Mi farebbe molto piacere che chi è cresciuto in città e sente il richiamo dei piccoli borghi mi leggesse. Io vengo da una provincia molto bella e ora vivo in città. Io vi dico di fare attenzione a confondere quello che vivete durante le vacanze rispetto alla vita quotidiana. Voi non conoscete la fatica, la mancanza d' aria e di stimoli di un giovane che vive in provincia e l' incredulità di quando finalmente puoi fare la tua strada, la tua vita in città. Perché ragazzi, in provincia non si può, spesso non c' è lavoro e non c' è apertura mentale. Basta vedere le elezioni di ogni anno e nazione per capire come è differente la società tra città e provincia. Però io vi capisco, cercate qualcosa che esiste ma che va raccolto con la fatica del vivere quotidiano in paese. Casa mia sarà sempre quella piccola cittadina che mi ha cresciuto, i luoghi del mio cuore sono sempre lì. Trovo che sia più sano crescere da bambini in paese e poi andare in città più tardi, perché appena arrivi in città hai già vinto, il percorso contrario è un po' come andare sull' isola deserta ed imparare a sopravvivere...
Ciao Leggendario, volevo darti la mia testimonianza che è molto vicina alla tua. La pandemia è piombata mentre mi interrogavo sul mio futuro e sulla scelta che avrei presto fatto riguardo i miei studi accademici, quali e dove, ma essendo come te nata e cresciuta in provincia aspiravo principalmente a cambiare aria, sognavo la città, quelle più ricche e stimolanti, di lasciare il sud in particolare per cercare la frenesia che tutti celebrano, a prescindere che ciò che avrei deciso di studiare fosse presente anche nella mia regione. Passare questi mesi a contatto diretto (con il mio paese, con la mia zona che prima non vivevo perché ero troppo presa solo dallo studio e dalla stanchezza da pendolare) ha cambiato la mia mente. Posti che non conoscevo, nuove abitudini, nuovi punti di vista e stili di vita dietro casa mia, che ironia. Ho ancora voglia di conoscere grandi terre promesse e fare esperienze lontane dalla mia zona di comfort, ma spero che quando troverò il mio equilibrio possa andare ad abitare in una cittadina dove il tempo scorre lento, fatto di piccole cose semplici e naturali per la maggior parte, che possa decidere io quando interrompere. Magari cambierò idea, ma credo che la fatica di cui tu parli ne valga la pena☺️
@@leggendario2185 non ne dubito, io non intendo avere presunzione sul mio futuro ma solo idee e progetti che certamente varieranno, volevo evidenziare come la pandemia abbia cambiato la mia visione delle cose sul tema, tuttavia credo che ognuno nella vita trovi la propria formula per vivere come più gli aggrada e magari la città non è il sogno di tutti
Pensavo di essere una delle poche ad essermi chiesta questo: la pandemia svuoterà le città? Personalmente ho molto cambiato la mia percezione sulla città, invidio chi vive vicino alla natura, mi sembra che trasferirmi nel verde possa giovarmi anche in caso di altri lockdown
Vivere in natura e' bello trai i monti irpini sembra che tutto sia fermo immobile tutto sia rimasto invariato dalla notte dei tempi ,ma guarda nell' epoca della comunicazione risulta " troppo " stretto la sanzione e che vivi fori da tutto il resto , cosi credo sarebbe stato se non avessi avuto il tablet , questo per dirti che viverci in un paese rurale ha anche molti contro oltre ai pro ,le citta ' sono piene di vita ed ecco perche' quando almeno quando posso fuggo dal mio paese di tremila abitanti verso la citta'. Credo che per diverse ragioni vivere in citta' posse essere meglio di vivere nella quiete' di un paese . Sono gia ' fortunato che il mio paese ospita un evento che negli ultimi dieci anni ha raggiunto notorieta' il carnevale di montemarano ma comunque si vede un po di gente solo una volta all' anno ho voluto, scriverlo perche' la mia e' in esperienza diretta di chi vive ed residente in paese descrivendo la mia realta' , da un puntodi vista sarebbe un bene che I "cittadini abbandonerebbero le citta' per andare a vivere nei paesi cosi potrebbe mutare lo spopolamento e il paese avrebbe I suoi nuovi abitanti ormai ex cittadini sarebbe anche un incontro di cultura la convivenza tra paesani ed ex cittadini".
