Mai ascoltato un pensatore più completo di lui. Gli altri sono specializzati in una parte del sapere, lui è completo, ti rapisce e ti fa entrare nelle sue parole! Impossibile non amarlo!
Negli anni '90, a Venezia m' è stata data la possibilità di frequentare le Lezioni di quest'uomo straordinario, di Valent, Madera, Galimberti, Michelini Tocci. Ho potuto ascoltarli e poi confrontarmi con loro sia in aula che fuori, per quelle Calli che costringono a camminare fianco a fianco, a scoprirsi reciprocamente, forse a capirsi. Ho amato ed amo la Filosofia di Severino e credo che OGGi non si possa più fare a finta di niente, come se il Pensiero dell'Eterno non ci costringesse di fatto al confronto. Per criticarlo adeguatamente, ci si cimenti nella lettura dei suoi testi, a partire da "La Struttura Originaria".
Ho studiato a Venezia negli anni novanta ma nel dipartimento di giapponese, tuttavia ho fatto un esame di ermeneutica al dipartimento di Severino e incontrai il professor Italo Valent poi deceduto e quindi feci il mio esame con il prof. Luigi Vero Tarca, una esperienza molto interessante. Ho studiato La struttura originaria, e tutt'ora continuo a studiare que testo veramente massiccio così come tutti gli altri del genio e Maestro Severino. Ho 54 testi di Severino
Mi permetto umilmente di suggerirvi le opere di Marco Pellegrino... da 16 ai 33 anni ha studiato tutti e 30 i libri di Severino che considera il suo Maestro... critica l' idea del principio di non contraddizione e afferma con le sue tesi che il vero apparire infinto é qui ed ora concretamente davanti a noi. Io, lei, un gatto, una stella, una folata di vento siamo concretamente l' apparire infinitamente finito della Realtà concreta. Consiglio i suoi libri: " La struttura concreta dell' infinito", "Del tragico Amore", " Matematica dello Spirito " " Le Materie Prime della Coscienza ", " Silenzi e respiri del Destino " e " Illudersi nello specchio degli Eterni", " Poesie del tormento nei cerchi di Luce"....
Diabolico è negativo e sottrattivo! Severino è più Faro, Luce! Certo per chi vuole volgersi alla luce! Ho amici che preferiscono L oscuro, la nebbia! Lo sfumato! Ad ognuno la propria vita!
+MrApeiron1 Assolutamente vero, ho avuto modo di sentirlo dal vivo piu' volte .Ho occasione di sentire anche il figlio scultore. Persone di grande valore.
A Brescia si sta organizzando un centro studi severiniani con Ines Testoni e Vincenzo Milanesi entrambi professori a Padova. Li ho sentiti presso la sede municipale di Brescia in occasione del compleanno del Prof. Severino.
Sono perfettamente d'accordo con Severino mettere tutto in nulla signidfica come ho anche scritto uccidere ogni valore ed ogni processo.Molto acuto Severino.Bighin GIULIO RENZO.
Qualcuno saprebbe dirmi come si può conciliare il destino della necessità con la gioia? Devo essere gioioso che il destino preveda l'annientamento degli ecosistemi, ad esempio? Devo gioire che nel mio eterno apparire potrei essere un destinato ad atroci sofferenze? Perché bello parlare della gioia dalla comodità del benessere occidentale, ma non so che gioia possa provare chi lotta per sopravvive, senza potersi permettere nemmeno di pensare alla propria consapevolezza. Non è una critica, è un mio dubbio. Perché alla fine la filosofia di Severino non ha un risvolto pratico molto diverso dall'abbandonarsi agli eventi, quasi come l'ascesi di Schopenhauer. O mi sbaglio?
Penso che Severino indichi semplicemente, nel modo più rigoroso, il "piano inclinato" che porta irreversibilmente alla situazione da lui prospettata. Ma questo non significa assolutamente (come ribadisce molte volte) che questo "piano inclinato" sia privo di asperità.
Come può pensare che chi, come Severino, sia così ossessionato dal sottolineare "l'errore" dell' "orrore", fondi il proprio pensiero sull'accettazione passiva e indiscriminata di ciò che è, invece che indicare potentemente ciò che deve essere, ancor più, ciò che è inevitabile che sia? In tal caso, potrebbe limitarsi semplicemente a dire che "viviamo nel migliore dei mondi possibili" (affermazione peraltro assolutamente vera, anche se costantemente calpestata dagli "erranti" che si sforzano invano di renderlo il peggiore possibile). Non mi pare affatto che una tale manifestazione di acritico ottimismo sia mai stata pronunciata da Severino, e nemmeno un invito "all'ascetica rinuncia" di Schopenhauer, la cui visione nichilistica ha più volte demolito attraverso quella del suo "sodale" Leopardi, come esempio dell'errore per antonomasia. Ben diverso è perorare prepotentemente l'inevitabilità della retta via, affinché coloro che sono "scettici" possano smetterla di lottare contro sé stessi, contro gli altri e contro il mondo.
@@inoperoscio Lo ben conosco, lei divulga quanto il linguaggio che testimonia il de-stino "ha" favellato. Buon roscio, mi tolga una curiosità:cosa rappresenta tale bandiera nera?
@@νόησιςνοήσεως la filosofia è morta perché non ha più nulla da dire.. Oggi non vai dal metafisico per avere delle risposte, sarebbe come andare dal mago Telma... Vai dal fisico, dal medico, dall'anestetista, dal virologo, dall'antropologo, dallo psichiatra, dall'economista.... L'ente ha preso il sopravvento... È un destino della storia non un accidente
@@unrealunreal7495 Lei è ridicolo, a una persona che si è esulta di rispondere alle critiche che le ho posto e che non si capacita che il divenire non può essere è un errore. La verità assoluta non è utile, lei è l'utile alla verità assoluta e non è essa utile a lei. La verità non è mai serva. Chi non si capacita dell'impossibilità del divenire, mostrata in modo incontrovertibile dal linguaggio che testimonia il de-stino, è in errore e non avrà mai valore il suo giudizio. L'errore si dovrà riconoscere come la negazione della verità medesima.
