Ciao Domenico...anche io amo la musica e mi ritengo come te un collezionista di musica che sia in vinile o cd...mi piace il tuo canale e il tuo modo di parlare di musica e raccontare aneddoti molto interessanti... continua così...alla prossima...
Grazie mille Roberto, la mia filosofia è, uniti sotto lo stesso cielo della musica.... E non divisi da una prima stampa anzichè una ristampa, lo trovo assurdo. Saluti.
Link all'acquisto per le buste interne: SPINCARE 50x 33 Giri Buste Interne Antistatiche Per Copertine Di Dischi LP In Vinile | DYNAMIC 12" Pollici 50 Micron Fondo Arrotondato Maniche | Sostituire i Vecchi Sacchetti Di Carta! amzn.eu/d/d6xtvEl
Il motivo per cui nella ristampa c'è più spazio non inciso nei pressi dell' etichetta è semplicemente perché il "transferista", (così si chiama il tecnico che ha regolato il tornio di incisione per "tagliare" la "lacca" della ristampa), ha deciso di ridurre la distanza fra un solco e l' altro, ritenendola sufficiente per questo nuovo "cutting". Questa decisione è stata presa in completa autonomia e libertà dal tecnico, e di per se non è causa di nessun degrado delle prestazioni, ma può, ad esempio, presentare un livello di modulazione inferiore, ed all' ascolto suonerà ad un volume inferiore. Il "transferista" regola la distanza fra i solchi in base ai livelli di modulazione dei solchi che intende ottenere, che più sono modulati, più forte suonano, e più li si deve tenere a debita distanza uno dall' altro, consumando ovviamente più spazio sul disco. Ci sono però moltissime questioni in gioco e qui ne accenno solo qualcuna. Posto che tutte le operazioni di "taglio" sono precedute da una ampia serie di regolazioni e calibrazioni sia del registratore di riproduzione del master sia di quando segue fino al tornio, che devono essere rispettate accuratamente secondo standard precisi, una è ad esempio, l' origine del nastro master impiegato in entrambi i "transfer", quello dell' edizione del 73 e quello della ristampa, di cui nulla sappiamo. E' lo stesso nastro master? Probabilmente no, ma si suppongono entrambi validati dalla casa discografica come identici. E' lo stesso registratore? Probabilmente no. Ci sarà stata una calibrazione accurata dei parametri del registratore? Si spera di si, ma non lo sappiamo con totale certezza. C'è un processo di compressione analogica addizionale? In teoria non dovrebbe esserci, ma non lo sappiamo. L' equallizzatore RIAA è identico? Si spera di si. Poi c'è sicuramente la regolazione del livello di uscita dell' amplificatore di "cutting", che modula lo spostamento del "bulino di incisione" (è il nome della punta che incide la lacca sul tornio). Questa è quindi una regolazione specifica del tornio di incisione impostata dal tecnico per tagliare la ristampa, e non stupisce che sia ci differenza nelle due edizioni. Di norma, più i solchi sono modulati (alzando il livello di uscita dell' amplificatore di cutting), più sarà elevato il rapporto segnale/rumore che viene inciso sul disco, più i solchi dovranno essere distanziati, più elevato sarà il volume che ne risulta in riproduzione. Ma il volume che si ottiene in riproduzione non può essere deliberatamente alterato, perché potrebbero insorgere altri problemi. Se la velocità di lettura di picco raggiunge livelli molto elevati a causa di ciò, la puntina può avere difficoltà a tracciare la modulazione, e sicuramente la distorsione di Intermodulazione tende ad aumentare. Il livello di uscita addizionale può produrre saturazione dell' ingresso di alcuni amplificatori hi fi con uno stadio phono non proprio prestante. Ci sarebbero altre questioni ancora ma mi pare abbastanza. Non ritengo invece ci sia alcuna "ingerenza digitale" in tutte queste faccende, prettamente analogiche, a meno che la ristampa non sia stata ottenuta da un "transfer", che anziché impiegare un nastro analogico ufficialmente validato come conforme all' originale, provenga invece da una acquisizione digitale dello stesso ottenuta da una conversione A/D (successiva D/A). Se questo fosse il caso, non si potranno ritenere i due master del tutto identici e nella ristampa sarà stato impiegato un convertitore D/A evitando il registratore analogico, con tutte le differenze che ciò comporta.
