TROPPA teoria musicale fa MALE?? In attesa della première di sabato 16/5 alle h14, scrivi qui sotto la tua opinione. E imposta il promemoria, a sabato!
Sono sostanzialmente d'accordo con quello che hai detto, purtroppo però vedo poco "amore" nella musica degli ultimi anni. Ben fatta, ben confezionata ma...poca sostanza emozionale, io mi riferisco ora al rock. Io divido sempre i chitarristi in tecnici e stilisti, ovvero quei chitarristi molto tecnici e bravi e quelli che invece hanno portato un loro stile, penso a Keith Richards ma tanti altri...
Ottimo video Da autodidatta ho fatto un percorso che mi ha portato alla teoria quando avevo gia' composto tanta musica. E' stata una goduria rilevare quante regole musicali avevo usato senza conoscerle in maniera teorica. Uno come me che avevo soprannominato la nona come la nota dark, o la quinta bemolle come la nota strana, o la settima maggiore cone la nota rilassante.
In oltre venticinque minuti di video non ho trovato nessun punto che mi portasse ad un disaccordo. Secondo il mio modesto parere questo video è eccezionale. Grande Claudio
Io credo che la maggior parte delle persone, soprattutto chi afferma che troppa teoria fa male, hanno la credenza che per "teoria" si intenda esclusivamente "saper leggere un pentagramma". Invece, ovviamente, con il termine teoria ci si riferisce a tutta la struttura della musica. Saper distinguere una terza minore da una maggiore è teoria. Quindi per quanto mi riguarda è fondamentale studiarla, ma non reputo così altrettanto fondamentale la questione " lettura pentagramma". È chiaro che per essere un musicista a tutto tondo è preferibile avere anche questa abilità, ma a seconda del contesto non la trovo necessaria. Ciao Claudio... A proposito di teoria, credo che tra un po' inizierò il tuo corso Modale facile.
Ottimo argomento! Ne stavo parlando proprio adesso, pensa che coincidenza. Stavo appunto dicendo che stiamo un po' perdendo l'innocenza della spontaneità. La teoria è fondamentale e anche chi dice che non la conosce, ma suona a certi livelli, è ovvio che la conosce benissimo. D'altra parte abbiamo avuto dei geni assoluti come Lucio Dalla o Tommy Emmanuel, che pur avendo una conoscenza molto profonda della musica, a loro dire, non hanno mai imparato a scrivere e leggere gli spartiti. Però è palese che hanno perfettamente chiaro il concetto di battuta, ottava, sincope etc. Quindi il tuo tema riprende più argomenti di sicuro! Molto molto interessante sentire la tua analisi :). Ah ah ah poi di per sé è paradossale, perché chi ti segue, è interessato alla teoria musicale! Sarebbe buffo dirti: "Ah Claudio, ti seguo, ma non m'interessa la teoria, posso farne a meno" ah ah ah sì sì...credici.
Claudio hai una capacità espressiva e di dialogo incredibile, non sarei mai riuscito a fare un analisi così approfondita e obiettiva, non sarei mai riuscito a spiegare questi concetti, non credevo che tu avessi questo punto di vista "largo", sono d'accordo su tutto quello che hai detto, sei uno dei pochi che è riuscito a mettere d'accordo "pro e contro troppa teoria", è impossibile smentirti e soprattutto è difficile che un insegnante dotto come te abbia la capacità di mettere in discussione la teoria, (di solito la si difende a spada tratta) complimenti sinceri, credo che tu sia il maestro italiano su youtube più completo❤️
Il discorso della necessità di sapere la teoria ad una certa età ricalca esattamente il mio percorso e ciò che ho chiesto al mio maestro. Ottimo video e conclusioni azzeccate.
Sono assolutamente d’accordo sul fatto che la teoria serve per capire cosa stai facendo! Trovo sia davvero una caratteristica non scontata del tuo corso e mi sta aiutando molto!
I concetti espressi in questo video sono preziosissimi anche per i principianti, ti possono "alleggerire" e puntare nella giusta direzione. Grazie Claudio!
Ciao Claudio, innanzitutto complimenti e grazie, per la chiarezza con la quale esponi gli argomenti che tratti. Devo dire che sono d'accordo con te su tutti i punti. Ti seguo pur non essendo un chitarrista, bensì un batterista autodidatta non più giovane. A proposito della teoria musicale però, dopo tanti anni di sala prove, esibizioni in concerti, feste private e di piazza, matrimoni, ecc... mi é venuto il desiderio di imparare quello che (come hai, citato tu) mi ha sempre "spaventato", la teoria musicale, quindi saper leggere ed eseguire da spartito. Alla veneranda età di quasi 59 anni, ho perciò acquistato un corso online per batteria (visto anche il periodo di stop forzato) di un bravo batterista italiano, ed ho ricominciato daccapo a partire da come si impugnano le bacchette, solfeggio ritmico e così via. Contemporaneamente su TH-cam seguo anche un insegnante dal quale ho imparato il valore e la posizione delle note sul pentagramma, un pò di solfeggio ed altre cose utili ed interessanti Proprio in occasione di alcuni esercizi, mi sono accorto che quello che stavo leggendo ed eseguendo sul tamburo era ciò che suonavo già da anni ma, semplicemente non lo sapevo non essendo in grado di leggere uno spartito per batteria. Ritengo in conclusione che magari indispensabile no, ma di certo, avere nozioni tecnico/teoriche aiuti parecchio. Grazie ancora e buona musica.
Sono assolutamente d'accordo, con te Claudio, quando hai detto che ognuno deve aver ben chiaro il proprio obiettivo. Se uno ha pochissimo tempo da dedicare allo strumento, lo farà per puro divertimento accontentandosi del basso livello tecnico/teorico. Se viceversa ha voglia (e tempo) per approfondire l'argomento e approcciarsi in modo più "professionale", dovrà per forza arricchire il suo percorso ritagliando una bella fetta del proprio tempo per studiare bene sia teoria che tecnica. E poi c'è il "tocco"... talento naturale...
L'analisi che hai fatto è precisissima e mi trovi completamente d'accordo su tutto. Secondo me ciò che conta di più è il fine, ovvero trasmettere emozioni attraverso la musica, la teoria può essere un veicolo utile che ci può aiutare, ma bisogna sempre tenere a mente il fine. Ancora complimenti per il video
Ho iniziato con la classica alle scuole medie, i classici progetti dopo scuola, suonando tre anni di fra martino ecc... Successivamente un annetto di chitarra elettrica da un maestro e basta. Sono più di 10 anni che "suono" tra varie pause e scoraggiamenti, ma ora mi sento anche quasi bravino studiando da autodidatta e improvvisazioni varie ma ho sempre in fondo in fondo il rammarico di voler sapere cosa faccio mentre suono. Sono felice di come suono, anche perché non mi pongo nessun obiettivo e mi diverto tantissimo anche nella mia cameretta. Bellissimo video come sempre Claudio, molto obbiettivo.
Bravo Claudio, uno dei tuoi video che più mi sono piaciuti! Forse è anche grazie a questo che mi sta tornando la voglia di rimettermi a suonare dopo anni di totale stop per mancanza di tempo e stimoli.
Ciao Claudio! Bellissimo video ed interessantissimo come sempre! Sei scandalosamente bravo a spiegare ed esprimerti. Io sono dell'opinione che sì la teoria serve, è un linguaggio; come molti hanno detto qui nei commenti, ma prima di tutto un genere, un musicista o la canzone stessa devono possedere un anima, un emozione, un messaggio... in primis. Questo sfera emotiva sarà espressa più facilmente se possediamo PIÙ "vocaboli" musicali....ma se lasciamo che il consumo, la lucubrazione e la speculazione eccessiva su tali "vocaboli" porti ad un lento inaridimento della sfera emotiva, di "quello che vogliamo esprimere" con la nostra forma d'arte allora si, in questo caso troppa teoria fa male. Esempio estremo, sia i Dream Theater sia i Nirvana hanno fatto parte della mia formazione musicale, adoro entrambi...ma per dirti il modo di suonare di Kurt Cobain (ritenuto una capra chitarristicamente parlando da molti) i suoi giri d'accordi musicalmente senza senso, la sua voce unita alla sua totale immersione nel pezzo, in tutte le canzoni dei Nirvana mi ha sempre dato una senzazione unica ed impagabile che ad esempio non ritrovo in ogni singola canzone dei Dream Theater o nelle loro poliritmie e melodie articolatissime....benché, ripeto, io adori entrambi e sia inoltre coscente del paragone estremo. ...Tutto questo per dire che, ragazzi, stiamo suonando! è ARTE! prima di tutto, per definizione è una "forma d'arte" la musica.... quindi SERVE avere ampio vocabolario musicale ovvio, MA se con "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" riesco ad esprimere un mondo, a cosa mi serve l'intero vocabolario?
Quoto su tutta la linea. Comincio col dire che non sapevo fosse autodidatta (se ho capito bene) Django Reinhardt che ho conosciuto grazie alla splendida soundtrack del videogioco Mafia. Qualche mese fa, in questo canale, nacque una discussione sull'argomento tra me (sostenevo che la teoria non è del tutto imprescindibile) e un altro utente (sosteneva che conviene imparare immediatamente le posizioni classiche). In realtà, come dice Claudio nel video, non credo esista una linea di demarcazione netta. Cominciai circa 10 anni fa col manuale di Varini per principianti, nel video sosteneva di insegnare subito degli accordi da poter suonare in modo da far mettere subito mano allo strumento e che aveva abbandonato il piano perché, prima di premere un tasto, ci volle moltissimo tempo. Quindi sì, la gente va incoraggiata, se non produce subito dei suoni si stanca e magari le risulta troppo astratto il solfeggio. D'altro canto, integrare la teoria dopo il cazzeggio iniziale è vitale per superare i propri limiti. Prima in presenza di un accordo rivolto era il panico, ora so ricavarlo relativamente al box in cui sto suonando, oppure una banale scala maggiore di "The man who sold the world" dovevo impararla a memoria e solo per quel brano, ora so di cosa si parla (o meglio, so cosa suono :D) e salto l'ostacolo in breve tempo. Nel mio piccolissimo, se devo comporre qualcosa, conoscendo l'armonizzazione di una scala maggiore riesco a scegliere gli accordi in meno tempo. È importantissimo conoscere le note sul manico, o quantomeno saperle ricavare. Avendo inoltre più nozioni di teoria, assurdo da dire, è più semplice improvvisare. Andando totalmente a casaccio non se ne ottiene granché, a meno di non essere dei geni musicali. Conoscendo determinate meccaniche, invece, s'individuano subito sia i possibili sviluppi melodici in verticale (i box), sia lo sviluppo in orizzontale. Conoscere toni, semitoni e distanza tra le note diventa essenziale. Insomma, per chi comincia adesso, non fatevi scrupoli ad eseguire meccanicamente alcune cose. Poi, però, la teoria semplifica incredibilmente le cose e fa capire come fare al meglio determinate cose.
