L'ho conosciuto di persona a Roma al Teatro Argentina nel 1976 durante una delle rappresentazioni di "Misura per misura" di Shakespeare in compagnia tra gli altri di Mario Scaccia.
Lo sceneggiato RAI Giocando a Golf una Mattina è un gioiello della televisione italiana del 1969 miniserie in 6 puntate, un'opera che brilla per la sua profondità psicologica e per la straordinaria qualità delle interpretazioni. Questo adattamento, che trae la sua forza da una sceneggiatura ben costruita e una regia raffinata del grande Daniele D’Anza, è reso indimenticabile dalle interpretazioni magistrali di Luigi Vannucchi e Aroldo Tieri. Luigi Vannucchi, con la sua presenza scenica imponente, dà vita a un personaggio complesso e stratificato. La sua capacità di esprimere con eleganza il tormento interiore e la tensione emotiva del protagonista è semplicemente straordinaria. Vannucchi riesce a trasmettere ogni sfumatura emotiva con uno sguardo, un gesto, una pausa, portando lo spettatore dentro la psiche del suo personaggio con una naturalezza disarmante. La sua performance è una lezione di recitazione, un esempio di come il talento puro possa trasformare una sceneggiatura in un'opera d'arte. Accanto a lui, Aroldo Tieri offre un'interpretazione altrettanto brillante. Con la sua innata ironia e il suo stile sofisticato, Tieri riesce a bilanciare perfettamente i toni dello sceneggiato, offrendo un contrappunto necessario al dramma interiore del protagonista. Il suo personaggio, con tutte le sue sfaccettature, è reso vivo dalla capacità di Tieri di giocare con le parole e con i silenzi, creando un personaggio memorabile che resta impresso nella memoria degli spettatori. La sinergia tra Vannucchi e Tieri è palpabile, e il loro dialogo sullo schermo è un vero e proprio duello recitativo. Entrambi gli attori elevano la narrazione a un livello superiore, trasformando Giocando a Golf una Mattina in un'esperienza televisiva che va oltre la semplice visione, diventando un'esplorazione profonda dell'animo umano. Giocando a Golf una Mattina è uno degli sceneggiati più raffinati e intensi mai prodotti dalla RAI. La combinazione di una sceneggiatura ben costruita, una regia impeccabile e le interpretazioni magistrali di Luigi Vannucchi e Aroldo Tieri rende questo sceneggiato un capolavoro imperdibile, un esempio eccellente della grande tradizione televisiva italiana. www.candiano.com
Aroldo Tieri restituisce a Luigi Vannucchi il collare del cane e gli dice: "Scotland Yard lo ha esaminato attentamente, minuziosamente: è un normalissimo collare da cani". Eppure, qualche puntata dopo, Sergio Graziani, che interpreta il nipote della Signora che è stata uccisa in casa di Kirby, prende lo stesso collare, tira su una chiusura lampo interna e ne estrae una chiave che apre una cassetta di sicurezza che contiene di tutto e di più. Come è possibile?
Hai ragione, come vedi anche Scottlan Yard fa errori o… al suo interno qualcuno è colluso (in tal caso non si comprende perché non abbia eliminato un elemento così importante), o l'autore del libro ha avuto una svista o… io, che sono ancora a questa puntata, pensavo che i vetri del collare fossero diamanti. In ogni caso Scottlan Yard nei romanzi fa sempre una figura peregrina, alle volte anche nella realtà. Buona giornata 😊
Si poteva anche ipotizzare che quando Scotland Yard aveva esaminato il collare effettivamente non ci fosse nulla, ma dopo l'assassinio della signora Mason qualcuno avesse infilato quella chiave nel collare, per farla trovare proprio al nipote e permettergli di aprire la cassetta di sicurezza. Insomma, non si tratta di errori del romanzo, o di sviste della sceneggiatura, ma di un colpo di scena abbastanza normale in un giallo...
