Come ben sai, il giovamento maggiore che ho tratto dal tuo corso è stato analizzare i miei gesti e riuscire a comprendere il mio inconscio. Dopo questo primo step, il comprendere le gestualità degli altri in modo da avere rapporti migliori è venuto da sé.
04:35 05:45 🙏🏻🌹 06:15 se ci si sente indagati, accusati e si percepisce OSTILITA' e diffidenza DELL ALTRO, ALTRO CHE se si crea un automatico rifiuto al dialogo ! 09:25
Complimenti, professore. Sono letteralmente conquistato dalla sua persona e dal suo insegnamento e pertanto mi sono iscritto al suo canale.Da sempre attratto da questi argomenti e mi chiedevo se ,per esempio, le persone sorde siano maggiormente in grado di comprendere il significato del linguaggio del corpo non essendo distratte dal suono delle parole...
Caro Giò, ti ringrazio per le belle parole e ti invito a darmi del TU, se riesci. Le persone sorde sono molto avvantaggiate ovviamente nella lettura del linguaggio del corpo, poiché, come dici tu, rimangono focalizzate per forza di cose sui canali di comunicazione alternativi a quello verbale, che spesso distrae parecchio. Per esperienza posso dirti che anche i bambini, grossomodo fino alla pubertà, hanno una propensione alla lettura del corpo di gran lunga maggiore rispetto a quella degli adulti. E, dulcis in fundo, le donne battono gli uomini alla grande, per via del fatto che il loro cervello è strutturato molto meglio per la relazione, avendo il "corpo calloso" più spesso e più ricco di connessioni tra l'emisfero destro e quello sinistro. Noi maschi adulti, in pratica, siamo più "basici" in tutto questo.
@@SergioOmassi Grazie, Sergio per la risposta esaustiva e convincente. Nel pomeriggio comincerò a farmi una bella scorpacciata dei tuoi video sperando di capirci qualcosa di questo grande " carrozzone" che è la nostra vita!!!
Secondo la teoria di Stefano Benemeglio, sfregarsi il naso non avviene tanto a causa della stanchezza ma a causa di uno sgancio, una sorta di rifiuto inconscio relativamente all'argomento o alla persona con cui stiamo parlando, che magari usa dei "modi" non consoni alle nostre aspettative emotive.
Ciao, i tuoi corsi, o almeno come esprimi i concetti, li rendi veramente interessanti. Nel prossimo futuro, li seguirò , lo prometto a me stesso, non è mai troppo tardi...
Buongiorno volevo chiederti se il gesto del medio che si verifica quando fai l'azione di sistemarti gli occhiali , durante una conversazione come è da intendersi?
In generale sistemarsi gli occhiali spingendoli verso gli occhi si può considerare un atto di gradimento, ma ovviamente dipende da molti fattori e dal contesto questa lettura. Una persona che porta gli occhiali, ad esempio, si trova a doverlo fare spesso se le stanghette sono allentate e quindi gli occhiali tendono a spostarsi verso il naso.
Non me ne intendo in materia di linguaggio non verbale, ma ciò che ha detto sulla teoria di Mehrabian mi risulta piuttosto credibile. Io sono asperger, perciò se comunicassimo verbalmente sempre per il 7%, probabilmente avrei enormi difficoltà a capire gli altri, mentre invece trovo solo un po’ più di difficoltà degl’ altri nel riuscirci. Può l’ostilità verso gli altri ridurre l’empatia verso il prossimo?
Ciao Luca, grazie per il tuo commento e... diamoci del tu se non è un problema, personalmente lo preferisco di gran lunga. Hai dato un contributo ottimo con la tua situazione e ti faccio i complimenti per l'esempio che calza a pennello! Riguardo alla tua domanda di chiusura, penso proprio che se una persona è ostile in generale verso gli altri, probabilmente ha una bassissima capacità empatica. Per come la vedo io empatia e ostilità sono inversamente proporzionali. Grazie ancora!
@@SergioOmassi Apprezzo molto il tuo parere favorevole. Mi sono avvicinato da poco al mondo della comunicazione non verbale. Credo che, oltre che ad aiutarmi sul piano delle relazioni, l'approfondimento di questo aspetto sia interessante anche sul piano culturale.
Caro Luca, con me sfondi una porta aperta: considero la capacità di lettura del linguaggio non verbale la base privilegiata per costruire relazioni felici, grazie alla possibilità di un termometro emotivo costantemente a portata di mano, che ci permette di calibrare la nostra comunicazione per trovare la più consona al sistema emotivo dell'altro.