Si Claudio!!! Analisi sensata!!!! Come l hai definita tu'!!! E hai toccato tutti gli esempi, così facendo hai dato la giusta importantanza alla teoria!!! Era ora che Un musicista in prima persona facesse un video su questo argomento!!! 😎👏👏👏
Complimenti per il modo in cui affronti ed esponi gli argomenti. Per quanto riguarda la teoria, ritengo che debba andare a braccetto con il livello musicale, più vogliamo crescere è più dobbiamo conoscere 🎼🎸
Bel video Claudio! L'ho visto solo ora, ma è molto attuale come argomento! Personalmente ho sempre e solo dato peso alla parte pratica (tradotto: ho sempre fatto un gran casino!!). Alla veneranda età di 48 anni ho riscoperto la teoria, proprio come hai descritto tu nel video: aiuta a progredire molto più velocemente anche dove il miglioramento non è una cosa che ricerchi. Spiego questa mia ultima affermazione collegandomi al fatto che il 99% delle persone non ha mai tempo per nulla, figuriamoci per divertirsi con la chitarra. La scelta quindi è sempre la stessa: come impiego i miei 20 minuti al giorno di "tempo per me"? Studio o mi massacro le orecchie sopra la mia backing track preferita? Per assurdo, dopo aver acquistato il tuo corso "Rock Intermedio", una sera, ho investito questo tempo nel guardare il video di una delle unit e, sebbene l'argomento non mi fosse nuovo e fosse pure abbastanza teorico, ho scoperto un paio di cose che non sapevo. La sera successiva, nei miei 20 minuti di terrore puro ho applicato quelle due cose nuove che avevo visto nel video e, come per magia, le ho assimilate in un attimo ed il guadagno è stato spettacolare. La mia conclusione è quindi identica alla tua: teoria nella giusta dose e sempre applicata a qualcosa. Se avessi visto questo video quando avevo 20 anni, sicuramente la mia risposta sarebbe stata differente da questa, ma quando avevo 20 anni al massimo c'era il corso di chitarra con la musicassetta che ti faceva sentire il LA a 440hz per accordare il tuo strumento da 15 mila lire (si, lire!) acquistato al mercatino dell'usato. I giovani di adesso hanno molte più risorse a disposizione e quindi è più facile bilanciare il tutto. Buona continuazione!
Secondo me la teoria è importantissima ma fino ad un certo punto...penso infatti che oltre alla tecnica bisogna avere un certo tocco sulla chitarra e quindi non si può dire di saper suonare la chitarra senza averla mai tenuta in mano... Comunque un argomento veramente interessante... Grazie Claudio🎸
Ho trovato la tua esposizione veramente molto interessante e completamente condivisibile. Io sono un chitarrista che non ha avuto una formazione teorica pratica, ma ciò che conosco è da autodidatta. Ciò nonostante scrivo musica e vorrei anche che tu ne avessi un esempio ( per esempio su You Tube ci sono alcuni miei brani, da me suonati, in un CD che si intitola "Ritorno al futuro" tra cui Sardinian Lightness, Friday night in Rio e Brazilian sky ) e mi dicessi cosa ne pensi. La cosa che più mi fa piacere me l'ha detta un grande chitarrista jazz, che mi onora della sua amicizia, Umberto Fiorentino quando mi ha detto che ero fortunato perché ho un tocco personale inconfondibile, tenuto conto che ci sono chitarristi che inseguono il loro suono per tutta una vita. Tu hai citato questa caratteristica parlando di Carlos Santana. Se avrai la voglia di sentire quei brani ti pregherei di farmi sapere cosa ne pensi. Comunque le tue annotazioni sono state illuminanti e io sono, purtroppo, tra quelli che si dispiacciono molto di non aver potuto studiare teoria musicale che comunque io concepisco nel senso da te spiegato cioè ....di servizio e non prevaricante da sconfinare nella leziosità di un tecnicismo fine a se stesso. ( Questa è la mia email ove volessi commentare separatamente pergio.42@gmail.com )
Trovo che la teoria sia molto importante perché è la lingua con cui ti vuoi esprimere. Per fare un esempio "barbaro" De André e Povia scrivono entrambi in italiano ma i risultati sono molto diversi. Se in una lingua sai solo poche parole puoi esprimerti solo con quelle. Se ne conosci molte puoi usare quelle che più ti sembrano adatte e, se hai un cervello veloce, usi quelle giuste al momento giusto. Tutto dipende da che tipo di strada vuoi seguire. Non credo esista una regola aurea.... Ma l'assioma è che la teoria serve perché anche chi usa solo 3 accordi.. Li ha imparati!
Assolutamente d'accordo con te su TUTTO caro Claudio.... Inoltre secondo me, più scrivi meravigliose canzoni con i soliti accordi base... Do sol ecc.. Più sei un genio! Non è facile emozionare o far qualcosa di innovativo con "strumenti" meno ricercati, con accordi se vuoi banali 😉
Va be' , come gia detto più volte , la teoria è una cosa giusta da imparare , certo però deve essere come la vita, un colpo al cerchio e uno alla botte , ci vuole sempre un'equilibrio , l'ago della bilancia deve stare sempre nel mezzo, detto questo, ottimo video come sempre, ascoltarti è un piacere , bravo !
Grazie per l'ottimo video Premesso che sono un principiante perenne di 60 anni e suono qualche canzone che mi fa piacere ma non riesco mai a dire che è ben fatta. Innanzi tutto che cosa intendiamo per teoria? Io ho cominciato strimpellando senza teoria o scuola, da bambino odiavo musica perchè credo che ce la facessero odiare e qui hai ragione tu. Da poco ho scoperto il piacere del solfeggio inteso come capacità di leggere la musica (o quasi) sia in chiave di sol che di Fa, dunque ho scoperto anche il piacere della teoria e come dici tu di sapere (o quasi) quello che faccio o quello che suono. Mi sto diverrtendo anche con la tastiera e qui ho l'impressione che la teoria sia ancora più importante ma più facile da accoppiare alla pratica. La teoria sul piano io la ointendo anche fare gli esercizi mano sinistra, mano destra ed entrambe. Grazie agli esercizi riesco a fare qualcosina in più. Va detto che la teoria più specifica e più approfondita l'ho comincuita con l'uso della tastiera, mi è sembrato quasi automatico farlo ma mi accorgo che non averlo fatto con la chitarra mi ha portato scompensi. Arriverò ad associare anche la teoria alla pratica con chitarra perchè credo che mi darà qual qualcosa tanto che mi manca. Sono dell'idea che il tuo metodo di fare pratica e accoppiare la teoria sia la cosa migliore per tenere gli allievi ancorati alla volontà di continuare.
Bellissimo video Claudio! Io da autodidatta (per il momento) mi definisco un purista della musica. Per me la musica è tutta bella a 360 gradi e la teoria musicale è troppo importante quanto la pratica. Sarà perchè mi affascina l'armonia (anche se al momento la conosco di base ancora) ma la penso cosi.
Claudio, interessantissimo video. Pur essendo autodidatta, sono sempre stato molto ambizioso, quindi ho studiato teoria musicale e molti videocorsi. Ad un certo punto, però, mi sono reso conto che, paralizzato da questo perfezionismo tecnico-teorico, ho in un certo senso procrastinato troppo il momento della gioia musicale e mi sono ammalato persino di distonia focale. Ora ho fatto un passo indietro: mi accontento di applicare concetti teorici semplici nel migliore dei modi... e di suonare brani... tanti brani. Teoria sì, ma non troppa. Non al punto da inibirti e sottrarre tempo all'esperienza "di strada".
Condivido pienamente quello che hai espresso nel tuo video.... Ho iniziato a 12 anni ad avvicinarmi alla musica, ma ahimè i maestri di un tempo la rendevano difficile e impossibile, propinandoti lezioni e lezioni di solfeggio! Questo non fa altro che allontanare i ragazzi. Stessa cosa con la matematica. Ho avuto una supplente alle superiori che purtroppo è durata poco l'unica a farmi amare e capire la matematica. La musica è la stessa cosa, va insegnata facendo divertire al tempo stesso l'allievo altrimenti il più delle volte scappa via. Conclusioni : Potrebbe essere che i vecchi insegnanti rendevano le cose difficili proprio per tenerle per sé il più possibile??? Per me è così!
Per aver citato in causa Leibniz meriti davvero un grande applauso, perché spesso ci dimentichiamo di alcuni geni del genere che hanno stravolto il modo in cui guardiamo al grande disegno che ci sta attorno. Non so se ne hai già parlato ma pensi che farai mai un video riguardante l'aspetto matematico scientifico della musica tirando in ballo armoniche naturali, temperamenti e cose affini?
Un paio di pensieri in merito. Prima cosa mi sembra davvero improbabile al giorno d'oggi trovare qualcuno che suoni uno strumento come la chitarra senza alcuna teoria: il semplice fatto di dare un nome a posizioni di dita sulla tastiera (Do mag, Mi7 etc etc) è già una forma di "teoria" conscia od inconscia che sia...dove sia poi il limite dell'approfondimento della cosa in sé con un minimo di analisi è forse questione di forma mentis( c'è chi ,come me, ha da subito cercato di capire cosa ci fosse dietro quella posizione). Secondo pensiero...la musica come valore culturale-antropologico dovrebbe prevedere (ed in teoria già sarebbe così) l'apprendimento di una base teorica già nelle scuola primaria e secondaria di primo livello come accade regolarmente nella scuola anglosassone e nordeuropea in genere dove puoi trovare fortunati casi in cui il leggere e cantare una partitura è normale come leggere e comprendere una seconda lingua. Su questo secondo punto poi non è trascurabile l'importanza per lo sviluppo di un senso critico attivo nei confronti di tutto quello che viene propinato dai media che ti vendono la qualsiasi che è spesso l'ennesima riproposizione della stessa frittata rigirata mille volte. È nota l'involuzione culturale-musicale che affligge in particolar modo il nostro paese e non solo per cui le canzoni si fanno con meno accordi rispetto a 30-40 anni fa e spesso con l'identico giro armonico se non pure gli stessi frammenti melodici. Avrei anche altri pensieri ....ma ho già scritto troppo!
Ci sono momenti in cui la teoria inizia a diventare una gabbia, ovviamente non mi riferisco a sapere cosa sia una scala e conoscere l’armonia, quanto più che altro a quella teoria molto avanzata che inizia a basarsi su semplici calcoli matematici. Faccio un esempio pratico per spiegarmi meglio: Vengo a scoprire di recente che i manuali jazz sconsigliano l’uso dell’undicesima su accordi maggiori settima o settima dominante, perché nel primo caso si avrà un intervallo di tritono e nel secondo un intervallo di quinta giusta che è ritenuto fuorviante. Consigliano invece l’uso dell’undicesima diesis che fa intervallo di quinta giusta con la settima minore e intervallo di sesta con la settima dominante. È un’informazione, un consiglio, e deriva da uno studio approfondito e avanzato della teoria musicale. Ma di fronte all’arpeggio iniziale di Always With Me Always With You di Satriani, in cui viene usata un’undicesima naturale, ci rendiamo conto che ci sono casi in cui l’orecchio, il gusto e la creatività riescono ad andare oltre il semplice rigore logico tipico della teoria. Dunque, la teoria va a mio parere SEMPRE studiata e approfondita, informandosi e non smettendo mai di imparare (negli ultimi tempi per esempio sto approfondendo il concetto di armonia negativa, mi servirà? Chi può dirlo, nel dubbio meglio conoscerla), ma bisogna coltivare un gusto personale e una creatività che ogni tanto ci portino a “rompere” alcune regole.
