questi due documenti non c'è NULLA dell'esoterismo di Evola, che non aderì alla RSI proprio perché reazionario e monarchico. L'alternativa al mondo borghese è il socialismo/comunismo adattato alla realtà italiana, quindi il fascismo rivoluzionario.
QUesto è quello che si vuole credere. Ma la tua stessa affermazione esplica l'approccio autenticamente ideologico (ma abilmente camuffato) di De Felice: infatti il Fascismo non è ne può essere oggetto di un contesto scientifico cioè pensato come cosa in se, di cui comprendere la sua struttura e natura oggettiva, che è stato ciò che è stato, a prescindere deglio Io che lo centralizzavano, insomma de-ideologicizzandolo, volendo ridurlo a didascalia di documentazioni lo si accredita come qualcosa di normale, senza il senso che ha, senza la varietà di idea di uomo di uomo e di società. Chiaramente è necessario e dondamentale la documentazione, ma il fascismo è feniomeno umano e non "naturale", nno ha senso porlo senza il centro umano (rozzamente ideologia) che l'ha creato. Come togliere un elemento a dun circuito per cui agli ignari la macchina funzionerà non si sa come ad un certo modo, è bastato sabotare un elemento filosofico, ottenedo un'ottima macchina della propaganda. Un'operazione mirabile, che tende a normalizzare, a bagatellizzare vari eventi, resi come accidentali o indotti dalle circostanze che l'hanno indotti e resi necessari. La stessa operazione che fa Hanna Arendt, prendere a fondamento quello che è un aspetto contingente e strutturale: la capacità di organizzarsi di uno stato moderno (ricicla le lezioni di Geidegger, per cui tale critica si rivolgerebbe in modo speciale agli USA), per omologare (una volta devivitalizzati, dal loro elemento costitutivo) Stalin e Hitler. Ovviamente anche la Atendt passa per la pura scienziata che dice oggettivemente le cose come stanno, e non una al servizio di una ideologia.
@@Easun36 L'appello ai fratelli in camicia nera di Togliatti fu uno dei punti più bassi del partito comunista nella sua fase clandestina. Non sappiamo cosa spinse Togliatti a fare quell'appello, forse tentava di acquistare consenso fra i fascisti di sinistra (quelli più sindacalisti) e i sansepolcristi. Fatto sta che, ad eccezion fatta di questo appello, sia Togliatti che i comunisti ebbero sempre una posizione contraria al fascismo. Vedasi il "Corso sugli avversari" (1935) di Togliatti, nel quale parla del fascismo in modo molto dettagliato e critico, o vedasi semplicemente tutta la storia di contrapposizione da sempre esistita fra socialisti/comunisti e fascisti. Bombacci, da comunista-fascista, non fece una buona fine. Venne ucciso dai partigiani, mutilato e tacciato di "traditore" dai comunisti stessi (mostrando perciò un profondo distacco fra i comunisti clandestini e Bombacci). Su quanto Mussolini e il fascismo, distinto nei suoi periodi, fu "socialista" ci sarebbe da discuterne. "Socialismo" è un termine ombrello che può voler dire tutto e niente. Molti hanno sfruttato questo termine per pura demagogia (all'epoca era molto popolare essere "socialisti") ma fra dichiararsi ed esserlo c'è di mezzo l'oceano. Bisogna per forza fare un'analisi ideologica e storica per capire quanto fondato fosse l'elemento "socialista" del fascismo. A mio modesto parere il fascismo non fu socialista, né a livello storico (il corporativismo, unico elemento che trovo "socialisteggiante", fallì sul nascere dentro la RSI) né a livello ideologico (è molto presente l'elemento gerarchico all'interno di tale ideologia, che io trovo totalmente dissonante con il "socialismo"). Ma queste sono mie opinioni personali, non pretendo che siano delle risposte universali sulla questione. Un saluto
Il lavoro di uno storico e' comunque (prima o dopo la stampa che sia in questo caso,non so) un work in progress e e' uso fare delle correzioni alle proprie opere anche dopo la prima pubblicazione.Un documento del genere acquisito e non ancora letto e studiato? Suvvia non scherziamo.
Il punto c'è, aspettiamo ancora però che i Piddini odierni riscrivono la storia del Pci. Sembra poco onesto pretendere solo che chi sta dalla parte opposta riveda continuamente le sue opere.
Per chi non si lascia conquistare facilmente da leggenducole e favolette rassicuranti,per alcuni,sulla 'bonarieta' razziale e sulla 'cristianita'' del fascismo,oltre a questo consiglio la visione qua su youtube del video -Il fascismo e il razzismo (el`antisemitismo) ~ Domande alla storia - e del video - Il fascismo e la chiesa (e il re)~ Domande alla storia - con un altro grande storico, che il fascismo lo ha studiato per trent'anni.
