Sei delle poche persone che producono video in modo obbiettivo, analizzando problemi e pregi delle diverse tipologie di potature, utili a chi ha voglia di capire e imparare. BRAVO
Ciao,avevo già commentato. Mi è piaciuta molto la premessa che hai fatto ad inizio video,ho apprezzato molto quando dici che bisogna prendere le tue informazioni con le pinze e che non pretendi di conoscere la verità assoluta, questo dimostra che sei una persona che comprende e rispetta anche il pensiero altrui. A mio avviso il problema principale del vaso policonico è, a volte, il numero troppo ridotto di branche primarie in relazione alla vigoria della pianta. Quelle piante del video, che sono molto vigorose, secondo me starebbero bene con 5-6 branche primarie, altrimenti, con sole 4 branche primarie si creano varchi un po' troppi ampi e dai varchi partono tanti succhioni e quindi perdita di produzione. Le mie piante, estremamente vigorose,le ho riformate a vaso policonico tanti anni fa' ma hanno 5-6 branche primarie e per il momento di succhioni ne vedo veramente pochi. Io mi trovo al sud della Calabria e quindi tanto sole e inverni miti portano molta vigoria,le cultivar autoctone della mia zona sono altrettanto vigorose,le principali si chiamano ottobratica e sinopolese. Ciao
Buongiorno Rocco, a mio modo di vedere la soluzione da lei proposta accentuerebbe ancor di più il problema. Con più branche principali l’olivo si carica ancor più di legno strutturale peggiorando la relazione foglia legno e l’illuminazione sia all’interno dello stesso albero che tra alberi vicini. Inoltre non tiene conto ne della varietà ne del sesto di impianto. A maggior frondosità della cultivar e densità del sesto di impianto, minor numero di branche é necessario. Nel caso in questione, leccini e frantoi staranno benissimo a 2-3 branche. Discorso diverso per la peranzana, pendolino e cerasa di Montenero che hanno una frondosità minore e pertanto è necessario più legno strutturale per permettere di portare rami e chiudere gli spazi. Grazie per visualizzare e commentare in modo costruttivo.
@@PotaturaOlivoItaliacomunque se posso dirti la mia riguardo le piante del video,io le trovo in perfetta salute,sono piene di mignole,rigogliose e con un bel colore verde accesso,ci sono i rami per la produzione dell'anno prossimo,le secondarie toccano quasi a terra , è tutto al punto giusto e faccio veramente fatica a trovare i difetti che tu evidenzi nel video. Quindi cosa pretendere di più? Inoltre,non vedo il motivo per il quale tu il prossimo anno deve intervenire per rimuovere una branca intera per ogni pianta quando sono le piante stesse a dimostrarti che tutto sta andando per il meglio e che sono soddisfatte del loro rapporto chioma-radice, altrimenti non si spiegherebbe la quantità elevata di fioritura. La mia non vuole essere una critica ma non capisco il motivo per il quale ti ostini a rimuovere legno strutturale quando le piante del video hanno solo 4 branche primarie, stanno veramente bene e non richiedono altre tipo di potatura drastica se non quella di mantenimento annuale. Rimuovere una branca primaria significa squilibrare il rapporto chioma radice e quindi il prossimo anno produzione fortemente ridotta o azzerata. Sinceramente io pagherei per vedere nelle mie zone un oliveto potato e in salute come quello del video,sapessi che potatura usano nelle mie zone 😅.
@@PotaturaOlivoItaliaper me ,invece, è esattamente l'opposto,provato personalmente su cultivar estremamente vigorose come l'ottobratica e la sinopolese,le cultivar più vigorose del nostro patrimonio olivicolo. Con cultivar estremamente vigorose deve corrispondere un numero di branche primarie leggermente più elevato delle solite 4 branche primarie,io ne lascio 5-6 in funzione dell'età della pianta e del sesto d'impianto. Così facendo ho notato un miglior equilibrio vegeto-produttivo e una ridotta emissione di succhioni rispetto ad una pianta della stessa età e vigoria però potata con sole 4 branche primarie. Questo perché i varchi che si creano sono meno aperti e la pianta investe meno in succhioni per andare a rifare il globo e chiudere i varchi aperti. Nelle cultvar ,invece,poche vigorose come la Roggianella, altra cultivar tipica della mia zona,sono sufficienti solo 4 branche primarie perché essendo una varietà poco vigorosa di succhioni se ne vedono veramente pochi nonostante i varchi tra una pianta e un'altra sono più ampi. Questa è esperienza personale,frutto di tanti anni di prove sulle mie piante.
@@roccobarca4558 é chiaro che se dalle branche vengono tolte tutte le dicotomie, con poche branche rimangono troppi spazi vuoti. Lasciando le piante senza potare ora si sono riformate tante dicotomie che andranno a chiudere gli spazi. C’è meno legno con poche branche biforcate rispetto a più branche monoasse. L’anno prossimo il volume di chioma/ettaro avrà superato l’ideale per questo sarà necessario ridurre la dimensione delle chiome e non c’è cosa migliore che farlo riducendo il legno strutturale improduttivo ed in necessario. L’equilibrio chioma radici verrà toccato si ma non sarà un problema, togliendo 1 branca su 4 si riduce del 25% la chioma che è un valore perfettamente tollerabile.
@@PotaturaOlivoItalia mi dispiace ma non sono d'accordo. L'oliveto del video per me sta benissimo,non ha bisogno di potature drastiche il prossimo anno. Le piante sono impostate bene,hanno un loro equilibrio e questo si vede dall'abbondanza di fioritura,hanno bisogno solo una potatura di mantenimento annuale. Il legno strutturale di quelle piante del video non è improduttivo perché le branche primarie portano le branchette secondarie destinate alla produzione e quelle piante di branche secondarie ne hanno tante. Come fa ad essere improduttivo? Il legno strutturale risulta improduttivo nel momento in cui abbiamo una branca primaria priva di secondarie ,vuoi magari perché sono state tagliate o per mancanza di luce. Allora, in quel caso ,sono d'accordo con te nel rimuovere una branca primaria intera in modo da agevolare l'emissione di succhioni e allevare una nuova branca primaria ricca di secondarie. Ma nel caso delle piante del video non ne vedo la necessità.
Ciao, grazie per i consigli sulla potatura. Io mi trovo in provincia di Bari e da poco ho cominciato a gestire un uliveto. A me personalmente la forma del policonico non piace ( è un pensiero mio ovviamente), infatti da noi si utilizza il "vaso dicotomico" che preferisco maggiormente. Solo una domanda: quando e come va eseguita la potatura di rinnovo (cioè quella pesante) ? Magari potresti creare un tutorial su questo argomento se vuoi. Grazie ancora. 🙏👋
In linea generale la potatura di rinnovo andrebbe iniziata circa ai 25 anni di vita di una pianta. Può sembrare troppo presto ma i rami andrebbero iniziati ad essere rinnovati prima che si raggiunga la senescenza dell’albero, in quanto è un processo che va fatto lentamente. In un albero con 4 branche principali, dopo aver tagliato una branca, di solito bisogna aspettare 4 anni prima di poter tagliarne in altra, quindi il rinnovo completo dell’albero si avrà in circa 16 anni. Nel caso di alberi ormai senescenti, prima di poter rinnovare un ramo questo andrebbe prima preparato e poi tagliato, per evitare di mortificare la corrente di linfa. Nel caso di un soprannumero di branche, 1 o più correnti di linfa potrebbero essere anche sacrificate.
Se la potatura di rinnovo viene rimandata ed iniziata troppo tardi, quando arriverà il momento di rinnovare gli ultimi rami, questi saranno oramai più che senescenti. Come vedi la questione è ricca di molte variabili e per questo motivo non penso sia possibile racchiudere in un unico video l’argomento. Puoi trovare, sparse un po’ in tutti i video che ho pubblicato, una serie di informazioni che possono aiutare a capire un po’ meglio la potatura.
Condivido appieno la premessa. Idem la considerazione sul legno vecchio. Ma queste piante sono state impostate in seguito a vaso policonico? Provo a spiegarmi meglio tutto il legno c' era prima della riforma? Io probabilmente per la varietà sto avendo risultati sul basso sta uscendo qualcosa, poi ovviamente è lento perché la parte superiore è più efficiente perché è legno liscio e prende meglio il sole, calcolando che avevo le prime secondarie a 2-3 metri che poi erano pendule facendo un cappello. Io il legno lo sto togliendo a ciocchetti dall' alto facendo tagli di ritorno un forzati. Poi hai detto un ' altra cosa sacrosanta, che ci vogliono anni per vedere risultati e capire se si è fatta la cosa giusta. Io quest' anno ho capito cosa ho sbagliato e cosa ho fatto giusto 3 anni fa
Ciao Marcello, essendo piante di 50 anni avevano subito la tipica formazione locale con zero rimozione di legno strutturale ed unicamente potatura di rimozione dei rami vigorosi. Sono state poi riformate a vaso policonico.
@@PotaturaOlivoItalia io mi sono fatto l' idea e me lo stai confermando che quando devi reimpostare , più sei drastico e più parti dal basso e più vedi i risultati. Io credo che il policonico, su alcune varietà se impostato da subito sulla primaria abbia il vantaggio di portare la pianta ad andare meno a legno al contrario di altre potature che ottengono l' effetto contrario. Poi bisogna gestire bene la " parete" per non perdere i rami bassi ed anzi farli rafforzare. Poi più uno fa bagaglio e tecnica e poi può applicarlo a secondo dei casi. Io avevo visto un video sul recupero di un' oliveto abbandonato in Liguria ed anche per l' impostazione a vaso policonico applicavano la tua stessa tecnica del taglio sacrificato, poi grazie a te ho capito il senso
@@marcellomorelli2346 in realtà anche da piccola la pianta allevata a vaso policonico viene privata di piccole dicotomie (la pianta è piccola quindi si elimina per forza il fino) che peggiorano la relazione foglia/legno dell’albero, aumentando lo scheletro e diminuendo la frasca.
@@PotaturaOlivoItalia qua si apre un dibattito infinito, le dicotomie io ho capito che più vai in alto e più vanno risolte e soprattutto se sono competitive . Poi io non ho fatto corsi completi e quindi vado per mia logica. Io la frasca sotto non la tocco se non per togliere il vecchio sotto e per non farla arrivare per terra, poi sull, alto sono più drastico e faccio il contrario per non creare cappelli
@@marcellomorelli2346 con l’intenzione di fare l’albero a policonico si, più vai in alto e più vanno risolte. Secondo la mia visione ed il tuo commento precedente invece è il contrario, i tagli li faccio quanto più vicino possibile all’impalco, perché è li che c’è tanto legno strutturale improduttivo ed è li che tagliando, si ricreano rami nuovi posizionati correttamente. Se tagli sopra, come detto nel video, stai facendo potatura di rinnovo in altezza. Non a caso nel policonico l’unica cosa che si riesce a rinnovare è appunto, la cima 🤷♂️ Le dicotomie alte sono di diametro minore rispetto alle basse, hanno una relazione foglia legno migliore e quindi sono anche più produttive, per questo, per me, non ha senso toglierle.
Leccio del corno ha una frondosità molto alta, come il leccino, pertanto entrambi hanno bisogno di una potatura anche di materiale fino sulle frasche pendule, altrimenti i rami dei secondi palchi si sfogliano ed “inceppano” facilmente. Il leccio del corno risulta molto produttivo, fa gemme a fiore anche sul legno di due anni che è una caratteristica di pochissime varietà, quindi anche senza crescita vegetativa dell’anno precedente riesce comunque a produrre. Questo lo porta a piegare molto i rami e si può avere difficoltà a costruire rami nuovi con angoli giusti, come succede per un pendolino. Leccio del corno è sensibile alla rogna mentre il leccino no, ed anche questo è da tenere in considerazione. Non ho ancora visto lecci del corno adulti quindi non so come si comporta dopo i 30 anni. Il leccino invece è comprovato che accumula facilmente tanto legno strutturale e quindi è importante iniziare la potatura di rinnovo presto, quando l’olivo ha 20-25 anni.
buon giorno Carlo, sto seguendo con interesse i tuoi video sul rinnovo delle vecchie piante, in Sardegna ho un centinaio di piante produttive simili alle tue, con le branche principali uguali a quelle che mostri tu, in parte sono state riformate a vaso libero, eliminate dicotomie in alto, rimozione succhioni, cerco di lasciare molta frasca nella zona medio bassa. volevo chiederti se le piante sono produttive eseguo una raccolta agevolata, credi che la potatura di rinnovo con la rimozione di grosse branche sia positivo? e eventualmente col tempo dovrei farlo per tutte le branche? saluti michele
Ciao Michele, grazie per apprezzare il canale. Per dare una risposta alla tua domanda dovrei visitare il tuo oliveto, altrimenti finirei per fare come chi offre soluzioni omologate a tutti senza contestualizzare. In linea generale la riduzione di legno strutturale e l’aumento di frasca migliorano la produttività dell’olivo, però il come eliminarlo e la tempistica dipendono tanto da varietà, sesto di impianto, pluviometria, ecc.
