Grande! Belle notizie, sono felice di averti sentito. Urania è la SCI-FI italiana. Anche proporre nella collana grandi autori con opere magari già uscite con Delos in digitale. Mi viene in mente Stefano Pantalone con Sciame, per esempio.
Secondo noi, è sicuramente un passo nella direzione giusta, ma rischia di essere solo un modo per rimandare il problema principale. Sarebbe bello arrivare un giorno a un equilibrio più netto tra autori italiani e stranieri, magari un rapporto 1:1, invece dell’attuale 1:3. Concordiamo sul fatto che in Italia esista una certa esterofilia: molti lettori tendono a preferire autori stranieri, spesso per una percezione di maggiore qualità. Tuttavia, riteniamo che questo non sia il vero problema che affligge Urania. La questione principale non è l’esterofilia, ma piuttosto la capacità di intercettare e coinvolgere i lettori, indipendentemente dalla nazionalità degli autori. A nostro avviso, e come già detto da molti altri professionisti, Urania soffre di problemi strutturali legati alla sua posizione sul mercato: una distribuzione limitata principalmente alle edicole, la difficoltà a raggiungere nuove generazioni di lettori e un’assenza di strategie di marketing moderne. Il mercato editoriale è profondamente cambiato, e la promozione non può più basarsi solo sulla storicità del marchio. Ci sono tutti i mezzi per trasformare Urania in un punto di riferimento per la fantascienza, ma per farlo bisogna investire in una presenza digitale attiva, una distribuzione accessibile e campagne di promozione mirate. Un’altra riflessione riguarda le piccole case editrici indipendenti che pubblicano fantascienza in Italia. Nonostante numeri di vendita più contenuti, queste realtà hanno dimostrato di saper costruire comunità solide e appassionate. Purtroppo, da alcuni suoi interventi, sembra snobbare queste esperienze proprio perché “fanno pochi numeri”. Noi crediamo, invece, che il vero valore non stia nei volumi, ma nel bacino di lettori che queste case editrici riescono a coltivare. Se Urania avviasse collaborazioni con loro, potrebbe accedere a questi bacini e contribuire a creare un ecosistema virtuoso per il genere. Invece di concentrarsi su ciò che non funziona o su chi “non legge”, pensiamo sia più costruttivo analizzare come costruire un ponte tra Urania e un pubblico potenziale che già esiste. Il pubblico è ricettivo, ma bisogna saperlo raggiungere nel modo giusto.
Grazie per aver lasciato il vostro parere. Purtroppo, come tanti altri, credo non abbiate centrato il vero focus. Non si tratta del "problema che affligge Urania". Urania non c'entra. O almeno, c'entra solo in parte. Il problema riguarda il fatto, per esempio, che anche grandi autori internazionali con cognome italiano, quando pubblicati in libreria - non solo in Urania - fanno registrare dei veri e propri crolli delle vendite. Allo stesso modo gli autori italiani di sf pubblicati in LIBRERIA hanno sempre fatto registrare pessimi dati di vendita, scontrandosi con la diffidenza dei lettori, con quel vasto pubblico che non appartiene alla comunità degli appassionati di SF (che in proporzione sono molto pochi) e che può fare la differenza, quando si tratta di opere pubblicate da grandi editori. Anche Valerio Evangelisti ci è passato, scontrandosi con questa diffidenza che lo ha costretto a seguire altre strade narrative, pur di dimostrare agli editori che era in grado di reggere i volumi di vendita previsti nelle collane librarie. Valerio era ben conosciuto dagli appassionati di SF, aveva un folto numero di fan, che però erano troppo pochi per poter reggere l'impatto con il vasto pubblico generico a cui si rivolgono i grandi editori. Quindi il problema non affligge Urania, ma tutto il mondo editoriale, che quando pubblica stranieri non ha problemi e fa registrare buoni numeri, ma quando pubblica italiani riceve proteste da parte dei lettori (che ci scrivono che sottraiamo spazio ad autori internazionali importanti per darlo agli italiani) e un considerevole calo nelle vendite. Urania fa parte del meccanismo, certo, ma la soluzione non può arrivare solo da Urania. Per quanto riguarda il discorso che fate con la piccola editoria... be', dire a me che la snobbo è abbastanza ridicolo. Informatevi meglio e scoprirete che una delle piccole che editrici più attive nel mondo della SF mi appartiene, per cui non solo conosco bene quel mondo, ma contribuisco ad alimentarlo con mille iniziative. E sul fatto di creare ponti con la piccola editoria come dite, se significa in soldini che Urania dovrebbe pubblicare autori provenienti da quel mondo... be', questo già succede, basta guardare chi pubblica Urania e scoprirete che sono autori che hanno una vivace attività anche con la piccola editoria. Dopodiché, se mi spiegate cosa significa per voi "creare ponti", magari ci ragioniamo sopra e se ci sono idee valide io non mi tiro certo indietro. Ma devono essere idee non per arrivare a pubblicare più autori italiani, ma per fare in modo che ci siano più lettori capaci di apprezzare gli autori italiani. Insomma, si continua a puntare il dito contro Urania, senza capire che la questione è molto più ampia, molto più complessa. Urania sarebbe ancora più in salute se smettesse di pubblicare italiani, sono io che mi ostino a farlo perché credo siano bravi e meritino l'attenzione dei lettori. D'altra parte, sono l'editor di Urania che ha pubblicato più autori italiani nella storia della collana, fra romanzi e racconti, che in pochi anni ha realizzato più antologie italiane di quante se ne siano mai viste nei primi sessant'anni di vita di Urania, l'editor che ha dato più spazio alle autrici italiane di SF, basandomi solo sul merito. Dopodiché, io non mi tiro indietro e cerco concretamente di fare qualcosa. In questo video ho dato delle idee, altre ne ho in mente. Se però le critiche che continuano a piovermi addosso sono che non mi preoccupo di risolvere i "problemi che affliggono Urania", allora non andiamo da nessuna parte.