Mi permetto umilmente di suggerirvi le opere di Marco Pellegrino... da 16 ai 33 anni ha studiato tutti e 30 i libri di Severino che considera il suo Maestro... critica l' idea del principio di non contraddizione e afferma con le sue tesi che il vero apparire infinto é qui ed ora concretamente davanti a noi. Io, lei, un gatto, una stella, una folata di vento siamo concretamente l' apparire infinitamente finito della Realtà concreta. Consiglio i suoi libri: " La struttura concreta dell' infinito", "Del tragico Amore", " Matematica dello Spirito " " Le Materie Prime della Coscienza ", " Silenzi e respiri del Destino " e " Illudersi nello specchio degli Eterni", " Poesie del tormento nei cerchi di Luce"..
quindi la violenza nascerebbe dal fatto che si pensi che l'incontro, prima di iniziare, non c'era e, quando sarà finito, non ci sarà più? Invece c'era anche prima di esserci e ci sarà anche quando non ci sarà più? Fortuna che ci siamo emancipati da questa roba.
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?» Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giu-deo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno con-segnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Dobbiamo immaginarci un uomo che dice, in mezzo a una selezione di eminenze religiose che 1) Dio è impossibile, e 2) che chi crede che è così - anche se non può che essere che così - e affermi che non resti altro che il divenire senza alcun immutabile si va al punto 3): sbagliano entrambi. Però il mio problema resta nel visualizzare, da mortale, lo stato estremo dell'universo quando collasserà. Non dico vedere Severino invecchiare video dopo video, o me stesso allo specchio, ma l'universo collassato. Tutto spento e immobile. Un infinito spazio nero senza più alcuna energia da sprigionare o da utilizzare. Zero calore. Ecco, noi ( i fisici) sappiamo che prima o poi sarà così dunque che cosa sarà eterno se non il nulla?
Questo attimo e tutti quelli passati e futuri, includono il continuo apparire degli eterni di cui parla Severino. È lei ad attribuire una identità ordinaria a questi eterni e non lui
@@nellozavattini7808 Sulla base di quale logica lei utilizza nella sua frase la formula "continuo apparire" ? Tale formula non implica forse uno spazio e un tempo in cui avviene un'azione? La frase stessa che si svolge esponendo alla fine di essa un significato, chiedo, non è un oggetto che si mostra divenendo e tramite il quale lei vuole dirmi qualcosa? Supponiamo che il linguaggio sia allora inefficace - per sua struttura intrinseca visto lo spiegamento del significato che avviene una parola dietro l'altra- , inefficace a mostrare che ogni attimo include tutti i passati e tutti i futuri, come si può usarlo allora per mostrare quanto lei sostiene? Non si dovrebbe allora ipotizzare qualcosa al di fuori del linguaggio? Un eterno, ecco. Però a me pare che ogni eterno, sia solo apparentemente fuori dal corso degli eventi, fuori dal nostro credere che si sia un qualcosa tra due nulla, che vi sia solo una nascita e una morte, etc, ma dire "eterno" è pur sempre una parola, dunque qualcosa che è ancora nel linguaggio e nella storia che lo ha generato, destinato a cambiare, a cambiare ancora, e prima o poi a sparire.
Premetto che pratico il buddismo Zen e il mio dire a questa esperienza di riconduce. Usando il termine severiniano "continuo apparire", non significa attribuirgli un tempo definibile continuo allo apparire dei fenomeni. Per me, è nel modo in cui potrebbe definire questo ambito Abe Masao quando parla di trans presente o kyoryaku. Vale a dire tutti i tempi contenuti in questo attimo che si muove e si realizza intimamente proprio senza bisogno di nessun concetto temporale o di altro genere che possa definirlo, circoscriverlo, rinchiuderlo in qualche categoria concettuale. Questo per dire che, " la legna non può diventare cenere" ma non per le categorie attraverso le quali Severino vuole negare il divenire, ma perché, l'essere senziente può partecipare e realizzare il senso che gli è proprio solo estinguendo, esaurendo, dissolvendo il proprio ego. La condizione imprescindibile per poter realizzare questo attimo che contiene tutti i tempi e nessun tempo gli può essere ascritto in quanto eterno, senza pensare o attribuire all'eterno le nostre categorie temporali, è il punto principale della via buddista, vale a dire la risoluzione del piano egoico. La rivelazione del Buddha agli esseri è come realizzare il senso di sé in quella grande ruota del Dharma definita Coproduzione Condizionata o Origine Dipendente dei fenomeni. Questo è il principale punto della dottrina buddista. Per poter realizzare il senso del proprio esserci bisogna risolvere il problema dell'ego e quindi della dualità. In questo modo scompare il tempo, scompare il divenire e resta solo l' autopoiesi di tutto. Le questioni che lei ha posto sono complesse e mi scuso per la enorme sintesi "Continuo apparire" per Severino, definisce lo "sfondo", ciò che mai tramonta, ciò che da sempre appare e che eternamente è destinato ad apparire". Questo nelle parole dei suoi allievi. Nessuno potrà mai avere la consapevolezza del tempo senza essere il tempo stesso vale a dire: nessun dualismo. Come? Il Buddha ha dato la sua risposta
Riassunto : quello che c'è c'è,quello che non c'è non c'è. Quello che c'è può non essere Quello che non c'è non può essere. Conclusione: Ma chi l' ha detto visto che è gia successo. Il problema è, l'autore di tutto questo essere e non essere è un entita consapevole o tutto è dovuto al caso. Nessun umano potrà MAI spiegarcelo.