Riflessioni davvero molto interessanti e condivisibili. Personalmente credo che il discorso dipenda dal musicista e dal suo percorso. È impossibile che ci sia una risposta per tutti. Io fin dai primi mesi in cui strimpellavo i primi accordi ho cominciato a comporre i miei pezzi. Ovviamente erano brutti come il culo ma mi divertivo molto ad assemblare qualsiasi idea mi passasse per la testa. Non avendo in mente nessun concetto teorico componevo completamente d'istinto e pian piano ho cominciato a sviluppare questo metodo di composizione che escludeva completamente la teoria musicale, si basava unicamente sull'orecchio. Quando dopo qualche anno ho cominciato a studiare teoria ho avuto un blocco e non sono più riuscito a tirar fuori nulla. Non so se fosse il mio insegnante che me la insegnava male o se fossi io che la prendevo in maniera sbagliata, fatto sta che ogni volta che componevo qualcosa o che volevo arrangiare un pezzo mi facevo un sacco di schemi teorici in testa (preciso che comunque non avevo una grande conoscenza teorica in quel momento). Ho dovuto smettere di andare a scuola di musica e di studiare teoria e mi ci sono voluti mesi per poter riavere quella confidenza che avevo all'inizio che mi permetteva di creare senza alcun freno. Per me comporre musica significa tutto, non mi interessa sapere cosa suono e non mi interessa di quanto tempo ci perdo. Preferisco perdere (o meglio investire) 3 ore per tirare fuori qualcosa di interamente istintivo piuttosto che solo 10 minuti per aiutarmi con un qualche schema già impostato, mi diverto molto di più così. Ognuno di noi fa un percorso in cui incidono molte varianti. Studiare la teoria aiuta per tantissime cose, ma non tutti sono interessanti ad esse. A me studiare ha fatto più male che altro... forse se mi rimettessi ora, con un altra mentalità e un altro insegnante potrei anche apprezzare, ma ora sono consapevole di quale sia l'approccio che mi piace e che mi porta dove voglio, per cui niente al mondo mi farà mai riaprire un libro per aumentare la mia conoscenza teorica.
Sono d'accordo con tutto quello che hai detto Claudio. Hai affrontato un bell'argomento...io credo che lo studio dello strumento debba andare di pari passo con la teoria e la tecnica. Poi credo che avere una buona base tecnica sia importantissimo, in quanto ci consente di tradurre in musica le nostre idee. L'assenza di una buona tecnica ci impedirebbe di suonare ciò che pensiamo...quindi saremmo dei musicisti a metà.
Grande quesito Claudio 👍Io la penso cosi; purché non ti venga imposta e te la studi da solo a tuo modo nei tuoi tempi, la teoria puo'' far solo bene,, ma se viene imposta da un corso a cui devi dare degli esami e magati l insegnante non ha scelto di fare l insegnante, ma solo per ripiego perche' non e' riuscito a diventare un musicista che non trasmette entusiasmo etc. etc. In questi casi credo proprio che sia veramente dannoso; ragazzini che perdono passione per la musica e abbandonano, un appiattimento di carattere e diminuzione del carisma e perché no anche di una certa perdita di propensione alla "ribellione rockkettara" che e' secondo me è il sale della composizione. Ora senza prendere esempi di chitarristi famosi per i quali potremmo risolvere il tutto dicendo che loro sono dei predestinati talentuosi che ad orecchio hanno composto delle genialate senza conoscere la teoria, possiamo notare che anche fra noi amatori spesso si vedono dei chitarristi molto ignoranti sulla teoria ma che hanno sviluppato orecchio e fantasia e suonano bene... Secondo voi se Hendrix avesse studiato teoria l avremmo conosciuto? Io penso di no. Almeno nel Rock, credo proprio che troppo studio della teoria ti faccia in qualche modo "ingrippare". Un garage umido con la birra che si scalda sull amplificatore e dei ragazzini affiatati e motivati, tirano fuori il meglio, e se non lo tirano fuori vuol dire che non hanno bisogno di suonare, tanto meno conoscere la teoria musicale.
A scanso di equivoci, per "studiare da solo" intendevo il fatto di scegliere senza imposizioni, magari un corso come il tuo, dove scegli gli argomenti che ti interessano senza dover rendere conto apounto delle scelte, del tempo di studio etc. Liberta'
Come in tutte le cose ci vuole equilibrio: la teoria è fondamentale per progredire, ma se lo studente è "giovane" è giusto che oltre allo studio ci sia anche del divertimento come "valvola di sfogo"
Ho cominciato a suonare kitarra classica insieme ad un mio amico ke studiava al conservatorio quindi la teoria non la capivo, mettevo le dita dove diceva lui ed imparavo. Ma da tanti anni ke suono, i miglioramenti li sto vedendo adesso da quando seguo te "preferito tra tanti" .proprio perché sto capendo cosa faccio, quindi per me la teoria è importante, però come dici tu puoi anke metterla al 2° posto per non renderti la vita difficile SEI UN GRANDE! E se mi dici cosa ne pensi del mio commento sei ancora più grande! Ciao
Finalmente qualcuno che la pensa esattamente come me sulla teoria musicale. Da autodidatta vengo troppo spesso criticato perché non inserisco molti tecnicismi nei miei pezzi, mentre preferisco affidarmi più all'istinto e al mio "sentimento" musicale, il quale per me è molto più importante, nella composizione, che la teoria pura. Essendo che compongo al 90% per me e non per altri, senza etichette o richieste specifiche, perché dovrei riempire i miei pezzi di tecnicismi virtuosi, spersonalizzandoli da quello che è il mio "sentire" musicale-emozionale? La teoria è utile per imparare pezzi altrui soprattutto, oppure per perfezionare un pezzo laddove non si riesce ad esprimersi completamente. Ma incaponirsi su di essa è inutile e controproducente. Conosco tanti musicisti che sono bloccati da anni a studiare musica e tecnicismi, senza mai riuscire a causa di ciò a comporre o produrre qualcosa di decente. Troppo bloccati in "qui ci devo mettere questa scala, qua devo fare questo e quello", senza lasciarsi guidare dal flow, dallo "spirito" del pezzo stesso. Concordo anche riguardo al tuo discorso sulla didattica. L'approccio che viene usato è troppo spesso mortificante per chi si approccia al mondo della musica, mentre la teoria avrebbe tanto da offrire di bello e di ludico se presa in maniera diversa. Non dovrebbe mai, infatti, essere vista come un obbligo o come un maestro severo in stile "The Wall", ma piuttosto come una guida che ti accompagna, che ti sostiene, e che ti indica quale sentiero prendere per raggiungere la tua meta. Tuttavia mi trovo a dissentire rispetto a Leibniz: non si apprezza la musica in quanto matematica celata, ma della musica si ama l'imperfezione dei rapporti matematici che cerca di imitare, non riuscendoci. Se infatti si riduce la musica a pura matematica, la musica in sé diventa fredda e priva di calore umano. Esattamente come quella che stanno mettendo a punto negli ultimi anni: computer (o meglio Intelligenze artificiali) che compongono musica, istruite da tutte le teorie musicali del mondo. Compongono musiche piene di tutto quello che si potrebbe mai sognare, a livello compositivo, ma sempre manchevoli di quello che è la componente imperfetta dell'uomo, che è quella che rende perfetta la musica per l'orecchio umano.
"La musica altro non è che matematica inconsapevole..." Leibniz la sapeva lunga giacché mi trovo inconsapevolmente d'accordo con lui per il fatto che iniziando a suonare a 53 anni ed avendo una cultura scientifica-matematica scopro nella teoria musicale quell'ordine e disordine delle cose che mai, prima di iniziare a suonare, avrei immaginato... tutto torna esattamente come la dimostrazione di un teorema che intuisci sia giusto - ascoltando e suonando - ma che non hai mai prima pensato che si potesse "dimostrare". Complimenti ancora, hai fatto un'analisi così accurata e precisa con questo video che lo definirei un vero #pezzone!
Un po' di teoria serve però non è determinante per valutare il valore di un musicista. Secondo me il problema è che c'è chi impara gli assoli fino all'ultima sfumatura che neppure il chitarrista che lo creato lo fa sempre identico, perché si annoia. I grandi chitarristi ad un certo punto della loro vita smettono di copiare ed imparare e di concentrano su se stessi mixano tutte le influenze e creano un proprio stile. C'è chi quando suona non riesce a non assomigliare ed usare le frase del proprio chitarrista preferito.
Dannosa o no, io so solo che la mia prof di musica delle medie era fissata e ci faceva fare un SACCO di teoria, anche cose che capivamo che non ci sarebbero mai servite (che poi non si sa mai nella vita...) Comunque, fatto sta che un po' di tempo fa ho ritirato fuori quelle cose perché era venuto fuori l'argomento e devo dire che proprio mi PIACEVA sapere quelle cose e saperle dire, mi piaceva il fatto di avere della cultura sulla mia cosa preferita, la musica! Quindi che serva o no io penso che comunque sia cultura generale... Però devo dire che se non ne hai voglia e qualcuno te lo impone non è facile 😅 PS bellissima la parte dell'angelo e del diavolo 😂😂😂 PPS 2:28 io ho, come dicevo, studiato teoria musicale ma sono autodidatta o_o
Concordo La musica è un linguaggio , e la grammatica / teoria serve per farsi capire meglio , però non vuol dire avere un messaggio da trasmettere o essere un grande comunicatore.
Allora, partendo dal presupposto che ho studiato anni di teoria, perciò la mia idea potrebbe essere di parte. Iniziamo la considerazione chiarendo il significato del termine “teoria “ , bisogna tenere conto che la teoria non è necessariamente collegata alla lettura di pentagrammi come molti potrebbero pensare: infatti la teoria musicale è principalmente composta dalle varie “norme” che regolano una meravigliosa arte come la musica, perciò, se si orientasse in tale modo il pensiero sarebbe limitante dire che conoscere la teoria ponga dei limiti nella scrittura, anzi, a PARERE MIO la teoria non è altro che una via per esprimere meglio ciò che si vuole dire. Ripeto che questo è solo un parere soggettivo il quale non è imposto come verità assoluta, grazie per la lettura.
Per me la teoria è importante in quanto conosci meglio ció che fai, ti senti piú padrone di una determinata arte e ti puoi esprimere meglio. È anche vero peró che la musica è anche libera espressione, io personalmdnre quando ho in mente qualche pezzo butto sulla tastiera le note che immagino e poi grazie (alla poca) teoria che conosco cerco di porre degli '' aggiustamenti ''. La teoria serve ma non deve ostacolare troppo ció che senti dentro
No, non fa male. Ci vuole equilibrio, come in tutto. Se Sir George Henry Martin non avesse incrociato i Beatles, sicuri che il successo mondiale sarebbe stato lo stesso? Molti anni fa, anzi moltissimi anni fa, ricordo di aver letto un'intervista su Melody Maker ad un'altra icona, Keith Richard, che in un raro momento di "sobrietà/tranquillità" affermava che senza il produttore non avrebbe mai concluso nel modo corretto una progressione di accordi. Anche io per tanti anni ho suonato la chitarra solo per puro divertimento, senza nessuna conoscenza musicale. Poi mi sono avvicinato al blues (in particolare quello strumentale di Freddie King) e apriti cielo! Se vuoi capire quello che suona, devi studiare le partiture. Ma lui, ovviamente, non le ha mai scritte!
