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Ok. Non so a che scopo io abbia seguito il video fino in fondo dal momento che non so cosa sia una scala maggiore e non suono nulla. Però mi è piaciuto che tu ce l'abbia messa tutta per farmi capire cose completamente estranee a me. Like
Bravissimo, finalmente qualcuno che ha spiegato bene i modi, a quel commento son d'accordo con te, semplicemente per il fatto che bisogna dar senso alla sonorità senò inutile parlare di modi
La canzone è yesterday, bella lezione, concordo con la tua definizione di scala modale, non basta cambiare la nota di partenza x avere una scala modale, bisogna "contestualizzarla" in un centro tonale. Buona musica a tutti !!!
Ho apprezzato la tua esposizione perché hai dimostrato una buona dose di onestà intellettuale nel mettere in discussione anche la tua posizione. Unica precisazione che forse può essere sfuggita ad alcuni: la musica che chiamiamo modale si distingue da quella tonale per una stabilità dell'armonia percepita dalla quale emergono i colori dei vari gradi della scala. Non è sufficiente che una musica sia esclusivamente melodica per rientrare nella definizione modale: le suites per violoncello solo sono un esempio di musica tonale ad una sola voce, perché l'orecchio è in grado di distinguerne il movimento dell'armonia anche senza accordi.
Sono davvero contento di questo tuo video... non sapevo della diatriba, ma quella tua affermazione nel video precedente mi aveva lasciato perplesso (studio da autodidatta e pensavo di cominciare a capire qualcosa a livello teorico... con quel tuo "assolutamente no" ho pensato "ok, non ho capito niente...")... ora ha tutto senso... grazie!
Claudio una lezione che mi piacerebbe ascoltare è una che un po' l'ho già presente nel suo insieme ma visto che ho fiducia nella tua metodologia di pura sincerità nell'affrontare ogni argomento e limpidezza. il rapporto che c'è nel blues tra i 3 accordi maggiori e di settima e l'uso melodico della pentatonica in generale minore. Grazie Roby da Prato Toscana
Ottimo video Claudio. Concordo su quanto hai detto. È dando un nuovo accordo (o nota) di riferimento che l'orecchio percepisce un sound modale. Diversamente, spostando solo la nota di partenza della scala sembrerà sempre di suonare ionico o comunque con la scala di partenza. Grande, continua così! #esaicosasuoni
Interessante e stimolante. Di solito, come anche in questo caso, ritengo sia la terminologia che trae in inganno e, a parere mio, entrambe le versioni proposte in questo video sono plausibili ma non esauriscono definitivamente la questione. Nella mia cultura non possiamo parlare di musica tonale e modale contemporaneamente, cioè: dire che il modo dorico si ottiene suonando la scala di Do da re a re è come dire che devi mescolare l'insalata col trapano ( si può anche fare ma il risultato sarà lungi da essere un insalata e il trapano non è un utensile atto a tal uso ); vado al dettaglio: la scala di Do (ben inteso Maggiore e già questa è una connotazione che allontana dal sistema modale) è una scala (successioni di suoni per gradi congiunti) che si riferisce al sistema tonale, mentre un modo è una successione di suoni che SEMBRA rifarsi ai tetracordi dell'antica Grecia con tutt'altri parametri musicali. Quindi, forse!, una buona soluzione sarebbe dire che il modo dorico, ad esempio, è una successione di suoni per gradi congiunti tutti a intervalli d'un tono tranne tra il 2° e 3° e il 6° e 7° dove intercorre un semitono o, in modo ancora più empirico che il modo dorico si ottiene suonando i tasti bianchi del pianoforte da un re al re successivo ma, insisto, usare la terminologia del sistema tonale per definire il modale è fuorviante. Per tediare sino in fondo aggiungo che la maggior parte della nostra cultura musicale deriva dagli studi conservatoriali, che oggi la prassi offre, che ci fanno dire, ad esempio, che l'armonia, l'accompagnamento della musica nella sua parte melodica. è avvenuta recentemente circa 700/800 anni fa. Ma ciò è in contrasto con studi non conservatoriali che ci fanno capire, attraverso disegni dell'antico Egitto o dell'antica India o anche indicazioni su tavole sumere su ipotetici concerti musicali, che centinaia di strumenti che suonavano insieme per determinate occasioni non potevano essere all'unisono e proporre tutti una sola linea melodica oltre al fatto che il canone o la sovrapposizione di poche melodie era all'epoca non praticata; quindi se ne può dedurre che l'aspetto armonico o per meglio dire la melodia accompagnata da altri suoni era già presente in un passato remoto nonostante ciò che propongono vari testi di storia della musica. Certo non c'erano accordi di 13ma e il tutto era più semplice ma, in relazione ai miei studi, non posso esimermi dal rivalutare la storia della musica che, purtroppo è relativa al sistema occidentale del far musica e si rifà esclusivamente alla musica scritta nata appunto circa 700/800 anni fa. A buon rendere e... viva il dialogo (dal greco: pareri diversi!).
Per me la domanda era chiara: è sufficiente suonare una scala maggiore a partire dal secondo grado? La risposta, per me, è no, visto che è necessario vederla in un contesto. È come dire: è sufficiente mettere dell'inchiostro giallo, in un foglio, per farlo diventare giallo? No: è necessario che il foglio sia bianco.
1:50 Simpatico Claudio, hai ragione a sottolineare che il sistema _Tonale_ venne sviluppato in Europa già nel XVII secolo 3:55 proprio per far fronte ai limiti del sistema _Modale._ ✧ Infatti la letteratura musicale classica, soprattutto quella polifonica, è basata sul sistema _Tonale_ e tutti i trattati di armonia adottati nei conservatori di musica sono basati sul sistema _Tonale._ Tuttavia sarebbe interessante se spiegassi a chi ti segue quali sono i vantaggi (🤔) che hanno portato, in àmbito chitarristico, a rivalutare e quindi applicare, attraverso una rilettura moderna, l'uso dell'antico sistema _Modale_
Ciao Claudio, la cosa che ho,apprezzato di più di questo video è la,tua onestà intellettuale ampiamente dimostrata nel riconoscere anche gli spazi di “ragione” del tuo interlocutore. Se posso permettermi, tu hai aggiunto un elemento alla discussione che va un po’ oltre la mera teoria : intendo dire la componente percettiva del l’ascolto della scala modale in un giusto contesto armonico. Comunque ringrazio sia te che il tuo interlocutore misterioso per averci dato la,possibilità di approfondire una materia non facile da comprendere .
Un litigio/diverbio su musicale tonale o modale... ma certo che non c'avete proprio un c...o da fare. Ho tante di quegli esercizi da praticare sulla chitarra che mi sento già oberato così, senza bisogno di pormi pure quest'altro "dramma". Scherzi a parte, ottimo video. La realtà è che a me il discorso dei modi continua ancora a non entrare in testa in tutte le sue implicazioni. Ho capito bene il discorso (ma non da adesso), ma ascoltando un brano faccio ancora fatico a capire da solo se è basato su un modo o su una tonalità a sé.
ciao... è un argomento che non si impara in pochissimo tempo, in realtà, poichè implica anche il fatto di studiare storia della musica, e sopratutto afferrare la diversa percezione dell'umanità rispetto alla musica stessa. questo video illustra bene i punti chiave del discorso, poi ognuno puo' approfondire ...ma è un lungo viaggio
Ciao Claudio, anch'io sono insegnante di chitarra e ho trovato il tuo video assai interessante e molto esaustivo per chi volesse avvicinarsi al modale! Complimenti!
Sai sicuramente che non si finisce mai di imparare e ciò accade anche quando insegni e trovi le strade giuste per spiegare ad ogni allievo ogni argomento e risolvere le loro lacune! Ottimo lavoro! Ciao
Bella lezione Claudio! In effetti col mio maestro ancora non abbiamo studiato le scale modali, ma questo video mi è stato utile per cominciare ad avere un’infarinatura e comprenderne il concetto di base. Interessanti anche i riferimenti storici, in effetti non avevo mai pensato al fatto che nella musica antica ci fosse solo la melodia! Comunque, hai chiesto per nuovi argomenti... Beh io ultimamente su TH-cam ho trovato un canale inglese che parla (purtroppo in modo un po’ superficiale) di argomenti armonici molto interessanti: Neapolitan chords, Chromatic Mediants, la scala Double harmonic minor ecc... Inoltre ho sentito accennare qualcosa sull’utilizzo della sesta sospesa, ci sono un sacco di argomenti potenzialmente interessanti!!
Ciao Alessio. _Dennis Giorgi_ sul suo canale ha dedicato tre video al sistema Modale. Tuttavia ti segnalo un testo molto interessante riguardo gli accordi. Questa è la stringa di collegamento al testo di Philip Tagg ➜ archive.org/details/philip-tagg-la-tonalita-di-tutti-i-giorni-tonality-everiday/mode/2up
La definizione di una scala modale è data dalla sequenza di toni e semitoni al suo interno, però all'atto pratico e lo si vede dalla scrittura musicale, le variazioni modali sono delle alterazioni transitorie all'interno di un brano, quindi il concetto e' quello di cambiare tonalia al brano... quello di partire dai diversi gradi di una scala maggiore per nominare le scale nei diversi "modi" e' una pratica per insegnare il concetto, i nomi, le sonorita che si ottengono e tutte le possibili combinazioni tra le note all'interno dell'impianto tonale... ma sono solo chiacchiere, all'atto pratico suonare modale vuol dire cambire tonalità all'interno di un brano.
Ho anche dubbi a credere che siano nate prima le scale modali e poi il sistema tonale... se ci pensate bene è impossibile...i modi nascono in relazione al sistema tonale non viceversa... che ne pensi?
Bel video. Complimenti. Avevo già visto un tuo video sui modi spiegato in modo impeccabile. Hai il dono del riuscire ad esprimere concetti anche parecchio complicati rendendoli di semplice acquisizione. Non è cosa da tutti... Gianluca
Per millenni la musica è stata modale e le scale o modi venivano usate per il loro colore per esprimere i vari sentimenti ; dal 1.600 d.C. una scala è diventata modo maggiore ( il modo ionico ) e un altra è diventata modo minore ( il modo eolio ) ; le altre sono rimaste meno usate senza tramontare . La tonalità si è affermata proprio a partire dal 1.600 ; notare che già 2 secoli dopo con Lizst e Wagner la tonalità viene ad essere messa in discussione ( es. la composizione infinita di Wagner senza risolvere mai ) e poi con la dodecafonia dei primi del '900 ogni centro tonale viene negato .
Centro tonale messo in dubbio in modo del tutto inefficace, poiché un centro tonale c'è sempre, in ogni sequenza melodica. Anche nel Gregoriano monodico delle origini, tanto per partire dal principio. Schönberg ha creato una magnifica teorizzazione, ma fallace, poiché l'interazione tra i suoni non scompare solo perché lo si teorizza a tavolino. La quinta, la quarta, ecc. hanno sempre un peso che influenza l'ascolto. È inevitabile, poiché non è una teoria; è una realtà iscritta dentro ogni suono (armonici).
Questa diatriba alla fine è servita per fare un video superdidattico! Vengono messe in evidenza alcune cose che normalmente non è facile afferrare! Bravo
_Dennis Giorgi_ sul suo canale ha dedicato tre video al sistema Modale. Se può destare il tuo interesse questa è la stringa di collegamento al primo dei tre ➜ th-cam.com/video/PVcmpPfQvyM/w-d-xo.html
Questo video è un perfetto confezionamento di studio, capacità didattica, tecnica, gusto e simpatia. Da rivedere e studiare (anche per imparare e copiare :P quelle parti sui modi!) #esaicosasuoni
Finalmente un video che mi ha fatto capire cosa si intende per musica modale, molto molto utile il discorso sul centro tonale! E bravo Claudio👍😉 #esaicosasuoni
Bravo Claudio! Bel video! Il problema dei modi è proprio quello di pensare troppo alle diteggiature. sono gli accordi che fanno la differenza Hai fatto il miglior esempio possibile per far capire questo, se parto dal secondo grado ma sotto ho un pedale di do, quello è solo un semplice rivolto. Se avessi suonato un sol settima sarebbe diventato un misolidio, giusto dire che in teoria, sulla carta, quella scala è dorica, ma rimane il fatto che finché non ho un accordo potrebbe essere un rivolto qualsiasi dei sette modi. Provate a suonare un si semidiminuito e sentirete ( orrendo!!!!) Il locrio. Bravo e ancora complimenti!