Concordo con @scriptablog. I lettori di Urania sono esterofili, vero, ma ci sono degli innegabili problemi a monte, che si aggraveranno con la progressiva scomparsa delle edicole (che stanno chiudendo in massa) e con l'evoluzione degli strumenti di promozione.
@@SCUOLADISCRITTURAil lettore italiano (di qualunque genere, anche se la SF ne risente più di altri) va educato ad apprezzare gli italiani. Forse la soluzione potrebbe essere qualcosa di simile ai "libri al buio" che vengono venduti nelle librerie impachettati, con la recensione di un lettore fuori e o delle parole chiave per capire di cosa parla e se può piacerti. Immaginiamo di creare una collana (o dei numeri speciali) con una cover senza nome dell'autore, con solo il titolo, potrebbe anche essere estremamente minimalista ed essere di colore unico (viola?) e sulla backcover la quarta di copertina. All'interno della collana potrebbero esserci sia autori italiani che stranieri e il lettore dovrebbero attivamente aprire il libro e cercare le informazioni sull'autore per scoprire chi è. Le prime informazione che riceve sono solo il titolo e la quarta, e da quelle avrebbe la prima impressione. Cosa ne pensa?
@@letizialoi4539 Personalmente apprezzo Forte quando cerca di promuovere gli autori italiani. Trovo sbagliatissimo parlare di "educare ad apprezzare gli autori italiani", gli italiani vanno educati ALLA LETTURA, semmai....
Ottimo, anche se potenzierei la presenza sui social, la collaborazione con qualche book tuber\toker e forse, se possibile, la possibilità di vendere i libri cartacei on line. Grazie comunque per tutto il lavoro svolto, viva la fantascienza italiana, viva Urania!
Non sono un lettore di fantascienza, ma l'argomento mi interessa e lo sto seguendo. Mi permetto di avanzare qualche suggerimento da persona esterna ai lavori, quindi, se dirò qualche castroneria, vibprego di perdonarmi. Innanzi tutto, chi sono i lettori di Urania? Quanti anni hanno in media? Se siamo oltre i 30 anni, secondo me, i gusti e i pregiudizi sono già ben cristallizati e sarà difficile cambiarli. È altresì vero che mano a mano che l'età avanza, il pubblico di riferimento di Urania subirà una progressiva contrazione. Occorre quindi reintegrare dei nuovi lettori più giovani e quindi potenzialmente maggiormente predisposti agli autori italiani e a un'idea di fantascienza meno statica. Per farlo bisogna creare interesse, forse con una grafica più accattivante delle copertine, che nonostante sia storica, per quanto mi riguarda personalmente, non è molto attraente. I giovani frequentano poco le edicole che mi risulta stiano poco a poco scomparendo, quindi valuterei una pubblicazione ondemand (qualora sia possibile, naturalmente) una sorta di edicola digitale in grado di stampare e spedire le copie a ogni ordine, un po' come fa amazon (ci sono alcune riviste indipendenti che fanno così come "racconti dal profondo"). Investire sulla comunicazione social, che sono frequentati sicuramente da molti potenziali clienti. Insomma, per proporre novità non investirei sulla linea storica, che naturalmente deve sopravvivere, quanto piuttosto su una nuova linea rinfrescata e mirata a un pubblico più aperto. Chiedo scusa se mi sono spiegato male o se ho proposto delle idee impraticabili e per gli errori di battitura.
Grazie delle considerazioni, sempre preziose. Purtroppo anche tu pensi che il problema sia Urania, ma non è così, io mi riferivo ad altro. Urania è uno strumento, come tanti, ma la SF italiana non vende nemmeno in libreria, e dunque non è svecchiando Urania che si risolvono i problemi (anche se concordo che questo andrebbe fatto e ci stiamo provando). Il problema è l'esterofilia dei lettori in generale, la cui diffidenza bisognerebbe cercare di scardinare. La proposta che faccio dovrebbe servire a questo scopo, non tanto per Urania (che se smettesse di pubblicare italiani venderebbe molto di più...)