Luciano Canfora lo trovo molto fazioso, personalmente. De Felice ha sempre negato che Mussolini covasse davvero sentimenti antisemiti (d'altronde in Italia pressoché assenti per una serie di motivi storico-culturali, diversamente dalla Germania e dalla Francia), non che non abbia imboccato la strada dell'antisemitismo, e con decisione, dal 1938. Lo ha fatto, e De Felice ne ha parlato abbondantemente. Semplicemente indicando tale strada come opportunista e dovuta alla necessità di allearsi con la Germania (oltre che, diciamo anche questo, alla maturazione nel dittatore italiano di una avversione nei confronti delle organizzazioni sioniste, che a dir suo si erano opposte alla guerra di Etiopia), e non derivante da un razzismo personale verso gli ebrei, quale era quello di Hitler. Ma suvvia, Mussolini ebbe come amante per un sacco di tempo Margherita Sarfatti, ebrea, ma ve lo vedete Hitler, Goebbels o Himmler che intrecciano una relazione con un'ebrea? E prima dell'alleanza con Hitler sono numerose le dichiarazioni di stima nei confronti degli ebrei italiani, da parte di Mussolini, ebrei italiani che d'altronde in buona parte aderirono al fascismo fin dai tempi di Sansepolcro. Forse certa gente non capisce che fare questo discorso non significa sminuire o addirittura giustificare la responsabilità del fascismo e del suo Duce nella tragedia dell'Olocausto. La responsabilità ci fu eccome, dal 1938, è colpa di Mussolini se gli ebrei italiani finirono nelle mani dei nazisti, questo è poco ma sicuro. Ma ciò fu dovuto a strategie, non a convinzioni razziste radicate in lui. Questo lo ha detto, una volta, a 8 e mezzo se non erro, anche Paolo Mieli, storico di origine ebraica. Ma perché non significa sminuire la responsabilità del fascismo, significa fare obiettiva ricerca storica.... Invece da certe parti ideologiche (quelle, peraltro, dalle quali politicamente proviene il prof. Canfora) mi pare che si cerchi più di condannare il fascismo a priori come obbrobrio totale più che analizzarlo. Condanniamolo pure, per carità, ma dopo averlo obiettivamente analizzato come qualsiasi altro fenomeno storico
Ignorante.... Goebbels ebbe notoriamente un amante ebrea. Anzi è catracteristico dei razzisti farsi un amante (maschio o femina) nelle "razze inferiori"
Non capisco, perchè De Felice avrebbe nascosto il documento invece di distruggerlo, se non voleva che fosse divulgato? Penso semplicemente che De Felice abbia ritenuto poco importante il documento stesso e non lo abbia usato (se sbagliando o no, è argomento che lascio agli storici).
@Virginia Ipazia invece mi sembra più probabile che il De Felice ritenesse di poca importanza un articolo in una rivista la cui udienza consisteva in una piccola sezione della borghesia :/
De Felice era ebreo e avrà avuto le sue buone ragioni. Ma già nel 1921 (il “Mein Kampf” è del 1924-27), sulla tribuna del terzo congresso nazionale fascista, Mussolini pronunciò queste parole centrali e definitive “Voglio farvi sapere che per il Fascismo la questione razziale ha una grande importanza. I fascisti devono preoccuparsi della salute della razza perché la razza è il materiale col quale intendiamo costruire la nuova storia”. Quindi la razza (e il razzismo) sono l'essenza stessa del Fascismo. Ignorare il tema razziale come centro e scopo del Fascismo significa non comprendere il Fascismo. Quindi, parlare d'altro! Probabilmente era questa l'intenzione di de Felice: rimettere in gioco un "qualcosa", ma purgato della sua essenza.
Mi citi esattamente la fonte di quella frase? Non riesco a trovarla su internet, oltre al fatto che non ci fu nessun terzo congresso del PNF nel '19, che nemmeno esisteva. Il razzismo è stato per il fascismo solo un elemento secondario scandito dall'alleanza con la Germania nazista nel caso degli ebrei e per motivi di prestigio/contesto storico-culturale nel caso dei neri
@@tommasocortese1071 Si trova in "Mussolini razzista riluttante", libro di Antonio Spinosa ed. Oscar Mondadori a Pag.22. nella nota a piè di pagina è scritto "Il Popolo d'Italia" 9 novembre 1921, discorso di Mussolini nel III Congresso nazionale fascista (e non PNF). Per l'antisemitismo (che non è razzismo perchè semplicemente NON ESISTE UNA RAZZA EBRAICA), già in quei giorni (1921) vi sono frasi inequivocabili. Del resto SE il razzismo non fosse stato presente già nell'orizzonte mentale dei fascisti fin dall'inizio come virtualità, non sarebbe mai stato accettato dal Fascismo maturo.
@@raulcesari4115 un conto è essere antisemiti (alla Hitler per intenderci), un conto è avere dei pregiudizi contro gli ebrei che molti socialisti avevano in quello stesso periodo. Il fascismo infatti non accettò mai l'antisemitismo, che vide sempre in un'ottica di strategia geopolitica (tentando di renderlo più leggero possibile). In "Alcune idee sul futuro assetto politico e sociale del popolo italiano", progetto della costituzione della RSI a penna di Carlo Alberto Biggini, si legge: Il popolo italiano ritiene ogni questione di razza abolita e per quanto riguarda i semiti sosterrà, nel campo internazionale, la opportunità di una sistemazione definitiva con la creazione dello Stato Ebraico. Con le guerre di conquista, con le invasioni, con le dominazioni più o meno lunghe a cui sono stati soggetti tutti i popoli nella storia si sono prodotte delle mescolanze che oggi una discriminazione non sarebbe più possibile per definire una omogeneità di razza. D’altra parte non è azzardato dire che la razza umana, benchè abbia diversi aspetti di colore e di forma, diverse abitudini e costumi a seconda delle latitudini e della loro ubicazione, è una sola. Infatti si può constatare che tutti tendono progressivamente a modificarsi in tutti i campi verso un fine di miglioramento comune, ragione per cui il popolo italiano ritiene superflua ogni questione di razza. Quanto ai semiti nessuno ignora la grandissima importanza che ha avuto in antico il piccolo popolo Ebraico e quale sia stato il suo contributo alla nostra civiltà mediterranea. Dopo la conquista romana della Giudea il picolo stato andò in frantumi ed essi si sparsero in tutto il mondo che si crede oggi raggiungano la cifra di quattordici milioni. Da allora in poi alternate sono state in tutti i secoli le persecuzioni di ogni specie subite e perciò si considera come necessario ridare ad essi la possibilità della creazione del loro Stato con le loro rappresenzanze diplomatiche in tutti i paesi, così verrebbe a formarsi anche per loro una patria, un punto d’appoggio indispensabile alla loro esistenza. Con questo posso aver concluso cosa pensasse il fascismo riguardo il concetto di razza e antisemitismo
@@raulcesari4115 do ragione a tutto ciò che hai scritto, e stai confermando l'assenza dell'antisemitismo nel fascismo autentico. Il razzismo è frutto del contesto storico (e comunque rispetto ad altri imperi coloniali l'Italia era tra le più lascive)
@@tommasocortese1071 Ho anche rilevato che l'antisemitismo è strutturale A TUTTA la cultura europea. Ho citato Tacito, ma dovevo partire da Giovenale fino a Cèline. E' questo il vero problema da affrontare. Non si tratta affatto di un "pregiudizio" ma di qualcosa di strutturale. Per il razzismo, oggi siamo già all'interno di un contesto storico che lo prevede e lo evoca. Questo millennio (e non solo questo secolo) nasce all'insegna della razza che ha già sostituito la classe, relegando al secolo scorso tutto ciò che vi si lega: democrazia, liberalismo e comunismo.