Salve...dato che parli di uliveto (all'asciutta).. ...come hai gestito il suolo per ovviare alla siccità?quindi migliorare produzione e qualità delle olive? Ho un uliveto esposto al sud in pendenza....in Abruzzo...provincia di CH....vicino Fara San Martino...400mt slm......sono più di 100 piante e ho una produzione di max 4 quintali....l'olio è ottimo qualitativamente ma pochissime olive... Varietà intosso....come posso intervenire per migliorare la situazione? Grazie e spero di poterci incontrare...
Ciao Sebastiano, in linea generale per aumentare la disponibilità di acqua per le piante di olivo andrebbero eliminate le erbacee da inizio primavera. Per favorire l’infiltrazione delle acque invernali nei terreni declivi si può fare una lavorazione profonda solo nell’interfilare, lontano dalle chiome. Pero le variabili possono essere tante, queste sono solo nozioni generali ed andrebbe valutata la situazione in loco.
@@PotaturaOlivoItalia ho iniziato da un paio di anni a lavorare il terreno con erpice a dischi dopo la raccolta avendo fatto anche la concimazione organica sempre dopo la raccolta...poi faccio la concimazione normale a primavera e poi trincio anche le potature...... Sono piante ereditate e sono state piantate alla rinfusa e strette...😟...
Complimenti per i video sono d'accordo su tutto e un ritorno al passato quasi certo se si potrebbe potare con la forbice sarebbe tutt'altra cosa,il problema che il tempo è denaro 😅. Interessante il punto di rinnovare la branca principale a turno, il concetto da capire e se la perdita di produzione vale la pena oppure tenerla leggera con branchette sempre giovani invece che sostituirla. Cmq mi farebbe piacere prendere un aperitivo e scambiare quattro chiacchiere sul nostro magnifico mondo dell' ulivo se non ti crea problemi qualche pomeriggio. Saluti da Vasto
Ciao Valerio, mi dispiace ma con la forbice si mette in atto l’anti-potatura, ovvero togliere il fino e lasciare il legno di grosso diametro. Con l’olivo va fatto tendenzialmente il contrario. La perdita di produzione è pressoché nulla perché si eliminano sempre i settori peggiori, meno produttivi, a favore di quelli situati meglio e soprattutto senza fretta, fino a quando l’olivo non riforma un globo non si torna ad eliminare una branca e in base a varietà e ricchezza del terreno ci possono volere anche 6 anni prima di eliminare un altra branca.
Un saluto a tutti gli olivicoltori di Vasto, perché no quest’estate quando sarò più libero si può scambiare una chiacchiera, mi scriva sulla mail tiericarlo6@gmail.com
Come sempre chiaro e preciso. Anche se io ormai mi sono convertito al naturalismo totale. Ovvero inerbimento e trinciatura. Questo è il quinto anno e devo dire che ho avuto buone produzioni. Oltre il lavoro di potatura e raccolta , eseguiti prettamente da me, non faccio altro. Ne lavorazione del suolo, ne concimazione e niente trattamenti fogliari. Ho deciso di non spendere soldi e fare economia a monte. Comunque un discorso rapportato a produzione domestica e vendita locale del surplus.
@@frad5871 sono personalmente convinto che la pianta di ulivo necessita principalmente di luce ed aria. Il mio uliveto è situato su un terreno tendenzialmente arido, un ficiligno sabbioso e roccioso. La presenza delle radici erbaciee ne aumenta la fertilità. E la presenza costante di pacciamatura aiuta a trattenere l umidità, trattandosi di un terreno molto drenante. La parte aerea vegetale è sempre molto tenera verde e viva. Ho notato che le patologie più comuni, per esempio l occhio di pavone e molto limitata. E comunque con l aumento delle temperature tende a sparire. Comunque come dice il dottor Tieri bisogna sempre contestualizzare il tutto. Questa è la mia esperienza.
@@cosimoschiro6117 Anch io mi sto avvicinando a questo tipo di gestione del terreno , l'azoto riesco in parte a darlo attraverso il sovescio di favino , molto difficile è invece per me tenere il terreno inerbito perché vivo in Sicilia già adesso è tutto secco , potassio e boro devo darlo perché le foglie ne manifestano la carenza , che sesto di impianto hai ?
@@frad5871 anch'io vivo in Sicilia. L importante è falciare al momento giusto. Quando l erba inizia ad ingiallire alla base. Prendere le giuste precauzioni contro il fuoco. Pulendo per bene i limiti. Guarda io ho sesti abbastanza striminziti ed irregolari. Però di contro ho un ottima esposizione e costante ventilazione. Non uso fare alcun tipo di sovescio. Le foglie appiano sempre in salute, non noto alcuna carenza.
Apprezzo moltissimo le indicazioni della cultivar, della posizione geografica, la descrizione dell´obiettivo, le riflessioni sulla salute delle piante, la preparazione della pianta in vista di un intervento di ringiovanimento di una chioma che diventerà più produttiva e manterrà la pianta forte ed in salute. Grazie, penso sia unico su TH-cam ad argumentare in questo modo.
Di video c'è ne sono tanti in giro, è anche scuole di pensiero, e propio questo il problema. Tu ai fatto la cosa giusta e ti sei fermato nel momento giusto. Nella cassetta degli attrezzi, come dici tu stesso, c'è anche un manuale che rivela una sacrosanta verità in tutte le lingue.... L'ulivo a un unico DIFETTO ,.. Quello di non essere COMPRESO. Non a le gambe!!!! Altrimenti scapperebbe da ognuno di noi. Noi siamo le sue gambe e i suoi guardiani. Ecco perché dobbiamo cercare di comprendere al meglio il loro stato naturale ed OSSERVARE di anno in anno di cosa a bisogno lui per primo e poi noi. Osserviamo, ragioniamo, poi possiamo procedere. Mio padre mi diceva: A tagliare siamo capaci tutti... A potare sono in pochi. Buon lavoro a tutti e rispettate sempre le esigenze dell'ulivo, sta tutto lì... Basta solo GUARDARE... Michelangelo quando fece il Davide si limito a rispondere ad una domanda: Ho tolto soltanto qualche pietra in più, la statua era già nella roccia. Saluti a tutti. I
@@riccardoorfei5741 le esigenze dell’olivo non possono essere rispettate da un olivicoltore poiché l’olivo ha come obiettivo la sopravvivenza dell individuo. Costruisce uno scheletro di legno strutturale per difesa dagli erbivori e diventa eccessivamente fitto per ombreggiare il suolo e soffocare piante vicine. L’olivicoltore deve completamente alterare il suo comportamento per permettere di ottenere produzione: eliminare legna, aumentare frasca e illuminare. Tutto il contrario di quello che vuole l’olivo.
@@riccardoorfei5741 é molto bello romanticizzare e filosofeggiare riguardo la pianta dell’olivo e la potatura, ma la realtà è abbastanza nuda e cruda. L’olivo è una pianta dalla quale se ci si vuole ottenere reddito va trattata in maniera tecnica e razionale, lasciando poco spazio al romanticismo.
Premetto che non sono un produttore,ma solo mi piace conoscere le cose.da quello che ho capito io per me il miglior modo di potatura è un policlinico misto,per produzione.ma anche la bellezza della pianta.Altra cosa che qui in Romania vedo e mi dà tristezza gli olivi tutti scapozzati.costringono la pianta a fare cespuglio in alto senza produzione,sembrano oliveti mitragliati ,scusa il termine.Quello che dici lo credo anche io,un oliveto deve rendere.Ho guardato spesso i tuoi video,capisco che fai un lavoro in modo intelligente.spero di vedere la nuova impostazione che darai a questo oliveto.
@@gianfrancoberti4303 grazie per visualizzare e commentare. Riguardo alla potatura ogni pratica che prevede una “soluzione omologata per tutti” tende ad avere poco senso poiché non tiene in considerazione i fattori che determinano la produttività.
@@PotaturaOlivoItalia questo lo avevo intuito ma secondo lei qual è la migliore e la più adatta alla longevità dell'olivo?un misto politico e ombrello?
@@gianfrancoberti4303 se affermassi qual’3”é “forma di allevamento migliore” starei dando una risposta semplice ad una domanda difficile. Varietà, sesto di impianto, tipo di suolo, pluviometria e irrigazione, metodo di raccolta, sono tutte variabili che incidono sul tipo di potatura da effettuare. Non mi baso su “metodo di potatura” ma su tipo di tagli da effettuare in base a quello che mi richiede la pianta.
La tua teoria non credo sia errata, l'unico dubbio (a dire il vero ce l'ho come certezza) che ho è questo: quando pratichi, inevitabilmente in coerenza con la tua teoria, il taglio delle branche (tutte importanti) che altro non sono che delle capitozzature, riuscirai (forse) ad ottenere delle branche nuove (che col tempo produrranno sicuramente di più) che avranno il loro fascio vascolare idoneo, ma il resto non marcisce? Io penso proprio di si. Secondo me la tua teoria è valida se ad un certo punto si espianta l'impianto a vantaggio di uno nuovo. Non credo, un ulivo, possa sopravvire oltre un certo numero di anni se si praticano tagli di quel genere. Saluti.
Io non sono nessuno per dirlo, ho 30 anni e di sicuro non ho vissuto i secoli per poter affermare con certezza che non ci sono conseguenze negative. Tuttavia con un un viaggio in Andalusia, si può osservare che in provincia di Jaén e Cordoba ci sono alberi millenari con potatura di rinnovo praticata da secoli perfettamente sani e produttivi. Grazie per il commento
@@PotaturaOlivoItalia secondo me quello potrebbe essere l'unico problema che non è da poco. Comunque, per tutto il resto, sempre a mio avviso, sicuramente funziona, è più che logico il tuo discorso. Certo, se uno si mette a fare caso all'estetica......, ma si sa che quando si ha l'obiettivo di produrre, l'estetica passa in secondo piano. Saluti. P.S. scusa non avevo letto del tutto la tua risposta. Si, anche io penso che l'ulivo continuerà a sopravvivere, in un certo modo però, in realtà io intendevo dire che, col tempo, si ridurrà in un ammasso di legno morto con branche nuove (ognuna con il proprio fascio vascolare), ma sempre meno produttive al punto da risultare antieconomico.
@@angelopetrungaro6991 il fascio vascolare si devitalizza quando viene lasciato con tanto legno e zero foglie, con le tipiche potature fatte in giro per L’Italia, come quando si capitozza a 2-3-4 metri o con le riforme policoniche in cui si lasciano pali nudi con una cimetta ridicola finale. La linfa grezza che sale non viene convertita in maniera sufficiente in linfa elaborata necessaria a nutrire tutto il legno del fascio rimanente, che non ricevendo nutrimento sufficiente, muore. Tagliando all’impalco, lasciando il minimo legno sufficiente e soprattutto assicurando un geemoglimento abbondante, garantisce che i nuovi apici vegetativi dell’annata convertano una quantità di linfa grezza in elaborata sufficiente ad alimentare il fascio vascolare. Ripeto, basta andare in provincia di Jaén-Córdoba che é a due ore di areo per accorgersi che gli olivi secolari li non sopravvivono, ma prosperano.
@@PotaturaOlivoItalia quindi da quello che capisco, secondo te tutti i vasi esistenti nella branca che tagli, convoglieranno nella nuova che si formerà? Io non ho competenze specifiche, mi baso su quello che leggo qua e la e sulla base della mia esperienza che è iniziata un po' di anni fa. Tu parli da persona competente, quindi non ho motivo per mettere in dubbio. Semplicemente mi viene difficile immaginarlo. Comunque, grazie per lo scambio di vedute. Alla prossima. Buon lavoro.
