Non lo so, non ho capito molto bene questo ragionamento del professore: l'Italia ha già una età media di studenti appena laureati più alta d'Europa, se si mette l'appello unico, o al massimo due, anche quelli più bravi fanno fatica a laurearsi in tempo. Quindi, o noi studenti italiani siamo tutti scemi rispetto al resto del mondo o davvero abbiamo questa cultura secondo cui più il prof è carogna, più è considerato "bravo".
Al Polimi un docente di Analisi Matematica 1 disse che e' un esame in cui ci vuole una dose di fortune non indifferente. Se lo stesso docente dice che per passare non basta studiare, che senso ha limitare gli appelli? Oltre al fatto che formalmente sono un tot, ma spesso i docenti stessi limitano la possibilita' di sfruttarli tutti
Però mi chiedo, se nonostante il grande numero di appelli, si ha comunque una quantità di gente che abbandona gli studi rilevante, non è che alla fine la quantità di appelli a disposizione è ininfluente?
Ho avuto il piacere di recuperare questo spezzone di live solo oggi e faccio un breve commento. Sono d'accordo al 100% con quello che dice Michele Boldrin, Nella parte del mio percorso universitario fatta alla Washington University ho superato 13 esami, svolti esattamente nelle modalità descritte da Boldrin e devo dire che: (a) l'appello unico incentiva a studiare con più serietà le materie oggetto d'esame; (b) la gaussiana spinge a mettersi in gioco e a competere con i colleghi per puntare non solo a passare l'esame ma anche ad avere un voto alto; (c) è vero: le settimane precedenti alla sessione d'esami ad appello unico le passi recluso notte e giorno in biblioteca a studiare, ma è un sacrificio che viene ben ripagato dal voto finale e la cui sopportazione viene facilitata dal contesto sociale (i.e. tutti i tuoi colleghi fanno altrettanto). Da notare che gran parte degli esami (non tutti) sono unscheduled: tu hai un periodo di tempo pari di solito a 2 settimane in cui puoi distribuire ciascun esame. Le aule universitarie predispongono degli spazi presidiati e controllati da membri dell’amministrazione in cui ogni mattina e ogni pomeriggio puoi svolgere l'esame, nello slot di tempo predeterminato (così es. nell'aula 212 dalle 9 alle 11 a.m. puoi svolgere ogni giorno gli esami da 2 h; nella 224 dalle 9 alle 12 gli esami da 3h, etc.) Naturalmente, l'appello unico si deve inserire all'interno di un sistema universitario coerentemente studiato affinché funzioni, cosa che in Italia non esiste al momento.
anch'io sono favorevole all'appello unico, però gli studi mettono in mostra (senza possibilità di dubbio) che l'apprendimento è a lungo termine, e che il cramming è stressante, quindi io eviterei di incentivare gli studenti a preparare gli esami in due settimane. non so quale sia la soluzione, magari diffondere queste nozioni fra gli studenti
Nella mia esperienza un esame difficile (nel modo giusto) o lo passi al primo tentativo o non lo passi. Gli esami su cui si esagera nel ripeterli sono quelli in cui si richiedono competenze nozionistiche o lunghe serie di calcoli meccanici
Lo spiega perfettamente il professore nel video: il problema è da ambo i 'lati'. Da una parte gli studenti non sono abituati ad uno studio universitario serio: non solo la scuola superiore dà una preparazione da schifo (ricordo ancora un convegno che segui da neolaureato in cui l'allora rettore del PoliMi si lamentò del fatto che si iscrivevano ragazzi che non riuscivano a fare operazioni con i fratti semplici: era il 2003, e la situazione può solo esser peggiorata...), ma, per dirla come il mio prof di aerodinamica, è un campo a divergenza nulla: tutto quello che entra, esce, in maniera (pressoché) costante. Dall'altro c'è il problema di un certo numero di accademici (che non saprei quantificare, ma ritengo non proprio pochi) che, come sostiene il prof, si avvantaggia delle valutazioni inesistenti all'interno dell'università e della facoltà, per sfoggiare con il mondo la fama di "passa nen", per dirla alla piemontese. In tutta la mia carriera universitaria di ingegneria (vecchio ordinamento, con, in totale, 30 esami semestrali: oggettivamente duretta, ripensandoci a posteriori, ma, essendo un giudizio sul mio stesso pregresso, potrebbe essere altamente biased) ho rifiutato solo un esame, più che altro per 'sca**o' con il docente, e comunque dopo aver sentito la chiacchierata col prof, mi son sentito 'in colpa' lo stesso...