Aneddoto. Tanti anni fa un amico conobbe Salvatore Sciarrino che , avendo conosciuto Jhon Lennon in gioventù, gli disse che in realtà lui conosceva la musica MOLTO bene! Tanto che Sciarrino aveva trovato nella loro musica delle strutture armoniche di Monteverdi...quindi sembrerebbe che "i Beatles" sapevano cosa suonavano....Saluti
Claudio, grazie per l'ottimo video come sempre. Per quanto riguarda la teoria applicata alla composizione, avresti qualche libro da consigliare? Nel senso, a volte compongo un brano e mi sento un po' 'limitato', mi piacerebbe trovare delle soluzioni diverse e originali, e penso che questo si possa fare con uno studio di cose come "composizione" e "armonia". Per caso hai qualche libro da consigliare a riguardo?
Sono perfettamente d'accordo con quello che dici....sull'argomento teoria o pratica citerò il titolo di un libro di un ingegnere padre di un mio amico..."con la teoria nulla funziona e si sa il perché, con la pratica tutto funziona ma non si sa il perché..noi uniamo la teoria alla pratica percui nulla funziona e non si sa il perché"
Tutto giusto e condivisibile quello che hai detto... io sono convinto però che un ruolo fondamentale per uscire dalla massa, dalla media di un comunque bravo musicista, sia il talento, il talento innato che ti fa fare cose che un'altro pur studiando non potrà mai fare allo stesso modo, o forse potrà solo copiare. Ci sono casi di bambini che riescono in cose incredibili... la cosa che rende la musica così speciale, é che non si può spiegare in modo razionale... un esempio che rende appieno il mio ragionamento ? Ezio Bosso , che ci ha lasciato ieri...
Secondo me, se si è fortemente motivati, lo studio della teoria e soprattutto della armonia, sono fondamentali per crescere musicalmente... studiando jazz ho cambiato radicalmente il mio modo di vedere... la musica è creazione , istinto, sentimento allo stato puro... verissimo ... credo però che conoscenze teoriche ed armoniche, una volta acquisite, consentano una maggiore espressione... ciò non toglie che individui particolarmente dotati, riescano a fare cose meravigliose senza sapere cosa è una armonizzazione...
Nella tradizione anglosassone non esiste il solfeggio parlato, ma suonato ( al massimo cantato...) Si inizia solfeggio ritmico e poi direttamente con lo strumento.
Ne parlavo proprio ieri con mio padre. Confessa...tu mi ascolti. Scherzi a parte mi stupisce proprio il pensiero che autori rock abbiano scritto dei capolavori ad una età così giovane da non avere avuto il tempo di approfondire la teoria. Mi riferisco alle conoscenze relative alla composizione.
Aprofitto dell'argomento per una dichiarazione "scomoda": non mi interessa la chitarra, ho iniziato a seguirti per alcuni video di teoria musicale dove sei riuscito a farmi arrivare in maniera naturalissima dei concetti che mi erano sempre stati ostici 😁👍
Ciao Claudio!!!!! Perché nn fai un video ( lezione) sulla tecnica del bottle neck???: impugnatura, accordatore, altezza delle corde ( action)! Grazie!!!
In questi periodi sto cercando di migliorare la mia conoscenza dell'armonia, mi si è aperto un mondo e non tornerei mai indietro. Anche solo parlando del pentagramma, al di là della sua utilità nel leggere/scrivere, porta a dover studiarsi per bene le scale e avere idea di dove stanno le note, perchè uno deve saperlo in velocità, non può stare a cercarsi le note lento lento perchè non sa dove stanno sulla tastiera, conferisce una competenza con lo strumento eccezionale. La teoria non è essenziale per divertirsi, uno si può divertire alla grande anche imparandosi a memoria le diteggiature degli accordi e metterli vicini senza sapere che fa, però se uno a una certa, dopo aver menato le mani con lo strumento, inizia ad avere la curiosità di iniziarci a mettere il naso, si apre un mondo di informazioni che all'inizio può essere ostico, ma poi conferisce una competenza che è SOLO di guadagnato. Io capisco che studiare sia la parte più noiosa e che si sia costruito come alibi tutta una serie di leggende dietro per evitarsi di farlo, penso che uno debba sentirselo e generalmente nell'autodidatta o amatore è una cosa che succede quando si supera la voglia di menar le mani, tipica dei primi tempi con la chitarra, quando si diventa un pò più competenti e riflessivi ed è più facile che si generi curiosità e voglia di espandersi.
Io trovo che se l'approccio alla teoria è fatto in modo da incuriosire ed aiutare chi si avvicina ad uno strumento, allora è utile e funziona. Non funziona per nulla, invece, se applicato in modo pedestre, tanto perchè ti hanno detto di imparare ad es. una scala fine a sé stessa, come sono fatti tutti gli accordi, ovviamente a 4 note, in relazione alla tonalità di riferimento e poi ti fanno provare a metterle giù sulla chitarra sapendo già che non te le ricorderai mai, come è successo a me. Certo che in quel modo ti passa la voglia. Guarda invece cosa ho trovato per caso alcuni anni fa (link in coda). E' una lezione per principianti di quel Dio in terra di Chet Atkins. In pratica lui insegna ad applicare un giro di DO maggiore dei più beceri, in prima posizione, avanti e indietro e guarda cosa ne ricava. Ecco, secondo me quello è fare musica. Quello è utilizzare la teoria in modo non pedestre, ma emotivo. th-cam.com/video/v53zAvITAyI/w-d-xo.html
La teoria è molto importante, però certe volte noto tanti bravi chitarristi super tecnici ma che non trasmettono nulla. Sembrano robot d'acciaio, macchine che riproducono ciò che leggono o che fanno mille note al secondo solo per dire: "ehi guarda quanto sono bravo". Poi arriva B.B. King, fa un bending e ti viene la pelle d'oca.
Bel video: personalmente credo che la diffidenza che molti hanno nei confronti della teoria si possa particolareggiare come semplice paura nei confronti del pentagramma, quasi che studiarne la lettura equivalga a studiare il sanscrito o il cinese
L'unica cosa fondamentale è non illudersi che la musica sia un intreccio di formule matematiche , la matematica è la CODIFICA della MELODIA non il contrario , poi è tutto utile mentre la lettura ad impronta (veloce e corretta esecuzione della partitura ) è necessaria per la professione di musicante ( chi si limita solo a saper eseguire a menadito la lettura dello spartito come professione ) musicista ( chi oltre a leggere ad impronta è anche arrangiatore e autore di pezzi propri ) , mentre l'AUTORE /COMPOSITORE realizza musica e testi originali /geniali ANCHE conoscendo solo semplici accordi , è l'architettura ritmica/testo/musica che ne determina il valore artistico/musicale , per intenderci la differenza che ci potrebbe essere tra Pino Daniele e Bob Dylan . Ciao B.M. Sempre
Dal minuto 12,40 hai inserito una musica di sottofondo che é quasi una cantilena ma mi piace, un arpeggio di chitarra elettrica, batteria basso...posso chiederti dove lo hai preso ?
Ciao. Io penso che la teoria musicale, per un musicista, nel tempo diventa una necessità imprescindibile.Si comincia spesso da autodidatta, man mano che si progredisce si comincia a sentire il bisogno di piu' conoscenza e consapevolezza. La voglia di "teoria", nasce spontaneamente. Frank Zappa è l'esempio più significativo in questo senso. Da leader di una band in cui suonavano molti autodidatti, a compositore di opere complesse
Ciao Claudio bel video, hai parlato di un tema molto discusso. Io credo che diventi dannosa quando vai in tilt con i concetti perché cerchi di assimilarne il più possibile senza nemmeno averli capiti fino in fondo. P.S. Ti faccio una domandina che non c'entra Niente, se potessi dare un tuo giudizio personale sugli Emerson Lake and Palmer e quale è stata la loro importanza nella scena prog anni 70. Grazie e ciao
Parole sante ...purtroppo senza la teoria...e la conoscenza di ciò che si sta facendo....ci sono dei limiti che e' difficile superare...almeno per me 😀
Claudio: "La teoria musicale è importante, ma va associata soprattutto ad una parte pratica" Tutti i trapper: *scaricano le basi da youtube e ci scrivono un testo brutto sopra* Claudio: "WTF?"
I beatles non erano proprio dei must nella teoria però saperne è solo un pro in più... Non ti toglie niente.... Penso che se vuoi comporre musica tua non te ne serva tantissima ma se vuoi fare il turnista o il maestro è essenziale
Ciao Claudio! Vorrei farti una domanda... Vorrei installare dei pedali e ne ho scelti 3. Prima il Wah, poi una distorsione (che funge anche da boost) e infine un riverbero con un jack wireless. Secondo te può andare? Cosa dovrei cambiare?
L'ho sperimentato io stesso in questi mesi di primo approccio alla chitarra. Sono arrivato a suonare una pentatonica (niente di pazzesco). Continuavo a chiedermi perché un accordo si formasse in un modo piuttosto che in un altro. Adesso mi sono "resettato" e sto seguendo un percorso parallelo. Io non voglio fare il professionista ma, un giorno, vorrei comporre qualcosa di mio e voglio sapere cosa suono!
TROPPA teoria musicale fa MALE?? In attesa della première di sabato 16/5 alle h14, scrivi qui sotto la tua opinione. E imposta il promemoria, a sabato!
assolutamente no. senza teoria è come giocare a poker senza sapere le regole o il valore delle carte che hai in mano
un po di teoria non fa male. Piu ne sa i meglio è .. anche se hai un grosso orecchio. e prima la impari e meglio è . poi a 60 anni è piu difficile.
Troppa teoria fa male quando al posto di sedici maggio leggi sedici quinti... Azz
@@ludovico3325 XD
Sono sostanzialmente d'accordo con quello che hai detto, purtroppo però vedo poco "amore" nella musica degli ultimi anni. Ben fatta, ben confezionata ma...poca sostanza emozionale, io mi riferisco ora al rock.
Io divido sempre i chitarristi in tecnici e stilisti, ovvero quei chitarristi molto tecnici e bravi e quelli che invece hanno portato un loro stile, penso a Keith Richards ma tanti altri...
Ottimo video
Da autodidatta ho fatto un percorso che mi ha portato alla teoria quando avevo gia' composto tanta musica.
E' stata una goduria rilevare quante regole musicali avevo usato senza conoscerle in maniera teorica.
Uno come me che avevo soprannominato la nona come la nota dark, o la quinta bemolle come la nota strana, o la settima maggiore cone la nota rilassante.
In oltre venticinque minuti di video non ho trovato nessun punto che mi portasse ad un disaccordo. Secondo il mio modesto parere questo video è eccezionale. Grande Claudio
Io credo che la maggior parte delle persone, soprattutto chi afferma che troppa teoria fa male, hanno la credenza che per "teoria" si intenda esclusivamente "saper leggere un pentagramma". Invece, ovviamente, con il termine teoria ci si riferisce a tutta la struttura della musica. Saper distinguere una terza minore da una maggiore è teoria. Quindi per quanto mi riguarda è fondamentale studiarla, ma non reputo così altrettanto fondamentale la questione " lettura pentagramma". È chiaro che per essere un musicista a tutto tondo è preferibile avere anche questa abilità, ma a seconda del contesto non la trovo necessaria. Ciao Claudio... A proposito di teoria, credo che tra un po' inizierò il tuo corso Modale facile.