Severino ha sempre avuto il pregio di essere attento all'etimo delle parole perché per parlare di modo da intendersi univocamente dobbiamo far sì che le parole abbiamo UN unico significato e non mille sfumature: l'unica via per far ciò è ritornare al significato ORIGINALE per cui la parola nasce, ergo ritornare all'etimologia. (Altrimenti bisogna precisare cosa s'intende dire utilizzando una data parola di modo tale da fugare ogni dubbio). Questo è uno dei motivi per cui Severino non è facilmente digeribile: parole che nei secoli han raggiunto vette assolute di sfumature se rimangono tali nel discorso severiniano fanno si che non riesca a capire nulla di tale pensiero, quindi si è obbligati a conoscere l'etimo delle parole (lavoro non facile né leggero), altrimenti Severino lo si lascia stare. Detto ciò: il mendicante è colui che difetta di qualcosa (basta un qualsiasi vocabolario etimologico per apprendere la cosa); ma come può l'umanità che si definisce "mendicante", cioè difettante/in difetto, costruire ed ergere un castello di pensiero, come quello espresso da Severino in questo video, totalmente agli antipodi dall'esser in difetto? In altre parole: che senso ha che il "potente" che si comporta come tale si appelli "debole"? Ma volendo essere ancor più semplici l'invito di Severino è immediato: se ci fregiamo di voler essere "onesti" da un punto di vista dell'intelletto/ragione allora bisogna non peccare di falsa modestia definendosi mendicanti quando in realtà si è dei re.
@@giuliogallo8558etimologia ed ermeneutica sono indispensabili. Trovo imprecisi e troppo semplificati gli asserti riguardanti, mendicante, difetto e re.
@@nellozavattini7808 attendo gentilmente una sua disamina in merito a tali asserti. Quello che molto probabilmente sarà più divertente sarà "re": quel discendere da "regere" che a sua volta discende da "rags", in sanscrito "risplendere", fornisce una tavolozza di colori molto interessante a mio avviso...
@@giuliogallo8558 il termine "mendicante" cui lei afferisce statuisce una staticità al soggetto che non è reale in termini di coproduzione condizionata o origine dipendente e concausale dei fenomeni.
In effetti siamo divini, figli di Dio. Un padre della chiesa dice....riconosci o uomo la tua dignità, il tuo essere divino, ontologicamente parlando. Dio si è fatto uomo perché tu diventassi Dio, meraviglioso scambio.....ecc . Siamo eterni perché veniamo da Dio e a Dio ritorniamo, è un percorso in cui l inizio e la fine coincidono, per questo il nulla è inesistente . C è una intelligibilità che ci precede ci accompagna e ci colma della sua pienezza al termine del pellegrinaggio terreno
Si , non riusciremo a soddisfare Dio tuttavia sarà congruo conservare lo stato di grazia vale anche per il pensiero greco perché non dovrebbe ? Rieleggere il principio non sarà congruo perché regnerà l'annientamento io non credo sarà più matematico agganciarsi di nuovo , non conosco le altre religioni o l'ebraismo ricevo buone sensazioni dal cristianesimo.
Secondo il mio modesto punto di vista, al Prof. Severino sfugge il passaggio che anche se il mondo fosse violenza (e probabilmente lo e') cio' non esclude che ci sia qualcosa che trascenda questa violenza ( in una vita non terrena ad esempio) e che una forza esterba abbia creato il mondo in modo volontario secondo il processo di errore nell'orrore (come dice Severino) al fine di una redenzione futura, ad esempio. Severino come tutti noi e' un mortale, per cui non puo' vedere le cose in modo oggettivo dall'esterno, ma rimane sempre intrappolato dall'errore pure lui, come anche Nietzsche diceva. Di conseguenza vede le cose secondo la volonta' di potenza terrena (nella differenza dell'errore pero') e scambiando questo mondo per la realta' oggettiva, quando anche Nietzsche sapeva che in ultima analisi tutta la sua filosofia, come tutta la storia della metafisica non dice nulla sulla verita' ed e' priva di senso.
.La verità incontrovertibile che lei nega a Severino (ma quante sciocchezze fuori luogo sono state scritte sul grande pensatore bresciano), la concede invece a Nietsche. Interessante. Lei scrive: "quando anche Nietzsche sapeva che in ultima analisi tutta la sua filosofia, come tutta la storia della metafisica non dice nulla sulla verita' ed e' priva di senso". Affermazione che traballa. Perchè vede, una filosofia o un'affermazione "priva di senso", non può permettersi di affermare alcunchè; essa stessa, privandosi del senso...non può parlare di senso. Fortunatamente, Nietsche era molto più profondo. Anche nella contraddittorietà. Nietsche "sapeva" al massimo che tutto è interpretazione e non "fatto". E questa poszione (così apparentemente indiscutibile), finisce per divenire, contrariamente alle pur lodevoli intenzioni di Nietsche, un "fatto", e non una "interpretazione".
Caro Severino, ora che sei eterno tra gli eterni, la "follia" di cui per tutta la vita hai sottolineato l'assurdo destinato all'autodistruzione (sempre preoccupato di sottolineare che il dito che indica la Luna è ben distinto dalla Luna) non è altro che il Peccato Originale, ciò che gli antichi maestri ebraici indicavano come la volontà di conoscere partendo dal frutto e non da ciò che lo crea, dagli effetti e non dalle cause.
