Ma l'amicizia di Montaigne per La Boétie non aveva nulla di neoplatonico. Era un'amicizia assoluta: un'amicizia perfetta e indivisibile. «Se mi si chiede perché l'amo, sento che non posso esprimermi se non rispondendo: "perché è lui" "perché sono io". Questa è la tappa da raggiungere. Riconoscere la diversità come un valore aggiunto. Se si continua a pensare che l'amico è colui che mi somiglia, si alimenta la solitudine. Nella vita comune sono troppi i fattori stereotipati che impediscono l'apertura nonostante la divergenza sociale, economica e politica. Vedere il prof. Cacciari dialogare con Marcello Veneziani è come vedere Montaigne e La Boétie. Apprezzo molto Marcello Veneziani perché dimostra che lo stereotipo del sud incivile è infondato.Ci sono alcuni aspetti che sono controproducenti, difficili da sradicare, come la scarsa capacità di fare rete, gruppo, ma il pensiero meridiano, di cui Marcello Veneziani è un ottimo rappresentante, non è una favoletta da rinnegare.il prof. Cacciari è portavoce dell'Umanesimo, di cui si inizia a sentire nostalgia, dentro l'inscatolamento dei social, del pensiero omologato, della macchina sociale che etichetta le persone come se fossero dei prodotti pubblicitari. L'Umanesimo univa al rigore architettonico del pensiero, quella mania erotica di cui parlava Platone, la tensione verso l'ignoto che ci sgancia da ogni stereotipo. Eros non è violento, è figlio dell'ingegno e della povertà. È figlio della terra e del cielo stellato, direbbero le laminette orfiche. Eros si sgancia da ogni stereotipo, tende verso la sua natura nonostante la scarsa disponibilità:questo ê il succo del pensiero meridiano. Sarebbe bello vedere il dialogo tra il prof.Cacciari e Marcello Veneziani con maggiore frequenza. Grazie per aver pubblicato questo incontro
Non è una gara, è fondamentale nei nostri tempi così tragici che ci si possa confrontare su temi così esistenziali. Entrambi comunque parlano di tre elementi, i due interlocutori e la relazione, che è un tema originariamente teologico che i filosofi possono tradurre e declinare secondo la ragione.
29:45 A proposito di quanto afferma - giustamente - Veneziani in merito alla doppia perdita della propria (sacrosanta, aggiungo io) solitudine e del senso dell'amicizia, data la crisi strutturale che permea i rapporti umani nel tempo de l'ipermodernità e del villaggio globale - crisi identitaria che ci induce e praticamente costringe a reinventare modi, tempi e linguaggio di detti rapporti - credo che l'incontro posso oggi avvenire tra individui consapevoli di tale stato di cose e che coltivino e nutrano la loro solitudine intesa come piena espressione della loro individualità. Saranno magari incontri brevi, delimitati a un certo ambito e senza l'ansia di dover piacere all'altro secondo i ben noti parametri, ma saranno momenti di alta e intensa qualità, di vero scambio dialettico. Detto questo, dato il totale travisamento della parole AMICIZIA ad opera dei socials (e affini) a questo punto bisogna adottare un altro termine per indicare la VERA amicizia.
"Diffidate di quei cosmopoliti che vanno a cercare nei libri i doveri che disdegnano di assolvere nella vita. Un tale filosofo ama i tartari solo per essere dispensato dall'amare i suoi vicini. Egli è l'unità numerica. E' quell'intero assoluto che ha rapporto solo con se stesso o col suo simile". (Rousseau: "Emilio"). Solo una Comunità fondata su una formidabile radice etnica comune può determinare lo stato di "Philia" di contro al puro niente quantitativo dell'umanità.
Io non credo in questo legame - siamo tutti della stessa anima (DIO). Il totalitarismo lettone e tale che sono mai riuscito a trovare l'amicizia, c'e proprio questa frontiera - ma tutti sono totalitari (e anche un legame). E supratutto un legamo di similitudine. Sono prustiano in questo senso - l'amicizia tra gli uomini e vuota,, solo un amore geloso conduce a la verita. In primo luogo, non esiste nessun legame gia a l'ouest. Nessuna verita sulle societa dette postotalitare. Nessuna.
Ma l'amicizia di Montaigne per La Boétie non aveva nulla di neoplatonico. Era un'amicizia assoluta: un'amicizia perfetta e indivisibile. «Se mi si chiede perché l'amo, sento che non posso esprimermi se non rispondendo: "perché è lui" "perché sono io".
