Severino ci ha mostrato in modo inequivocabile come un conto è stato il mondo pre-filosofico e altro è il mondo dalla filosofia in poi. L'avvento del pensiero filosofico ha evidenziato che l'uomo con la filosofia ha iniziato a dare senso alle cose in modo prima impensabile....Se un albero viene osservato da un uomo prima della filosofia, non è la stessa situazione dell'albero osservato dall'uomo filosofico. In quest'ultimo caso infatti, c'è un senso dell'esser cosa che prima non c'era e quel senso si allarga a tutto il pensare e tutto l'agire umano dalla filosofia in poi. L'albero e la legna di cui è composto, dalla filosofia in avanti, hanno avuto un senso inaudito rispetto al modo precedente. L'uomo quindi ha iniziato a prendere coscienza dell'esser cosa ed è proprio per questa consapevolezza che si può parlare di produzione, distruzione, trasformazione, divenire.....
Osservazione corretta e che potrebbe meritare un approfondimento. Il termine “ senso “ ha un particolare rilievo nel linguaggio che testimonia la verità. Giustamente lei scriveva che il senso del mondo pre filosofico è un senso diverso dal senso che nel mondo filosofico si da delle cose. Lo sforzo del linguaggio che testimonia la verità è quello di far si che tutto resti se stesso - perché sarebbe impossibile il contrario - ma che appaia il senso verace, il senso autentico di tutte le cose. Il linguaggio che testimonia la verità non è la verità, non è l’autentico senso delle cose, ma la fede che delle cose si possa testimoniare il senso autentico. Ora, sostenere che ciò che ci sta innanzi è l’apparire e lo scomparire dinnanzi a noi degli eterni, significa offrire al Riconoscimento il riconoscimento di un senso inaudito della verità. Il Riconoscimento è quindi quel momento processuale della storia dove appare la necessità della verità del senso. A partire da quel momento tutto cambia restando uguale. Ma allora cosa succede ? Succede che la parte entra in risonanza con il Tutto, ma non nel senso delle filosofie orientali le quali non dispongono della concettualità per mostrare che anche la tecnica non è in contraddizione con la verità del tutto. Cioè che la tecnica, autenticamente intesa, non è in grado di impedire il Riconoscimento del senso autentico del tutto. Ciò non toglie ogni giorno la tecnica avanza con potenza sempre crescente. Il linguaggio che testimonia la verità, se è se stesso, non può rimanere in Ritardo rispetto alla potenza concettuale della tecnica, ma deve riconoscere quella potenza, dandole il corretto senso veritativo. Questa è l’unica vera prassi che si addice al linguaggio che testimonia la verità.
Sempre più penso che Severino sia uno dei più grandi filosofi dell'intera storia.
Che Grande Persona.
chiarissimo professor Severino!
Severino ci ha mostrato in modo inequivocabile come un conto è stato il mondo pre-filosofico e altro è il mondo dalla filosofia in poi. L'avvento del pensiero filosofico ha evidenziato che l'uomo con la filosofia ha iniziato a dare senso alle cose in modo prima impensabile....Se un albero viene osservato da un uomo prima della filosofia, non è la stessa situazione dell'albero osservato dall'uomo filosofico. In quest'ultimo caso infatti, c'è un senso dell'esser cosa che prima non c'era e quel senso si allarga a tutto il pensare e tutto l'agire umano dalla filosofia in poi. L'albero e la legna di cui è composto, dalla filosofia in avanti, hanno avuto un senso inaudito rispetto al modo precedente. L'uomo quindi ha iniziato a prendere coscienza dell'esser cosa ed è proprio per questa consapevolezza che si può parlare di produzione, distruzione, trasformazione, divenire.....
Grazie Paolo Bellissima osservazione; Grazie 🖐️🖐️👍
Osservazione corretta e che potrebbe meritare un approfondimento.
Il termine “ senso “ ha un particolare rilievo nel linguaggio che testimonia la verità.
Giustamente lei scriveva che il senso del mondo pre filosofico è un senso diverso dal senso che nel mondo filosofico si da delle cose.
Lo sforzo del linguaggio che testimonia la verità è quello di far si che tutto resti se stesso - perché sarebbe impossibile il contrario - ma che appaia il senso verace, il senso autentico di tutte le cose.
Il linguaggio che testimonia la verità non è la verità, non è l’autentico senso delle cose, ma la fede che delle cose si possa testimoniare il senso autentico. Ora, sostenere che ciò che ci sta innanzi è l’apparire e lo scomparire dinnanzi a noi degli eterni, significa offrire al Riconoscimento il riconoscimento di un senso inaudito della verità. Il Riconoscimento è quindi quel momento processuale della storia dove appare la necessità della verità del senso. A partire da quel momento tutto cambia restando uguale. Ma allora cosa succede ? Succede che la parte entra in risonanza con il Tutto, ma non nel senso delle filosofie orientali le quali non dispongono della concettualità per mostrare che anche la tecnica non è in contraddizione con la verità del tutto. Cioè che la tecnica, autenticamente intesa, non è in grado di impedire il Riconoscimento del senso autentico del tutto.
Ciò non toglie ogni giorno la tecnica avanza con potenza sempre crescente. Il linguaggio che testimonia la verità, se è se stesso, non può rimanere in Ritardo rispetto alla potenza concettuale della tecnica, ma deve riconoscere quella potenza, dandole il corretto senso veritativo. Questa è l’unica vera prassi che si addice al linguaggio che testimonia la verità.