Comunque caro Claudio non venivo sul tuo canale da qualche mese ed ho notato che la produzione è un bel pò migliorata, Daje. Questo canale sta venendo veramente bene, tra un pò ci fai l'Adam Neely Italiano ahahha
Dire che la risposta alla fatidica domanda sia "in realtà è un sì e no" (minuto 8:55) mi sembra contraddittorio con l'affermazione finale in cui confermi la correttezza di quanto detto nel video scorso ("assolutamente no!"). Anche perché il ragazzo, nella scorsa discussione, specificava chiaramente il discorso del cambio di centro tonale e tutte le considerazioni da fare per poter effettivamente considerare la scala come D Dorico piuttosto che C Ionico. : ) Tecnicamente direi che le note C D E F G A B costituiscono allo stesso tempo una scala di C Ionico, D Dorico, E Frigio, ecc... Poi il modo che si sta effettivamente suonando dipende dal contesto, dal centro tonale della melodia, finché si suona la scala completa ascendente e discendente (a prescindere da nota di partenza e arrivo) senza un contesto armonico non ha tanto senso parlarne... Ad ogni modo... questi due video (insieme) mi sono stati davvero molto utili per comprendere meglio il significato delle scale modali e soprattutto come utilizzarle praticamente, al di là delle definizioni teoriche. Grazie! Ben vengano discussioni di questo tipo!
l'hò già scritto in un altro video, ma mi pare il caso di riportare anche qui, la mia esperienza personale, di approccio alle scale, a tutti i tipi di scale, riconducibili, sembrerebbe impossibile, a 13 scale.....perché Voi , ma anche io "ai miei tempi" , mi sono letteralmente "scervellato" per tentare di capire come si suonava "modale", come si costruivano le scale, tono, tono semitono, tono, tono, tono, semitono, ecc ecc, poi è arrivato il periodo delle pentatoniche, poi è arrivato il periodo delle scale minori armoniche, di quelle melodiche, di nquelle cromatiche e così via........ Poi, studiando con un bravissimo insegnante al conservatorio di Parma, mi ha acceso la luce in fondo al tunnel, facendomi capire, che "il tutto" si poteva racchiudere in 13 scale, 5 a "settori stretti" e 7 a "settori larghi", ognuna con la rispettiva diteggiatura, che non solo copriva tutto il manico, ma che erano persino traferibili, cambiando il punto di partenza in base alla tonica dell'accordo o del brano su cui suonavo i miei assoli o, appunto, le mie scale. 13 (TREDICI) scale, memorizzabili in qualche settimana, senza bisogno di null'altro, solo quello di conoscerle per bene, diteggiatura per diteggiatura! Compito piuttosto semplice se confrontato con la mole di studio intrapreso fino a quel momento. Non mi interessava più che nota stessi eseguendo, mi bastava sapere che se eseguivo una certa scala, scelta a piacimento lungo tutto il manico ed eseguita con la giusta diteggiatura, potevo suonare TUTTE le scale, ma anche tutti gli assoli che si potevano costruire, proprio grazie alla conoscenza di queste 13 scale. Da quel giorno in poi, ADDIO al sistema modale, alle pentatoniche, al modo minore o maggiore, insomma, addio a tutto quell'inutile (almeno in pratica) accumulo di studio, naturalmente di fondamentale conoscenza per ogni musicista, ma che in pratica, passatemi il termine, non mi servivano ad un cippa! Con 13 (TREDICI) scale, alcune molto simili fra loro, per questo ho detto che il tempo per apprenderle si limitava a qualche settimana, avevo risolto tutto il mio problema di quale nota suonare e quando suonarla......NON MI INTERESSAVA PIU'! Sapevo che se eseguivo una determinata scala , con la giusta diteggiatura, avrei suonato SEMPRE, la/le note giuste. Se volete saperne di più, informatevi su cosa sono i "settori larghi e quelli stretti" , vi si aprirà un mondo e un modo di suonare, di una facilità .....DISARMANTE! E se ripenso alle ore di studio teorico, sempre valido, ma quasi inutile a livello PRATICO, ancora mi viene da ridere!
grazie, innanzitutto per l'interessamento, ma qui, io sono un' "ospite", per cui non mi pare il caso di pubblicare questi 13....."BOX" o scale , o chiamateli come volete. Magari Claudio, saprà sicuramente quali sono le scale a "settori stretti" e quelli a "settori larghi", perciò, magari potreste chiedere a Claudio stesso di farne un tutorial apposito. Non sarebbe una cattiva idea, lasciare per un' attimo la TEORIA da parte e mostrarvi nella sola PRATICA, l'uso di queste scale. Ripeto, lo studio TEORICO è di vitale importanza per la formazione di un qualsivoglia musicista, ma quando vi troverete a dover improvvisare su un palco, ecco che prevalerebbe la PRATICA. Questo è il mio punto di vista. Se Claudio lo ritiene un' argomento interessante, ma del quale non "abusarne" chissà mai che ci faccia un bel tutorial sopra.....Io sarei disposto a mostrare a Claudio questi miei vecchi studi, "vecchi" ma sempre attuali, se ne potrebbe discutere sul loro "infinito uso PRATICO e poi, ripeto, se lo ritiene interessante, ci potrebbe mettere mani lui stesso. Perché magari si potrebbero apportare correzioni, oppure ridurre il numero dei "box" , perché, come detto, molti si assomigliano.....La parola, va al padrone di casa quindi. Che ne pensi Claudio?
#esaicosasuoni caro Claudio, a mio avviso il problema è che molti, data una scala modale costruita su un grado di una scala maggiore, confondono la scala modale con il "suonare" modale, due concetti non sempre coincidenti. Il suonare modale (es. il brano jazz di Miles Davis - So What , Kind of Blue in Rem dorico) non prevede movimenti di accordi di sviluppo, tensione e risoluzione. Ogni accordo ha pari dignità con l'altro perchè non è legato da un'armonia funzionale come ho già scritto ieri. Nel modale si avverte sempre una condizione di riposo, di stabilità, di quasi sospensione grazie anche al fatto che gli accordi non necessariamente vengono costruiti per salti di terza come nel tonale. Vengono introdotti a tal scopo anche gli accordi quartali nel modale, proprio per sottolineare la nota distintiva del modo. Non ci preoccupiamo di classificare gli accordi come di pre-dominante (es Rem o il Fa), di Dominante (Sol7) o di tonica (Do) in quanto nel modale gli accordi non si dispongono nella maniera di essere obbligati a risolvere sull'accordo di tonica (es. il Rem nel Re dorico) ma liberi di fluttuare come entità autonome trascurando la funzione armonica che invece un singolo accordo ha nel "tonale". L'importante è fare attenzione a non riprodurre un tritono che creerebbe tensione (es. Fa - Si nella scala di Re dorico) che sposterebbero il centro tonale sul Do magg. risolvendo sullo stesso, nemmeno una dominante secondaria come un La7 che spingendo sul Rem suonerebbe tonale. insomma ci sarebbe tanto ma veramente tanto da scrivere. Grazie sempre per i tuoi video che aprono un grande spunto di discussione
@@deepalcol grazie, troppo buono ☺️. Il discorso è che per giungere a tali conclusioni, ho dovuto raccogliere una miriade di informazioni sul web, TH-cam, ma soprattutto da pianisti (che nelle spiegazioni dove ci vuole un certo rigore sono numeri uno). Il video di Claudio è stato poi veramente il migliore che ho trovato tra i chitarristi italiani. Lui ha fatto benissimo a spiegare il concetto modale partendo dalla storia medievale perché è nelle ballate che si gusta il vero senso melodico di una scala modale
Ecco un'altro che non ha capito assolutamente niente e che scrive una cavolata dietro l'atra. La musica è una cosa seria e va studiata. Ti dico solo una cosa: cadenza frigia, vai e studia prima di dimostrare la tua totale ignoranza sulla materia, come chi ha fatto il video; prima studiare poi fare il maestro, per Anubis!
@@DoktorLorentzBig dal conservatorio dei frustrati, ecco spuntare il solito leone da tastiera. Illuminaci tu, maestro, tra un frigio, un accordo quartale e un lidio, della cotanta tua saccenza
Grazie per il video, dal tono leggero e, allo stesso tempo, chiaro e completo. Solo una piccola precisazione, perché da ciò che dici parrebbe che di tonalità si possa parlare dal periodo "classico" in avanti; già nel periodo barocco assistiamo a molte composizioni saldamente costruite su un impianto tonale. Uno per tutti vogliamo ricordare J. S. Bach con il suo "Das wohltemperirte Klavier" (Il clavicembalo ben temperato)? Buon lavoro.
Stavo cominciando un pò l'approccio al modale, anche se col piano, e ho trovato molto utili queste spiegazioni. Anche il video è fatto molto bene ! Grazie! Ce ne sono altri?
Sei grande !!! anche se ho capito non completamente la cosa ,devo riguardarlo un po’ di volte ,sarà l’età , ma i tuoi video sono molto interessanti complimenti
... sui testi Music Institute e Berklee Sono spiegati molto bene I modi. Parlare di modi implica due metedologie. La piu facile, un accordo fisso sul quale si suonano le scale " modali" ,come hai fatto, e invece la forma piu completa, utilizzando una progressions di accordi vincolati Alla scala che si utilizza seguendo il Centro tonale. Detto questo, ..é l'interazione scala/accordi che definisce cosa si suona, anche se Alla fine la cosa piu importante é la melodia. Cmq ripeto I testi GIT e Music Institute e Berklee spiegano Tutto molto bene. Wiwa!
Ciao maestro, ottimo video! Ho una domanda in un contesto di blues in Bb, come collego gli accordi improvvisando?… non ti chiedo la struttura del blues ovviamente facile, ma proprio che note mettere accordo dopo accordo in questo contesto tonale/modale o sbaglio a definirlo cosi?, premetto che so gia il discorso armonizzazione ecc la domanda è proprio rivolta a come essere “sciolto” improvvisandovi, non so se sono stato chiaro, comunque suono sax e clarinetto ma trovo moolto interessante lo stesso seguirti! Un saluto! 😊
Sicuramente dal punto di vista musicale non c'entra nulla ... ma vorrei farti i complimenti per la qualità del video e del laborioso ed originale montaggio. 😀
È apparso il volto del mio mito Wolfgang Amadeus Mozart ❤️. Detto questo ... Claudio ha sempre ragione ! 😎😎. Fra poco arriveremo ad un tutorial di cornamusa 😄😄😄.
Non ho letto tutti i commenti, magari qualcuno lo ha già detto, l'utilizzo delle scale modali aveva maggior senso prima dell'utilizzo del temperamento equabile, infatti la scala cambiava"sapore musicale" in quanto non cambiava solo la sequenza tono-semitono ma i singoli semitoni avevano rapporti diversi tra loro. Con l'introduzione del temperamento equabile l'ottava è stata divisa in 12 semitoni perfettamente scalati tra loro, rendendo le scale modali inutili per ottenere le diverse sfumature sonore ottenibili prima, in pratica resta solo una diversa interpretazione della stessa scala di partenza.
Renzo Tramaglino ...con questo commento mi sono perso. Cioè per esempio su un modo Ionico gli intervalli sono TTsTTTs su un frigio sono sTTTsTT e mi dici che se suono un Em7 non serve a nulla per evidenziare il frigio dal Ionico? Aiutoooo mi mandi in tilt
qualsiasi melodia tu crei con un modo la potresti creare con l'altro, considerarle scale diverse (con una diversa tonica) può aiutare ad interpretarle diversamente ma in realtà ora non cambia altro, prima dell'adozione del temperamento equabile le singole distanze di frequenze tra i semitoni (tra T e T, tra T e S, tra S e T) erano diverse (e diverse tra i vari temperamenti esistenti) e davano sapori diversi alle diverse scale, ora non è più così, per questo son rimaste in uso praticamente solo le scale maggiori e le relative minori.
Renzo, il tuo commento non mi pare pare corretto. Quello che dici è vero per la musica tonale. Infatti la musica del Sei e Settecento (e anche il parte dell'Ottocento) andrebbe suonata con i temperamenti adatti per avere il colore delle tonalità, cosa molto importante in quel periodo. Nel sistema equabile un do maggiore e un fa# maggiore suonano teoricamente identici (in realtà qualche differenza ci può essere al di là degli intervalli: diteggiature nel piano, colore diverso di alcune note negli strumenti a fiato, corde vuote negli strumenti ad arco). Ma nella musica tonale la differenza tra un modo e l'altro esiste anche con il sistema equabile (per lo più utilizzato dalla musica "moderna": jazz, rock, pop). Come dice Claudio nel video , se il centro tonale (modale) è chiaro, la scala avrà successioni di toni e semitoni diversi nei vari modi e darà un colore diverso alla melodia. Claudio lo dimostra molto bene nei suoi esempi.
Stefano provo a spiegarmi meglio. Intanto diciamo di considerare la scala pitagorica e la scala naturale come quelle di riferimento su cui si utilizzavano le scale modali, in entrambi questi casi un Do maggiore ed un Fa maggiore suonano diversi (ovviamente a prescindere dalle differenti posizioni di tastiera, hanno diversi rapporti tra le frequenze delle note che li costituiscono). Con l'utiluzzo delle scale modali in questo caso cambiano sia la sequenza tono/semitono delle varie scale, sia i singoli rapporti di frequenza tra le note. Questo fa una grossa differenza sul risultato, sul "sapore" nell'utilizzo delle diverse scale, e era il motivo principale del loro uso, la diversa sensazione che creavano. Oggi con il sistema equabile resta la diversa sequenza tono/semitono ma si perde completamente il diverso "sapore" delle scale dovuto al variare dei singoli rapporti tra i semitoni. Quindi d'accordo che può aiutare, durante l'improvvisazione, ad una diversa interpretazione della scala base, ma dal punto di vista teorico noi stiamo usando la stessa scala, tutte le note e nella stessa sequenza che usiamo in un caso possiamo usarle esattamente identiche nell'altro (cioè senza pensare all'uso di una scala tonale). Un amico compositore (lui usa anche i quarti di nota per comporre) mi spiegava che comporre è un processo puramente teorico, lui non usa strumenti per farlo perché questo influisce alterando il percorso mentale... abitudini, automatismi nel suonare porterebbero ad altri risultati. Ecco, quel che volevo dire è che studiare le scale modali ci aiuta, per via di quegli automatismi, ad interpretare diversamente la scala base, ma dal punto di vista teorico stiamo usando la stessa scala, potremo scrivere la stessa identica partitura con le stesse identiche note nella stessa identica posizione pensandola sia in un modo che nell'altro, quindi è stata considerata una complicazione evitabile. È questo che in pratica ha portato nel XX secolo all'abbandono delle scale modali, lasciando in pratica il prevalente utilizzo del modo maggiore e del modo minore.