Inserire la natura nelle citta' una scelta certamente positiva e innovativa credo sia stata un idea magnifica . Vivo in luogo dove c' e' piu' natura che edifici, e molte volte ho il bisogno di spostarmi nelle citta' per ricercare l'intensita' .
Crescere e vivere in campagna ha i suoi pregi ma fidatevi, ha anche i suoi difetti. A vent'anni non avere stimoli esterni o persone diverse intorno non è bello, anzi, impedisce di crescere e aprire la mente... io personalmente non vedo l'ora di andare a vivere in città.
Sono d'accordo. Ho sempre vissuto in città e ne ho cambiate 7 da quando sono nata, mi sento grata perché mi ha aiutato a crescere e a conoscere tantissime persone, ma soprattutto a vivere a pieno i miei 20 anni come dici tu. Ora ne ho 30 e penso che farei comunque fatica a vivere lontana dal centro urbano, MA penso sarebbe stupendo se i giovani rincominciassero a ripopolare le campagne e i vecchi borghi facendoli rinascere, ci sarebbe più equilibrio e chissà.. Magari potendo lavorare sempre di più da remoti potremo farlo.
@@Windof Certo. Però spostarsi e cambiare città, lavoro, casa o paese spesso apre indubbiamente ancora di più la mente, sviluppa il nostro senso dell'adattamento e ci aiuta ad uscire dalla nostra zona comfort, è innegabile. Vivere tutta la propria vita nello stesso comune di 50.000 abitanti senza viaggiare mai sarà sicuramente meno stimolante.. che siano le persone la parte più importante di questo percorso è certo. Senza gli altri non siamo nessuno.
@@chiara7413 è vero ma: peccato che che il segreto di una vita felice è restare nella zona comfort. Se esci da quella zona rischi di iniziare cicli di pastiglie per l'ansia, l'insonnia, il mal di stomaco etc. e a quel punto niente di ciò che otterrai ti farà felice.
@@Windof Penso che sia molto personale e complesso come discorso e che sia anche una questione di abitudine. Io mi sono abituata a cambiare abbastanza spesso e sono contenta della mia scelta e restare ferma dove stavo non mi avrebbe dato le soddisfazioni di ora: aver conosciuto nuove persone meravigliose, aver vissuto in città dove volevo vivere e parlare 3 lingue straniere ogni giorno. Ovviamente questo non renderebbe felice tutti, ma rende felice me. 😊
Dove c'era il bosco verticale di Boeri e gli altri invadenti grattacieli a Gioia c'era un bosco reale che poteva essere fruibile da tutti, con piante e giardini che crescevano nel terreno naturalmente. Il Comune volle cementificare l'area lasciata in eredità da una signora che l'avrebbe voluta come area verde pubblica. Ora tra smart working, pandemia e crisi quei grattacieli sono ancor più vuoti ed inutili in una città ed una provincia già gravemente carenti di aree verdi, che aiuterebbero a ridurre l'inquinamento. Probabilmente i fondi sovrani sauditi che hanno la proprietà di gran parte di quei grattacieli non devono essere molto contenti. Stessa vecchia isteria cementificatoria che si è ripetuta con la costosa ed inutile colata di Expo 2015, delle aree ex Falck e quello che si vuole fare con la Goccia.
@@layanee1234 Non hai fatto altro che ripetere a pappagallo le balle raccontate dai politicanti che pagati dai palazzinari hanno perpetrato quella colossale colata di cemento inutile. I milanesi ed i lombardi sanno bene che quello "ammasso di sterpaglie" avrebbe potuto e dovuto essere risistemato, rimesso a verde e rimesso a disposizione della comunità, che avrebbe così avuto un'area verde ben più ampia della attuale, a tutto beneficio dei polmoni dei cittadini milanesi e lombardi. La stessa logica devastante di tutte le aree "dismesse" che si ripete: in fase di progetto si finge che si faranno vaste aree verdi che poi sistematicamente a progetto finito non ci sono o sono ridicolmente piccole e che di verde hanno ben poco. Sullo scempio del parco di Gioia ci fece pure un brano ed un video perfino Elio E Le Storie Tese. Chiaro che devastato il bosco e costruiti gli obbrobriosi grattacieli della Regione (costati ai contribuenti lombardi una cifra esorbitante) l'amministrazione comunale milanese ebbe gioco facile a costruire gli altri grattacieli, compreso il ridicolo "bosco verticale" di Boeri.
