Quindi Dio pensa e ama se stesso, e nel farlo stabilisce una dualità tra pensante/amante e pensato/amato, che sono rispettivamente il Padre e il Figlio. Poi il Figlio pensa e ama il Padre e questo rapporto biunivoco eterno, che è poi il pensiero e l'amore, è lo Spirito Santo. Ho capito bene? La cosa inoltre mi ricorda vagamente il pensiero di pensiero di Aristotele, in questo caso immagino che l'ispirazione ci sia stata, o sbaglio? Grazie
Sì mi pare tu abbia afferrato il punto. Mi pare tuttavia che l'ispirazione più che aristotelica sia plotiniana: quando Plotino parla dell'emanazione del nous dall'uno non dice cose così differenti. D'altronde al tempo di Dante Aristotele era ricevuto in modo fortemente mediato dal neoplatonismo arabo.
Però sappiamo che l'effetto è sempre in successione temporale rispetto alla causa; va da sé che un Dio creatore e al contempo eterno-infinito-assoluto, non è logicamente ammissibile. .. per tenerla corta, poiché ci sono molte altre incongruenze quando si parla di Dio in un'ottica Teista.
Col neoscolastico Bontadini direi: la Trascendenza di Dio è un Dogma tanto quanto la Trascendenza del così detto Mondo *"Esterno"* al Pensiero di chi lo pensa... ed anche il nostro Prossimo inteso come AutoCoscienza *"Esterna"* alla nostra è un altro Dogma Traacendente come capì Levinas in Totalità ed OO (se ben ricordo)
Quindi Dante starebbe descrivendo Dio come l'Assoluto hegeliano che ha sia bisogno della dialettica per porsi come tale( esistere), sia di ontologizzare come Persone distinte in sé stesso, cioè nella sua stessa natura( perché poi?)degli attributi umani quali la Ragione, la Volontà e l'Amore per manifestarsi sia a sé stesso che al creato (essenza)?
Non arriverei a paragonare il discorso trinitario all'hegelismo (semmai quest'ultimo alla divisione della natura posta a tema da Scoto Eriugena). Hegel non arriverebbe mai a concedere ciò che Dante sostiene: che la "sostanza assoluta" ha un corpo, una biografia, si muove in coordinate geografiche, è generato da un corpo. Certo il movimento dialettico, che Dante indubbiamente ricava dal neoplatonismo e, dunque, dal Sofista e dal Parmenide platonici, ha diverse cose in comune con le dinamiche prospettate da Hegel.
@@fenomenologicamente Molto gentile Paolo, grazie per la risposta. La mia domanda un po' provocatoria era proprio in riferimento al movimento dialettico. Ti ringrazio per le interessanti e stimolanti riflessioni che porti.
@@fenomenologicamente San Tommaso dice che Eternità non è un tempo OO bensì è Simultaneità... quindi è Immobilità... quindi se fosse coerente, per me, San Tommaso dovrebbe dire che il Dio Trinitario ed Eterno è una Dialettica Immobile... non Dinamica come Hegel
Mi permetto a latere dell ottimo video che più che perizia teologica quella di Dante è geniale perizia gnostica del Trismegisto in salsa aristotelico-tomista.
Direi proprio no! Dante è un cultore del corpo, ed assolutizza l'accidentalità empirica, dandogli una dignità assoluta; gli gnostici rifuggono la carne! Certo, io conosco gli gnostici per via plotiniana; forse non sono ciò che Plotino dice loro...
Basta osservare la struttura della commedia per capire la sua natura ermetico-alchimica... l'opera dantesca è palesemente un testo anticattolico, seppur mascherato da tale... un testo che non potendo essere censurato è stato accettato e spiegato nella teologia cattolica, il cui vero significato misterico-ermetico però può essere scorto nel velame dei versi strani dell'Alighieri da chiunque abbia un minimo di conoscenza dell'argomento.
@@psyclubccdicono che Dante fosse adepto dei Fedeli dell'Amore... una sorta di setta mistica che sostiene de facto inconoscibilità di Dio... con richiami a Gnostici e Templari... dicono che alla fin fine Dante nel Paradiso accompagnato da San Bernardo di Chiaravalle de facto metta in seconda serie Tommaso = Razionalità Naturale Finita...
