Decisamente superlativi i disegni di Giolitti. Per la sceneggiatura,però, la mia personalissima opinione è che sia tutt’altro che interessante. Forse è anche peggio di quelle dei “centenari” di Tex: almeno questi erano di 114 pagine,e andavano via “veloci”. Questa mi pare tirata all’inverosimile per quanto riguarda la prima parte dell’albo: non si capisce,in particolare, il senso dell’applicazione del “metodo Tex Willer” per estorcere le confessioni a Gormann e Chavez quando costoro,di fatto, non fanno altro che informare Tex di ciò che già sa. A meno di considerarlo un espediente,appunto, per allungare il brodo (per me, comunque, eccessivo… forse si poteva inventare di meglio) e dare un tono di maggiore comicità e di cameratismo fra i pards per divertire i lettori, caratteristica,peraltro, del Tex di Nizzi ormai subentrante a quello di Gianluigi Bonelli (di lì a due anni il passaggio di consegne sulla serie mensile). Ma alcune volte Nizzi esagera, come, per me, in questa circostanza (Tex non è mica Trinità o Lucky Luke!). La seconda parte è la meno peggio, ma poco credibile sia per l’idea del travestimento per entrare in paese inosservati in diligenza (tentativo, peraltro, miseramente fallito, e il Tex che “sbaglia” è un’altra caratteristica dell’evoluzione “nizziana” del personaggio, ma anche qui, per me, esagerando), sia per il finale con quel pugno di imbarazzanti e improbabili abitanti del paese caratterizzati davvero all’inverosimile (e con battute atroci messe in bocca anche ai pards). Molto interessanti, invece, i disegni di Giolitti, le cui caratteristiche insuperabili sono state ben evidenziate nel video. Inviterei, però, a chi vuole apprezzarlo meglio ad acquistare questa storia, come le altre quattro sulla serie mensile (la prima e l’ultima incompiute), nel formato in bianco e nero. Il realismo e l’umanità di Giolitti sono resi in modo ancora più magistrale nell’abilissimo gioco che fa del bianco e nero, sia nelle sfumature e negli incavi, sia nei contrasti. Da questo punto di vista, per me, non ha avuto eguali tra i disegnatori di Tex. Peccato che ci ha lavorato poco, anche se il suo allievo ed erede Giovanni Ticci non è stato davvero da meno. Come si vede, un giudizio, il mio, spaccato in due: 10 ai disegni, 4 alla sceneggiatura. Ma i “Texoni” hanno avuto quella caratteristica che non mi ha mai “preso” veramente: quella, non senza rischi, della sperimentazione, sia a livello di sceneggiatura, sia, ma forse anche di più, a livello di disegnatori, molti dei quali, poi, superata al vaglio del pubblico questa “prova”, sono stati reclutati nella serie mensile.
Ciao Andrea complimenti per il tuo commento. Solo un particolare: non ti sembra di essere stato troppo severo con il maestro Nizzi? Ti ricordo che siamo nel 1989. Essendo un episodio ambientato nella city a questo punto cosa pensi del film "Un Dollaro d'Onore"? Nel mondo Tex i Texoni sono i più venduti.... Ciao e grazie!
@@ceraunavoltailclassico1180 Ma ci mancherebbe! Nizzi non è un maestro. E' un grandissimo maestro! Proprio per questa sua eccezionalità sono stato, lo so, molto severo nel mio voto. Fosse stato un mediocre, gli avrei dato le "circostanze attenuanti" e un voto migliore! Come, però, ho scritto nel mio commento, preciso (eventualmente per tranquillizzarlo) che la mia è un'opinione personalissima, benché, credo, sufficientemente argomentata, anche riguardo a una certa mia "allergia" ai "Texoni" per il rischio insito nelle sperimentazioni. Dopodiché, io sono il primo a sostenere che un personaggio deve anche evolversi, ma con gradualità. In questo numero, si è andati, come ho scritto, troppo oltre. E, comunque, questo è il mio parere personale su questo "Texone", non certo sull'intera produzione che, ne sono sicuro, offre anch'essa racconti di alta qualità. Che i "Texoni" siano più venduti della serie mensile non può che farmi piacere per il mondo Tex e la Bonelli; forse beneficiano, in parte, di ciò a cui sono "allergico": la sperimentazione. Il "Texone" non è certo il Tex "classico", pur con le sue necessarie e opportune evoluzioni, proposto nella serie mensile. Aggiungo solo che i "Texoni" sono maggiormente sponsorizzati per le "guest stars" di disegnatori di altissimo livello (vedi Giolitti, al quale ho dato 10): in questo sono opere d'arte, e perfino questo, per me, è un'opera d'arte (ma non nella sceneggiatura). Il fatto, infine, che sia ambientato nella City non è il motivo del mio voto basso. Il paragone con "Un dollaro d'onore" non vedo in che termini possa essere proponibile: due opere, due storie, due (ebbene si, mi spiace) sceneggiature completamente diverse. Ma se proprio devo dirne una, beh, la profondità di ogni personaggio del film non ha riscontri in questa storia: qui, anzi, profondità psicologica dei personaggi praticamente non ce n'è. E' una lettura tutto sommato facile, divertente, molto disimpegnata. Niente di più. Che sia anche questo il motivo per cui ha venduto molto? Il fatto, cioè, che non faccia pensare, riflettere, meditare? Una sceneggiatura impegnativa non necessariamente non deve anche essere comica.... Alla prossima. Per parte mia, sono pronto al massacro dei lettori (magari contribuisco a incrementare il numero dei commenti... Mi immolo volentieri per la buona causa!).