Si può certamente criticare tutto, anche voci così importanti come quella di De Felice, ma la sua intenzionalità non è rivolta a svelare anche i possibili errori o come suppone lei certe volontà di "occultare" ciò che non piace! Lei focalizza intenzionalmente su punti certamente importanti l'attenzione storica trascurando un aporoccio importante dello storico e cioè quello riguardo a quale fosse all'epoca il contesto politico e sociale in cui svolgeva la sua attività di storico De Felice! La sua, professore, appare non tanto una interpretazione storica, certo da prendere in considerazione, ma piuttosto un intento di collocare tali fatti fuori dal tempo per crearne un assioma! Ciò non significa che il giudizio che lei sottintende non possa essere condiviso ma non ha quella libertà di pensiero che serve per poter valutare l'intero contesto storico in cui si svolgono i fatti, e questo se mi permette ne limita una visione più ampia con troppi limiti interpretativi! I fatti che si svolgono in qualunque epoca, sono strettamente legati al contesto estremamente complesso che esisteva allora come ai nostri tempi. Questo professore dovrebbe essere sempre presente nella mente di uno storico!
@Black Channel Non è questione di idee, qui si vuole portare avanti la solita tesi del fascismo razzista, quando è noto che il razzismo non fu l'essenza del fascismo, basta leggersi la dottrina del fascismo e altri documenti fondamentali per capirlo, la politica razziale fu dettata da ragioni di opportunismo politico per consolidare l'alleanza con la Germania, per tenere sotto controllo la comunità ebraica e fare distinzione fra chi era veramente fedele all'Italia e chi no. Peraltro lo stesso manifesto della razza (che nel 1942 fu pure corretto in alcuni punti poco chiari e contraddittori, arrivando a sostenere le posizioni di un razzismo più spirituale e non legato ad un determinismo biologico) come premessa afferma che il fatto che esistano diverse razze non significa che ci siano razze superiori e inferiori.
@@uomofocaccina6697 Ma che ci sono le razze si! Il Fascismo fu razzista fin dalle origini (e glielo dice un razzista. Può ascoltare le mie conferenze su youtube). Nel 1919 (il “Mein Kampf” è del 1924-27), sulla tribuna del terzo congresso del PNF, Mussolini pronunciò queste parole centrali e definitive “Voglio farvi sapere che per il Fascismo la questione razziale ha una grande importanza. I fascisti devono preoccuparsi della salute della razza perché la razza è il materiale col quale intendiamo costruire la nuova storia”. Che poi, da buon italiano, si sia ricordato nel 38, questo è un altro problema.
@@raulcesari4115 Non so da dove abbia preso quella citazione di Mussolini, e a voler essere pignoli nel 1919 nemmeno esisteva il PNF, il fascismo era ancora movimento e non partito, in ogni caso il nocciolo dell'ideologia fascista è lo Stato etico organicista, non va confuso e mischiato col nazionalsocialismo tedesco, quello sì aveva come nocciolo fondamentale la razza.
@@uomofocaccina6697 Lei ha ragione. Il terzo congresso del PNF è del 1921 (una svista: la vecchiaia.....). Ma la frase è stata detta da Mussolini. Controlli il libro di Antonio Spinosa: "Mussolini razzista riluttante" ed. Mondadori pag. 22. Sono d'accordo che lo"Stato etico" è stato il centro della realizzazione fascista (ascoltare su youtube la mia "conferenza" Fascismo e etica, insieme all'altra "Il Fascismo come unico futuro possibile"). Ma il fascismo comprese perfettamente che anche l'etica non poteva essere sufficiente per realizzare quell'uomo nuovo cui egli aspirava, per questo l'etica doveva innervarsi in una realtà ulteriore, e che solo lì egli avrebbe raggiunto la sua dimensione più alta. Insomma, Mussolini comprese l'importanza del tema razziale fin dall'inizio, ma poi, nel fervore della costruzione di uno stato sociale, lo accantonò momentaneamente per riprenderlo come completamento conclusivo (spinto anche dalla conquista dell'Etiopia), di un unico progetto. Se la razza fu da subito il nocciolo del Nazionalsocialismo, il Fascismo scoprì questo nocciolo dopo due lustri, ma "razza e razzismo" restano comunque l'essenza del "Fascismo". Ed è questa essenza, irriducibile a tutto il resto (da qui gli anatemi e le maledizioni), che fa del Fascismo una idea rivoluzionaria e non una semplice modalità sociale di tipo borghese.