Alla base c'è il declino della situazione tradizionale in occidente. L’élite templare, rappresentata dalla Fede Santa, rimaneva l’unico baluardo intellettuale per le vie iniziatiche della cristianità. Tuttavia la continua minaccia di persecuzioni stava spingendo i Fedeli d’Amore ad assumere posizioni sempre più critiche nei confronti dell’Autorità Spirituale, erroneamente identificata con il papato corrotto (Morte Villana). Questo non era ciò che Dante, Imperator dell’esoterismo cattolico, dall’alto della sua sapienza, considerava essere la soluzione alla grave crisi della tradizione occidentale. Il suo disegno o, meglio, la sua missione, lo spingeva a una azione di riparazione da effettuare in due tempi: in primis restaurare la potenza e il prestigio dell’Impero, stroncando le pretese al dominio temporale perseguito dal papato;riportare nei loro confini naturali le ambizioni indipendentiste dei Re nazionali; restaurare i legittimi governi aristocratici nelle città e nelle ville, sottraendo queste ultime alle avide e invadenti amministrazioni della nascente borghesia. In seguito, una volta realizzato questo progetto, sarebbe stato compito della Fede Santa riempire il vuoto spirituale installato nel cuore della Chiesa. Per essere precisi, Dante era pronto a trasmettere la sua Santa Sapienza (Beatrice) alle gerarchie ecclesiastiche al fine di raddrizzare la Chiesa. Così avrebbe restaurato un’autentica Autorità Spirituale al posto di quella forma priva di contenuto a cui s’era ridotta la Chiesa, da cui si poteva produrre ogni deviazione. Se alcuni Fedeli d’Amore di scarsa comprensione non avessero inteso seguirlo in questa impresa, egli era pronto a “fare parte per se stesso” e proseguire da solo...
Grazie di questo breve ma interessante video. A mio avviso la parola "persona" è quanto di più sbagliato si possa usare per cercare di orientarci sulla Trinità. Persona, maschera, non credo si addica alla Sostanza di Dio Uno e Trino. Anche se qualsiasi definizione di Dio rimane comunque inadeguata. Per quanto riguarda la corporeità, la considero la conseguenza di una disarmonia, un crollo e una densificazione di energie., conseguente ad un atro di ribellione delle creature spirituali. Il Cristo, necessità di Esempio, per una umanità che deve imparare come vivere la vita di tempo per riconquistare la Meta, lanriunifucazione in solo Spirito con Dio. Nessuna resurrezione dei corpi, o paradisi antropomorfi.
"Persona" traduce il termine plotiniano "ipostasi", a sua volta riconducibile alle "ipotesi" della seconda parte del Parmenide platonico: tre ipostasi, un'unica ousia. Ipostasi è in Plotino l'emanazione; così la Persona del figlio emana dal Padre e lo Spirito spira eternamente dalla prima verso la seconda, dalla seconda verso la prima.
La parola "persona" la trovo invece adeguata, in quanto il Dio di stampo Teista è una mascheratura per l'Assoluto che la mente si immagina, al fine di poterlo pensare, meditare, pregare, ecc.; qualcosa di molto simile avviene a livello microcosmico, dove l'intuizione del Sè Assoluto della natura essenziale di Esistenza-Coscienza (tale intuizione è quella primordiale "io esisto, io sono cosciente) viene "mascherata" dalla mente in "io sono così e così".. la mascheratura, in questo caso, è l'illusorio senso dell'io. E difatti ci riferiamo a questa illusoria individualità con il termine "persona".
@@fenomenologicamente secondo quale criterio si è tradotto "ipostasi" con "persona"; non ha molto senso a mio parere. Da quanto mi è stato possibile constatare in una brevissima ricerca, il termine greco in questione è proprio πρόσωπον, persona, e non ipostasi, ὑπόστᾱσις.
@@Siddhanta8905 è proprio perché è una maschera che è, a mio modesto avviso, inadeguata e non coglie l'Essenza né la Sostanza dell'Assoluto. Dio non è un Ente, né un Essere fisso collocabile o visibile, in un dove e in un quando, pur essendo sia in ogni dove che in ogni tempo, (immanente) ma anche sempre Oltre (Trascendente): è per me Vita, Potenza, Amore, Giustizia, Sapienza, Uno e Trino, da sempre.