Chi se non Urania deve battersi per gli autori italiani? Personalmente sono molto incuriosito ed invogliato a leggere autori italiani nel genere di Fantascienza. In questi primi giorni di dicembre sono alla ricerca nelle edicole della mia provincia, del Millemondi n.100 e credo che sia un ottimo segnale associare la copertina dorata con un grande narratore italiano. Sono stato molto contento di leggere questa estate Macchine, Ia e Robot tutto italiano e mi è molto piaciuto. A sostegno di questo, proprio ieri ho acquistato una vecchia edizione di Terra di Stefano Benni. Dopotutto è una vita che vado contro corrente
Un consiglio: fate un "Best of the Year" con i migliori racconti italiani dell'anno precedente (apparsi presso tutti gli editori) e curati ogni anno da un personaggio diverso, magari anche non proprio appartenente allo stretto fandom, e magari uno al di sopra delle parti (ad es, sparo un po di nomi a caso, Avoledo, Brizzi, Lagioia, Trevi, Papi etc ma anche Pestriniero, Miglieruolo, Prosperi o Nicolazzini)
@@steverizzo77 - se lo fanno gli americani e gli inglesi da decenni (con successo) non vedo quali siano i problemi - ovviamente vanno retribuiti i curatori e riconosciuti i diritti come ogni prodotto professionale - e se la FS italiana vuole raggiungere un livello anche internazionale non può continuare con il livello dilettantesco dei piccoli editori, dell'autopubblicazione e del faidate ma raggiungere un livello professionale
Ci vorrebbe, forse, anche la pubblicazione di una rivista di fantascienza, con presentazione e analisi di opere di autori italiani, qualche racconto, approfondimenti su autori noti internazionali, tematiche affrontate dagli autori contemporanei. Una sorta di rivista come è Quattroruote ma per la Fantascienza, così da far capire come è ricco e variegato questo mondo, con articoli anche su romanzi pubblicati con altre case editrici. Occorre allargare gli orizzonti, creare e diffondere la cultura di questo meraviglioso genere.
1:45 Questo non lo sapevo proprio. E lo trovo pazzesco. Chissà se capita anche in Finlandia, in Germania ecc. Ovvero se un autore con il cognome finlandese in Finlandia non lo comprano a prescindere.
@@SCUOLADISCRITTURA Sono uno di quei lettori di sf che, dopo aver comprato e letto libri di sf italiana (praticamente quasi solamente quelli pubblicati da Mondadori e, a suo tempo, dalla Libra) non intendo acquistarne altri in quanto non mi sono piaciuti. E' questione di gusti. Una chiosa senza malizia: 14 minuti di filmato ripetendo più e più volte le stesse cose! Ne bastavano 3, a dir tanto. Non è un problema, ovvio, ma...
@@enricazunic2645 Cosa ti aspetteresti da una nazione che parla quasi meglio più l'inglese che l'italiano? Siamo sempre stati esterofili, oggi ancora di più in tempi di villaggio globale (che ovviamente favorisce l'inglese e quindi la cultura anglofona).
Secondo me le antologie sono il mezzo peggiore per promuovere autori italiani. Anche selezione autori italiani che si occupano di hard scifi aiuterebbe. L'ultimo vincitore del premio urania era praticamente un fantasy.
Ognuno ha i suoi gusti, però, dati alla mano, le antologie fatte nel Millemondi hanno sempre venduto di più dei singoli romanzi di autori italiani, per cui possono essere uno strumento utile per la diffusione della SF nazionale. E non si può pubblicare solo hard scifi, perché altrimenti si accontenterebbe solo una parte dei lettori. Bisogna provare a muoversi su tutti i fronti
@@SCUOLADISCRITTURA la tua risposta si basa sull'esperienza e sui dati, quindi non la metto in dubbio. Il mio era un semplice feedback. Quasi tutti gli autori italiani che mi e' capitato di leggere di recente su Urania, sono tendenti al fantasy. Tranne "Lo Spirito di Napa Tei", anche se non credo sia corretto definire "Lars Schlichting" italiano. Ma non mi e' mai capitato di recente un hard scifi di un autore italiano su Urania. Credo sia questo un po' il problema, almeno per me.
@@angus8989 be', su Urania sto pubblicando la serie di Claudio Vastano che, dopo Simbionti con cui ha vinto il premio Urania (che certo non era fantasy, anzi), ha scritto hard scifi molto ben fatta con Aquarius, Scorpius e il prossimo anno Sagittarius. Degli altri premi Urania degli ultimi anni non mi pare che Davide Del Popolo Riolo, Franci Conforti, Elena Di Fazio e Francesca Cavallero abbiano scritto libri tendenti al fantasy. L'unico che può avere questa connotazione è l'ultimo, di Benvenuti, ma rientra nella tradizione di romanzi come Aristoi di Walter Jon Williams. E poi, come detto, bisogna provare ad accontentare un po' tutti, il che te l'assicuro non è facile. Alla fine, qualsiasi cosa si pubblichi c'è sempre qualcuno scontento che si lamenta. Fa parte del gioco. ;-)
@@SCUOLADISCRITTURA Grazie per la risposta. Credo di essere stato sfortunato io allora. Tolta questa controversa questione, voglio comunque esprimere il mio gradiemento per le collane Urania, sopratutto per Jumbo. Sono molto soddisfatto dalle pubblicazioni degli ultimi anni, ottimo lavoro!