@@renzotramaglino67 Sì e no. Assolutamente vero che prima dell'introduzione del sistema equamente temperato modi (dal Medioevo al Rinascimento) e tonalità (che soppiantano i modi gradualmente dal '600) avevano diversi "colori", "sfumature". Grosso modo andrebbe usata l'accordatura pitagorica per il Medioevo, poi Mesotonica, poi uno dei tanti temperamenti circolari (Werkmeister, Kirnberger, Valotti...). Il sistema equabile si stabilizza tra la fine del '800 e l'inizio del '900, cioè proprio quando il sistema tonale cominciava a vacillare. Per quanto riguarda l'equivalenza dei modi e delle tonalità nel temperamento equabile cerco di spiegarmi meglio. Suonare un pezzo in Do maggiore o in Do# maggiore nel temperamento equabile non fa alcuna differenza, si sposta solo la melodia mezzo tono sopra, il colore non cambia (almeno dal punto di vista degli intervalli). Ma suonare un pezzo in Do Maggiore o in in Do# minore cambia eccome, perché non ho spostato solo l'altezza di mezzo tono di tutte le note, ma ho cambiato il rapporto tra gli intervalli (usando quelli caratteristici della scala minore) e quindi anche la melodia non è la stessa. Analogamente se suono melodie in modi diversi (che hanno intervalli di tono e semitono in sequenza diversa), l'effetto sarà diverso anche nel sistema equamente temperato. Al contrario, se suono una stessa melodia in un certo modo semplicemente partendo da una altezza diversa (alzando o abbassando tutte le note della melodia dello stesso intervallo), non cambierà niente, esattamente come per l'esempio tonale (Do maggiore/Do# maggiore), perché gli intervalli tra le note della melodia saranno gli stessi. Così come una melodia in maggiore o minore (tonalità) ha un "colore" diverso, allo stesso modo tutti i modi tra loro e con maggiore e minore hanno colori diversi. Ecco perché i modi sono usati nella musica pop, jazz, ecc. anche se in genere usano il sistema equamente temperato. Come dici tu, invece in un sistema non equabile la stessa melodia in Do maggiore e in Do# maggiore non suona uguale perché gli intervalli tra le note non sono esattamente gli stessi. Tonalità diverse hanno "colori" diversi perché gli intervalli tra i diversi gradi della scala non sono esattamente uguali (piccole differenze, ma apprezzabili) e queste sfumature erano utilizzate sapientemente dai compositori per ottenere effetti emotivi diversi. Spero di essere stato più chiaro. L'abbandono del modi in favore di maggiore e minore nel corso della musica colta occidentale ha varie e complesse motivazioni musicali, ma non c'entra con il temperamento equabile. Il tuo amico compositore non usa strumenti specifici per comporre perché scrive musica contemporanea astratta, ma nel settecento (ma non solo) i compositori avevano spesso in mente gli strumenti per i quali componevano e ne sfruttavano le caratteristiche e il linguaggio idiomatico. Altre volte invece gli strumenti avevano un certo grado di intercambiabilità (anche per ragioni commerciali) e altre volte ancora erano musica astratta (p.es certa musica medievale, L'arte della Fuga, ecc.) .
#esaicosasuoni ringrazio sentitamente pper questo video, mi permetto solo di aggiungere due considerazioni, la principale differenza tra tonale e modale è in effetti la presenza delle funzioni armoniche nella trattazione di una scala, prevalentemente quella maggiore, vale a dire come tu dici per enfatizzare l'effetto di centralità della tonica ad esempio la si fa precedere dalla dominante (V grado) o dalla sensibile (VII grado), di modo che l'orecchio senta che una di queste due note "chiami" la tonica. Nelle musica modale questo concetto non esisteva e vi era la totale mancanza di funzioni armoniche, ovvero di effetti recepiti dall'orecchio, che possiamo denominare riposo (si avverte usando il primo grado), tensione (usando il quinto), preparazione (usando il quarto). Per altro la scala maggiore che anticamente si chiamava modo ionio faceva parte di una moltitudine di altri modi, tra questi modi il modo ionio era quello che meglio si prestava per strutturare la tonalità. Il fatto che "rovesciando" la scala maggiore si ottengano delle altre scale che per successione di toni e semitoni coincidono con alcuni modi antichi è una coincidenza non la maniera in cui sono nati quelli che oggi chiamiamo scale modali. Per l'appunto esistevano più successioni di toni e semitoni e tra queste vi era anche quello ionio, quindi la scala maggiore era uno dei modi esistenti e gli altri non derivano da questa. Fortuitamente suonandola partendo di volta in volta da un grado differente andiamo a ricadere su delle altre successioni di toni e semitoni che coincidono con degli altri modi. Chiedo scusa ma è un argomento a me particolarmente caro e sul quale ho riflettuto e ricercato veramente a lungo per capire l'esatta origine della materia. Grazie comunque di nuovo per il video.
Buongiorno maestro Claudio, non ho capito perché nell esempio modale (do dorico) dovendo evidenziare la “sesta maggiore” caratteristica del dorico (quindi la nota La ) con l accordo Dom7 hai usato un FA9 e non un FA7 come suggerirebbe la progressione armonica in tonalità di Sib, gentilmente puoi spiegarmi la tua scelta? È puramente per gusto personale o c’è una scelta armonica precisa che mi sfugge per dare ulteriore colore al modo dorico? Grazie e complimenti per L ottima spiegazione.
Veramente bravo e preparato, complimenti! Ti prego però di fugarmi questo dubbio: negli esempi che hai fatto, prendiamo il modo frigio (che se ho capito bene è un modo "minore" perché ha la III minore) suonavi la scala Frigia quando eri in C- , ma quando eri in Db7 continuavi ad utilizzare il modo frigio o un altro modo? I modi sono strettamente legati all'accordo che sto suonando in quel momento (che determinano il centro tonale), giusto? Se è vero potevo usare ilC frigio in C- e il Db misolidio in Db7 ? Thanks!
Ciao Claudio purtroppo per me non è molto semplice vediamo se ho capito qualcosa...per potersi definire modale la successione di due accordi non devono avere una relazione strettamente "armonica" tra loro giusto? Nel primo es (Do Sib) suoni Do misolidio in quanto lo vedi come 5' grado della tonalità di Fa in questo caso? Però anche Sib ne fa parte(4' grado)....per questo suona bene!? Grazie!
#esaicosasuoni Ciao Claudio, credo che quel video incriminato già fosse, per alcuni, esaustivo nel discernere tra approccio tonale e quello modale. Ma hai fatto benissimo ad arricchirlo e dettagliarlo anche con riferimenti storici. Quella "famosa Frase" non fu colta da qualcuno nella maniera più semplice e lessicale del termine. Forse venne compreso che quel RE "dorico" non fosse una scala modale (e qualcuno insorse perchè effettivamente è una scala modale appartenente ai modi minori) ma ciò infatti non significa suonare "modale" dal momento che sono in toanlità di DoMagg.. E' normale che in tonalità di DO Magg, se passo sull'accordo di Re min7, posso improvvisare con un Re dorico esaltando i Chord Tones Re-Fa-La-Do, ma sicuramente, come da te sottolineato, rimango in un contesto tonale, perchè è l'armonia, data da una progressione di accordi, che condiziona poi la melodia, la quale si adegua ben sapendo che esiste un legame funzionale tra gli accordi (di sviluppo, di tensione e di risoluzione sulla tonica). In un contesto modale è la melodia ad avere il ruolo predominante, con la scelta di un "modo" appunto, maggiore o minore che sia. L'accordo o gli accordi (di solito un paio) fungono da mero completamento, accompagnamento, non necessariamente ottenuto per "salti di terza", ma introducendo anche le note caratteristiche del modo, oppure con un'armonizzazione quartale , per cui si hanno accordi di tonica, cadenziali e non-cadenziali, gli accordi da evitare invece (a differenza del tonale) sono quelli che contengono l'intervallo di tritono (es Il Sol7 ed il Sim7/b5. nel Re dorico) che spingerebbe a risolvere su una tonica di DO, il solista inoltre ha maggior libertà di spaziare. Insomma l'argomento è vasto ed in ciò ci vengono in aiuto un paio di bellissime lezioni del nostro maestro di piano Tino #Carugati su alcuni brani modali. Un caro saluto
#esaicosasuoni. Salve Claudio, lascio poche volte un piccolo ed insignificante commento sui tuoi video che sono davvero interessanti ed efficaci. È da un po' che seguo le tue lezioni sul canale TH-cam e devo ammettere...sei eccezionale sia dal modo in cui spieghi la teoria, che la pratica. Nulla da dire sulle esecuzioni, bravo davvero continua così.
Il problema della risposta "teoricamente sì ma praticamente no" è che la scala è un concetto squisitamente teorico è quindi corretto rispondere in ambito teorico. Inoltre dire che una scala da re a re senza alterazioni non è una scala dorica solo perchè non si trova in un contesto modale ma tonale è sbagliato. Una scala rimane tale in qualsiasi contesto ed ha un nome indipendente dal contesto.
ottima osservazione, concordo al 100% con te. Claudio infatti nel video incriminato avrebbe dovuto porre la domanda: "suonare da RE a RE partendo dal II° di DO si ottiene una scala di RE dorico ma ciò implica che sto suonando "modale"?. La risposta sarebbe stata: "dipende dal contesto in cui mi trovo": Se gli accordi prodotti nella progressione armonica stabiliscono (grazie al rapporto che esiste tra V7 e I, cadenza perfetta oppure IV - I, cadenza plagale) che l'accordo di tonica sia il DO come centro gravitazionale della progressione, allora sono in un contesto tonale perchè esiste un'armonia funzionale tra gli accordi in gioco, basati su movimenti di sviluppo, tensione e risoluzione sulla tonica. Sull'accordo di Rem sicuramente il Re dorico ci andrà bene, facendo magari attenzione a certe note fastidiose come il SI che dista di un semi-tono dal DO (da usare solo come nota di passaggio) ma certamente focalizzerò su ogni cambio di accordo la mia attenzione sui rispettivi chord tones (I - III - V, che sono sicure perchè note dell'accordo). Al contrario, se è il Rem il mio centro tonale in una tipica progressione (o cadenza) modale, ad es. Rem - SOL, posso liberamente usare la Rem dorica su entrambi gli accordi esaltando anche la nota SI che essendo la caratteristica del modo (VI maggiore) fa sentire all'orecchio dell'ascoltatore il tipico carattere dorico della progressione e della scala, magari aggiungendo un basso di RE anche sull'accordo SOL (che contiene la caratteristica SI), anche l'accordo di MIm ci sta bene perchè ha il SI come V° nota. I 3 accordi in questione, pur sottolineando la centralità del Rem, non sono legati tra loro da un'attrazione verso la tonica perchè le cadenze modali sono più deboli, posso pertanto esaltare la libertà espressiva dell'intera scala modale nella mia improvvisazione dorica.
Ottimo video Claudio !! Secondo me un argomento interessante da inserire in un prossimo video è l' interscambio modale. Magari anche con esempi di brani e capire anche come si alternano i vari accordi.
pietro pavanelli Sono d'accordo. Degli esempi pratici sarebbero i benvenuti... Perché ancora non arrivo ad afferrare, da digiuna in materia, le differenze tra le due musicalità....
Ma gli utenti lo sanno che questa decina di minuti di chiarimenti è frutto di un Enorme studio e fatica. Complimenti per la grande preparazione che può essere solo che di esempio. 😮
Ci sono molte cose interessanti, soprattutto nella prima parte, utili a dare chiarezza in un argomento che offre molti interrogativi per chi mastica di improvvisazione e struttura armonica. Forse andavano spesi 15 secondi per inquadare il contesto dei modi e far capire cosa si intende per ionico (maggiore) dorico, frigio, lidio etc. Ottimo comunque.
Se dai uno sguardo ai commenti precedenti il tuo potrai verificare che quello di *Vox Humana* e di *CENTOCIRULI* sono i più _precisi_ fra i 380 lasciati da altri 🤔 !!!
Molto chiaro Claudio. Ma, eseguendo una scala dorica (D dorico) su un accordo preponderante ancora diverso... (ad esempio un Em7 oppure un F maj7 ) il risultato oggettivo qual'è? Lo posso ancora definire "D dorico" oppure la scala che eseguo diventa relativa a quello che si percepisce come nuovo centro tonale? E in questo ultimo caso che scala diventa? Una scala eolica sbagliata?
Hai ragione tu. una scala di RE dorica suonata per esempio in una saquenza D-7 G7 Cmaj7 si chiama RE dorica ma sempre in C maggiore sei e sempre tonale sei. Una scala RE eolica suonata in una sequenza Fmaj7 D-7 G-7 C7 si chiama RE eolica ma sempre in F maggiore sei e sempre tonale sei. Suonare modale non significa suonare scale modali, significa trattare ogni accordo in modo assestante.
Hai ragione. Nel caso che menzioni stai suonando un D dorico in un contesto comunque TONALE cioè con C come tonica. La musica MODALE si fa in altro modo, cioè tenendo il basso costante su D e variando le varie scale (dorica, eolia, frigia, etc…)
Hi :) I have proposition :> could You make video/videos about Harmonic Major cdefg a-flat b and his modes? You could tell something about diatonic chords possibilities and limitations offered by this set of sound in improvisation a few exercises etc what You say?