@Giovannisenzaterra Caro senzaterra vuoi fare una discussione storica? Benissimo facciamola ma dobbiamo prendere in esame il contesto internazionale di quei tempi senza le solite risposte "ah a me interessa ciò che accadeva in Italia". Gente faziosa come il presunto professore di cui sopra possono fare i maestrini cno gli ignoranti, con chi non conosce nè la storia nè i contesti politici. Io sono sicuramente d'accordo nell'affermare che quelle cose le ha scritte Mussolini, nessuno vuole negarle
Il ragionamento di Luciano Canfora è condivisibile se ci poniamo sull'aspetto documentario da non occultare, anche se, con Renzo De Felice morto da anni viene meno il contraddittorio. Ricordo, peraltro che De Felice in gioventù aveva simpatie per il marxismo e alcuni membri della sua famiglia erano anche di origine ebraica. Se le Leggi razziali del '38, firmate anche dal re, furono redatte e promulgate anche su pressione della Germania nazional-socialista, va anche detto che, grazie alle disposizioni di Benito Mussolini, nella pratica, videro molti sbarchi di Ebrei nei porti italiani che fuggivano e ai quali Paesi come gli Stati Uniti ed altri rifiutarono l'attracco. Celebre fu la nave partita dal Mar Nero, con a bordo Israeliti in fuga, che videro precluso lo sbarco sulla costa palestinese. Un ultima considerazione: finchè Mussolini fu al comando non ci furono rallestramenti e durante il noto rallestramento avvenuto al ghetto di Roma nell'ottobre 1943 non c'era più il Duce al timone, bensì il massone Badoglio. Professor Canfora, se dobbiamo dire le cose, beh allora non tralasciamo nulla....i fatti parlarono da soli
C'è un piccolo particolare che viene sempre dimenticato. Gli ebrei vennero perseguitati dalla Germania NON in quanto ebrei, ma in quanto possibili "quinte colonne" nei territori occupati visto che il loro segretario generale l'8 settembre 1939 aveva impegnato TUTTA la comunità ebraica internazionale con una dichiarazione di guerra contro la Germania. Quando l'Italia dichiarò guerra il 10 giugno 1940, subito il governo inglese rinchiuse in campo di concentramento circa 10.000 italiano che lavoravano in Gran Bretagna. Sappiamo perfettamente che gli USA fecero la stessa cosa con i giapponesi, anche se erano cittadini americani, mentre i tedeschi non perseguitarono gli ebrei tedeschi, che infatti diedero 150.000 uomini combattenti in tutte le armi, comprese le SS (Adolf Heichmann era ebreo). Gli ebrei italiani, in quanto cittadini italiani, vennero dai tedeschi sempre giudicati alleati,. Anche dopo l'8 settembre nessuno torse loro un capello. Il celebre rastrellamento contro di loro si ebbe solo il 16 ottobre 1943 , e per la semplice ragione che alcuni giorni prima, il 13 ottobre, il governo monarchico del Sud aveva dichiarato ufficialmente guerra alla Germania. Questo trasformo' anche gli ebrei italiani in nemici come tutti gli altri ebrei d'Europa, in ragione della LORO dichiarazione di guerra del settembre 1939.
Sbagli, Roma era sotto occupazione tedesca, e gli elenchi dovevano essere forniti da autorità italiane. Il massone Badoglio era già scappato con la corte.
“E durante il noto rastrellamento di Roma nell’ottobre del 1943 non c’era più il duce al timone bensì badoglio”… Il 16 ottobre del 1943 Roma era già sotto il controllo dei nazisti e della rsi fondata da poco. Manco le basi sapete e volete giustificare l’ingiustificabile!
@Peppem123 eh no aspettava te che ci ricordassi a tutti della Margherita Sarfatti (di cui lo storico citato nel video ,tra l'altro, e' parente) compreso al prof. Emilio Gentile che la pensa esattamente come Canfora.Eh ma questi storici sono ignoranti mentre tu sei preparato e competente,certo.
Hai ragione, ma purtroppo c'è tantissima gente che semplicemente non accetta la verità perché se ne crea una sua di pura fantasia, tipo i fascisti. Basta ignorarli.
La vera differenza tra Canfora e De Felice, è che uno è un borghese di sinistra e l'altro è un borghese di destra. Il modo peggiore per interpretare il Fascismo consiste nel lasciare l'interpretazione ai rappresentanti del "Terzo Stato", in tutte le loro varianti. Il risultato sarà sempre una falsificazione del fenomeno, certo, spesso non voluta, ma inevitabile data la prospettiva del tutto errata. Il Fascismo lo si può comprendere solo partendo dai valori del "SECONDO STATO", ovvero dell'Aristocrazia, di cui rappresenta la variante contemporanea.
Per saperne di più, ascoltare su youtube Raul Cesari; Fascismo e etica.
Il fascismo aristocrazia AHAHAHAHAHAH qui qualcuno ha letto troppo Evola! Julius non era fascista, ma un reazionario monarchico che nemmeno prese la tessera del PNF ma soprattutto non prese la tessera del Partito Fascista Repubblicano, il rappresentante del vero fascismo rivoluzionario socialista. Mussolini, alla fine, era un comunista. La tua interpretazione evoliana lascia il tempo che trova, prendi un filosofo che il duce non ha mai cagato e con quello parti a fare la tua personale visione del fascismo. Errore madornale
@@tommasocortese1071 Grave errore. Vada da me su youtube e ascolti la mia conferenza dal tutolo "Fascismo etico".
Magari rida anche di meno. Lo richiede l'intelligenza.
@@raulcesari4115 lo guarderò se prima risponde ad una domanda. Quali sono le sue considerazioni su Evola?
Ho letto Evola nell'estate del 1970 (sono vecchio) e precisamente il celebre "Rivolta contro il mondo moderno". Io mi sono formato su Evola, come tutti quelli della mia generazione in quell'area politica. Poi sono passato a Spengler de "Il tramonto dell'Occidente", che per me è ancora oggi una specie di miniera d'oro. Di Evola ho sempre ammirato lo sguardo intellettuale estremamente ampio, ma non ho mai apprezzato quella "puzza sotto il naso" dell'aristocratico siculo-ottocentesco, anche se mi ha colpito la visione aristocratica come alternativa eroica radicale alla miseria borghese e democratica. E' su questa base che io interpreto il Fasismo.
@@raulcesari4115 dai troppa importanza ad un personaggio secondario mai calcolato dai vertici del regime. Parliamo di un aristocratico reazionario, monarchico, estremamente spiritualista, esoterico. Il fascismo non è nulla di tutto ciò, ma una via italiana al socialismo come confermano il manifesto di San Sepolcro e la Carta di Verona. In questi due documenti non c'è NULLA dell'esoterismo di Evola, che non aderì alla RSI proprio perché reazionario e monarchico. L'alternativa al mondo borghese è il socialismo/comunismo adattato alla realtà italiana, quindi il fascismo rivoluzionario.