Ottimo argomento! Ne stavo parlando proprio adesso, pensa che coincidenza.
Stavo appunto dicendo che stiamo un po' perdendo l'innocenza della spontaneità.
La teoria è fondamentale e anche chi dice che non la conosce, ma suona a certi livelli, è ovvio che la conosce benissimo.
D'altra parte abbiamo avuto dei geni assoluti come Lucio Dalla o Tommy Emmanuel, che pur avendo una conoscenza molto profonda della musica, a loro dire, non hanno mai imparato a scrivere e leggere gli spartiti. Però è palese che hanno perfettamente chiaro il concetto di battuta, ottava, sincope etc.
Quindi il tuo tema riprende più argomenti di sicuro! Molto molto interessante sentire la tua analisi :). Ah ah ah poi di per sé è paradossale, perché chi ti segue, è interessato alla teoria musicale! Sarebbe buffo dirti: "Ah Claudio, ti seguo, ma non m'interessa la teoria, posso farne a meno" ah ah ah sì sì...credici.
Claudio hai una capacità espressiva e di dialogo incredibile, non sarei mai riuscito a fare un analisi così approfondita e obiettiva, non sarei mai riuscito a spiegare questi concetti, non credevo che tu avessi questo punto di vista "largo", sono d'accordo su tutto quello che hai detto, sei uno dei pochi che è riuscito a mettere d'accordo "pro e contro troppa teoria", è impossibile smentirti e soprattutto è difficile che un insegnante dotto come te abbia la capacità di mettere in discussione la teoria, (di solito la si difende a spada tratta) complimenti sinceri, credo che tu sia il maestro italiano su youtube più completo❤️
Il discorso della necessità di sapere la teoria ad una certa età ricalca esattamente il mio percorso e ciò che ho chiesto al mio maestro. Ottimo video e conclusioni azzeccate.
Sono assolutamente d’accordo sul fatto che la teoria serve per capire cosa stai facendo! Trovo sia davvero una caratteristica non scontata del tuo corso e mi sta aiutando molto!
I concetti espressi in questo video sono preziosissimi anche per i principianti, ti possono "alleggerire" e puntare nella giusta direzione. Grazie Claudio!
Ciao Claudio, innanzitutto complimenti e grazie, per la chiarezza con la quale esponi gli argomenti che tratti. Devo dire che sono d'accordo con te su tutti i punti. Ti seguo pur non essendo un chitarrista, bensì un batterista autodidatta non più giovane. A proposito della teoria musicale però, dopo tanti anni di sala prove, esibizioni in concerti, feste private e di piazza, matrimoni, ecc... mi é venuto il desiderio di imparare quello che (come hai, citato tu) mi ha sempre "spaventato", la teoria musicale, quindi saper leggere ed eseguire da spartito. Alla veneranda età di quasi 59 anni, ho perciò acquistato un corso online per batteria (visto anche il periodo di stop forzato) di un bravo batterista italiano, ed ho ricominciato daccapo a partire da come si impugnano le bacchette, solfeggio ritmico e così via. Contemporaneamente su TH-cam seguo anche un insegnante dal quale ho imparato il valore e la posizione delle note sul pentagramma, un pò di solfeggio ed altre cose utili ed interessanti Proprio in occasione di alcuni esercizi, mi sono accorto che quello che stavo leggendo ed eseguendo sul tamburo era ciò che suonavo già da anni ma, semplicemente non lo sapevo non essendo in grado di leggere uno spartito per batteria. Ritengo in conclusione che magari indispensabile no, ma di certo, avere nozioni tecnico/teoriche aiuti parecchio. Grazie ancora e buona musica.
Sono assolutamente d'accordo, con te Claudio, quando hai detto che ognuno deve aver ben chiaro il proprio obiettivo. Se uno ha pochissimo tempo da dedicare allo strumento, lo farà per puro divertimento accontentandosi del basso livello tecnico/teorico. Se viceversa ha voglia (e tempo) per approfondire l'argomento e approcciarsi in modo più "professionale", dovrà per forza arricchire il suo percorso ritagliando una bella fetta del proprio tempo per studiare bene sia teoria che tecnica. E poi c'è il "tocco"... talento naturale...
L'analisi che hai fatto è precisissima e mi trovi completamente d'accordo su tutto. Secondo me ciò che conta di più è il fine, ovvero trasmettere emozioni attraverso la musica, la teoria può essere un veicolo utile che ci può aiutare, ma bisogna sempre tenere a mente il fine. Ancora complimenti per il video
Ho iniziato con la classica alle scuole medie, i classici progetti dopo scuola, suonando tre anni di fra martino ecc... Successivamente un annetto di chitarra elettrica da un maestro e basta. Sono più di 10 anni che "suono" tra varie pause e scoraggiamenti, ma ora mi sento anche quasi bravino studiando da autodidatta e improvvisazioni varie ma ho sempre in fondo in fondo il rammarico di voler sapere cosa faccio mentre suono. Sono felice di come suono, anche perché non mi pongo nessun obiettivo e mi diverto tantissimo anche nella mia cameretta. Bellissimo video come sempre Claudio, molto obbiettivo.
Bravo Claudio, uno dei tuoi video che più mi sono piaciuti! Forse è anche grazie a questo che mi sta tornando la voglia di rimettermi a suonare dopo anni di totale stop per mancanza di tempo e stimoli.
Ciao Claudio! Bellissimo video ed interessantissimo come sempre! Sei scandalosamente bravo a spiegare ed esprimerti.
Io sono dell'opinione che sì la teoria serve, è un linguaggio; come molti hanno detto qui nei commenti, ma prima di tutto un genere, un musicista o la canzone stessa devono possedere un anima, un emozione, un messaggio... in primis. Questo sfera emotiva sarà espressa più facilmente se possediamo PIÙ "vocaboli" musicali....ma se lasciamo che il consumo, la lucubrazione e la speculazione eccessiva su tali "vocaboli" porti ad un lento inaridimento della sfera emotiva, di "quello che vogliamo esprimere" con la nostra forma d'arte allora si, in questo caso troppa teoria fa male. Esempio estremo, sia i Dream Theater sia i Nirvana hanno fatto parte della mia formazione musicale, adoro entrambi...ma per dirti il modo di suonare di Kurt Cobain (ritenuto una capra chitarristicamente parlando da molti) i suoi giri d'accordi musicalmente senza senso, la sua voce unita alla sua totale immersione nel pezzo, in tutte le canzoni dei Nirvana mi ha sempre dato una senzazione unica ed impagabile che ad esempio non ritrovo in ogni singola canzone dei Dream Theater o nelle loro poliritmie e melodie articolatissime....benché, ripeto, io adori entrambi e sia inoltre coscente del paragone estremo.
...Tutto questo per dire che, ragazzi, stiamo suonando! è ARTE! prima di tutto, per definizione è una "forma d'arte" la musica.... quindi SERVE avere ampio vocabolario musicale ovvio, MA se con "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" riesco ad esprimere un mondo, a cosa mi serve l'intero vocabolario?
Quoto su tutta la linea. Comincio col dire che non sapevo fosse autodidatta (se ho capito bene) Django Reinhardt che ho conosciuto grazie alla splendida soundtrack del videogioco Mafia.
Qualche mese fa, in questo canale, nacque una discussione sull'argomento tra me (sostenevo che la teoria non è del tutto imprescindibile) e un altro utente (sosteneva che conviene imparare immediatamente le posizioni classiche). In realtà, come dice Claudio nel video, non credo esista una linea di demarcazione netta. Cominciai circa 10 anni fa col manuale di Varini per principianti, nel video sosteneva di insegnare subito degli accordi da poter suonare in modo da far mettere subito mano allo strumento e che aveva abbandonato il piano perché, prima di premere un tasto, ci volle moltissimo tempo. Quindi sì, la gente va incoraggiata, se non produce subito dei suoni si stanca e magari le risulta troppo astratto il solfeggio. D'altro canto, integrare la teoria dopo il cazzeggio iniziale è vitale per superare i propri limiti. Prima in presenza di un accordo rivolto era il panico, ora so ricavarlo relativamente al box in cui sto suonando, oppure una banale scala maggiore di "The man who sold the world" dovevo impararla a memoria e solo per quel brano, ora so di cosa si parla (o meglio, so cosa suono :D) e salto l'ostacolo in breve tempo. Nel mio piccolissimo, se devo comporre qualcosa, conoscendo l'armonizzazione di una scala maggiore riesco a scegliere gli accordi in meno tempo. È importantissimo conoscere le note sul manico, o quantomeno saperle ricavare. Avendo inoltre più nozioni di teoria, assurdo da dire, è più semplice improvvisare. Andando totalmente a casaccio non se ne ottiene granché, a meno di non essere dei geni musicali. Conoscendo determinate meccaniche, invece, s'individuano subito sia i possibili sviluppi melodici in verticale (i box), sia lo sviluppo in orizzontale. Conoscere toni, semitoni e distanza tra le note diventa essenziale. Insomma, per chi comincia adesso, non fatevi scrupoli ad eseguire meccanicamente alcune cose. Poi, però, la teoria semplifica incredibilmente le cose e fa capire come fare al meglio determinate cose.
Caro Claudio, le tue analisi sono sempre affascinanti e ti ascolterei x ore, sei veramente bravo, grazie e ciao
Si Claudio!!! Analisi sensata!!!! Come l hai definita tu'!!! E hai toccato tutti gli esempi, così facendo hai dato la giusta importantanza alla teoria!!! Era ora che Un musicista in prima persona facesse un video su questo argomento!!! 😎👏👏👏
Complimenti per il modo in cui affronti ed esponi gli argomenti. Per quanto riguarda la teoria, ritengo che debba andare a braccetto con il livello musicale, più vogliamo crescere è più dobbiamo conoscere 🎼🎸
Bel video Claudio! L'ho visto solo ora, ma è molto attuale come argomento! Personalmente ho sempre e solo dato peso alla parte pratica (tradotto: ho sempre fatto un gran casino!!). Alla veneranda età di 48 anni ho riscoperto la teoria, proprio come hai descritto tu nel video: aiuta a progredire molto più velocemente anche dove il miglioramento non è una cosa che ricerchi. Spiego questa mia ultima affermazione collegandomi al fatto che il 99% delle persone non ha mai tempo per nulla, figuriamoci per divertirsi con la chitarra. La scelta quindi è sempre la stessa: come impiego i miei 20 minuti al giorno di "tempo per me"? Studio o mi massacro le orecchie sopra la mia backing track preferita? Per assurdo, dopo aver acquistato il tuo corso "Rock Intermedio", una sera, ho investito questo tempo nel guardare il video di una delle unit e, sebbene l'argomento non mi fosse nuovo e fosse pure abbastanza teorico, ho scoperto un paio di cose che non sapevo. La sera successiva, nei miei 20 minuti di terrore puro ho applicato quelle due cose nuove che avevo visto nel video e, come per magia, le ho assimilate in un attimo ed il guadagno è stato spettacolare. La mia conclusione è quindi identica alla tua: teoria nella giusta dose e sempre applicata a qualcosa. Se avessi visto questo video quando avevo 20 anni, sicuramente la mia risposta sarebbe stata differente da questa, ma quando avevo 20 anni al massimo c'era il corso di chitarra con la musicassetta che ti faceva sentire il LA a 440hz per accordare il tuo strumento da 15 mila lire (si, lire!) acquistato al mercatino dell'usato. I giovani di adesso hanno molte più risorse a disposizione e quindi è più facile bilanciare il tutto. Buona continuazione!