I would like to point out a very interesting text about the agreements. This is the link string to Philip Tagg's text entitled "Everyday tonality" ➜ archive.org/details/philip-tagg-la-tonalita-di-tutti-i-giorni-tonality-everiday/mode/2up
Bravo Claudio, bel video, molto molto chiaro, complimenti, pensi di parlare dell'argomento anche al Live Music Camp oppure tratterai qualcosa di più legato alla musica suonata live?
Ciao Claudio seguo il tuo canale da qualche anno e ti faccio i complimenti , su questo argomento volevo magari capirci qualcosa di più in quanto vedo che tanti fanno questa distinzione ,a mio avviso non ha senso parlare di modale e tonale , magari tonale ed atonale , anche se suoniamo in modale cmq abbiamo sempre un centro tonale a meno che non facciamo musica atonale e credo che se si armonizza ogni singola nota di una scala rimanga veramente difficile improvvisare con scale modali (MA anche altre scale)differenti in quanto gli accordi ci richiamano la scala di riferimento, se si mantiene un accordo sospeso o un armonizzazione minima allora le possibilità sono più ampie
ciao claudio, alla fine dopo il pippone (scherzo era interessantissimo!) sulla musica modale alle origini, non mi è chiaro se questa abbia poi a che fare con i modi della scala maggiore o sia solo una confusione di termini. mi spiego, se io suono le scale modali faccio musica modale?? non credo. se ho capito bene la musica modale di oggi ha comunque un centro tonale, giusto? grazie per i tuoi video, sei bravissimo: canti da dio! :D
Scusa la curiosità tecnica, ma quando fai l'esempio del canone a 3'31'' che applicazione usi per creare l'effetto delle "finestre" a comparsa in contemporanea? Thanks
Ciao Claudio, scusami l'appunto però se usi le note della scala di CM partendo da D e chiudendo su D è una scala Dorica senza se e senza ma. Ovviamente condivido il fatto che non suonerà da scala Dorica se il contesto non è quello adatto. Altra cosa che hai omesso ma a parer mio molto importante (per far arrivare il concetto dei modi), oltre all'accordo e alla nota di partenza e di chiusura o ricorrente che come riferimento hai preso D che va bene, andrebbe parlato anche della nota caratterista di ogni modo (che in questo caso è la sesta maggiore su una scala minore), soffermarsi sulla sonorità minore con la sesta maggiore è uno dei tanti percorsi per far sentire il colore del modo in questione. Per il resto ottimi contenuti ;)
Video molto bello! complimenti. Ho soltanto un dubbio: io posso spostare il centro tonale con la base, ma nulla mi vieta di farlo con il canto, infatti se eseguissi come base la nota DO che mi fa da tappeto ed eseguo una scala da RE a RE, potrei vedere il DO come la settima dell'accordo di RE m (dorico quindi) starei eseguendo un inversione al basso, no?
P.S. ovviamente dipende molto da cosa fa la voce al canto se usa maggiormente le note di RE m o altro, in effetti sarebbe come fare pitch axis con degli slash chords
No, l'effetto sarebbe quello che ho descritto nella parte finale del video, e suonerebbe come una normale scala di do maggiore, e in nessun modo come dorico.
Personalmente (da "ignorante" sulla chitarra) suggerirei a chiunque si senta incuriosito su queste differenze tra modale e tonale di posticipare temporaneamente la parte teorica relativa alla musica modale e rafforzare la conoscenza in ambito tonale: con un orecchio più allenato sarà più semplice successivamente "sentire" e riconoscere i vari modi (e comunque riuscire a condensare in poco più di 10 minuti un argomento di tale portata credo possa portate a qualche leggera semplificazione che, all'inizio, è doverosa per evitarsi tanta confusione in testa).
Avrei una domanda. Quando al minuto 6:32 suoni Do misolidio, stai utilizzando due accordi provenienti dall'armonizzazione di Fa maggiore (IV, V), stessa scala da cui ottieni anche il modo misolidio di Do. Non stai suonando tonale perché nella tua improvvisazione dai particolare importanza alla nota Do (e anche mi essendo la terza), giusto? La mia domanda però è la seguente: se anziché avere SIb tu avessi avuto un altro accordo, per esempio Si naturale, avresti ancora potuto suonare misolidio cambiando scala al cambio di accordo? Quindi suonando do misolidio sul do e si misolidio sul si? Grazie
Grazie per il video! Non sarà propriamente la tua area di competenza... Ma se riuscissi a fare un video così semplice, che può capire chiunque, sul come si intende la modalità nell'album Kind of Blue, con qualche esempio di qualche segmento dell'album, sarebbe il top! Visto che hai già prodotto qualche video sul jazz... Sarebbe utilissimo per l'umanità profana... 😅
Giuseppe, ti segnalo un testo molto interessante riguardo gli accordi. Questa è la stringa di collegamento al testo di Philip Tagg dal titolo "La tonalità di tutti i giorni" ➜ archive.org/details/philip-tagg-la-tonalita-di-tutti-i-giorni-tonality-everiday/mode/2up
#esaicosasuoni Claudio, col tuo permesso posto un link di un classico brano modale, dal sapore medioevale, che forse non tutti ricorderanno, la sigla di Almanacco del giorno dopo, Chanson Balladee, dove il sapore Lidio della scala è fortemente presente e sottolineato da una nota di basso SOL per marcare il sapore Lidio di G (IV° di D -> G-A-B-C#-D-E-F#) per poi passare ad un G ionico th-cam.com/video/m1p5dTEgsdU/w-d-xo.html
In pratica il G di basso ricorda al cervello che la tonalità rimane di SOL ma il brano passa dalla scala Lidia a quella Ionica con il gioco C# Cnaturale.
Comprendo che non è il dibattito e luogo corretto. Ormai stá diventando una vera provocazione. Nessuno però di voi, preparati a prescindere,... e ho scritto a tanti del settore, avete risposto alla domanda di come far comprendere e approcciare correttamente un allievo dislessico o disgrafico al meraviglioso mondo della musica teorica. Oggi... e é inutile girarci attorno... Un dislessico emerge nella musica perché ha grande individuale talento con il grande limite dell'apprendimento della teoria piú articolata. Metodi individuali perché sicuramente ognuno ha strategie di apprendimento soggettive, ma ritengo sia un settore che va approfondimento
La questione è che il nostro cervello si sintonizza su un determinato centro tonale e un meccanismo naturale intellettivo elabora gli intervalli dando un riconoscimento Modale a seconda degli intervalli che proponiamo nella progressione sulla scala. Interessante sarebbe magari un prossimo video di avvicinamento al Jazz dove approfondire brani tipicamente Modali e spiegare anche la formazione di aree temporanee di spostamento tonale all'interno dei brani ( dominanti secondarie e progressioni armoniche relative). Bel video, complimenti.
Davide Bello Concordo. Ignoro molte cose circa l'argomento tonalità, oltre alle specifiche modalità con cui si suona il Jazz... Quindi, con degli esempi pratici di brani abbastanza famosi, anche x 1 pubblico meno avvezzo ad ascoltare q genere musicale (come lo sono io), anche chi ancora non sa cogliere le sfumature dei due diversi approcci (modale e tonale), potrebbe, forse, capirci qualcosa....
@@mariasoldani6058 ad esempio se cerchiamo su Wikipedia il Modo (musica) , fra le tante cose spiegate, storiche ecc.., ad certo punto si trova la parte con esempi delle scale sul pianoforte e anche nomi di alcune canzoni conosciute in cui sono stati usati i vari modi ... potrebbe essere già un punto di partenza.
@@DimitriFrondizi Beh, potrebbe, se soltanto conoscessi la musica degli spartiti, argomento ancora non alla mia portata ... Se ci fossero, invece, solo gli accordi tipici delle tablature, allora qualcosa potrei comprendere...
@@mariasoldani6058 ah ho capito, infatti gli esempi di cui parlavo al pianoforte sono semplici registrazioni audio da ascoltare soltanto per capire diciamo la atmosfera o emozione che dà un tipo di scala con i suoi particolari intervalli , in quel caso non c'è da seguire uno spartito.
Sono beliissimi i video di teoria musicale. Servono queste lezioni dedicate anche a chi è un po più oltre il livello di principiante. Che ne pensi di portarne altri? Magari sulle armonizzazioni delle minori armoniche e melodiche, o sull'utilizzo di alcune scale esotiche particolari, oppure ancora su come suonare modale partendo dalla penta e ricavandosi i modi senza spostarsi da essa
@@martinopinto6323 Ciao Martino mi riferivo, ironicamente, a questo uso del verbo "portare", che io rifiuto e più che altro non capisco. Tutte le volte che qualcuno mi chiede di "portare" un tutorial io rispondo sempre con battute tipo "mi serve una carriola" o "dove lo devo portare". Non farci caso, è un mio baco mentale;-)
@@ClaudioCicolin ahahahahahahahah penso derivi dal linguaggio teenager di molti youtuber che portano videogiochi, loro usano sempre il verbo portare #esaiilperché
Ciao, in ambito modale non esiste proprio il concetto di tonalità, come ho spiegato nel video. Pensa se fosse un canto Gregoriano, scritto nel medio evo: come avrebbe potuto essere "in tonalità", quando quel concetto non era ancora stato concepito?
Claudio Cicolin si capisco il tuo discorso, ma la musica moderna lavora su chiavi di armatura, qualsiasi Daw o spartito lavora su questo, quindi per non confondere i neofiti bisogna ben chiarire questo punto per far capire poi le Sfumature tonali, altrimenti si fa un po’ troppa confusione.
@@GuidoMainardi al momento non sono state fatte modifiche per considerare il mondo modale, in ambito di "armature" - si potrebbe scrivere un brano utilizzando la dorica in re minore, senza modifiche in chiave (quindi in effetti, come il do maggiore) ....la differenza è data dalla forma, diciamo..quello che ha gia' spiegato Claudio... nel modale (prendi ad esempio "Ladies Nite in Buffalo, assolo di Steve Vai ,,,su canzone di David Lee Roth) c'è pochissimo spostamento di accordi ,,a volte solo uno,, a volte due (assolo di Light my fire dei Doors) ....-ovvero si puo' teoricamente dire di "essere in do maggiore" ma c'è una netta contraddizione poichè , non apparendo , il do maggiore non crea mai momenti di importanza
Scusa ma se io voglio scrivere un brano in La minore che armatura metterò? Metterò l'armatura senza alterazioni. Questo significa forse che sto suonando in Do maggiore? Ovviamente no, perchè l'armatura ti dice solo quali note sono ammesse ma non ti dice chi è la nota centrale.
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Per questo video è proprio il caso di lasciare un bel commento con l'hashtag #esaicosasuoni no??;-)
Scarica le tab di questa e di tutte le altre mie lezioni dall'area didattica, clicca qui goo.gl/j7gKdh
non esiste il modale facile
@@Ellexp basta studiarlo nel modo corretto, e poi è facile.
Ok. Non so a che scopo io abbia seguito il video fino in fondo dal momento che non so cosa sia una scala maggiore e non suono nulla. Però mi è piaciuto che tu ce l'abbia messa tutta per farmi capire cose completamente estranee a me. Like
Bravissimo, finalmente qualcuno che ha spiegato bene i modi, a quel commento son d'accordo con te, semplicemente per il fatto che bisogna dar senso alla sonorità senò inutile parlare di modi
I modi non vanno spiegati. Vanno studiati. Senza filtri.
La canzone è yesterday, bella lezione, concordo con la tua definizione di scala modale, non basta cambiare la nota di partenza x avere una scala modale, bisogna "contestualizzarla" in un centro tonale. Buona musica a tutti !!!
Gran bel video Claudio! Ci hai spiegato una cosa non immediata da comprendere con semplicità e leggerezza
Ho apprezzato la tua esposizione perché hai dimostrato una buona dose di onestà intellettuale nel mettere in discussione anche la tua posizione.
Unica precisazione che forse può essere sfuggita ad alcuni: la musica che chiamiamo modale si distingue da quella tonale per una stabilità dell'armonia percepita dalla quale emergono i colori dei vari gradi della scala. Non è sufficiente che una musica sia esclusivamente melodica per rientrare nella definizione modale: le suites per violoncello solo sono un esempio di musica tonale ad una sola voce, perché l'orecchio è in grado di distinguerne il movimento dell'armonia anche senza accordi.
Sono davvero contento di questo tuo video... non sapevo della diatriba, ma quella tua affermazione nel video precedente mi aveva lasciato perplesso (studio da autodidatta e pensavo di cominciare a capire qualcosa a livello teorico... con quel tuo "assolutamente no" ho pensato "ok, non ho capito niente...")... ora ha tutto senso... grazie!
❤!grazie infinite per questo video…non si potrebbe spiegare in maniera più chiara e semplice
Claudio una lezione che mi piacerebbe ascoltare è una che un po' l'ho già presente nel suo insieme ma visto che ho fiducia nella tua metodologia di pura sincerità nell'affrontare ogni argomento e limpidezza. il rapporto che c'è nel blues tra i 3 accordi maggiori e di settima e l'uso melodico della pentatonica in generale minore. Grazie Roby da Prato Toscana
Ottimo video Claudio.
Concordo su quanto hai detto.
È dando un nuovo accordo (o nota) di riferimento che l'orecchio percepisce un sound modale.
Diversamente, spostando solo la nota di partenza della scala sembrerà sempre di suonare ionico o comunque con la scala di partenza.
Grande, continua così!
#esaicosasuoni
Grazie!