ciao! seguo sempre i vostri video, mi farebbe molto piacere avere un piccolo momento di introduzione delle persona con cui parlerete, credo che possa aiutare a entrare meglio nel vostro discorso... non solo "architetto" ecco! ps video super interessanti vvb
Ciao ragazzi, dato che con questo video abbiamo aperto uno piccolo spiraglio verso la sociologia urbana, io vi consiglio in futuro di provare a parlare di due temi che potrebbero interessarci: gated community e gentrification (rispetto alla quale Boeri stesso ha fatto qualche velato riferimento). Ciao ♥️
Io penso che infatti con la pandemia le città dovranno cambiare: bisogna riconcepire le città e fare in modo che siano delle strutture "vive" in armonia con la natura e che al contempo siano intelligenti. Insomma le città non sono da buttare però devono cambiare.
Con le Olimpiadi invernali del 2026 costruirete grattacieli anche a Cortina? Non abbiamo imparato nulla dallo scempio per Torino 2006? Erano solo 14 anni fa!
Posto che non ho particolare simpatia per boeri. Qui parla di una città completamente parallela e scollata dalla realtà effettiva. Non ha senso di realtà, ignora volutamente le sproporzioni economiche e sociali che strutturano la città (e Milano nello specifico), e mi sembra anche ridicolo chiedere a lui di parlare di architettura sociale! Progetta ridicoli palazzi in cemento riempiendoli di terra e alberelli e fingendo che questa sia sostenibilità; tra l'altro edifici tanto scollati dal contesto che sono replicati in forma quasi identica in altre città (Nanjing, Parigi...) . E' l'anti-architetto, che costruisce per se stesso (e per gratificare il suo ego), senza coscienza civile o sociale. Non ci servono edifici per gli alberi o palazzi alberati per le elitè, ci servono alberi veri, parchi e spazi verdi, che siano per tutti.
Non capisco, il senso di quello che dice è molto vicino a quello che dici tu. L'idea degli alberi sui palazzi, nasce da un'idea di città che sia "invasa" dal verde, proprio per andare incontro all'esigenza di avere del verde anche dentro le nostre zone super urbanizzate in cui manca ormai lo spazio fisico in cui inserire, un parco, una villa o cose del genere
Inoltre il palazzo non è vissuto solo da chi lo abita, ma anche da tutta comunità del quartiere e non. Probabilmente i suoi palazzi, considerando il costo che hanno sono da "elité" però hanno due cose iper positive. 1) fa nascere l'idea di avere del verde che ci entra fin dentro casa, rendendo questo elemento una necessità di qualunque tipo di architettura. Cioè è come chiedere all'alta moda di smetterla di fare innovazioni azzardate perché a noi serve solo un paio di jeans. Ma il punto è che il designer che ha disegnato il tuo jeans comprato al negozietto, ha dovuto in qualche modo seguire le esigenze tirate fuori dall'alta moda. 2) Ha creato uno spazio verde, in piena città, e dato la possibilità anche a chi non ci abita, di passeggiare nel quartiere, magari fermarsi e stare in un modo o nell'altro vicino alla natura.
@@enricagiannone9611 Grazie Enrica per aver condiviso il tuo punto di vista. Provo a spiegarmi meglio; per me, l’architetto è libero ovviamente di usare tutti i vegetali che vuole come decorazioni del suo edificio. Ciò che contesto è che questo sia visto come un intervento virtuoso, perché non lo è. Il Bosco Verticale è un’operazione di marketing: non c’è creazione di uno “spazio” verde, perché si tratta solo di un elemento decorativo, di cui peraltro possono godere solo pochi. È un escamotage ruffiano per rivestire un edificio in c.a. e trasvestirlo da virtuoso green building. In realtà, per un edificio come questo (totalmente residenziale, privato) non c’è alcun rapporto esplicito con la comunità al di fuori dell’elemento visivo. Sinceramente infine non mi sentirei di definire Boeri come alta moda, ma qui apriremmo un dibattito tecnico sul suo valore di progettista che mi sembra fuori tema. (ma ripeto, la scelta in sé la trovo sgradevole come progettista, ma posso soprassedere, il problema è invece la giustificazione ecologica che è mistificatoria)
Se non fosse per esigenze lavorative preferirei di gran lunga la natura, è una questione fisiologica fa parte del nostro essere, abbiamo *bisogno!!* della natura 🥗♻️🌍 🏕️🌳🌲🌴🏞️⛰️🌷🌹🌸🌺🌻🌱
Non tutti hanno la fortuna di avere il padre ricco e la casa in campagna. Poi abbiamo i "progressisti" che non vogliono il consumo di suolo, ma neppure gli edifici alti, nemmeno l'edificazione nell'agro. Però non vedo nessuno vivere in case di paglia. Speriamo che si riesca a recuperare almeno il patrimonio edilizio esistente.