Alcuni non pensano perché non sono in grado di pensare oppure vivono e basta senza.porsi nessuna domanda e accettano tutto come burattini senza fili e sarà quello che sarà.
il contegno dell' uomo viene misurato e sezionato a priori nel suo prevedibile accadere inevitabile empirico, gli antecedenti di questa filosofia pratica sono le realizzazioni comprovanti che avvalorano il pre-dato, l' actio libera in causa mira a portare il caso nelle scelte
Ragazzi, non vi sembra di esagerare, siete suoi discepoli? Molte sue posizioni sanno di determinismo e sono liberticide, nel senso che il libero arbitrio dell'uomo diventa un concetto problematico. Inoltre nega il Cristo e nulla che neghi il Cristo e sostenga che la fede è una contraddizione può essere preso troppo sul serio. Apprezziamo comunque la coerenza e l'autorevolezza
Con la capacità e la padronanza dialettica, si arriva a descrivere le fattezze, dell' apparenza, talmente bene, ed elegantemente, al punto di scambiare, sotto il paludamento di un somaro, la maestosa possanza di un destriero da battaglia. Ma un somaro con tutto il rispetto, per quanto perfettamente allestito, rimane pur sempre un somaro, saluti PM 26/12/2020
C'è una storia zen su un somaro in un pozzo e di un mucchio di terra che si accumula nel pozzo.... La vada a studiare, che forse impara che le cose non sono "nulla" solo perché soggette alla fede in qualcosa o al semplice divenire.
Io non mi trovo dello stesso parere, la filosofia è un modo personale e raramente oggettivo di vedere le cose, l'ultimo filosofo che ha dimostrato un aspetto oggettivo ed universale di vedere le cose risale a marx, ma di ragionamento razionale perme solo Aristotele, Platone, Socrate e Seneca. Ho la netta impressione che piu si avvicina la fine della propria vita e maggiore è la tendenza di cercare una spiegazione di che cazzo è successo nel passato. La domanda che farei a questo professore è perché lei sta facendo questo discorso? Cosa spera che accada dopo che lei mostra il suo modo di pensare. Scusate se urterò i sentimenti di qualcuno ma per me la filosofia è il nulla e quello che hanno fatto Aristotele e compagnia cantante non è filosofia ma puro ragionamento razionale che nel corso di millenni si è trasformato in principio della logica, regole sociali e psicologia. Oggi la filosofia serve a ben poco se non a capire un millesimo della personalità altrui.
"quello che hanno fatto Aristotele non è Filosofia ma puro pensiero razionale", guarda che il pensiero razionale è nato con la filosofia, e la filosofia nasce con il sorgere della razionalità e del pensiero logico (per logico non si intende in senso moderno matematico). La filosofia non è becero opinionismo intellettuale. La filosofia è stato l'evento più deciso dell'evoluzione dell'uomo
Le bestialità da lei proferite, stanno nel suo aprioristico irridere verso gli "adepti" di Severino. Non è il caso da parte sua di ciurlare nel manico e di vantarsene: non è il primo e non sarà nemmeno l'ultimo. Molti adepti della setta anti-severiniana ( lei ne è fulgido esempio), si sentono in dovere di motteggiare coloro che, invece, si dichiarano non seguaci, ma ascoltatori e lettori di un pensiero che - sia condiviso o meno - rappresenta un'immensa esperienza culturale.
Posso assicurarle che il suo invito, così puntuale, è del tutto superfluo. Anche in questo caso, mi duole doverle far notare che in lei alberga una tara di fondo: lei, suppone. Suppone che io (come i fantomatici adepti severiniani...o seguaci veda lei, questi sono suoi fantasmi personali) la filosofia antica, medievale ecc, non l'abbia letta. Ebbene, continui pure a supporre.
La violenza in nome di Dio? E della violenza in nome della ragione?? Di questa non si parla...?? Fate proprio pena; con le vostre ruote del mulino che continuano a girare incessantemente, senza produrre mai farina!!! PM. 26/12/2020
Mai ascoltato un pensatore più completo di lui. Gli altri sono specializzati in una parte del sapere, lui è completo, ti rapisce e ti fa entrare nelle sue parole! Impossibile non amarlo!
Negli anni '90, a Venezia m' è stata data la possibilità di frequentare le Lezioni di quest'uomo straordinario, di Valent, Madera, Galimberti, Michelini Tocci. Ho potuto ascoltarli e poi confrontarmi con loro sia in aula che fuori, per quelle Calli che costringono a camminare fianco a fianco, a scoprirsi reciprocamente, forse a capirsi. Ho amato ed amo la Filosofia di Severino e credo che OGGi non si possa più fare a finta di niente, come se il Pensiero dell'Eterno non ci costringesse di fatto al confronto. Per criticarlo adeguatamente, ci si cimenti nella lettura dei suoi testi, a partire da "La Struttura Originaria".
Bravo! Ma di quante pastiglie di tachipirina bisogna disporre prima di accingersi a leggere "La struttura originaria"? Un mal di testa!
se vi interessa Severino, mi permetto di consigliarvi il mio canale
@@gabrielepelosi9039 😂
Ho studiato a Venezia negli anni novanta ma nel dipartimento di giapponese, tuttavia ho fatto un esame di ermeneutica al dipartimento di Severino e incontrai il professor Italo Valent poi deceduto e quindi feci il mio esame con il prof. Luigi Vero Tarca, una esperienza molto interessante.
Ho studiato La struttura originaria, e tutt'ora continuo a studiare que testo veramente massiccio così come tutti gli altri del genio e Maestro Severino.
Ho 54 testi di Severino
La gioia del Professore a destra è Fantastica , proverei lo stesso Grandissimo Piacere.
Un gigante del pensiero.
Grande pensatore ma molto lontano dal vero
come sempre FANTASTICO
Mi permetto umilmente di suggerirvi le opere di Marco Pellegrino... da 16 ai 33 anni ha studiato tutti e 30 i libri di Severino che considera il suo Maestro... critica l' idea del principio di non contraddizione e afferma con le sue tesi che il vero apparire infinto é qui ed ora concretamente davanti a noi. Io, lei, un gatto, una stella, una folata di vento siamo concretamente l' apparire infinitamente finito della Realtà concreta. Consiglio i suoi libri: " La struttura concreta dell' infinito", "Del tragico Amore", " Matematica dello Spirito " " Le Materie Prime della Coscienza ", " Silenzi e respiri del Destino " e " Illudersi nello specchio degli Eterni", " Poesie del tormento nei cerchi di Luce"....
se vi interessa Severino, mi permetto di consigliarvi il mio canale
Severino dice delle cose terribili ma lo fa con levità ... in modo tale che tutti ritornano a casa sereni .... è semplicemente diabolico
Diabolico è negativo e sottrattivo!