Ciao, sono nuovo iscritto e la risposta al tuo quesito è questa: nel disco originale i solchi sono più profondi e più larghi al fine di permettere alla puntina maggiori dettagli sonori. A presto Ivo Tani
Le ristampe/remaster/riedizioni odierne meritano un discorso a parte: La mia opinione è che fondamentalmente siano dei cessi (scusate il francesismo) a parte casi particolari. Questo perche' ci mettono le loro manone a manomettere quelli che sono i master originali (aggiungono quasi sempre compressione eccetera, praticamente le stesse cose che faccio io alle canzoni che carico su youtube, con risultati peraltro che mi soddisfano molto). Inoltre va tenuto presente che una certa quantita' di "restauro" è obbligatoria dato che i vecchi nastri sono ornai logorati dal tempo. Invece c'e' qualche bellissimo lavoro nuovo come il Remix di Animals dei Pink Floyd, in cui sono addirittura andati a rispolverare i nastri multitraccia per fare un vero e proprio remix, ma quello è un lavoro enorme, un lavoraccio! Che come al solito è andato sprecato per via di una qualita' odierna di produzione dei vinili veramente SCARSA (in rete e sui commenti dei clienti Amazon era pieno di gente che si lamentava). Ritengo infine che i CD di oggigiorno siano semplicemente da buttare, dato che sono le principali vittime sacrificali della LOUDNESS WAR, infatti se per ragioni tecniche del formato vinile la loudness war non puo' essere applicata pienamente sulle stampe in vinile, le versioni CD sono registrate ad un volume pazzesco e compresse da urlo. Ciao a tutti
Credo che il runout piu' grosso sia la tendenza del momento, l'ho notato anch'io, dovrebbe essere per evitare di registrare sulla parte piu' interna del disco, che come noto è piu' soggetta ad IGD (inner groove distortion). Inoltre le stampe odierne sono registrate ad un volume notevolmente piu' basso, tutte.
Apprezzo la tua definizione di "collezionista di musica", che deve costituire la priorità di ogni ascoltatore come si deve. Poi arriva il discorso collezionistico, che a volte sfocia nel feticismo, e di quello audiofilo, dove si apre un mondo di varianti e di ricerca spasmodica della perfezione assoluta. Direi che l'ideale è mediare fra queste soluzioni per raggiungere l'appagamento musicale (anche se a volte mi ritengo anch'io un "purista", alla ricerca del miglior suono possibile 😊, non a caso a volte mi capita di passare da disco in vinile a cd e per finire a bluray Atmos, vedi ad esempio i remix Animals/TDSOTM dei Pink Floyd, ma questa è un'altra storia). Per quanto riguarda il confronto fra le due edizioni, nel mio caso vinile analogico canadese del 73 ed edizione digitale giapponese remaster a 24bit del 2014, devo dire che la prima suona molto bene, timbro caldo e profondo, la seconda aumenta in maniera sensibile il dettaglio e la potenza, soprattutto dei tamburi di Cobham, in entrambi i casi un gran bel sentire. Ciao 👋
Grazie Flavio, si sono d'accordo. La passione per la musica è cio' di più importante per unirci. Ho il remix di Animals del 2018 sul quale ci feci anche una puntata tempo fa, la trovi sul canale. Suona molto bene essendo un remix e non un remaster. Saluti...!!!
La tua copia italiana nn è una prima stampa del 1973. Ma una ristampa dei primi anni '80. E ti spiego il perché: Sulla label si evince il timbro SIAE usato a partire dal 1978 fino ai primi anni 90 quando si passò agli adesivi che trovi anche sui CD. Per essere una prima stampa dovrebbe avere un timbro di circonferenza leggermente più piccola e con la sola scritta SIAE all'interno. Per completezza bisogna aggiungere che. Esistono tre tipi di timbro : il primo è stato introdotto dal 1971 al 1975 (quello di cui sopra) il secondo dal 1976 al 1978 e il terzo (quello della tua copia/ristampa) dal 1978 ai primi anni 90. Sul discorso relativo alle date incise sul run off nn si può fare affidamento in quanto c sono case discografiche come la Philips che mantenevano la data originaria anche nelle ristampe. (Vedi i dischi delle orme) Per cui se si vuole identificare una prima stampa ( in questo caso italiana) occorre considerare ben altri fattori oltre le date sul ran off.