Ciao, il problema che hai tu su quegli alberi, li trovo anche io su alberi dai 20 anni in su. Avere branche primarie che per i primi 2,5/3mt sono sprovviste di secondarie è una tragedia. La colpa non è del tipo di allevamento, ma dei portatori, se così si possono chiamare, che si sono susseguiti negli anni precedenti e non hanno le basi fondamentali di conoscenza arborea sull'olivo. Io conduco oliveti a vaso policonico ed infatti mi detestano un po' tutti gli altri portatori certificati perché non sono drastico e per riformare un albero a policonico ci impiego minimo 5/6 anni. Lascio molta chioma e vado per gradi, ho riformato definitivamente l'oliveto dei miei genitori solo quest'anno e ci ho impiegato 9 anni. E'perfetto, ma capisco che lavorare in questo modo porta via molto più tempo e i costi aumentano sulla potatura, ma lo faccio per passione ed investo sul futuro, ci perdo economicamente io per i primi 2/3 anni diciamo così. Esempio parto da 8 euro ad albero il primo anno e dal secondo scendo a 5 fin ad arrivare a 4 euro dopo 3/4 anni. Rispetto a 30 minuti e più ad albero sui primi anni arrivo poi a 7/8 minuti come quest'anno. Per alcuni alberi faccio come consigli tu, se dopo 2/3 anni vedo che lateralmente non escono secondarie mi cresco un succhioni ben posizionato ed al terzo/quarto anno taglio la primaria spoglia. Certo che in questi anni di attesa devi cercar di dar più luce possibile al succhioni che andrà a sostituire la branca e c'è un bel po' di lavoro mentale e fisico da impegnare. Ciao.
Non ci vedo nulla di male ad attuare nel modo che hai spiegato se lavori in oliveti con un volume di chioma per ettaro che non risulta eccessivo. Questo è il parametro principale da tenere in considerazione per capire quale intervento effettuare. Il ragionamento sulla forma di allevamento è una questione di secondaria importanza. Nell’oliveto del video il volume di chioma per ettaro è eccessivo, pertanto andrà ridotto in maniera veloce. Attuando in modo graduale non si fa altro che ritardare inutilmente l’ottenimento di un volume ideale.
Hai fatto bene a fare questo video, purtroppo in Italia non appena accenni una minima critica nei confronti del vaso policonico ti assaltano dicendotene di tutti i colori e questo lo fa anche chi professionalmente lo propone come unica e sola forma di allevamento. Nei miei 5 ettari ho provato ad allevare alcune piante a vaso policonico ma come dici tu il rapporto foglia legno è troppo a favore del legno, se poi allevi l'albero con sole 3 branche non ne parliamo neanche. Gli alberi che allevo a vaso mi producono il doppio rispetto al policonico, per un motivo semplice, hanno il doppio di chioma . Quando poto il policonico perdo un sacco di tempo ad eliminare le centinaia di succhioni che ovviamente l' albero emette per ripristinare una chioma , mentre nel vaso cespugliato questo non mi succede . Comunque se ne potrebbe parlare per ore o giorni , ma purtroppo non con tutti, continua così, sei bravo
Il problema di fondo è che nella quasi la totalità dell’Italia l’olivo è una coltura neanche secondaria o terziaria, ma di totale ripiego, a differenza di altra frutticoltura specializzata (viticoltura, peschicoltura, ecc.). Dato che nessuno é mai dipeso economicamente da questa coltura, il livello nella potatura e la sua gestione agronomica era ed è tuttora infimo . In questo contesto il vaso policonico è risultato una svolta epocale, quando invece è solo un pochino meglio del livello di partenza così basso.
@@PotaturaOlivoItalia anche se mi sono iscritto da poco ti seguo da tempo,hai un' idea dell' albero e degli interventi da fare che condivido . Io cerco sempre di avere una chioma abbondante perché è l' unica cosa che mi permette di avere una buona media produttiva, oltre a questo facendo concimazione fogliare ho un volume di chioma tale da permettermi un buon assorbimento degli elementi nutritivi .
@@PotaturaOlivoItalia Qui nel Ponente Ligure, in provincia di Imperia c'è parecchia gente che vive di olivicoltura, anche con, a parità di buona annata, a farci un buon vivere, dalle 1000\1500 piante in su. Nonostante questo la potatura è un inferno in terra, si vedono cose oscene e il mestiere del potatore è affidato principalmente a cooperative di stranieri che, chi più e chi meno, non fanno un buon lavoro. Potatura oscene e impianti vecchi con alberi riformati tramite capitozzo alle altezze più svariate, o alla cazzo di cane, a partire dal secondo dopo guerra. Piante altissime, più terrazzamenti. Dovresti farlo un giro qui, ci vorrebbe un corso su una ragionata potatura di riforma come la tua. Qui persino gli insegnanti policonici del centro Italia si sono dovuti arrendere alla dura legge del taglia quella branca vecchia e marcia. Comunque l'olivicoltura qui ha un valore particolare, ed è la parte totalmente opposto all'Italia di dove stai tu. Sei sei interessato ad un possibile corso fammi sapere. Grazie del lavoro di divulgazione!
Comunque sia le varie esperienze di potatura servono per conoscere realta' diverse... anche in Toscana dove sono io e dove il policonico (prima si chiamava alla Roventini) si usa da quasi un secolo...quindi ti mando un 👍
Non a caso il vaso policonico da i migliori risultati su varietà vigorose caratterizzate da succhioni che si vestono facilmente con rami fruttiferi. Il Leccino è la cultivar che meno si vede penalizzata da questa forma di allevamento. Buoni risultati si hanno anche con frantoio, pendolino, maurino che sono tutte Toscane. Cultivar con molto assurgenti, con succhioni vigorosi e sterili (cerasa, dritta, carolea) diventano molto poco produttive poiché se allevate a vaso policonico non hanno praticamente quasi rami fruttiferi. Cultivar poco vigorose (es varietà siciliane da mensa) diventano poco produttive rispetto alle potature tradizionali a coppa poiché gli enormi spazi vuoti creati non vengono coperti con rami nuovi fruttiferi a causa della scarsa vigoria. Per come la vedo io se si vuole fare il salto di qualità nella potatura questa va diversificata in base ai contesti (cultivar, sesti, terreno, ecc.) piuttosto che omologata. Le leggi valide per tutte sono due: relazione foglia/legno e densità di chioma per ettaro, che comunque possono avere una interpretazione diversa in base ai fattori. Ad esempio un frantoio va scaricato di legna molto più velocemente rispetto ad una varietà che cresce più lentamente (es. peranzana) Saluti
@@salvatorepalmigiani8170 da dicembre a marzo, di solito in due giorni da almeno 6 ore. eventuali giornate formative verranno pubblicate qui sul canale.
Perdonami. Ma come devono schiudere sotto? Innanzi tutto hai un sesto stretto per il vaso. Almeno 6*7. Poi se hai riformato ad Aprile quindi dopo il risveglio la pianta già si era impostata, perdendo un inutilmente. Poi vi si è aggiunto la mancanza di potatura di mantenimento con successivo ombreggiamento della parti basali. Io con il vaso policonico e un sesto adeguato mi trovo benissimo. Ovviamente dove sono strette anche le mie fanno fatica. Ai corai lo dicono minimo 6*7 o meglio 7*7 o 7*8 altrimenti le piante scaperanno solo verso su..ciao
Personalmente trovo sempre più interessanti le tue osservazioni. Hai provato a fare delle incisioni sulla corteccia per vedere se ricaccia? Incisioni e non rimozioni di legno strutturale,anche perché sai benissimo che un grosso taglio non si richiude,ed esponeni la pianta alla carie del legno.
Salve signora Anna, le incisioni sulla corteccia le considero come l’ultima spiaggia da utilizzare per far venire fuori dei rinnovi, le avrò usate un paio di volte quando l’impalco era veramente altissimo, tipo oltre 3 metri. In ogni caso una volta venuti fuori i ricacci, bisogna tagliare tutta la parte superiore, altro che non tagliare. Per questo motivo preferisco sempre tagliare direttamente, ovviamente avendo assicurato prima il germoglio con opportuni tagli in alto.
Scusami ma quello che hai davanti a me sembra un oliveto potato a vaso policonico e come dici tu stesso le piante godono di ottima salute soprattutto nella parte bassa di chioma con mignole, molta foglia e nuovi germogli. Non capisco perché critichi il vaso policonico portando come esempio un bell'oliveto allevato a vaso policonico
Salve Giovanni. Il mio video non è una critica al vaso policonico, non è tra le mie intenzioni aprire una lotta per fazioni e prese di posizione. È un video in cui riporto i punti deboli del vaso policonico che ho osservato in più situazioni e quindi dedotto che non si tratta più di caso o coincidenze. Per me è diverso dalla critica sterile. In secondo luogo si tratta di un oliveto che ha appena saltato il secondo turno di potatura ed infatti molte piante iniziano ad avere più una forma di cespuglio che di vaso policonico. Qualcuna (le meno vigorose) conservano in maniera più netta ancora la vecchia forma. Saluti
Secondo me impoverivi troppo la pianta se consideri che sono due anni che non vengono potati mica male potresti optare per una via di mezzo un vaso policonico semplificato
In questo uliveto basta fare un vaso libero rispettando il gradiente conico , ma bada bene quelle tre o quattro banche di sostegno devono starci. Poi per spostare in basso in potatura di riforma si deve far in modo di far arrivare in basso la luce, il che significa per ogni branca avere la cima e 3 o 4 secondarie, sul leccino bisogna essere energici poiché sotto le cortecce invecchiate le gemme avventizie devono essere stimolare al massimo secondo me stai facendo tagli inutili
se quegli alberi - come dici e come in effetti si vede - sono stati potati a vaso policonico, francamente mi sembra un ottimo risultato visto l'enorme quantità di frasche a frutto e di mignola presente. Anche il rapporto foglia - legno mi sembra ottimo.
@@PotaturaOlivoItalia Bene. Quindi mi sembra che il vero risultato, pur partendo da una potatura a vaso policonico, è non potare tutti gli anni e lasciare che la pianta si riprenda anche i propri spazi, corretto?
@@PotaturaOlivoItalia ma continuare con una potatura leggera di contenimento (e quindi mantenendo il vaso policonico) senza dover per forza togliere legna non sarebbe sempre una scelta valida? Non avresti i soliti risultati di anno in anno senza per forza ricorrere a potature pesanti?
@ si, si avrebbero i soliti risultati che sono abbastanza scarsi: poca produzione di qli/ha, olive di calibro scarso e bassa resa in olio. Potatura leggera = eliminazione di materiale fino e non di legna = peggioramento della relazione foglia/legno = pianta meno produttiva e meno resiliente allo stress idrico = produzione bassa. L’oliveto ha bisogno di un importante riduzione di legna/ha e andrebbe lasciato inizialmente a 6x10 e successivamente anche a 12x10. Diradando direttamente senza eliminare tutta quella legna strutturale non migliorerebbe tanto la situazione, quindi vanno prima completamente smantellati gli alberi e ricomposti con rami giovani ed una realizzato questo percorso si sacrificano gradualmente gli alberi da eliminare e si da luce e spazio a quelli da lasciare.
A mio modestissimo parere, il problema che tu fai notare giustamente, della mancanza di vegetazione nelle parti basse, non è dovuto alla struttura a vaso policonico ma dall'angolatura troppo aperta delle branche principali che ombreggiano la parte basale
Le branche sono ultra verticali, forse dal video non si nota. Uno dei limiti del sistema poiché a maggior verticalità, minor attività riproduttiva dei rami
@@PotaturaOlivoItalia mantenendo l'angolazione adeguata e degradando la vegetazione dalla base alla punta, quindi a cono, l'illuminazione è in grado di raggiungere tutta la branca. Dal video delle stupende piante, si notano però che nella parte iniziale, molte branchie hanno un'angolazione molto aperta . La mia esperienza in tal senso, non ha comportato tali problematiche.
@@salvatorepalmigiani8170 evitare eccesso di azoto di solito già abbassa l’incidenza di attacchi. Nel caso neanche così si risolva bisogna intervenire con insetticida (deltametrina, acetamiprid)
Molto interessanti le tue osservazioni ,ma ci sono talmente tante variabili che è sempre molto difficile dire questo è giusto e questo no , giusto quando cominci ad avere certezze la natura ti sorprende con delle piante che sono abbandonate perchè in dei punti troppo impervi piantate lì perché prima si raccoglieva in modo diverso ,e bene dopo anni di abbandono quest'anno con la mega siccità che c'è stata erano stracarichi di frutto , io personalmente non seguo un tipo ben preciso di potatura ,ma cerco di fare quei tagli che mi agevolano poi la raccolta con lo scuotitore , c'è tanto troppo lavoro dietro un buon olio aimè , per quanto riguarda il taglio delle branche che hai fatto vedere nel video credo non sia affatto facile e scontato farlo , io faccio delle prove però bisogna dirlo per 2 o tre anni ti scordi la produzione ,e questa cosa non mi piace io sono per piccole modifiche costanti ,così facendo ho notato che l'anno di carica non è per forza seguito da un anno di scarica ,BUON LAVORO .