Anche la reattività, a mio avviso, riduce la possibilità di essere empatici. La reattività porta a reagire senza un adeguato ragionamento, l’empatia aiuta a rispondere, soppesando il contesto e il sentire dell’interlocutore.
@@emiliomazzarri6707 la questione dei tatuaggi ha sicuramente una chiave di lettura, alla quale forse saprebbe rispondere meglio uno psicologo. Come l’abbigliamento e gli accessori scelti, anche i tatuaggi fanno parte del linguaggio del corpo. Per quanto possa azzardare una risposta, credo che le persone con tatuaggi in mostra appartengono a una categoria che le Discipline Analogiche definiscono trasgressiva, opposta a quella istituzionale. Per quanto mi riguarda, i miei 7 tatuaggi rappresentano dei momenti importanti della mia vita e sono stati scelti e disegnati proprio da me, come “memorie”. Posso dire che a volte, proprio davanti a soggetti particolarmente istituzionali, sono stati un problema sul piano della fiducia, a causa di una credenza che deriva dal fatto che un tempo i tatuaggi erano usati da carcerati, marinai poco acculturati e in generale da “poco di buono”. L’essere trasgressivi nell’aspetto, però, non significa sempre e solo essere al contempo inaffidabili. Nella vita ho conosciuto persone vestite in maniera ottimale e istituzionale, che avevano valori molto discutibili, mentre ne ho incontrate altre, piuttosto trasgressive nell’aspetto, sulle quali il grado di affidabilità era altissimo.
@@SergioOmassi Grazie per la risposta, ma, in merito ai tatuaggi, io ci vedo una omologazione al ribasso, vista la grande diffusione degli stessi, altro che trasgressione. Come la differenza tra l'essere e il mostrare per essere accettati.
Come ben sai, il giovamento maggiore che ho tratto dal tuo corso è stato analizzare i miei gesti e riuscire a comprendere il mio inconscio. Dopo questo primo step, il comprendere le gestualità degli altri in modo da avere rapporti migliori è venuto da sé.
Veramente molto interessante, la sua modalità di spiegare concetti sulla comunicazione, non si perde in preamboli, è molto chiaro.
Che piacere ascoltarla, grazie dei preziosi consigli🤗🙏
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05:45 🙏🏻🌹 06:15 se ci si sente indagati, accusati e si percepisce OSTILITA' e diffidenza DELL ALTRO, ALTRO CHE se si crea un automatico rifiuto al dialogo !
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Sto replicando i complimenti, ma non trovo nessun'altra persona che mi appassiona tanto ad ascoltarla. Namastè 🙏
Wow grazie!!!
Grande formatore e persona splendida.❤
Quanto siete avanti voi giovani :-). Grazie mago!
😀
Grandissimo! Sono assolutamente d'accordo sui ciarlatani e grazie mille per aver approfondito questo mito!
Grazie a te per la preziosa briciola! In attesa della prossima!
Grazie Paolo!
Complimenti, professore. Sono letteralmente conquistato dalla sua persona e dal suo insegnamento e pertanto mi sono iscritto al suo canale.Da sempre attratto da questi argomenti e mi chiedevo se ,per esempio, le persone sorde siano maggiormente in grado di comprendere il significato del linguaggio del corpo non essendo distratte dal suono delle parole...
Caro Giò, ti ringrazio per le belle parole e ti invito a darmi del TU, se riesci.
Le persone sorde sono molto avvantaggiate ovviamente nella lettura del linguaggio del corpo, poiché, come dici tu, rimangono focalizzate per forza di cose sui canali di comunicazione alternativi a quello verbale, che spesso distrae parecchio.
Per esperienza posso dirti che anche i bambini, grossomodo fino alla pubertà, hanno una propensione alla lettura del corpo di gran lunga maggiore rispetto a quella degli adulti.
E, dulcis in fundo, le donne battono gli uomini alla grande, per via del fatto che il loro cervello è strutturato molto meglio per la relazione, avendo il "corpo calloso" più spesso e più ricco di connessioni tra l'emisfero destro e quello sinistro.
Noi maschi adulti, in pratica, siamo più "basici" in tutto questo.
@@SergioOmassi Grazie, Sergio per la risposta esaustiva e convincente. Nel pomeriggio comincerò a farmi una bella scorpacciata dei tuoi video sperando di capirci qualcosa di questo grande " carrozzone" che è la nostra vita!!!
