È la prima volta che mi trovo totalmente in disaccordo con Barbero, non l'avrei mai detto. Sull'alternanza scuola-lavoro secondo me ha detto una sciocchezza.
Sono rattristato da questa posizione di Barbero -- così anti-storica, così anti-scientifica ma purtroppo così diffusa -- che siamo tutti figli di Roma -- italiani come francesi come libici. E perché? Perché siamo tutti stati per più o meno tempo parte della koiné romana? E allora? Roma ha conquistato l'Europa e ha battuto Annibale col sangue dei contadini italici. E' vero che si è poi internazionalizzata, ed ha fatto bene a farlo, ma ha però mantenuto un cuore italico -- illuminato dalla cultura greca e arricchito dalle esperienze culturali del mondo celtico e di quello mediterraneo, ma pur sempre italico. Il suo più grande poeta, Virgilio, era nato in Italia. Il suo più grande imperatore, Adriano, seppur nato in Spagna discendeva da un'antica famiglia italiana. E dove sono i discendenti dei contadini che hanno conquistato l'Europa, i pronipoti di Virgilio e di Adriano? In Francia? In Libia? Ma scherziamo? Guardate che la gente mica scompare nel nulla, e 2000 anni non sono mica poi tanti: sono 20 vecchi centenari che si tengono per mano (l'immagine non è mia, è di Marguerite Yourcenar). E la genetica e la linguistica, quelle, non sbagliano: gli eredi di Roma (e dell'Etruria, e delle città italiche, e di quelle greche, celtiche, venetiche...) sono ancora tra noi. Siamo noi. Ci siamo mischiati con altri? Certo, ed è bene così perché il sogno della purezza della razza è in realtà un incubo volgare e pericoloso. E comunque noi siamo stati sin dalla notte dei tempi misti e polifiletici -- proprio come gli avventurieri che si sono assembrati attorno a Romolo in quella primavera di 2773 anni fa (sì, lo so, la data è incerta, ma agli scavi del Palatino io ci credo, pace Mary Beard). Nessun asteroide ha sterminato il popolo romano, nessuna migrazione ha portato gli italiani in Italia. Negare questi fatti -- perché di FATTI si tratta -- è un trionfo dell'anti-storia. Mi spiace che proprio Barbero, che la storia la divulga meglio di chiunque altro in Italia, sia caduto in questa trappola.
Formidabile come sempre,canale da sostenere per tutti gli interventi di grandi storici che ci regala.
Audio buono ... basta per il like ( poi ascolterò )
È la prima volta che mi trovo totalmente in disaccordo con Barbero, non l'avrei mai detto. Sull'alternanza scuola-lavoro secondo me ha detto una sciocchezza.
Barbero sta soltanto compiacendo quegli ascoltatori presenti di integralisti filolatini, o almeno così spero.
Sono rattristato da questa posizione di Barbero -- così anti-storica, così anti-scientifica ma purtroppo così diffusa -- che siamo tutti figli di Roma -- italiani come francesi come libici. E perché? Perché siamo tutti stati per più o meno tempo parte della koiné romana? E allora? Roma ha conquistato l'Europa e ha battuto Annibale col sangue dei contadini italici. E' vero che si è poi internazionalizzata, ed ha fatto bene a farlo, ma ha però mantenuto un cuore italico -- illuminato dalla cultura greca e arricchito dalle esperienze culturali del mondo celtico e di quello mediterraneo, ma pur sempre italico. Il suo più grande poeta, Virgilio, era nato in Italia. Il suo più grande imperatore, Adriano, seppur nato in Spagna discendeva da un'antica famiglia italiana. E dove sono i discendenti dei contadini che hanno conquistato l'Europa, i pronipoti di Virgilio e di Adriano? In Francia? In Libia? Ma scherziamo? Guardate che la gente mica scompare nel nulla, e 2000 anni non sono mica poi tanti: sono 20 vecchi centenari che si tengono per mano (l'immagine non è mia, è di Marguerite Yourcenar). E la genetica e la linguistica, quelle, non sbagliano: gli eredi di Roma (e dell'Etruria, e delle città italiche, e di quelle greche, celtiche, venetiche...) sono ancora tra noi. Siamo noi. Ci siamo mischiati con altri? Certo, ed è bene così perché il sogno della purezza della razza è in realtà un incubo volgare e pericoloso. E comunque noi siamo stati sin dalla notte dei tempi misti e polifiletici -- proprio come gli avventurieri che si sono assembrati attorno a Romolo in quella primavera di 2773 anni fa (sì, lo so, la data è incerta, ma agli scavi del Palatino io ci credo, pace Mary Beard). Nessun asteroide ha sterminato il popolo romano, nessuna migrazione ha portato gli italiani in Italia. Negare questi fatti -- perché di FATTI si tratta -- è un trionfo dell'anti-storia. Mi spiace che proprio Barbero, che la storia la divulga meglio di chiunque altro in Italia, sia caduto in questa trappola.