Severino è più Faro, Luce!
Certo per chi vuole volgersi alla luce!
Ho amici che preferiscono
L oscuro, la nebbia!
Lo sfumato!
Ad ognuno la propria vita!
... semplicemente Maestro
Un gigante assoluto. Nulla di paragonabile a Severino nell'intero panorama filosofico, e intendo di ogni epoca.
+MrApeiron1 Assolutamente vero, ho avuto modo di sentirlo dal vivo piu' volte .Ho occasione di sentire anche il figlio scultore. Persone di grande valore.
A Brescia si sta organizzando un centro studi severiniani con Ines Testoni e Vincenzo Milanesi entrambi professori a Padova. Li ho sentiti presso la sede municipale di Brescia in occasione del compleanno del Prof. Severino.
Molto interessante!
Ma che cazzo dici?
Tutto ciò è delirante.
Sono perfettamente d'accordo con Severino mettere tutto in nulla signidfica come ho anche scritto uccidere ogni valore ed ogni processo.Molto acuto Severino.Bighin GIULIO RENZO.
Consiglio l'ascolto su TH-cam: Silvano Fausti il Dio in cui non credo
Severino non solo è un filosofo è un terapeuta per chi non crede
Amo la voce dell'Professore..
Anch'io ha una voce meravigliosa con le sue pause la ricerca dei termini giusti!
Qualcuno saprebbe dirmi come si può conciliare il destino della necessità con la gioia? Devo essere gioioso che il destino preveda l'annientamento degli ecosistemi, ad esempio? Devo gioire che nel mio eterno apparire potrei essere un destinato ad atroci sofferenze? Perché bello parlare della gioia dalla comodità del benessere occidentale, ma non so che gioia possa provare chi lotta per sopravvive, senza potersi permettere nemmeno di pensare alla propria consapevolezza. Non è una critica, è un mio dubbio. Perché alla fine la filosofia di Severino non ha un risvolto pratico molto diverso dall'abbandonarsi agli eventi, quasi come l'ascesi di Schopenhauer. O mi sbaglio?
Penso che Severino indichi semplicemente, nel modo più rigoroso, il "piano inclinato" che porta irreversibilmente alla situazione da lui prospettata. Ma questo non significa assolutamente (come ribadisce molte volte) che questo "piano inclinato" sia privo di asperità.
Come può pensare che chi, come Severino, sia così ossessionato dal sottolineare "l'errore" dell' "orrore", fondi il proprio pensiero sull'accettazione passiva e indiscriminata di ciò che è, invece che indicare potentemente ciò che deve essere, ancor più, ciò che è inevitabile che sia? In tal caso, potrebbe limitarsi semplicemente a dire che "viviamo nel migliore dei mondi possibili" (affermazione peraltro assolutamente vera, anche se costantemente calpestata dagli "erranti" che si sforzano invano di renderlo il peggiore possibile). Non mi pare affatto che una tale manifestazione di acritico ottimismo sia mai stata pronunciata da Severino, e nemmeno un invito "all'ascetica rinuncia" di Schopenhauer, la cui visione nichilistica ha più volte demolito attraverso quella del suo "sodale" Leopardi, come esempio dell'errore per antonomasia. Ben diverso è perorare prepotentemente l'inevitabilità della retta via, affinché coloro che sono "scettici" possano smetterla di lottare contro sé stessi, contro gli altri e contro il mondo.
Meraviglioso
se vi interessa Severino, mi permetto di consigliarvi il mio canale
Un pensatore di genio. Sconvolgente. Dopo 2500 anni viene fuori la verità. È solo per pochi purtroppo.
Necessariamente direi.
Un pensatore estremamente sopravvalutato
" il sottosuolo fondativo ".
La sua Famiglia,i suoi antenati..." religiosi "," pensatori "!
Gli Eterni!
Sapete chi è il signore con la barba?
Monsignor Guidalberto Bormolini
@@HappyGum grazie, davvero molto gentile. Buona giornata.
Severino un gigante
Potrebbe anche parlare di pomodori e zucchine, e andrebbe bene lo stesso! Grazie. ;)
un triangolo è un quadrato in topologia :)
Ma la legge matematica che descrive il quadrato non è il quadrato. Quella serie di stringhe matematiche sono ciò che sono e non sono altro da sé.
se vi interessa Severino, mi permetto di consigliarvi il mio canale
@@inoperoscio Lo ben conosco, lei divulga quanto il linguaggio che testimonia il de-stino "ha" favellato. Buon roscio, mi tolga una curiosità:cosa rappresenta tale bandiera nera?
@@νόησιςνοήσεως la filosofia è morta perché non ha più nulla da dire.. Oggi non vai dal metafisico per avere delle risposte, sarebbe come andare dal mago Telma... Vai dal fisico, dal medico, dall'anestetista, dal virologo, dall'antropologo, dallo psichiatra, dall'economista.... L'ente ha preso il sopravvento... È un destino della storia non un accidente
@@unrealunreal7495 Lei è ridicolo, a una persona che si è esulta di rispondere alle critiche che le ho posto e che non si capacita che il divenire non può essere è un errore. La verità assoluta non è utile, lei è l'utile alla verità assoluta e non è essa utile a lei. La verità non è mai serva. Chi non si capacita dell'impossibilità del divenire, mostrata in modo incontrovertibile dal linguaggio che testimonia il de-stino, è in errore e non avrà mai valore il suo giudizio. L'errore si dovrà riconoscere come la negazione della verità medesima.
Un gigante
..dai piedi d'argilla
molto interessante!!
