32:41 "Alla mia troupe ho detto: "Questo non è un film, questo è _il_ film." (...) Però ho anche parlato di sacralità, cioè di grande rispetto e anche di senso del limite nostro."
21:36 "Io cerco di ricostruire quelli che sono stati gli effetti presso queste grandi famiglie che si ritrovano i loro congiunti morti da pochissimo nei gironi più tremendi (...)"
22:46 "Sto soprattutto cercando di rendere seducente Dante, di incuriosire gli spettatori ad andare a leggerlo con un'attenzione e un rispetto e una riconoscenza che ci sono e non ci sono, e questo film mi auguro resusciti questo tipo di risultato."
14:42 "Perché Dante è stato veramente visitato dal dolore in modo implacabile. Tutta la vita di Dante è la vita di una persona che soffre. (...) Io Dante non lo prendo di petto, non lo racconto direttamente, sarebbe da "tremare i polsi", sarebbe un'operazione di una presunzione infinita."
3:57 "Questa è una prerogativa di noi italiani, che ci accorgiamo solo quest'anno che c'è stato Dante." Non è così. Dante ebbe successo fin da subito. Da subito fu amato e studiato. Fu poi nel Settecento che, a seguito della propaganda illuminista, la sua notorietà ebbe un calo. Tornò alta nell'Ottocento e tornò bassa nel Novecento. Oggi siamo a un bivio, dobbiamo rialzarla. Il mondo gira un po' al ritmo della notorietà di Dante.
6:13 "Io a Dante Alighieri gli debbo fare... Non so fare un monumento, non sono un pittore, non sono uno scultore, sono un regista. La sola cosa che so fare è un film, e io debbo fargli un film, per manifestargli la mia riconoscenza."
Mi ha davvero rotto le scatole questo vizio di questo sito infame di cancellare i commenti. Avevo riportato uno scritto di Isidoro del Lungo in cui parlava della zuppa citata da Avati. E poi avevo criticato la scelta del regista sui colori del film: tonalità troppo scure quando in realtà i vestiti medievali erano coloratissimi, e solo nella propaganda antimedievale vestiti e umore delle persone appaiono scuri.
Lo abbiamo capito, Maestro, il suo film è un capolavoro
32:41 "Alla mia troupe ho detto: "Questo non è un film, questo è _il_ film." (...) Però ho anche parlato di sacralità, cioè di grande rispetto e anche di senso del limite nostro."
21:36 "Io cerco di ricostruire quelli che sono stati gli effetti presso queste grandi famiglie che si ritrovano i loro congiunti morti da pochissimo nei gironi più tremendi (...)"
40:07 "Come in tutte le cose belle: la felicità sta con la paura. La paura è un elemento di senso d'inadeguatezza e ti deve sempre accompagnare."
22:46 "Sto soprattutto cercando di rendere seducente Dante, di incuriosire gli spettatori ad andare a leggerlo con un'attenzione e un rispetto e una riconoscenza che ci sono e non ci sono, e questo film mi auguro resusciti questo tipo di risultato."
23:40 "Per me Dante è stato e continua ad essere ancora adesso una lezione, un'infusione di forza."
14:42 "Perché Dante è stato veramente visitato dal dolore in modo implacabile. Tutta la vita di Dante è la vita di una persona che soffre. (...) Io Dante non lo prendo di petto, non lo racconto direttamente, sarebbe da "tremare i polsi", sarebbe un'operazione di una presunzione infinita."
Non so com'è il film ma ringrazio Pupi Avati per essersi documentato su Dante in modo approfondito. Certo non mancherà il giusto rispetto.
3:57 "Questa è una prerogativa di noi italiani, che ci accorgiamo solo quest'anno che c'è stato Dante."
Non è così. Dante ebbe successo fin da subito. Da subito fu amato e studiato. Fu poi nel Settecento che, a seguito della propaganda illuminista, la sua notorietà ebbe un calo. Tornò alta nell'Ottocento e tornò bassa nel Novecento. Oggi siamo a un bivio, dobbiamo rialzarla. Il mondo gira un po' al ritmo della notorietà di Dante.
6:13 "Io a Dante Alighieri gli debbo fare... Non so fare un monumento, non sono un pittore, non sono uno scultore, sono un regista. La sola cosa che so fare è un film, e io debbo fargli un film, per manifestargli la mia riconoscenza."
Mi ha davvero rotto le scatole questo vizio di questo sito infame di cancellare i commenti. Avevo riportato uno scritto di Isidoro del Lungo in cui parlava della zuppa citata da Avati. E poi avevo criticato la scelta del regista sui colori del film: tonalità troppo scure quando in realtà i vestiti medievali erano coloratissimi, e solo nella propaganda antimedievale vestiti e umore delle persone appaiono scuri.