Sei un grande questa è la verità... Hai una cultura musicale che va oltre
Comunque dopo che insegno da 20 anni e suono senza mai essermi diplomato, mi hai rispiegato armonia modale in un modo che mi ha aperto il cervello
Interessante e stimolante. Di solito, come anche in questo caso, ritengo sia la terminologia che trae in inganno e, a parere mio, entrambe le versioni proposte in questo video sono plausibili ma non esauriscono definitivamente la questione. Nella mia cultura non possiamo parlare di musica tonale e modale contemporaneamente, cioè: dire che il modo dorico si ottiene suonando la scala di Do da re a re è come dire che devi mescolare l'insalata col trapano ( si può anche fare ma il risultato sarà lungi da essere un insalata e il trapano non è un utensile atto a tal uso ); vado al dettaglio: la scala di Do (ben inteso Maggiore e già questa è una connotazione che allontana dal sistema modale) è una scala (successioni di suoni per gradi congiunti) che si riferisce al sistema tonale, mentre un modo è una successione di suoni che SEMBRA rifarsi ai tetracordi dell'antica Grecia con tutt'altri parametri musicali. Quindi, forse!, una buona soluzione sarebbe dire che il modo dorico, ad esempio, è una successione di suoni per gradi congiunti tutti a intervalli d'un tono tranne tra il 2° e 3° e il 6° e 7° dove intercorre un semitono o, in modo ancora più empirico che il modo dorico si ottiene suonando i tasti bianchi del pianoforte da un re al re successivo ma, insisto, usare la terminologia del sistema tonale per definire il modale è fuorviante. Per tediare sino in fondo aggiungo che la maggior parte della nostra cultura musicale deriva dagli studi conservatoriali, che oggi la prassi offre, che ci fanno dire, ad esempio, che l'armonia, l'accompagnamento della musica nella sua parte melodica. è avvenuta recentemente circa 700/800 anni fa. Ma ciò è in contrasto con studi non conservatoriali che ci fanno capire, attraverso disegni dell'antico Egitto o dell'antica India o anche indicazioni su tavole sumere su ipotetici concerti musicali, che centinaia di strumenti che suonavano insieme per determinate occasioni non potevano essere all'unisono e proporre tutti una sola linea melodica oltre al fatto che il canone o la sovrapposizione di poche melodie era all'epoca non praticata; quindi se ne può dedurre che l'aspetto armonico o per meglio dire la melodia accompagnata da altri suoni era già presente in un passato remoto nonostante ciò che propongono vari testi di storia della musica. Certo non c'erano accordi di 13ma e il tutto era più semplice ma, in relazione ai miei studi, non posso esimermi dal rivalutare la storia della musica che, purtroppo è relativa al sistema occidentale del far musica e si rifà esclusivamente alla musica scritta nata appunto circa 700/800 anni fa. A buon rendere e... viva il dialogo (dal greco: pareri diversi!).
Per me la domanda era chiara: è sufficiente suonare una scala maggiore a partire dal secondo grado?
La risposta, per me, è no, visto che è necessario vederla in un contesto. È come dire: è sufficiente mettere dell'inchiostro giallo, in un foglio, per farlo diventare giallo? No: è necessario che il foglio sia bianco.
1:50 Simpatico Claudio, hai ragione a sottolineare che il sistema _Tonale_ venne sviluppato in Europa già nel XVII secolo 3:55 proprio per far fronte ai limiti del sistema _Modale._ ✧ Infatti la letteratura musicale classica, soprattutto quella polifonica, è basata sul sistema _Tonale_ e tutti i trattati di armonia adottati nei conservatori di musica sono basati sul sistema _Tonale._ Tuttavia sarebbe interessante se spiegassi a chi ti segue quali sono i vantaggi (🤔) che hanno portato, in àmbito chitarristico, a rivalutare e quindi applicare, attraverso una rilettura moderna, l'uso dell'antico sistema _Modale_
Grazie, mi hai dato una grande mano per avere più chiara la questione!
Ciao Claudio, la cosa che ho,apprezzato di più di questo video è la,tua onestà intellettuale ampiamente dimostrata nel riconoscere anche gli spazi di “ragione” del tuo interlocutore. Se posso permettermi, tu hai aggiunto un elemento alla discussione che va un po’ oltre la mera teoria : intendo dire la componente percettiva del l’ascolto della scala modale in un giusto contesto armonico. Comunque ringrazio sia te che il tuo interlocutore misterioso per averci dato la,possibilità di approfondire una materia non facile da comprendere .
Grazie a te Massimo!
Interessante e ben fatto. La musica, come tutti i linguaggi, soffre delle regole create per spiegarla.
Finalmente qualcuno che mi ha chiarito alcuni passaggi. Grazie!
Complimenti, chiarissimo ed esaustivo. Grazie per questa bella lezione. Di primo canto, ammetto che anche io avrei risposto come l'interlocutore...
Anche il Monaco...strepitoso. Complimenti per la cura dei tuoi Video
Grazie mille Tino, faccio del mio meglio!;-)
Un litigio/diverbio su musicale tonale o modale... ma certo che non c'avete proprio un c...o da fare. Ho tante di quegli esercizi da praticare sulla chitarra che mi sento già oberato così, senza bisogno di pormi pure quest'altro "dramma".
Scherzi a parte, ottimo video. La realtà è che a me il discorso dei modi continua ancora a non entrare in testa in tutte le sue implicazioni. Ho capito bene il discorso (ma non da adesso), ma ascoltando un brano faccio ancora fatico a capire da solo se è basato su un modo o su una tonalità a sé.
ciao... è un argomento che non si impara in pochissimo tempo, in realtà, poichè implica anche il fatto di studiare storia della musica, e sopratutto afferrare la diversa percezione dell'umanità rispetto alla musica stessa. questo video illustra bene i punti chiave del discorso, poi ognuno puo' approfondire ...ma è un lungo viaggio
Idem! Ancora non riesco neamch'io😭
Ciao Claudio, anch'io sono insegnante di chitarra e ho trovato il tuo video assai interessante e molto esaustivo per chi volesse avvicinarsi al modale! Complimenti!
Grazie mille Mauro, è bello avere un feedback anche da parte dei colleghi!
Sai sicuramente che non si finisce mai di imparare e ciò accade anche quando insegni e trovi le strade giuste per spiegare ad ogni allievo ogni argomento e risolvere le loro lacune! Ottimo lavoro! Ciao
Bella lezione Claudio! In effetti col mio maestro ancora non abbiamo studiato le scale modali, ma questo video mi è stato utile per cominciare ad avere un’infarinatura e comprenderne il concetto di base. Interessanti anche i riferimenti storici, in effetti non avevo mai pensato al fatto che nella musica antica ci fosse solo la melodia!
Comunque, hai chiesto per nuovi argomenti... Beh io ultimamente su TH-cam ho trovato un canale inglese che parla (purtroppo in modo un po’ superficiale) di argomenti armonici molto interessanti: Neapolitan chords, Chromatic Mediants, la scala Double harmonic minor ecc...
Inoltre ho sentito accennare qualcosa sull’utilizzo della sesta sospesa, ci sono un sacco di argomenti potenzialmente interessanti!!
Come si chiama il canale?
Ciao Alessio. _Dennis Giorgi_ sul suo canale ha dedicato tre video al sistema Modale. Tuttavia ti segnalo un testo molto interessante riguardo gli accordi. Questa è la stringa di collegamento al testo di Philip Tagg ➜ archive.org/details/philip-tagg-la-tonalita-di-tutti-i-giorni-tonality-everiday/mode/2up
La definizione di una scala modale è data dalla sequenza di toni e semitoni al suo interno, però all'atto pratico e lo si vede dalla scrittura musicale, le variazioni modali sono delle alterazioni transitorie all'interno di un brano, quindi il concetto e' quello di cambiare tonalia al brano... quello di partire dai diversi gradi di una scala maggiore per nominare le scale nei diversi "modi" e' una pratica per insegnare il concetto, i nomi, le sonorita che si ottengono e tutte le possibili combinazioni tra le note all'interno dell'impianto tonale... ma sono solo chiacchiere, all'atto pratico suonare modale vuol dire cambire tonalità all'interno di un brano.
Ho anche dubbi a credere che siano nate prima le scale modali e poi il sistema tonale... se ci pensate bene è impossibile...i modi nascono in relazione al sistema tonale non viceversa... che ne pensi?
Veramente Fra Martino campanaro dormiva non suonava... comunque malgrado il fondamentale errore, la lezione è molto bella.
Bel video. Complimenti. Avevo già visto un tuo video sui modi spiegato in modo impeccabile. Hai il dono del riuscire ad esprimere concetti anche parecchio complicati rendendoli di semplice acquisizione. Non è cosa da tutti...
Gianluca
Per millenni la musica è stata modale e le scale o modi venivano usate per il loro colore per esprimere i vari sentimenti ; dal 1.600 d.C. una scala è diventata modo maggiore ( il modo ionico ) e un altra è diventata modo minore ( il modo eolio ) ; le altre sono rimaste meno usate senza tramontare .
La tonalità si è affermata proprio a partire dal 1.600 ; notare che già 2 secoli dopo con Lizst e Wagner la tonalità viene ad essere messa in discussione ( es. la composizione infinita di Wagner senza risolvere mai ) e poi con la dodecafonia dei primi del '900 ogni centro tonale viene negato .
...e dunque?
@@antoniotraverso6462 e dunque ognuno suona ciò che vuole
gmr secondo me la seconda ballata di Chopin é la prima composizione a mettere in dubbio la tonalitá.
Centro tonale messo in dubbio in modo del tutto inefficace, poiché un centro tonale c'è sempre, in ogni sequenza melodica. Anche nel Gregoriano monodico delle origini, tanto per partire dal principio. Schönberg ha creato una magnifica teorizzazione, ma fallace, poiché l'interazione tra i suoni non scompare solo perché lo si teorizza a tavolino. La quinta, la quarta, ecc. hanno sempre un peso che influenza l'ascolto. È inevitabile, poiché non è una teoria; è una realtà iscritta dentro ogni suono (armonici).
Questa diatriba alla fine è servita per fare un video superdidattico!
Vengono messe in evidenza alcune cose che normalmente non è facile afferrare! Bravo
_Dennis Giorgi_ sul suo canale ha dedicato tre video al sistema Modale. Se può destare il tuo interesse questa è la stringa di collegamento al primo dei tre ➜ th-cam.com/video/PVcmpPfQvyM/w-d-xo.html
Grazie Claudio. A volte si cerca di semplificare, ma le cose troppo semplici a volte "suonano male"😊
Questo video è un perfetto confezionamento di studio, capacità didattica, tecnica,
gusto e simpatia. Da rivedere e studiare (anche per imparare e copiare :P quelle parti sui modi!)
#esaicosasuoni
Grazie Vincenzo, troppo buono!
Bravo Claudio , Grazie sei stato chiaro nonostante l argomento sia intricato....ciao
Grazie per la chiarezza del discorso e la competenza
Finalmente un video che mi ha fatto capire cosa si intende per musica modale, molto molto utile il discorso sul centro tonale! E bravo Claudio👍😉 #esaicosasuoni
Grazie mille!
Era da parecchio che cercavo spiegazioni su questo tema . Grazie 🙏 mille.
La cornamusa sta diventando un' ossessione! 😄😄😄 Top!
Bravo Claudio! Bel video! Il problema dei modi è proprio quello di pensare troppo alle diteggiature. sono gli accordi che fanno la differenza Hai fatto il miglior esempio possibile per far capire questo, se parto dal secondo grado ma sotto ho un pedale di do, quello è solo un semplice rivolto. Se avessi suonato un sol settima sarebbe diventato un misolidio, giusto dire che in teoria, sulla carta, quella scala è dorica, ma rimane il fatto che finché non ho un accordo potrebbe essere un rivolto qualsiasi dei sette modi. Provate a suonare un si semidiminuito e sentirete ( orrendo!!!!) Il locrio. Bravo e ancora complimenti!
Grazie per l'integrazione!
Comunque caro Claudio non venivo sul tuo canale da qualche mese ed ho notato che la produzione è un bel pò migliorata, Daje.
Questo canale sta venendo veramente bene, tra un pò ci fai l'Adam Neely Italiano ahahha
Dire che la risposta alla fatidica domanda sia "in realtà è un sì e no" (minuto 8:55) mi sembra contraddittorio con l'affermazione finale in cui confermi la correttezza di quanto detto nel video scorso ("assolutamente no!").
Anche perché il ragazzo, nella scorsa discussione, specificava chiaramente il discorso del cambio di centro tonale e tutte le considerazioni da fare per poter effettivamente considerare la scala come D Dorico piuttosto che C Ionico. : )
Tecnicamente direi che le note C D E F G A B costituiscono allo stesso tempo una scala di C Ionico, D Dorico, E Frigio, ecc...
Poi il modo che si sta effettivamente suonando dipende dal contesto, dal centro tonale della melodia, finché si suona la scala completa ascendente e discendente (a prescindere da nota di partenza e arrivo) senza un contesto armonico non ha tanto senso parlarne...
Ad ogni modo... questi due video (insieme) mi sono stati davvero molto utili per comprendere meglio il significato delle scale modali e soprattutto come utilizzarle praticamente, al di là delle definizioni teoriche. Grazie!
Ben vengano discussioni di questo tipo!