Ciao Domenico allora ti do il mio parere. I vinili prodotti antecedentemente al CD erano prodotti in puro analogico. Oggi i vinili di ristampa sono tutti CD spalmati su vinile. Ho la sensazione di ascoltare file compressi in MP3 stampati su vinile. E tutt'oggi ne sono sempre più convinto. Ciao alla prossima.
Secondo me, chi le ristampa riceve i nastri originali e producono alla svelta per risparmiare tempo e materiale. non impegnandosi e il microsolco diventa ancora piú microisolco dell'originale e quindi ne risente la riproduzione del suono dove mancano diverse frequenze. ragion per cui ne rimane piú spazio tra l'etichetta e la fine dell'incisione.
Anch'io ovviamente preferisco le prime stampe del paese di origine.....costi e reperibilità permettendo. Il concetto che ci sta dietro è che la prima stampa del paese di origine (in teoria) subisce meno alterazioni ed è piu' sotto il controllo originale della Band e dell'Etichetta originale (meno copie dei nastri originali, decisioni prese per l'incisione del Laquer, eccetera.) Poi anch'io trovo che le stampe Italiane d'epoca siano molto buone, per esempio ho un The Wall 1a stampa Italiana del '79 che suona da dio.
la batteria è meno evidente,comunque quel lavoro della ristampa i solchi sono più stretti ,parlo della incisione madre,questo tipo di stampa le decidono le case che incidono i vinili,comunque se hai notato molti ristampano in modo 45 giri,solchi più larghi e qualità musicale più alta th-cam.com/video/nMVtb700-6s/w-d-xo.html
no non puó essere che i solchi delle ristampe sono piú cortii, perché il disco deve sempre girare con la stessa velocitá della prima stampa e ció cambierebbe il suono....secondo me nelle ristampe i solchi sono in centesimi di millimetri piú piccoli e quindi occupano meno spazio. qui ne risente il suono mell'ascolto perché mancano delle frequenze, appunto bassi e dinamiche. l'ho notato in diversi Lp originale e ristampa. dipende dall'impegno e dai costi di chi ne ha comprato i diritti. peró devo dire che ci sono alcune rare ristampe il quale suono é meglio della prima
Si è vero. Alcune ristampe suonano al TOP. per i solchi, si sto iniziando a capire dai commenti che più larghi sono tra loro e più la qualità di riproduzione è alta. Grazieeee 👋👋👋
Ottimo video ,x la differenza tra 1 copia,e ristampa...e un grazie x aver ricordato Tommy B. X me rimane un grande chitarista ..🎸🙏♥️
Grazie mille..Si Bolin tanto talento, purtroppo sopraffatto dall'autodistruzione 😞
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Disco che non conoscevo. Grazie, Domè
Grazie a te, come sempre. Ciaooo
Io la differenza la sento. Con il 1 lo si sente meglio. Questo è la mia sensazione. Grazie Domenico 🙋
Grazie a te. Anche io, la ristampa lamento coi bassi chiusi in confronto. In ogni caso discone da paura 😁😁😁💥💥💥
Ciao Domenico...anche io amo la musica e mi ritengo come te un collezionista di musica che sia in vinile o cd...mi piace il tuo canale e il tuo modo di parlare di musica e raccontare aneddoti molto interessanti... continua così...alla prossima...
Grazie mille Roberto, la mia filosofia è, uniti sotto lo stesso cielo della musica.... E non divisi da una prima stampa anzichè una ristampa, lo trovo assurdo. Saluti.