Sei di una chiarezza espositiva pazzesca....
Secondo me la teoria è importantissima ma fino ad un certo punto...penso infatti che oltre alla tecnica bisogna avere un certo tocco sulla chitarra e quindi non si può dire di saper suonare la chitarra senza averla mai tenuta in mano... Comunque un argomento veramente interessante... Grazie Claudio🎸
Ho trovato la tua esposizione veramente molto interessante e completamente condivisibile. Io sono un chitarrista che non ha avuto una formazione teorica pratica, ma ciò che conosco è da autodidatta. Ciò nonostante scrivo musica e vorrei anche che tu ne avessi un esempio ( per esempio su You Tube ci sono alcuni miei brani, da me suonati, in un CD che si intitola "Ritorno al futuro" tra cui Sardinian Lightness, Friday night in Rio e Brazilian sky ) e mi dicessi cosa ne pensi. La cosa che più mi fa piacere me l'ha detta un grande chitarrista jazz, che mi onora della sua amicizia, Umberto Fiorentino quando mi ha detto che ero fortunato perché ho un tocco personale inconfondibile, tenuto conto che ci sono chitarristi che inseguono il loro suono per tutta una vita. Tu hai citato questa caratteristica parlando di Carlos Santana. Se avrai la voglia di sentire quei brani ti pregherei di farmi sapere cosa ne pensi. Comunque le tue annotazioni sono state illuminanti e io sono, purtroppo, tra quelli che si dispiacciono molto di non aver potuto studiare teoria musicale che comunque io concepisco nel senso da te spiegato cioè ....di servizio e non prevaricante da sconfinare nella leziosità di un tecnicismo fine a se stesso. ( Questa è la mia email ove volessi commentare separatamente pergio.42@gmail.com )
Trovo che la teoria sia molto importante perché è la lingua con cui ti vuoi esprimere.
Per fare un esempio "barbaro"
De André e Povia scrivono entrambi in italiano ma i risultati sono molto diversi.
Se in una lingua sai solo poche parole puoi esprimerti solo con quelle.
Se ne conosci molte puoi usare quelle che più ti sembrano adatte e, se hai un cervello veloce, usi quelle giuste al momento giusto.
Tutto dipende da che tipo di strada vuoi seguire.
Non credo esista una regola aurea.... Ma l'assioma è che la teoria serve perché anche chi usa solo 3 accordi.. Li ha imparati!
Ciao Claudio, per quanto mi riguarda credo che tu abbia detto tutto. Condivido a pieno le tue riflessioni.
Assolutamente d'accordo con te su TUTTO caro Claudio.... Inoltre secondo me, più scrivi meravigliose canzoni con i soliti accordi base... Do sol ecc.. Più sei un genio! Non è facile emozionare o far qualcosa di innovativo con "strumenti" meno ricercati, con accordi se vuoi banali 😉
Va be' , come gia detto più volte , la teoria è una cosa giusta da imparare , certo però deve essere come la vita, un colpo al cerchio e uno alla botte , ci vuole sempre un'equilibrio , l'ago della bilancia deve stare sempre nel mezzo, detto questo, ottimo video come sempre, ascoltarti è un piacere , bravo !
Grazie per l'ottimo video
Premesso che sono un principiante perenne di 60 anni e suono qualche canzone che mi fa piacere ma non riesco mai a dire che è ben fatta.
Innanzi tutto che cosa intendiamo per teoria?
Io ho cominciato strimpellando senza teoria o scuola, da bambino odiavo musica perchè credo che ce la facessero odiare e qui hai ragione tu.
Da poco ho scoperto il piacere del solfeggio inteso come capacità di leggere la musica (o quasi) sia in chiave di sol che di Fa, dunque ho scoperto anche il piacere della teoria e come dici tu di sapere (o quasi) quello che faccio o quello che suono.
Mi sto diverrtendo anche con la tastiera e qui ho l'impressione che la teoria sia ancora più importante ma più facile da accoppiare alla pratica.
La teoria sul piano io la ointendo anche fare gli esercizi mano sinistra, mano destra ed entrambe.
Grazie agli esercizi riesco a fare qualcosina in più.
Va detto che la teoria più specifica e più approfondita l'ho comincuita con l'uso della tastiera, mi è sembrato quasi automatico farlo ma mi accorgo che non averlo fatto con la chitarra mi ha portato scompensi.
Arriverò ad associare anche la teoria alla pratica con chitarra perchè credo che mi darà qual qualcosa tanto che mi manca.
Sono dell'idea che il tuo metodo di fare pratica e accoppiare la teoria sia la cosa migliore per tenere gli allievi ancorati alla volontà di continuare.
Bellisima analisi, bellissimo l'esempio sulla "dimensione emozionale" che fai a partire dal minuto 23:00
Grazie del video, continua così :)
Il tuo parere é molto equilibrato, condivido tutto
Bellissimo video Claudio! Io da autodidatta (per il momento) mi definisco un purista della musica. Per me la musica è tutta bella a 360 gradi e la teoria musicale è troppo importante quanto la pratica. Sarà perchè mi affascina l'armonia (anche se al momento la conosco di base ancora) ma la penso cosi.
Claudio, interessantissimo video. Pur essendo autodidatta, sono sempre stato molto ambizioso, quindi ho studiato teoria musicale e molti videocorsi. Ad un certo punto, però, mi sono reso conto che, paralizzato da questo perfezionismo tecnico-teorico, ho in un certo senso procrastinato troppo il momento della gioia musicale e mi sono ammalato persino di distonia focale. Ora ho fatto un passo indietro: mi accontento di applicare concetti teorici semplici nel migliore dei modi... e di suonare brani... tanti brani. Teoria sì, ma non troppa. Non al punto da inibirti e sottrarre tempo all'esperienza "di strada".
Lo sapevo già di essere come Bach, grazie Claudio che mi hai confermato. Sei un grande ti seguo sempre, e grazie che sto imparando con te 💜🎸
per quanto mi riguarda seguo le tue lezioni si qui che sulla didattica quello di cui si ha bisogno e un ordine per capire tutto gradatamente
Condivido pienamente quello che hai espresso nel tuo video.... Ho iniziato a 12 anni ad avvicinarmi alla musica, ma ahimè i maestri di un tempo la rendevano difficile e impossibile, propinandoti lezioni e lezioni di solfeggio!
Questo non fa altro che allontanare i ragazzi.
Stessa cosa con la matematica.
Ho avuto una supplente alle superiori che purtroppo è durata poco l'unica a farmi amare e capire la matematica.
La musica è la stessa cosa, va insegnata facendo divertire al tempo stesso l'allievo altrimenti il più delle volte scappa via.
Conclusioni :
Potrebbe essere che i vecchi insegnanti rendevano le cose difficili proprio per tenerle per sé il più possibile???
Per me è così!
Ottimo discorso, ci voleva proprio...grazie Claudio 🤙🏻
Per aver citato in causa Leibniz meriti davvero un grande applauso, perché spesso ci dimentichiamo di alcuni geni del genere che hanno stravolto il modo in cui guardiamo al grande disegno che ci sta attorno. Non so se ne hai già parlato ma pensi che farai mai un video riguardante l'aspetto matematico scientifico della musica tirando in ballo armoniche naturali, temperamenti e cose affini?
Un paio di pensieri in merito. Prima cosa mi sembra davvero improbabile al giorno d'oggi trovare qualcuno che suoni uno strumento come la chitarra senza alcuna teoria: il semplice fatto di dare un nome a posizioni di dita sulla tastiera (Do mag, Mi7 etc etc) è già una forma di "teoria" conscia od inconscia che sia...dove sia poi il limite dell'approfondimento della cosa in sé con un minimo di analisi è forse questione di forma mentis( c'è chi ,come me, ha da subito cercato di capire cosa ci fosse dietro quella posizione). Secondo pensiero...la musica come valore culturale-antropologico dovrebbe prevedere (ed in teoria già sarebbe così) l'apprendimento di una base teorica già nelle scuola primaria e secondaria di primo livello come accade regolarmente nella scuola anglosassone e nordeuropea in genere dove puoi trovare fortunati casi in cui il leggere e cantare una partitura è normale come leggere e comprendere una seconda lingua. Su questo secondo punto poi non è trascurabile l'importanza per lo sviluppo di un senso critico attivo nei confronti di tutto quello che viene propinato dai media che ti vendono la qualsiasi che è spesso l'ennesima riproposizione della stessa frittata rigirata mille volte. È nota l'involuzione culturale-musicale che affligge in particolar modo il nostro paese e non solo per cui le canzoni si fanno con meno accordi rispetto a 30-40 anni fa e spesso con l'identico giro armonico se non pure gli stessi frammenti melodici. Avrei anche altri pensieri ....ma ho già scritto troppo!
Sei sempre di gran aiuto. Bravo Claudio grazie
Ci sono momenti in cui la teoria inizia a diventare una gabbia, ovviamente non mi riferisco a sapere cosa sia una scala e conoscere l’armonia, quanto più che altro a quella teoria molto avanzata che inizia a basarsi su semplici calcoli matematici.
Faccio un esempio pratico per spiegarmi meglio:
Vengo a scoprire di recente che i manuali jazz sconsigliano l’uso dell’undicesima su accordi maggiori settima o settima dominante, perché nel primo caso si avrà un intervallo di tritono e nel secondo un intervallo di quinta giusta che è ritenuto fuorviante.
Consigliano invece l’uso dell’undicesima diesis che fa intervallo di quinta giusta con la settima minore e intervallo di sesta con la settima dominante.
È un’informazione, un consiglio, e deriva da uno studio approfondito e avanzato della teoria musicale.
Ma di fronte all’arpeggio iniziale di Always With Me Always With You di Satriani, in cui viene usata un’undicesima naturale, ci rendiamo conto che ci sono casi in cui l’orecchio, il gusto e la creatività riescono ad andare oltre il semplice rigore logico tipico della teoria.
Dunque, la teoria va a mio parere SEMPRE studiata e approfondita, informandosi e non smettendo mai di imparare (negli ultimi tempi per esempio sto approfondendo il concetto di armonia negativa, mi servirà? Chi può dirlo, nel dubbio meglio conoscerla), ma bisogna coltivare un gusto personale e una creatività che ogni tanto ci portino a “rompere” alcune regole.
