Chi fosse interessato alla storia del trasporto della Casa della Madonna a Loreto (si noti che ho scritto storia e non leggenda o favola), la troverà nella descrizione del mio video relativo alla Chiesa di San Salvatore in Lauro: th-cam.com/video/oyCcpR62I-0/w-d-xo.html I rapporti dei papi e della Chiesa romana con la farina, il pane e quindi “i fornai” sono sempre stati ottimi: quando il popolo è in grado di ottenere con minima spesa il sostegno del cibo più comune, colui che detiene il potere dorme sonni più tranquilli. La Congregazione dei Fornai dell’alto Medio Evo divenne una “Confraternita”, che godeva del sostegno papale e vantava la presenza di numerosi Cardinali. Papa Alessandro VI Borgia donò alla Confraternita un terreno antistante il Foro Traiano (praticamente Piazza Venezia), dov’era una cappella con l’immagine della Madonna di Loreto; in cambio ottenne il prezzo calmierato del pane e la promessa di costruzione di una nuova chiesa. La Confraternita incaricò l’architetto Antonio Cordini, noto poi come “Antonio da Sangallo il Giovane”, che nel 1507 iniziò la costruzione in travertino di un edificio a base ottagonale, che sarà coperto nel 1577 da una cupola disegnata da Giacomo Del Duca, detto anche Jacopo Siciliano o Jacopo Del Duca, allievo di Michelangelo Buonarroti. La chiesa prese il nome dall’immagine della Madonna di Loreto preesistente ed è tuttora di proprietà del “Pio Sodalizio dei Fornai”. Nel video: 0:13 Facciata della Chiesa di Santa Maria di Loreto al Foro Traiano. L’ingresso dà sul Foro, mentre gli accessi laterali a sinistra sulla Piazza della Madonna di Loreto (verso Piazza Venezia e Via de Fornari) ed a destra, sul vicolo di San Bernardo, sono generalmente chiusi; 0:28 Veduta del Foro di Traiano dal Monumento al Milite Ignoto sull’Altare della Patria. Si notino, a sinistra, la Chiesa della Madonna di Loreto e, a destra, dietro la colonna Traiana, la vicina chiesa del Santissimo Nome di Maria (XVIII secolo); 0:43 A sinistra, la lanterna, soprannominata “la gabbia dei grilli”, opera di Jacopo Del Duca come il campanile e la cupola; a destra, la decorazione interna della cupola, a base di oro e stucchi; gli affreschi sono di Filippo Micheli da Camerino (che in realtà era di Esanatoglia, una ventina di chilometri a nord di Camerino) 0:58 A sinistra, la pianta della chiesa, tutta inserita nel terreno “donato” da Papa Borgia; a destra, gli interni, col presbiterio allungato e illuminazione propria dall’alto; 1:13 L’altare maggiore, in marmi policromi, fu realizzato da Gaspare De Vecchi nel 1630, ma modificato nel 1867 durante il restauro di Luca Caramini; dentro la mostra, la tavola a fondo oro proveniente dalla vecchia cappella, che rappresenta Dio Padre e Madonna di Loreto con san Sebastiano e san Rocco, datata alla fine del XV secolo ma di difficile attribuzione: personalmente ritengo poco valida l’attribuzione voluta a Pietro Vannucci, detto il Perugino, scegliendo quella della Fondazione Federico Zeri (Università di Bologna) che cita “anonimo romagnolo della Scuola di Marco Palmezzano”, il quale a quei tempi lavorava alla decorazione dell’abside della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme; 1:28; Di Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino, “Nascita di Maria” (1629-30), nel presbiterio, a sinistra; 1:43 Di Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino, “Trapasso di Maria” (1629-30), nel presbiterio, a destra; 1:58 Crocifisso in legno intagliato policromo, (ambito romano, XVI secolo), inserito in un pregevole reliquiario a tabella quadrangolare in bronzo del XVIII secolo; 2:13 Di Niccolò Circignani detto il Pomarancio, Adorazione dei Magi (1585); 2:28 La versione che ascoltate di “You Can Never Stop Me Loving You” non è quella del 45 giri (mono) ma dell’album che porta lo stesso titolo (stereo). “You Can Never Stop Me Loving You” (= Non potrai mai fermare il mio amore per te) fu incisa la prima volta da Kenneth “Kenny” Lynch, uno dei pochi cantanti pop britannici di colore; il suo singolo rimase per 14 settimane nelle classifiche inglesi, raggiungendo la 10ª posizione, ma senza oltrepassare la Manica o l’Atlantico. Pochi mesi dopo, l’americano Johnny Tillotson incise una sua versione del brano che entrerà nelle classifiche USA (#18), Canada (#12), Germania (#1), Israele (#3) e Hong Kong (#4). Oltre ad una versione in lingua tedesca (Das Kannst Du Mir Nicht Verbieten, eseguita da Bernd Spier), ne fu pubblicata una versione italiana (testo di Luigia Inelda Binacchi) intitolata “I miei baci non puoi scordare” che diventerà il primo disco inciso da una giovanissima cantante sedicenne, Mimì Bertè, che diventerà famosa col nome d’arte di “Mia Martini”.
