come ho letto nel libro "la fisica del diavolo" , è davvero affascinante come dall' indeterminazione subatomica emerga il determinismo a livello molecolare-atomico, e la fisica classica; e poi ancora dal determinismo al caos delle molecole, e quindi la termodinamica che utilizza mezzi statistici per trovare regolarità solidissime da sistemi caotici.
Forse per far comprendere meglio ciò di cui parlate a noi “babbani” sarebbe utile aggiungere delle foto o dei video, ad esempio dell’esperimento della doppia fenditura. Comunque sempre molto bello e interessante
Se non sbaglio, dal punto di vista della luce, In termini di relatività generale, la sua propagazione è istantanea, non è locale in quanto alla sua velocità( apparente dal nostro punto di vista) il concetto di spazio non ha valore perchè contratto sino a 0. Può essere che se noi prendessimo come sistema di riferimento il "piano di realtà" della luce la possibile non località che si evince da una interpretazione dell'Entaglement non sia per nulla assurda ma naturale. Cosa mi sfugge? Esiste una interpretazione che si sforza di descrivere la meccanica quantistica dal punto di vista della luce per poi estrapolare la nostra percezione della realtà da questo punto di vista?
Grazie infinite per l'interessantissima divulgazione che fate. Mi togliete un dubbio sull'esperimento della doppia fenditura? In pratica vi chiedo se la misurazione della velocità interagisce fisicamente con la particella perturbandola. Caso A: le particelle sparate singolarmente creano una figura di interferenza sullo schermo. Queste particelle viaggiano nel vuoto senza interazioni tranne quella finale sullo schermo? Caso B: mettiamo un rilevatore su una fenditura. È certo che la rilevazione non perturba la velocità della particella? In pratica è veramente la nostra conoscenza di una proprietà del sistema, senza aver perturbato fisicamente le altre proprietà, a modificare I punti di incidenza delle particelle sullo schermo?
@@jaso5262 Grazie della risposta. Quindi la coscienza altera la realtà perché fa collassare la funzione d'onda. Allora mi chiedo: possiamo definire la coscienza in termini quantitativi? C'è un modo per inserirla in una formula matematica? Boh!
@@protoccher ci sono studi al riguardo. Un testo divulgativo , interessante ma complesso, sulla descrizione della coscienza in termini quantistici è "La mente nuova dell'Imperatore" di Roger Penrose
Sto rivedendo con calma tutta la serie. Io mi intreccio sempre sulle conclusioni da trarre dal Teorema di Bell. Più che altro perché ci sono due concezioni di località (ma anche di più). Nel caso si accetti la completezza di MQ mi pare che comunque ci sia una forma di non località, quella formulata da Bell stesso, se non erro, in termini di probabilità di eventi indipendenti. Nell'altro caso (che si insista sulla presenza di variabili nascoste) la violazione è di una nozione di località più stringente, mi pare, perché ci sarebbero elementi "oggettivi" codificati nelle variabili nascoste, che si influenzano istantaneamente a distanza. Può darsi che si parli di "contestualità" della teoria in questo secondo caso?
Riguardo l'entaglement: è possibile che una volta che due sistemi entrino in contatto si crei una sorta di sincronizzazione per cui il risultato di una certa azione sul primo genera la stessa risposta sul secondo sottoposto alla stessa azione ? Si supererebbe il problema di comunicazione a distanza tra i due sistemi. I due sistemi non comunicano, sono sincronizzati.
Domanda forse assurda: ma è possibile che quando viene determinato lo stato iniziale della “pallina” chi studia l’evento non consideri nello stato iniziale parametri che oggi non sono di nostra conoscenza ? Non so se mi faccio capire....
per quello che ho capito misurando una proprietà di una particella qui sulla terra siamo certi che la misura sia uguale anche nel sistema correlato che si trova a qualsiasi distanza da noi. Ma è possibile determinare noi il risultato? cioè decidere se la particella debba dare risultato su o giù? se questo fosse possibile sarebbe un modo di trasmettere informazioni istantaneo
Non possiamo imporre, nel caso generale, un risultato: è proprio questa l'intrinseca casualità quantistica! Si dimostra in maniera inequivocabile che l'entanglement non può essere utilizzato per trasferire informazioni istantaneamente, cerca "No communication theorem".
@@SpaziAttorcigliati grazie per la risposta, mi sto appassionando di recente a questi temi grazie al lavoro di divulgatori come te e vi sono molto grato per le meraviglie che mi avete fatto intravedere. Rimango sempre comunque immensamente ignorante ma altrettanto immensamente curioso 😆
Grazie per il modo innovativo per approcciare la divulgazione della meccanica quantistica; domanda : possiamo dire che i “numeri reali “non sono reali ?
