Scrivere Fantasy

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  • เผยแพร่เมื่อ 1 ธ.ค. 2024

ความคิดเห็น • 14

  • @PaoloValentiakaWolly
    @PaoloValentiakaWolly 2 ปีที่แล้ว +1

    Grazie Franco, era il video che aspettavo da tanto tempo.

  • @ssspaceman86
    @ssspaceman86 2 ปีที่แล้ว +2

    È un bel video, grazie. Io sono dell'idea che bisogna uniformare anche la componente "visiva" agli standard provenienti dall'estero. Viviamo in un'epoca profondamente "estetica", dove le serie tv e i manga fanno da padroni. Mondadori l'ha capito e infatti pubblica i suoi scrittori fantasy esteri con le copertine originali. C'è bisogno di copertine e mappe entusiasmanti anche per i libri italiani perché, sebbene l'abito non fa il monaco e il libro "non si giudica dalla copertina", la tendenza è che il comparto estetico sia oggi il primo veicolo d'interesse, anche per un libro.

  • @unoscrittoresulweb
    @unoscrittoresulweb 2 ปีที่แล้ว +2

    Sono ormai passati sette anni dalla prima stesura del mio romanzo fantasy orientale, al femminile e con tinte dark (che escono inevitabilmente, quando si parla di folclore nipponico). Significa che a ventisei anni avevo capito tutto? 😂
    Il problema degli autori italiani che scrivono generi universalmente riconosciuti come di origine anglofona è il senso di provincialismo che emanano i loro libri, quando leggi "Il Signore degli anelli di Marco Rossi". Personalmente ho tentato più volte di leggere romanzi horror, fantascientifici e fantasy (quindi di genere fantastico) di autori nostrani e ho preso un sacco di facciate in case editrici che forse non curavano poi così tanto una serie di aspetti che, inevitabilmente, in un romanzo che qualcuno si è impegnato a tradurre e portare all'estero sono già stati affrontati. Immagino basterebbe rivolgersi a una CE importante per scavalcare questi problemi, ma in Italia ci sono dozzine di editori che sfornano fantasy e horror di infima qualità che saturano il mercato e certe volte uno non fa caso se si tratti di Fanucci o Mondadori. Molti lettori non conoscono i nomi delle case editrici e comprano guardando titolo e copertina per poi prenderlo in quel posto. E se uno in media legge meno di un libro al mese, significa che quando compra un libro va sul sicuro e prende la Rowling, Tolkien, Gaiman e Pratchett.

  • @rominabraggion5491
    @rominabraggion5491 2 ปีที่แล้ว

    Fare squadra presuppone uno spirito aperto e generoso verso gli altri e, forse, si scontra con la tendenza individualista degl3 scrittor3. Comunque paga la generosità, alla lunga. La generosità si sdoppia in atteggiamento e pratica così inconsueti da essere notati. Creano engagement e autorevolezza per chi li fa Se li mettessero in atto molte persone, all'interno di un genere, diventerebbero un volano che fa partire tutto. Anche la curiosità e la fiducia dei lettori.

  • @crystallumsaga
    @crystallumsaga 2 ปีที่แล้ว

    Il discorso non offre il fianco a dubbi ed è sensato. Ma il problema è che esiste già un sottobosco di fantasy scritto da italiani che sta emergendo, basta cercare. Le classifiche Amazon lasciano il tempo che trovano perché mirano alla moda del momento (togliendo i mostri sacri, le nuove uscite che hanno un boost stimato che varia dai 7 ai 30 gg. I romanzi con recensioni fake, lo youtuber di turno, ecc. ) bisogna vedere le vendite sul lungo periodo perché sono sempre quelle che contano. Ci sono piccole e medie case editrici che stanno spingendo parecchio sul genere e seguono molto bene i loro autori, tra promozione, fiere, eventi. Come anche iniziano ad alzare la testa autopubblicati con prodotti di qualità e soprattutto con bei progetti dietro. Purtroppo o per fortuna è il mercato che si sta evolvendo. Il mercato è saturo dalla parte dell'offerta ed è giusto che le case editrici puntino al ritorno economico, ma è anche vero che adesso ci sono nicchie di lettori che seguono altre strade o autori con ottimi prodotti nel proprio bagaglio, a prescindere dalla natura della pubblicazione.

