Posso usare un font anticonvenzionale ma molto leggibile per rendere il libro con più pagine e dare giustizia al numero effettivo di parole del mio romanzo da pubblicare in editoria?
Per i paragrafi di testo, l'importante è che il font, oltre a essere leggibile, sia anche poco stancante per l'occhio. Altrimenti, il lettore si troverà a dover interrompere la lettura perché si sentirà affaticato, senza capirne il motivo, e la sua esperienza di lettura ne risentirà. Rispetto, invece, alla questione dell'aumentare il numero effettivo di pagine, sì, si può fare, ma è un procedimento che va perseguito in maniera oculata: per esempio, un libro da 100 pagine impaginato in 200 (venduto quindi come un testo da 200 pagine) attierà le critiche dei lettori, che si sentiranno presi in giro. Consiglio di non espandere le impaginazioni di libri più del 35% della loro normale lunghezza.
@@marcomarulli9267 da quello che ho potuto constatare, il "Microsoft Yahei ui light" è un font per la scrittura del cinese semplificato... se il testo richiede l'utilizzo di kanji, può essere appropriato. Sulla seconda domanda: le parole non sono un'unità di misura significativa in editoria. L'unità di misura per la lunghezza di un testo è la "cartella editoriale", che viene calcolata rispetto al numero di caratteri spazi inclusi: 1 cartella corrisponde a 1800 caratteri spazi inclusi. In genere, per l'impaginazione di un libro standard, è plausibile che una cartella corrisponda a una pagina.
@@beatricespadadesigner ok quindi in definitiva dovrei mettere Times new Roman, Calibri, Garamond o questi qua più gettonati/riconosciuti? Dimensione 14... Grazie mille Beatrice
@@marcomarulli9267 non per forza i più conosciuti, ci sono tantissimi font, sia in licenza che open-source: la scelta è molto vasta. Consiglio un serif per le pubblicazioni cartacee e un sans-serif per quelle digitali, sempre per favorire la lettura 😊
In generale, consiglio di guardare soprattutto la destinazione d’uso del font e se quel font, per la sua struttura o la sua storia, può collimare con il progetto. Dentro la destinazione d’uso c’è anche il concetto di “leggibilità” del font, fattore cui bisogna sempre prestare molta attenzione, nonché la sua “ergonomia”, in un certo senso, ovvero quanto quel font affatica l’occhio nella lettura, se lo affatica, o quanto invece la rende fluida 😊
@@annamarialocurtodesign per i font che hanno fatto la Storia e per una cronistoria molto utile per identificare anche in termini temporali e spaziali i font, ci sono libri di testo come, per esempio, "Delle Lettere" cui puoi fare riferimento. Per font moderni o modernizzati, puoi trovare delle brevi specifiche su Adobe Font, per esempio, oppure spesso ci sono a disposizione i siti web dei type-designer che ne spiegano l'idea ☺
Posso usare un font anticonvenzionale ma molto leggibile per rendere il libro con più pagine e dare giustizia al numero effettivo di parole del mio romanzo da pubblicare in editoria?
Per i paragrafi di testo, l'importante è che il font, oltre a essere leggibile, sia anche poco stancante per l'occhio. Altrimenti, il lettore si troverà a dover interrompere la lettura perché si sentirà affaticato, senza capirne il motivo, e la sua esperienza di lettura ne risentirà. Rispetto, invece, alla questione dell'aumentare il numero effettivo di pagine, sì, si può fare, ma è un procedimento che va perseguito in maniera oculata: per esempio, un libro da 100 pagine impaginato in 200 (venduto quindi come un testo da 200 pagine) attierà le critiche dei lettori, che si sentiranno presi in giro. Consiglio di non espandere le impaginazioni di libri più del 35% della loro normale lunghezza.
Posso usare Microsoft Yahei ui light ? Il mio libro ha 60264 parole, quante pagine dovrebbe avere?
@@marcomarulli9267 da quello che ho potuto constatare, il "Microsoft Yahei ui light" è un font per la scrittura del cinese semplificato... se il testo richiede l'utilizzo di kanji, può essere appropriato. Sulla seconda domanda: le parole non sono un'unità di misura significativa in editoria. L'unità di misura per la lunghezza di un testo è la "cartella editoriale", che viene calcolata rispetto al numero di caratteri spazi inclusi: 1 cartella corrisponde a 1800 caratteri spazi inclusi. In genere, per l'impaginazione di un libro standard, è plausibile che una cartella corrisponda a una pagina.
@@beatricespadadesigner ok quindi in definitiva dovrei mettere Times new Roman, Calibri, Garamond o questi qua più gettonati/riconosciuti? Dimensione 14...
Grazie mille Beatrice
@@marcomarulli9267 non per forza i più conosciuti, ci sono tantissimi font, sia in licenza che open-source: la scelta è molto vasta. Consiglio un serif per le pubblicazioni cartacee e un sans-serif per quelle digitali, sempre per favorire la lettura 😊
C'è una massima? come orientarsi nella scelta del font??
In generale, consiglio di guardare soprattutto la destinazione d’uso del font e se quel font, per la sua struttura o la sua storia, può collimare con il progetto. Dentro la destinazione d’uso c’è anche il concetto di “leggibilità” del font, fattore cui bisogna sempre prestare molta attenzione, nonché la sua “ergonomia”, in un certo senso, ovvero quanto quel font affatica l’occhio nella lettura, se lo affatica, o quanto invece la rende fluida 😊
@@beatricespadadesigner Dove posso trovare la storia di un font?
@@annamarialocurtodesign per i font che hanno fatto la Storia e per una cronistoria molto utile per identificare anche in termini temporali e spaziali i font, ci sono libri di testo come, per esempio, "Delle Lettere" cui puoi fare riferimento. Per font moderni o modernizzati, puoi trovare delle brevi specifiche su Adobe Font, per esempio, oppure spesso ci sono a disposizione i siti web dei type-designer che ne spiegano l'idea ☺
@@beatricespadadesigner Grazie! 🤗