Grazie per il commento, vieni a parlarne in live alle 2??;-)
Claudio Cicolin noooo sono in ritardo c.c mi dispiace, recupero subito la visione
Riflessioni davvero molto interessanti e condivisibili. Personalmente credo che il discorso dipenda dal musicista e dal suo percorso. È impossibile che ci sia una risposta per tutti. Io fin dai primi mesi in cui strimpellavo i primi accordi ho cominciato a comporre i miei pezzi. Ovviamente erano brutti come il culo ma mi divertivo molto ad assemblare qualsiasi idea mi passasse per la testa. Non avendo in mente nessun concetto teorico componevo completamente d'istinto e pian piano ho cominciato a sviluppare questo metodo di composizione che escludeva completamente la teoria musicale, si basava unicamente sull'orecchio. Quando dopo qualche anno ho cominciato a studiare teoria ho avuto un blocco e non sono più riuscito a tirar fuori nulla. Non so se fosse il mio insegnante che me la insegnava male o se fossi io che la prendevo in maniera sbagliata, fatto sta che ogni volta che componevo qualcosa o che volevo arrangiare un pezzo mi facevo un sacco di schemi teorici in testa (preciso che comunque non avevo una grande conoscenza teorica in quel momento). Ho dovuto smettere di andare a scuola di musica e di studiare teoria e mi ci sono voluti mesi per poter riavere quella confidenza che avevo all'inizio che mi permetteva di creare senza alcun freno. Per me comporre musica significa tutto, non mi interessa sapere cosa suono e non mi interessa di quanto tempo ci perdo. Preferisco perdere (o meglio investire) 3 ore per tirare fuori qualcosa di interamente istintivo piuttosto che solo 10 minuti per aiutarmi con un qualche schema già impostato, mi diverto molto di più così. Ognuno di noi fa un percorso in cui incidono molte varianti. Studiare la teoria aiuta per tantissime cose, ma non tutti sono interessanti ad esse. A me studiare ha fatto più male che altro... forse se mi rimettessi ora, con un altra mentalità e un altro insegnante potrei anche apprezzare, ma ora sono consapevole di quale sia l'approccio che mi piace e che mi porta dove voglio, per cui niente al mondo mi farà mai riaprire un libro per aumentare la mia conoscenza teorica.
Sono d'accordo con tutto quello che hai detto Claudio. Hai affrontato un bell'argomento...io credo che lo studio dello strumento debba andare di pari passo con la teoria e la tecnica. Poi credo che avere una buona base tecnica sia importantissimo, in quanto ci consente di tradurre in musica le nostre idee. L'assenza di una buona tecnica ci impedirebbe di suonare ciò che pensiamo...quindi saremmo dei musicisti a metà.
Bellissimo approfondimento, mi hai tenuto incollato fino alla fine del video✌️
Bellissimo questo video,era doveroso farlo. Complimenti Claudio 😊😊😊👍👍👍🎶🎶🎶
Grande Claudio, il più bel video del canale!
Grande quesito Claudio 👍Io la penso cosi; purché non ti venga imposta e te la studi da solo a tuo modo nei tuoi tempi, la teoria puo'' far solo bene,, ma se viene imposta da un corso a cui devi dare degli esami e magati l insegnante non ha scelto di fare l insegnante, ma solo per ripiego perche' non e' riuscito a diventare un musicista che non trasmette entusiasmo etc. etc. In questi casi credo proprio che sia veramente dannoso; ragazzini che perdono passione per la musica e abbandonano, un appiattimento di carattere e diminuzione del carisma e perché no anche di una certa perdita di propensione alla "ribellione rockkettara" che e' secondo me è il sale della composizione. Ora senza prendere esempi di chitarristi famosi per i quali potremmo risolvere il tutto dicendo che loro sono dei predestinati talentuosi che ad orecchio hanno composto delle genialate senza conoscere la teoria, possiamo notare che anche fra noi amatori spesso si vedono dei chitarristi molto ignoranti sulla teoria ma che hanno sviluppato orecchio e fantasia e suonano bene... Secondo voi se Hendrix avesse studiato teoria l avremmo conosciuto? Io penso di no. Almeno nel Rock, credo proprio che troppo studio della teoria ti faccia in qualche modo "ingrippare". Un garage umido con la birra che si scalda sull amplificatore e dei ragazzini affiatati e motivati, tirano fuori il meglio, e se non lo tirano fuori vuol dire che non hanno bisogno di suonare, tanto meno conoscere la teoria musicale.
A scanso di equivoci, per "studiare da solo" intendevo il fatto di scegliere senza imposizioni, magari un corso come il tuo, dove scegli gli argomenti che ti interessano senza dover rendere conto apounto delle scelte, del tempo di studio etc. Liberta'
Esemplare Claudio.
Complimenti, sono d'accordo con tutto quello che hai detto.
Come in tutte le cose ci vuole equilibrio: la teoria è fondamentale per progredire, ma se lo studente è "giovane" è giusto che oltre allo studio ci sia anche del divertimento come "valvola di sfogo"
Ho cominciato a suonare kitarra classica insieme ad un mio amico ke studiava al conservatorio quindi la teoria non la capivo, mettevo le dita dove diceva lui ed imparavo. Ma da tanti anni ke suono, i miglioramenti li sto vedendo adesso da quando seguo te "preferito tra tanti" .proprio perché sto capendo cosa faccio, quindi per me la teoria è importante, però come dici tu puoi anke metterla al 2° posto per non renderti la vita difficile SEI UN GRANDE! E se mi dici cosa ne pensi del mio commento sei ancora più grande! Ciao
Finalmente qualcuno che la pensa esattamente come me sulla teoria musicale.
Da autodidatta vengo troppo spesso criticato perché non inserisco molti tecnicismi nei miei pezzi, mentre preferisco affidarmi più all'istinto e al mio "sentimento" musicale, il quale per me è molto più importante, nella composizione, che la teoria pura. Essendo che compongo al 90% per me e non per altri, senza etichette o richieste specifiche, perché dovrei riempire i miei pezzi di tecnicismi virtuosi, spersonalizzandoli da quello che è il mio "sentire" musicale-emozionale?
La teoria è utile per imparare pezzi altrui soprattutto, oppure per perfezionare un pezzo laddove non si riesce ad esprimersi completamente. Ma incaponirsi su di essa è inutile e controproducente.
Conosco tanti musicisti che sono bloccati da anni a studiare musica e tecnicismi, senza mai riuscire a causa di ciò a comporre o produrre qualcosa di decente. Troppo bloccati in "qui ci devo mettere questa scala, qua devo fare questo e quello", senza lasciarsi guidare dal flow, dallo "spirito" del pezzo stesso.
Concordo anche riguardo al tuo discorso sulla didattica. L'approccio che viene usato è troppo spesso mortificante per chi si approccia al mondo della musica, mentre la teoria avrebbe tanto da offrire di bello e di ludico se presa in maniera diversa.
Non dovrebbe mai, infatti, essere vista come un obbligo o come un maestro severo in stile "The Wall", ma piuttosto come una guida che ti accompagna, che ti sostiene, e che ti indica quale sentiero prendere per raggiungere la tua meta.
Tuttavia mi trovo a dissentire rispetto a Leibniz: non si apprezza la musica in quanto matematica celata, ma della musica si ama l'imperfezione dei rapporti matematici che cerca di imitare, non riuscendoci. Se infatti si riduce la musica a pura matematica, la musica in sé diventa fredda e priva di calore umano.
Esattamente come quella che stanno mettendo a punto negli ultimi anni: computer (o meglio Intelligenze artificiali) che compongono musica, istruite da tutte le teorie musicali del mondo. Compongono musiche piene di tutto quello che si potrebbe mai sognare, a livello compositivo, ma sempre manchevoli di quello che è la componente imperfetta dell'uomo, che è quella che rende perfetta la musica per l'orecchio umano.
Bellissimo argomento. Bravo! Sei una ricchezza. Grazie.
"La musica altro non è che matematica inconsapevole..." Leibniz la sapeva lunga giacché mi trovo inconsapevolmente d'accordo con lui per il fatto che iniziando a suonare a 53 anni ed avendo una cultura scientifica-matematica scopro nella teoria musicale quell'ordine e disordine delle cose che mai, prima di iniziare a suonare, avrei immaginato... tutto torna esattamente come la dimostrazione di un teorema che intuisci sia giusto - ascoltando e suonando - ma che non hai mai prima pensato che si potesse "dimostrare". Complimenti ancora, hai fatto un'analisi così accurata e precisa con questo video che lo definirei un vero #pezzone!
Complimenti Claudio, grazie per questo video è utilissimo
Un po' di teoria serve però non è determinante per valutare il valore di un musicista.
Secondo me il problema è che c'è chi impara gli assoli fino all'ultima sfumatura che neppure il chitarrista che lo creato lo fa sempre identico, perché si annoia.
I grandi chitarristi ad un certo punto della loro vita smettono di copiare ed imparare e di concentrano su se stessi mixano tutte le influenze e creano un proprio stile.
C'è chi quando suona non riesce a non assomigliare ed usare le frase del proprio chitarrista preferito.
Dannosa o no, io so solo che la mia prof di musica delle medie era fissata e ci faceva fare un SACCO di teoria, anche cose che capivamo che non ci sarebbero mai servite (che poi non si sa mai nella vita...)
Comunque, fatto sta che un po' di tempo fa ho ritirato fuori quelle cose perché era venuto fuori l'argomento e devo dire che proprio mi PIACEVA sapere quelle cose e saperle dire, mi piaceva il fatto di avere della cultura sulla mia cosa preferita, la musica! Quindi che serva o no io penso che comunque sia cultura generale... Però devo dire che se non ne hai voglia e qualcuno te lo impone non è facile 😅
PS bellissima la parte dell'angelo e del diavolo 😂😂😂
PPS 2:28 io ho, come dicevo, studiato teoria musicale ma sono autodidatta o_o
a me piace molto la teoria, mi piace creare brani basati sugli accordi della tonalità e le parti melodiche sulle note delle scale di riferimento
Concordo
La musica è un linguaggio , e la grammatica / teoria serve per farsi capire meglio , però non vuol dire avere un messaggio da trasmettere o essere un grande comunicatore.
dubito che se tu sbagliassi un congiuntivo di fronte a 10000 persone saresti considerato comunque un grande comunicatore
Questo video lo salverò come argomento piu' interessante degli ultimi 20 anni.
Allora, partendo dal presupposto che ho studiato anni di teoria, perciò la mia idea potrebbe essere di parte. Iniziamo la considerazione chiarendo il significato del termine “teoria “ , bisogna tenere conto che la teoria non è necessariamente collegata alla lettura di pentagrammi come molti potrebbero pensare: infatti la teoria musicale è principalmente composta dalle varie “norme” che regolano una meravigliosa arte come la musica, perciò, se si orientasse in tale modo il pensiero sarebbe limitante dire che conoscere la teoria ponga dei limiti nella scrittura, anzi, a PARERE MIO la teoria non è altro che una via per esprimere meglio ciò che si vuole dire. Ripeto che questo è solo un parere soggettivo il quale non è imposto come verità assoluta, grazie per la lettura.
Grazie per il commento, vieni a parlarne in live alle 2??;-)
Per me la teoria è importante in quanto conosci meglio ció che fai, ti senti piú padrone di una determinata arte e ti puoi esprimere meglio. È anche vero peró che la musica è anche libera espressione, io personalmdnre quando ho in mente qualche pezzo butto sulla tastiera le note che immagino e poi grazie (alla poca) teoria che conosco cerco di porre degli '' aggiustamenti ''. La teoria serve ma non deve ostacolare troppo ció che senti dentro
Bellissimo video, sono completamente d'accordo con te
No, non fa male. Ci vuole equilibrio, come in tutto.