Grazie mille 🙏🙏🙏🙏🙏🙏🙏
Grazie a te, Antonella!
ho notato che io di solito mi sfrego il naso quando mi sono stancato di qualcosa in generale ,che può essere anche il pensiero di un ricordo
Secondo la teoria di Stefano Benemeglio, sfregarsi il naso non avviene tanto a causa della stanchezza ma a causa di uno sgancio, una sorta di rifiuto inconscio relativamente all'argomento o alla persona con cui stiamo parlando, che magari usa dei "modi" non consoni alle nostre aspettative emotive.
Ciao, i tuoi corsi, o almeno come esprimi i concetti, li rendi veramente interessanti. Nel prossimo futuro, li seguirò , lo prometto a me stesso, non è mai troppo tardi...
Ne sarei onorato, grazie!
Buongiorno volevo chiederti se il gesto del medio che si verifica quando fai l'azione di sistemarti gli occhiali , durante una conversazione come è da intendersi?
In generale sistemarsi gli occhiali spingendoli verso gli occhi si può considerare un atto di gradimento, ma ovviamente dipende da molti fattori e dal contesto questa lettura.
Una persona che porta gli occhiali, ad esempio, si trova a doverlo fare spesso se le stanghette sono allentate e quindi gli occhiali tendono a spostarsi verso il naso.
Non me ne intendo in materia di linguaggio non verbale, ma ciò che ha detto sulla teoria di Mehrabian mi risulta piuttosto credibile. Io sono asperger, perciò se comunicassimo verbalmente sempre per il 7%, probabilmente avrei enormi difficoltà a capire gli altri, mentre invece trovo solo un po’ più di difficoltà degl’ altri nel riuscirci. Può l’ostilità verso gli altri ridurre l’empatia verso il prossimo?
Ciao Luca, grazie per il tuo commento e... diamoci del tu se non è un problema, personalmente lo preferisco di gran lunga.
Hai dato un contributo ottimo con la tua situazione e ti faccio i complimenti per l'esempio che calza a pennello!
Riguardo alla tua domanda di chiusura, penso proprio che se una persona è ostile in generale verso gli altri, probabilmente ha una bassissima capacità empatica. Per come la vedo io empatia e ostilità sono inversamente proporzionali.
Grazie ancora!
@@SergioOmassi
Apprezzo molto il tuo parere favorevole. Mi sono avvicinato da poco al mondo della comunicazione non verbale. Credo che, oltre che ad aiutarmi sul piano delle relazioni, l'approfondimento di questo aspetto sia interessante anche sul piano culturale.
Caro Luca, con me sfondi una porta aperta: considero la capacità di lettura del linguaggio non verbale la base privilegiata per costruire relazioni felici, grazie alla possibilità di un termometro emotivo costantemente a portata di mano, che ci permette di calibrare la nostra comunicazione per trovare la più consona al sistema emotivo dell'altro.
Ostilità o reattività?
Anche la reattività, a mio avviso, riduce la possibilità di essere empatici. La reattività porta a reagire senza un adeguato ragionamento, l’empatia aiuta a rispondere, soppesando il contesto e il sentire dell’interlocutore.
Nel linguaggio del corpo metterei anche i tatuaggi. Lei che ne espone almeno uno che ne dice?
@@emiliomazzarri6707 la questione dei tatuaggi ha sicuramente una chiave di lettura, alla quale forse saprebbe rispondere meglio uno psicologo.
Come l’abbigliamento e gli accessori scelti, anche i tatuaggi fanno parte del linguaggio del corpo.
Per quanto possa azzardare una risposta, credo che le persone con tatuaggi in mostra appartengono a una categoria che le Discipline Analogiche definiscono trasgressiva, opposta a quella istituzionale.
Per quanto mi riguarda, i miei 7 tatuaggi rappresentano dei momenti importanti della mia vita e sono stati scelti e disegnati proprio da me, come “memorie”.
Posso dire che a volte, proprio davanti a soggetti particolarmente istituzionali, sono stati un problema sul piano della fiducia, a causa di una credenza che deriva dal fatto che un tempo i tatuaggi erano usati da carcerati, marinai poco acculturati e in generale da “poco di buono”.
L’essere trasgressivi nell’aspetto, però, non significa sempre e solo essere al contempo inaffidabili.
Nella vita ho conosciuto persone vestite in maniera ottimale e istituzionale, che avevano valori molto discutibili, mentre ne ho incontrate altre, piuttosto trasgressive nell’aspetto, sulle quali il grado di affidabilità era altissimo.
@@SergioOmassi Grazie per la risposta, ma, in merito ai tatuaggi, io ci vedo una omologazione al ribasso, vista la grande diffusione degli stessi, altro che trasgressione. Come la differenza tra l'essere e il mostrare per essere accettati.
Noi italiani siamo maestri 🤭