Ho scoperto ora il tuo canale e ho apprezzato tanto ogni cosa che hai detto. Ho sempre ammirato Alessandro Michele come stilista per il suo estro creativo mischiato con il maximalismo e con quella nostalgia, che anche se non ho vissuto quell'epoca me la fa sognare. Purtroppo lo sento spesso criticato da molte persone per i suoi capi quasi da spettacolo e non utilizzabili, ma per uno come me che vengo da un paesino piccolo e sperduto mi ha sempre fatto sognare e capire che la personalità si può esprime anche con l'estetica malgrado insulti e violenze da terzi. Ovviamente questi brand non saranno più come prima, ma questo non per Alessandro, ma perché il direttore creativo e cambia e la moda si evolve quindi è ovvio che non sarà mai come quello di precedente (per fortuna senno avremmo gli stessi capi da secoli)
Visto che i commenti soni chiusi mi inserisco qui e ti faccio i complimenti per la tua cultura, la capacità di analisi e di esposizione. Molto gradevole anche per chi, come me non segue la moda. Lavori per qualche rivista?
PS un modo secondo me molto interessante per attualizzare e rinnovare un marchio è quello dell'ultima collezione Moschino, che supera il gusto CAMP di Scott e ridisegna delle silhouettes estremanente giovani ed attuali, mantenendo il gusto dissacrante del marchio ma rivisto in maniera più sottile, conservandone gli elementi iconici.Il pubblico di compratori è costretto in qualche modo ad osservare con più attenzione e a riflettere ( il concetto di riflessione sulla moda come sappiamo era molto caro a Franco Moschino ) ritovandosi però in un ambiente già familiare perchè riconoscibile attraverso gli elementi del DNA del marchio che ormai sono entrati nel suo e nostro DNA.
Il problema di fondo è che lo styling di Alessandro Michele è molto identificativo e questo sicuramente porta fuori strada. Gli addetti ai lavori possono anche essere in grado di vedere la differenza ma se è vero che la moda deve anche raggiungere un pubblico più vasto è normale che certe sottigliezze non sempre vengano notate. E da un certo tipo di vista può essere considerata " copia " anche lo styling a mio avviso...Secondo me è un direttore creativo troppo esuberante rischia di rendere troppo simili marchi con un DNA differente, snaturandoli eccessivamente. Alessandro Michele è in grado di lavorare solo con gli archivi ? Allora forse possiamo provocatoriamente considerarlo più uno stylist di altissimo livello che un designer di moda...Detto questo, ha sicuramente forte personalità, lunga esperienza, grande talento ed una eccezionale cultura, D'altra parte ha anche una certa età ed ha avuto il tempo di sviluppare un suo stile personale, diversamente da direttori creativi più giovani tipo Sabato di Sarno. Quali altri archivi potrebbe sfruttare Alessandro Michele ? Forse solo quelli di Maisons che hanno un passato remoto ( Dior, per esempio ) perchè non credo che sarebbe in grado di " imporre " il suo stile personale lavorando agli archivi di un brand tipo Versace, Armani, Ferré, ovvero gli stilisti di un passato più recente, che sono legati ad una dimensione più "industriale " e di " prodotto " della moda.. Anche Karl Lagerfeld arrivava da un'epoca molto più remota ed era anch'esso un mostro di cultura ( basti guardare le interpretazioni non letterali di Chanel Metiers d'Art, dove ogni collezione aveva un'identità nuova e alternativa pur mantenendo riconoscibile lo stile Lagerfeld ). Per me Lagerfeld aveva una marcia in più, aveva un enorme archivio interiore in termini di di esperienza personale e di capacità sartoriale da sfruttare per disegnare, matita alla mano, collezioni intere sempre differenti e mai ripetitive ( tra l'altro con il compito difficilissimo di reinterpretare ed attualizzare un marchio iconico come Chanel ed i suoi tailleurs di tweed ... ). In questo senso per esempio Lagerfeld era in grado di darci versioni diverse di sè stesso e del suo stile anzichè riproporci un'unica visione . Sul marchio Valentino sarà il tempo a darci la risposta ma se l'impatto di Alessandro Michele è stato funzionale ed eccezionale per "svegliare" il marchio Gucci dopo la partenza di Tom Ford ( perchè all'epoca non avevamo visto nulla di Alessandro Michele e quindi siamo rimasti tutti colpiti ) non è sicuro che succeda lo stesso con la maison Valentino, tanto è vero che molti non hanno provato nessuna particolare emozione. Da questo punto di vista, a mio avviso, non bisogna tanto criticare il lavoro di Michele quanto piuttosto domadarsi se la scelta della Maison Valentino sia stata quella più efficace. Condivido assolutamente la scelta Alessandro Michele rispetto ai ritmi del settore fashion, che sono ormai troppo frenetici .. è un settore che necessita di una profonda riflessione e trasformazione. Ben vengano quindi direttori creativi meno disposti a rincorrere tutti gli appuntamenti che l'industria della moda impone oggigiorno. Un altro capitolo riguarderebbe il quiet luxury: secondo me il lusso non è dato dalla quantità di dettagli di un capo ma dalla qualità dei materiali e delle rifiniture, per cui ben venga un lusso non solo tranquillo ma anche durevole nel tempo e con uno stile che possa travalicare le epoche, capace di restare negli armadi per generazioni o ancor ameglio far innamorare sia mamma che figlia.. Abbiamo bisogno di consumare meno e meglio, quindi parlare di quiet luxury ci può consentire di confrontarci e diffomdere la cultura del rispetto delle risorse necessarie per ridurre l'impatto che il fashion ha sul pianeta e, di conseguenza, sull'uomo. Il discorso è molto complesso e si potrà affrontarlo prossimamente....nel frattempo mi complimento con Claudia per questi video dove si discute di moda anziché solo guardarla velocemente e senza approfondire gli elementi più profondi sia dal punto di vista culturale che sociale. A presto per nuovi video !!