Grandissimo il Prof Canfora, grandissimo.
La differenza tra Canfora e De Felice e che quest'ultimo non aveva un approccio ideologico al Fascismo, bensì documentale e scientifico.
QUesto è quello che si vuole credere. Ma la tua stessa affermazione esplica l'approccio autenticamente ideologico (ma abilmente camuffato) di De Felice: infatti il Fascismo non è ne può essere oggetto di un contesto scientifico cioè pensato come cosa in se, di cui comprendere la sua struttura e natura oggettiva, che è stato ciò che è stato, a prescindere deglio Io che lo centralizzavano, insomma de-ideologicizzandolo, volendo ridurlo a didascalia di documentazioni lo si accredita come qualcosa di normale, senza il senso che ha, senza la varietà di idea di uomo di uomo e di società. Chiaramente è necessario e dondamentale la documentazione, ma il fascismo è feniomeno umano e non "naturale", nno ha senso porlo senza il centro umano (rozzamente ideologia) che l'ha creato.
Come togliere un elemento a dun circuito per cui agli ignari la macchina funzionerà non si sa come ad un certo modo, è bastato sabotare un elemento filosofico, ottenedo un'ottima macchina della propaganda. Un'operazione mirabile, che tende a normalizzare, a bagatellizzare vari eventi, resi come accidentali o indotti dalle circostanze che l'hanno indotti e resi necessari.
La stessa operazione che fa Hanna Arendt, prendere a fondamento quello che è un aspetto contingente e strutturale: la capacità di organizzarsi di uno stato moderno (ricicla le lezioni di Geidegger, per cui tale critica si rivolgerebbe in modo speciale agli USA), per omologare (una volta devivitalizzati, dal loro elemento costitutivo) Stalin e Hitler. Ovviamente anche la Atendt passa per la pura scienziata che dice oggettivemente le cose come stanno, e non una al servizio di una ideologia.
@@Easun36 a quale libro di Zeev Sternhell ti riferisci?
Attualmente sto leggendo Né Destra Né Sinistra
@@Easun36 ti ringrazio per la fonte e per la disponibilità. Credo di averti già visto sotto altri video. É possibile scambiare due parole?
@@Easun36 L'appello ai fratelli in camicia nera di Togliatti fu uno dei punti più bassi del partito comunista nella sua fase clandestina.
Non sappiamo cosa spinse Togliatti a fare quell'appello, forse tentava di acquistare consenso fra i fascisti di sinistra (quelli più sindacalisti) e i sansepolcristi.
Fatto sta che, ad eccezion fatta di questo appello, sia Togliatti che i comunisti ebbero sempre una posizione contraria al fascismo. Vedasi il "Corso sugli avversari" (1935) di Togliatti, nel quale parla del fascismo in modo molto dettagliato e critico, o vedasi semplicemente tutta la storia di contrapposizione da sempre esistita fra socialisti/comunisti e fascisti.
Bombacci, da comunista-fascista, non fece una buona fine. Venne ucciso dai partigiani, mutilato e tacciato di "traditore" dai comunisti stessi (mostrando perciò un profondo distacco fra i comunisti clandestini e Bombacci).
Su quanto Mussolini e il fascismo, distinto nei suoi periodi, fu "socialista" ci sarebbe da discuterne.
"Socialismo" è un termine ombrello che può voler dire tutto e niente. Molti hanno sfruttato questo termine per pura demagogia (all'epoca era molto popolare essere "socialisti") ma fra dichiararsi ed esserlo c'è di mezzo l'oceano.
Bisogna per forza fare un'analisi ideologica e storica per capire quanto fondato fosse l'elemento "socialista" del fascismo.
A mio modesto parere il fascismo non fu socialista, né a livello storico (il corporativismo, unico elemento che trovo "socialisteggiante", fallì sul nascere dentro la RSI) né a livello ideologico (è molto presente l'elemento gerarchico all'interno di tale ideologia, che io trovo totalmente dissonante con il "socialismo"). Ma queste sono mie opinioni personali, non pretendo che siano delle risposte universali sulla questione.
Un saluto
Tant'è vero che nascondeva i documenti che non quadravano con le sue tesi
Il lavoro di uno storico e' comunque (prima o dopo la stampa che sia in questo caso,non so) un work in progress e e' uso fare delle correzioni alle proprie opere anche dopo la prima pubblicazione.Un documento del genere acquisito e non ancora letto e studiato? Suvvia non scherziamo.
Il punto c'è, aspettiamo ancora però che i Piddini odierni riscrivono la storia del Pci. Sembra poco onesto pretendere solo che chi sta dalla parte opposta riveda continuamente le sue opere.
Per chi non si lascia conquistare facilmente da leggenducole e favolette rassicuranti,per alcuni,sulla 'bonarieta' razziale e sulla 'cristianita'' del fascismo,oltre a questo consiglio la visione qua su youtube del video -Il fascismo e il razzismo (el`antisemitismo) ~ Domande alla storia - e del video
- Il fascismo e la chiesa (e il re)~ Domande alla storia - con un altro grande storico, che il fascismo lo ha studiato per trent'anni.
