bello vedere negli anni lo sviluppo della sensibilità verso questo particolare ambito, passo dopo passo per cercare di integrare per quanto possibile queste persone . Mi ricordo che da piccolo sovente assistevo a scene di vergogna da parte dei parenti della persona svantaggiata, persona che veniva quasi nascosta , come a nascondere una tara genetica che potesse essere posta socialmente a contraddistinguere quella famiglia. Mi ricordo il dolore e la sofferenza letta in tanti occhi. Ma il cammino è ancora impegnativo e lungo , soprattutto ora che in Italia si va verso una negazione di parte dei diritti che tempo fa erano acquisiti e ritenuti intoccabili dello stato sociale. In uno stato con carenza di risorse come sta divenendo sempre piu l'Italia cosa accadrà? Tutto demandato al volontariato e alla solidarietà ? Quanto è autosostenibile un tale sistema. Stiamo parlando di umanità, quanto vedo sempre piu spesso in Roma mi fà disperare. Scene che sino a qualche tempo fa erano impensabili , in cui l'individualismo, l'egoismo, la sopraffazione, la fanno da padroni, una bomba sociale che ogni giorno viene imbottita di nuovo esplosivo mediante nuovi disperati, nuovi negletti, nuovi poveri, nuove ignoranze... presupponenze, volgarità, istinto animale alla sopravvivenza "mors tua vita mea" I piu deboli, di qualsiasi tipologie, sono i primi ad esserne coinvolti o/e investiti, con effetti catastrofici e moltiplicativi ingestibili. Si sono andato un po fuori tema, ma oggi sono stato testimone di un altro di questi fatti che rattristano, non riesco a pensare , troppo coinvolto emotivamente. Un caro saluto cara Stella delle Alpi, a presto!
Scusi, vorrei chiedere informazioni sui centri in cui i disabili lavorano e vivono in Germania. Secondo lei funziona quel sistema? Da disabile mi interessa.
Non ho esperienze dirette e avendo riscontrato una grossa differenza tra quello che si racconta sulla Germania e la realtà dei fatti, non mi fiderei di quello che mi hanno raccontato. :S
La cattiveria deriva sempre dalla sofferenza, perché è una anomalia del comportamento umano, ricordatelo. Ed ha una sola cura: la dolcezza e la comprensione (se chiaramente non si sono stati fatti danni irreparabili...). un essere umano cattivo, e quindi antisociale, è un essere umano sofferente.
Indipendentemente da cosa ha causato la sofferenza in partenza, questa non può essere una giustificazione per portare sofferenza a terzi. Si dovrebbe sempre avere il diritto di ricevere dolcezza e comprensione per la sofferenza, ma anche di ottenere disapprovazione, allontanamento e rifiuto per gli atteggiamenti scorretti.
Stellalpina allontanamento è una parola che non va bene con le persone cattive, preferirei la parola punizione. Emarginando un individuo lo si fa ancora più cattivo. Io sarei per i buoni vecchi campi di rieducazione dove si spaccano le pietre. Ci sono una miriade di modi per cui una persona si può riscattare. Quando la società giudica (e qui si parla di magistratura) calca la mano in maniera davvero pesante. La vita in prigione è allucinante, io preferirei la morte.
Ho letto, ho letto, ma qui si nega il libero arbitrio! Indipendentemente da cosa una persona patisce, decidere di reagire ferendo gli altri è una sua scelta. Non si possono rieducare tutti, sono le basi della psicologia: non si può aiutare nessuno che non voglia essere aiutato.
Interessante la definizione di handicap, contrapposta a quella di disabilità. tuttavia io credo che il termine _disabile_ sia il peggiore di tutti, e comunque non si può generalizzare come hai fatto tu in questo caso: ci sono molte persone che pur avendo una disabilità diventano diversamente abili. Che cosa voglio dire con questo? Che la mente è uno strumento malleabile, e in mancanza (o in deficienza) di un determinato strumento motorio o sensoriale essa sfrutta e potenzia altre risorse. I ciechi, o anche quelli mezzi ciechi, potenziano l'udito e il tatto, quelli che non riescono a camminare potenziano le braccia, secondo me potrebbe anche darsi che quelli che hanno un ritardo o ina disfunzione mentale possano giocare sulla sfera emotiva. io ho imparato a non sottovalutare mai le persone, se chiaramente non sono dei bimbiminkia viziati (e questo se è un difetto me lo riserbo).
