buon giorno Carlo, seguo sempre con interesse i tuoi video, divulgati molto bene, dove indipendentemente dalla forma di allevamento il fine è la produzione , l'equilibrio vegetativo e il rapporto chioma radici , gli alberi che tu mostri rispecchiano queste caratteristiche, complimenti al prossimo video, saluti dalla sardegna
Ciao Carlo, ti seguo dalla Calabria dove ho un oliveto composto, principalmente, da Roggianella, varietà a comportamento molto assurgente. Posso confermare che la potatura a vaso policonico è stata fallimentare, mentre, da quando seguo le indicazioni di Rafael Navarro ed ho operato un sistematico rinnovo delle branche si sono visti ottimi risultati. Mi fa molto piacere vedere che trovo riscontro nei tuoi video dai quali ho tratto delle informazioni molto utili. Grazie.
Hai perfettamente ragione quest’anno inizierò a rinnovare i miei ulivi che hanno quasi 60 anni una branca alla volta iniziando dal palo più verticale se ha gemme latenti la taglio dall’ impalcato altrimenti faccio un taglio sacrificato più in alto sperando che ricacci più in basso. Se non é giusto correggimi buon lavoro
Come si fa a contenere gli alberi in ampiezza per mantenere il rapporto corretto volume chioma ettaro sopratutto in sesti stretti? Semplicemente con i rinnovi?
@@mariosabiu4656 inizialmente tagli di branche intere in soprannumero, successivamente tagli di rinnovo delle branche che rimangono. Ad un certo punto potrebbe anche essere necessario eliminare gli alberi in soprannumero.
@@DiSebastianoRenzo ciao Renzo, non ci sono regole fisse, dipende tutto da sesto, varietà, stato delle piante. La bravura del potatore sta proprio nel considerare tutte queste variabili e prendere la migliore decisione per il contesto determinato.
l'albero abbandonato che hai fatto vedere peró non mi sembrava cosi carico di legno sttutturale, le branche erano poco piu grandi della mano e aveva comunque una marea di foglie, potrebbe essere che ha prodotto lo scorso anno e quest'anno è in fase di scarica?
@@simonet3209 se fosse in scarica dovrebbe avere degli allungamenti molto sviluppati che invece non ha. L’anno prossimo sarà come quest’anno. È un olivo sovradimensionato per il terreno su cui poggia.
@@PotaturaOlivoItalia quindi secondo te una pianta del genere su un terreno migliore sarebbe produttivo a livello di rapporto legno/foglia o comunque andrebbe ridotto? Sto cercando di capirci qualcosa
@@simonet3209 lo dico in molti video: il livello di fertilità del terreno (tessitura, S.O., profondità), la disponibilità di acqua (pluviometria e/o irrigazione), l’orografia (pianura o collina) determinano il volume di chioma per ettaro ideale di una piantagione. In questa equazione il legno è un mero consumatore di nutrienti, pertanto, per mantenere chiome grandi e alberi carichi di legna per avere una buona produzione il terreno deve obbligatoriamente molto fertile e con buona dotazione di acqua
@@simonet3209 un gran errore commesso da molti è pensare di aver capito che c’è un modo unico di potare che è il migliore dopo aver visto in una situazione determinata che quel modo di potare e portare gli alberi funziona.
@@simonet3209 nei video ho mostrato potature di alberi che vengono lasciati molto grandi o in cui sono state fatte potature drastiche. Le scelte sono sempre valutate dalla valutazione di tutte queste variabili e dai rapporti sulle produzioni ottenute dal proprietario negli ultimi anni.