Credo che l'idea di pubblicare anche uno o più finalisti del premio Urania sia ottima! Sono molto curioso di vedere cosa viene fuori (e anche di leggere la raccolta di Lino Aldani). Comunque, io ho un dubbio/curiosità legato a Urania (probabilmente scemo), visto che lo leggo principalmente in ebook e quindi non mi sono mai posto il problema per me. Visto che è una collana che esce mensilmente in edicola, esiste (o esisterà) una modalità per recuperare numeri vecchi (anche di poco, di uno/due mesi prima) in cartaceo?
Mi sembra un'ottima idea. Ho sempre pensato fosse un peccato che un finalista del Premio Urania restasse con un pugno di mosche. Certi titoli dei romanzi finalisti erano intriganti, ma, purtroppo, restavano impubblicati.
Giudicare i libri dal titolo "intrigante" mi sembra sbagliato. E comunque il problema di fondo è molto chiaro: gli autori italiani NON vendono. Punto. Perché? Secondo me in parte per lo stile che può non piacere, in parte (secondo me maggioritario) perché alcuni si basano su letture precedenti deludenti (è il mio caso) e, certamente, anche per pregiudizi. La Mondadori non è un ente di beneficenza e, comunque, alcuni titoli mainstream basandosi SOLO sul passaparola hanno venduto moltissimo!
Credo sia un pò legato a due aspetti (parlo del mio punto di vista). La percezione del lettore è influenzata dai kolossal stranieri su schermo, per cui parlo della massa del pubblico, sintetizza il ragionamento in: i grandi film di fantascienza sono per lo più americani, influenzano l'immaginario più dei libri, ergo lo scrittore americano sa di che parla, l'italiano no. Posto che il ragionamento è ovviamente assurdo, il discorso è che manca una scuola italiana di fantascienza, una identità comune (come quella ora maturata dal noir mediterraneo da Scerbanenco in poi) e questo il lettore italiano lo avverte. In sintesi (pensa, sbagliando), ma se devo leggere un italiano che scrive all'americana, non faccio prima a leggere americano?
Ecco perché bisogna far capire che una scuola italiana di SF esiste, eccome, a partire da autori come Lino Aldani, che hanno lavorato molto con gli esordienti e per cui questo mese è in edicola la sua antologia personale "La casa femmina" in Urania Millemondi
@SCUOLADISCRITTURA naturale. Il mio ragionamento era che appunto, questa realtà non arriva ai lettori fondamentalmente per pregiudizio. Un pò come per il fantasy, che ha però una sua espressività nello young adult. L'idea dei finalisti è ottima, anche perché parliamoci chiaro, pure se non ha vinto, il secondo, o i primi 4 non sono mica da buttare via
@@SCUOLADISCRITTURA tra l'altro, parlando di identità italiana basta spostarci sul cinema: abbiamo insegnato agli americani come si fa il western, il loro genere "principe", dunque secondo me possiamo di certo uscire senza remore dall'ombra della letteratura straniera come è successo per altri generi. Io son fiducioso
Da lettore, ho l'impressione che gli autori italiani siano mediamente "troppo sofisticati" rispetto agli autori anglofoni. Cerco di spiegarmi. Scrivono storie più complesse, con più livelli di lettura, più speculative e a volte meno immediate di quelle dei loro corrispondenti oltreoceano. Cosa che io apprezzo moltissimo e mi fa prediligere gli autori italiani. Ma questa minore immediatezza non può essere uno dei motivi di deterrenza da parte di chi cerca soltanto pura evasione?
Forse un tempo era così, adesso direi non più, almeno a giudicare dai romanzi vincitori del premio Urania degli ultimi dieci anni. Però il problema c'è stato, e forse in qualche modo ha pesato come dici.
Ottimo! Penso sia un buon tentativo. Grazie.
Grande! Belle notizie, sono felice di averti sentito. Urania è la SCI-FI italiana. Anche proporre nella collana grandi autori con opere magari già uscite con Delos in digitale. Mi viene in mente Stefano Pantalone con Sciame, per esempio.
Secondo noi, è sicuramente un passo nella direzione giusta, ma rischia di essere solo un modo per rimandare il problema principale. Sarebbe bello arrivare un giorno a un equilibrio più netto tra autori italiani e stranieri, magari un rapporto 1:1, invece dell’attuale 1:3.
Concordiamo sul fatto che in Italia esista una certa esterofilia: molti lettori tendono a preferire autori stranieri, spesso per una percezione di maggiore qualità. Tuttavia, riteniamo che questo non sia il vero problema che affligge Urania. La questione principale non è l’esterofilia, ma piuttosto la capacità di intercettare e coinvolgere i lettori, indipendentemente dalla nazionalità degli autori.