Mi rendo conto che col video non centri nulla ma.... Io avrei una proposta per un video, hai mai sentito parlare di Treedom? È una piattaforma web che permette di piantare alberi con un semplice click, non penso ci sia bisogno di dire quanto gli alberi siano importanti per il nostro pianeta. Ti invito a dare un'occhiata a questo sito e se vuoi magari farci un video per renderlo visibile al tuo pubblico e aiutare il pianeta.
Mi farebbe molto piacere che chi è cresciuto in città e sente il richiamo dei piccoli borghi mi leggesse. Io vengo da una provincia molto bella e ora vivo in città. Io vi dico di fare attenzione a confondere quello che vivete durante le vacanze rispetto alla vita quotidiana. Voi non conoscete la fatica, la mancanza d' aria e di stimoli di un giovane che vive in provincia e l' incredulità di quando finalmente puoi fare la tua strada, la tua vita in città. Perché ragazzi, in provincia non si può, spesso non c' è lavoro e non c' è apertura mentale. Basta vedere le elezioni di ogni anno e nazione per capire come è differente la società tra città e provincia. Però io vi capisco, cercate qualcosa che esiste ma che va raccolto con la fatica del vivere quotidiano in paese. Casa mia sarà sempre quella piccola cittadina che mi ha cresciuto, i luoghi del mio cuore sono sempre lì. Trovo che sia più sano crescere da bambini in paese e poi andare in città più tardi, perché appena arrivi in città hai già vinto, il percorso contrario è un po' come andare sull' isola deserta ed imparare a sopravvivere...
Ciao Leggendario, volevo darti la mia testimonianza che è molto vicina alla tua. La pandemia è piombata mentre mi interrogavo sul mio futuro e sulla scelta che avrei presto fatto riguardo i miei studi accademici, quali e dove, ma essendo come te nata e cresciuta in provincia aspiravo principalmente a cambiare aria, sognavo la città, quelle più ricche e stimolanti, di lasciare il sud in particolare per cercare la frenesia che tutti celebrano, a prescindere che ciò che avrei deciso di studiare fosse presente anche nella mia regione. Passare questi mesi a contatto diretto (con il mio paese, con la mia zona che prima non vivevo perché ero troppo presa solo dallo studio e dalla stanchezza da pendolare) ha cambiato la mia mente. Posti che non conoscevo, nuove abitudini, nuovi punti di vista e stili di vita dietro casa mia, che ironia. Ho ancora voglia di conoscere grandi terre promesse e fare esperienze lontane dalla mia zona di comfort, ma spero che quando troverò il mio equilibrio possa andare ad abitare in una cittadina dove il tempo scorre lento, fatto di piccole cose semplici e naturali per la maggior parte, che possa decidere io quando interrompere. Magari cambierò idea, ma credo che la fatica di cui tu parli ne valga la pena☺️
@@lucrezianatoli9372 Io sono più grande di te, sto vivendo lo scalino successivo. Quello di chi si è laureato e cerca un posto nel mondo, per davvero.
