Per Sgarbi come per la maggioranza delle persone, lo stupore, la meraviglia si colloca su opere costruite dall'uomo, statue, quadri, chiese, le stesse città vengono classificate in base a questa eredità artistica dell'uomo. Senza nulla togliere merito al talento degli autori ma privilegiare i musei e restare indifferenti dinanzi alle bellezze della natura, mi lascia perplesso esterrefatto. File interminabili dinanzi ai musei mi fa porre la domanda è questa la bellezza? Una cornice pitturato, un sasso lavorato, una imponente cattedrale? Io credo di no. La bellezza è qualcosa che vive, sempre fresca, sempre nuova, qui siamo dinanzi a opere straordinarie, certamente che testimoniano il talento dell'uomo, ma che c'entra tutto ciò con la bellezza, si tratta pur sempre di cose, morte, la bellezza può essere solo viva.
La natura è data, cio non vuol Dire che ci si debba rimanere indifferenti, anzi, la natura è il teatro entro cui si manifesta la coscienza umana, nei suoi caratteri più alti e quelli più oscuri. Ciò che stupisce delle opere d’arte umane (non tutte, ma quelle di epoche in cui la coscienza era qualcosa di importante e fondante della vita dell’uomo) è proprio il mistero della coscienza, che è in grado di trasmettere messaggi la cui spiegazione razionale da millenni fa acqua da tutte le parti, per dirla “terra terra”. L’arte è invocazione, preghiera, è completo affidamento a ciò che ci è concesso. Forse, per il fatto che siamo in una epoca di dati, prove e cecità rispetto all’oltre-la-prova, l’arte classica oggigiorno viene blasfemizzata e se possibile cancellata, a favore di trovate che provocano reazioni di pancia e che non impegnano la mente nell’autointerrogarsi. Il solo porsi davanti alla Pietà di Michelangelo innesca una serie di domande, da far venire il mal di testa, fino al pianto.
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Per Sgarbi come per la maggioranza delle persone, lo stupore, la meraviglia si colloca su opere costruite dall'uomo, statue, quadri, chiese, le stesse città vengono classificate in base a questa eredità artistica dell'uomo. Senza nulla togliere merito al talento degli autori ma privilegiare i musei e restare indifferenti dinanzi alle bellezze della natura, mi lascia perplesso esterrefatto. File interminabili dinanzi ai musei mi fa porre la domanda è questa la bellezza? Una cornice pitturato, un sasso lavorato, una imponente cattedrale? Io credo di no. La bellezza è qualcosa che vive, sempre fresca, sempre nuova, qui siamo dinanzi a opere straordinarie, certamente che testimoniano il talento dell'uomo, ma che c'entra tutto ciò con la bellezza, si tratta pur sempre di cose, morte, la bellezza può essere solo viva.
La natura è data, cio non vuol
Dire che ci si debba rimanere indifferenti, anzi, la natura è il teatro entro cui si manifesta la coscienza umana, nei suoi caratteri più alti e quelli più oscuri. Ciò che stupisce delle opere d’arte umane (non tutte, ma quelle di epoche in cui la coscienza era qualcosa di importante e fondante della vita dell’uomo) è proprio il mistero della coscienza, che è in grado di trasmettere messaggi la cui spiegazione razionale da millenni fa acqua da tutte le parti, per dirla “terra terra”. L’arte è invocazione, preghiera, è completo affidamento a ciò che ci è concesso. Forse, per il fatto che siamo in una epoca di dati, prove e cecità rispetto all’oltre-la-prova, l’arte classica oggigiorno viene blasfemizzata e se possibile cancellata, a favore di trovate che provocano reazioni di pancia e che non impegnano la mente nell’autointerrogarsi. Il solo porsi davanti alla Pietà di Michelangelo innesca una serie di domande, da far venire il mal di testa, fino al pianto.