A nostro avviso, e come già detto da molti altri professionisti, Urania soffre di problemi strutturali legati alla sua posizione sul mercato: una distribuzione limitata principalmente alle edicole, la difficoltà a raggiungere nuove generazioni di lettori e un’assenza di strategie di marketing moderne. Il mercato editoriale è profondamente cambiato, e la promozione non può più basarsi solo sulla storicità del marchio. Ci sono tutti i mezzi per trasformare Urania in un punto di riferimento per la fantascienza, ma per farlo bisogna investire in una presenza digitale attiva, una distribuzione accessibile e campagne di promozione mirate.
Un’altra riflessione riguarda le piccole case editrici indipendenti che pubblicano fantascienza in Italia. Nonostante numeri di vendita più contenuti, queste realtà hanno dimostrato di saper costruire comunità solide e appassionate. Purtroppo, da alcuni suoi interventi, sembra snobbare queste esperienze proprio perché “fanno pochi numeri”. Noi crediamo, invece, che il vero valore non stia nei volumi, ma nel bacino di lettori che queste case editrici riescono a coltivare. Se Urania avviasse collaborazioni con loro, potrebbe accedere a questi bacini e contribuire a creare un ecosistema virtuoso per il genere.
Invece di concentrarsi su ciò che non funziona o su chi “non legge”, pensiamo sia più costruttivo analizzare come costruire un ponte tra Urania e un pubblico potenziale che già esiste. Il pubblico è ricettivo, ma bisogna saperlo raggiungere nel modo giusto.
Grazie per aver lasciato il vostro parere. Purtroppo, come tanti altri, credo non abbiate centrato il vero focus. Non si tratta del "problema che affligge Urania". Urania non c'entra. O almeno, c'entra solo in parte. Il problema riguarda il fatto, per esempio, che anche grandi autori internazionali con cognome italiano, quando pubblicati in libreria - non solo in Urania - fanno registrare dei veri e propri crolli delle vendite. Allo stesso modo gli autori italiani di sf pubblicati in LIBRERIA hanno sempre fatto registrare pessimi dati di vendita, scontrandosi con la diffidenza dei lettori, con quel vasto pubblico che non appartiene alla comunità degli appassionati di SF (che in proporzione sono molto pochi) e che può fare la differenza, quando si tratta di opere pubblicate da grandi editori. Anche Valerio Evangelisti ci è passato, scontrandosi con questa diffidenza che lo ha costretto a seguire altre strade narrative, pur di dimostrare agli editori che era in grado di reggere i volumi di vendita previsti nelle collane librarie. Valerio era ben conosciuto dagli appassionati di SF, aveva un folto numero di fan, che però erano troppo pochi per poter reggere l'impatto con il vasto pubblico generico a cui si rivolgono i grandi editori.
Quindi il problema non affligge Urania, ma tutto il mondo editoriale, che quando pubblica stranieri non ha problemi e fa registrare buoni numeri, ma quando pubblica italiani riceve proteste da parte dei lettori (che ci scrivono che sottraiamo spazio ad autori internazionali importanti per darlo agli italiani) e un considerevole calo nelle vendite.
Urania fa parte del meccanismo, certo, ma la soluzione non può arrivare solo da Urania.
Per quanto riguarda il discorso che fate con la piccola editoria... be', dire a me che la snobbo è abbastanza ridicolo. Informatevi meglio e scoprirete che una delle piccole che editrici più attive nel mondo della SF mi appartiene, per cui non solo conosco bene quel mondo, ma contribuisco ad alimentarlo con mille iniziative. E sul fatto di creare ponti con la piccola editoria come dite, se significa in soldini che Urania dovrebbe pubblicare autori provenienti da quel mondo... be', questo già succede, basta guardare chi pubblica Urania e scoprirete che sono autori che hanno una vivace attività anche con la piccola editoria. Dopodiché, se mi spiegate cosa significa per voi "creare ponti", magari ci ragioniamo sopra e se ci sono idee valide io non mi tiro certo indietro. Ma devono essere idee non per arrivare a pubblicare più autori italiani, ma per fare in modo che ci siano più lettori capaci di apprezzare gli autori italiani.
Insomma, si continua a puntare il dito contro Urania, senza capire che la questione è molto più ampia, molto più complessa. Urania sarebbe ancora più in salute se smettesse di pubblicare italiani, sono io che mi ostino a farlo perché credo siano bravi e meritino l'attenzione dei lettori. D'altra parte, sono l'editor di Urania che ha pubblicato più autori italiani nella storia della collana, fra romanzi e racconti, che in pochi anni ha realizzato più antologie italiane di quante se ne siano mai viste nei primi sessant'anni di vita di Urania, l'editor che ha dato più spazio alle autrici italiane di SF, basandomi solo sul merito.