Tagliando legno di grosso diametro con criterio non si azzera la produzione ma la si lascia intatta. Certo, se si arriva e si taglia in modo scriteriato è probabile che questo succeda. Come può vedere nell’esempio del video prima di intervenire ed eliminare branche si sta aspettando che l’olivo formi un cespuglio ben chiuso. Con l’intervento dell’anno prossimo eliminando le branche peggiori (massimo 1 per albero non di più) sembrerà quasi che non saranno state toccate. Un saluto
Scusa ma tu non hai capito molto di questo tipo di potatura, io la effettuo dal 2018 e i risultati sono buoni. Quello che tu dici l'ho visto accadere in alcuni oliveti che dopo la riforma sono state defoliate ma per una non capacità di gestione della fase successiva alla riforma. Nessuno ti obbliga a togliere i palchi produttivi, assottiglia le cime e riduci le branche secondarie vecchie e vedrai che qualcosa di buono otterrai. Comunque le tue piante riformate non mi sembrano malmesse...se non hanno prodotto branchette troppo in basso può dipendere da vari fattori ma non dal vaso policonico, principalmente riduci le cime, fidati
La applichi dove? I risultati sono buoni rispetto a cosa? Senza contestualizzazione e paragoni di un certo livello mi dispiace ma si parla di aria fritta.
Le cime erano ridotte ed era uno sgorbio, pali di legno nudi. Ora che non si potano da due anni finalmente la quantità di foglia è equilibrata rispetto al legno e l’anno prossimo si potrà intervenire per eliminare quei pali inutili.
N.b: non conosco lo stato iniziale delle piante quindi non posso dare un giudizio oggettivo. Mi sembra che sia stata applicata una potatura di rinnovo con totale eliminazione di tutta la parte aerea. Benissimo perché hanno rinnovato completamente le chiome, il risultato è alberi completamente nuovi, relazione foglia legno alta. Il metodo non lo applicherei a meno che la parte aerea non sia completamente inservibile: fino ad ora ho fatto lo stesso identico intervento solo su una decina di alberi, di cui qualcuno qualche settimana fa. Dove applicabile io preferisco il rinnovo progressivo poiché permette di raccogliere sempre e non perdere produzione e soprattutto, preparando correttamente si evita di perdere correnti di linfa che può succedere su alberi molto vecchi e con poche riserve.
Perdonami se ti riscrivo . Mi ero dimenticato di dirti che in questo momento le mie piante ( 11 hanno addirittura 80 anni e sono state RIFORMATE A VASO POLICONICO CON GRANDE SUCCESSO ) SONO STRAPIENE DI MIGNOLATURA ..... Prima di fare errori , di tagliare quelle branche ,consulta - ti ripeto - un AUTOREVOLE ESPERTO A LIVELLO NAZIONALE . AD MAJORA. Paolo
Carissimo . A parte il ragionamento assolutamente corretto di ROCCOBARCA4558 , il compito del vaso policonico è proprio quello di far vedere sole e luce a tutte le branche sia dalla parte interna sia dalla parte esterna. Un mio modestissimo consiglio è quello di considerare una corretta concimazione per tre volte l'anno in autunno subito dopo la raccolta , in primavera al risveglio vegetativo e nella prima 15cina di giugno. L'olivo è una pianta divoratrice di azoto . Quindi anche il semplice pellettato di qualià e in PRE-fioritura un concime FOGLIARE che contenga anche un pò di boro . TAGLIA SOLO L'ERBA SOTTO LA ROSA DELL'ULIVO , il resto LASCIALA ANCHE ALTA SULLE RIMANENTI PARTE DEL TERRENO . Perchè ti assicuro il TUO PROBLEMA NON E' IL VASO POLICONICO ( hai delle piante BELLISSIME ) . Oppure consulta GIORGIO PANNELLI , il più grande conoscitore degli olivi , studioso,scrittore,operatore sul campo. Ti auguro sinceramente tutto il bene possibile .
Salve Paolo, grazie per il commento e il suo augurio. A livello di concimazione credo che come si possa ben vedere alle piante non manca nulla, il colore delle foglie e l’ottima crescita vegetativa segnalano che dal punto di vista nutrizionale non ci sono carenze. Per quanto riguarda la potatura e la gestione del suolo, come ha anche avuto modo di osservare le piante sono belle e stanno bene proprio perché non sono potate da due anni e perché il suolo si sta gestendo con lavorazioni ed eliminazione dell’erba in primavera ed estate. Un saluto e buona olivicoltura anche a lei!
Premesso che gli olivi per fortuna se stanno bene producono da soli, come si vede in questo periodo dalla fioritura di piante abbandonate nei parchi o ai bordi delle strade con una quantitá di mignole spropositata, quindi non esiste una potatura migliore in assoluto ma solo la potatura con cui si trova meglio il singolo olivicoltore, detto questo secondo me non hai capito, o non ti hanno saputo spiegare bene il vaso policonico, perchè ad esempio dici che si leva il fino, facendo il gesto col mignolo, peró giorgio pannelli in un video spiega l'esatto opposto facendo lo stesso gesto tuo con il dito ma dicendo che non si taglia niente che sia come un mignolo ma deve essere almeno come un pollice e che le cime devono essere "lussureggianti o signoreggianti" non degli stecchini, peraltro la riforma si fa una volta sola poi si levano solo i succhini sulle secondarie e alcuni dorsali, se serve si definiscono le cime e se serve si eliminano i rametti esauriti delle secondarie, lasciando spazio ai nuovi germogli che devono essere tanti e giovani. Le tue piante hanno una buona relazione foglia legno perche sono piene di frasca, se tagli un "palo inutile per levare 50 kg di legno, butti giu anche tutti i germogli che stanno attacati, sono pieni di fiore e di prolungamenti per il prossimo anno, tutto questo per indurre la pianta a sintetizzare cellulosa da zero per ricreare in 4/5 anni quello che hai tolto spendendo piu energie di quanto non faccia per mantenere in vita cellule giá formate, lo capirei su piante con una chioma schifosa ma su quelle del video mi sembra come demolire una casa in perfette condizioni solo perchè è stata costruita da piú di 10 anni ad esempio, peraltro la vegetazione è talmente bassa che quasi tocca terra, non ci si puó lamentare. Commento lungo ma anche il video era lungo
Ciao Simone, grazie per visualizzare ed aprire un dibattito costruttivo. Ti riporto a grossomodo il mio parere sui punti toccati. Per me hai scritto cose giustissime, cambia soltanto la prospettiva da cui le osservo ed il numero di informazioni che tengo in considerazione che forse mi permettono di leggere altre informazioni tra le righe. -le piante abbandonate, se hanno il giusto spazio intorno sono molto produttive proprio perché 1)la densità di chioma per ettaro è ideale e 2)dato che nessuno è andato lì con seghetto e svettatoio a togliere la frasca hanno una relazione foglia/legno alta. Se prendi una pianta abbandonata ma ombreggiata, ha zero mignole e tende a crescere in modo molto molto verticale. In un impianto è impensabile produrre senza potare perché altrimenti non si garantisce l’illuminazione. Più l’impianto è fitto, più bisogna essere bravi con la potatura. -Non ho ben capito la seconda parte, prima hai fatto riferimento al fatto che il fino non va tolto, poi mi hai detto che con la potatura di produzione si gestiscono solo i succhioni e le cime. Per me questo vuol dire eliminare solo il fino. Con la potatura di produzione il grosso non si toglie. Un succhione vigoroso non è di grosso diametro. -nell’ultima parte hai toccato proprio l’essenza della potatura di rinnovo: non permettere mai alla pianta di fermarsi, ma mantenere sempre la linfa in grande movimento grazie all’asportazione di settori (branche) che danno un forte stimolo alla pianta nel produrre rami nuovi. Oltre a questo le branche rimaste riceveranno molta più luce e linfa quindi netto miglioramento della crescita vegetativa, allegagione, pezzatura dei frutti. -le pianta che vedi sono belle, proprio perché non potate. Rifacendo la potatura di produzione si eliminerebbe tanto fino e si tornerebbero ad evidenziare quei branconi legnosi e pelati.
@@salvatorepalmigiani8170 La potatura serve ‘anche’ per adattare la pianta al sistema di raccolta. Lo scopo principale della potatura dovrebbe essere quello di regolare il volume di chioma per portarlo all’ideale. Il secondo è quello di assicurare luce, spazio e linfa ai rami lasciati. Il sistema di raccolta influisce poco, cambia solo l’angolo dei rami principali. Nel video del caso è necessario far riformare dei globi prima di potare perché c’è bisogno di fare una potatura di rinnovo che se fatta su una pianta impostata a policonico andrebbe a ridurre il volume di chioma in maniera eccessiva, dato che con con il policonico il volume è gia troppo basso.
Le piante nn trasformano l energia solare in carboidrati....forse la usano per scomporre molecole per procurarsi lo zucchero? Bo.... Il vaso policonico va anche gestito...tu ti sei perso un po per la strada......quando la volpe nn arriva a l uva è acerba..... E spero che stavi scherzando sul fatto di tagliare gli impalchi....si fa solo in casi straordinari.....nel tuo guardando dal telefono nn sembra...comunque tu sei il capo.... ciaoooò
Effettivamente non viene convertita, ho pronunciato parole leggermente inesatte. Grazie alla luce solare o artificiale nella fotosintesi vengono convertite sei moli di CO2 (anidride carbonica) e sei moli d'H2O (acqua) in una mole di glucosio (C6H12O6), uno zucchero. Gli zuccheri sono appunto, carboidrati semplici di cui il glucosio ne rappresenta uno dei più semplici. Sulla restante parte delle sue affermazioni non opino, é libero di pensarla come crede.
Ecco perché il vaso policonico non è universale.In puglia a vaso cespuglioso le olive che porta in alto li porta in basso .Da me ci sono alberi che portano 2 q di olive la media è 1 q 1.5 q.A vaso policonico se li sognano.Se volete vederli basta venire a Monopoli ( bari) non dico bugie.
Posso immaginare benissimo calcolando che la sua zona si trova più a sud della mia c’è maggiore insolazione. Da quello che ho potuto osservare nelle visite in Puglia la maggior parte dei sesti di impianto sono tutti molto larghi, sarebbe totalmente insensato in queste condizioni ridurre così tanto la parte superiore della chioma.
Il fattore limitante nel vostro caso resta solo la pluviometria. La dimensione della chioma e della quantità di olive da far portare alla pianta va regolata solo in base alla disponibilità di acqua. Essendo il territorio predominantemente pianeggiante anche con poca pioggia ottenete un grande risultato perché l’acqua non può scappare.
Sei delle poche persone che producono video in modo obbiettivo, analizzando problemi e pregi delle diverse tipologie di potature, utili a chi ha voglia di capire e imparare.
BRAVO
Ciao Natale ti ringrazio per il commento!
Ciao,avevo già commentato. Mi è piaciuta molto la premessa che hai fatto ad inizio video,ho apprezzato molto quando dici che bisogna prendere le tue informazioni con le pinze e che non pretendi di conoscere la verità assoluta, questo dimostra che sei una persona che comprende e rispetta anche il pensiero altrui. A mio avviso il problema principale del vaso policonico è, a volte, il numero troppo ridotto di branche primarie in relazione alla vigoria della pianta. Quelle piante del video, che sono molto vigorose, secondo me starebbero bene con 5-6 branche primarie, altrimenti, con sole 4 branche primarie si creano varchi un po' troppi ampi e dai varchi partono tanti succhioni e quindi perdita di produzione.
Le mie piante, estremamente vigorose,le ho riformate a vaso policonico tanti anni fa' ma hanno 5-6 branche primarie e per il momento di succhioni ne vedo veramente pochi. Io mi trovo al sud della Calabria e quindi tanto sole e inverni miti portano molta vigoria,le cultivar autoctone della mia zona sono altrettanto vigorose,le principali si chiamano ottobratica e sinopolese. Ciao
Buongiorno Rocco, a mio modo di vedere la soluzione da lei proposta accentuerebbe ancor di più il problema.
Con più branche principali l’olivo si carica ancor più di legno strutturale peggiorando la relazione foglia legno e l’illuminazione sia all’interno dello stesso albero che tra alberi vicini.
Inoltre non tiene conto ne della varietà ne del sesto di impianto. A maggior frondosità della cultivar e densità del sesto di impianto, minor numero di branche é necessario.
