Entulas, la Sardegna al femminile che promuove la cultura della differenza.

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  • เผยแพร่เมื่อ 5 ก.พ. 2025
  • Intervista a Rita Gungui, Francesca Cesare, Valentina Bifulco e Simona Muratori (Associazione Entulas). Di Alessandro Aramu. Immagini di Chicco Lecca
    Entulas è un'associazione senza scopo di lucro nata nel 2012 e costituita da quattro donne che operano nella promozione dell'intercultura, della cittadinanza attiva e dello sviluppo locale. Attraverso la didattica e la mediazione interculturale, la psicologia della salute, l'antropologia culturale e la sociologia, Entulas si dedica alla realizzazione di eventi socioculturali volti a creare tra la cittadinanza occasioni di incontro e conoscenza della realtà migratoria, di valorizzazione delle differenze e di sensibilizzazione alle pari opportunità.
    (Alessandro Aramu) A.A. --
    Rita Gungui è presidente di Entulas. Ci racconti qualcosa di questa associazione?
    (Rita Gungui) R.G. --
    L'associazione Entulas nasce nel luglio del 2012 dall'incontro di due mediatrici interculturali che si trovano a lavorare insieme in progetti di promozione dell'inclusione sociale del contrasto e la dispersione scolastica dei minori ROM, minori stranieri e da quest'incontro nasce anche un'affinità di contenuti, di metodi e quindi nasce anche la voglia e il desiderio di lavorare insieme per realizzare interventi che siano finalizzati alla promozione dell'intercultura, alla cittadinanza attiva e allo sviluppo locale in genere.
    A.A. --
    In questa avventura non sei da sola, infatti siamo con altre tre ragazze, compagne di viaggio. Le presentiamo?
    (Francesca Cesare) F.C. --
    Sono laureata in scienze politiche, nell'università di Cagliari, mi sono poi specializzata in mediazione interculturale e gestione dei conflitti al centro studi interculturali a Verona e principalmente mi occupo di seguire ragazzi, figli di immigrati nel percorso scolastico, nella scuola dell'obbligo e non, aiuto anche i genitori nei rapporti con la scuola occupandomi anche di gestione dei conflitti in ambito sanitario lavorativo e nel campo ROM di Monserrato seguo oltre i minori anche i rapporti degli adulti con la pubblica amministrazione.
    Valentina Bifulco (V.B) --
    Sono una sociologa specializzata in integrazione culturale. Fondamentalmente mi occupo di laboratori, seminari e uso di mezzi audiovisivi, nello specifico il cinema come strumento didattico.
    Simona Muratori (S.M.) --
    Ciao, io sono una psicologa della salute e fotografa e utilizzo nel mio lavoro la fotografia come mezzo di conoscenza di se stessi e della gestione delle emozioni e in questo momento collaboro anche con le biblioteche di Cagliari e di Quartu
    A.A. --
    La vostra associazione è nata da poco ma avete già realizzato delle attività. Ce ne parli?
    R.G. --
    Nel settembre del 2012 abbiamo realizzato "la pedalata dell'altro mondo" per sottolineare la partecipazione attiva da parte di giovani provenienti da diversi parti del mondo con l'obiettivo per noi di utilizzare la bicicletta come strumento di aggregazione sociale e incontro culturale, quindi per creare l'occasione di incontrarsi. Inoltre abbiamo voluto promuovere la valorizzazione del territorio, per questo abbiamo concentrato la pedalata nel parco di Molentargius così come una promozione della mobilità sostenibile proprio con l'uso della bicicletta. L'altro evento è stato organizzato il 31 marzo del 2103, in occasione della giornata della pace di Monserrato, organizzata all'interno del progetto Momoti, destinata alla commemorazione del settantesimo anniversario dei bombardamenti su Monserrato. Abbiamo organizzato una serie di attività artistico storico culturali e una mostra documentaria sul PORRAIMOS, ovvero sul genocidio del popolo zingaro durante la seconda guerra mondiale. Attraverso dei pannelli informativi abbiamo cercato un po' di ricorrere le tappe di questo evento che è stato ignorato per tanto tempo e, ancora oggi, è scarsamente conosciuto. L'obbiettivo era quello di utilizzare la storia come strumento per contrastare la discriminazione nella memoria per poter poi riflettere sulla situazione attuale, in questo caso del popolo ROM, e poi anche per creare un'occasione di incontro infatti abbiamo voluto accompagnare questa parte più storico didattica anche una parte artistica coinvolgendo le ragazze della comunità ROM di Monserrato che hanno realizzato delle danze tradizionali.

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