Salve Carlo chiedo gentilmente in che senso dici spesso ed anche in questo vodeo, che il tronco è forte utilizzatore di risorse. Io pensavo che il tronco fosse per la maggior parte morto e di vivo c'è solo anello di cellelule cambiali che producono i vasi che servono alla crescita in corso e lo fanno in funzione delle foglie, quindi se uno riduce le foglie ci saranno meno vasi. E le riso4se per produrre questi vasi non mi pare possano essere così rilevanti. O almeno lo sono quanto è necessario e dettato dalla chioma . Per il resto della biomassa del tronco , anche se rilevante perché la pianta è vecchia, è roba morta che non si nutre più. O mi sbaglio? Grazie ciao
@@stivengallo9064 ciao Stiven, a differenza di un organismo animale dove ogni cellula possiede mitocondri che ossidano zuccheri o lipidi per ottenere energia, in un organismo vegetale l’unica struttura in grado di produrre energia disponibile per il sistema è la foglia, la quale grazie ai cloroplasti converte CO2 e acqua in zuccheri disponibili per il resto delle strutture (germogli, radici, tronco). Le radici grazie a questi zuccheri possono pompare acqua e nutrienti dal terreno. Il tronco invece, é un puro consumatore sia degli zuccheri provenienti dalle foglie che di acqua e molecole provenienti dalle radici. Oltre che per mantenersi vivo, il tronco spende una quota di queste risorse per continuare ad accrescere in diametro grazie al cambio. La parte centrale, chiamata durame, anche se costituita da cellule ormai morte comunque contiene una piccolissima porzione di zuccheri e acqua. Riducendo le foglie a discapito del legno, si pone tutto il sistema pianta in uno stato deficitario di energia in quanto le spese energetiche rimangono pressoché costanti ma la generazione di energia é insufficiente. Per questo motivo, alterando eccessivamente la relazione chioma:radice si ha una forte emissione di nuovo materiale vegetale: la radice ed il tronco corrispondente, privati dei loro generatori di energia investono una parte delle loro riserve per generare di nuovo i pannelli solari necessari a fornire loro gli zuccheri di cui hanno bisogno.
@@stivengallo9064 da questa analisi emerge che, per avere una pianta energéticamente efficente (ovvero produrre tanta energia, consumarne poca, in modo tale che l’eccesso energetico venga destinato alla fioritura, crescita dei germogli, ingrossamento dei frutti) é necessario far sviluppare la radice il più possibile, aumentare al massimo la quantità di foglia, diminuire al minimo la quantità di legno.
Ciao abbi pazienza ma tutte le cellule vegetali hanno i mitocondri solo i cloroplasti come dici, sono solo nelle foglie . Pensavo che tu fossi a conoscenza dell'esistenza di particolari funzioni energivore del fusto di olivo, ma non mi sembra che tu faccia riferimento a niente di ciò. Una volta uno mi disse che olivo sembra un albero ma in realtà non lo è proprio del tutto , da un punto di vista botanico delle strutture interne del fusto (non a occhio) però non sono mai riuscito bene a sapere a cosa si riferisse , non ho mai trovato info specializzate a tale riguardo. Spe4avo che tu ti riferissi a qualcosa in tal senso. A livello pratico poi si, mi sembra evidente di favorire la foglia al legno grazie ciao
certo anche le cellule vegetali hanno i mitocondri dove gli zuccheri vengono ossidati per dar luogo alla formazione di ATP, la distinzione che intendevo fare è che le piante, essendo autotrofe, ottengono questi zuccheri tramite la fotosintesi, mentre gli organismi animali, eterotrofi, sono costretti a ricavare tutta l’energia tramite l’ingestione di sostanze esterne. Mentre in un organismo eterotrofo l’energia disponibile dipende dal cibo ingerito, in quello autotrofo dipende dalla massa fogliare presente e dalla luce che riceve.
L’aneddoto a cui ti riferisci forse poteva far riferimento al fatto che il tronco dell’olivo é agli effetti, multitronco, ovvero dopo una certa età ogni corda è separata delle altre.
Hai perfettamente ragione, ottima potatura considerando il numero di piante da gestire. Ma se hai 15000 piante, fra secolari e intensivi di 20 anni, da gestire con 2/3 potatori, faresti queste carezze o interverresti con pochi tagli grossi riducendo il numero di branche?