Ci tengo a precisare che questo è un luogo comune: parte del mio lavoro è insegnare a sviluppare le "diverse abilità", non sono una cosa che si sviluppa per magia, generalmente richiede lo stesso sforzo che richiede ad un normodotato, la differenza la fa la motivazione data dal fatto di non avere alternative. Quindi sì, la disabilità può diventare diversa abilità, ma non sono d'accordo nell'equiparare la diversa abilità al possedere una determinata abilità in primo luogo, perché mi sembra un negare le difficoltà di partenza e gli sforzi necessari per ottenere ciò che per altri è scontato.
Stellalpina non si sta parlando di equiparare, qui non si sta facendo una gara a "chi lo ha più lungo", si tratta di *cambiamenti* che la vita ti impone: perdi alcune cose e ti potenzi in alcune altre, ma non è detto che tu sia meglio di prima, né peggio, né uguale, è un'altra cosa. Inoltre non è sempre richiesta una guida per potenziare le altre abilità: a volte il passo è naturale (ed altre no, e lì entra in gioco il supporto degli specialisti). Io sono invalido civile al 75% e percepisco una pensione di invalidità per cui conosco molto bene la faccenda. Faccio parte di quelli che dicevi di cui la disabilità nemmeno si vede, però c'è. E ti posso garantire che per noi la vita è ancora più difficile, sotto certi aspetti, di quella dei disabili e sulla sedia a rotelle perché non veniamo capiti ed accettati dalle persone.
Non fraintendere, la mia non intende essere una gara e concordo che non ci siano migliori e peggiori. Le malattie mentali, così come i vari disturbi dello sviluppo, sono ancora visti con sospetto e portano le persone a chiudersi, ma credo che il mio discorso sia comunque valido: si parte con un deficit di partenza in una determinata area e serve un grandissimo sforzo personale e motivazionale per recuperare il gap in quell'area... non ho mai visto nessuno arrivarci per magia, se a te è successo penso ti possa a buon diritto ritenere miracolato, ma non sminuiamo gli sforzi altrui, su! :)
bello vedere negli anni lo sviluppo della sensibilità verso questo particolare ambito, passo dopo passo per cercare di integrare per quanto possibile queste persone . Mi ricordo che da piccolo sovente assistevo a scene di vergogna da parte dei parenti della persona svantaggiata, persona che veniva quasi nascosta , come a nascondere una tara genetica che potesse essere posta socialmente a contraddistinguere quella famiglia. Mi ricordo il dolore e la sofferenza letta in tanti occhi. Ma il cammino è ancora impegnativo e lungo , soprattutto ora che in Italia si va verso una negazione di parte dei diritti che tempo fa erano acquisiti e ritenuti intoccabili dello stato sociale. In uno stato con carenza di risorse come sta divenendo sempre piu l'Italia cosa accadrà? Tutto demandato al volontariato e alla solidarietà ? Quanto è autosostenibile un tale sistema. Stiamo parlando di umanità, quanto vedo sempre piu spesso in Roma mi fà disperare. Scene che sino a qualche tempo fa erano impensabili , in cui l'individualismo, l'egoismo, la sopraffazione, la fanno da padroni, una bomba sociale che ogni giorno viene imbottita di nuovo esplosivo mediante nuovi disperati, nuovi negletti, nuovi poveri, nuove ignoranze... presupponenze, volgarità, istinto animale alla sopravvivenza "mors tua vita mea" I piu deboli, di qualsiasi tipologie, sono i primi ad esserne coinvolti o/e investiti, con effetti catastrofici e moltiplicativi ingestibili. Si sono andato un po fuori tema, ma oggi sono stato testimone di un altro di questi fatti che rattristano, non riesco a pensare , troppo coinvolto emotivamente. Un caro saluto cara Stella delle Alpi, a presto!
AHAHAHAAHHAH favolosa quella della questua col cieco... Robe da film comico
Alessia mi hai fatto crepare dal ridere col commento su Instagram haha
Scusi, vorrei chiedere informazioni sui centri in cui i disabili lavorano e vivono in Germania. Secondo lei funziona quel sistema? Da disabile mi interessa.
Non ho esperienze dirette e avendo riscontrato una grossa differenza tra quello che si racconta sulla Germania e la realtà dei fatti, non mi fiderei di quello che mi hanno raccontato. :S
La cattiveria deriva sempre dalla sofferenza, perché è una anomalia del comportamento umano, ricordatelo. Ed ha una sola cura: la dolcezza e la comprensione (se chiaramente non si sono stati fatti danni irreparabili...).
un essere umano cattivo, e quindi antisociale, è un essere umano sofferente.