Mi permetto umilmente di suggerirvi le opere di Marco Pellegrino... da 16 ai 33 anni ha studiato tutti e 30 i libri di Severino che considera il suo Maestro... critica l' idea del principio di non contraddizione e afferma con le sue tesi che il vero apparire infinto é qui ed ora concretamente davanti a noi. Io, lei, un gatto, una stella, una folata di vento siamo concretamente l' apparire infinitamente finito della Realtà concreta. Consiglio i suoi libri: " La struttura concreta dell' infinito", "Del tragico Amore", " Matematica dello Spirito " " Le Materie Prime della Coscienza ", " Silenzi e respiri del Destino " e " Illudersi nello specchio degli Eterni", " Poesie del tormento nei cerchi di Luce"..
Un quadrato equivale a due triangoli..
Grazie
Per essere concisi alfine si potrebbe enunciare:il nulla non è perché se fosse sarebbe(essere).Bighin Giulio Renzo
quindi la violenza nascerebbe dal fatto che si pensi che l'incontro, prima di iniziare, non c'era e, quando sarà finito, non ci sarà più? Invece c'era anche prima di esserci e ci sarà anche quando non ci sarà più? Fortuna che ci siamo emancipati da questa roba.
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?»
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giu-deo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno con-segnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Dobbiamo immaginarci un uomo che dice, in mezzo a una selezione di eminenze religiose che 1) Dio è impossibile, e 2) che chi crede che è così - anche se non può che essere che così - e affermi che non resti altro che il divenire senza alcun immutabile si va al punto 3): sbagliano entrambi.
Però il mio problema resta nel visualizzare, da mortale, lo stato estremo dell'universo quando collasserà. Non dico vedere Severino invecchiare video dopo video, o me stesso allo specchio, ma l'universo collassato. Tutto spento e immobile. Un infinito spazio nero senza più alcuna energia da sprigionare o da utilizzare. Zero calore. Ecco, noi ( i fisici) sappiamo che prima o poi sarà così dunque che cosa sarà eterno se non il nulla?
Questo attimo e tutti quelli passati e futuri, includono il continuo apparire degli eterni di cui parla Severino.
È lei ad attribuire una identità ordinaria a questi eterni e non lui
Non tutta la fisica lo pensa.
@@nellozavattini7808 Sulla base di quale logica lei utilizza nella sua frase la formula "continuo apparire" ? Tale formula non implica forse uno spazio e un tempo in cui avviene un'azione? La frase stessa che si svolge esponendo alla fine di essa un significato, chiedo, non è un oggetto che si mostra divenendo e tramite il quale lei vuole dirmi qualcosa? Supponiamo che il linguaggio sia allora inefficace - per sua struttura intrinseca visto lo spiegamento del significato che avviene una parola dietro l'altra- , inefficace a mostrare che ogni attimo include tutti i passati e tutti i futuri, come si può usarlo allora per mostrare quanto lei sostiene? Non si dovrebbe allora ipotizzare qualcosa al di fuori del linguaggio? Un eterno, ecco. Però a me pare che ogni eterno, sia solo apparentemente fuori dal corso degli eventi, fuori dal nostro credere che si sia un qualcosa tra due nulla, che vi sia solo una nascita e una morte, etc, ma dire "eterno" è pur sempre una parola, dunque qualcosa che è ancora nel linguaggio e nella storia che lo ha generato, destinato a cambiare, a cambiare ancora, e prima o poi a sparire.
Premetto che pratico il buddismo Zen e il mio dire a questa esperienza di riconduce.
Usando il termine severiniano "continuo apparire", non significa attribuirgli un tempo definibile continuo allo apparire dei fenomeni. Per me, è nel modo in cui potrebbe definire questo ambito Abe Masao quando parla di trans presente o kyoryaku. Vale a dire tutti i tempi contenuti in questo attimo che si muove e si realizza intimamente proprio senza bisogno di nessun concetto temporale o di altro genere che possa definirlo, circoscriverlo, rinchiuderlo in qualche categoria concettuale.
Questo per dire che, " la legna non può diventare cenere" ma non per le categorie attraverso le quali Severino vuole negare il divenire, ma perché, l'essere senziente può partecipare e realizzare il senso che gli è proprio solo estinguendo, esaurendo, dissolvendo il proprio ego.
La condizione imprescindibile per poter realizzare questo attimo che contiene tutti i tempi e nessun tempo gli può essere ascritto in quanto eterno, senza pensare o attribuire all'eterno le nostre categorie temporali, è il punto principale della via buddista, vale a dire la risoluzione del piano egoico. La rivelazione del Buddha agli esseri è come realizzare il senso di sé in quella grande ruota del Dharma definita Coproduzione Condizionata o Origine Dipendente dei fenomeni. Questo è il principale punto della dottrina buddista. Per poter realizzare il senso del proprio esserci bisogna risolvere il problema dell'ego e quindi della dualità. In questo modo scompare il tempo, scompare il divenire e resta solo l' autopoiesi di tutto.
Le questioni che lei ha posto sono complesse e mi scuso per la enorme sintesi
"Continuo apparire" per Severino, definisce lo "sfondo", ciò che mai tramonta, ciò che da sempre appare e che eternamente è destinato ad apparire".
Questo nelle parole dei suoi allievi.
Nessuno potrà mai avere la consapevolezza del tempo senza essere il tempo stesso
vale a dire: nessun dualismo.
Come?
Il Buddha ha dato la sua risposta
Riassunto : quello che c'è c'è,quello che non c'è non c'è.
Quello che c'è può non essere
Quello che non c'è non può essere.
Conclusione:
Ma chi l' ha detto visto che è gia successo.
Il problema è, l'autore di tutto questo essere e non essere è un entita consapevole o tutto è dovuto al caso.
Nessun umano potrà MAI spiegarcelo.
E pure il niente non esiste
Anzi a infiniti triangoli..
Ma è terribile la figura barbuta sullo sfondo con occhio vigile.