@@AndreaSguinzi è proprio questo il punto Andrea; la mente, per estensione l'individualità, non può cogliere l'Assoluto. Quando ci si appella alla Metafisica, il primo problema da affrontare è se si possa conoscere l'Assoluto, il che è comunque un'impostazione fallace, poiché da credito all'errore che debba essere l'individuo a conoscere l'Assoluto; il relativo non può conoscere l'Assoluto. Quando dici che Dio è giustizia, sapienza, ecc., stai proiettando sull'Assoluto della categorie che corrispondono alle nostre componenti individuali, per creare qualcosa che c'è permesso immaginare, ma che non è l'Assoluto in quanto tale, poiché l'Assoluto in quanto tale è impensabile, indeterminato. Giusto e sapiente sono delle categorie intellettuali. Ora, tu ti sei ritagliato queste particolari caratteristiche per rappresentare nella tua mente l'Assoluto (che non lo è un quanto tale), mentre qualcun altro potrebbe dire che è grande, o altissimo, che sono determinazioni spaziali, oppure potrebbero adottare categorie emotive, e immaginare l'Assoluto come buono, misericordioso, ma anche vendicativo, e quant altro. Bisogna quindi ammettere che questo Dio di cui parli, non è l'Assoluto in quanto tale.
NULLA da dire: come Dentista sei al top... mia impressione è che il Sommo Poeta abbia sempre tentato di Mediare tra le 2 anime in Lotta nella Chiesa... Tomisti (si può dire parecchia roba su Dio) e Francescani... il fatto che nella tappa finale si faccia accompagnare da San Bernardo di Chiaravalle (cistercense ma neoplatonico Agostiniano) mi fa immaginare che però alla fine Dante propenda per la Fede sopra la Teologia. Ed anche in questi versi mi pare che de facto dica che Dio è Inconoscibile con quel "sola t'intendi"... o per lo meno al di là delle sue intenzioni così la interpreto ... in somma la Summa alla fine forse è da buttare nella pula come ammise San Tommaso prima di morire...
In Paradiso XXVI, 25 e seguanti Dante fa un sillogismo per spiegare perché è bene andare verso Dio; poco dopo (versi 46 e seguenti) San Giovanni gli dice: bene, ora dimmi la verità: perché si va verso Dio? E allora Dante dice: non certo per via delle "prove" (cioè dei sillogismi), ma per "altre corde", che sono le corde dell'esperienza d'amore. Quindi sì, sono d'accordo con te: Dante predilige l'esperienza d'amore ai "concetti mortali", che non portano da nessuna parte. Dante è poco logico e molto fenomenologo; d'altronde lo stesso Dante nella Commedia dice che è il diavolo ad essere "loico"!
@@fenomenologicamenteanche il fatto che metta pure la Pura Beatrice, non solo Virgilio e Tommaso, dopo San Bernardo rafforza la tesi dell'Amore Mistico sopra ogni cosa alla San Paolo
Capisco che è come dire "il re è nudo", ma è certissimo che non esiste nessuna trinità. Non vi è alcun dubbio di ciò perché esiste un SUPERTESTIMONE: Gesù Cristo. Se Gesù facesse parte di una trinità, Lui ci direbbe più volte nei vangeli "Dio è trino, mi trovo insieme con il Padre e lo Spirito Santo". Nulla di tutto questo accade, al contrario Gesù ci dice e RIPETE in modo chiarissimo di trovarsi SOLAMENTE CON IL PADRE, per es. "32Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma IO NON SONO SOLO PERCHE' IL PADRE E' CON ME." Cioè senza il Padre Gesù SAREBBE SOLO, insomma questo vuol dire che sono solo in DUE: Padre e Figlio: Gesù non si trova in una trinità ma solamente con il Padre. Non è stato capito che lo Spirito di Dio (Spirito Santo) è lo stesso Dio che è uno spirito (Giov. 4:24). Non esistono DUE SPIRITI (lo "Spirito di Dio" e "Dio che è uno Spirito"), si tratta dello lo STESSO UNICO SPIRITO, cioè nessuna terza persona esiste. Dante faceva benissimo a dire che la trinità esiste altrimenti avrebbe probabilmente fatto una brutta fine.