Non mi esprimo per varietà che non conosco in zone diverse dalla Toscana,ma se facessi simili capitozzature nei miei leccini o peggio sui morelli perderei la produzione per svariati anni. Ho visto fare “ capolavori “simili su piante magnifiche con branche primarie ben impostate trasformandolle in ombrelloni da due metri e mezzo ,producevano oltre 60 kg a pianta , il risultato è stato che dopo venti anni di sognano le rese precedenti e non le riavranno fintanto che non ripristineranno un vaso policonico equilibrato, ammesso che ci riescano perché nel frattempo la carie ha lavorato sui tronchi a causa dei tagli giganteschi.
@@xx1187 non scambiamo le capitozzature e gli ombrelloni con questo tipo di potatura. Per il resto ognuno è libero di pensare ciò che vuole, sta di fatto che i Leccini e i moraioli, almeno in Molise, se potati in modo simile a questo producono abbondantemente.
@@PotaturaOlivoItalianon per polemizzare ma i vecchi tagli al ceppo o quelli di branche da 20 cm che si vedono al min. 6,40 a casa mia si chiamano capitozzature… Ognuno fa come gli pare ed è giusto così , ma a parere mio quel tipo di allevamento che si vede nel video presenta molte criticità, a cominciare dal portamento troppo sdraiato delle branche che alla prima nevicata importante vanno incontro a facili scioncature fino alle dicotomie per non parlare della gestione nel tempo di numerose branche secondarie e cime Saluti
buon giorno Carlo, seguo sempre con interesse i tuoi video, divulgati molto bene, dove indipendentemente dalla forma di allevamento il fine è la produzione , l'equilibrio vegetativo e il rapporto chioma radici , gli alberi che tu mostri rispecchiano queste caratteristiche, complimenti al prossimo video, saluti dalla sardegna
@@micheledefalchi4984 grazie Michele un saluto anche a te!
Un gran professionista !!!
Ciao Carlo, ti seguo dalla Calabria dove ho un oliveto composto, principalmente, da Roggianella, varietà a comportamento molto assurgente. Posso confermare che la potatura a vaso policonico è stata fallimentare, mentre, da quando seguo le indicazioni di Rafael Navarro ed ho operato un sistematico rinnovo delle branche si sono visti ottimi risultati. Mi fa molto piacere vedere che trovo riscontro nei tuoi video dai quali ho tratto delle informazioni molto utili. Grazie.
@@giacomo843 ciao Giacomo, grazie a te per la preziosa testimonianza 🙏
Ciao carlo. Grazie per i tuoi consigli cme se mpre🙋👍💯
Grazie Paolo, un saluto!
Hai perfettamente ragione quest’anno inizierò a rinnovare i miei ulivi che hanno quasi 60 anni una branca alla volta iniziando dal palo più verticale se ha gemme latenti la taglio dall’ impalcato altrimenti faccio un taglio sacrificato più in alto sperando che ricacci più in basso. Se non é giusto correggimi buon lavoro
@@sandroproietto260 in linea generale corretto
Come si fa a contenere gli alberi in ampiezza per mantenere il rapporto corretto volume chioma ettaro sopratutto in sesti stretti?
Semplicemente con i rinnovi?
@@mariosabiu4656 inizialmente tagli di branche intere in soprannumero, successivamente tagli di rinnovo delle branche che rimangono. Ad un certo punto potrebbe anche essere necessario eliminare gli alberi in soprannumero.
Salve...ogni quanti anni bisognerebbe rinnovare? E quento tempo prima iniziare?
