Emanuele Severino - Sul senso del nostro tempo (Lezione 4)

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  • เผยแพร่เมื่อ 1 ต.ค. 2024
  • Lezione del 27 novembre 2018 presso l'Università Vita-Salute San Raffaele.
    Durante il corso saranno considerati i seguenti temi:
    1) Struttura storica del pensiero filosofico
    2) Tecnica, fede, dubbio
    3) Essenza del fondamento
    4) Fondamento della contradizione
    5) Lo sfondo e la terra

ความคิดเห็น • 5

  • @oscardanesin4753
    @oscardanesin4753 2 ปีที่แล้ว +8

    Che Grande Persona.

  • @etabeta123
    @etabeta123 ปีที่แล้ว +4

    chiarissimo professor Severino!

  • @paolomagherini4347
    @paolomagherini4347 2 ปีที่แล้ว +7

    Severino ci ha mostrato in modo inequivocabile come un conto è stato il mondo pre-filosofico e altro è il mondo dalla filosofia in poi. L'avvento del pensiero filosofico ha evidenziato che l'uomo con la filosofia ha iniziato a dare senso alle cose in modo prima impensabile....Se un albero viene osservato da un uomo prima della filosofia, non è la stessa situazione dell'albero osservato dall'uomo filosofico. In quest'ultimo caso infatti, c'è un senso dell'esser cosa che prima non c'era e quel senso si allarga a tutto il pensare e tutto l'agire umano dalla filosofia in poi. L'albero e la legna di cui è composto, dalla filosofia in avanti, hanno avuto un senso inaudito rispetto al modo precedente. L'uomo quindi ha iniziato a prendere coscienza dell'esser cosa ed è proprio per questa consapevolezza che si può parlare di produzione, distruzione, trasformazione, divenire.....

    • @oscardanesin4753
      @oscardanesin4753 2 ปีที่แล้ว +1

      Grazie Paolo Bellissima osservazione; Grazie 🖐️🖐️👍

    • @alwhitaker1925
      @alwhitaker1925 8 หลายเดือนก่อน

      Osservazione corretta e che potrebbe meritare un approfondimento.
      Il termine “ senso “ ha un particolare rilievo nel linguaggio che testimonia la verità.
      Giustamente lei scriveva che il senso del mondo pre filosofico è un senso diverso dal senso che nel mondo filosofico si da delle cose.
      Lo sforzo del linguaggio che testimonia la verità è quello di far si che tutto resti se stesso - perché sarebbe impossibile il contrario - ma che appaia il senso verace, il senso autentico di tutte le cose.
      Il linguaggio che testimonia la verità non è la verità, non è l’autentico senso delle cose, ma la fede che delle cose si possa testimoniare il senso autentico. Ora, sostenere che ciò che ci sta innanzi è l’apparire e lo scomparire dinnanzi a noi degli eterni, significa offrire al Riconoscimento il riconoscimento di un senso inaudito della verità. Il Riconoscimento è quindi quel momento processuale della storia dove appare la necessità della verità del senso. A partire da quel momento tutto cambia restando uguale. Ma allora cosa succede ? Succede che la parte entra in risonanza con il Tutto, ma non nel senso delle filosofie orientali le quali non dispongono della concettualità per mostrare che anche la tecnica non è in contraddizione con la verità del tutto. Cioè che la tecnica, autenticamente intesa, non è in grado di impedire il Riconoscimento del senso autentico del tutto.
      Ciò non toglie ogni giorno la tecnica avanza con potenza sempre crescente. Il linguaggio che testimonia la verità, se è se stesso, non può rimanere in Ritardo rispetto alla potenza concettuale della tecnica, ma deve riconoscere quella potenza, dandole il corretto senso veritativo. Questa è l’unica vera prassi che si addice al linguaggio che testimonia la verità.