Indipendentemente da cosa ha causato la sofferenza in partenza, questa non può essere una giustificazione per portare sofferenza a terzi. Si dovrebbe sempre avere il diritto di ricevere dolcezza e comprensione per la sofferenza, ma anche di ottenere disapprovazione, allontanamento e rifiuto per gli atteggiamenti scorretti.
Stellalpina difatti, se leggi attentamente il mio commento, c'è scritto "se non si sono fatti danni irreparabili".
Stellalpina allontanamento è una parola che non va bene con le persone cattive, preferirei la parola punizione. Emarginando un individuo lo si fa ancora più cattivo. Io sarei per i buoni vecchi campi di rieducazione dove si spaccano le pietre. Ci sono una miriade di modi per cui una persona si può riscattare. Quando la società giudica (e qui si parla di magistratura) calca la mano in maniera davvero pesante. La vita in prigione è allucinante, io preferirei la morte.
Ho letto, ho letto, ma qui si nega il libero arbitrio! Indipendentemente da cosa una persona patisce, decidere di reagire ferendo gli altri è una sua scelta. Non si possono rieducare tutti, sono le basi della psicologia: non si può aiutare nessuno che non voglia essere aiutato.
Ok
Tutte le disabilità sono dei limiti e io lo so perché ho grosse timidezze e problemi psicologici
Però un limite, con il giusto appoggio, si può superare e non ferma più nessuno... no? 🙃
Interessante la definizione di handicap, contrapposta a quella di disabilità. tuttavia io credo che il termine _disabile_ sia il peggiore di tutti, e comunque non si può generalizzare come hai fatto tu in questo caso: ci sono molte persone che pur avendo una disabilità diventano diversamente abili. Che cosa voglio dire con questo? Che la mente è uno strumento malleabile, e in mancanza (o in deficienza) di un determinato strumento motorio o sensoriale essa sfrutta e potenzia altre risorse. I ciechi, o anche quelli mezzi ciechi, potenziano l'udito e il tatto, quelli che non riescono a camminare potenziano le braccia, secondo me potrebbe anche darsi che quelli che hanno un ritardo o ina disfunzione mentale possano giocare sulla sfera emotiva. io ho imparato a non sottovalutare mai le persone, se chiaramente non sono dei bimbiminkia viziati (e questo se è un difetto me lo riserbo).
Ci tengo a precisare che questo è un luogo comune: parte del mio lavoro è insegnare a sviluppare le "diverse abilità", non sono una cosa che si sviluppa per magia, generalmente richiede lo stesso sforzo che richiede ad un normodotato, la differenza la fa la motivazione data dal fatto di non avere alternative. Quindi sì, la disabilità può diventare diversa abilità, ma non sono d'accordo nell'equiparare la diversa abilità al possedere una determinata abilità in primo luogo, perché mi sembra un negare le difficoltà di partenza e gli sforzi necessari per ottenere ciò che per altri è scontato.
Stellalpina non si sta parlando di equiparare, qui non si sta facendo una gara a "chi lo ha più lungo", si tratta di *cambiamenti* che la vita ti impone: perdi alcune cose e ti potenzi in alcune altre, ma non è detto che tu sia meglio di prima, né peggio, né uguale, è un'altra cosa. Inoltre non è sempre richiesta una guida per potenziare le altre abilità: a volte il passo è naturale (ed altre no, e lì entra in gioco il supporto degli specialisti).
Io sono invalido civile al 75% e percepisco una pensione di invalidità per cui conosco molto bene la faccenda. Faccio parte di quelli che dicevi di cui la disabilità nemmeno si vede, però c'è. E ti posso garantire che per noi la vita è ancora più difficile, sotto certi aspetti, di quella dei disabili e sulla sedia a rotelle perché non veniamo capiti ed accettati dalle persone.
Non fraintendere, la mia non intende essere una gara e concordo che non ci siano migliori e peggiori. Le malattie mentali, così come i vari disturbi dello sviluppo, sono ancora visti con sospetto e portano le persone a chiudersi, ma credo che il mio discorso sia comunque valido: si parte con un deficit di partenza in una determinata area e serve un grandissimo sforzo personale e motivazionale per recuperare il gap in quell'area... non ho mai visto nessuno arrivarci per magia, se a te è successo penso ti possa a buon diritto ritenere miracolato, ma non sminuiamo gli sforzi altrui, su! :)