@@vinylcollection_ perfettamente d'accordo con te....
buongiorno Domenico belli i vinili ciao
Grazie Stefano. 👋👋👋🎵🎵🎵
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Il motivo per cui nella ristampa c'è più spazio non inciso nei pressi dell' etichetta è semplicemente perché il "transferista", (così si chiama il tecnico che ha regolato il tornio di incisione per "tagliare" la "lacca" della ristampa), ha deciso di ridurre la distanza fra un solco e l' altro, ritenendola sufficiente per questo nuovo "cutting". Questa decisione è stata presa in completa autonomia e libertà dal tecnico, e di per se non è causa di nessun degrado delle prestazioni, ma può, ad esempio, presentare un livello di modulazione inferiore, ed all' ascolto suonerà ad un volume inferiore. Il "transferista" regola la distanza fra i solchi in base ai livelli di modulazione dei solchi che intende ottenere, che più sono modulati, più forte suonano, e più li si deve tenere a debita distanza uno dall' altro, consumando ovviamente più spazio sul disco. Ci sono però moltissime questioni in gioco e qui ne accenno solo qualcuna. Posto che tutte le operazioni di "taglio" sono precedute da una ampia serie di regolazioni e calibrazioni sia del registratore di riproduzione del master sia di quando segue fino al tornio, che devono essere rispettate accuratamente secondo standard precisi, una è ad esempio, l' origine del nastro master impiegato in entrambi i "transfer", quello dell' edizione del 73 e quello della ristampa, di cui nulla sappiamo. E' lo stesso nastro master? Probabilmente no, ma si suppongono entrambi validati dalla casa discografica come identici. E' lo stesso registratore? Probabilmente no. Ci sarà stata una calibrazione accurata dei parametri del registratore? Si spera di si, ma non lo sappiamo con totale certezza. C'è un processo di compressione analogica addizionale? In teoria non dovrebbe esserci, ma non lo sappiamo. L' equallizzatore RIAA è identico? Si spera di si. Poi c'è sicuramente la regolazione del livello di uscita dell' amplificatore di "cutting", che modula lo spostamento del "bulino di incisione" (è il nome della punta che incide la lacca sul tornio). Questa è quindi una regolazione specifica del tornio di incisione impostata dal tecnico per tagliare la ristampa, e non stupisce che sia ci differenza nelle due edizioni. Di norma, più i solchi sono modulati (alzando il livello di uscita dell' amplificatore di cutting), più sarà elevato il rapporto segnale/rumore che viene inciso sul disco, più i solchi dovranno essere distanziati, più elevato sarà il volume che ne risulta in riproduzione. Ma il volume che si ottiene in riproduzione non può essere deliberatamente alterato, perché potrebbero insorgere altri problemi. Se la velocità di lettura di picco raggiunge livelli molto elevati a causa di ciò, la puntina può avere difficoltà a tracciare la modulazione, e sicuramente la distorsione di Intermodulazione tende ad aumentare. Il livello di uscita addizionale può produrre saturazione dell' ingresso di alcuni amplificatori hi fi con uno stadio phono non proprio prestante. Ci sarebbero altre questioni ancora ma mi pare abbastanza. Non ritengo invece ci sia alcuna "ingerenza digitale" in tutte queste faccende, prettamente analogiche, a meno che la ristampa non sia stata ottenuta da un "transfer", che anziché impiegare un nastro analogico ufficialmente validato come conforme all' originale, provenga invece da una acquisizione digitale dello stesso ottenuta da una conversione A/D (successiva D/A). Se questo fosse il caso, non si potranno ritenere i due master del tutto identici e nella ristampa sarà stato impiegato un convertitore D/A evitando il registratore analogico, con tutte le differenze che ciò comporta.
Grandeeeee.... Ti ringrazio tantissimo per il tuo eccellente intervento 🖤🖤🖤🎵🎵🎵
Complimenti 👍👍
Grazie mille 👋👋👋🎵🎵🎵
Ciao, sono nuovo iscritto e la risposta al tuo quesito è questa: nel disco originale i solchi sono più profondi e più larghi al fine di permettere alla puntina maggiori dettagli sonori.