@@leggendario2185 non ne dubito, io non intendo avere presunzione sul mio futuro ma solo idee e progetti che certamente varieranno, volevo evidenziare come la pandemia abbia cambiato la mia visione delle cose sul tema, tuttavia credo che ognuno nella vita trovi la propria formula per vivere come più gli aggrada e magari la città non è il sogno di tutti
@@lucrezianatoli9372 certamente. Un passo alla volta 🙂
Se non avessi avuto la campagna sarei impazzito
signor stefano hai un maglione fantastico
Pensavo di essere una delle poche ad essermi chiesta questo: la pandemia svuoterà le città? Personalmente ho molto cambiato la mia percezione sulla città, invidio chi vive vicino alla natura, mi sembra che trasferirmi nel verde possa giovarmi anche in caso di altri lockdown
Vivere in natura e' bello trai i monti irpini sembra che tutto sia fermo immobile tutto sia rimasto invariato dalla notte dei tempi ,ma guarda nell' epoca della comunicazione risulta " troppo " stretto la sanzione e che vivi fori da tutto il resto , cosi credo sarebbe stato se non avessi avuto il tablet , questo per dirti che viverci in un paese rurale ha anche molti contro oltre ai pro ,le citta ' sono piene di vita ed ecco perche' quando almeno quando posso fuggo dal mio paese di tremila abitanti verso la citta'.
Credo che per diverse ragioni vivere in citta' posse essere meglio di vivere nella quiete' di un paese . Sono gia ' fortunato che il mio paese ospita un evento che negli ultimi dieci anni ha raggiunto notorieta' il carnevale di montemarano ma comunque si vede un po di gente solo una volta all' anno ho voluto, scriverlo perche' la mia e' in esperienza diretta di chi vive ed residente in paese descrivendo la mia realta' , da un puntodi vista sarebbe un bene che I "cittadini abbandonerebbero le citta' per andare a vivere nei paesi cosi potrebbe mutare lo spopolamento e il paese avrebbe I suoi nuovi
abitanti ormai ex cittadini sarebbe anche un incontro di cultura la convivenza tra paesani ed ex cittadini".
Inserire la natura nelle citta' una scelta certamente positiva e innovativa credo sia stata un idea magnifica . Vivo in luogo dove c' e' piu' natura che edifici, e molte volte ho il bisogno di spostarmi nelle citta' per ricercare l'intensita' .
Crescere e vivere in campagna ha i suoi pregi ma fidatevi, ha anche i suoi difetti. A vent'anni non avere stimoli esterni o persone diverse intorno non è bello, anzi, impedisce di crescere e aprire la mente... io personalmente non vedo l'ora di andare a vivere in città.
Sono d'accordo. Ho sempre vissuto in città e ne ho cambiate 7 da quando sono nata, mi sento grata perché mi ha aiutato a crescere e a conoscere tantissime persone, ma soprattutto a vivere a pieno i miei 20 anni come dici tu. Ora ne ho 30 e penso che farei comunque fatica a vivere lontana dal centro urbano, MA penso sarebbe stupendo se i giovani rincominciassero a ripopolare le campagne e i vecchi borghi facendoli rinascere, ci sarebbe più equilibrio e chissà.. Magari potendo lavorare sempre di più da remoti potremo farlo.
Non è la città che ti apre la mente ma le persone che frequenti o che ascolti. Dipende tutto da noi.
@@Windof Certo. Però spostarsi e cambiare città, lavoro, casa o paese spesso apre indubbiamente ancora di più la mente, sviluppa il nostro senso dell'adattamento e ci aiuta ad uscire dalla nostra zona comfort, è innegabile. Vivere tutta la propria vita nello stesso comune di 50.000 abitanti senza viaggiare mai sarà sicuramente meno stimolante.. che siano le persone la parte più importante di questo percorso è certo. Senza gli altri non siamo nessuno.
@@chiara7413 è vero ma: peccato che che il segreto di una vita felice è restare nella zona comfort. Se esci da quella zona rischi di iniziare cicli di pastiglie per l'ansia, l'insonnia, il mal di stomaco etc. e a quel punto niente di ciò che otterrai ti farà felice.
@@Windof Penso che sia molto personale e complesso come discorso e che sia anche una questione di abitudine. Io mi sono abituata a cambiare abbastanza spesso e sono contenta della mia scelta e restare ferma dove stavo non mi avrebbe dato le soddisfazioni di ora: aver conosciuto nuove persone meravigliose, aver vissuto in città dove volevo vivere e parlare 3 lingue straniere ogni giorno. Ovviamente questo non renderebbe felice tutti, ma rende felice me. 😊
Io vivo nelle campagne ed è tutta la vita che voglio trasferirmi in una città e anche con questa pandemia la mia speranza non è cambiata.