Signor Gianelli io non concordo con lei per il voto che ha dato allo sceneggiatore. Lo trovo un insulto alla sceneggiatura. Ho letto che secondo lei è un grande maestro e penso che lei debba essere misericordioso e pietoso nei confronti del signor Mizzi. Video molto bello a me è piaciuto non conoscevo la storia, disegni stupendi quindi concordo con lei in questo.
@@thomasste Mi spiace, ma proprio per il grande rispetto che ho di Nizzi, del quale ho decantato i meriti, so di poter dire liberamente la mia opinione, anche se severa. Temo che lei confonda l'essere misericordioso e pietoso con l'ipocrisia: essere misericordioso e pietoso significa non aver paura di dire la verità, anche se cruda, riconoscendo al tempo stesso i meriti della persona a cui ci si riferisce. In ogni caso, ribadisco che quanto ho scritto è la mia opinione personale, non la verità assoluta. Io l'ho anche motivata. Mi piacerebbe sapere in base a quali motivazioni lei, invece, ritiene buona questa sceneggiatura. Il confronto fra opinioni diverse mi entusiasma sempre tantissimo.
Decisamente superlativi i disegni di Giolitti. Per la sceneggiatura,però, la mia personalissima opinione è che sia tutt’altro che interessante. Forse è anche peggio di quelle dei “centenari” di Tex: almeno questi erano di 114 pagine,e andavano via “veloci”. Questa mi pare tirata all’inverosimile per quanto riguarda la prima parte dell’albo: non si capisce,in particolare, il senso dell’applicazione del “metodo Tex Willer” per estorcere le confessioni a Gormann e Chavez quando costoro,di fatto, non fanno altro che informare Tex di ciò che già sa. A meno di considerarlo un espediente,appunto, per allungare il brodo (per me, comunque, eccessivo… forse si poteva inventare di meglio) e dare un tono di maggiore comicità e di cameratismo fra i pards per divertire i lettori, caratteristica,peraltro, del Tex di Nizzi ormai subentrante a quello di Gianluigi Bonelli (di lì a due anni il passaggio di consegne sulla serie mensile). Ma alcune volte Nizzi esagera, come, per me, in questa circostanza (Tex non è mica Trinità o Lucky Luke!). La seconda parte è la meno peggio, ma poco credibile sia per l’idea del travestimento per entrare in paese inosservati in diligenza (tentativo, peraltro, miseramente fallito, e il Tex che “sbaglia” è un’altra caratteristica dell’evoluzione “nizziana” del personaggio, ma anche qui, per me, esagerando), sia per il finale con quel pugno di imbarazzanti e improbabili abitanti del paese caratterizzati davvero all’inverosimile (e con battute atroci messe in bocca anche ai pards). Molto interessanti, invece, i disegni di Giolitti, le cui caratteristiche insuperabili sono state ben evidenziate nel video. Inviterei, però, a chi vuole apprezzarlo meglio ad acquistare questa storia, come le altre quattro sulla serie mensile (la prima e l’ultima incompiute), nel formato in bianco e nero. Il realismo e l’umanità di Giolitti sono resi in modo ancora più magistrale nell’abilissimo gioco che fa del bianco e nero, sia nelle sfumature e negli incavi, sia nei contrasti. Da questo punto di vista, per me, non ha avuto eguali tra i disegnatori di Tex. Peccato che ci ha lavorato poco, anche se il suo allievo ed erede Giovanni Ticci non è stato davvero da meno. Come si vede, un giudizio, il mio, spaccato in due: 10 ai disegni, 4 alla sceneggiatura. Ma i “Texoni” hanno avuto quella caratteristica che non mi ha mai “preso” veramente: quella, non senza rischi, della sperimentazione, sia a livello di sceneggiatura, sia, ma forse anche di più, a livello di disegnatori, molti dei quali, poi, superata al vaglio del pubblico questa “prova”, sono stati reclutati nella serie mensile.