Fa finta di non conoscere l'uomo latino, me lo immagino in Etiopia che vede un italiano e fa finta di pensare che sia africano
Luciano Canfora lo trovo molto fazioso, personalmente. De Felice ha sempre negato che Mussolini covasse davvero sentimenti antisemiti (d'altronde in Italia pressoché assenti per una serie di motivi storico-culturali, diversamente dalla Germania e dalla Francia), non che non abbia imboccato la strada dell'antisemitismo, e con decisione, dal 1938. Lo ha fatto, e De Felice ne ha parlato abbondantemente. Semplicemente indicando tale strada come opportunista e dovuta alla necessità di allearsi con la Germania (oltre che, diciamo anche questo, alla maturazione nel dittatore italiano di una avversione nei confronti delle organizzazioni sioniste, che a dir suo si erano opposte alla guerra di Etiopia), e non derivante da un razzismo personale verso gli ebrei, quale era quello di Hitler. Ma suvvia, Mussolini ebbe come amante per un sacco di tempo Margherita Sarfatti, ebrea, ma ve lo vedete Hitler, Goebbels o Himmler che intrecciano una relazione con un'ebrea? E prima dell'alleanza con Hitler sono numerose le dichiarazioni di stima nei confronti degli ebrei italiani, da parte di Mussolini, ebrei italiani che d'altronde in buona parte aderirono al fascismo fin dai tempi di Sansepolcro. Forse certa gente non capisce che fare questo discorso non significa sminuire o addirittura giustificare la responsabilità del fascismo e del suo Duce nella tragedia dell'Olocausto. La responsabilità ci fu eccome, dal 1938, è colpa di Mussolini se gli ebrei italiani finirono nelle mani dei nazisti, questo è poco ma sicuro. Ma ciò fu dovuto a strategie, non a convinzioni razziste radicate in lui. Questo lo ha detto, una volta, a 8 e mezzo se non erro, anche Paolo Mieli, storico di origine ebraica. Ma perché non significa sminuire la responsabilità del fascismo, significa fare obiettiva ricerca storica.... Invece da certe parti ideologiche (quelle, peraltro, dalle quali politicamente proviene il prof. Canfora) mi pare che si cerchi più di condannare il fascismo a priori come obbrobrio totale più che analizzarlo. Condanniamolo pure, per carità, ma dopo averlo obiettivamente analizzato come qualsiasi altro fenomeno storico
Ignorante.... Goebbels ebbe notoriamente un amante ebrea. Anzi è catracteristico dei razzisti farsi un amante (maschio o femina) nelle "razze inferiori"
Non capisco, perchè De Felice avrebbe nascosto il documento invece di distruggerlo, se non voleva che fosse divulgato? Penso semplicemente che De Felice abbia ritenuto poco importante il documento stesso e non lo abbia usato (se sbagliando o no, è argomento che lascio agli storici).
@Virginia Ipazia cazzate.
@Virginia Ipazia invece mi sembra più probabile che il De Felice ritenesse di poca importanza un articolo in una rivista la cui udienza consisteva in una piccola sezione della borghesia :/
@Virginia Ipazia Tra l'altro è una tesi che sostiene ancora oggi il suo allievo Gentile.
De Felice era ebreo e avrà avuto le sue buone ragioni. Ma già nel 1921 (il “Mein Kampf” è del 1924-27), sulla tribuna del terzo congresso nazionale fascista, Mussolini pronunciò queste parole centrali e definitive “Voglio farvi sapere che per il Fascismo la questione razziale ha una grande importanza. I fascisti devono preoccuparsi della salute della razza perché la razza è il materiale col quale intendiamo costruire la nuova storia”. Quindi la razza (e il razzismo) sono l'essenza stessa del Fascismo. Ignorare il tema razziale come centro e scopo del Fascismo significa non comprendere il Fascismo. Quindi, parlare d'altro! Probabilmente era questa l'intenzione di de Felice: rimettere in gioco un "qualcosa", ma purgato della sua essenza.
Mi citi esattamente la fonte di quella frase? Non riesco a trovarla su internet, oltre al fatto che non ci fu nessun terzo congresso del PNF nel '19, che nemmeno esisteva. Il razzismo è stato per il fascismo solo un elemento secondario scandito dall'alleanza con la Germania nazista nel caso degli ebrei e per motivi di prestigio/contesto storico-culturale nel caso dei neri
@@tommasocortese1071 Si trova in "Mussolini razzista riluttante", libro di Antonio Spinosa ed. Oscar Mondadori a Pag.22.
nella nota a piè di pagina è scritto "Il Popolo d'Italia" 9 novembre 1921, discorso di Mussolini nel III Congresso nazionale fascista (e non PNF). Per l'antisemitismo (che non è razzismo perchè semplicemente NON ESISTE UNA RAZZA EBRAICA), già in quei giorni (1921) vi sono frasi inequivocabili. Del resto SE il razzismo non fosse stato presente già nell'orizzonte mentale dei fascisti fin dall'inizio come virtualità, non sarebbe mai stato accettato dal Fascismo maturo.
@@raulcesari4115 un conto è essere antisemiti (alla Hitler per intenderci), un conto è avere dei pregiudizi contro gli ebrei che molti socialisti avevano in quello stesso periodo. Il fascismo infatti non accettò mai l'antisemitismo, che vide sempre in un'ottica di strategia geopolitica (tentando di renderlo più leggero possibile). In "Alcune idee sul futuro assetto politico e sociale del popolo italiano", progetto della costituzione della RSI a penna di Carlo Alberto Biggini, si legge:
Il popolo italiano ritiene ogni questione di razza abolita e per quanto riguarda i semiti sosterrà, nel campo internazionale, la opportunità di una sistemazione definitiva con la creazione dello Stato Ebraico.
Con le guerre di conquista, con le invasioni, con le dominazioni più o meno lunghe a cui sono stati soggetti tutti i popoli nella storia si sono prodotte delle mescolanze che oggi una discriminazione non sarebbe più possibile per definire una omogeneità di razza. D’altra parte non è azzardato dire che la razza umana, benchè abbia diversi aspetti di colore e di forma, diverse abitudini e costumi a seconda delle latitudini e della loro ubicazione, è una sola.
Infatti si può constatare che tutti tendono progressivamente a modificarsi in tutti i campi verso un fine di miglioramento comune, ragione per cui il popolo italiano ritiene superflua ogni questione di razza.