Grazie
@@DiSebastianoRenzo ciao Renzo, non ci sono regole fisse, dipende tutto da sesto, varietà, stato delle piante. La bravura del potatore sta proprio nel considerare tutte queste variabili e prendere la migliore decisione per il contesto determinato.
l'albero abbandonato che hai fatto vedere peró non mi sembrava cosi carico di legno sttutturale, le branche erano poco piu grandi della mano e aveva comunque una marea di foglie, potrebbe essere che ha prodotto lo scorso anno e quest'anno è in fase di scarica?
@@simonet3209 se fosse in scarica dovrebbe avere degli allungamenti molto sviluppati che invece non ha. L’anno prossimo sarà come quest’anno. È un olivo sovradimensionato per il terreno su cui poggia.
@@PotaturaOlivoItalia quindi secondo te una pianta del genere su un terreno migliore sarebbe produttivo a livello di rapporto legno/foglia o comunque andrebbe ridotto? Sto cercando di capirci qualcosa
@@simonet3209 lo dico in molti video: il livello di fertilità del terreno (tessitura, S.O., profondità), la disponibilità di acqua (pluviometria e/o irrigazione), l’orografia (pianura o collina) determinano il volume di chioma per ettaro ideale di una piantagione.
In questa equazione il legno è un mero consumatore di nutrienti, pertanto, per mantenere chiome grandi e alberi carichi di legna per avere una buona produzione il terreno deve obbligatoriamente molto fertile e con buona dotazione di acqua
@@simonet3209 un gran errore commesso da molti è pensare di aver capito che c’è un modo unico di potare che è il migliore dopo aver visto in una situazione determinata che quel modo di potare e portare gli alberi funziona.
@@simonet3209 nei video ho mostrato potature di alberi che vengono lasciati molto grandi o in cui sono state fatte potature drastiche. Le scelte sono sempre valutate dalla valutazione di tutte queste variabili e dai rapporti sulle produzioni ottenute dal proprietario negli ultimi anni.
Salve Carlo chiedo gentilmente in che senso dici spesso ed anche in questo vodeo, che il tronco è forte utilizzatore di risorse. Io pensavo che il tronco fosse per la maggior parte morto e di vivo c'è solo anello di cellelule cambiali che producono i vasi che servono alla crescita in corso e lo fanno in funzione delle foglie, quindi se uno riduce le foglie ci saranno meno vasi. E le riso4se per produrre questi vasi non mi pare possano essere così rilevanti. O almeno lo sono quanto è necessario e dettato dalla chioma . Per il resto della biomassa del tronco , anche se rilevante perché la pianta è vecchia, è roba morta che non si nutre più. O mi sbaglio? Grazie ciao
@@stivengallo9064 ciao Stiven, a differenza di un organismo animale dove ogni cellula possiede mitocondri che ossidano zuccheri o lipidi per ottenere energia, in un organismo vegetale l’unica struttura in grado di produrre energia disponibile per il sistema è la foglia, la quale grazie ai cloroplasti converte CO2 e acqua in zuccheri disponibili per il resto delle strutture (germogli, radici, tronco).
Le radici grazie a questi zuccheri possono pompare acqua e nutrienti dal terreno.
Il tronco invece, é un puro consumatore sia degli zuccheri provenienti dalle foglie che di acqua e molecole provenienti dalle radici. Oltre che per mantenersi vivo, il tronco spende una quota di queste risorse per continuare ad accrescere in diametro grazie al cambio. La parte centrale, chiamata durame, anche se costituita da cellule ormai morte comunque contiene una piccolissima porzione di zuccheri e acqua.
Riducendo le foglie a discapito del legno, si pone tutto il sistema pianta in uno stato deficitario di energia in quanto le spese energetiche rimangono pressoché costanti ma la generazione di energia é insufficiente.
Per questo motivo, alterando eccessivamente la relazione chioma:radice si ha una forte emissione di nuovo materiale vegetale: la radice ed il tronco corrispondente, privati dei loro generatori di energia investono una parte delle loro riserve per generare di nuovo i pannelli solari necessari a fornire loro gli zuccheri di cui hanno bisogno.