A presto Ivo Tani
Grazie Ivo per la dritta. 👋👋👋
Le ristampe/remaster/riedizioni odierne meritano un discorso a parte: La mia opinione è che fondamentalmente siano dei cessi (scusate il francesismo) a parte casi particolari. Questo perche' ci mettono le loro manone a manomettere quelli che sono i master originali (aggiungono quasi sempre compressione eccetera, praticamente le stesse cose che faccio io alle canzoni che carico su youtube, con risultati peraltro che mi soddisfano molto). Inoltre va tenuto presente che una certa quantita' di "restauro" è obbligatoria dato che i vecchi nastri sono ornai logorati dal tempo. Invece c'e' qualche bellissimo lavoro nuovo come il Remix di Animals dei Pink Floyd, in cui sono addirittura andati a rispolverare i nastri multitraccia per fare un vero e proprio remix, ma quello è un lavoro enorme, un lavoraccio! Che come al solito è andato sprecato per via di una qualita' odierna di produzione dei vinili veramente SCARSA (in rete e sui commenti dei clienti Amazon era pieno di gente che si lamentava). Ritengo infine che i CD di oggigiorno siano semplicemente da buttare, dato che sono le principali vittime sacrificali della LOUDNESS WAR, infatti se per ragioni tecniche del formato vinile la loudness war non puo' essere applicata pienamente sulle stampe in vinile, le versioni CD sono registrate ad un volume pazzesco e compresse da urlo. Ciao a tutti
Ciao Paolo, infatti il remaster di Animal è un grande lavoro, ci feci una puntata su, la trovi sul canale. Un caro saluto.
@@vinylcollection_ Ciao, grazie
Adoro specialmente gli anni 50 e '60 tantissima roba
Credo che il runout piu' grosso sia la tendenza del momento, l'ho notato anch'io, dovrebbe essere per evitare di registrare sulla parte piu' interna del disco, che come noto è piu' soggetta ad IGD (inner groove distortion). Inoltre le stampe odierne sono registrate ad un volume notevolmente piu' basso, tutte.
Si infatti molte ristampe hanno questo run-out più pronunicato. Ciaoo...!!!
Mi daresti il link per le buste antistatiche per i vinili? Grazie e complimenti per il video
Li trovi nei commenti. Li ho postati poco fa. 👍👍👍
@@vinylcollection_ grazie 👍
Apprezzo la tua definizione di "collezionista di musica", che deve costituire la priorità di ogni ascoltatore come si deve. Poi arriva il discorso collezionistico, che a volte sfocia nel feticismo, e di quello audiofilo, dove si apre un mondo di varianti e di ricerca spasmodica della perfezione assoluta. Direi che l'ideale è mediare fra queste soluzioni per raggiungere l'appagamento musicale (anche se a volte mi ritengo anch'io un "purista", alla ricerca del miglior suono possibile 😊, non a caso a volte mi capita di passare da disco in vinile a cd e per finire a bluray Atmos, vedi ad esempio i remix Animals/TDSOTM dei Pink Floyd, ma questa è un'altra storia). Per quanto riguarda il confronto fra le due edizioni, nel mio caso vinile analogico canadese del 73 ed edizione digitale giapponese remaster a 24bit del 2014, devo dire che la prima suona molto bene, timbro caldo e profondo, la seconda aumenta in maniera sensibile il dettaglio e la potenza, soprattutto dei tamburi di Cobham, in entrambi i casi un gran bel sentire. Ciao 👋
Grazie Flavio, si sono d'accordo. La passione per la musica è cio' di più importante per unirci. Ho il remix di Animals del 2018 sul quale ci feci anche una puntata tempo fa, la trovi sul canale. Suona molto bene essendo un remix e non un remaster. Saluti...!!!
Per fare un paragone occorrerebbe mettere a confronto le forme d'onda della stessa porzione di canzone e verificare la dinamica.
Ottima idea, la prossima volta utilizzo questo sistema. Il confronto tra i due spettri sonori. Grazie mille.
La tua copia italiana nn è una prima stampa del 1973. Ma una ristampa dei primi anni '80. E ti spiego il perché:
Sulla label si evince il timbro SIAE usato a partire dal 1978 fino ai primi anni 90 quando si passò agli adesivi che trovi anche sui CD.