Errata corrige significa
Alla chiosa finale: "noi ci crediamo mendicanti, ma in realtà siamo dei Re", non posso che aggiungere: "Tu, sicuramente"...
ma qualche mendicante rimane, se può esserti di qualche conforto. Probabilmente la maggior parte
Severino ha sempre avuto il pregio di essere attento all'etimo delle parole perché per parlare di modo da intendersi univocamente dobbiamo far sì che le parole abbiamo UN unico significato e non mille sfumature: l'unica via per far ciò è ritornare al significato ORIGINALE per cui la parola nasce, ergo ritornare all'etimologia. (Altrimenti bisogna precisare cosa s'intende dire utilizzando una data parola di modo tale da fugare ogni dubbio). Questo è uno dei motivi per cui Severino non è facilmente digeribile: parole che nei secoli han raggiunto vette assolute di sfumature se rimangono tali nel discorso severiniano fanno si che non riesca a capire nulla di tale pensiero, quindi si è obbligati a conoscere l'etimo delle parole (lavoro non facile né leggero), altrimenti Severino lo si lascia stare.
Detto ciò: il mendicante è colui che difetta di qualcosa (basta un qualsiasi vocabolario etimologico per apprendere la cosa); ma come può l'umanità che si definisce "mendicante", cioè difettante/in difetto, costruire ed ergere un castello di pensiero, come quello espresso da Severino in questo video, totalmente agli antipodi dall'esser in difetto? In altre parole: che senso ha che il "potente" che si comporta come tale si appelli "debole"? Ma volendo essere ancor più semplici l'invito di Severino è immediato: se ci fregiamo di voler essere "onesti" da un punto di vista dell'intelletto/ragione allora bisogna non peccare di falsa modestia definendosi mendicanti quando in realtà si è dei re.
@@giuliogallo8558etimologia ed ermeneutica sono indispensabili.
Trovo imprecisi e troppo semplificati gli asserti riguardanti, mendicante, difetto e re.
@@nellozavattini7808 attendo gentilmente una sua disamina in merito a tali asserti.
Quello che molto probabilmente sarà più divertente sarà "re": quel discendere da "regere" che a sua volta discende da "rags", in sanscrito "risplendere", fornisce una tavolozza di colori molto interessante a mio avviso...
@@giuliogallo8558 il termine "mendicante" cui lei afferisce statuisce una staticità al soggetto che non è reale in termini di coproduzione condizionata o origine dipendente e concausale dei fenomeni.
Non c’è nulla di assurdo e tanto meno di violento nel pensare che ciò che è diventi nulla.
Invece sì, è la violenza nel negare e "stuprare" l'idea più pura e radicale del principio di identità e di non contraddizione
@Don McTodd Penso che il suo Presupposto non sia necessariamente un postulato
Egregio collega,la invito a studiare un po'di piu'non solo severino,ma anche spinoza!
Supercazzole da filosofi spacciate per sapienza
L' Invisibile!
SOMA PNEUMA
🐚 🌬️ 💓 eppur si muove!
Thug Life Em. Sev Bug Up ✌
In effetti siamo divini, figli di Dio. Un padre della chiesa dice....riconosci o uomo la tua dignità, il tuo essere divino, ontologicamente parlando. Dio si è fatto uomo perché tu diventassi Dio, meraviglioso scambio.....ecc . Siamo eterni perché veniamo da Dio e a Dio ritorniamo, è un percorso in cui l inizio e la fine coincidono, per questo il nulla è inesistente . C è una intelligibilità che ci precede ci accompagna e ci colma della sua pienezza al termine del pellegrinaggio terreno
Si , non riusciremo a soddisfare Dio tuttavia sarà congruo conservare lo stato di grazia vale anche per il pensiero greco perché non dovrebbe ? Rieleggere il principio non sarà congruo perché regnerà l'annientamento io non credo sarà più matematico agganciarsi di nuovo , non conosco le altre religioni o l'ebraismo ricevo buone sensazioni dal cristianesimo.
Quel pagliaccio di Torno cosa ci fa lì a sghignazzare.
Secondo il mio modesto punto di vista, al Prof. Severino sfugge il passaggio che anche se il mondo fosse violenza (e probabilmente lo e') cio' non esclude che ci sia qualcosa che trascenda questa violenza ( in una vita non terrena ad esempio) e che una forza esterba abbia creato il mondo in modo volontario secondo il processo di errore nell'orrore (come dice Severino) al fine di una redenzione futura, ad esempio. Severino come tutti noi e' un mortale, per cui non puo' vedere le cose in modo oggettivo dall'esterno, ma rimane sempre intrappolato dall'errore pure lui, come anche Nietzsche diceva. Di conseguenza vede le cose secondo la volonta' di potenza terrena (nella differenza dell'errore pero') e scambiando questo mondo per la realta' oggettiva, quando anche Nietzsche sapeva che in ultima analisi tutta la sua filosofia, come tutta la storia della metafisica non dice nulla sulla verita' ed e' priva di senso.
.La verità incontrovertibile che lei nega a Severino (ma quante sciocchezze fuori luogo sono state scritte sul grande pensatore bresciano), la concede invece a Nietsche. Interessante. Lei scrive: "quando anche Nietzsche sapeva che in ultima analisi tutta la sua filosofia, come tutta la storia della metafisica non dice nulla sulla verita' ed e' priva di senso". Affermazione che traballa. Perchè vede, una filosofia o un'affermazione "priva di senso", non può permettersi di affermare alcunchè; essa stessa, privandosi del senso...non può parlare di senso. Fortunatamente, Nietsche era molto più profondo. Anche nella contraddittorietà. Nietsche "sapeva" al massimo che tutto è interpretazione e non "fatto". E questa poszione (così apparentemente indiscutibile), finisce per divenire, contrariamente alle pur lodevoli intenzioni di Nietsche, un "fatto", e non una "interpretazione".
