17 -- Italo Svevo e il romanzo d'avanguardia -- Alberto Asor Rosa

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  • เผยแพร่เมื่อ 26 ส.ค. 2024
  • Video completo presto disponibile su www.eduflix.it
    Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz (nome poi italianizzato in Ettore Schmitz), nasce il 19 dicembre 1861 a Trieste, da un'agiata famiglia ebrea. Il padre, Franz Schmitz, è un cittadino austriaco e si occupa del commercio di vetrami, mentre la madre, Allegra Moravia, è di origini italiane. Svevo frequenta prima una scuola commerciale di Trieste e, in seguito, il collegio di Segnitz in Baviera; torna infine nella città natale per completare il suo percorso di studi commerciali presso l'Istituto Pasquale Revoltella. Fin da giovane manifesta un forte interesse per la letteratura, appassionandosi soprattutto ai romanzi naturalisti francesi, ai classici italiani e all'opera di Arthur Schopenhauer. Inizia a collaborare con articoli let- terari e teatrali presso diverse testate giornalistiche, tra cui il giornale irredentista triestino "L'indipendente" e il periodico d'ispirazione socialista "Critica sociale". Nel 1880, i problemi finanziari del padre costringono Svevo a trovare un impiego presso una banca di Trieste. In questo periodo scrive alcune novelle e nel 1892 pubblica a sue spese il suo primo romanzo, Una vita, tragica storia di un giovane di campagna incapace di adattarsi alla vita di città. La pubblicazione porta per la prima volta il suo pseudonimo, un riferimento alla duplicità culturale dello scrit- tore, per metà italiano e per metà "Svevo" ovvero tedesco.

ความคิดเห็น • 7

  • @ornellaguidotti3072
    @ornellaguidotti3072 2 ปีที่แล้ว +4

    Finalmente una persona che argomenta lentamente e con piacevolezza

  • @ernestogerosa480
    @ernestogerosa480 2 หลายเดือนก่อน

    Segnitz non è in Austria ma in Germania (Baviera)

  • @GiornAldoProfZolfino
    @GiornAldoProfZolfino 7 ปีที่แล้ว

    GRANDE VELARDINIELLANO CHE NEL SUO"CREPUSCOLO"ANALIZZA IL SUO SVEVO ATTORE SCHMIDT

  • @ETERERADIOASCOLTO2
    @ETERERADIOASCOLTO2 9 ปีที่แล้ว +4

    Il commento di Rosa è orrendo, troppo didascalico e poi dice della Coscienza di Zeno, che ebbe molto ascolto: ma cos'era,
    un romanzo o un adattamento radiofonico...
    Pessimo.