Per essere una prima stampa dovrebbe avere un timbro di circonferenza leggermente più piccola e con la sola scritta SIAE all'interno. Per completezza bisogna aggiungere che. Esistono tre tipi di timbro : il primo è stato introdotto dal 1971 al 1975 (quello di cui sopra) il secondo dal 1976 al 1978 e il terzo (quello della tua copia/ristampa) dal 1978 ai primi anni 90. Sul discorso relativo alle date incise sul run off nn si può fare affidamento in quanto c sono case discografiche come la Philips che mantenevano la data originaria anche nelle ristampe. (Vedi i dischi delle orme) Per cui se si vuole identificare una prima stampa ( in questo caso italiana) occorre considerare ben altri fattori oltre le date sul ran off.
purtroppo anche chi vende le sole ristampa i vinili (male) con la data originaria
Si infatti la data incisa sul run out spesso rimane quella di origine anche nelle ristampe. Grazie per la spiegazione. 👍👍👍
Ciao Domenico allora ti do il mio parere. I vinili prodotti antecedentemente al CD erano prodotti in puro analogico. Oggi i vinili di ristampa sono tutti CD spalmati su vinile. Ho la sensazione di ascoltare file compressi in MP3 stampati su vinile. E tutt'oggi ne sono sempre più convinto. Ciao alla prossima.
Grazie a te Roby, alla prossima...!!!
Secondo me, chi le ristampa riceve i nastri originali e producono alla svelta per risparmiare tempo e materiale. non impegnandosi e il microsolco diventa ancora piú microisolco dell'originale e quindi ne risente la riproduzione del suono dove mancano diverse frequenze. ragion per cui ne rimane piú spazio tra l'etichetta e la fine dell'incisione.
Ristampe veloci per commercializzare...ehehehe Ciaoo
Anch'io ovviamente preferisco le prime stampe del paese di origine.....costi e reperibilità permettendo. Il concetto che ci sta dietro è che la prima stampa del paese di origine (in teoria) subisce meno alterazioni ed è piu' sotto il controllo originale della Band e dell'Etichetta originale (meno copie dei nastri originali, decisioni prese per l'incisione del Laquer, eccetera.) Poi anch'io trovo che le stampe Italiane d'epoca siano molto buone, per esempio ho un The Wall 1a stampa Italiana del '79 che suona da dio.
Ho la stessa copia di The Wall Italia e non mi lamento affatto.... ehehehe.
@@vinylcollection_ Grande !
Suona molto meglio la stampa del 73 piu' aperta......complimenti x il canale
Grazie mille 👍👍👍
la batteria è meno evidente,comunque quel lavoro della ristampa i solchi sono più stretti ,parlo della incisione madre,questo tipo di stampa le decidono le case che incidono i vinili,comunque se hai notato molti ristampano in modo 45 giri,solchi più larghi e qualità musicale più alta
th-cam.com/video/nMVtb700-6s/w-d-xo.html
Infatti nel video successivo faccio una comparazione proprio su un 33 Vs 45, mi è capitato per caso Incesticide dei Nirvana. Fami sapere. Ciaooo...!!!
no non puó essere che i solchi delle ristampe sono piú cortii, perché il disco deve sempre girare con la stessa velocitá della prima stampa
e ció cambierebbe il suono....secondo me nelle ristampe i solchi sono in centesimi di millimetri piú piccoli e quindi occupano meno spazio.
qui ne risente il suono mell'ascolto perché mancano delle frequenze, appunto bassi e dinamiche.
l'ho notato in diversi Lp originale e ristampa. dipende dall'impegno e dai costi di chi ne ha comprato i diritti.
peró devo dire che ci sono alcune rare ristampe il quale suono é meglio della prima
Si è vero. Alcune ristampe suonano al TOP. per i solchi, si sto iniziando a capire dai commenti che più larghi sono tra loro e più la qualità di riproduzione è alta. Grazieeee 👋👋👋
è vero nella ristampa la traccia sembra scendere un po' ...
E' sembrato anche a me. Ciaoooo
Quadrant
Si sente la differenza.....e molto meglio l'originale
Si forse si. Ovviamente disco TOP della scena Jazz Rock....🖤🖤🖤
ahahaha
Analogico tutta la vita e prima stampa in vinile. Non si discute
okkk... Grazie.