Nel caso in questione, leccini e frantoi staranno benissimo a 2-3 branche. Discorso diverso per la peranzana, pendolino e cerasa di Montenero che hanno una frondosità minore e pertanto è necessario più legno strutturale per permettere di portare rami e chiudere gli spazi.
Grazie per visualizzare e commentare in modo costruttivo.
@@PotaturaOlivoItaliacomunque se posso dirti la mia riguardo le piante del video,io le trovo in perfetta salute,sono piene di mignole,rigogliose e con un bel colore verde accesso,ci sono i rami per la produzione dell'anno prossimo,le secondarie toccano quasi a terra , è tutto al punto giusto e faccio veramente fatica a trovare i difetti che tu evidenzi nel video. Quindi cosa pretendere di più?
Inoltre,non vedo il motivo per il quale tu il prossimo anno deve intervenire per rimuovere una branca intera per ogni pianta quando sono le piante stesse a dimostrarti che tutto sta andando per il meglio e che sono soddisfatte del loro rapporto chioma-radice, altrimenti non si spiegherebbe la quantità elevata di fioritura. La mia non vuole essere una critica ma non capisco il motivo per il quale ti ostini a rimuovere legno strutturale quando le piante del video hanno solo 4 branche primarie, stanno veramente bene e non richiedono altre tipo di potatura drastica se non quella di mantenimento annuale.
Rimuovere una branca primaria significa squilibrare il rapporto chioma radice e quindi il prossimo anno produzione fortemente ridotta o azzerata.
Sinceramente io pagherei per vedere nelle mie zone un oliveto potato e in salute come quello del video,sapessi che potatura usano nelle mie zone 😅.
@@PotaturaOlivoItaliaper me ,invece, è esattamente l'opposto,provato personalmente su cultivar estremamente vigorose come l'ottobratica e la sinopolese,le cultivar più vigorose del nostro patrimonio olivicolo.
Con cultivar estremamente vigorose deve corrispondere un numero di branche primarie leggermente più elevato delle solite 4 branche primarie,io ne lascio 5-6 in funzione dell'età della pianta e del sesto d'impianto. Così facendo ho notato un miglior equilibrio vegeto-produttivo e una ridotta emissione di succhioni rispetto ad una pianta della stessa età e vigoria però potata con sole 4 branche primarie. Questo perché i varchi che si creano sono meno aperti e la pianta investe meno in succhioni per andare a rifare il globo e chiudere i varchi aperti. Nelle cultvar ,invece,poche vigorose come la Roggianella, altra cultivar tipica della mia zona,sono sufficienti solo 4 branche primarie perché essendo una varietà poco vigorosa di succhioni se ne vedono veramente pochi nonostante i varchi tra una pianta e un'altra sono più ampi. Questa è esperienza personale,frutto di tanti anni di prove sulle mie piante.
@@roccobarca4558 é chiaro che se dalle branche vengono tolte tutte le dicotomie, con poche branche rimangono troppi spazi vuoti.
Lasciando le piante senza potare ora si sono riformate tante dicotomie che andranno a chiudere gli spazi.
C’è meno legno con poche branche biforcate rispetto a più branche monoasse.
L’anno prossimo il volume di chioma/ettaro avrà superato l’ideale per questo sarà necessario ridurre la dimensione delle chiome e non c’è cosa migliore che farlo riducendo il legno strutturale improduttivo ed in necessario.
L’equilibrio chioma radici verrà toccato si ma non sarà un problema, togliendo 1 branca su 4 si riduce del 25% la chioma che è un valore perfettamente tollerabile.
@@PotaturaOlivoItalia mi dispiace ma non sono d'accordo. L'oliveto del video per me sta benissimo,non ha bisogno di potature drastiche il prossimo anno. Le piante sono impostate bene,hanno un loro equilibrio e questo si vede dall'abbondanza di fioritura,hanno bisogno solo una potatura di mantenimento annuale. Il legno strutturale di quelle piante del video non è improduttivo perché le branche primarie portano le branchette secondarie destinate alla produzione e quelle piante di branche secondarie ne hanno tante. Come fa ad essere improduttivo? Il legno strutturale risulta improduttivo nel momento in cui abbiamo una branca primaria priva di secondarie ,vuoi magari perché sono state tagliate o per mancanza di luce. Allora, in quel caso ,sono d'accordo con te nel rimuovere una branca primaria intera in modo da agevolare l'emissione di succhioni e allevare una nuova branca primaria ricca di secondarie. Ma nel caso delle piante del video non ne vedo la necessità.
Grazie mille Carlo per le preziose informazioni
Grazie a te 🙏🏼🙏🏼
Ma da un punto di vista di kg prodotti, che differenze si possono avere nei due sistemi di potatura?
Grazie
Ciao, grazie per i consigli sulla potatura. Io mi trovo in provincia di Bari e da poco ho cominciato a gestire un uliveto. A me personalmente la forma del policonico non piace ( è un pensiero mio ovviamente), infatti da noi si utilizza il "vaso dicotomico" che preferisco maggiormente. Solo una domanda: quando e come va eseguita la potatura di rinnovo (cioè quella pesante) ? Magari potresti creare un tutorial su questo argomento se vuoi. Grazie ancora. 🙏👋
In linea generale la potatura di rinnovo andrebbe iniziata circa ai 25 anni di vita di una pianta. Può sembrare troppo presto ma i rami andrebbero iniziati ad essere rinnovati prima che si raggiunga la senescenza dell’albero, in quanto è un processo che va fatto lentamente.
In un albero con 4 branche principali, dopo aver tagliato una branca, di solito bisogna aspettare 4 anni prima di poter tagliarne in altra, quindi il rinnovo completo dell’albero si avrà in circa 16 anni.
Nel caso di alberi ormai senescenti, prima di poter rinnovare un ramo questo andrebbe prima preparato e poi tagliato, per evitare di mortificare la corrente di linfa. Nel caso di un soprannumero di branche, 1 o più correnti di linfa potrebbero essere anche sacrificate.
Se la potatura di rinnovo viene rimandata ed iniziata troppo tardi, quando arriverà il momento di rinnovare gli ultimi rami, questi saranno oramai più che senescenti.
Come vedi la questione è ricca di molte variabili e per questo motivo non penso sia possibile racchiudere in un unico video l’argomento.
Puoi trovare, sparse un po’ in tutti i video che ho pubblicato, una serie di informazioni che possono aiutare a capire un po’ meglio la potatura.
Condivido appieno la premessa. Idem la considerazione sul legno vecchio. Ma queste piante sono state impostate in seguito a vaso policonico? Provo a spiegarmi meglio tutto il legno c' era prima della riforma? Io probabilmente per la varietà sto avendo risultati sul basso sta uscendo qualcosa, poi ovviamente è lento perché la parte superiore è più efficiente perché è legno liscio e prende meglio il sole, calcolando che avevo le prime secondarie a 2-3 metri che poi erano pendule facendo un cappello. Io il legno lo sto togliendo a ciocchetti dall' alto facendo tagli di ritorno un forzati. Poi hai detto un ' altra cosa sacrosanta, che ci vogliono anni per vedere risultati e capire se si è fatta la cosa giusta. Io quest' anno ho capito cosa ho sbagliato e cosa ho fatto giusto 3 anni fa
Ciao Marcello, essendo piante di 50 anni avevano subito la tipica formazione locale con zero rimozione di legno strutturale ed unicamente potatura di rimozione dei rami vigorosi. Sono state poi riformate a vaso policonico.
@@PotaturaOlivoItalia io mi sono fatto l' idea e me lo stai confermando che quando devi reimpostare , più sei drastico e più parti dal basso e più vedi i risultati. Io credo che il policonico, su alcune varietà se impostato da subito sulla primaria abbia il vantaggio di portare la pianta ad andare meno a legno al contrario di altre potature che ottengono l' effetto contrario. Poi bisogna gestire bene la " parete" per non perdere i rami bassi ed anzi farli rafforzare. Poi più uno fa bagaglio e tecnica e poi può applicarlo a secondo dei casi. Io avevo visto un video sul recupero di un' oliveto abbandonato in Liguria ed anche per l' impostazione a vaso policonico applicavano la tua stessa tecnica del taglio sacrificato, poi grazie a te ho capito il senso
@@marcellomorelli2346 in realtà anche da piccola la pianta allevata a vaso policonico viene privata di piccole dicotomie (la pianta è piccola quindi si elimina per forza il fino) che peggiorano la relazione foglia/legno dell’albero, aumentando lo scheletro e diminuendo la frasca.
@@PotaturaOlivoItalia qua si apre un dibattito infinito, le dicotomie io ho capito che più vai in alto e più vanno risolte e soprattutto se sono competitive . Poi io non ho fatto corsi completi e quindi vado per mia logica. Io la frasca sotto non la tocco se non per togliere il vecchio sotto e per non farla arrivare per terra, poi sull, alto sono più drastico e faccio il contrario per non creare cappelli
@@marcellomorelli2346 con l’intenzione di fare l’albero a policonico si, più vai in alto e più vanno risolte.
Secondo la mia visione ed il tuo commento precedente invece è il contrario, i tagli li faccio quanto più vicino possibile all’impalco, perché è li che c’è tanto legno strutturale improduttivo ed è li che tagliando, si ricreano rami nuovi posizionati correttamente.
Se tagli sopra, come detto nel video, stai facendo potatura di rinnovo in altezza. Non a caso nel policonico l’unica cosa che si riesce a rinnovare è appunto, la cima 🤷♂️
Le dicotomie alte sono di diametro minore rispetto alle basse, hanno una relazione foglia legno migliore e quindi sono anche più produttive, per questo, per me, non ha senso toglierle.
Ciao. Che differenze sostanziali ci sono tra leccino e leccio del corno?
Leccio del corno ha una frondosità molto alta, come il leccino, pertanto entrambi hanno bisogno di una potatura anche di materiale fino sulle frasche pendule, altrimenti i rami dei secondi palchi si sfogliano ed “inceppano” facilmente.
Il leccio del corno risulta molto produttivo, fa gemme a fiore anche sul legno di due anni che è una caratteristica di pochissime varietà, quindi anche senza crescita vegetativa dell’anno precedente riesce comunque a produrre. Questo lo porta a piegare molto i rami e si può avere difficoltà a costruire rami nuovi con angoli giusti, come succede per un pendolino.
Leccio del corno è sensibile alla rogna mentre il leccino no, ed anche questo è da tenere in considerazione.
Non ho ancora visto lecci del corno adulti quindi non so come si comporta dopo i 30 anni. Il leccino invece è comprovato che accumula facilmente tanto legno strutturale e quindi è importante iniziare la potatura di rinnovo presto, quando l’olivo ha 20-25 anni.
buon giorno Carlo, sto seguendo con interesse i tuoi video sul rinnovo delle vecchie piante, in Sardegna ho un centinaio di piante produttive simili alle tue, con le branche principali uguali a quelle che mostri tu, in parte sono state riformate a vaso libero, eliminate dicotomie in alto, rimozione succhioni, cerco di lasciare molta frasca nella zona medio bassa. volevo chiederti
se le piante sono produttive eseguo una raccolta agevolata, credi che la potatura di rinnovo con la rimozione di grosse branche sia positivo? e eventualmente col tempo dovrei farlo per tutte le branche?
saluti michele
Ciao Michele, grazie per apprezzare il canale.
Per dare una risposta alla tua domanda dovrei visitare il tuo oliveto, altrimenti finirei per fare come chi offre soluzioni omologate a tutti senza contestualizzare.
In linea generale la riduzione di legno strutturale e l’aumento di frasca migliorano la produttività dell’olivo, però il come eliminarlo e la tempistica dipendono tanto da varietà, sesto di impianto, pluviometria, ecc.
@@PotaturaOlivoItalia grazie, buona serata
Grazie molto chiaro
Salve...dato che parli di uliveto (all'asciutta).. ...come hai gestito il suolo per ovviare alla siccità?quindi migliorare produzione e qualità delle olive?
Ho un uliveto esposto al sud in pendenza....in Abruzzo...provincia di CH....vicino Fara San Martino...400mt slm......sono più di 100 piante e ho una produzione di max 4 quintali....l'olio è ottimo qualitativamente ma pochissime olive...
Varietà intosso....come posso intervenire per migliorare la situazione?
Grazie e spero di poterci incontrare...
Ciao Sebastiano, in linea generale per aumentare la disponibilità di acqua per le piante di olivo andrebbero eliminate le erbacee da inizio primavera. Per favorire l’infiltrazione delle acque invernali nei terreni declivi si può fare una lavorazione profonda solo nell’interfilare, lontano dalle chiome.