La trinità non è una cosa, dunque non ha senso dire che esiste o che non esiste. La trinità è l'apertura d'amore che attraversa ogni persona. Ovviamente Gesù non può parlare di trinità perché non ha letto il Sofista platonico, dunque non ha gli strumenti concettuali per parlarne. La trinità è una elaborazione teorica di chi, a partire da Sofista 247d-e e dalla lettura plotiniana della seconda parte del Parmenide, hanno potuto concepirla, con mille travagli. Dante ha ragione a dire che la trinità (l'amore) la si fa, più che pensarla.
@@fenomenologicamente "La trinità non è una cosa, dunque non ha senso dire che esiste o che non esiste." Questo concetto mi giunge nuovo: non sapevo che si potesse solamente parlarle dell'esistenza delle cose e non dell'esistenza di altro, dell'esistenza di Dio, per esempio...
VOLENDO LE CITAZIONI BIBBLICHE NEL VANGELO SPIRITUALE (UN PÒ GNOSTICO PARE) di Giovanni ci sono. Giovanni 1:1 "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio" Giovanni 10:30 dove Gesù dice "Io e il Padre siamo uno" Giovanni 17:11 "affinché siano uno, come noi siamo uno"
@@fenomenologicamentela differenza tra Essere ed Esistenza fu già in San Tommaso... ma anche il logico filosofo Meinong diceva che il "cerchio quadrato" (ente impossibile) È ma non Esiste... la differenza Ontologica tra il Sein di un oggetto e il suo esistere Existieren (nella nostra mente tutto ciò che pensiamo È)
Quindi Dio pensa e ama se stesso, e nel farlo stabilisce una dualità tra pensante/amante e pensato/amato, che sono rispettivamente il Padre e il Figlio. Poi il Figlio pensa e ama il Padre e questo rapporto biunivoco eterno, che è poi il pensiero e l'amore, è lo Spirito Santo. Ho capito bene? La cosa inoltre mi ricorda vagamente il pensiero di pensiero di Aristotele, in questo caso immagino che l'ispirazione ci sia stata, o sbaglio? Grazie
Sì mi pare tu abbia afferrato il punto. Mi pare tuttavia che l'ispirazione più che aristotelica sia plotiniana: quando Plotino parla dell'emanazione del nous dall'uno non dice cose così differenti. D'altronde al tempo di Dante Aristotele era ricevuto in modo fortemente mediato dal neoplatonismo arabo.
@@fenomenologicamente chiaro, grazie mille
Però sappiamo che l'effetto è sempre in successione temporale rispetto alla causa; va da sé che un Dio creatore e al contempo eterno-infinito-assoluto, non è logicamente ammissibile.
.. per tenerla corta, poiché ci sono molte altre incongruenze quando si parla di Dio in un'ottica Teista.
A me sembra che talvolta i video che faccio non vengano manco ascoltati (o sono io che non sono in grado di spiegarmi)...
1:15 3:20 4:02 5:40 9:24 10:25 sei sicuro di averlo ascoltato tu?
Dio è corpo anzitutto smarrito. Questo è per il cristiano, è questo che alimenta la Nuova Alleanza.
Col neoscolastico Bontadini direi: la Trascendenza di Dio è un Dogma tanto quanto la Trascendenza del così detto Mondo *"Esterno"* al Pensiero di chi lo pensa... ed anche il nostro Prossimo inteso come AutoCoscienza *"Esterna"* alla nostra è un altro Dogma Traacendente come capì Levinas in Totalità ed OO (se ben ricordo)
@@fenomenologicamente non metto in discussione quello che credono i cristiani, ma discuto l'aderenza alla realtà del contenuto del loro credere.
Quindi Dante starebbe descrivendo Dio come l'Assoluto hegeliano che ha sia bisogno della dialettica per porsi come tale( esistere), sia di ontologizzare come Persone distinte in sé stesso, cioè nella sua stessa natura( perché poi?)degli attributi umani quali la Ragione, la Volontà e l'Amore per manifestarsi sia a sé stesso che al creato (essenza)?
