UN PROBLEMA PEDAGOGICO: EDUCARE ALLA PLURALITÀ, DALLA BELLEZZA ALLE BELLEZZE
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- เผยแพร่เมื่อ 6 ก.พ. 2025
- UN PROBLEMA PEDAGOGICO: EDUCARE ALLA PLURALITÀ, DALLA BELLEZZA ALLE BELLEZZE
L’articolo ‘la’ che si associa alla parola bellezza non esclude la varietà soggettiva, intensamente emozionale, dell’esperienza trasformativa di ciò che è bello, per cui non ci resta che esclamare, Che bello!; ma forse impedisce di scorgere che l’indagine appassionata per la bellezza conduce alla conoscenza di una molteplicità di bellezze. E al riguardo, basta esplorare le “infinite” sorprese che la sequenza di Fibonacci disvela: un numero collega quella sequenza infinita di numeri, è il “numero aureo”, detto anche “sezione aurea”, un numero irrazionale (alogon), il cui valore approssimato alla terza cifra decimale è 1,618.
Educare alle bellezze significa quindi, per Roberto Imperiale, attivare un processo “integrante” di ricerca di senso, di integrazione dei linguaggi, al di là della loro separatezza in discipline del sapere, attraverso cui assume forma quell’«unica intelligenza» che dal matematico al poeta è implicata nell’indagine del mondo.
Ed è per questo che l’esperienza cui si attribuisce la caratteristica della “bellezza” è un’esperienza «comunicabile»; e non si risolve già in un’acquisizione solo soggettiva ma in una sorta di trasformazione oggettiva, le cui innumerevoli “espressioni” - come le tessere di un puzzle - vanno a comporre quella pienezza che si rivolge all’«uomo completo», quella completezza che dovrebbe essere la finalità stessa dell’educazione. È bello ciò che è integrante, aperto alle “bellezze”, della cui “invenzione” o “creazione” ognuno è portatore.
A sostegno di questa tesi pedagogica forse basta una storia, e ciò che da essa ne deriva, quella della scoperta della “successione numerica” grazie a cui ricordiamo Leonardo Pisano.
(5, continua)