Ciao, non vedo la contraddizione: entrambe le risposte sono valide, dipende da come viene posta la domanda. Ciao!
l'hò già scritto in un altro video, ma mi pare il caso di riportare anche qui, la mia esperienza personale, di approccio alle scale, a tutti i tipi di scale, riconducibili, sembrerebbe impossibile, a 13 scale.....perché Voi , ma anche io "ai miei tempi" , mi sono letteralmente "scervellato" per tentare di capire come si suonava "modale", come si costruivano le scale, tono, tono semitono, tono, tono, tono, semitono, ecc ecc, poi è arrivato il periodo delle pentatoniche, poi è arrivato il periodo delle scale minori armoniche, di quelle melodiche, di nquelle cromatiche e così via........ Poi, studiando con un bravissimo insegnante al conservatorio di Parma, mi ha acceso la luce in fondo al tunnel, facendomi capire, che "il tutto" si poteva racchiudere in 13 scale, 5 a "settori stretti" e 7 a "settori larghi", ognuna con la rispettiva diteggiatura, che non solo copriva tutto il manico, ma che erano persino traferibili, cambiando il punto di partenza in base alla tonica dell'accordo o del brano su cui suonavo i miei assoli o, appunto, le mie scale. 13 (TREDICI) scale, memorizzabili in qualche settimana, senza bisogno di null'altro, solo quello di conoscerle per bene, diteggiatura per diteggiatura! Compito piuttosto semplice se confrontato con la mole di studio intrapreso fino a quel momento. Non mi interessava più che nota stessi eseguendo, mi bastava sapere che se eseguivo una certa scala, scelta a piacimento lungo tutto il manico ed eseguita con la giusta diteggiatura, potevo suonare TUTTE le scale, ma anche tutti gli assoli che si potevano costruire, proprio grazie alla conoscenza di queste 13 scale. Da quel giorno in poi, ADDIO al sistema modale, alle pentatoniche, al modo minore o maggiore, insomma, addio a tutto quell'inutile (almeno in pratica) accumulo di studio, naturalmente di fondamentale conoscenza per ogni musicista, ma che in pratica, passatemi il termine, non mi servivano ad un cippa! Con 13 (TREDICI) scale, alcune molto simili fra loro, per questo ho detto che il tempo per apprenderle si limitava a qualche settimana, avevo risolto tutto il mio problema di quale nota suonare e quando suonarla......NON MI INTERESSAVA PIU'! Sapevo che se eseguivo una determinata scala , con la giusta diteggiatura, avrei suonato SEMPRE, la/le note giuste. Se volete saperne di più, informatevi su cosa sono i "settori larghi e quelli stretti" , vi si aprirà un mondo e un modo di suonare, di una facilità .....DISARMANTE! E se ripenso alle ore di studio teorico, sempre valido, ma quasi inutile a livello PRATICO, ancora mi viene da ridere!
interessante, puoi dirci di più?
grazie, innanzitutto per l'interessamento, ma qui, io sono un' "ospite", per cui non mi pare il caso di pubblicare questi 13....."BOX" o scale , o chiamateli come volete. Magari Claudio, saprà sicuramente quali sono le scale a "settori stretti" e quelli a "settori larghi", perciò, magari potreste chiedere a Claudio stesso di farne un tutorial apposito. Non sarebbe una cattiva idea, lasciare per un' attimo la TEORIA da parte e mostrarvi nella sola PRATICA, l'uso di queste scale. Ripeto, lo studio TEORICO è di vitale importanza per la formazione di un qualsivoglia musicista, ma quando vi troverete a dover improvvisare su un palco, ecco che prevalerebbe la PRATICA. Questo è il mio punto di vista. Se Claudio lo ritiene un' argomento interessante, ma del quale non "abusarne" chissà mai che ci faccia un bel tutorial sopra.....Io sarei disposto a mostrare a Claudio questi miei vecchi studi, "vecchi" ma sempre attuali, se ne potrebbe discutere sul loro "infinito uso PRATICO e poi, ripeto, se lo ritiene interessante, ci potrebbe mettere mani lui stesso. Perché magari si potrebbero apportare correzioni, oppure ridurre il numero dei "box" , perché, come detto, molti si assomigliano.....La parola, va al padrone di casa quindi. Che ne pensi Claudio?
#esaicosasuoni caro Claudio, a mio avviso il problema è che molti, data una scala modale costruita su un grado di una scala maggiore, confondono la scala modale con il "suonare" modale, due concetti non sempre coincidenti. Il suonare modale (es. il brano jazz di Miles Davis - So What , Kind of Blue in Rem dorico) non prevede movimenti di accordi di sviluppo, tensione e risoluzione. Ogni accordo ha pari dignità con l'altro perchè non è legato da un'armonia funzionale come ho già scritto ieri. Nel modale si avverte sempre una condizione di riposo, di stabilità, di quasi sospensione grazie anche al fatto che gli accordi non necessariamente vengono costruiti per salti di terza come nel tonale. Vengono introdotti a tal scopo anche gli accordi quartali nel modale, proprio per sottolineare la nota distintiva del modo. Non ci preoccupiamo di classificare gli accordi come di pre-dominante (es Rem o il Fa), di Dominante (Sol7) o di tonica (Do) in quanto nel modale gli accordi non si dispongono nella maniera di essere obbligati a risolvere sull'accordo di tonica (es. il Rem nel Re dorico) ma liberi di fluttuare come entità autonome trascurando la funzione armonica che invece un singolo accordo ha nel "tonale". L'importante è fare attenzione a non riprodurre un tritono che creerebbe tensione (es. Fa - Si nella scala di Re dorico) che sposterebbero il centro tonale sul Do magg. risolvendo sullo stesso, nemmeno una dominante secondaria come un La7 che spingendo sul Rem suonerebbe tonale. insomma ci sarebbe tanto ma veramente tanto da scrivere. Grazie sempre per i tuoi video che aprono un grande spunto di discussione
Molto bello questo commento! Bravo!
Su un commento del genere io ci imposterei una tesi di laurea. Complimenti.
@@deepalcol grazie, troppo buono ☺️. Il discorso è che per giungere a tali conclusioni, ho dovuto raccogliere una miriade di informazioni sul web, TH-cam, ma soprattutto da pianisti (che nelle spiegazioni dove ci vuole un certo rigore sono numeri uno). Il video di Claudio è stato poi veramente il migliore che ho trovato tra i chitarristi italiani. Lui ha fatto benissimo a spiegare il concetto modale partendo dalla storia medievale perché è nelle ballate che si gusta il vero senso melodico di una scala modale
Ecco un'altro che non ha capito assolutamente niente e che scrive una cavolata dietro l'atra. La musica è una cosa seria e va studiata. Ti dico solo una cosa: cadenza frigia, vai e studia prima di dimostrare la tua totale ignoranza sulla materia, come chi ha fatto il video; prima studiare poi fare il maestro, per Anubis!
@@DoktorLorentzBig dal conservatorio dei frustrati, ecco spuntare il solito leone da tastiera. Illuminaci tu, maestro, tra un frigio, un accordo quartale e un lidio, della cotanta tua saccenza
Bravo, chiarissimo e convincente! Grazie infinite!
Grazie per il video, dal tono leggero e, allo stesso tempo, chiaro e completo. Solo una piccola precisazione, perché da ciò che dici parrebbe che di tonalità si possa parlare dal periodo "classico" in avanti; già nel periodo barocco assistiamo a molte composizioni saldamente costruite su un impianto tonale. Uno per tutti vogliamo ricordare J. S. Bach con il suo "Das wohltemperirte Klavier" (Il clavicembalo ben temperato)? Buon lavoro.
Stavo cominciando un pò l'approccio al modale, anche se col piano, e ho trovato molto utili queste spiegazioni. Anche il video è fatto molto bene ! Grazie! Ce ne sono altri?
Video FANTASTICO! Grazie mille!!
buonasera grazie per questa spiegazione molto chiara
Grazie claudio per le spiegazioni, sempre utili! uno che merita essere seguito :)
Complimenti Claudio ANche per questa lezione 😂😂🤘🤘🤘🤘
Sei grande !!! anche se ho capito non completamente la cosa ,devo riguardarlo un po’ di volte ,sarà l’età , ma i tuoi video sono molto interessanti complimenti
CONDIVIDO
... sui testi Music Institute e Berklee Sono spiegati molto bene I modi. Parlare di modi implica due metedologie. La piu facile, un accordo fisso sul quale si suonano le scale " modali" ,come hai fatto, e invece la forma piu completa, utilizzando una progressions di accordi vincolati Alla scala che si utilizza seguendo il Centro tonale. Detto questo, ..é l'interazione scala/accordi che definisce cosa si suona, anche se Alla fine la cosa piu importante é la melodia. Cmq ripeto I testi GIT e Music Institute e Berklee spiegano Tutto molto bene. Wiwa!
Ciao maestro, ottimo video! Ho una domanda in un contesto di blues in Bb, come collego gli accordi improvvisando?… non ti chiedo la struttura del blues ovviamente facile, ma proprio che note mettere accordo dopo accordo in questo contesto tonale/modale o sbaglio a definirlo cosi?, premetto che so gia il discorso armonizzazione ecc la domanda è proprio rivolta a come essere “sciolto” improvvisandovi, non so se sono stato chiaro, comunque suono sax e clarinetto ma trovo moolto interessante lo stesso seguirti! Un saluto! 😊
Spieghi molto bene... grazie Claudio 👍
Sicuramente dal punto di vista musicale non c'entra nulla ... ma vorrei farti i complimenti per la qualità del video e del laborioso ed originale montaggio. 😀
Ti ringrazio, mi fa molto piacere che qualcuno apprezzi anche quello!
Per chi sta al basso è chiarissimo...capisco che per chi è autodidatta è un discorso durissimo.
È apparso il volto del mio mito Wolfgang Amadeus Mozart ❤️.
Detto questo ... Claudio ha sempre ragione ! 😎😎. Fra poco arriveremo ad un tutorial di cornamusa 😄😄😄.
Ora ne ordino subito una!
Non ho letto tutti i commenti, magari qualcuno lo ha già detto, l'utilizzo delle scale modali aveva maggior senso prima dell'utilizzo del temperamento equabile, infatti la scala cambiava"sapore musicale" in quanto non cambiava solo la sequenza tono-semitono ma i singoli semitoni avevano rapporti diversi tra loro.
Con l'introduzione del temperamento equabile l'ottava è stata divisa in 12 semitoni perfettamente scalati tra loro, rendendo le scale modali inutili per ottenere le diverse sfumature sonore ottenibili prima, in pratica resta solo una diversa interpretazione della stessa scala di partenza.
Renzo Tramaglino ...con questo commento mi sono perso. Cioè per esempio su un modo Ionico gli intervalli sono TTsTTTs su un frigio sono sTTTsTT e mi dici che se suono un Em7 non serve a nulla per evidenziare il frigio dal Ionico? Aiutoooo mi mandi in tilt
qualsiasi melodia tu crei con un modo la potresti creare con l'altro, considerarle scale diverse (con una diversa tonica) può aiutare ad interpretarle diversamente ma in realtà ora non cambia altro, prima dell'adozione del temperamento equabile le singole distanze di frequenze tra i semitoni (tra T e T, tra T e S, tra S e T) erano diverse (e diverse tra i vari temperamenti esistenti) e davano sapori diversi alle diverse scale, ora non è più così, per questo son rimaste in uso praticamente solo le scale maggiori e le relative minori.
Renzo, il tuo commento non mi pare pare corretto. Quello che dici è vero per la musica tonale. Infatti la musica del Sei e Settecento (e anche il parte dell'Ottocento) andrebbe suonata con i temperamenti adatti per avere il colore delle tonalità, cosa molto importante in quel periodo. Nel sistema equabile un do maggiore e un fa# maggiore suonano teoricamente identici (in realtà qualche differenza ci può essere al di là degli intervalli: diteggiature nel piano, colore diverso di alcune note negli strumenti a fiato, corde vuote negli strumenti ad arco). Ma nella musica tonale la differenza tra un modo e l'altro esiste anche con il sistema equabile (per lo più utilizzato dalla musica "moderna": jazz, rock, pop). Come dice Claudio nel video , se il centro tonale (modale) è chiaro, la scala avrà successioni di toni e semitoni diversi nei vari modi e darà un colore diverso alla melodia. Claudio lo dimostra molto bene nei suoi esempi.
Stefano provo a spiegarmi meglio.
Intanto diciamo di considerare la scala pitagorica e la scala naturale come quelle di riferimento su cui si utilizzavano le scale modali, in entrambi questi casi un Do maggiore ed un Fa maggiore suonano diversi (ovviamente a prescindere dalle differenti posizioni di tastiera, hanno diversi rapporti tra le frequenze delle note che li costituiscono).
Con l'utiluzzo delle scale modali in questo caso cambiano sia la sequenza tono/semitono delle varie scale, sia i singoli rapporti di frequenza tra le note.
Questo fa una grossa differenza sul risultato, sul "sapore" nell'utilizzo delle diverse scale, e era il motivo principale del loro uso, la diversa sensazione che creavano.
Oggi con il sistema equabile resta la diversa sequenza tono/semitono ma si perde completamente il diverso "sapore" delle scale dovuto al variare dei singoli rapporti tra i semitoni.
Quindi d'accordo che può aiutare, durante l'improvvisazione, ad una diversa interpretazione della scala base, ma dal punto di vista teorico noi stiamo usando la stessa scala, tutte le note e nella stessa sequenza che usiamo in un caso possiamo usarle esattamente identiche nell'altro (cioè senza pensare all'uso di una scala tonale).
Un amico compositore (lui usa anche i quarti di nota per comporre) mi spiegava che comporre è un processo puramente teorico, lui non usa strumenti per farlo perché questo influisce alterando il percorso mentale... abitudini, automatismi nel suonare porterebbero ad altri risultati.
Ecco, quel che volevo dire è che studiare le scale modali ci aiuta, per via di quegli automatismi, ad interpretare diversamente la scala base, ma dal punto di vista teorico stiamo usando la stessa scala, potremo scrivere la stessa identica partitura con le stesse identiche note nella stessa identica posizione pensandola sia in un modo che nell'altro, quindi è stata considerata una complicazione evitabile.