Pero le variabili possono essere tante, queste sono solo nozioni generali ed andrebbe valutata la situazione in loco.
@@PotaturaOlivoItalia ho iniziato da un paio di anni a lavorare il terreno con erpice a dischi dopo la raccolta avendo fatto anche la concimazione organica sempre dopo la raccolta...poi faccio la concimazione normale a primavera e poi trincio anche le potature......
Sono piante ereditate e sono state piantate alla rinfusa e strette...😟...
@@PotaturaOlivoItalia quando ti capita passa qui 😁😁😁
Complimenti per i video sono d'accordo su tutto e un ritorno al passato quasi certo se si potrebbe potare con la forbice sarebbe tutt'altra cosa,il problema che il tempo è denaro 😅.
Interessante il punto di rinnovare la branca principale a turno, il concetto da capire e se la perdita di produzione vale la pena oppure tenerla leggera con branchette sempre giovani invece che sostituirla.
Cmq mi farebbe piacere prendere un aperitivo e scambiare quattro chiacchiere sul nostro magnifico mondo dell' ulivo se non ti crea problemi qualche pomeriggio.
Saluti da Vasto
Ciao Valerio, mi dispiace ma con la forbice si mette in atto l’anti-potatura, ovvero togliere il fino e lasciare il legno di grosso diametro. Con l’olivo va fatto tendenzialmente il contrario.
La perdita di produzione è pressoché nulla perché si eliminano sempre i settori peggiori, meno produttivi, a favore di quelli situati meglio e soprattutto senza fretta, fino a quando l’olivo non riforma un globo non si torna ad eliminare una branca e in base a varietà e ricchezza del terreno ci possono volere anche 6 anni prima di eliminare un altra branca.
Un saluto a tutti gli olivicoltori di Vasto, perché no quest’estate quando sarò più libero si può scambiare una chiacchiera, mi scriva sulla mail tiericarlo6@gmail.com
@@PotaturaOlivoItalia certo ci sentiamo con piacere in estate 😉
Come sempre chiaro e preciso. Anche se io ormai mi sono convertito al naturalismo totale. Ovvero inerbimento e trinciatura. Questo è il quinto anno e devo dire che ho avuto buone produzioni. Oltre il lavoro di potatura e raccolta , eseguiti prettamente da me, non faccio altro. Ne lavorazione del suolo, ne concimazione e niente trattamenti fogliari. Ho deciso di non spendere soldi e fare economia a monte. Comunque un discorso rapportato a produzione domestica e vendita locale del surplus.
Lo scopo della piantagione ne determina la strategia da applicare, va sempre contestualizzato il tutto.
Ma non hai foglie con carenza di boro o potassio ? I resti trinciati della potatura non ti danno fastidio quando sposti le reti ?
@@frad5871 sono personalmente convinto che la pianta di ulivo necessita principalmente di luce ed aria. Il mio uliveto è situato su un terreno tendenzialmente arido, un ficiligno sabbioso e roccioso. La presenza delle radici erbaciee ne aumenta la fertilità. E la presenza costante di pacciamatura aiuta a trattenere l umidità, trattandosi di un terreno molto drenante. La parte aerea vegetale è sempre molto tenera verde e viva. Ho notato che le patologie più comuni, per esempio l occhio di pavone e molto limitata. E comunque con l aumento delle temperature tende a sparire. Comunque come dice il dottor Tieri bisogna sempre contestualizzare il tutto. Questa è la mia esperienza.
@@cosimoschiro6117 Anch io mi sto avvicinando a questo tipo di gestione del terreno , l'azoto riesco in parte a darlo attraverso il sovescio di favino , molto difficile è invece per me tenere il terreno inerbito perché vivo in Sicilia già adesso è tutto secco , potassio e boro devo darlo perché le foglie ne manifestano la carenza , che sesto di impianto hai ?
@@frad5871 anch'io vivo in Sicilia. L importante è falciare al momento giusto. Quando l erba inizia ad ingiallire alla base. Prendere le giuste precauzioni contro il fuoco. Pulendo per bene i limiti.
Guarda io ho sesti abbastanza striminziti ed irregolari. Però di contro ho un ottima esposizione e costante ventilazione. Non uso fare alcun tipo di sovescio. Le foglie appiano sempre in salute, non noto alcuna carenza.
Apprezzo moltissimo le indicazioni della cultivar, della posizione geografica, la descrizione dell´obiettivo, le riflessioni sulla salute delle piante, la preparazione della pianta in vista di un intervento di ringiovanimento di una chioma che diventerà più produttiva e manterrà la pianta forte ed in salute. Grazie, penso sia unico su TH-cam ad argumentare in questo modo.
Ciao Marguerite, grazie per apprezzare i contenuti 🙏🏼
Di video c'è ne sono tanti in giro, è anche scuole di pensiero, e propio questo il problema. Tu ai fatto la cosa giusta e ti sei fermato nel momento giusto.
Nella cassetta degli attrezzi, come dici tu stesso, c'è anche un manuale che rivela una sacrosanta verità in tutte le lingue....
L'ulivo a un unico DIFETTO ,.. Quello di non essere COMPRESO.
Non a le gambe!!!!
Altrimenti scapperebbe da ognuno di noi.
Noi siamo le sue gambe e i suoi guardiani. Ecco perché dobbiamo cercare di comprendere al meglio il loro stato naturale ed OSSERVARE di anno in anno di cosa a bisogno lui per primo e poi noi.
Osserviamo, ragioniamo, poi possiamo procedere.
Mio padre mi diceva:
A tagliare siamo capaci tutti... A potare sono in pochi.
Buon lavoro a tutti e rispettate sempre le esigenze dell'ulivo, sta tutto lì... Basta solo GUARDARE...
Michelangelo quando fece il Davide si limito a rispondere ad una domanda:
Ho tolto soltanto qualche pietra in più, la statua era già nella roccia.
Saluti a tutti.
I
@@riccardoorfei5741 ciao Riccardo, grazie per visualizzare e commentare.
@@riccardoorfei5741 le esigenze dell’olivo non possono essere rispettate da un olivicoltore poiché l’olivo ha come obiettivo la sopravvivenza dell individuo. Costruisce uno scheletro di legno strutturale per difesa dagli erbivori e diventa eccessivamente fitto per ombreggiare il suolo e soffocare piante vicine.
L’olivicoltore deve completamente alterare il suo comportamento per permettere di ottenere produzione: eliminare legna, aumentare frasca e illuminare. Tutto il contrario di quello che vuole l’olivo.
@@riccardoorfei5741 é molto bello romanticizzare e filosofeggiare riguardo la pianta dell’olivo e la potatura, ma la realtà è abbastanza nuda e cruda. L’olivo è una pianta dalla quale se ci si vuole ottenere reddito va trattata in maniera tecnica e razionale, lasciando poco spazio al romanticismo.
Ti amo anch'io
@ 🫂❤️
Premetto che non sono un produttore,ma solo mi piace conoscere le cose.da quello che ho capito io per me il miglior modo di potatura è un policlinico misto,per produzione.ma anche la bellezza della pianta.Altra cosa che qui in Romania vedo e mi dà tristezza gli olivi tutti scapozzati.costringono la pianta a fare cespuglio in alto senza produzione,sembrano oliveti mitragliati ,scusa il termine.Quello che dici lo credo anche io,un oliveto deve rendere.Ho guardato spesso i tuoi video,capisco che fai un lavoro in modo intelligente.spero di vedere la nuova impostazione che darai a questo oliveto.
@@gianfrancoberti4303 grazie per visualizzare e commentare.
Riguardo alla potatura ogni pratica che prevede una “soluzione omologata per tutti” tende ad avere poco senso poiché non tiene in considerazione i fattori che determinano la produttività.
@@PotaturaOlivoItalia questo lo avevo intuito ma secondo lei qual è la migliore e la più adatta alla longevità dell'olivo?un misto politico e ombrello?
@@gianfrancoberti4303 se affermassi qual’3”é “forma di allevamento migliore” starei dando una risposta semplice ad una domanda difficile.
Varietà, sesto di impianto, tipo di suolo, pluviometria e irrigazione, metodo di raccolta, sono tutte variabili che incidono sul tipo di potatura da effettuare.
Non mi baso su “metodo di potatura” ma su tipo di tagli da effettuare in base a quello che mi richiede la pianta.
La tua teoria non credo sia errata, l'unico dubbio (a dire il vero ce l'ho come certezza) che ho è questo: quando pratichi, inevitabilmente in coerenza con la tua teoria, il taglio delle branche (tutte importanti) che altro non sono che delle capitozzature, riuscirai (forse) ad ottenere delle branche nuove (che col tempo produrranno sicuramente di più) che avranno il loro fascio vascolare idoneo, ma il resto non marcisce? Io penso proprio di si. Secondo me la tua teoria è valida se ad un certo punto si espianta l'impianto a vantaggio di uno nuovo. Non credo, un ulivo, possa sopravvire oltre un certo numero di anni se si praticano tagli di quel genere. Saluti.
Io non sono nessuno per dirlo, ho 30 anni e di sicuro non ho vissuto i secoli per poter affermare con certezza che non ci sono conseguenze negative.
Tuttavia con un un viaggio in Andalusia, si può osservare che in provincia di Jaén e Cordoba ci sono alberi millenari con potatura di rinnovo praticata da secoli perfettamente sani e produttivi.
Grazie per il commento
@@PotaturaOlivoItalia secondo me quello potrebbe essere l'unico problema che non è da poco. Comunque, per tutto il resto, sempre a mio avviso, sicuramente funziona, è più che logico il tuo discorso. Certo, se uno si mette a fare caso all'estetica......, ma si sa che quando si ha l'obiettivo di produrre, l'estetica passa in secondo piano. Saluti. P.S. scusa non avevo letto del tutto la tua risposta. Si, anche io penso che l'ulivo continuerà a sopravvivere, in un certo modo però, in realtà io intendevo dire che, col tempo, si ridurrà in un ammasso di legno morto con branche nuove (ognuna con il proprio fascio vascolare), ma sempre meno produttive al punto da risultare antieconomico.
@@angelopetrungaro6991 il fascio vascolare si devitalizza quando viene lasciato con tanto legno e zero foglie, con le tipiche potature fatte in giro per L’Italia, come quando si capitozza a 2-3-4 metri o con le riforme policoniche in cui si lasciano pali nudi con una cimetta ridicola finale.
La linfa grezza che sale non viene convertita in maniera sufficiente in linfa elaborata necessaria a nutrire tutto il legno del fascio rimanente, che non ricevendo nutrimento sufficiente, muore.
Tagliando all’impalco, lasciando il minimo legno sufficiente e soprattutto assicurando un geemoglimento abbondante, garantisce che i nuovi apici vegetativi dell’annata convertano una quantità di linfa grezza in elaborata sufficiente ad alimentare il fascio vascolare.
Ripeto, basta andare in provincia di Jaén-Córdoba che é a due ore di areo per accorgersi che gli olivi secolari li non sopravvivono, ma prosperano.
@@PotaturaOlivoItalia quindi da quello che capisco, secondo te tutti i vasi esistenti nella branca che tagli, convoglieranno nella nuova che si formerà? Io non ho competenze specifiche, mi baso su quello che leggo qua e la e sulla base della mia esperienza che è iniziata un po' di anni fa. Tu parli da persona competente, quindi non ho motivo per mettere in dubbio. Semplicemente mi viene difficile immaginarlo. Comunque, grazie per lo scambio di vedute. Alla prossima. Buon lavoro.
@@angelopetrungaro6991 grazie a te
Ciao! Per avere una consulenza come contattarvi?
@@laramariachersich9749 può scrivermi alla mail tiericarlo6@gmail.com e le faccio avere un mio recapito telefonico
@@PotaturaOlivoItaliagrazie!❤
Ciao, il problema che hai tu su quegli alberi, li trovo anche io su alberi dai 20 anni in su.
Avere branche primarie che per i primi 2,5/3mt sono sprovviste di secondarie è una tragedia.
La colpa non è del tipo di allevamento, ma dei portatori, se così si possono chiamare, che si sono susseguiti negli anni precedenti e non hanno le basi fondamentali di conoscenza arborea sull'olivo. Io conduco oliveti a vaso policonico ed infatti mi detestano un po' tutti gli altri portatori certificati perché non sono drastico e per riformare un albero a policonico ci impiego minimo 5/6 anni. Lascio molta chioma e vado per gradi, ho riformato definitivamente l'oliveto dei miei genitori solo quest'anno e ci ho impiegato 9 anni.