Quanto ai semiti nessuno ignora la grandissima importanza che ha avuto in antico il piccolo popolo Ebraico e quale sia stato il suo contributo alla nostra civiltà mediterranea. Dopo la conquista romana della Giudea il picolo stato andò in frantumi ed essi si sparsero in tutto il mondo che si crede oggi raggiungano la cifra di quattordici milioni. Da allora in poi alternate sono state in tutti i secoli le persecuzioni di ogni specie subite e perciò si considera come necessario ridare ad essi la possibilità della creazione del loro Stato con le loro rappresenzanze diplomatiche in tutti i paesi, così verrebbe a formarsi anche per loro una patria, un punto d’appoggio indispensabile alla loro esistenza.
Con questo posso aver concluso cosa pensasse il fascismo riguardo il concetto di razza e antisemitismo
@@raulcesari4115 do ragione a tutto ciò che hai scritto, e stai confermando l'assenza dell'antisemitismo nel fascismo autentico. Il razzismo è frutto del contesto storico (e comunque rispetto ad altri imperi coloniali l'Italia era tra le più lascive)
@@tommasocortese1071 Ho anche rilevato che l'antisemitismo è strutturale A TUTTA la cultura europea. Ho citato Tacito, ma dovevo partire da Giovenale fino a Cèline. E' questo il vero problema da affrontare. Non si tratta affatto di un "pregiudizio" ma di qualcosa di strutturale. Per il razzismo, oggi siamo già all'interno di un contesto storico che lo prevede e lo evoca. Questo millennio (e non solo questo secolo) nasce all'insegna della razza che ha già sostituito la classe, relegando al secolo scorso tutto ciò che vi si lega: democrazia, liberalismo e comunismo.
Si può certamente criticare tutto, anche voci così importanti come quella di De Felice, ma la sua intenzionalità non è rivolta a svelare anche i possibili errori o come suppone lei certe volontà di "occultare" ciò che non piace! Lei focalizza intenzionalmente su punti certamente importanti l'attenzione storica trascurando un aporoccio importante dello storico e cioè quello riguardo a quale fosse all'epoca il contesto politico e sociale in cui svolgeva la sua attività di storico De Felice! La sua, professore, appare non tanto una interpretazione storica, certo da prendere in considerazione, ma piuttosto un intento di collocare tali fatti fuori dal tempo per crearne un assioma! Ciò non significa che il giudizio che lei sottintende non possa essere condiviso ma non ha quella libertà di pensiero che serve per poter valutare l'intero contesto storico in cui si svolgono i fatti, e questo se mi permette ne limita una visione più ampia con troppi limiti interpretativi! I fatti che si svolgono in qualunque epoca, sono strettamente legati al contesto estremamente complesso che esisteva allora come ai nostri tempi. Questo professore dovrebbe essere sempre presente nella mente di uno storico!
che De Felice non fosse proprio "neutro" era risaputo , ma che arrivasse a tanto è davvero incredibile ! grazie per questo video...
Ma credi a sto cazzaro? Se c'è qualcuno che non è neutro è proprio lui.
@Black Channel Non è questione di idee, qui si vuole portare avanti la solita tesi del fascismo razzista, quando è noto che il razzismo non fu l'essenza del fascismo, basta leggersi la dottrina del fascismo e altri documenti fondamentali per capirlo, la politica razziale fu dettata da ragioni di opportunismo politico per consolidare l'alleanza con la Germania, per tenere sotto controllo la comunità ebraica e fare distinzione fra chi era veramente fedele all'Italia e chi no.
Peraltro lo stesso manifesto della razza (che nel 1942 fu pure corretto in alcuni punti poco chiari e contraddittori, arrivando a sostenere le posizioni di un razzismo più spirituale e non legato ad un determinismo biologico) come premessa afferma che il fatto che esistano diverse razze non significa che ci siano razze superiori e inferiori.
@@uomofocaccina6697 Ma che ci sono le razze si! Il Fascismo fu razzista fin dalle origini (e glielo dice un razzista. Può ascoltare le mie conferenze su youtube). Nel 1919 (il “Mein Kampf” è del 1924-27), sulla tribuna del terzo congresso del PNF, Mussolini pronunciò queste parole centrali e definitive “Voglio farvi sapere che per il Fascismo la questione razziale ha una grande importanza. I fascisti devono preoccuparsi della salute della razza perché la razza è il materiale col quale intendiamo costruire la nuova storia”. Che poi, da buon italiano, si sia ricordato nel 38, questo è un altro problema.
@@raulcesari4115 Non so da dove abbia preso quella citazione di Mussolini, e a voler essere pignoli nel 1919 nemmeno esisteva il PNF, il fascismo era ancora movimento e non partito, in ogni caso il nocciolo dell'ideologia fascista è lo Stato etico organicista, non va confuso e mischiato col nazionalsocialismo tedesco, quello sì aveva come nocciolo fondamentale la razza.
@@uomofocaccina6697 Lei ha ragione. Il terzo congresso del PNF è del 1921 (una svista: la vecchiaia.....). Ma la frase è stata detta da Mussolini. Controlli il libro di Antonio Spinosa: "Mussolini razzista riluttante" ed. Mondadori pag. 22. Sono d'accordo che lo"Stato etico" è stato il centro della realizzazione fascista (ascoltare su youtube la mia "conferenza" Fascismo e etica, insieme all'altra "Il Fascismo come unico futuro possibile"). Ma il fascismo comprese perfettamente che anche l'etica non poteva essere sufficiente per realizzare quell'uomo nuovo cui egli aspirava, per questo l'etica doveva innervarsi in una realtà ulteriore, e che solo lì egli avrebbe raggiunto la sua dimensione più alta. Insomma, Mussolini comprese l'importanza del tema razziale fin dall'inizio, ma poi, nel fervore della costruzione di uno stato sociale, lo accantonò momentaneamente per riprenderlo come completamento conclusivo (spinto anche dalla conquista dell'Etiopia), di un unico progetto. Se la razza fu da subito il nocciolo del Nazionalsocialismo, il Fascismo scoprì questo nocciolo dopo due lustri, ma "razza e razzismo" restano comunque l'essenza del "Fascismo". Ed è questa essenza, irriducibile a tutto il resto (da qui gli anatemi e le maledizioni), che fa del Fascismo una idea rivoluzionaria e non una semplice modalità sociale di tipo borghese.