Questa è la tappa da raggiungere. Riconoscere la diversità come un valore aggiunto. Se si continua a pensare che l'amico è colui che mi somiglia, si alimenta la solitudine. Nella vita comune sono troppi i fattori stereotipati che impediscono l'apertura nonostante la divergenza sociale, economica e politica. Vedere il prof. Cacciari dialogare con Marcello Veneziani è come vedere Montaigne e La Boétie. Apprezzo molto Marcello Veneziani perché dimostra che lo stereotipo del sud incivile è infondato.Ci sono alcuni aspetti che sono controproducenti, difficili da sradicare, come la scarsa capacità di fare rete, gruppo, ma il pensiero meridiano, di cui Marcello Veneziani è un ottimo rappresentante, non è una favoletta da rinnegare.il prof. Cacciari è portavoce dell'Umanesimo, di cui si inizia a sentire nostalgia, dentro l'inscatolamento dei social, del pensiero omologato, della macchina sociale che etichetta le persone come se fossero dei prodotti pubblicitari. L'Umanesimo univa al rigore architettonico del pensiero, quella mania erotica di cui parlava Platone, la tensione verso l'ignoto che ci sgancia da ogni stereotipo. Eros non è violento, è figlio dell'ingegno e della povertà. È figlio della terra e del cielo stellato, direbbero le laminette orfiche. Eros si sgancia da ogni stereotipo, tende verso la sua natura nonostante la scarsa disponibilità:questo ê il succo del pensiero meridiano. Sarebbe bello vedere il dialogo tra il prof.Cacciari e Marcello Veneziani con maggiore frequenza. Grazie per aver pubblicato questo incontro
In Italia c'è vera cultura quella capace di restituire all'uomo la sua umanità e la sua fede
Non è una gara, è fondamentale nei nostri tempi così tragici che ci si possa confrontare su temi così esistenziali. Entrambi comunque parlano di tre elementi, i due interlocutori e la relazione, che è un tema originariamente teologico che i filosofi possono tradurre e declinare secondo la ragione.
29:45 A proposito di quanto afferma - giustamente - Veneziani in merito alla doppia perdita della propria (sacrosanta, aggiungo io) solitudine e del senso dell'amicizia, data la crisi strutturale che permea i rapporti umani nel tempo de l'ipermodernità e del villaggio globale - crisi identitaria che ci induce e praticamente costringe a reinventare modi, tempi e linguaggio di detti rapporti - credo che l'incontro posso oggi avvenire tra individui consapevoli di tale stato di cose e che coltivino e nutrano la loro solitudine intesa come piena espressione della loro individualità. Saranno magari incontri brevi, delimitati a un certo ambito e senza l'ansia di dover piacere all'altro secondo i ben noti parametri, ma saranno momenti di alta e intensa qualità, di vero scambio dialettico.
Detto questo, dato il totale travisamento della parole AMICIZIA ad opera dei socials (e affini) a questo punto bisogna adottare un altro termine per indicare la VERA amicizia.
Veneziani è tra i migliori saggisti Italiani. Parteciperà allo sviluppo della Quarta Teoria Politica? Spero e penso proprio di si.
Come l'acqua risponde al volto, così l'amico"Proverbi 27,19
Dialogo interessante: si avverte il desiderio di superare l'ossessione del tramonto, divenuto di massa, occidentale e crstiano!
La luce nasce sempre ad Oriente, ma arriva anche a Occidente!
Amore è "aver cura" (für sorgen), altrimenti si resta nella ruota del criceto del solipsismo.
Marcello Veneziani è straordinario. Per cultura e capacità di appassionare le menti, lo vedrei utile anche in un incarico istituzionale.
"Diffidate di quei cosmopoliti che vanno a cercare nei libri i doveri che disdegnano di assolvere nella vita. Un tale filosofo ama i tartari solo per essere dispensato dall'amare i suoi vicini. Egli è l'unità numerica. E' quell'intero assoluto che ha rapporto solo con se stesso o col suo simile". (Rousseau: "Emilio"). Solo una Comunità fondata su una formidabile radice etnica comune può determinare lo stato di "Philia" di contro al puro niente quantitativo dell'umanità.
Tutta la privatizazione secreta tra gli amici a l'esclusione della societa. Ma di che cosa chiachierate?
Ma Cacciari sta bene?
In latino il senso viene modificato? Ma Cicerone dice ab amando amicitia.
Io non credo in questo legame - siamo tutti della stessa anima (DIO). Il totalitarismo lettone e tale che sono mai riuscito a trovare l'amicizia, c'e proprio questa frontiera - ma tutti sono totalitari (e anche un legame). E supratutto un legamo di similitudine. Sono prustiano in questo senso - l'amicizia tra gli uomini e vuota,, solo un amore geloso conduce a la verita. In primo luogo, non esiste nessun legame gia a l'ouest. Nessuna verita sulle societa dette postotalitare. Nessuna.
Veneziani è bravo ma Cacciari e' un pensatore di un altro pianeta
Maestri chi? Cacciari e Veneziani? Veneziani non è “professore”. E Cacciari è ormai un tuttologo. Che pena.
La prossima volta ascoltiamo te... magari avrai da dire cose ben più interessanti dei due in questione.