Dopodiché, io non mi tiro indietro e cerco concretamente di fare qualcosa. In questo video ho dato delle idee, altre ne ho in mente. Se però le critiche che continuano a piovermi addosso sono che non mi preoccupo di risolvere i "problemi che affliggono Urania", allora non andiamo da nessuna parte.
Concordo con @scriptablog. I lettori di Urania sono esterofili, vero, ma ci sono degli innegabili problemi a monte, che si aggraveranno con la progressiva scomparsa delle edicole (che stanno chiudendo in massa) e con l'evoluzione degli strumenti di promozione.
@@SCUOLADISCRITTURAil lettore italiano (di qualunque genere, anche se la SF ne risente più di altri) va educato ad apprezzare gli italiani. Forse la soluzione potrebbe essere qualcosa di simile ai "libri al buio" che vengono venduti nelle librerie impachettati, con la recensione di un lettore fuori e o delle parole chiave per capire di cosa parla e se può piacerti. Immaginiamo di creare una collana (o dei numeri speciali) con una cover senza nome dell'autore, con solo il titolo, potrebbe anche essere estremamente minimalista ed essere di colore unico (viola?) e sulla backcover la quarta di copertina. All'interno della collana potrebbero esserci sia autori italiani che stranieri e il lettore dovrebbero attivamente aprire il libro e cercare le informazioni sull'autore per scoprire chi è. Le prime informazione che riceve sono solo il titolo e la quarta, e da quelle avrebbe la prima impressione. Cosa ne pensa?
@@letizialoi4539 Personalmente apprezzo Forte quando cerca di promuovere gli autori italiani. Trovo sbagliatissimo parlare di "educare ad apprezzare gli autori italiani", gli italiani vanno educati ALLA LETTURA, semmai....
Ottimo, anche se potenzierei la presenza sui social, la collaborazione con qualche book tuber\toker e forse, se possibile, la possibilità di vendere i libri cartacei on line. Grazie comunque per tutto il lavoro svolto, viva la fantascienza italiana, viva Urania!
Lo stiamo facendo. Cerca UraniaFanBase su Instagram, Facebook e Threads
ottima idea, Franco. Come la “nomination“ dello Stoker®
Mi sembra un'ottima soluzione!
Credo sia un'ottima idea, una via intermedia che potrebbe essere molto interessante. Grazie Franco.
Non sono un lettore di fantascienza, ma l'argomento mi interessa e lo sto seguendo.
Mi permetto di avanzare qualche suggerimento da persona esterna ai lavori, quindi, se dirò qualche castroneria, vibprego di perdonarmi.
Innanzi tutto, chi sono i lettori di Urania? Quanti anni hanno in media? Se siamo oltre i 30 anni, secondo me, i gusti e i pregiudizi sono già ben cristallizati e sarà difficile cambiarli. È altresì vero che mano a mano che l'età avanza, il pubblico di riferimento di Urania subirà una progressiva contrazione.
Occorre quindi reintegrare dei nuovi lettori più giovani e quindi potenzialmente maggiormente predisposti agli autori italiani e a un'idea di fantascienza meno statica. Per farlo bisogna creare interesse, forse con una grafica più accattivante delle copertine, che nonostante sia storica, per quanto mi riguarda personalmente, non è molto attraente. I giovani frequentano poco le edicole che mi risulta stiano poco a poco scomparendo, quindi valuterei una pubblicazione ondemand (qualora sia possibile, naturalmente) una sorta di edicola digitale in grado di stampare e spedire le copie a ogni ordine, un po' come fa amazon (ci sono alcune riviste indipendenti che fanno così come "racconti dal profondo"). Investire sulla comunicazione social, che sono frequentati sicuramente da molti potenziali clienti.
Insomma, per proporre novità non investirei sulla linea storica, che naturalmente deve sopravvivere, quanto piuttosto su una nuova linea rinfrescata e mirata a un pubblico più aperto.
Chiedo scusa se mi sono spiegato male o se ho proposto delle idee impraticabili e per gli errori di battitura.
Grazie delle considerazioni, sempre preziose. Purtroppo anche tu pensi che il problema sia Urania, ma non è così, io mi riferivo ad altro. Urania è uno strumento, come tanti, ma la SF italiana non vende nemmeno in libreria, e dunque non è svecchiando Urania che si risolvono i problemi (anche se concordo che questo andrebbe fatto e ci stiamo provando). Il problema è l'esterofilia dei lettori in generale, la cui diffidenza bisognerebbe cercare di scardinare. La proposta che faccio dovrebbe servire a questo scopo, non tanto per Urania (che se smettesse di pubblicare italiani venderebbe molto di più...)
Chi se non Urania deve battersi per gli autori italiani?
Personalmente sono molto incuriosito ed invogliato a leggere autori italiani nel genere di Fantascienza.
In questi primi giorni di dicembre sono alla ricerca nelle edicole della mia provincia, del Millemondi n.100 e credo che sia un ottimo segnale associare la copertina dorata con un grande narratore italiano. Sono stato molto contento di leggere questa estate Macchine, Ia e Robot tutto italiano e mi è molto piaciuto.