Non arriverei a paragonare il discorso trinitario all'hegelismo (semmai quest'ultimo alla divisione della natura posta a tema da Scoto Eriugena). Hegel non arriverebbe mai a concedere ciò che Dante sostiene: che la "sostanza assoluta" ha un corpo, una biografia, si muove in coordinate geografiche, è generato da un corpo. Certo il movimento dialettico, che Dante indubbiamente ricava dal neoplatonismo e, dunque, dal Sofista e dal Parmenide platonici, ha diverse cose in comune con le dinamiche prospettate da Hegel.
@@fenomenologicamente Molto gentile Paolo, grazie per la risposta. La mia domanda un po' provocatoria era proprio in riferimento al movimento dialettico. Ti ringrazio per le interessanti e stimolanti riflessioni che porti.
@@fenomenologicamente San Tommaso dice che Eternità non è un tempo OO bensì è Simultaneità... quindi è Immobilità... quindi se fosse coerente, per me, San Tommaso dovrebbe dire che il Dio Trinitario ed Eterno è una Dialettica Immobile... non Dinamica come Hegel
Mi permetto a latere dell ottimo video che più che perizia teologica quella di Dante è geniale perizia gnostica del Trismegisto in salsa aristotelico-tomista.
Direi proprio no! Dante è un cultore del corpo, ed assolutizza l'accidentalità empirica, dandogli una dignità assoluta; gli gnostici rifuggono la carne! Certo, io conosco gli gnostici per via plotiniana; forse non sono ciò che Plotino dice loro...
Basta osservare la struttura della commedia per capire la sua natura ermetico-alchimica... l'opera dantesca è palesemente un testo anticattolico, seppur mascherato da tale... un testo che non potendo essere censurato è stato accettato e spiegato nella teologia cattolica, il cui vero significato misterico-ermetico però può essere scorto nel velame dei versi strani dell'Alighieri da chiunque abbia un minimo di conoscenza dell'argomento.
@@psyclubccdicono che Dante fosse adepto dei Fedeli dell'Amore... una sorta di setta mistica che sostiene de facto inconoscibilità di Dio... con richiami a Gnostici e Templari... dicono che alla fin fine Dante nel Paradiso accompagnato da San Bernardo di Chiaravalle de facto metta in seconda serie Tommaso = Razionalità Naturale Finita...
@@fenomenologicamente O voi ch’avete l’intelletti sani
mirate la dottrina che s’asconde.
sotto ‘l velame de li versi strani.
(Inferno, IX. 61-63)
Alla base c'è il declino della situazione tradizionale in occidente. L’élite templare, rappresentata dalla Fede Santa, rimaneva l’unico baluardo intellettuale per le vie iniziatiche della cristianità. Tuttavia la continua minaccia di persecuzioni stava spingendo i Fedeli d’Amore ad assumere posizioni sempre più critiche nei confronti dell’Autorità Spirituale, erroneamente identificata con il papato corrotto (Morte Villana).
Questo non era ciò che Dante, Imperator dell’esoterismo cattolico, dall’alto della sua sapienza, considerava essere la soluzione alla grave crisi della tradizione occidentale. Il suo disegno o, meglio, la sua missione, lo spingeva a una azione di riparazione da effettuare in due tempi: in primis restaurare la potenza e il prestigio dell’Impero, stroncando le pretese al dominio temporale perseguito dal papato;riportare nei loro confini naturali le ambizioni indipendentiste dei Re nazionali; restaurare i legittimi governi aristocratici nelle città e nelle ville, sottraendo queste ultime alle avide e invadenti amministrazioni della nascente borghesia. In seguito, una volta realizzato questo progetto, sarebbe stato compito della Fede Santa riempire il vuoto spirituale installato nel cuore della Chiesa. Per essere precisi, Dante era pronto a trasmettere la sua Santa Sapienza (Beatrice) alle gerarchie ecclesiastiche al fine di raddrizzare la Chiesa. Così avrebbe restaurato un’autentica Autorità Spirituale al posto di quella forma priva di contenuto a cui s’era ridotta la Chiesa, da cui si poteva produrre ogni deviazione. Se alcuni Fedeli d’Amore di scarsa comprensione non avessero inteso seguirlo in questa impresa, egli era pronto a “fare parte per se stesso” e proseguire da solo...
