Giovanna Marini - Ora è venuta l' ora

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  • เผยแพร่เมื่อ 16 ต.ค. 2024
  • Ora
    è venuta l’ora
    di guardarci un po’ in faccia
    scuotere le braccia
    contarci riuniti i sopravvissuti
    è lontano il tempo del sessantatré
    che andavamo a cantare per Milano con rigore salutare
    è lontano il tempo del sessantaquattro
    quando a Spoleto abbiamo cantato le voci dei morti
    e risuscitato gli ideali degli emarginati
    e gli spettatori s’erano indignati
    è lontano il tempo del sessantacinque
    con le chitarre a forma di fucile
    i ritmi veloci, problemi precoci
    e il sessantasei con l'invasione del grande teatro
    spettacolo mimato e cantato
    e il sessantasette di preparazione
    e il sessantotto con l’esplosione
    “Contessa” e le lotte e le riunioni
    e gli amici immediati, i fatti nuovi, già dati per scontati
    e il sessantanove, assaporando le conquiste nuove
    con le cantate moralistiche virtuose
    spezzate in mille parole d’ordine vistose
    e poi settanta, settantuno, settantadue, settantatré, confusi
    segnati dai compagni nostri che ci hanno lasciato
    e poi il settantaquattro, la benzina va a trecento e nessuno ha fiatato
    per le elezioni grande mobilitazione
    Svizzera, Lecco, Modena, Como, Caselle, Novi, San Paolo
    Pietralata, Empoli, Pisa, Bari, Ancona, Tavernelle, Tavernuzze, Tavernette
    e il tredici di maggio, il quindici di giugno
    che giornate, che nottate, che cantate
    e poi in giro a cantare, in giro a cantare, in giro a cantare
    dieci, venti, trentamila a sentire
    dieci, venti, trentamila a cantare
    dieci, venti, trentamila a sentire
    e poi e poi e poi e poi e poi e poi e poi e poi
    e poi e poi e poi e poi e poi
    e poi
    e poi e poi
    Ragazzo gentile, qui davanti a me
    mi stai a sentire, ma dimmi perché
    le storie e i fatti della gente e poi
    le croci, gli eroi innalzati da noi
    si son rovesciati con la testa in giù
    stan lì dissanguati, non parlano più

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