@@Albert-ct6tt Mi piace tantissimo questa risposta, perché denota una mentalità razionale ed analitica. Mi chiedo se la persona che ha risposto non sia, per caso, qualcuno che si occupa di crime stories da professionista. Perché in tal caso mi piacerebbe corrispondere in maniera costante su questo argomento, sempre che vi sia disponibilità. La soluzione ipotizzata è fattibile: in parole povere ci sta tutta. Solo non riesco a comprendere come, nel caso sia questa la spiegazione, si sia creata tutta questa aspettativa nei confronti di questo collare. Lo dico perché tutti si affannano a cercarlo e sono capaci, teoricamente, di tutto pur di impossessarsene. Se non conteneva nulla dal principio non si spiega, a meno che non vi fosse una motivazione diversa, ossia qualcosa di altro nascosto in esso in un altro modo. Se, invece, la chiave è stata aggiunta dopo mi chiedo da chi e perché: non vi era un motivo concreto di farlo dopo, anche perché chi lo avesse (ipoteticamente) fatto non poteva essere certo di sapere in che mani sarebbe andato a finire. In definitiva, benché trovi brillante questa possibile svolta nella storia - e lo confermo - ci sono ancora molte zone di ombra che non riesco a spiegarmi. Apprezzo tanto questo intervento e vorrei continuare ad enucleare questo argomento, rimarcando i miei complimenti per il commento.
Recitazione tutt'altro che spontanea ma a quei tempi è diffusa , solo pochi anni prima, ,nei '60 non era così enfatica, proprio no, però è piacevole, a tratti buffo....
Gentile signora, mi viene da pensare che le non ami il teatro. Quella che lei chiama recitazione poco spontanea è recitazione teatrale. Se ha visto anche altri sceneggiati, David Copperfield, E le stelle stanno a guardare, La cittadella, e moltri altri, avrà certamente fatto caso che gli interpreti sono quasi tutti grandi attori di teatro...ecco spiegato l'arcano. e sono tutti dei grandissimi attori, tutt'altro che buffi.
Virginia Ipazia - Prima di tutto questo sceneggiato è degli anni '60 (1969). Inoltre, non è vero che la recitazione sia troppo "enfatica". Qui Vannucchi interpreta un poliziotto che indaga dopo il dramma della morte del fratello, quindi la sua recitazione è del tutto adeguata al ruolo e alle emozioni del personaggio. Poi ci sono grandi attori come Aroldo Tieri, e Andrea Checchi, la cui recitazione è più controllata, anche perché i loro personaggi sono meno coinvolti emotivamente. In realtà questo sceneggiato (come molti di quegli anni) è un ottimo lavoro, recitato benissimo da grandi attori. Nulla a che vedere con i tanti cani che si vedono oggi al cinema e in tv, gente priva di basi e di mestiere.
E ammettiamolo, dai: Vannucchi un po' "enfatico" lo era (pensate a Una tragedia americana, a Il cappello del prete)... ma era una sua caratteristica, il suo temperamento. E iniziò a recitare con un giovanissimo Gassman... che se non era "enfatico" Lui!! Ciò che trovo curioso del commento di Virginia Ipazia è quel "buffo"... indica come le percezioni, e il concetto stesso di "recitazione" cambino molto attraverso le generazioni :)
Che belli che belli che belli..,..questi sceneggiati.....che belli!
Grandissimo Luigi Vannucchi e bravissimi tutti gli altri inoltre splendida la trama di questo giallo.
L'ho conosciuto di persona a Roma al Teatro Argentina nel 1976 durante una delle rappresentazioni di "Misura per misura" di Shakespeare in compagnia tra gli altri di Mario Scaccia.
giallo ben costruito ed attori bravissimi!🤩👍
Vannucchi strepitoso e una sigla d'apertura che restituisce in pieno il sapore degli anni '60
Verissimo... magici sixties della mia infanzia!! Yeah! 😛
Lo sceneggiato RAI Giocando a Golf una Mattina è un gioiello della televisione italiana del 1969 miniserie in 6 puntate, un'opera che brilla per la sua profondità psicologica e per la straordinaria qualità delle interpretazioni. Questo adattamento, che trae la sua forza da una sceneggiatura ben costruita e una regia raffinata del grande Daniele D’Anza, è reso indimenticabile dalle interpretazioni magistrali di Luigi Vannucchi e Aroldo Tieri.