Una borsa fatta in crosta che è il sottoprodotto della pelle, venduto da Valentino a 2100 euro e che puoi comprare al mercato di San Lorenzo a Firenze con 100 euro è lusso? Il fatto che fai vedere questo prodotto in mano a Bella Hadid ,lei pensa che sia sufficiente a convicere chi possiede una borsa di Hermes? Con il dovuto rispetto prima di parlare lei dovrebbe conoscere da vicino i materiali, io ho 38 anni di esperienza come stilista nel campo della moda e conosco bene i materiali e Alessandro Michele come faceva da Gucci ha sempre cercato il prezzo e non la qualità. I bayer dopo la sfilata di Valentino hanno detto: tutto bello ma questa roba a chi la vendiamo? Vedremo quanto durerà da Valentino Alessandro Michele.
Ho scoperto ora il tuo canale e ho apprezzato tanto ogni cosa che hai detto. Ho sempre ammirato Alessandro Michele come stilista per il suo estro creativo mischiato con il maximalismo e con quella nostalgia, che anche se non ho vissuto quell'epoca me la fa sognare.
Purtroppo lo sento spesso criticato da molte persone per i suoi capi quasi da spettacolo e non utilizzabili, ma per uno come me che vengo da un paesino piccolo e sperduto mi ha sempre fatto sognare e capire che la personalità si può esprime anche con l'estetica malgrado insulti e violenze da terzi.
Ovviamente questi brand non saranno più come prima, ma questo non per Alessandro, ma perché il direttore creativo e cambia e la moda si evolve quindi è ovvio che non sarà mai come quello di precedente (per fortuna senno avremmo gli stessi capi da secoli)
benvenuto! sono felice ti sia piaciuto il video
Spero che farai altri video così lunghi, e’ un piacere ascoltarti!
grazie mille ❤️
Visto che i commenti soni chiusi mi inserisco qui e ti faccio i complimenti per la tua cultura, la capacità di analisi e di esposizione. Molto gradevole anche per chi, come me non segue la moda.
Lavori per qualche rivista?
@@giovannasilenu7967 Grazie mille! Scrivo su leather&luxury per il profilo Instagram 🫶🏻
PS un modo secondo me molto interessante per attualizzare e rinnovare un marchio è quello dell'ultima collezione Moschino, che supera il gusto CAMP di Scott e ridisegna delle silhouettes estremanente giovani ed attuali, mantenendo il gusto dissacrante del marchio ma rivisto in maniera più sottile, conservandone gli elementi iconici.Il pubblico di compratori è costretto in qualche modo ad osservare con più attenzione e a riflettere ( il concetto di riflessione sulla moda come sappiamo era molto caro a Franco Moschino ) ritovandosi però in un ambiente già familiare perchè riconoscibile attraverso gli elementi del DNA del marchio che ormai sono entrati nel suo e nostro DNA.