Dove c'era il bosco verticale di Boeri e gli altri invadenti grattacieli a Gioia c'era un bosco reale che poteva essere fruibile da tutti, con piante e giardini che crescevano nel terreno naturalmente. Il Comune volle cementificare l'area lasciata in eredità da una signora che l'avrebbe voluta come area verde pubblica.
Ora tra smart working, pandemia e crisi quei grattacieli sono ancor più vuoti ed inutili in una città ed una provincia già gravemente carenti di aree verdi, che aiuterebbero a ridurre l'inquinamento. Probabilmente i fondi sovrani sauditi che hanno la proprietà di gran parte di quei grattacieli non devono essere molto contenti.
Stessa vecchia isteria cementificatoria che si è ripetuta con la costosa ed inutile colata di Expo 2015, delle aree ex Falck e quello che si vuole fare con la Goccia.
@@layanee1234 Non hai fatto altro che ripetere a pappagallo le balle raccontate dai politicanti che pagati dai palazzinari hanno perpetrato quella colossale colata di cemento inutile. I milanesi ed i lombardi sanno bene che quello "ammasso di sterpaglie" avrebbe potuto e dovuto essere risistemato, rimesso a verde e rimesso a disposizione della comunità, che avrebbe così avuto un'area verde ben più ampia della attuale, a tutto beneficio dei polmoni dei cittadini milanesi e lombardi. La stessa logica devastante di tutte le aree "dismesse" che si ripete: in fase di progetto si finge che si faranno vaste aree verdi che poi sistematicamente a progetto finito non ci sono o sono ridicolmente piccole e che di verde hanno ben poco. Sullo scempio del parco di Gioia ci fece pure un brano ed un video perfino Elio E Le Storie Tese. Chiaro che devastato il bosco e costruiti gli obbrobriosi grattacieli della Regione (costati ai contribuenti lombardi una cifra esorbitante) l'amministrazione comunale milanese ebbe gioco facile a costruire gli altri grattacieli, compreso il ridicolo "bosco verticale" di Boeri.
@@pile333non dimentichiamo la fine della cascina del '700 espropriata al Villa per fare due orti
Pagherei oro per vivere vicino al mare o in campagna in questo momento! 🙏🏻
ciao! seguo sempre i vostri video, mi farebbe molto piacere avere un piccolo momento di introduzione delle persona con cui parlerete, credo che possa aiutare a entrare meglio nel vostro discorso... non solo "architetto" ecco! ps video super interessanti vvb
video interessantissimo! Lo dico ogni volta, ma sono sempre complimenti sinceri.
Sarebbe anche interessantissimo invitare i riders ;)
Ciao ragazzi, dato che con questo video abbiamo aperto uno piccolo spiraglio verso la sociologia urbana, io vi consiglio in futuro di provare a parlare di due temi che potrebbero interessarci: gated community e gentrification (rispetto alla quale Boeri stesso ha fatto qualche velato riferimento). Ciao ♥️
Adoro questo canale 🤩
Bravissima Sofia!
Io penso che infatti con la pandemia le città dovranno cambiare: bisogna riconcepire le città e fare in modo che siano delle strutture "vive" in armonia con la natura e che al contempo siano intelligenti. Insomma le città non sono da buttare però devono cambiare.
Io vivo in montagna 🏔...per fortuna!!
Bel contenuto!
Darei qualsiasi cosa per vivere in montagna 🗻 è un richiamo che è sempre stato lì, il richiamo della natura, con la pandemia si è intensificato.
mega interessantee
Con le Olimpiadi invernali del 2026 costruirete grattacieli anche a Cortina?
Non abbiamo imparato nulla dallo scempio per Torino 2006? Erano solo 14 anni fa!
Posto che non ho particolare simpatia per boeri. Qui parla di una città completamente parallela e scollata dalla realtà effettiva. Non ha senso di realtà, ignora volutamente le sproporzioni economiche e sociali che strutturano la città (e Milano nello specifico), e mi sembra anche ridicolo chiedere a lui di parlare di architettura sociale! Progetta ridicoli palazzi in cemento riempiendoli di terra e alberelli e fingendo che questa sia sostenibilità; tra l'altro edifici tanto scollati dal contesto che sono replicati in forma quasi identica in altre città (Nanjing, Parigi...) . E' l'anti-architetto, che costruisce per se stesso (e per gratificare il suo ego), senza coscienza civile o sociale. Non ci servono edifici per gli alberi o palazzi alberati per le elitè, ci servono alberi veri, parchi e spazi verdi, che siano per tutti.