Luigi Vannucchi, con la sua presenza scenica imponente, dà vita a un personaggio complesso e stratificato. La sua capacità di esprimere con eleganza il tormento interiore e la tensione emotiva del protagonista è semplicemente straordinaria. Vannucchi riesce a trasmettere ogni sfumatura emotiva con uno sguardo, un gesto, una pausa, portando lo spettatore dentro la psiche del suo personaggio con una naturalezza disarmante. La sua performance è una lezione di recitazione, un esempio di come il talento puro possa trasformare una sceneggiatura in un'opera d'arte.
Accanto a lui, Aroldo Tieri offre un'interpretazione altrettanto brillante. Con la sua innata ironia e il suo stile sofisticato, Tieri riesce a bilanciare perfettamente i toni dello sceneggiato, offrendo un contrappunto necessario al dramma interiore del protagonista. Il suo personaggio, con tutte le sue sfaccettature, è reso vivo dalla capacità di Tieri di giocare con le parole e con i silenzi, creando un personaggio memorabile che resta impresso nella memoria degli spettatori.
La sinergia tra Vannucchi e Tieri è palpabile, e il loro dialogo sullo schermo è un vero e proprio duello recitativo. Entrambi gli attori elevano la narrazione a un livello superiore, trasformando Giocando a Golf una Mattina in un'esperienza televisiva che va oltre la semplice visione, diventando un'esplorazione profonda dell'animo umano.
Giocando a Golf una Mattina è uno degli sceneggiati più raffinati e intensi mai prodotti dalla RAI. La combinazione di una sceneggiatura ben costruita, una regia impeccabile e le interpretazioni magistrali di Luigi Vannucchi e Aroldo Tieri rende questo sceneggiato un capolavoro imperdibile, un esempio eccellente della grande tradizione televisiva italiana. www.candiano.com
Molto bello non mi stanco mai di rivederlo
OK... grazie 1000!
11'30" Qualche amatore sarebbe cosi' bravo da dirmi che song parte? deliziosa... come le gambe chilometriche di Kay Richardson.... :)
Che bello. Ricordo di averlo visto in replica: la domenica pomeriggio all'interno di "Domenica In"
che schianto Luisella Boni
Mah... secondo me, ho già scoperto il colpevole!! 😂😎😛
Aroldo Tieri restituisce a Luigi Vannucchi il collare del cane e gli dice: "Scotland Yard lo ha esaminato attentamente, minuziosamente: è un normalissimo collare da cani". Eppure, qualche puntata dopo, Sergio Graziani, che interpreta il nipote della Signora che è stata uccisa in casa di Kirby, prende lo stesso collare, tira su una chiusura lampo interna e ne estrae una chiave che apre una cassetta di sicurezza che contiene di tutto e di più. Come è possibile?
Hai ragione, come vedi anche Scottlan Yard fa errori o… al suo interno qualcuno è colluso (in tal caso non si comprende perché non abbia eliminato un elemento così importante), o l'autore del libro ha avuto una svista o… io, che sono ancora a questa puntata, pensavo che i vetri del collare fossero diamanti. In ogni caso Scottlan Yard nei romanzi fa sempre una figura peregrina, alle volte anche nella realtà. Buona giornata 😊
I tecnici di Scotland Yard sono stati assunti da un supermercato. Tutto qui.
LO SCENEGGIATO SAREBBE FINITO TROPPO PRESTO! E QUESTO ALLA RAI NON POTEVA ANDAR BENE! DOVEVA PROLUNGARLO PERCHE' GLI ASCOLTI ERANO ALTISSIMI!