Grazie di questo breve ma interessante video. A mio avviso la parola "persona" è quanto di più sbagliato si possa usare per cercare di orientarci sulla Trinità. Persona, maschera, non credo si addica alla Sostanza di Dio Uno e Trino. Anche se qualsiasi definizione di Dio rimane comunque inadeguata. Per quanto riguarda la corporeità, la considero la conseguenza di una disarmonia, un crollo e una densificazione di energie., conseguente ad un atro di ribellione delle creature spirituali. Il Cristo, necessità di Esempio, per una umanità che deve imparare come vivere la vita di tempo per riconquistare la Meta, lanriunifucazione in solo Spirito con Dio. Nessuna resurrezione dei corpi, o paradisi antropomorfi.
"Persona" traduce il termine plotiniano "ipostasi", a sua volta riconducibile alle "ipotesi" della seconda parte del Parmenide platonico: tre ipostasi, un'unica ousia. Ipostasi è in Plotino l'emanazione; così la Persona del figlio emana dal Padre e lo Spirito spira eternamente dalla prima verso la seconda, dalla seconda verso la prima.
La parola "persona" la trovo invece adeguata, in quanto il Dio di stampo Teista è una mascheratura per l'Assoluto che la mente si immagina, al fine di poterlo pensare, meditare, pregare, ecc.; qualcosa di molto simile avviene a livello microcosmico, dove l'intuizione del Sè Assoluto della natura essenziale di Esistenza-Coscienza (tale intuizione è quella primordiale "io esisto, io sono cosciente) viene "mascherata" dalla mente in "io sono così e così".. la mascheratura, in questo caso, è l'illusorio senso dell'io. E difatti ci riferiamo a questa illusoria individualità con il termine "persona".
@@fenomenologicamente secondo quale criterio si è tradotto "ipostasi" con "persona"; non ha molto senso a mio parere. Da quanto mi è stato possibile constatare in una brevissima ricerca, il termine greco in questione è proprio πρόσωπον, persona, e non ipostasi, ὑπόστᾱσις.
@@Siddhanta8905 è proprio perché è una maschera che è, a mio modesto avviso, inadeguata e non coglie l'Essenza né la Sostanza dell'Assoluto. Dio non è un Ente, né un Essere fisso collocabile o visibile, in un dove e in un quando, pur essendo sia in ogni dove che in ogni tempo, (immanente) ma anche sempre Oltre (Trascendente): è per me Vita, Potenza, Amore, Giustizia, Sapienza, Uno e Trino, da sempre.
@@AndreaSguinzi è proprio questo il punto Andrea; la mente, per estensione l'individualità, non può cogliere l'Assoluto. Quando ci si appella alla Metafisica, il primo problema da affrontare è se si possa conoscere l'Assoluto, il che è comunque un'impostazione fallace, poiché da credito all'errore che debba essere l'individuo a conoscere l'Assoluto; il relativo non può conoscere l'Assoluto. Quando dici che Dio è giustizia, sapienza, ecc., stai proiettando sull'Assoluto della categorie che corrispondono alle nostre componenti individuali, per creare qualcosa che c'è permesso immaginare, ma che non è l'Assoluto in quanto tale, poiché l'Assoluto in quanto tale è impensabile, indeterminato. Giusto e sapiente sono delle categorie intellettuali. Ora, tu ti sei ritagliato queste particolari caratteristiche per rappresentare nella tua mente l'Assoluto (che non lo è un quanto tale), mentre qualcun altro potrebbe dire che è grande, o altissimo, che sono determinazioni spaziali, oppure potrebbero adottare categorie emotive, e immaginare l'Assoluto come buono, misericordioso, ma anche vendicativo, e quant altro.
Bisogna quindi ammettere che questo Dio di cui parli, non è l'Assoluto in quanto tale.
Parametrazione metafisica del primordiale logos in Demetra
Me la spieghi questa?
NULLA da dire: come Dentista sei al top... mia impressione è che il Sommo Poeta abbia sempre tentato di Mediare tra le 2 anime in Lotta nella Chiesa... Tomisti (si può dire parecchia roba su Dio) e Francescani... il fatto che nella tappa finale si faccia accompagnare da San Bernardo di Chiaravalle (cistercense ma neoplatonico Agostiniano) mi fa immaginare che però alla fine Dante propenda per la Fede sopra la Teologia. Ed anche in questi versi mi pare che de facto dica che Dio è Inconoscibile con quel "sola t'intendi"... o per lo meno al di là delle sue intenzioni così la interpreto ... in somma la Summa alla fine forse è da buttare nella pula come ammise San Tommaso prima di morire...