@@stivengallo9064 da questa analisi emerge che, per avere una pianta energéticamente efficente (ovvero produrre tanta energia, consumarne poca, in modo tale che l’eccesso energetico venga destinato alla fioritura, crescita dei germogli, ingrossamento dei frutti) é necessario far sviluppare la radice il più possibile, aumentare al massimo la quantità di foglia, diminuire al minimo la quantità di legno.
Ciao abbi pazienza ma tutte le cellule vegetali hanno i mitocondri solo i cloroplasti come dici, sono solo nelle foglie . Pensavo che tu fossi a conoscenza dell'esistenza di particolari funzioni energivore del fusto di olivo, ma non mi sembra che tu faccia riferimento a niente di ciò. Una volta uno mi disse che olivo sembra un albero ma in realtà non lo è proprio del tutto , da un punto di vista botanico delle strutture interne del fusto (non a occhio) però non sono mai riuscito bene a sapere a cosa si riferisse , non ho mai trovato info specializzate a tale riguardo. Spe4avo che tu ti riferissi a qualcosa in tal senso.
A livello pratico poi si, mi sembra evidente di favorire la foglia al legno grazie ciao
certo anche le cellule vegetali hanno i mitocondri dove gli zuccheri vengono ossidati per dar luogo alla formazione di ATP, la distinzione che intendevo fare è che le piante, essendo autotrofe, ottengono questi zuccheri tramite la fotosintesi, mentre gli organismi animali, eterotrofi, sono costretti a ricavare tutta l’energia tramite l’ingestione di sostanze esterne.
Mentre in un organismo eterotrofo l’energia disponibile dipende dal cibo ingerito, in quello autotrofo dipende dalla massa fogliare presente e dalla luce che riceve.
L’aneddoto a cui ti riferisci forse poteva far riferimento al fatto che il tronco dell’olivo é agli effetti, multitronco, ovvero dopo una certa età ogni corda è separata delle altre.
Hai perfettamente ragione, ottima potatura considerando il numero di piante da gestire. Ma se hai 15000 piante, fra secolari e intensivi di 20 anni, da gestire con 2/3 potatori, faresti queste carezze o interverresti con pochi tagli grossi riducendo il numero di branche?
@@mauriziobilotti9707 dipende dalle condizioni delle piante
Queste branche nuove hanno almeno 10 anni...per piacere parliamo di cose serie
@@domenicovalentino2457 e funzionano benissimo per altri 7-10 anni
Non mi esprimo per varietà che non conosco in zone diverse dalla Toscana,ma se facessi simili capitozzature nei miei leccini o peggio sui morelli perderei la produzione per svariati anni.
Ho visto fare “ capolavori “simili su piante magnifiche con branche primarie ben impostate trasformandolle in ombrelloni da due metri e mezzo ,producevano oltre 60 kg a pianta , il risultato è stato che dopo venti anni di sognano le rese precedenti e non le riavranno fintanto che non ripristineranno un vaso policonico equilibrato, ammesso che ci riescano perché nel frattempo la carie ha lavorato sui tronchi a causa dei tagli giganteschi.
@@xx1187 non scambiamo le capitozzature e gli ombrelloni con questo tipo di potatura. Per il resto ognuno è libero di pensare ciò che vuole, sta di fatto che i Leccini e i moraioli, almeno in Molise, se potati in modo simile a questo producono abbondantemente.
@@PotaturaOlivoItalianon per polemizzare ma i vecchi tagli al ceppo o quelli di branche da 20 cm che si vedono al min. 6,40 a casa mia si chiamano capitozzature…
Ognuno fa come gli pare ed è giusto così , ma a parere mio quel tipo di allevamento che si vede nel video presenta molte criticità, a cominciare dal portamento troppo sdraiato delle branche che alla prima nevicata importante vanno incontro a facili scioncature fino alle dicotomie per non parlare della gestione nel tempo di numerose branche secondarie e cime
Saluti