Caro Severino, ora che sei eterno tra gli eterni, la "follia" di cui per tutta la vita hai sottolineato l'assurdo destinato all'autodistruzione (sempre preoccupato di sottolineare che il dito che indica la Luna è ben distinto dalla Luna) non è altro che il Peccato Originale, ciò che gli antichi maestri ebraici indicavano come la volontà di conoscere partendo dal frutto e non da ciò che lo crea, dagli effetti e non dalle cause.
pensano e pensano e pensano senza tregua e dopo ...muoiono
Lei dunque, quanto scritto non lo ha pensato?
@@MagroFrancesco magra constatazione ...
Dal pensare non ci si può tirare fuori, o meglio ancora, dalla volontà non ci si può tirare fuori. E' inutile girarci intorno!
@@MagroFrancesco magra constatazione
Alcuni non pensano perché non sono in grado di pensare oppure vivono e basta senza.porsi nessuna domanda e accettano tutto come burattini senza fili e sarà quello che sarà.
il contegno dell' uomo viene misurato e sezionato a priori nel suo prevedibile accadere inevitabile empirico, gli antecedenti di questa filosofia pratica sono le realizzazioni comprovanti che avvalorano il pre-dato, l' actio libera in causa mira a portare il caso nelle scelte
Bisogna chiarire di cosa si sta parlando e mai dare per scontato che sia scontato
Ragazzi, non vi sembra di esagerare, siete suoi discepoli? Molte sue posizioni sanno di determinismo e sono liberticide, nel senso che il libero arbitrio dell'uomo diventa un concetto problematico. Inoltre nega il Cristo e nulla che neghi il Cristo e sostenga che la fede è una contraddizione può essere preso troppo sul serio. Apprezziamo comunque la coerenza e l'autorevolezza
Forse se ascolti la lezione" fato e libertà" diventa piu' chiaro il destino della necessità.
Lei non può essere serio...
Lei scherza
Con la capacità e la padronanza dialettica, si arriva a descrivere le fattezze, dell' apparenza, talmente bene, ed elegantemente, al punto di scambiare, sotto il paludamento di un somaro, la maestosa possanza di un destriero da battaglia. Ma un somaro con tutto il rispetto, per quanto perfettamente allestito, rimane pur sempre un somaro, saluti PM 26/12/2020
C'è una storia zen su un somaro in un pozzo e di un mucchio di terra che si accumula nel pozzo.... La vada a studiare, che forse impara che le cose non sono "nulla" solo perché soggette alla fede in qualcosa o al semplice divenire.
Suvvia, non sia così severo con se stesso..
A me sembrano concetti confusi e inconsistenti
Io non mi trovo dello stesso parere, la filosofia è un modo personale e raramente oggettivo di vedere le cose, l'ultimo filosofo che ha dimostrato un aspetto oggettivo ed universale di vedere le cose risale a marx, ma di ragionamento razionale perme solo Aristotele, Platone, Socrate e Seneca. Ho la netta impressione che piu si avvicina la fine della propria vita e maggiore è la tendenza di cercare una spiegazione di che cazzo è successo nel passato. La domanda che farei a questo professore è perché lei sta facendo questo discorso? Cosa spera che accada dopo che lei mostra il suo modo di pensare. Scusate se urterò i sentimenti di qualcuno ma per me la filosofia è il nulla e quello che hanno fatto Aristotele e compagnia cantante non è filosofia ma puro ragionamento razionale che nel corso di millenni si è trasformato in principio della logica, regole sociali e psicologia. Oggi la filosofia serve a ben poco se non a capire un millesimo della personalità altrui.
Gabriele Barbaraci
"quello che hanno fatto Aristotele non è Filosofia ma puro pensiero razionale", guarda che il pensiero razionale è nato con la filosofia, e la filosofia nasce con il sorgere della razionalità e del pensiero logico (per logico non si intende in senso moderno matematico). La filosofia non è becero opinionismo intellettuale. La filosofia è stato l'evento più deciso dell'evoluzione dell'uomo
La filosofía non serve a niente perché innanzi tutto non é una serva.
inizierei col leggere qualcosa di Severino prima di fare domande di così piccola portata
@@maurizio97 ma fammi u piaciri!!!!
Molto più interessanti Platone, Aristotele, Agostino, Seneca, Cicerone...
Legga Severino, prima di proferire bestialità. E lasci stare la competenza degli adepti...come li definisce lei. Potrebbe avere amare sorprese.
Le bestialità da lei proferite, stanno nel suo aprioristico irridere verso gli "adepti" di Severino. Non è il caso da parte sua di ciurlare nel manico e di vantarsene: non è il primo e non sarà nemmeno l'ultimo. Molti adepti della setta anti-severiniana ( lei ne è fulgido esempio), si sentono in dovere di motteggiare coloro che, invece, si dichiarano non seguaci, ma ascoltatori e lettori di un pensiero che - sia condiviso o meno - rappresenta un'immensa esperienza culturale.
Posso assicurarle che il suo invito, così puntuale, è del tutto superfluo. Anche in questo caso, mi duole doverle far notare che in lei alberga una tara di fondo: lei, suppone. Suppone che io (come i fantomatici adepti severiniani...o seguaci veda lei, questi sono suoi fantasmi personali) la filosofia antica, medievale ecc, non l'abbia letta. Ebbene, continui pure a supporre.
MrApeiron1 madonna come scrivi male
La violenza in nome di Dio? E della violenza in nome della ragione?? Di questa non si parla...?? Fate proprio pena; con le vostre ruote del mulino che continuano a girare incessantemente, senza produrre mai farina!!! PM. 26/12/2020
Di farina ce n'è tanta (Severino), il problema è che il mulino (la gente) continua a girare a vuoto.
Guardi che il Nostro non risparmia affatto la violenza che deriva dalla ragione, o come dice Severino, dal divenire.
"il si sia il si, il no sia il no, tutto ciò che è nel mezzo è del demonio"
..giudicate un po' voi
Mio dio Che mente meravigliosa maestro ❤
cazz da informatico dico: CHE NOIA