  • @Glihihi
    @Glihihi 2 ปีที่แล้ว

    È un bel video, ma alla fine le proposte che il pubblico va a guardare saranno sempre quelle delle grandi case ditrici, con edizioni dalle copertine coloratissime e curatissime, con titoli dorati e in rilievo, che spiccano nella libreria, che vengono anche comprati anche perché è più bello da fotografare per la pagina instagram in mezzo a un fiore, una tazza e altri oggetti a caso per far vedere si è proprio degli artisti originali.
    A me sembra che il pubblico di fantasy italiano si sia ritirato nel silenzio delle nicchie, mentre il grosso del mercato sia finito in mano a tutt'altro pubblico, rendendo di fatto il fantasy un sottogenere del romanzo rosa. Guardando alcuni degli annunci di mondadori per il 2022 mi sembra un'impressione tutt'altro che campata in aria!

  • @RiccardoRingo
    @RiccardoRingo 2 ปีที่แล้ว +1

    A Bud Spencer e Terrence Hill fu chiesto appositamente di cambiarsi il nome, per vendere i loro spaghetti western anche all'estero. Sembra offensivo verso l'Italia, ma loro lo fecero ed ebbero una fortuna enorme. Altri tempi?

  • @giuseppemarinellifachile5295
    @giuseppemarinellifachile5295 ปีที่แล้ว

    Io ho una saga di fantasy. Il gioco degli Oligarchi. Sto scrivendo il 3 numero. Mi piacerebbe avere una opportunità.

  • @marconottechannel7212
    @marconottechannel7212 2 ปีที่แล้ว +2

    Riflessione interessante, ma trovo che sia un po' un cane che si morde la coda. Il pubblico (e mi riferisco al pubblico generalista che poi è quello che fa fare le vendite vere, non certo l'appassionato di fantasy) è invogliato alla lettura in base all'offerta presentata, se le grandi case editrici che sono quelle che si trovano in libreria pubblicano solo autori stranieri il pubblico sarà portato a leggere solo quelli, al contrario le medie-piccole case editrici che pubblicano fantasy pubblicano anche autori dalla qualità discutibile cosa che macchia la nomea del fantasy made in Italy. Quindi, giusto dire che il pubblico andrebbe "educato" alla lettura del fantasy scritto da italiani ma è anche vero che le grandi case editrici dovrebbero imparare ad accollarsi il rischio imprenditoriale di scommettere su un qualche autore italiano che ritengono promettente in modo da offrire al pubblico un prodotto di qualità.

    • @daisyraisi2147
      @daisyraisi2147 ปีที่แล้ว

      Infatti, il problema è a monte: i lettori si orientano quasi esclusivamente verso i libri proposti dalle major. Sperare che gli autori facciano rete è un'utopia. Sono molto individualisti,, certo esistono le eccezioni, ma sono solo sparute eccezioni. Io, ad esempio, ho spesso letto e proposto libri di emergenti, ma c'è molto snobismo da parte dei lettori, (che leggono solo i grandi autori), e chiusura da parte dei loro colleghi e pari, che anziché aiutarsi tendono a entrare in competizione. Con queste premesse....

  • @Cactusymbol
    @Cactusymbol 10 หลายเดือนก่อน

    Il fentasi

  • @andreaoliva5933
    @andreaoliva5933 2 ปีที่แล้ว +1

    A questo punto un autore italiano non farebbe prima a pubblicare sotto pseudonimo anglosassone?

    • @FrancoForte-scrittore
      @FrancoForte-scrittore 2 ปีที่แล้ว +6

      Ti giro la domanda: perché un editore dovrebbe pubblicare uno sconosciuto con pseudonimo sconosciuto? Tanto vale tradurre l’ennesimo anglosassone, visto che ce ne sono a valanghe. E comunque, oggi i lettori ti sgamerebbero subito, quindi non avrebbe senso. No bisogna combattere pubblicando solo i migliori italiani e facendo squadra, non c’è altro modo per convincere i lettori a dare fiducia ai nostri autori