Non capisco, il senso di quello che dice è molto vicino a quello che dici tu. L'idea degli alberi sui palazzi, nasce da un'idea di città che sia "invasa" dal verde, proprio per andare incontro all'esigenza di avere del verde anche dentro le nostre zone super urbanizzate in cui manca ormai lo spazio fisico in cui inserire, un parco, una villa o cose del genere
Inoltre il palazzo non è vissuto solo da chi lo abita, ma anche da tutta comunità del quartiere e non. Probabilmente i suoi palazzi, considerando il costo che hanno sono da "elité" però hanno due cose iper positive. 1) fa nascere l'idea di avere del verde che ci entra fin dentro casa, rendendo questo elemento una necessità di qualunque tipo di architettura. Cioè è come chiedere all'alta moda di smetterla di fare innovazioni azzardate perché a noi serve solo un paio di jeans. Ma il punto è che il designer che ha disegnato il tuo jeans comprato al negozietto, ha dovuto in qualche modo seguire le esigenze tirate fuori dall'alta moda.
2) Ha creato uno spazio verde, in piena città, e dato la possibilità anche a chi non ci abita, di passeggiare nel quartiere, magari fermarsi e stare in un modo o nell'altro vicino alla natura.
@@enricagiannone9611
Grazie Enrica per aver condiviso il tuo punto di vista.
Provo a spiegarmi meglio; per me, l’architetto è libero ovviamente di usare tutti i vegetali che vuole come decorazioni del suo edificio. Ciò che contesto è che questo sia visto come un intervento virtuoso, perché non lo è. Il Bosco Verticale è un’operazione di marketing: non c’è creazione di uno “spazio” verde, perché si tratta solo di un elemento decorativo, di cui peraltro possono godere solo pochi. È un escamotage ruffiano per rivestire un edificio in c.a. e trasvestirlo da virtuoso green building.
In realtà, per un edificio come questo (totalmente residenziale, privato) non c’è alcun rapporto esplicito con la comunità al di fuori dell’elemento visivo.
Sinceramente infine non mi sentirei di definire Boeri come alta moda, ma qui apriremmo un dibattito tecnico sul suo valore di progettista che mi sembra fuori tema.
(ma ripeto, la scelta in sé la trovo sgradevole come progettista, ma posso soprassedere, il problema è invece la giustificazione ecologica che è mistificatoria)
Se non fosse per esigenze lavorative preferirei di gran lunga la natura, è una questione fisiologica fa parte del nostro essere, abbiamo *bisogno!!* della natura 🥗♻️🌍
🏕️🌳🌲🌴🏞️⛰️🌷🌹🌸🌺🌻🌱
A proprosito ma sto Boeri è quello che ha ordinato lo sgombero del collettivo d'arte Macao?
Sì ed è anche il fautore di quell'obbrobrio di primula anti covid
Non tutti hanno la fortuna di avere il padre ricco e la casa in campagna. Poi abbiamo i "progressisti" che non vogliono il consumo di suolo, ma neppure gli edifici alti, nemmeno l'edificazione nell'agro. Però non vedo nessuno vivere in case di paglia. Speriamo che si riesca a recuperare almeno il patrimonio edilizio esistente.
Ma la stanza di Boeri è esagonale?
Chi ha notato il mappamondo girevole? 😂😂😂
E poi ci sono io che mi sto per trasferire dal paesino alla grande città.
Povera te
Buona fortuna, sarà bello :)
oddio ma scatoloni?
Sono troppo rinchiuso dentro casa e non so cosa fare di città
Mi rendo conto che col video non centri nulla ma.... Io avrei una proposta per un video, hai mai sentito parlare di Treedom? È una piattaforma web che permette di piantare alberi con un semplice click, non penso ci sia bisogno di dire quanto gli alberi siano importanti per il nostro pianeta. Ti invito a dare un'occhiata a questo sito e se vuoi magari farci un video per renderlo visibile al tuo pubblico e aiutare il pianeta.