Chi fosse interessato alla storia del trasporto della Casa della Madonna a Loreto (si noti che ho scritto storia e non leggenda o favola), la troverà nella descrizione del mio video relativo alla Chiesa di San Salvatore in Lauro:
th-cam.com/video/oyCcpR62I-0/w-d-xo.html
I rapporti dei papi e della Chiesa romana con la farina, il pane e quindi “i fornai” sono sempre stati ottimi: quando il popolo è in grado di ottenere con minima spesa il sostegno del cibo più comune, colui che detiene il potere dorme sonni più tranquilli. La Congregazione dei Fornai dell’alto Medio Evo divenne una “Confraternita”, che godeva del sostegno papale e vantava la presenza di numerosi Cardinali. Papa Alessandro VI Borgia donò alla Confraternita un terreno antistante il Foro Traiano (praticamente Piazza Venezia), dov’era una cappella con l’immagine della Madonna di Loreto; in cambio ottenne il prezzo calmierato del pane e la promessa di costruzione di una nuova chiesa. La Confraternita incaricò l’architetto Antonio Cordini, noto poi come “Antonio da Sangallo il Giovane”, che nel 1507 iniziò la costruzione in travertino di un edificio a base ottagonale, che sarà coperto nel 1577 da una cupola disegnata da Giacomo Del Duca, detto anche Jacopo Siciliano o Jacopo Del Duca, allievo di Michelangelo Buonarroti. La chiesa prese il nome dall’immagine della Madonna di Loreto preesistente ed è tuttora di proprietà del “Pio Sodalizio dei Fornai”.
Nel video:
0:13 Facciata della Chiesa di Santa Maria di Loreto al Foro Traiano. L’ingresso dà sul Foro, mentre gli accessi laterali a sinistra sulla Piazza della Madonna di Loreto (verso Piazza Venezia e Via de Fornari) ed a destra, sul vicolo di San Bernardo, sono generalmente chiusi;
0:28 Veduta del Foro di Traiano dal Monumento al Milite Ignoto sull’Altare della Patria. Si notino, a sinistra, la Chiesa della Madonna di Loreto e, a destra, dietro la colonna Traiana, la vicina chiesa del Santissimo Nome di Maria (XVIII secolo);
0:43 A sinistra, la lanterna, soprannominata “la gabbia dei grilli”, opera di Jacopo Del Duca come il campanile e la cupola; a destra, la decorazione interna della cupola, a base di oro e stucchi; gli affreschi sono di Filippo Micheli da Camerino (che in realtà era di Esanatoglia, una ventina di chilometri a nord di Camerino)
0:58 A sinistra, la pianta della chiesa, tutta inserita nel terreno “donato” da Papa Borgia; a destra, gli interni, col presbiterio allungato e illuminazione propria dall’alto;
1:13 L’altare maggiore, in marmi policromi, fu realizzato da Gaspare De Vecchi nel 1630, ma modificato nel 1867 durante il restauro di Luca Caramini; dentro la mostra, la tavola a fondo oro proveniente dalla vecchia cappella, che rappresenta Dio Padre e Madonna di Loreto con san Sebastiano e san Rocco, datata alla fine del XV secolo ma di difficile attribuzione: personalmente ritengo poco valida l’attribuzione voluta a Pietro Vannucci, detto il Perugino, scegliendo quella della Fondazione Federico Zeri (Università di Bologna) che cita “anonimo romagnolo della Scuola di Marco Palmezzano”, il quale a quei tempi lavorava alla decorazione dell’abside della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme;
1:28; Di Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino, “Nascita di Maria” (1629-30), nel presbiterio, a sinistra;
1:43 Di Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino, “Trapasso di Maria” (1629-30), nel presbiterio, a destra;
1:58 Crocifisso in legno intagliato policromo, (ambito romano, XVI secolo), inserito in un pregevole reliquiario a tabella quadrangolare in bronzo del XVIII secolo;
2:13 Di Niccolò Circignani detto il Pomarancio, Adorazione dei Magi (1585);
2:28 La versione che ascoltate di “You Can Never Stop Me Loving You” non è quella del 45 giri (mono) ma dell’album che porta lo stesso titolo (stereo).
“You Can Never Stop Me Loving You” (= Non potrai mai fermare il mio amore per te) fu incisa la prima volta da Kenneth “Kenny” Lynch, uno dei pochi cantanti pop britannici di colore; il suo singolo rimase per 14 settimane nelle classifiche inglesi, raggiungendo la 10ª posizione, ma senza oltrepassare la Manica o l’Atlantico. Pochi mesi dopo, l’americano Johnny Tillotson incise una sua versione del brano che entrerà nelle classifiche USA (#18), Canada (#12), Germania (#1), Israele (#3) e Hong Kong (#4).
Oltre ad una versione in lingua tedesca (Das Kannst Du Mir Nicht Verbieten, eseguita da Bernd Spier), ne fu pubblicata una versione italiana (testo di Luigia Inelda Binacchi) intitolata “I miei baci non puoi scordare” che diventerà il primo disco inciso da una giovanissima cantante sedicenne, Mimì Bertè, che diventerà famosa col nome d’arte di “Mia Martini”.