Se Sir George Henry Martin non avesse incrociato i Beatles, sicuri che il successo mondiale sarebbe stato lo stesso?
Molti anni fa, anzi moltissimi anni fa, ricordo di aver letto un'intervista su Melody Maker ad un'altra icona, Keith Richard, che in un raro momento di "sobrietà/tranquillità" affermava che senza il produttore non avrebbe mai concluso nel modo corretto una progressione di accordi.
Anche io per tanti anni ho suonato la chitarra solo per puro divertimento, senza nessuna conoscenza musicale. Poi mi sono avvicinato al blues (in particolare quello strumentale di Freddie King) e apriti cielo! Se vuoi capire quello che suona, devi studiare le partiture. Ma lui, ovviamente, non le ha mai scritte!
Aneddoto. Tanti anni fa un amico conobbe Salvatore Sciarrino che , avendo conosciuto Jhon Lennon in gioventù, gli disse che in realtà lui conosceva la musica MOLTO bene! Tanto che Sciarrino aveva trovato nella loro musica delle strutture armoniche di Monteverdi...quindi sembrerebbe che "i Beatles" sapevano cosa suonavano....Saluti
Claudio, ho visto che hai fatto una performance di Tunnel Of Love: puoi fare il tutorial, grazie
Claudio, grazie per l'ottimo video come sempre.
Per quanto riguarda la teoria applicata alla composizione, avresti qualche libro da consigliare? Nel senso, a volte compongo un brano e mi sento un po' 'limitato', mi piacerebbe trovare delle soluzioni diverse e originali, e penso che questo si possa fare con uno studio di cose come "composizione" e "armonia". Per caso hai qualche libro da consigliare a riguardo?
Sono perfettamente d'accordo con quello che dici....sull'argomento teoria o pratica citerò il titolo di un libro di un ingegnere padre di un mio amico..."con la teoria nulla funziona e si sa il perché, con la pratica tutto funziona ma non si sa il perché..noi uniamo la teoria alla pratica percui nulla funziona e non si sa il perché"
Tutto giusto e condivisibile quello che hai detto... io sono convinto però che un ruolo fondamentale per uscire dalla massa, dalla media di un comunque bravo musicista, sia il talento, il talento innato che ti fa fare cose che un'altro pur studiando non potrà mai fare allo stesso modo, o forse potrà solo copiare. Ci sono casi di bambini che riescono in cose incredibili... la cosa che rende la musica così speciale, é che non si può spiegare in modo razionale... un esempio che rende appieno il mio ragionamento ? Ezio Bosso , che ci ha lasciato ieri...
bravo claudio video divertentissimo :D :D
Condivido al minuto 14:16 e 14:58.
Un bel "mi piace" al minuto 15:07!
Secondo me, se si è fortemente motivati, lo studio della teoria e soprattutto della armonia, sono fondamentali per crescere musicalmente... studiando jazz ho cambiato radicalmente il mio modo di vedere... la musica è creazione , istinto, sentimento allo stato puro... verissimo ... credo però che conoscenze teoriche ed armoniche, una volta acquisite, consentano una maggiore espressione... ciò non toglie che individui particolarmente dotati, riescano a fare cose meravigliose senza sapere cosa è una armonizzazione...
Il solfeggio all’inizio come approccio allo strumento dovrebbe essere vietato dall’onu.
Nella tradizione anglosassone non esiste il solfeggio parlato, ma suonato ( al massimo cantato...) Si inizia solfeggio ritmico e poi direttamente con lo strumento.
ahahahah mitico
Ne parlavo proprio ieri con mio padre. Confessa...tu mi ascolti. Scherzi a parte mi stupisce proprio il pensiero che autori rock abbiano scritto dei capolavori ad una età così giovane da non avere avuto il tempo di approfondire la teoria. Mi riferisco alle conoscenze relative alla composizione.
Aprofitto dell'argomento per una dichiarazione "scomoda": non mi interessa la chitarra, ho iniziato a seguirti per alcuni video di teoria musicale dove sei riuscito a farmi arrivare in maniera naturalissima dei concetti che mi erano sempre stati ostici 😁👍
Interessante come sempre, si potrebbe estendere il discorso parlando un po' di armonia. Grazie Claudio!
Ciao Claudio!!!!! Perché nn fai un video ( lezione) sulla tecnica del bottle neck???: impugnatura, accordatore, altezza delle corde ( action)! Grazie!!!
La faccia nella copertina è troppo bella😂
bellissimo video e analisi mi ha arricchito
In questi periodi sto cercando di migliorare la mia conoscenza dell'armonia, mi si è aperto un mondo e non tornerei mai indietro.
Anche solo parlando del pentagramma, al di là della sua utilità nel leggere/scrivere, porta a dover studiarsi per bene le scale e avere idea di dove stanno le note, perchè uno deve saperlo in velocità, non può stare a cercarsi le note lento lento perchè non sa dove stanno sulla tastiera, conferisce una competenza con lo strumento eccezionale. La teoria non è essenziale per divertirsi, uno si può divertire alla grande anche imparandosi a memoria le diteggiature degli accordi e metterli vicini senza sapere che fa, però se uno a una certa, dopo aver menato le mani con lo strumento, inizia ad avere la curiosità di iniziarci a mettere il naso, si apre un mondo di informazioni che all'inizio può essere ostico, ma poi conferisce una competenza che è SOLO di guadagnato.
Io capisco che studiare sia la parte più noiosa e che si sia costruito come alibi tutta una serie di leggende dietro per evitarsi di farlo, penso che uno debba sentirselo e generalmente nell'autodidatta o amatore è una cosa che succede quando si supera la voglia di menar le mani, tipica dei primi tempi con la chitarra, quando si diventa un pò più competenti e riflessivi ed è più facile che si generi curiosità e voglia di espandersi.
Bravissimo, proprio come la penso io. Ma la teoria serve per le basi. Diciamo per capire meglio quello che facciamo.
Io trovo che se l'approccio alla teoria è fatto in modo da incuriosire ed aiutare chi si avvicina ad uno strumento, allora è utile e funziona. Non funziona per nulla, invece, se applicato in modo pedestre, tanto perchè ti hanno detto di imparare ad es. una scala fine a sé stessa, come sono fatti tutti gli accordi, ovviamente a 4 note, in relazione alla tonalità di riferimento e poi ti fanno provare a metterle giù sulla chitarra sapendo già che non te le ricorderai mai, come è successo a me. Certo che in quel modo ti passa la voglia.
Guarda invece cosa ho trovato per caso alcuni anni fa (link in coda). E' una lezione per principianti di quel Dio in terra di Chet Atkins. In pratica lui insegna ad applicare un giro di DO maggiore dei più beceri, in prima posizione, avanti e indietro e guarda cosa ne ricava. Ecco, secondo me quello è fare musica. Quello è utilizzare la teoria in modo non pedestre, ma emotivo.
th-cam.com/video/v53zAvITAyI/w-d-xo.html
Inizio veramente col botto m hai fatto ammazza dalle risate
La teoria è molto importante, però certe volte noto tanti bravi chitarristi super tecnici ma che non trasmettono nulla. Sembrano robot d'acciaio, macchine che riproducono ciò che leggono o che fanno mille note al secondo solo per dire: "ehi guarda quanto sono bravo". Poi arriva B.B. King, fa un bending e ti viene la pelle d'oca.
Bel video: personalmente credo che la diffidenza che molti hanno nei confronti della teoria si possa particolareggiare come semplice paura nei confronti del pentagramma, quasi che studiarne la lettura equivalga a studiare il sanscrito o il cinese
L'unica cosa fondamentale è non illudersi che la musica sia un intreccio di formule matematiche , la matematica è la CODIFICA della MELODIA non il contrario , poi è tutto utile mentre la lettura ad impronta (veloce e corretta esecuzione della partitura ) è necessaria per la professione di musicante ( chi si limita solo a saper eseguire a menadito la lettura dello spartito come professione ) musicista ( chi oltre a leggere ad impronta è anche arrangiatore e autore di pezzi propri ) , mentre l'AUTORE /COMPOSITORE realizza musica e testi originali /geniali ANCHE conoscendo solo semplici accordi , è l'architettura ritmica/testo/musica che ne determina il valore artistico/musicale , per intenderci la differenza che ci potrebbe essere tra Pino Daniele e Bob Dylan . Ciao B.M. Sempre
Dal minuto 12,40 hai inserito una musica di sottofondo che é quasi una cantilena ma mi piace, un arpeggio di chitarra elettrica, batteria basso...posso chiederti dove lo hai preso ?
Bel video. Grazie
Ciao. Io penso che la teoria musicale, per un musicista, nel tempo diventa una necessità imprescindibile.Si comincia spesso da autodidatta, man mano che si progredisce si comincia a sentire il bisogno di piu' conoscenza e consapevolezza. La voglia di "teoria", nasce spontaneamente. Frank Zappa è l'esempio più significativo in questo senso. Da leader di una band in cui suonavano molti autodidatti, a compositore di opere complesse
Ciao Claudio bel video, hai parlato di un tema molto discusso. Io credo che diventi dannosa quando vai in tilt con i concetti perché cerchi di assimilarne il più possibile senza nemmeno averli capiti fino in fondo.
P.S. Ti faccio una domandina che non c'entra Niente, se potessi dare un tuo giudizio personale sugli Emerson Lake and Palmer e quale è stata la loro importanza nella scena prog anni 70. Grazie e ciao
Parole sante ...purtroppo senza la teoria...e la conoscenza di ciò che si sta facendo....ci sono dei limiti che e' difficile superare...almeno per me 😀
Top! Bravissimo!
Ciao Claudio, che programma usi per editare? Grazie
Claudio: "La teoria musicale è importante, ma va associata soprattutto ad una parte pratica"
Tutti i trapper: *scaricano le basi da youtube e ci scrivono un testo brutto sopra*
Claudio: "WTF?"
Dai, vi prego. Smettiamola con questo luogo comune :P
I beatles non erano proprio dei must nella teoria però saperne è solo un pro in più... Non ti toglie niente.... Penso che se vuoi comporre musica tua non te ne serva tantissima ma se vuoi fare il turnista o il maestro è essenziale
Bravo 🤘
Ciao Claudio! Vorrei farti una domanda... Vorrei installare dei pedali e ne ho scelti 3. Prima il Wah, poi una distorsione (che funge anche da boost) e infine un riverbero con un jack wireless. Secondo te può andare? Cosa dovrei cambiare?
Claudio cosa ne pensi delle PRS?
L'ho sperimentato io stesso in questi mesi di primo approccio alla chitarra. Sono arrivato a suonare una pentatonica (niente di pazzesco). Continuavo a chiedermi perché un accordo si formasse in un modo piuttosto che in un altro.
Adesso mi sono "resettato" e sto seguendo un percorso parallelo.
Io non voglio fare il professionista ma, un giorno, vorrei comporre qualcosa di mio e voglio sapere cosa suono!
Bellissima la t-shirt 🔝🔝🔝
È importantissima la teoria! Cmq complimenti per i tuoi fantastici video!
Grazie mille, ci vediamo alle 2!;-)
Perfettamente d'accordo con te!