Riflettevo a seguito della sua ultima conferenza. Tutto l'ottocento e il novecento ha visto l'una contro l'altra armata la filosofia (da Kant in poi il mondo è rappresentazione) e la scienza ( il mondo è oggettivo e reale). È invece proprio la scienza moderna che dovrebbe fare proprio l'idealismo e ricondurlo dai vaneggiamenti pseudoreligiosi (lo 'Spirito') a una ovvia condizione di premessa biologica. Il mondo è quello che percepiamo. Vale per la filosofia e per la scienza. E ora cominciamo a capire perchè. Cordialmente Andrea Chiari
Interessante. Tuttavia l''esempio della ragazza dietro allo steccato risulta fuorviante. La percezione umana deriva dall'osservazione di soggetti reali in movimento, non di immagini fisse, foto o disegni. La immagini fisse fanno parte delle raffigurazioni simboliche o delle concettualizzazioni. Rimandano dunque alla rielaborazione linguistica, alla simbolizzazione, alla grammatica, al processo astrattivo. Una differenza sostanziale che non andrebbe ignorata nell'argomentazione. Un pessimo inizio per un approccio che dovrebbe essere piú rigoroso.
@@teto1992 qualsiasi sia la sfumatura che vedono vedono i papaveri. Probabilmente vedono allo stesso modo tutto ciò che noi chiamiamo rosso. Lo potremmo chiamare vattelapesca. Supponiamo di essere a ruoli invertiti: fra loro si direbbero che gli umani non vedono il vattelapesca. Ergo che sia rosso o vattelapesca qualcosa si vede.
@@teto1992 Però che arguzia. Il distinguo è sapere se non percepiscono la lunghezza d'onda del rosso e non vedono nulla oppure se vedono una frequenza distorta ma comunque percepibile e quindi tutto ciò che è rosso comunque lo distinguono da altre cromie.
Vallortigara è un patrimonio dell’umanità anche con l’audio scadente! Grazie
In effetti è un uomo e uno studioso straordinario, mi sembra un extraterrestre talmente è garbato, lucido e chiaro nello spiegare
Peccato per l'audio a volte pessimo
Le mamme dei pulcini invece pare non vedano l'ora di cedere i loro piccoli 😅
Riflettevo a seguito della sua ultima conferenza. Tutto l'ottocento e il novecento ha visto l'una contro l'altra armata la filosofia (da Kant in poi il mondo è rappresentazione) e la scienza ( il mondo è oggettivo e reale). È invece proprio la scienza moderna che dovrebbe fare proprio l'idealismo e ricondurlo dai vaneggiamenti pseudoreligiosi (lo 'Spirito') a una ovvia condizione di premessa biologica. Il mondo è quello che percepiamo. Vale per la filosofia e per la scienza. E ora cominciamo a capire perchè. Cordialmente Andrea Chiari
Interessante. Tuttavia l''esempio della ragazza dietro allo steccato risulta fuorviante. La percezione umana deriva dall'osservazione di soggetti reali in movimento, non di immagini fisse, foto o disegni. La immagini fisse fanno parte delle raffigurazioni simboliche o delle concettualizzazioni. Rimandano dunque alla rielaborazione linguistica, alla simbolizzazione, alla grammatica, al processo astrattivo. Una differenza sostanziale che non andrebbe ignorata nell'argomentazione. Un pessimo inizio per un approccio che dovrebbe essere piú rigoroso.
Strano che il prof sostenga che le api non riconoscono il rosso dato che bottinano il polline dei papaveri. Penso sia da approfondire.
Semplicemente non li vedono rossi
@@teto1992 qualsiasi sia la sfumatura che vedono vedono i papaveri. Probabilmente vedono allo stesso modo tutto ciò che noi chiamiamo rosso. Lo potremmo chiamare vattelapesca.
Supponiamo di essere a ruoli invertiti: fra loro si direbbero che gli umani non vedono il vattelapesca.
Ergo che sia rosso o vattelapesca qualcosa si vede.
Come hanno fatto a capire che le api non vedono i papaveri rossi?
@@teto1992 Però che arguzia. Il distinguo è sapere se non percepiscono la lunghezza d'onda del rosso e non vedono nulla oppure se vedono una frequenza distorta ma comunque percepibile e quindi tutto ciò che è rosso comunque lo distinguono da altre cromie.
@@enricorinero1280 Forse glielo hanno chiesto con garbo.
Nel 2016 una registrazione audio cosi penosa e un' eresia pubblicarla ...inascoltabile
Il problema riguarda la breve introduzione, non la conferenza