E'perfetto, ma capisco che lavorare in questo modo porta via molto più tempo e i costi aumentano sulla potatura, ma lo faccio per passione ed investo sul futuro, ci perdo economicamente io per i primi 2/3 anni diciamo così. Esempio parto da 8 euro ad albero il primo anno e dal secondo scendo a 5 fin ad arrivare a 4 euro dopo 3/4 anni.
Rispetto a 30 minuti e più ad albero sui primi anni arrivo poi a 7/8 minuti come quest'anno.
Per alcuni alberi faccio come consigli tu, se dopo 2/3 anni vedo che lateralmente non escono secondarie mi cresco un succhioni ben posizionato ed al terzo/quarto anno taglio la primaria spoglia. Certo che in questi anni di attesa devi cercar di dar più luce possibile al succhioni che andrà a sostituire la branca e c'è un bel po' di lavoro mentale e fisico da impegnare. Ciao.
Non ci vedo nulla di male ad attuare nel modo che hai spiegato se lavori in oliveti con un volume di chioma per ettaro che non risulta eccessivo. Questo è il parametro principale da tenere in considerazione per capire quale intervento effettuare. Il ragionamento sulla forma di allevamento è una questione di secondaria importanza.
Nell’oliveto del video il volume di chioma per ettaro è eccessivo, pertanto andrà ridotto in maniera veloce. Attuando in modo graduale non si fa altro che ritardare inutilmente l’ottenimento di un volume ideale.
Hai fatto bene a fare questo video, purtroppo in Italia non appena accenni una minima critica nei confronti del vaso policonico ti assaltano dicendotene di tutti i colori e questo lo fa anche chi professionalmente lo propone come unica e sola forma di allevamento. Nei miei 5 ettari ho provato ad allevare alcune piante a vaso policonico ma come dici tu il rapporto foglia legno è troppo a favore del legno, se poi allevi l'albero con sole 3 branche non ne parliamo neanche. Gli alberi che allevo a vaso mi producono il doppio rispetto al policonico, per un motivo semplice, hanno il doppio di chioma . Quando poto il policonico perdo un sacco di tempo ad eliminare le centinaia di succhioni che ovviamente l' albero emette per ripristinare una chioma , mentre nel vaso cespugliato questo non mi succede . Comunque se ne potrebbe parlare per ore o giorni , ma purtroppo non con tutti, continua così, sei bravo
Il problema di fondo è che nella quasi la totalità dell’Italia l’olivo è una coltura neanche secondaria o terziaria, ma di totale ripiego, a differenza di altra frutticoltura specializzata (viticoltura, peschicoltura, ecc.).
Dato che nessuno é mai dipeso economicamente da questa coltura, il livello nella potatura e la sua gestione agronomica era ed è tuttora infimo .
In questo contesto il vaso policonico è risultato una svolta epocale, quando invece è solo un pochino meglio del livello di partenza così basso.
Grazie per apprezzare il canale e lasciare un commento.
@@PotaturaOlivoItalia anche se mi sono iscritto da poco ti seguo da tempo,hai un' idea dell' albero e degli interventi da fare che condivido . Io cerco sempre di avere una chioma abbondante perché è l' unica cosa che mi permette di avere una buona media produttiva, oltre a questo facendo concimazione fogliare ho un volume di chioma tale da permettermi un buon assorbimento degli elementi nutritivi .
@@PotaturaOlivoItalia Qui nel Ponente Ligure, in provincia di Imperia c'è parecchia gente che vive di olivicoltura, anche con, a parità di buona annata, a farci un buon vivere, dalle 1000\1500 piante in su. Nonostante questo la potatura è un inferno in terra, si vedono cose oscene e il mestiere del potatore è affidato principalmente a cooperative di stranieri che, chi più e chi meno, non fanno un buon lavoro. Potatura oscene e impianti vecchi con alberi riformati tramite capitozzo alle altezze più svariate, o alla cazzo di cane, a partire dal secondo dopo guerra. Piante altissime, più terrazzamenti. Dovresti farlo un giro qui, ci vorrebbe un corso su una ragionata potatura di riforma come la tua. Qui persino gli insegnanti policonici del centro Italia si sono dovuti arrendere alla dura legge del taglia quella branca vecchia e marcia. Comunque l'olivicoltura qui ha un valore particolare, ed è la parte totalmente opposto all'Italia di dove stai tu. Sei sei interessato ad un possibile corso fammi sapere. Grazie del lavoro di divulgazione!
SI IL VASO CESPUGLIATO È GIUSTO 👍
Comunque sia le varie esperienze di potatura servono per conoscere realta' diverse... anche in Toscana dove sono io e dove il policonico (prima si chiamava alla Roventini) si usa da quasi un secolo...quindi ti mando un 👍
Non a caso il vaso policonico da i migliori risultati su varietà vigorose caratterizzate da succhioni che si vestono facilmente con rami fruttiferi. Il Leccino è la cultivar che meno si vede penalizzata da questa forma di allevamento. Buoni risultati si hanno anche con frantoio, pendolino, maurino che sono tutte Toscane.
Cultivar con molto assurgenti, con succhioni vigorosi e sterili (cerasa, dritta, carolea) diventano molto poco produttive poiché se allevate a vaso policonico non hanno praticamente quasi rami fruttiferi.
Cultivar poco vigorose (es varietà siciliane da mensa) diventano poco produttive rispetto alle potature tradizionali a coppa poiché gli enormi spazi vuoti creati non vengono coperti con rami nuovi fruttiferi a causa della scarsa vigoria.
Per come la vedo io se si vuole fare il salto di qualità nella potatura questa va diversificata in base ai contesti (cultivar, sesti, terreno, ecc.) piuttosto che omologata. Le leggi valide per tutte sono due: relazione foglia/legno e densità di chioma per ettaro, che comunque possono avere una interpretazione diversa in base ai fattori. Ad esempio un frantoio va scaricato di legna molto più velocemente rispetto ad una varietà che cresce più lentamente (es. peranzana)
Saluti
In che periodo fai i corsi e quante ore di formazione sono,di imparare non si finisce mai 👌😁
@@salvatorepalmigiani8170 da dicembre a marzo, di solito in due giorni da almeno 6 ore. eventuali giornate formative verranno pubblicate qui sul canale.
Perdonami. Ma come devono schiudere sotto? Innanzi tutto hai un sesto stretto per il vaso. Almeno 6*7. Poi se hai riformato ad Aprile quindi dopo il risveglio la pianta già si era impostata, perdendo un inutilmente. Poi vi si è aggiunto la mancanza di potatura di mantenimento con successivo ombreggiamento della parti basali. Io con il vaso policonico e un sesto adeguato mi trovo benissimo. Ovviamente dove sono strette anche le mie fanno fatica. Ai corai lo dicono minimo 6*7 o meglio 7*7 o 7*8 altrimenti le piante scaperanno solo verso su..ciao
Personalmente trovo sempre più interessanti le tue osservazioni.
Hai provato a fare delle incisioni sulla corteccia per vedere se ricaccia?
Incisioni e non rimozioni di legno strutturale,anche perché sai benissimo che un grosso taglio non si richiude,ed esponeni la pianta alla carie del legno.
Salve signora Anna, le incisioni sulla corteccia le considero come l’ultima spiaggia da utilizzare per far venire fuori dei rinnovi, le avrò usate un paio di volte quando l’impalco era veramente altissimo, tipo oltre 3 metri.
In ogni caso una volta venuti fuori i ricacci, bisogna tagliare tutta la parte superiore, altro che non tagliare. Per questo motivo preferisco sempre tagliare direttamente, ovviamente avendo assicurato prima il germoglio con opportuni tagli in alto.
Scusami ma quello che hai davanti a me sembra un oliveto potato a vaso policonico e come dici tu stesso le piante godono di ottima salute soprattutto nella parte bassa di chioma con mignole, molta foglia e nuovi germogli. Non capisco perché critichi il vaso policonico portando come esempio un bell'oliveto allevato a vaso policonico
Salve Giovanni.
Il mio video non è una critica al vaso policonico, non è tra le mie intenzioni aprire una lotta per fazioni e prese di posizione.
È un video in cui riporto i punti deboli del vaso policonico che ho osservato in più situazioni e quindi dedotto che non si tratta più di caso o coincidenze. Per me è diverso dalla critica sterile.
In secondo luogo si tratta di un oliveto che ha appena saltato il secondo turno di potatura ed infatti molte piante iniziano ad avere più una forma di cespuglio che di vaso policonico. Qualcuna (le meno vigorose) conservano in maniera più netta ancora la vecchia forma.
Saluti
Secondo me impoverivi troppo la pianta se consideri che sono due anni che non vengono potati mica male potresti optare per una via di mezzo un vaso policonico semplificato
In questo uliveto basta fare un vaso libero rispettando il gradiente conico , ma bada bene quelle tre o quattro banche di sostegno devono starci. Poi per spostare in basso in potatura di riforma si deve far in modo di far arrivare in basso la luce, il che significa per ogni branca avere la cima e 3 o 4 secondarie, sul leccino bisogna essere energici poiché sotto le cortecce invecchiate le gemme avventizie devono essere stimolare al massimo secondo me stai facendo tagli inutili
Le cime devono essere rapportate ai diametri delle branche principali
Grazie perché solo rompendo le tradizioni si scoprono mondi nuovi
Non saprei se chiamarla tradizione o moda, entrambe si tramandano ma una è destinata a cambiare e finire. Grazie per apprezzare 🙏🏼
se quegli alberi - come dici e come in effetti si vede - sono stati potati a vaso policonico, francamente mi sembra un ottimo risultato visto l'enorme quantità di frasche a frutto e di mignola presente. Anche il rapporto foglia - legno mi sembra ottimo.
@@Versus1972 è ottimo perché hanno saltato due potature e sono pieni di mignola per lo stesso motivo.
@@PotaturaOlivoItalia Bene. Quindi mi sembra che il vero risultato, pur partendo da una potatura a vaso policonico, è non potare tutti gli anni e lasciare che la pianta si riprenda anche i propri spazi, corretto?
@ esattamente. Per togliere legna e non lasciare la pianta nuda c’è bisogno che sia piena
@@PotaturaOlivoItalia ma continuare con una potatura leggera di contenimento (e quindi mantenendo il vaso policonico) senza dover per forza togliere legna non sarebbe sempre una scelta valida? Non avresti i soliti risultati di anno in anno senza per forza ricorrere a potature pesanti?
@ si, si avrebbero i soliti risultati che sono abbastanza scarsi: poca produzione di qli/ha, olive di calibro scarso e bassa resa in olio.
Potatura leggera = eliminazione di materiale fino e non di legna = peggioramento della relazione foglia/legno = pianta meno produttiva e meno resiliente allo stress idrico = produzione bassa.
L’oliveto ha bisogno di un importante riduzione di legna/ha e andrebbe lasciato inizialmente a 6x10 e successivamente anche a 12x10. Diradando direttamente senza eliminare tutta quella legna strutturale non migliorerebbe tanto la situazione, quindi vanno prima completamente smantellati gli alberi e ricomposti con rami giovani ed una realizzato questo percorso si sacrificano gradualmente gli alberi da eliminare e si da luce e spazio a quelli da lasciare.
👍
A mio modestissimo parere, il problema che tu fai notare giustamente, della mancanza di vegetazione nelle parti basse, non è dovuto alla struttura a vaso policonico ma dall'angolatura troppo aperta delle branche principali che ombreggiano la parte basale
Le branche sono ultra verticali, forse dal video non si nota. Uno dei limiti del sistema poiché a maggior verticalità, minor attività riproduttiva dei rami
@@PotaturaOlivoItalia mantenendo l'angolazione adeguata e degradando la vegetazione dalla base alla punta, quindi a cono, l'illuminazione è in grado di raggiungere tutta la branca.
Dal video delle stupende piante, si notano però che nella parte iniziale, molte branchie hanno un'angolazione molto aperta .
La mia esperienza in tal senso, non ha comportato tali problematiche.