Il problema di fondo è che lo styling di Alessandro Michele è molto identificativo e questo sicuramente porta fuori strada. Gli addetti ai lavori possono anche essere in grado di vedere la differenza ma se è vero che la moda deve anche raggiungere un pubblico più vasto è normale che certe sottigliezze non sempre vengano notate. E da un certo tipo di vista può essere considerata " copia " anche lo styling a mio avviso...Secondo me è un direttore creativo troppo esuberante rischia di rendere troppo simili marchi con un DNA differente, snaturandoli eccessivamente. Alessandro Michele è in grado di lavorare solo con gli archivi ? Allora forse possiamo provocatoriamente considerarlo più uno stylist di altissimo livello che un designer di moda...Detto questo, ha sicuramente forte personalità, lunga esperienza, grande talento ed una eccezionale cultura, D'altra parte ha anche una certa età ed ha avuto il tempo di sviluppare un suo stile personale, diversamente da direttori creativi più giovani tipo Sabato di Sarno. Quali altri archivi potrebbe sfruttare Alessandro Michele ? Forse solo quelli di Maisons che hanno un passato remoto ( Dior, per esempio ) perchè non credo che sarebbe in grado di " imporre " il suo stile personale lavorando agli archivi di un brand tipo Versace, Armani, Ferré, ovvero gli stilisti di un passato più recente, che sono legati ad una dimensione più "industriale " e di " prodotto " della moda.. Anche Karl Lagerfeld arrivava da un'epoca molto più remota ed era anch'esso un mostro di cultura ( basti guardare le interpretazioni non letterali di Chanel Metiers d'Art, dove ogni collezione aveva un'identità nuova e alternativa pur mantenendo riconoscibile lo stile Lagerfeld ). Per me Lagerfeld aveva una marcia in più, aveva un enorme archivio interiore in termini di di esperienza personale e di capacità sartoriale da sfruttare per disegnare, matita alla mano, collezioni intere sempre differenti e mai ripetitive ( tra l'altro con il compito difficilissimo di reinterpretare ed attualizzare un marchio iconico come Chanel ed i suoi tailleurs di tweed ... ). In questo senso per esempio Lagerfeld era in grado di darci versioni diverse di sè stesso e del suo stile anzichè riproporci un'unica visione . Sul marchio Valentino sarà il tempo a darci la risposta ma se l'impatto di Alessandro Michele è stato funzionale ed eccezionale per "svegliare" il marchio Gucci dopo la partenza di Tom Ford ( perchè all'epoca non avevamo visto nulla di Alessandro Michele e quindi siamo rimasti tutti colpiti ) non è sicuro che succeda lo stesso con la maison Valentino, tanto è vero che molti non hanno provato nessuna particolare emozione. Da questo punto di vista, a mio avviso, non bisogna tanto criticare il lavoro di Michele quanto piuttosto domadarsi se la scelta della Maison Valentino sia stata quella più efficace. Condivido assolutamente la scelta Alessandro Michele rispetto ai ritmi del settore fashion, che sono ormai troppo frenetici .. è un settore che necessita di una profonda riflessione e trasformazione. Ben vengano quindi direttori creativi meno disposti a rincorrere tutti gli appuntamenti che l'industria della moda impone oggigiorno. Un altro capitolo riguarderebbe il quiet luxury: secondo me il lusso non è dato dalla quantità di dettagli di un capo ma dalla qualità dei materiali e delle rifiniture, per cui ben venga un lusso non solo tranquillo ma anche durevole nel tempo e con uno stile che possa travalicare le epoche, capace di restare negli armadi per generazioni o ancor ameglio far innamorare sia mamma che figlia.. Abbiamo bisogno di consumare meno e meglio, quindi parlare di quiet luxury ci può consentire di confrontarci e diffomdere la cultura del rispetto delle risorse necessarie per ridurre l'impatto che il fashion ha sul pianeta e, di conseguenza, sull'uomo. Il discorso è molto complesso e si potrà affrontarlo prossimamente....nel frattempo mi complimento con Claudia per questi video dove si discute di moda anziché solo guardarla velocemente e senza approfondire gli elementi più profondi sia dal punto di vista culturale che sociale. A presto per nuovi video !!
Ho letto oggi un articolo su di te su Art tribune. Ti ascolto volentieri
grazie mille!
Ciao Claudia, ti ho scoperto oggi. Video molto interessante, grazie. Posso chiederti che rossetto stai indossando nel video? Ti dona molto
ciao Angela! grazie mille, in realtà è una combo: matita Kiko Everlasting Colour Precision Lip Liner colore 517, rossetto NYX LIP LINGERIE XXL MATTE LIQUID LIPSTICK colore strip & tease picchiettato
@@ClaudiaPotycki Grazie :)
Una borsa fatta in crosta che è il sottoprodotto della pelle, venduto da Valentino a 2100 euro e che puoi comprare al mercato di San Lorenzo a Firenze con 100 euro è lusso? Il fatto che fai vedere questo prodotto in mano a Bella Hadid ,lei pensa che sia sufficiente a convicere chi possiede una borsa di Hermes? Con il dovuto rispetto prima di parlare lei dovrebbe conoscere da vicino i materiali, io ho 38 anni di esperienza come stilista nel campo della moda e conosco bene i materiali e Alessandro Michele come faceva da Gucci ha sempre cercato il prezzo e non la qualità. I bayer dopo la sfilata di Valentino hanno detto: tutto bello ma questa roba a chi la vendiamo? Vedremo quanto durerà da Valentino Alessandro Michele.
Tranquilla sono sempre un tuo iscritto e mai tolto l'iscrizione 😅😊
grazie mille ❤
🙏🏼❤️