A sostegno di questo, proprio ieri ho acquistato una vecchia edizione di Terra di Stefano Benni.
Dopotutto è una vita che vado contro corrente
L'idea mi piace
Un consiglio: fate un "Best of the Year" con i migliori racconti italiani dell'anno precedente (apparsi presso tutti gli editori) e curati ogni anno da un personaggio diverso, magari anche non proprio appartenente allo stretto fandom, e magari uno al di sopra delle parti (ad es, sparo un po di nomi a caso, Avoledo, Brizzi, Lagioia, Trevi, Papi etc ma anche Pestriniero, Miglieruolo, Prosperi o Nicolazzini)
Idea da tenere in considerazione
Idea molto buona, bisogna vedere se è realizzabile per questione di diritti
E poi ci vuole un compenso per i curatori di quel calibro
@@steverizzo77 - se lo fanno gli americani e gli inglesi da decenni (con successo) non vedo quali siano i problemi - ovviamente vanno retribuiti i curatori e riconosciuti i diritti come ogni prodotto professionale - e se la FS italiana vuole raggiungere un livello anche internazionale non può continuare con il livello dilettantesco dei piccoli editori, dell'autopubblicazione e del faidate ma raggiungere un livello professionale
@@RobertoKriscak Gli americani lo fanno anche perché il mercato è molto più grosso e differente anche per quanto riguarda i contratti
Mi piace molto l'idea di provare a pubblicare anche il finalista...
Ci vorrebbe, forse, anche la pubblicazione di una rivista di fantascienza, con presentazione e analisi di opere di autori italiani, qualche racconto, approfondimenti su autori noti internazionali, tematiche affrontate dagli autori contemporanei. Una sorta di rivista come è Quattroruote ma per la Fantascienza, così da far capire come è ricco e variegato questo mondo, con articoli anche su romanzi pubblicati con altre case editrici. Occorre allargare gli orizzonti, creare e diffondere la cultura di questo meraviglioso genere.
1:45 Questo non lo sapevo proprio. E lo trovo pazzesco. Chissà se capita anche in Finlandia, in Germania ecc. Ovvero se un autore con il cognome finlandese in Finlandia non lo comprano a prescindere.
No, cara Enrica, direi proprio di no. È un problema che affligge solo l'Italia
@@SCUOLADISCRITTURA Grazie per la risposta. Ripeto che è un comportamento pazzesco e insensato.
@@SCUOLADISCRITTURA Sono uno di quei lettori di sf che, dopo aver comprato e letto libri di sf italiana (praticamente quasi solamente quelli pubblicati da Mondadori e, a suo tempo, dalla Libra) non intendo acquistarne altri in quanto non mi sono piaciuti. E' questione di gusti. Una chiosa senza malizia: 14 minuti di filmato ripetendo più e più volte le stesse cose! Ne bastavano 3, a dir tanto. Non è un problema, ovvio, ma...
@@enricazunic2645 Cosa ti aspetteresti da una nazione che parla quasi meglio più l'inglese che l'italiano? Siamo sempre stati esterofili, oggi ancora di più in tempi di villaggio globale (che ovviamente favorisce l'inglese e quindi la cultura anglofona).
Secondo me le antologie sono il mezzo peggiore per promuovere autori italiani. Anche selezione autori italiani che si occupano di hard scifi aiuterebbe. L'ultimo vincitore del premio urania era praticamente un fantasy.
Ognuno ha i suoi gusti, però, dati alla mano, le antologie fatte nel Millemondi hanno sempre venduto di più dei singoli romanzi di autori italiani, per cui possono essere uno strumento utile per la diffusione della SF nazionale. E non si può pubblicare solo hard scifi, perché altrimenti si accontenterebbe solo una parte dei lettori. Bisogna provare a muoversi su tutti i fronti
@@SCUOLADISCRITTURA la tua risposta si basa sull'esperienza e sui dati, quindi non la metto in dubbio. Il mio era un semplice feedback. Quasi tutti gli autori italiani che mi e' capitato di leggere di recente su Urania, sono tendenti al fantasy. Tranne "Lo Spirito di Napa Tei", anche se non credo sia corretto definire "Lars Schlichting" italiano. Ma non mi e' mai capitato di recente un hard scifi di un autore italiano su Urania. Credo sia questo un po' il problema, almeno per me.
@@angus8989 be', su Urania sto pubblicando la serie di Claudio Vastano che, dopo Simbionti con cui ha vinto il premio Urania (che certo non era fantasy, anzi), ha scritto hard scifi molto ben fatta con Aquarius, Scorpius e il prossimo anno Sagittarius. Degli altri premi Urania degli ultimi anni non mi pare che Davide Del Popolo Riolo, Franci Conforti, Elena Di Fazio e Francesca Cavallero abbiano scritto libri tendenti al fantasy. L'unico che può avere questa connotazione è l'ultimo, di Benvenuti, ma rientra nella tradizione di romanzi come Aristoi di Walter Jon Williams. E poi, come detto, bisogna provare ad accontentare un po' tutti, il che te l'assicuro non è facile. Alla fine, qualsiasi cosa si pubblichi c'è sempre qualcuno scontento che si lamenta. Fa parte del gioco. ;-)
@@SCUOLADISCRITTURA Grazie per la risposta. Credo di essere stato sfortunato io allora. Tolta questa controversa questione, voglio comunque esprimere il mio gradiemento per le collane Urania, sopratutto per Jumbo. Sono molto soddisfatto dalle pubblicazioni degli ultimi anni, ottimo lavoro!