@Giovannisenzaterra Caro senzaterra vuoi fare una discussione storica? Benissimo facciamola ma dobbiamo prendere in esame il contesto internazionale di quei tempi senza le solite risposte "ah a me interessa ciò che accadeva in Italia". Gente faziosa come il presunto professore di cui sopra possono fare i maestrini cno gli ignoranti, con chi non conosce nè la storia nè i contesti politici. Io sono sicuramente d'accordo nell'affermare che quelle cose le ha scritte Mussolini, nessuno vuole negarle
Bisognerebbe chiederlo a De Felice...visto che per avvalorare la sua tesi, avrebbe potuto distruggere il documento
@Ubaldo421 - rispondi con argomenti mezza pippa ...
a me de felice non ha mai minimamente convinto...
emiliano2500 rileggerlo può tornar utile
Il ragionamento di Luciano Canfora è condivisibile se ci poniamo sull'aspetto documentario da non occultare, anche se, con Renzo De Felice morto da anni viene meno il contraddittorio.
Ricordo, peraltro che De Felice in gioventù aveva simpatie per il marxismo e alcuni membri della sua famiglia erano anche di origine ebraica.
Se le Leggi razziali del '38, firmate anche dal re, furono redatte e promulgate anche su pressione della Germania nazional-socialista, va anche detto che, grazie alle disposizioni di Benito Mussolini, nella pratica, videro molti sbarchi di Ebrei nei porti italiani che fuggivano e ai quali Paesi come gli Stati Uniti ed altri rifiutarono l'attracco.
Celebre fu la nave partita dal Mar Nero, con a bordo Israeliti in fuga, che videro precluso lo sbarco sulla costa palestinese.
Un ultima considerazione: finchè Mussolini fu al comando non ci furono rallestramenti e durante il noto rallestramento avvenuto al ghetto di Roma nell'ottobre 1943 non c'era più il Duce al timone, bensì il massone Badoglio.
Professor Canfora, se dobbiamo dire le cose, beh allora non tralasciamo nulla....i fatti parlarono da soli
C'è un piccolo particolare che viene sempre dimenticato. Gli ebrei vennero perseguitati dalla Germania NON in quanto ebrei, ma in quanto possibili "quinte colonne" nei territori occupati visto che il loro segretario generale l'8 settembre 1939 aveva impegnato TUTTA la comunità ebraica internazionale con una dichiarazione di guerra contro la Germania. Quando l'Italia dichiarò guerra il 10 giugno 1940, subito il governo inglese rinchiuse in campo di concentramento circa 10.000 italiano che lavoravano in Gran Bretagna. Sappiamo perfettamente che gli USA fecero la stessa cosa con i giapponesi, anche se erano cittadini americani, mentre i tedeschi non perseguitarono gli ebrei tedeschi, che infatti diedero 150.000 uomini combattenti in tutte le armi, comprese le SS (Adolf Heichmann era ebreo). Gli ebrei italiani, in quanto cittadini italiani, vennero dai tedeschi sempre giudicati alleati,. Anche dopo l'8 settembre nessuno torse loro un capello. Il celebre rastrellamento contro di loro si ebbe solo il 16 ottobre 1943 , e per la semplice ragione che alcuni giorni prima, il 13 ottobre, il governo monarchico del Sud aveva dichiarato ufficialmente guerra alla Germania. Questo trasformo' anche gli ebrei italiani in nemici come tutti gli altri ebrei d'Europa, in ragione della LORO dichiarazione di guerra del settembre 1939.
Sbagli, Roma era sotto occupazione tedesca, e gli elenchi dovevano essere forniti da autorità italiane. Il massone Badoglio era già scappato con la corte.
Dormire ti farebbe tanto bene. Mussolini fu un criminale mondiale, ma te non lo sai.
“E durante il noto rastrellamento di Roma nell’ottobre del 1943 non c’era più il duce al timone bensì badoglio”… Il 16 ottobre del 1943 Roma era già sotto il controllo dei nazisti e della rsi fondata da poco. Manco le basi sapete e volete giustificare l’ingiustificabile!
Il volume è troppo basso
Mi chiedo come mai l Italia NON dichiarò indipendenza e non cerco di emancipare la donna essenzialmente me lo chiedo ancora che schifo....
@Peppem123 eh no aspettava te che ci ricordassi a tutti della Margherita Sarfatti (di cui lo storico citato nel video ,tra l'altro, e' parente) compreso al prof. Emilio Gentile che la pensa esattamente come Canfora.Eh ma questi storici sono ignoranti mentre tu sei preparato e competente,certo.
Vorrei una risposta dal professore in merito alle mie osservazioni riportate nel mio commento di un anno fa .
Non ci sono dubbi in questo caso.
Con brevità si raccontano un sacco di fesserie, caro nprofessore.
Hai ragione, ma purtroppo c'è tantissima gente che semplicemente non accetta la verità perché se ne crea una sua di pura fantasia, tipo i fascisti. Basta ignorarli.
cosi' come nel caso di Tucidide.
LASCI PERDERE LA STORIA CONTEPOREANEA SOPRATTUTTO QUANDO È INQUINATA DA IDEOLOGIA
Il comunista ideologico
Ma per favore Canfora, sei un nano in confronto a De Felice.
ma mussolini era di origine bulgaria!😘
Ma che dice, Renzo De Felice si basava sull'analisi di documenti , non su inclinazioni sue ideologiche
Ne devi mangiare pagnotte caro canfora x criticare il piu grande studioso del fascismo Renzo de felice
La difesa della razza era una rivista BESTIALMENTE orrenda.
A totalitarian apologist talking about other totalitarian apologist. Great.