Ragioneria Generale ed Applicata in una università abbastanza conosciuta in Nord Italia,dati alla mano in media uno studente per passare l’ esame lo prova 2/2.5 volte Questo significa che uno studente triennale se deve metterci 3 tentativi finisce PER SOLO QUESTO ESAME al sesto anno. L’ appello unico mi sembra una corazzata Potëmkin
@@Dr.Elegantia il problema è che già in Italia sono in pochi a laurearsi, questo significa che rispetto agli altri Paesi siamo un po' tutti più ciucci 😱
@@Dr.Elegantia mah, sai cosa? Io ho ex compagni di liceo che hanno studiato all'estero all'università e hanno avuto a che fare con l'appello unico ma mi hanno detto che non era così tragico e non è che a scuola fossero dei geni, ora so che non bisogna basarsi giustamente su delle testimonianze, ma questa cosa andrebbe approfondita meglio.
@@Dr.Elegantia sarei d’ accordo con te se fossimo lo Stato europeo con più studenti relativamente alla popolazione,ma siamo letteralmente al capo opposto in Europa. Siamo già in uno Stato dove l’ università cerca solo l’ elite e abbiamo un tasso di ritirati che a mio avviso è abbastanza preoccupante,tagliare le gambe a chi lavora/ha famiglia/ha una materia vincolante come spiegato qui sopra mi sembra l’ ultima cosa che ci serve Piuttosto che puntare a l’ elite e a far ritirare/non iscrivere chi ha dei problemi,punterei sul tagliare i posti che creano studenti in materie che sul mercato non riescono a vendersi,non solo i laureati in tempo/110L/tutti fighi sono ottime risorse nel mercato del lavoro Detto questo,statisticamente certi corsi STEM hanno tempi di laurea MEDI folli tipo 1.5/2x il tempo “previsto”,non punterei sul far ritirare/non iscrivere una certa % (comunque a mio avviso abbastanza grande) di studenti solo per avere l’ appello unico
Non lo so, non ho capito molto bene questo ragionamento del professore: l'Italia ha già una età media di studenti appena laureati più alta d'Europa, se si mette l'appello unico, o al massimo due, anche quelli più bravi fanno fatica a laurearsi in tempo. Quindi, o noi studenti italiani siamo tutti scemi rispetto al resto del mondo o davvero abbiamo questa cultura secondo cui più il prof è carogna, più è considerato "bravo".
Quantità vs qualità
Al Polimi un docente di Analisi Matematica 1 disse che e' un esame in cui ci vuole una dose di fortune non indifferente. Se lo stesso docente dice che per passare non basta studiare, che senso ha limitare gli appelli? Oltre al fatto che formalmente sono un tot, ma spesso i docenti stessi limitano la possibilita' di sfruttarli tutti
Però mi chiedo, se nonostante il grande numero di appelli, si ha comunque una quantità di gente che abbandona gli studi rilevante, non è che alla fine la quantità di appelli a disposizione è ininfluente?
Ho avuto il piacere di recuperare questo spezzone di live solo oggi e faccio un breve commento. Sono d'accordo al 100% con quello che dice Michele Boldrin, Nella parte del mio percorso universitario fatta alla Washington University ho superato 13 esami, svolti esattamente nelle modalità descritte da Boldrin e devo dire che: (a) l'appello unico incentiva a studiare con più serietà le materie oggetto d'esame; (b) la gaussiana spinge a mettersi in gioco e a competere con i colleghi per puntare non solo a passare l'esame ma anche ad avere un voto alto; (c) è vero: le settimane precedenti alla sessione d'esami ad appello unico le passi recluso notte e giorno in biblioteca a studiare, ma è un sacrificio che viene ben ripagato dal voto finale e la cui sopportazione viene facilitata dal contesto sociale (i.e. tutti i tuoi colleghi fanno altrettanto). Da notare che gran parte degli esami (non tutti) sono unscheduled: tu hai un periodo di tempo pari di solito a 2 settimane in cui puoi distribuire ciascun esame. Le aule universitarie predispongono degli spazi presidiati e controllati da membri dell’amministrazione in cui ogni mattina e ogni pomeriggio puoi svolgere l'esame, nello slot di tempo predeterminato (così es. nell'aula 212 dalle 9 alle 11 a.m. puoi svolgere ogni giorno gli esami da 2 h; nella 224 dalle 9 alle 12 gli esami da 3h, etc.)
Naturalmente, l'appello unico si deve inserire all'interno di un sistema universitario coerentemente studiato affinché funzioni, cosa che in Italia non esiste al momento.