Possiamo dire che, in meccanica quantistica, le quantità osservabili non sono descritte da banali numeri reali, ma da operatori su spazi di Hilbert! All'atto della misura, si estrae un numero reale da questi operatori
Intendevo anche che il continuo ipotizzato da Newton facendo massiccio uso dei numeri reali , la meccanica quantistica lo ha un po’ demolito ( forse una rivincita di Pitagora e dei suoi numeri razionali) visto che si deve ragionare a pezzettini. Mi chiedo inoltre : ma il principio di indeterminazione di Heisemberg non potrebbe essere una conseguenza che anche lo spazio è fatto di pezzettini ?
Come è collegato il fatto che una grandezza fisica ha una distribuzione di probabilità con il fatto che essa è descritta da un operatore su uno spazio di hilbert?
@@lucanovelli3488 Gli operatori agiscono su degli oggetti, chiamati "stati", che vivono nello spazio di Hilbert. Questi stati, che usiamo per descrivere i sistemi fisici, possono essere proiettati sugli autostati di un certo operatore: in tal senso, caviamo fuori le distribuzioni di probabilità!
scusate, portate pazienza ma non sarebbe più semplice fare l'esempio dei pipistrelli e descrivere l'azione e cioè la costante di Planck e da lì far scaturire il fatto che le misure non si possono prendere come nella meccanica classica? Sono un rompipalle e Vi prego di credere non è cattiveria.
Ma se il nostro universo fosse un sottosistema di multi univeresi sarebbe in entanglement con gli altri universi ? O il nostro universo é l'unico sistema che é puramente non interagisce minimamente con il altri sistemi
dipende molto da cosa si intende e come si modellizza il "multiverso". pero' si, vari colleghi hanno provato a considerare la possibilita' di entanglement tra "universi" diversi e cercato di dedurne conseguenze osservative in questo universo. non mi pare ci sia troppa roba, pero', ne' troppo scientificamente "solida".
Video atteso con grande trepidazione, grazie ad entrambi per questa divertente ed interessante opera di divulgazione.
come ho letto nel libro "la fisica del diavolo" , è davvero affascinante come dall' indeterminazione subatomica emerga il determinismo a livello molecolare-atomico, e la fisica classica; e poi ancora dal determinismo al caos delle molecole, e quindi la termodinamica che utilizza mezzi statistici per trovare regolarità solidissime da sistemi caotici.
Sperando di parlare anche a nome di molti, potete alzare il volume che si sente un po' basso?
Accoppiata fantastica, vi completate
Forse per far comprendere meglio ciò di cui parlate a noi “babbani” sarebbe utile aggiungere delle foto o dei video, ad esempio dell’esperimento della doppia fenditura. Comunque sempre molto bello e interessante
"una di quelle puntate che si possono alcoltare mentre si fa Jogging"
*io che ascolto mentre sto iniziando la mia oretta di corsa mattutina*
Se non sbaglio, dal punto di vista della luce, In termini di relatività generale, la sua propagazione è istantanea, non è locale in quanto alla sua velocità( apparente dal nostro punto di vista) il concetto di spazio non ha valore perchè contratto sino a 0. Può essere che se noi prendessimo come sistema di riferimento il "piano di realtà" della luce la possibile non località che si evince da una interpretazione dell'Entaglement non sia per nulla assurda ma naturale. Cosa mi sfugge? Esiste una interpretazione che si sforza di descrivere la meccanica quantistica dal punto di vista della luce per poi estrapolare la nostra percezione della realtà da questo punto di vista?
Grazie infinite per l'interessantissima divulgazione che fate.
Mi togliete un dubbio sull'esperimento della doppia fenditura?
In pratica vi chiedo se la misurazione della velocità interagisce fisicamente con la particella perturbandola.
Caso A: le particelle sparate singolarmente creano una figura di interferenza sullo schermo.
Queste particelle viaggiano nel vuoto senza interazioni tranne quella finale sullo schermo?
Caso B: mettiamo un rilevatore su una fenditura.
È certo che la rilevazione non perturba la velocità della particella?
In pratica è veramente la nostra conoscenza di una proprietà del sistema, senza aver perturbato fisicamente le altre proprietà, a modificare I punti di incidenza delle particelle sullo schermo?
Si, il solo fatto di sapere dove passano le particelle fa scomparire la figura di interferenza
@@jaso5262 Grazie della risposta. Quindi la coscienza altera la realtà perché fa collassare la funzione d'onda. Allora mi chiedo: possiamo definire la coscienza in termini quantitativi? C'è un modo per inserirla in una formula matematica? Boh!
@@protoccher ci sono studi al riguardo.
Un testo divulgativo , interessante ma complesso, sulla descrizione della coscienza in termini quantistici è "La mente nuova dell'Imperatore" di Roger Penrose
Sto rivedendo con calma tutta la serie. Io mi intreccio sempre sulle conclusioni da trarre dal Teorema di Bell. Più che altro perché ci sono due concezioni di località (ma anche di più). Nel caso si accetti la completezza di MQ mi pare che comunque ci sia una forma di non località, quella formulata da Bell stesso, se non erro, in termini di probabilità di eventi indipendenti. Nell'altro caso (che si insista sulla presenza di variabili nascoste) la violazione è di una nozione di località più stringente, mi pare, perché ci sarebbero elementi "oggettivi" codificati nelle variabili nascoste, che si influenzano istantaneamente a distanza.