Si poteva anche ipotizzare che quando Scotland Yard aveva esaminato il collare effettivamente non ci fosse nulla, ma dopo l'assassinio della signora Mason qualcuno avesse infilato quella chiave nel collare, per farla trovare proprio al nipote e permettergli di aprire la cassetta di sicurezza. Insomma, non si tratta di errori del romanzo, o di sviste della sceneggiatura, ma di un colpo di scena abbastanza normale in un giallo...
@@Albert-ct6tt Mi piace tantissimo questa risposta, perché denota una mentalità razionale ed analitica. Mi chiedo se la persona che ha risposto non sia, per caso, qualcuno che si occupa di crime stories da professionista. Perché in tal caso mi piacerebbe corrispondere in maniera costante su questo argomento, sempre che vi sia disponibilità.
La soluzione ipotizzata è fattibile: in parole povere ci sta tutta. Solo non riesco a comprendere come, nel caso sia questa la spiegazione, si sia creata tutta questa aspettativa nei confronti di questo collare. Lo dico perché tutti si affannano a cercarlo e sono capaci, teoricamente, di tutto pur di impossessarsene. Se non conteneva nulla dal principio non si spiega, a meno che non vi fosse una motivazione diversa, ossia qualcosa di altro nascosto in esso in un altro modo. Se, invece, la chiave è stata aggiunta dopo mi chiedo da chi e perché: non vi era un motivo concreto di farlo dopo, anche perché chi lo avesse (ipoteticamente) fatto non poteva essere certo di sapere in che mani sarebbe andato a finire. In definitiva, benché trovi brillante questa possibile svolta nella storia - e lo confermo - ci sono ancora molte zone di ombra che non riesco a spiegarmi.
Apprezzo tanto questo intervento e vorrei continuare ad enucleare questo argomento, rimarcando i miei complimenti per il commento.
Recitazione tutt'altro che spontanea ma a quei tempi è diffusa , solo pochi anni prima, ,nei '60 non era così enfatica, proprio no, però è piacevole, a tratti buffo....
Gentile signora, mi viene da pensare che le non ami il teatro. Quella che lei chiama recitazione poco spontanea è recitazione teatrale. Se ha visto anche altri sceneggiati, David Copperfield, E le stelle stanno a guardare, La cittadella, e moltri altri, avrà certamente fatto caso che gli interpreti sono quasi tutti grandi attori di teatro...ecco spiegato l'arcano. e sono tutti dei grandissimi attori, tutt'altro che buffi.
@@flaviamancini8193 attori strepitosi, sceneggiati magnifici
Virginia Ipazia - Prima di tutto questo sceneggiato è degli anni '60 (1969). Inoltre, non è vero che la recitazione sia troppo "enfatica". Qui Vannucchi interpreta un poliziotto che indaga dopo il dramma della morte del fratello, quindi la sua recitazione è del tutto adeguata al ruolo e alle emozioni del personaggio. Poi ci sono grandi attori come Aroldo Tieri, e Andrea Checchi, la cui recitazione è più controllata, anche perché i loro personaggi sono meno coinvolti emotivamente. In realtà questo sceneggiato (come molti di quegli anni) è un ottimo lavoro, recitato benissimo da grandi attori. Nulla a che vedere con i tanti cani che si vedono oggi al cinema e in tv, gente priva di basi e di mestiere.
E ammettiamolo, dai: Vannucchi un po' "enfatico" lo era (pensate a Una tragedia americana, a Il cappello del prete)... ma era una sua caratteristica, il suo temperamento. E iniziò a recitare con un giovanissimo Gassman... che se non era "enfatico" Lui!! Ciò che trovo curioso del commento di Virginia Ipazia è quel "buffo"... indica come le percezioni, e il concetto stesso di "recitazione" cambino molto attraverso le generazioni :)
Piperita ... Vannucchi enfatico in "Una tragedia americana"?