@@angus8989 grazie a te!
Credo che l'idea di pubblicare anche uno o più finalisti del premio Urania sia ottima! Sono molto curioso di vedere cosa viene fuori (e anche di leggere la raccolta di Lino Aldani).
Comunque, io ho un dubbio/curiosità legato a Urania (probabilmente scemo), visto che lo leggo principalmente in ebook e quindi non mi sono mai posto il problema per me. Visto che è una collana che esce mensilmente in edicola, esiste (o esisterà) una modalità per recuperare numeri vecchi (anche di poco, di uno/due mesi prima) in cartaceo?
Per i numeri arretrati di Urania basta rivolgersi al servizio apposito, indicato in ogni volume della collana.
Idea ancora più estrema sarebbe premiare tre romanzi.
Mi sembra un'ottima idea. Ho sempre pensato fosse un peccato che un finalista del Premio Urania restasse con un pugno di mosche. Certi titoli dei romanzi finalisti erano intriganti, ma, purtroppo, restavano impubblicati.
Sì è sempre stato anche un mio cruccio, vedremo intanto se sarà possibile (dovrà esserci la qualità, prima di tutto), e poi che risultati farà
Giudicare i libri dal titolo "intrigante" mi sembra sbagliato. E comunque il problema di fondo è molto chiaro: gli autori italiani NON vendono. Punto. Perché? Secondo me in parte per lo stile che può non piacere, in parte (secondo me maggioritario) perché alcuni si basano su letture precedenti deludenti (è il mio caso) e, certamente, anche per pregiudizi. La Mondadori non è un ente di beneficenza e, comunque, alcuni titoli mainstream basandosi SOLO sul passaparola hanno venduto moltissimo!
Franco, non hai detto una sciocchezza, hai invece smosso l'acqua stagnante della fantascienza italiana.
Eh però smuovendo l'acqua stagnante il fango tende a venire in superficie...
Credo sia un pò legato a due aspetti (parlo del mio punto di vista). La percezione del lettore è influenzata dai kolossal stranieri su schermo, per cui parlo della massa del pubblico, sintetizza il ragionamento in: i grandi film di fantascienza sono per lo più americani, influenzano l'immaginario più dei libri, ergo lo scrittore americano sa di che parla, l'italiano no. Posto che il ragionamento è ovviamente assurdo, il discorso è che manca una scuola italiana di fantascienza, una identità comune (come quella ora maturata dal noir mediterraneo da Scerbanenco in poi) e questo il lettore italiano lo avverte. In sintesi (pensa, sbagliando), ma se devo leggere un italiano che scrive all'americana, non faccio prima a leggere americano?
Ecco perché bisogna far capire che una scuola italiana di SF esiste, eccome, a partire da autori come Lino Aldani, che hanno lavorato molto con gli esordienti e per cui questo mese è in edicola la sua antologia personale "La casa femmina" in Urania Millemondi
@SCUOLADISCRITTURA naturale. Il mio ragionamento era che appunto, questa realtà non arriva ai lettori fondamentalmente per pregiudizio. Un pò come per il fantasy, che ha però una sua espressività nello young adult. L'idea dei finalisti è ottima, anche perché parliamoci chiaro, pure se non ha vinto, il secondo, o i primi 4 non sono mica da buttare via
@@SCUOLADISCRITTURA tra l'altro, parlando di identità italiana basta spostarci sul cinema: abbiamo insegnato agli americani come si fa il western, il loro genere "principe", dunque secondo me possiamo di certo uscire senza remore dall'ombra della letteratura straniera come è successo per altri generi. Io son fiducioso
Sinceramente io acquisto il 70% italiani e 30% stranieri di fantascienza
Magari ce ne fossero di più come te...
Da lettore, ho l'impressione che gli autori italiani siano mediamente "troppo sofisticati" rispetto agli autori anglofoni. Cerco di spiegarmi. Scrivono storie più complesse, con più livelli di lettura, più speculative e a volte meno immediate di quelle dei loro corrispondenti oltreoceano. Cosa che io apprezzo moltissimo e mi fa prediligere gli autori italiani. Ma questa minore immediatezza non può essere uno dei motivi di deterrenza da parte di chi cerca soltanto pura evasione?
Forse un tempo era così, adesso direi non più, almeno a giudicare dai romanzi vincitori del premio Urania degli ultimi dieci anni. Però il problema c'è stato, e forse in qualche modo ha pesato come dici.