Può darsi che si parli di "contestualità" della teoria in questo secondo caso?
cercheremo di chiarire la questione nel video che sara' dedicato al teorema di Bell e al paradosso di EPR nell'altra serie, per quanto possibile :-)
@@oritid vi sto seguendo! Grazie.
Interessantissima!
Riguardo l'entaglement: è possibile che una volta che due sistemi entrino in contatto si crei una sorta di sincronizzazione per cui il risultato di una certa azione sul primo genera la stessa risposta sul secondo sottoposto alla stessa azione ? Si supererebbe il problema di comunicazione a distanza tra i due sistemi. I due sistemi non comunicano, sono sincronizzati.
Esattamente cosa significa misurare una densità di probabilità? Fare tante prove e "contare" la frequenza di ciascun risultato possibile?
Le particelle possono annullarsi per poi riformarsi secondo leggi probabilistiche ?
Se due particelle correlate si annullano potrebbero comunicare a distanza in tempo reale?
Ma qualcuno sa come diavolo gli è venuto in mente l'esperimento della doppia fenditura? Lo trovo più assurdo dei risultati.
Domanda forse assurda: ma è possibile che quando viene determinato lo stato iniziale della “pallina” chi studia l’evento non consideri nello stato iniziale parametri che oggi non sono di nostra conoscenza ? Non so se mi faccio capire....
Questa è la famosa ipotesi delle variabili nascoste, molto critica! Ne parliamo verso la fine :)
Allora meno male che la domanda non era così assurda! 😀
per quello che ho capito misurando una proprietà di una particella qui sulla terra siamo certi che la misura sia uguale anche nel sistema correlato che si trova a qualsiasi distanza da noi. Ma è possibile determinare noi il risultato? cioè decidere se la particella debba dare risultato su o giù? se questo fosse possibile sarebbe un modo di trasmettere informazioni istantaneo
Non possiamo imporre, nel caso generale, un risultato: è proprio questa l'intrinseca casualità quantistica! Si dimostra in maniera inequivocabile che l'entanglement non può essere utilizzato per trasferire informazioni istantaneamente, cerca "No communication theorem".
@@SpaziAttorcigliati grazie per la risposta, mi sto appassionando di recente a questi temi grazie al lavoro di divulgatori come te e vi sono molto grato per le meraviglie che mi avete fatto intravedere. Rimango sempre comunque immensamente ignorante ma altrettanto immensamente curioso 😆
Vi amo. C'è un canale che recentemente ha caricato video riguardanti questi temi tentando invano di raggiungere il vostro livello
❤️
Grazie per il modo innovativo per approcciare la divulgazione della meccanica quantistica; domanda : possiamo dire che i “numeri reali “non sono reali ?
Possiamo dire che, in meccanica quantistica, le quantità osservabili non sono descritte da banali numeri reali, ma da operatori su spazi di Hilbert! All'atto della misura, si estrae un numero reale da questi operatori
Intendevo anche che il continuo ipotizzato da Newton facendo massiccio uso dei numeri reali , la meccanica quantistica lo ha un po’ demolito ( forse una rivincita di Pitagora e dei suoi numeri razionali) visto che si deve ragionare a pezzettini. Mi chiedo inoltre : ma il principio di indeterminazione di Heisemberg non potrebbe essere una conseguenza che anche lo spazio è fatto di pezzettini ?
Come è collegato il fatto che una grandezza fisica ha una distribuzione di probabilità con il fatto che essa è descritta da un operatore su uno spazio di hilbert?
@@lucanovelli3488 Gli operatori agiscono su degli oggetti, chiamati "stati", che vivono nello spazio di Hilbert. Questi stati, che usiamo per descrivere i sistemi fisici, possono essere proiettati sugli autostati di un certo operatore: in tal senso, caviamo fuori le distribuzioni di probabilità!
scusate, portate pazienza ma non sarebbe più semplice fare l'esempio dei pipistrelli e descrivere l'azione e cioè la costante di Planck e da lì far scaturire il fatto che le misure non si possono prendere come nella meccanica classica?
Sono un rompipalle e Vi prego di credere non è cattiveria.
Ma se il nostro universo fosse un sottosistema di multi univeresi sarebbe in entanglement con gli altri universi ? O il nostro universo é l'unico sistema che é puramente non interagisce minimamente con il altri sistemi
dipende molto da cosa si intende e come si modellizza il "multiverso". pero' si, vari colleghi hanno provato a considerare la possibilita' di entanglement tra "universi" diversi e cercato di dedurne conseguenze osservative in questo universo. non mi pare ci sia troppa roba, pero', ne' troppo scientificamente "solida".
Siete due teste meravigliose!