Ciao Andrea complimenti per il tuo commento. Solo un particolare: non ti sembra di essere stato troppo severo con il maestro Nizzi? Ti ricordo che siamo nel 1989. Essendo un episodio ambientato nella city a questo punto cosa pensi del film "Un Dollaro d'Onore"? Nel mondo Tex i Texoni sono i più venduti.... Ciao e grazie!
@@ceraunavoltailclassico1180 Ma ci mancherebbe! Nizzi non è un maestro. E' un grandissimo maestro! Proprio per questa sua eccezionalità sono stato, lo so, molto severo nel mio voto. Fosse stato un mediocre, gli avrei dato le "circostanze attenuanti" e un voto migliore! Come, però, ho scritto nel mio commento, preciso (eventualmente per tranquillizzarlo) che la mia è un'opinione personalissima, benché, credo, sufficientemente argomentata, anche riguardo a una certa mia "allergia" ai "Texoni" per il rischio insito nelle sperimentazioni. Dopodiché, io sono il primo a sostenere che un personaggio deve anche evolversi, ma con gradualità. In questo numero, si è andati, come ho scritto, troppo oltre. E, comunque, questo è il mio parere personale su questo "Texone", non certo sull'intera produzione che, ne sono sicuro, offre anch'essa racconti di alta qualità. Che i "Texoni" siano più venduti della serie mensile non può che farmi piacere per il mondo Tex e la Bonelli; forse beneficiano, in parte, di ciò a cui sono "allergico": la sperimentazione. Il "Texone" non è certo il Tex "classico", pur con le sue necessarie e opportune evoluzioni, proposto nella serie mensile. Aggiungo solo che i "Texoni" sono maggiormente sponsorizzati per le "guest stars" di disegnatori di altissimo livello (vedi Giolitti, al quale ho dato 10): in questo sono opere d'arte, e perfino questo, per me, è un'opera d'arte (ma non nella sceneggiatura). Il fatto, infine, che sia ambientato nella City non è il motivo del mio voto basso. Il paragone con "Un dollaro d'onore" non vedo in che termini possa essere proponibile: due opere, due storie, due (ebbene si, mi spiace) sceneggiature completamente diverse. Ma se proprio devo dirne una, beh, la profondità di ogni personaggio del film non ha riscontri in questa storia: qui, anzi, profondità psicologica dei personaggi praticamente non ce n'è. E' una lettura tutto sommato facile, divertente, molto disimpegnata. Niente di più. Che sia anche questo il motivo per cui ha venduto molto? Il fatto, cioè, che non faccia pensare, riflettere, meditare? Una sceneggiatura impegnativa non necessariamente non deve anche essere comica.... Alla prossima. Per parte mia, sono pronto al massacro dei lettori (magari contribuisco a incrementare il numero dei commenti... Mi immolo volentieri per la buona causa!).
Signor Gianelli io non concordo con lei per il voto che ha dato allo sceneggiatore. Lo trovo un insulto alla sceneggiatura. Ho letto che secondo lei è un grande maestro e penso che lei debba essere misericordioso e pietoso nei confronti del signor Mizzi. Video molto bello a me è piaciuto non conoscevo la storia, disegni stupendi quindi concordo con lei in questo.
@@thomasste Mi spiace, ma proprio per il grande rispetto che ho di Nizzi, del quale ho decantato i meriti, so di poter dire liberamente la mia opinione, anche se severa. Temo che lei confonda l'essere misericordioso e pietoso con l'ipocrisia: essere misericordioso e pietoso significa non aver paura di dire la verità, anche se cruda, riconoscendo al tempo stesso i meriti della persona a cui ci si riferisce. In ogni caso, ribadisco che quanto ho scritto è la mia opinione personale, non la verità assoluta. Io l'ho anche motivata. Mi piacerebbe sapere in base a quali motivazioni lei, invece, ritiene buona questa sceneggiatura. Il confronto fra opinioni diverse mi entusiasma sempre tantissimo.