Problematiche di margaronia come si posdono risolvere??? Su 60 piante ho un 50 x. 100 delle piante con i germogli nuovi tutti mangiati 😢
@@salvatorepalmigiani8170 evitare eccesso di azoto di solito già abbassa l’incidenza di attacchi. Nel caso neanche così si risolva bisogna intervenire con insetticida (deltametrina, acetamiprid)
Molto interessanti le tue osservazioni ,ma ci sono talmente tante variabili che è sempre molto difficile dire questo è giusto e questo no , giusto quando cominci ad avere certezze la natura ti sorprende con delle piante che sono abbandonate perchè in dei punti troppo impervi piantate lì perché prima si raccoglieva in modo diverso ,e bene dopo anni di abbandono quest'anno con la mega siccità che c'è stata erano stracarichi di frutto , io personalmente non seguo un tipo ben preciso di potatura ,ma cerco di fare quei tagli che mi agevolano poi la raccolta con lo scuotitore , c'è tanto troppo lavoro dietro un buon olio aimè , per quanto riguarda il taglio delle branche che hai fatto vedere nel video credo non sia affatto facile e scontato farlo , io faccio delle prove però bisogna dirlo per 2 o tre anni ti scordi la produzione ,e questa cosa non mi piace io sono per piccole modifiche costanti ,così facendo ho notato che l'anno di carica non è per forza seguito da un anno di scarica ,BUON LAVORO .
Tagliando legno di grosso diametro con criterio non si azzera la produzione ma la si lascia intatta. Certo, se si arriva e si taglia in modo scriteriato è probabile che questo succeda.
Come può vedere nell’esempio del video prima di intervenire ed eliminare branche si sta aspettando che l’olivo formi un cespuglio ben chiuso. Con l’intervento dell’anno prossimo eliminando le branche peggiori (massimo 1 per albero non di più) sembrerà quasi che non saranno state toccate.
Un saluto
Scusa ma tu non hai capito molto di questo tipo di potatura, io la effettuo dal 2018 e i risultati sono buoni. Quello che tu dici l'ho visto accadere in alcuni oliveti che dopo la riforma sono state defoliate ma per una non capacità di gestione della fase successiva alla riforma. Nessuno ti obbliga a togliere i palchi produttivi, assottiglia le cime e riduci le branche secondarie vecchie e vedrai che qualcosa di buono otterrai. Comunque le tue piante riformate non mi sembrano malmesse...se non hanno prodotto branchette troppo in basso può dipendere da vari fattori ma non dal vaso policonico, principalmente riduci le cime, fidati
La applichi dove? I risultati sono buoni rispetto a cosa?
Senza contestualizzazione e paragoni di un certo livello mi dispiace ma si parla di aria fritta.
Le cime erano ridotte ed era uno sgorbio, pali di legno nudi. Ora che non si potano da due anni finalmente la quantità di foglia è equilibrata rispetto al legno e l’anno prossimo si potrà intervenire per eliminare quei pali inutili.
Ma quest'anno non vengono potate?
No, come descritto nel video quest’anno non sono state potate per permettere alle piante di riformare il globo e poter potare l’anno prossimo.
Cosa pensa di questa potatura di riforma, che va a capitozzare direttamente tutte le branche primarie? th-cam.com/video/fgemZP16Hgc/w-d-xo.html
N.b: non conosco lo stato iniziale delle piante quindi non posso dare un giudizio oggettivo.
Mi sembra che sia stata applicata una potatura di rinnovo con totale eliminazione di tutta la parte aerea.
Benissimo perché hanno rinnovato completamente le chiome, il risultato è alberi completamente nuovi, relazione foglia legno alta.
Il metodo non lo applicherei a meno che la parte aerea non sia completamente inservibile: fino ad ora ho fatto lo stesso identico intervento solo su una decina di alberi, di cui qualcuno qualche settimana fa.
Dove applicabile io preferisco il rinnovo progressivo poiché permette di raccogliere sempre e non perdere produzione e soprattutto, preparando correttamente si evita di perdere correnti di linfa che può succedere su alberi molto vecchi e con poche riserve.
Perdonami se ti riscrivo . Mi ero dimenticato di dirti che in questo momento le mie piante ( 11 hanno addirittura 80 anni e sono state RIFORMATE A VASO POLICONICO CON GRANDE SUCCESSO ) SONO STRAPIENE DI MIGNOLATURA ..... Prima di fare errori , di tagliare quelle branche ,consulta - ti ripeto - un AUTOREVOLE ESPERTO A LIVELLO NAZIONALE . AD MAJORA. Paolo
Fai un taglio con un seghetto su una branca dove batte il sole e dove vorresti delle branchette fruttifere e vedi che qualcosa esce
Carissimo . A parte il ragionamento assolutamente corretto di ROCCOBARCA4558 , il compito del vaso policonico è proprio quello di far vedere sole e luce a tutte le branche sia dalla parte interna sia dalla parte esterna. Un mio modestissimo consiglio è quello di considerare una corretta concimazione per tre volte l'anno in autunno subito dopo la raccolta , in primavera al risveglio vegetativo e nella prima 15cina di giugno. L'olivo è una pianta divoratrice di azoto . Quindi anche il semplice pellettato di qualià e in PRE-fioritura un concime FOGLIARE che contenga anche un pò di boro . TAGLIA SOLO L'ERBA SOTTO LA ROSA DELL'ULIVO , il resto LASCIALA ANCHE ALTA SULLE RIMANENTI PARTE DEL TERRENO . Perchè ti assicuro il TUO PROBLEMA NON E' IL VASO POLICONICO ( hai delle piante BELLISSIME ) . Oppure consulta GIORGIO PANNELLI , il più grande conoscitore degli olivi , studioso,scrittore,operatore sul campo.
Ti auguro sinceramente tutto il bene possibile .
Salve Paolo, grazie per il commento e il suo augurio.
A livello di concimazione credo che come si possa ben vedere alle piante non manca nulla, il colore delle foglie e l’ottima crescita vegetativa segnalano che dal punto di vista nutrizionale non ci sono carenze.
Per quanto riguarda la potatura e la gestione del suolo, come ha anche avuto modo di osservare le piante sono belle e stanno bene proprio perché non sono potate da due anni e perché il suolo si sta gestendo con lavorazioni ed eliminazione dell’erba in primavera ed estate.
Un saluto e buona olivicoltura anche a lei!
Premesso che gli olivi per fortuna se stanno bene producono da soli, come si vede in questo periodo dalla fioritura di piante abbandonate nei parchi o ai bordi delle strade con una quantitá di mignole spropositata, quindi non esiste una potatura migliore in assoluto ma solo la potatura con cui si trova meglio il singolo olivicoltore, detto questo secondo me non hai capito, o non ti hanno saputo spiegare bene il vaso policonico, perchè ad esempio dici che si leva il fino, facendo il gesto col mignolo, peró giorgio pannelli in un video spiega l'esatto opposto facendo lo stesso gesto tuo con il dito ma dicendo che non si taglia niente che sia come un mignolo ma deve essere almeno come un pollice e che le cime devono essere "lussureggianti o signoreggianti" non degli stecchini, peraltro la riforma si fa una volta sola poi si levano solo i succhini sulle secondarie e alcuni dorsali, se serve si definiscono le cime e se serve si eliminano i rametti esauriti delle secondarie, lasciando spazio ai nuovi germogli che devono essere tanti e giovani. Le tue piante hanno una buona relazione foglia legno perche sono piene di frasca, se tagli un "palo inutile per levare 50 kg di legno, butti giu anche tutti i germogli che stanno attacati, sono pieni di fiore e di prolungamenti per il prossimo anno, tutto questo per indurre la pianta a sintetizzare cellulosa da zero per ricreare in 4/5 anni quello che hai tolto spendendo piu energie di quanto non faccia per mantenere in vita cellule giá formate, lo capirei su piante con una chioma schifosa ma su quelle del video mi sembra come demolire una casa in perfette condizioni solo perchè è stata costruita da piú di 10 anni ad esempio, peraltro la vegetazione è talmente bassa che quasi tocca terra, non ci si puó lamentare. Commento lungo ma anche il video era lungo
Ciao Simone, grazie per visualizzare ed aprire un dibattito costruttivo.
Ti riporto a grossomodo il mio parere sui punti toccati. Per me hai scritto cose giustissime, cambia soltanto la prospettiva da cui le osservo ed il numero di informazioni che tengo in considerazione che forse mi permettono di leggere altre informazioni tra le righe.
-le piante abbandonate, se hanno il giusto spazio intorno sono molto produttive proprio perché 1)la densità di chioma per ettaro è ideale e 2)dato che nessuno è andato lì con seghetto e svettatoio a togliere la frasca hanno una relazione foglia/legno alta. Se prendi una pianta abbandonata ma ombreggiata, ha zero mignole e tende a crescere in modo molto molto verticale. In un impianto è impensabile produrre senza potare perché altrimenti non si garantisce l’illuminazione. Più l’impianto è fitto, più bisogna essere bravi con la potatura.
-Non ho ben capito la seconda parte, prima hai fatto riferimento al fatto che il fino non va tolto, poi mi hai detto che con la potatura di produzione si gestiscono solo i succhioni e le cime. Per me questo vuol dire eliminare solo il fino. Con la potatura di produzione il grosso non si toglie. Un succhione vigoroso non è di grosso diametro.
-nell’ultima parte hai toccato proprio l’essenza della potatura di rinnovo: non permettere mai alla pianta di fermarsi, ma mantenere sempre la linfa in grande movimento grazie all’asportazione di settori (branche) che danno un forte stimolo alla pianta nel produrre rami nuovi. Oltre a questo le branche rimaste riceveranno molta più luce e linfa quindi netto miglioramento della crescita vegetativa, allegagione, pezzatura dei frutti.
-le pianta che vedi sono belle, proprio perché non potate. Rifacendo la potatura di produzione si eliminerebbe tanto fino e si tornerebbero ad evidenziare quei branconi legnosi e pelati.
Io penso che se tu potassi col segaccio, posando la motosega saresti al top.
@@giorgioapple254 allora preferisco non essere al top
Comunque la potatura serve solo x agevolare la raccolta del frutto,con il globo diventa difficoltoso in questione di tempo x far cadere l olive 😏
@@salvatorepalmigiani8170
La potatura serve ‘anche’ per adattare la pianta al sistema di raccolta. Lo scopo principale della potatura dovrebbe essere quello di regolare il volume di chioma per portarlo all’ideale. Il secondo è quello di assicurare luce, spazio e linfa ai rami lasciati.
Il sistema di raccolta influisce poco, cambia solo l’angolo dei rami principali.
Nel video del caso è necessario far riformare dei globi prima di potare perché c’è bisogno di fare una potatura di rinnovo che se fatta su una pianta impostata a policonico andrebbe a ridurre il volume di chioma in maniera eccessiva, dato che con con il policonico il volume è gia troppo basso.
Le piante nn trasformano l energia solare in carboidrati....forse la usano per scomporre molecole per procurarsi lo zucchero? Bo....
Il vaso policonico va anche gestito...tu ti sei perso un po per la strada......quando la volpe nn arriva a l uva è acerba.....
E spero che stavi scherzando sul fatto di tagliare gli impalchi....si fa solo in casi straordinari.....nel tuo guardando dal telefono nn sembra...comunque tu sei il capo.... ciaoooò
Effettivamente non viene convertita, ho pronunciato parole leggermente inesatte.
Grazie alla luce solare o artificiale nella fotosintesi vengono convertite sei moli di CO2 (anidride carbonica) e sei moli d'H2O (acqua) in una mole di glucosio (C6H12O6), uno zucchero. Gli zuccheri sono appunto, carboidrati semplici di cui il glucosio ne rappresenta uno dei più semplici.
Sulla restante parte delle sue affermazioni non opino, é libero di pensarla come crede.
Ecco perché il vaso policonico non è universale.In puglia a vaso cespuglioso le olive che porta in alto li porta in basso .Da me ci sono alberi che portano 2 q di olive la media è 1 q 1.5 q.A vaso policonico se li sognano.Se volete vederli basta venire a Monopoli ( bari) non dico bugie.
Posso immaginare benissimo calcolando che la sua zona si trova più a sud della mia c’è maggiore insolazione. Da quello che ho potuto osservare nelle visite in Puglia la maggior parte dei sesti di impianto sono tutti molto larghi, sarebbe totalmente insensato in queste condizioni ridurre così tanto la parte superiore della chioma.
È inutile baffetto vurbetto gli ha fatto il lavaggio del cervello ... Poveracci le aziende che per causa di Giorgio Pannelli falliranno 😂
@@PotaturaOlivoItalia Si vero sono larghi ed enormi crescono velocemente qua.
@@silviopace5472 ciao Silvio raccogli con scuotitore a tronco?
Il fattore limitante nel vostro caso resta solo la pluviometria. La dimensione della chioma e della quantità di olive da far portare alla pianta va regolata solo in base alla disponibilità di acqua.
Essendo il territorio predominantemente pianeggiante anche con poca pioggia ottenete un grande risultato perché l’acqua non può scappare.
tagliali di sotto è vedi come ricacciano 😏
La pinta di ulivo è settoriale c'è il riscio che tagliando una branca la parte che era stata capitozzata muore😏