Mirra. All'amor non c'è limite o quiete fuorché la morte - Vittorio Alfieri

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  • เผยแพร่เมื่อ 27 ก.พ. 2012
  • Cinque gli attori in scena: Riccardo Zini (re Ciniro), recentemente impegnato in uno spettacolo al fianco di Paola Gassman, Edoardo Siravo e Luciano Virgilio. Elena Polic Greco (la regina Cecri), da diversi anni impegnata come una delle prime voci dei cori delle tragedie messe in scena dall'INDA. Vestirà i panni della giovane Mirra invece Evelyn Famà, attrice poliedrica e impegnata sia sul fronte teatrale che televisivo. La sua nutrice, Euriclea, sarà Carmelinda Gentile, recentemente coprotagonista di Edipo a Colono per la regia di D. Salvo (Istituto Nazionale del Dramma Antico). Pereo, il principe promesso sposo di Mirra, sarà invece Emilio Zanetti, dell'Accademia del Piccolo di Milano, con alle spalle esperienze con registi del calibro di Luca Ronconi e attori come Antonio Zanoletti, che proprio l'anno scorso ha calcato la scena del Maniace nei panni di Agamennone. Lo spettacolo si fonda su una precisa volontà di modernizzazione dell'espressione, senza tradire però in alcun modo il verso originale, in modo tale da lasciar trasparire quanto di nuovo e vicino al nostro sentire il testo contenga. La regista, Tatiana Alescio, conferma dunque la coraggiosa scelta di Alfieri e conferma altresì al suo fianco un cast tecnico tutto siciliano e in maggioranza siracusano: musicisti, sarti, truccatori, direttore di scena e dell'allestimento (Antonio Paguni), autrice dei bozzetti di scena (Rita Ann Susino), il tecnico per riprese e montaggio (Fabio Fortuna), il grafico (Chiara Trovatello). La consulenza drammaturgica è ancora una volta di Auretta Sterrantino, i costumi e i gioielli di scena sono stati realizzati, così come le scene, da Mary Accolla. Le musiche di scena sono state composte ed eseguite anche dal vivo da Claudio Giglio.
    Completa il titolo un verso delle Metamorfosi di Ovidio, a sottolineare la volontà di recuperare la forte suggestione che Alfieri subì, da parte dell'autore latino, al momento della stesura dell'opera.
    Mirra è una tragedia di parola, con punte di alto lirismo, pervasa da toni meditativi, malinconici e contenuti, in netto contrasto con la forza delle passioni che muovono i personaggi. È il conflitto interiore della protagonista il motore del dramma: l'azione è determinata dalle reazioni, anche solo emotive, degli altri personaggi, tutti uniti da un comune sentire, ovvero Mirra e la sua felicità. I personaggi si possono associare a coppie di due: da una parte Ciniro e Pereo, espressione di una stessa tipologia d'uomo, nobili d'animo prima ancora che per discendenza, onesti e leali, l'uno però forte e deciso, anche grazie alla sua esperienza e all'età matura; l'altro ancora acerbo e molto insicuro, soprattutto a causa del dolore che gli provoca il suo amore non corrisposto. L'altra coppia è quella costituita da Cecri ed Euriclea, che vivono una competizione, a tratti celata a tratti incontenibile, nell'aggiudicarsi il primato di "madre". Cecri, regina altera e apparentemente algida, scoprirà il suo amore sincero di madre solo alla fine del dramma. Euriclea è invece nutrice affezionata e pervasa da un sentimento incondizionato, ma di fronte al malessere della fanciulla, si scontra con l'impossibilità di agire e con la necessità di appellarsi alla "madre vera". In mezzo a questi due poli, Mirra travolta da una lotta durissima, che è tutta interiore, perché, come dice Ovidio, «odiare il padre è un delitto ma amarlo è un delitto ancor più grave». La sua feroce solitudine la spinge ad una sorta di esilio volontario legato all'odio per sé stessa, per le convenzioni sociali, e adiritura per le persone che ama sopra tutte le altre. Il Coro di voci maschili - non presente sulla scena - innalzando canti propiziatori, avrà il compito, al momento del matrimonio, di enfatizzare l'evidente gap che separa tragicamente Mirra e gli altri personaggi, che si delineano come spettatori del dramma in atto, più che come attori. In contrasto, il coro di voci femminili che, carico di sarcasmo ed espressione dell'io frantumato di Mirra -- il cui sdoppiamento è simbolicamente rappresentato dalle due statue in scena -- e voce del suo dissenso al matrimonio, nonché concausa del suo cedimento finale. Le musiche, originali, esprimeranno la tensione emotiva, sottolineando il vuoto creato intorno al personaggio di Mirra e le ansie e i sentimenti di coloro che la circondano. La tragedia si svolgerà nel giorno che delle nozze, in una scena che è, in realtà, un'astrazione atemporale della reggia di Cipro. Intensi i colori degli abiti, ad eccezione di quello di Mirra, virginale futura sposa, chiusa in una sobria veste, quasi candida, che diventerà simbolo della prigione nella quale il personaggio sta per rinchiudersi volontariamente. Il contrasto fra ciò che accade sulla scena ed il mondo interiore che si agita nella protagonista, sconvolgendola, sarà accentuato da alcune proiezioni, simboliche espressioni del turbinio di emozioni e sentimenti da cui è travolta Mirra.
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ความคิดเห็น • 4

  • @riccardopellegrini1998
    @riccardopellegrini1998 8 ปีที่แล้ว +6

    semplicemente inguardabileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

  • @classy_dweller
    @classy_dweller 8 ปีที่แล้ว +1

    Un lavoro ,il quale e semlicemente ammirabile !

  • @LALLEGORIA
    @LALLEGORIA 11 ปีที่แล้ว

    complimenti

  • @sashabaluli5235
    @sashabaluli5235 8 ปีที่แล้ว +5

    La mia prof Coppelli di italiano dice che la reciteremmo meglio noi. ALLAH AKBAR