Depistaggio via d'Amelio, Vito Galatolo racconta l'attentato a Nino Di Matteo

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  • เผยแพร่เมื่อ 12 ก.ย. 2024
  • Depistaggio via d'Amelio, Vito Galatolo racconta l'attentato a Nino Di Matteo
    4 febbraio 2019
    Primo giorno di trasferta a Roma per il collegio del tribunale di Caltanissetta, presieduto da Francesco D'Arrigo, che sta celebrando il processo che vede imputati i tre poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, accusati di calunnia aggravata dall'aver favorito Cosa nostra. Chiamati a deporre all'udienza di ieri sono stati i collaboratori di giustizia Vito Galatolo, Antonino Giuffrè e Ciro Vara.
    Il primo di questi, ex boss dell'Acquasanta, rispondendo alle domande del Procuratore aggiunto nisseno Gabriele Paci ha raccontato diversi episodi vissuti, seppur da giovanissimo, negli anni delle stragi. Prima di entrare nel vivo della questione, però, ha ripercorso l'inizio della propria collaborazione con la giustizia spiegando di averlo fatto per "dare un futuro ai propri figli" ma anche "per fermare l'attentato contro il pm Antonino Di Matteo".
    "Stava andando troppo oltre"
    "In me era maturato il senso di colpa - ha detto rivolgendosi alla Corte -. Vincenzo Graziano, che era stato arrestato con me nel blitz Apocalisse, era uscito dal carcere. Io sapevo che lui era in possesso dell'esplosivo e sapevo che lo avrebbe portato a termine. E dovevo dare un taglio con tutta la situazione". Il pentito ha spiegato, ancora una volta, che l'ordine arrivò nel dicembre 2012, tramite Biondino, capomafia di San Lorenzo, direttamente da Matteo Messina Denaro. "Per me era lui il capo di Cosa nostra all'epoca perché era l'unico figlioccio di Totò Riina. Inviò due lettere. Nella prima mi voleva come capo mandamento di Resuttana. Nella seconda ci chiedeva il favore, se ce la sentivamo, perché stava andando troppo avanti e si doveva fermare. Per fare quell'attentato doveva esserci anche una persona estranea a Cosa nostra, che noi la conoscevamo di viso ma non dovevamo fare domande. A lui dovevamo dare una base logistica e quattro persone di fiducia. Del resto io ho visto l'esplosivo ma non ho mai né fatto né usato telecomandi. Doveva esserci una persona di esperienza". [www.antimafiad...]
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ความคิดเห็น • 14

  • @mauris4k8
    @mauris4k8 3 ปีที่แล้ว +4

    🙏 grazie per la vostra informazione

  • @alexelleon4390
    @alexelleon4390 3 ปีที่แล้ว +3

    Prima dice che non sapeva che dentro si ammazzavano fra di loro e che lui era fuori a controllare , ma a controllare cosa se non sapeva cosa facevano li dentro? 🤷🏽‍♂️

  • @bresa1911
    @bresa1911 2 ปีที่แล้ว +3

    In tutti i processi si sentono i vari nomi dei protagonisti, i buoni, i cattivi e le vittime; mancano sempre però, i nomi dei registi.

    • @malgradotuttoblog
      @malgradotuttoblog  2 ปีที่แล้ว +3

      Grazie Mark per il tuo commento condivisibile. Adesso però, nella strage di Bologna, conosciamo i nomi e cognomi dei “registi”, comunque comandati da una “regia” più grande. “Atlantista”? I soliti americani con lo spauracchio del comunismo. Presto saranno certificati anche i nomi e cognomi dei registi delle stragi 92/93 anche se comunque, se uniamo tutti i punti, un idea ce la siamo già fatta. Nome e cognome

    • @Wallace-oh6qy
      @Wallace-oh6qy 2 ปีที่แล้ว +1

      @@malgradotuttoblog veramente quelle su Bologna sono per ora solo ipotesi, non è stato fatto il processo e comunque Gelli essendo morto non sarà più processabile

    • @800a5
      @800a5 9 หลายเดือนก่อน

      @@malgradotuttoblog Vito ha detto SOLO quello che si puó permettere di dire e quello che giá era riscontrabile, i Galatolo erano "sapitura" conoscitori tramite i Madonia, che a loro volta avevano intrecci con appertenenti di alto rango dall economia, ricordiamoci che Nino lavorava in Svizzera, con la politica, con le forze dell ordine, con la massoneria, servizi segreti, polizia magistrati. lo zio del Galatolo, il sommozzatore(raffaele), é stato quello che ha provato ad uccidere Falcone all'Addaura, Fortunatamente fallí e gli fu negato l accesso a cosa nostra. Allora Falcone in un intervista citó le menti sopraffine, visto come anche ripetuto da Vito in questa udienza, i mafiosi non sapevano nemmeno come fare le bombe. Ma Vito non è un pericolo, almeno non quanto il suo recente defunto zio, Vincenzo Galatolo. Perche non conosce i vecchi patti, i vecchi registi i vecchi intrecci e legami. è stato preferito cosi perche si doveva creare distanza tra la mafia ormai attaccata da tutti i fronti e i registi.

  • @antoninofederico6088
    @antoninofederico6088 ปีที่แล้ว +1

    Ok

  • @gianniTrumi
    @gianniTrumi 3 ปีที่แล้ว +1

    ....scusate ma, mi convince poco!

    • @liborio7986
      @liborio7986 5 หลายเดือนก่อน

      La penso come lei. Che sia un altro pentito preparato? Sempre per nascondere chi delle Istituzioni, delle forze dell’ordine. della politica regionale e nazionale, della magistratura, anche imprenditori corrotti potenti che pur di investire illecitamente il loro denaro, hanno ordinato le stragi, omicidi . Massoneria. MI RIFERISCO NATURALMENTE ALLE PERSONALITÀ CORROTTE , DALL’ ELENCO CHE HO SCRITTO. Se ho commesso errori di grammatica italiana, scusate. Distinti saluti LIBORIO Randazzo

    • @liborio7986
      @liborio7986 5 หลายเดือนก่อน

      Dovevo aggiungere, personaggi dei servizi segreti corrotti. Rinnovo i saluti LIBORIO Randazzo

  • @sergiozangara6964
    @sergiozangara6964 7 หลายเดือนก่อน

    Forza milan

  • @antoninofederico6088
    @antoninofederico6088 ปีที่แล้ว +1

    Ok