È questo che in pratica ha portato nel XX secolo all'abbandono delle scale modali, lasciando in pratica il prevalente utilizzo del modo maggiore e del modo minore.
@@renzotramaglino67 Sì e no. Assolutamente vero che prima dell'introduzione del sistema equamente temperato modi (dal Medioevo al Rinascimento) e tonalità (che soppiantano i modi gradualmente dal '600) avevano diversi "colori", "sfumature". Grosso modo andrebbe usata l'accordatura pitagorica per il Medioevo, poi Mesotonica, poi uno dei tanti temperamenti circolari (Werkmeister, Kirnberger, Valotti...). Il sistema equabile si stabilizza tra la fine del '800 e l'inizio del '900, cioè proprio quando il sistema tonale cominciava a vacillare.
Per quanto riguarda l'equivalenza dei modi e delle tonalità nel temperamento equabile cerco di spiegarmi meglio. Suonare un pezzo in Do maggiore o in Do# maggiore nel temperamento equabile non fa alcuna differenza, si sposta solo la melodia mezzo tono sopra, il colore non cambia (almeno dal punto di vista degli intervalli). Ma suonare un pezzo in Do Maggiore o in in Do# minore cambia eccome, perché non ho spostato solo l'altezza di mezzo tono di tutte le note, ma ho cambiato il rapporto tra gli intervalli (usando quelli caratteristici della scala minore) e quindi anche la melodia non è la stessa. Analogamente se suono melodie in modi diversi (che hanno intervalli di tono e semitono in sequenza diversa), l'effetto sarà diverso anche nel sistema equamente temperato. Al contrario, se suono una stessa melodia in un certo modo semplicemente partendo da una altezza diversa (alzando o abbassando tutte le note della melodia dello stesso intervallo), non cambierà niente, esattamente come per l'esempio tonale (Do maggiore/Do# maggiore), perché gli intervalli tra le note della melodia saranno gli stessi. Così come una melodia in maggiore o minore (tonalità) ha un "colore" diverso, allo stesso modo tutti i modi tra loro e con maggiore e minore hanno colori diversi. Ecco perché i modi sono usati nella musica pop, jazz, ecc. anche se in genere usano il sistema equamente temperato.
Come dici tu, invece in un sistema non equabile la stessa melodia in Do maggiore e in Do# maggiore non suona uguale perché gli intervalli tra le note non sono esattamente gli stessi. Tonalità diverse hanno "colori" diversi perché gli intervalli tra i diversi gradi della scala non sono esattamente uguali (piccole differenze, ma apprezzabili) e queste sfumature erano utilizzate sapientemente dai compositori per ottenere effetti emotivi diversi.
Spero di essere stato più chiaro.
L'abbandono del modi in favore di maggiore e minore nel corso della musica colta occidentale ha varie e complesse motivazioni musicali, ma non c'entra con il temperamento equabile.
Il tuo amico compositore non usa strumenti specifici per comporre perché scrive musica contemporanea astratta, ma nel settecento (ma non solo) i compositori avevano spesso in mente gli strumenti per i quali componevano e ne sfruttavano le caratteristiche e il linguaggio idiomatico. Altre volte invece gli strumenti avevano un certo grado di intercambiabilità (anche per ragioni commerciali) e altre volte ancora erano musica astratta (p.es certa musica medievale, L'arte della Fuga, ecc.) .
#esaicosasuoni ringrazio sentitamente pper questo video, mi permetto solo di aggiungere due considerazioni, la principale differenza tra tonale e modale è in effetti la presenza delle funzioni armoniche nella trattazione di una scala, prevalentemente quella maggiore, vale a dire come tu dici per enfatizzare l'effetto di centralità della tonica ad esempio la si fa precedere dalla dominante (V grado) o dalla sensibile (VII grado), di modo che l'orecchio senta che una di queste due note "chiami" la tonica. Nelle musica modale questo concetto non esisteva e vi era la totale mancanza di funzioni armoniche, ovvero di effetti recepiti dall'orecchio, che possiamo denominare riposo (si avverte usando il primo grado), tensione (usando il quinto), preparazione (usando il quarto). Per altro la scala maggiore che anticamente si chiamava modo ionio faceva parte di una moltitudine di altri modi, tra questi modi il modo ionio era quello che meglio si prestava per strutturare la tonalità.
Il fatto che "rovesciando" la scala maggiore si ottengano delle altre scale che per successione di toni e semitoni coincidono con alcuni modi antichi è una coincidenza non la maniera in cui sono nati quelli che oggi chiamiamo scale modali. Per l'appunto esistevano più successioni di toni e semitoni e tra queste vi era anche quello ionio, quindi la scala maggiore era uno dei modi esistenti e gli altri non derivano da questa. Fortuitamente suonandola partendo di volta in volta da un grado differente andiamo a ricadere su delle altre successioni di toni e semitoni che coincidono con degli altri modi.
Chiedo scusa ma è un argomento a me particolarmente caro e sul quale ho riflettuto e ricercato veramente a lungo per capire l'esatta origine della materia.
Grazie comunque di nuovo per il video.
Grazie a te, i commenti interessanti, espressi con passione e pacatezza, e che vanno ad integrare ed arricchire il discorso sono ORO!
@@ClaudioCicolin è sempre bello trovare persone che si prendono la briga di indagare e studiare a fondo queste cose
video intetessantissimo e di grande gusto, come sempre.. Ciao Claudio!
Grazie mille Fabrizio!
Buongiorno maestro Claudio, non ho capito perché nell esempio modale (do dorico) dovendo evidenziare la “sesta maggiore” caratteristica del dorico (quindi la nota La ) con l accordo Dom7 hai usato un FA9 e non un FA7 come suggerirebbe la progressione armonica in tonalità di Sib, gentilmente puoi spiegarmi la tua scelta? È puramente per gusto personale o c’è una scelta armonica precisa che mi sfugge per dare ulteriore colore al modo dorico? Grazie e complimenti per L ottima spiegazione.
Veramente bravo e preparato, complimenti! Ti prego però di fugarmi questo dubbio: negli esempi che hai fatto, prendiamo il modo frigio (che se ho capito bene è un modo "minore" perché ha la III minore) suonavi la scala Frigia quando eri in C- , ma quando eri in Db7 continuavi ad utilizzare il modo frigio o un altro modo? I modi sono strettamente legati all'accordo che sto suonando in quel momento (che determinano il centro tonale), giusto? Se è vero potevo usare ilC frigio in C- e il Db misolidio in Db7 ? Thanks!
Ottimo il riferimento con la cornamusa!
Claudio potresti parlare di sovrapposizioni di arpeggi e triadi? Grazie
Ciao Claudio purtroppo per me non è molto semplice vediamo se ho capito qualcosa...per potersi definire modale la successione di due accordi non devono avere una relazione strettamente "armonica" tra loro giusto? Nel primo es (Do Sib) suoni Do misolidio in quanto lo vedi come 5' grado della tonalità di Fa in questo caso? Però anche Sib ne fa parte(4' grado)....per questo suona bene!? Grazie!
#esaicosasuoni Ciao Claudio, credo che quel video incriminato già fosse, per alcuni, esaustivo nel discernere tra approccio tonale e quello modale. Ma hai fatto benissimo ad arricchirlo e dettagliarlo anche con riferimenti storici. Quella "famosa Frase" non fu colta da qualcuno nella maniera più semplice e lessicale del termine. Forse venne compreso che quel RE "dorico" non fosse una scala modale (e qualcuno insorse perchè effettivamente è una scala modale appartenente ai modi minori) ma ciò infatti non significa suonare "modale" dal momento che sono in toanlità di DoMagg.. E' normale che in tonalità di DO Magg, se passo sull'accordo di Re min7, posso improvvisare con un Re dorico esaltando i Chord Tones Re-Fa-La-Do, ma sicuramente, come da te sottolineato, rimango in un contesto tonale, perchè è l'armonia, data da una progressione di accordi, che condiziona poi la melodia, la quale si adegua ben sapendo che esiste un legame funzionale tra gli accordi (di sviluppo, di tensione e di risoluzione sulla tonica).
In un contesto modale è la melodia ad avere il ruolo predominante, con la scelta di un "modo" appunto, maggiore o minore che sia. L'accordo o gli accordi (di solito un paio) fungono da mero completamento, accompagnamento, non necessariamente ottenuto per "salti di terza", ma introducendo anche le note caratteristiche del modo, oppure con un'armonizzazione quartale , per cui si hanno accordi di tonica, cadenziali e non-cadenziali, gli accordi da evitare invece (a differenza del tonale) sono quelli che contengono l'intervallo di tritono (es Il Sol7 ed il Sim7/b5. nel Re dorico) che spingerebbe a risolvere su una tonica di DO, il solista inoltre ha maggior libertà di spaziare. Insomma l'argomento è vasto ed in ciò ci vengono in aiuto un paio di bellissime lezioni del nostro maestro di piano Tino #Carugati su alcuni brani modali. Un caro saluto
Grazie per l'integrazione! ;-)
@@ClaudioCicolin grazie sempre a te per i preziosi contributi da anni. :)
comunque se quella che ho sentito è improvvisazione mi sa che dovremmo tutti andare a farci visitare l'udito, grande Claudio
Stai confezionando un prodotto sempre migliore! Complimenti
#esaicosasuoni. Salve Claudio, lascio poche volte un piccolo ed insignificante commento sui tuoi video che sono davvero interessanti ed efficaci. È da un po' che seguo le tue lezioni sul canale TH-cam e devo ammettere...sei eccezionale sia dal modo in cui spieghi la teoria, che la pratica. Nulla da dire sulle esecuzioni, bravo davvero continua così.
Grande Marco, sei uno degli "afecionados" che ricordo con maggior affetto, ci vediamo a Milano a Novembre!
Il problema della risposta "teoricamente sì ma praticamente no" è che la scala è un concetto squisitamente teorico è quindi corretto rispondere in ambito teorico. Inoltre dire che una scala da re a re senza alterazioni non è una scala dorica solo perchè non si trova in un contesto modale ma tonale è sbagliato. Una scala rimane tale in qualsiasi contesto ed ha un nome indipendente dal contesto.
ottima osservazione, concordo al 100% con te. Claudio infatti nel video incriminato avrebbe dovuto porre la domanda: "suonare da RE a RE partendo dal II° di DO si ottiene una scala di RE dorico ma ciò implica che sto suonando "modale"?.
La risposta sarebbe stata: "dipende dal contesto in cui mi trovo":
Se gli accordi prodotti nella progressione armonica stabiliscono (grazie al rapporto che esiste tra V7 e I, cadenza perfetta oppure IV - I, cadenza plagale) che l'accordo di tonica sia il DO come centro gravitazionale della progressione, allora sono in un contesto tonale perchè esiste un'armonia funzionale tra gli accordi in gioco, basati su movimenti di sviluppo, tensione e risoluzione sulla tonica. Sull'accordo di Rem sicuramente il Re dorico ci andrà bene, facendo magari attenzione a certe note fastidiose come il SI che dista di un semi-tono dal DO (da usare solo come nota di passaggio) ma certamente focalizzerò su ogni cambio di accordo la mia attenzione sui rispettivi chord tones (I - III - V, che sono sicure perchè note dell'accordo).
Al contrario, se è il Rem il mio centro tonale in una tipica progressione (o cadenza) modale, ad es. Rem - SOL, posso liberamente usare la Rem dorica su entrambi gli accordi esaltando anche la nota SI che essendo la caratteristica del modo (VI maggiore) fa sentire all'orecchio dell'ascoltatore il tipico carattere dorico della progressione e della scala, magari aggiungendo un basso di RE anche sull'accordo SOL (che contiene la caratteristica SI), anche l'accordo di MIm ci sta bene perchè ha il SI come V° nota. I 3 accordi in questione, pur sottolineando la centralità del Rem, non sono legati tra loro da un'attrazione verso la tonica perchè le cadenze modali sono più deboli, posso pertanto esaltare la libertà espressiva dell'intera scala modale nella mia improvvisazione dorica.
Ottimo video Claudio !! Secondo me un argomento interessante da inserire in un prossimo video è l' interscambio modale. Magari anche con esempi di brani e capire anche come si alternano i vari accordi.
pietro pavanelli
Sono d'accordo. Degli esempi pratici sarebbero i benvenuti... Perché ancora non arrivo ad afferrare, da digiuna in materia, le differenze tra le due musicalità....
Bellissimo video, uno dei migliori
Ma gli utenti lo sanno che questa decina di minuti di chiarimenti è frutto di un Enorme studio e fatica. Complimenti per la grande preparazione che può essere solo che di esempio. 😮
Ci sono molte cose interessanti, soprattutto nella prima parte, utili a dare chiarezza in un argomento che offre molti interrogativi per chi mastica di improvvisazione e struttura armonica. Forse andavano spesi 15 secondi per inquadare il contesto dei modi e far capire cosa si intende per ionico (maggiore) dorico, frigio, lidio etc. Ottimo comunque.
Se dai uno sguardo ai commenti precedenti il tuo potrai verificare che quello di *Vox Humana* e di *CENTOCIRULI* sono i più _precisi_ fra i 380 lasciati da altri 🤔 !!!
Tutto ciò è molto bello..merci
Molto chiaro Claudio. Ma, eseguendo una scala dorica (D dorico) su un accordo preponderante ancora diverso... (ad esempio un Em7 oppure un F maj7 ) il risultato oggettivo qual'è? Lo posso ancora definire "D dorico" oppure la scala che eseguo diventa relativa a quello che si percepisce come nuovo centro tonale? E in questo ultimo caso che scala diventa? Una scala eolica sbagliata?