Ottima analisi Marco
anch'io sono favorevole all'appello unico, però gli studi mettono in mostra (senza possibilità di dubbio) che l'apprendimento è a lungo termine, e che il cramming è stressante, quindi io eviterei di incentivare gli studenti a preparare gli esami in due settimane.
non so quale sia la soluzione, magari diffondere queste nozioni fra gli studenti
Nella mia esperienza un esame difficile (nel modo giusto) o lo passi al primo tentativo o non lo passi. Gli esami su cui si esagera nel ripeterli sono quelli in cui si richiedono competenze nozionistiche o lunghe serie di calcoli meccanici
Purtroppo non possiamo basarci sull’esperienza dei singoli
😮 Che fine fa fatto Lorenz?😢
Girovaga per il mondo, beato lui
🎉 ogni bene! Magari se ripassa in video, ci racconta!
Boldrin un po’ imboomerito qua
Ragazzi a ingegneria con 8 ESAMI all'anno dove cazzo lo mettete un appello ahah
Lo spiega perfettamente il professore nel video: il problema è da ambo i 'lati'. Da una parte gli studenti non sono abituati ad uno studio universitario serio: non solo la scuola superiore dà una preparazione da schifo (ricordo ancora un convegno che segui da neolaureato in cui l'allora rettore del PoliMi si lamentò del fatto che si iscrivevano ragazzi che non riuscivano a fare operazioni con i fratti semplici: era il 2003, e la situazione può solo esser peggiorata...), ma, per dirla come il mio prof di aerodinamica, è un campo a divergenza nulla: tutto quello che entra, esce, in maniera (pressoché) costante.
Dall'altro c'è il problema di un certo numero di accademici (che non saprei quantificare, ma ritengo non proprio pochi) che, come sostiene il prof, si avvantaggia delle valutazioni inesistenti all'interno dell'università e della facoltà, per sfoggiare con il mondo la fama di "passa nen", per dirla alla piemontese.
In tutta la mia carriera universitaria di ingegneria (vecchio ordinamento, con, in totale, 30 esami semestrali: oggettivamente duretta, ripensandoci a posteriori, ma, essendo un giudizio sul mio stesso pregresso, potrebbe essere altamente biased) ho rifiutato solo un esame, più che altro per 'sca**o' con il docente, e comunque dopo aver sentito la chiacchierata col prof, mi son sentito 'in colpa' lo stesso...
Ragioneria Generale ed Applicata in una università abbastanza conosciuta in Nord Italia,dati alla mano in media uno studente per passare l’ esame lo prova 2/2.5 volte
Questo significa che uno studente triennale se deve metterci 3 tentativi finisce PER SOLO QUESTO ESAME al sesto anno.
L’ appello unico mi sembra una corazzata Potëmkin
Meglio, almeno meno gente si iscrive all’università per scaldare il banco!
@@Dr.Elegantia il problema è che già in Italia sono in pochi a laurearsi, questo significa che rispetto agli altri Paesi siamo un po' tutti più ciucci 😱
@@cosimoleone9110 qualità o quantità?
@@Dr.Elegantia mah, sai cosa? Io ho ex compagni di liceo che hanno studiato all'estero all'università e hanno avuto a che fare con l'appello unico ma mi hanno detto che non era così tragico e non è che a scuola fossero dei geni, ora so che non bisogna basarsi giustamente su delle testimonianze, ma questa cosa andrebbe approfondita meglio.
@@Dr.Elegantia sarei d’ accordo con te se fossimo lo Stato europeo con più studenti relativamente alla popolazione,ma siamo letteralmente al capo opposto in Europa.
Siamo già in uno Stato dove l’ università cerca solo l’ elite e abbiamo un tasso di ritirati che a mio avviso è abbastanza preoccupante,tagliare le gambe a chi lavora/ha famiglia/ha una materia vincolante come spiegato qui sopra mi sembra l’ ultima cosa che ci serve
Piuttosto che puntare a l’ elite e a far ritirare/non iscrivere chi ha dei problemi,punterei sul tagliare i posti che creano studenti in materie che sul mercato non riescono a vendersi,non solo i laureati in tempo/110L/tutti fighi sono ottime risorse nel mercato del lavoro
Detto questo,statisticamente certi corsi STEM hanno tempi di laurea MEDI folli tipo 1.5/2x il tempo “previsto”,non punterei sul far ritirare/non iscrivere una certa % (comunque a mio avviso abbastanza grande) di studenti solo per avere l’ appello unico