In Paradiso XXVI, 25 e seguanti Dante fa un sillogismo per spiegare perché è bene andare verso Dio; poco dopo (versi 46 e seguenti) San Giovanni gli dice: bene, ora dimmi la verità: perché si va verso Dio? E allora Dante dice: non certo per via delle "prove" (cioè dei sillogismi), ma per "altre corde", che sono le corde dell'esperienza d'amore. Quindi sì, sono d'accordo con te: Dante predilige l'esperienza d'amore ai "concetti mortali", che non portano da nessuna parte. Dante è poco logico e molto fenomenologo; d'altronde lo stesso Dante nella Commedia dice che è il diavolo ad essere "loico"!
@@fenomenologicamenteanche il fatto che metta pure la Pura Beatrice, non solo Virgilio e Tommaso, dopo San Bernardo rafforza la tesi dell'Amore Mistico sopra ogni cosa alla San Paolo
Capisco che è come dire "il re è nudo", ma è certissimo che non esiste nessuna trinità. Non vi è alcun dubbio di ciò perché esiste un SUPERTESTIMONE: Gesù Cristo. Se Gesù facesse parte di una trinità, Lui ci direbbe più volte nei vangeli "Dio è trino, mi trovo insieme con il Padre e lo Spirito Santo". Nulla di tutto questo accade, al contrario Gesù ci dice e RIPETE in modo chiarissimo di trovarsi SOLAMENTE CON IL PADRE, per es. "32Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma IO NON SONO SOLO PERCHE' IL PADRE E' CON ME." Cioè senza il Padre Gesù SAREBBE SOLO, insomma questo vuol dire che sono solo in DUE: Padre e Figlio: Gesù non si trova in una trinità ma solamente con il Padre. Non è stato capito che lo Spirito di Dio (Spirito Santo) è lo stesso Dio che è uno spirito (Giov. 4:24). Non esistono DUE SPIRITI (lo "Spirito di Dio" e "Dio che è uno Spirito"), si tratta dello lo STESSO UNICO SPIRITO, cioè nessuna terza persona esiste. Dante faceva benissimo a dire che la trinità esiste altrimenti avrebbe probabilmente fatto una brutta fine.
La trinità non è una cosa, dunque non ha senso dire che esiste o che non esiste. La trinità è l'apertura d'amore che attraversa ogni persona. Ovviamente Gesù non può parlare di trinità perché non ha letto il Sofista platonico, dunque non ha gli strumenti concettuali per parlarne.
La trinità è una elaborazione teorica di chi, a partire da Sofista 247d-e e dalla lettura plotiniana della seconda parte del Parmenide, hanno potuto concepirla, con mille travagli. Dante ha ragione a dire che la trinità (l'amore) la si fa, più che pensarla.
@@fenomenologicamente
"La trinità non è una cosa, dunque non ha senso dire che esiste o che non esiste." Questo concetto mi giunge nuovo: non sapevo che si potesse solamente parlarle dell'esistenza delle cose e non dell'esistenza di altro, dell'esistenza di Dio, per esempio...
Allora consiglio la lettura della Dialettica trascendentale di Kant, o di Heidegger. Insegnano questo punto insistentemente.
VOLENDO LE CITAZIONI BIBBLICHE NEL VANGELO SPIRITUALE (UN PÒ GNOSTICO PARE) di Giovanni ci sono.
Giovanni 1:1 "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio"
Giovanni 10:30 dove Gesù dice "Io e il Padre siamo uno"
Giovanni 17:11 "affinché siano uno, come noi siamo uno"
@@fenomenologicamentela differenza tra Essere ed Esistenza fu già in San Tommaso... ma anche il logico filosofo Meinong diceva che il "cerchio quadrato" (ente impossibile) È ma non Esiste... la differenza Ontologica tra il Sein di un oggetto e il suo esistere Existieren (nella nostra mente tutto ciò che pensiamo È)