Hai ragione tu. una scala di RE dorica suonata per esempio in una saquenza D-7 G7 Cmaj7 si chiama RE dorica ma sempre in C maggiore sei e sempre tonale sei. Una scala RE eolica suonata in una sequenza Fmaj7 D-7 G-7 C7 si chiama RE eolica ma sempre in F maggiore sei e sempre tonale sei. Suonare modale non significa suonare scale modali, significa trattare ogni accordo in modo assestante.
«assestante» è un errore ?! intendevi forse dire _a sé stante_ ?!!
Hai ragione. Nel caso che menzioni stai suonando un D dorico in un contesto comunque TONALE cioè con C come tonica. La musica MODALE si fa in altro modo, cioè tenendo il basso costante su D e variando le varie scale (dorica, eolia, frigia, etc…)
Bellissimo video Claudio, sempre molto chiaro 💪😎
Grazie Giuseppe!
Hi :) I have proposition :>
could You make video/videos about Harmonic Major cdefg a-flat b
and his modes?
You could tell something about diatonic chords
possibilities and limitations offered by this set of sound in improvisation
a few exercises etc what You say?
Difficult modes:
Phrygian - easy
Ultra Phrygian - medium
Superphrygian / Phrygian flat 4 - hard
Choose your destiny!
PLAYGHT!
Finish it!
You win
Modality!!
:D
I would like to point out a very interesting text about the agreements. This is the link string to Philip Tagg's text entitled "Everyday tonality" ➜ archive.org/details/philip-tagg-la-tonalita-di-tutti-i-giorni-tonality-everiday/mode/2up
Bravo Claudio, bel video, molto molto chiaro, complimenti, pensi di parlare dell'argomento anche al Live Music Camp oppure tratterai qualcosa di più legato alla musica suonata live?
Ciao Luca no, a LMC faremo tutt'altro, per ora top secret!;-)
Ciao Claudio seguo il tuo canale da qualche anno e ti faccio i complimenti , su questo argomento volevo magari capirci qualcosa di più in quanto vedo che tanti fanno questa distinzione ,a mio avviso non ha senso parlare di modale e tonale , magari tonale ed atonale , anche se suoniamo in modale cmq abbiamo sempre un centro tonale a meno che non facciamo musica atonale e credo che se si armonizza ogni singola nota di una scala rimanga veramente difficile improvvisare con scale modali (MA anche altre scale)differenti in quanto gli accordi ci richiamano la scala di riferimento, se si mantiene un accordo sospeso o un armonizzazione minima allora le possibilità sono più ampie
ciao claudio, alla fine dopo il pippone (scherzo era interessantissimo!) sulla musica modale alle origini, non mi è chiaro se questa abbia poi a che fare con i modi della scala maggiore o sia solo una confusione di termini. mi spiego, se io suono le scale modali faccio musica modale?? non credo. se ho capito bene la musica modale di oggi ha comunque un centro tonale, giusto? grazie per i tuoi video, sei bravissimo: canti da dio! :D
Illuminante. Grazie davvero
Scusa la curiosità tecnica, ma quando fai l'esempio del canone a 3'31'' che applicazione usi per creare l'effetto delle "finestre" a comparsa in contemporanea? Thanks
Ciao Claudio, scusami l'appunto però se usi le note della scala di CM partendo da D e chiudendo su D è una scala Dorica senza se e senza ma. Ovviamente condivido il fatto che non suonerà da scala Dorica se il contesto non è quello adatto. Altra cosa che hai omesso ma a parer mio molto importante (per far arrivare il concetto dei modi), oltre all'accordo e alla nota di partenza e di chiusura o ricorrente che come riferimento hai preso D che va bene, andrebbe parlato anche della nota caratterista di ogni modo (che in questo caso è la sesta maggiore su una scala minore), soffermarsi sulla sonorità minore con la sesta maggiore è uno dei tanti percorsi per far sentire il colore del modo in questione. Per il resto ottimi contenuti ;)
Ciao, la mia risposta è questo video 😉
Video molto bello! complimenti.
Ho soltanto un dubbio: io posso spostare il centro tonale con la base, ma nulla mi vieta di farlo con il canto, infatti se eseguissi come base la nota DO che mi fa da tappeto ed eseguo una scala da RE a RE, potrei vedere il DO come la settima dell'accordo di RE m (dorico quindi) starei eseguendo un inversione al basso, no?
P.S. ovviamente dipende molto da cosa fa la voce al canto se usa maggiormente le note di RE m o altro, in effetti sarebbe come fare pitch axis con degli slash chords
No, l'effetto sarebbe quello che ho descritto nella parte finale del video, e suonerebbe come una normale scala di do maggiore, e in nessun modo come dorico.
@@ClaudioCicolin ok grazie! del chiarimento
Personalmente (da "ignorante" sulla chitarra) suggerirei a chiunque si senta incuriosito su queste differenze tra modale e tonale di posticipare temporaneamente la parte teorica relativa alla musica modale e rafforzare la conoscenza in ambito tonale: con un orecchio più allenato sarà più semplice successivamente "sentire" e riconoscere i vari modi (e comunque riuscire a condensare in poco più di 10 minuti un argomento di tale portata credo possa portate a qualche leggera semplificazione che, all'inizio, è doverosa per evitarsi tanta confusione in testa).
Ciao, sono abbastanza d'accordo, infatti ho parlato di questa cosa in più di un video, ciao!
Grazie mille...ottima spiegazione
bravissimo, bel video
Avrei una domanda. Quando al minuto 6:32 suoni Do misolidio, stai utilizzando due accordi provenienti dall'armonizzazione di Fa maggiore (IV, V), stessa scala da cui ottieni anche il modo misolidio di Do. Non stai suonando tonale perché nella tua improvvisazione dai particolare importanza alla nota Do (e anche mi essendo la terza), giusto? La mia domanda però è la seguente: se anziché avere SIb tu avessi avuto un altro accordo, per esempio Si naturale, avresti ancora potuto suonare misolidio cambiando scala al cambio di accordo? Quindi suonando do misolidio sul do e si misolidio sul si? Grazie
Ciao, un approccio del genere non ha molto senso, e non sarebbe particolarmente gradevole all'ascolto, almeno per le mie orecchie;-)
Grazie per il video! Non sarà propriamente la tua area di competenza... Ma se riuscissi a fare un video così semplice, che può capire chiunque, sul come si intende la modalità nell'album Kind of Blue, con qualche esempio di qualche segmento dell'album, sarebbe il top! Visto che hai già prodotto qualche video sul jazz... Sarebbe utilissimo per l'umanità profana... 😅
Il brano è Yesterday
Se non chiedo troppo,potresti parlare della costruzione degli accordi per suonare il genere musicale AMBIENT..?
Giuseppe, ti segnalo un testo molto interessante riguardo gli accordi. Questa è la stringa di collegamento al testo di Philip Tagg dal titolo "La tonalità di tutti i giorni" ➜ archive.org/details/philip-tagg-la-tonalita-di-tutti-i-giorni-tonality-everiday/mode/2up
Grazie Claudio!
#esaicosasuoni Claudio, col tuo permesso posto un link di un classico brano modale, dal sapore medioevale, che forse non tutti ricorderanno, la sigla di Almanacco del giorno dopo, Chanson Balladee, dove il sapore Lidio della scala è fortemente presente e sottolineato da una nota di basso SOL per marcare il sapore Lidio di G (IV° di D -> G-A-B-C#-D-E-F#) per poi passare ad un G ionico
th-cam.com/video/m1p5dTEgsdU/w-d-xo.html
Ho sempre adorato questo tema!
In pratica il G di basso ricorda al cervello che la tonalità rimane di SOL ma il brano passa dalla scala Lidia a quella Ionica con il gioco C# Cnaturale.
gran bel lavoro man!
Grazie! 😉
Buongiorno Claudio!☀️🤗 Il brano era Yesterday dei Beatles!👍👍👋👋👋
;-)
Comprendo che non è il dibattito e luogo corretto. Ormai stá diventando una vera provocazione. Nessuno però di voi, preparati a prescindere,... e ho scritto a tanti del settore, avete risposto alla domanda di come far comprendere e approcciare correttamente un allievo dislessico o disgrafico al meraviglioso mondo della musica teorica. Oggi... e é inutile girarci attorno... Un dislessico emerge nella musica perché ha grande individuale talento con il grande limite dell'apprendimento della teoria piú articolata. Metodi individuali perché sicuramente ognuno ha strategie di apprendimento soggettive, ma ritengo sia un settore che va approfondimento
La questione è che il nostro cervello si sintonizza su un determinato centro tonale e un meccanismo naturale intellettivo elabora gli intervalli dando un riconoscimento Modale a seconda degli intervalli che proponiamo nella progressione sulla scala. Interessante sarebbe magari un prossimo video di avvicinamento al Jazz dove approfondire brani tipicamente Modali e spiegare anche la formazione di aree temporanee di spostamento tonale all'interno dei brani ( dominanti secondarie e progressioni armoniche relative). Bel video, complimenti.
Grazie Davide, ci penserò!
Davide Bello
Concordo. Ignoro molte cose circa l'argomento tonalità, oltre alle specifiche modalità con cui si suona il Jazz... Quindi, con degli esempi pratici di brani abbastanza famosi, anche x 1 pubblico meno avvezzo ad ascoltare q genere musicale (come lo sono io), anche chi ancora non sa cogliere le sfumature dei due diversi approcci (modale e tonale), potrebbe, forse, capirci qualcosa....
@@mariasoldani6058
ad esempio se cerchiamo su Wikipedia il Modo (musica) , fra le tante cose spiegate, storiche ecc.., ad certo punto si trova la parte con esempi delle scale sul pianoforte e anche nomi di alcune canzoni conosciute in cui sono stati usati i vari modi ... potrebbe essere già un punto di partenza.
@@DimitriFrondizi
Beh, potrebbe, se soltanto conoscessi la musica degli spartiti, argomento ancora non alla mia portata ... Se ci fossero, invece, solo gli accordi tipici delle tablature, allora qualcosa potrei comprendere...
@@mariasoldani6058
ah ho capito, infatti gli esempi di cui parlavo al pianoforte sono semplici registrazioni audio da ascoltare soltanto per capire diciamo la atmosfera o emozione che dà un tipo di scala con i suoi particolari intervalli , in quel caso non c'è da seguire uno spartito.
Sono beliissimi i video di teoria musicale. Servono queste lezioni dedicate anche a chi è un po più oltre il livello di principiante. Che ne pensi di portarne altri? Magari sulle armonizzazioni delle minori armoniche e melodiche, o sull'utilizzo di alcune scale esotiche particolari, oppure ancora su come suonare modale partendo dalla penta e ricavandosi i modi senza spostarsi da essa
Sono d'accordo, ma rimane il fatto che non saprei davvero dove "portarle", queste lezioni!;-)
@@ClaudioCicolin secondo me sempre sul canale/sito come fai sempre, come vedi c'è abbastanza affluenza alle lezioni più "difficili" ;-)
@@martinopinto6323 Ciao Martino mi riferivo, ironicamente, a questo uso del verbo "portare", che io rifiuto e più che altro non capisco. Tutte le volte che qualcuno mi chiede di "portare" un tutorial io rispondo sempre con battute tipo "mi serve una carriola" o "dove lo devo portare". Non farci caso, è un mio baco mentale;-)
@@ClaudioCicolin ahahahahahahahah penso derivi dal linguaggio teenager di molti youtuber che portano videogiochi, loro usano sempre il verbo portare #esaiilperché
Interessante, bisogna innanzitutto sapere tutte le scale a memoria. e poi ricordarsi le diverse modalitá.
Ma in chiave, all’inizio dell’ultimo esempio non ci sono alterazioni , quindi non siamo sempre e comunque in TONALITÀ di Do maggiore?
Ciao, in ambito modale non esiste proprio il concetto di tonalità, come ho spiegato nel video. Pensa se fosse un canto Gregoriano, scritto nel medio evo: come avrebbe potuto essere "in tonalità", quando quel concetto non era ancora stato concepito?
Claudio Cicolin si capisco il tuo discorso, ma la musica moderna lavora su chiavi di armatura, qualsiasi Daw o spartito lavora su questo, quindi per non confondere i neofiti bisogna ben chiarire questo punto per far capire poi le Sfumature tonali, altrimenti si fa un po’ troppa confusione.
@@GuidoMainardi al momento non sono state fatte modifiche per considerare il mondo modale, in ambito di "armature" - si potrebbe scrivere un brano utilizzando la dorica in re minore, senza modifiche in chiave (quindi in effetti, come il do maggiore) ....la differenza è data dalla forma, diciamo..quello che ha gia' spiegato Claudio... nel modale (prendi ad esempio "Ladies Nite in Buffalo, assolo di Steve Vai ,,,su canzone di David Lee Roth) c'è pochissimo spostamento di accordi ,,a volte solo uno,, a volte due (assolo di Light my fire dei Doors) ....-ovvero si puo' teoricamente dire di "essere in do maggiore" ma c'è una netta contraddizione poichè , non apparendo , il do maggiore non crea mai momenti di importanza
Scusa ma se io voglio scrivere un brano in La minore che armatura metterò? Metterò l'armatura senza alterazioni. Questo significa forse che sto suonando in Do maggiore? Ovviamente no, perchè l'armatura ti dice solo quali note sono ammesse ma non ti dice chi è la nota centrale.