@@CentroInTerapia Sarebbe graditissimo un video sulla dipendenza materna. Ovvero quando le madri sono soffocanti e non permettono al figlio di sviluppare la sua autonomia. Forse già c'è. Controllo meglio. Comunque davvero. Grazie a Voi. I disturbi dissociativi sono poco trattati.
Da piccola vivevo in una famiglia numerosa , prima figlia, un po viziata , e con me vivevano anche 2 nonni e 2 bisnonni in casa. Dieci persone a tavola insomma. Mia madre mi racconta che piangevo sempre però quando loro uscivano per andare a lavorare ed erano costretti a nascondersi per uscire di casa senza farmi andare in crisi. In pratica poi io semplicemente.......mi voltavo e non.li vedevo più . All'asilo piangevo anche di più, spesso erano costretti a venirmi a prendere. Non ci volevo stare.....come tutti i bambini del resto .....ma io ero disperata. Come me le mie sorelle. Nostra madre lavorava molto fuori casa . Non riuscivo a legare con i miei compagni, avevo paura di tutto e tutti , i miei amici mi chiamavano la piagnona e non volevano giocare con me . Loro si divertivano sulle giostrine , io no , avevo paura di cadere , e volevo stare a casa mia. Da grande non è andata meglio , anche se sono 1 professionista affermata , guadagno per ciò che mi.basta , una bella carriera , ho avuto però legami disfunzionali . Due figli adolescenti , separata da qualche anno . Sola se così si può dire. Sono stata vittima di narcisisti aggressivi e violenti, troppe volte anche a lavoro, ma non ho saputo riconoscerli. ..... e non solo io . Sanno come sfruttare e camuffarsi. Tutto questo ha a che fare con ciò di cui parli.....o come molti psicologi sostengono oggi .....non centra nulla il mio passato? Sto lavorando sulla mia autostima. Hai consigli da daremi a tal riguardo ? Grazie in anticipo se mi vorrai rispondere. 💘🖐
Gentile Assuntina, fin dall'infanzia le nostre esperienze vengono immagazzinate e organizzate all'interno della nostra mente. Le informazioni e gli apprendimenti che conserviamo in memoria sono la mappa attraverso cui leggiamo il mondo, facciamo previsioni, ci costruiamo aspettative e regoliamo, di conseguenza, i nostri comportamenti. Per questo, in terapia, si rivela spesso prezioso indagare il contesto in cui si è cresciuti, esplorandone le dinamiche. Le esperienze avute nel corso dell'infanzia sono parte di lei, della sua identità. Ricostruire ciò che ci è successo, significarlo e coglierne gli eventuali legami con il presente ci permette di comprendere se e in che modo il nostro modo di pensare, emozionarci e relazionarci nell'oggi è influenzato da esperienze stressanti subite durante il nostro sviluppo. Quando abbiamo l'impressione di cadere spesso nelle stesse trappole o di riattuare dinamiche che ci fanno soffrire è fondamentale mettere a fuoco tali copioni, chiedersi da dove arrivino e che bisogni ci permettano di soddisfare. Questo è il primo passo verso lo sviluppo di strategie più funzionali ed efficaci. Un caro saluto Verdiana Valagussa
Continuo a non capire come è possibile fare una diagnosi di disturbo borderline a chiunque abbia subito un trauma con la T maiuscola in famiglia (es. Abuso sessuale, un classico). Come si può pensare che i sintomi da DSM che presenta e che si sovrappongono in larga parte con quelli del PTSD non siano post traumatici e come si può pensare che non abbia anche traumi relazionali. Lei si immagina una famiglia meravigliosa e attenta in cui un suo membro abusa di un bambino? La realtà è che in quella famiglia probabilmente ci sono enormi problemi, se non anche altre forme di abuso. Il DBP a mio avviso andrebbe diagnosticato solo se non ci sono traumi T, altrimenti è una barzelletta.
Pare che solo il bordeline abbia dignità di attenzione, tutti gli altri possono pure morire, ndr. Il borderline può avere origine traumatica di stampo affettivo. Ma da stress cronico, non certo acuto.
Capisco sia esemplificato per farsi capire, ma non è aderente alla realtà una situazione di abuso sessuale una tantum in un quadro di attaccamento sicuro. Cioè non può esistere un caregiver del genere.
Prima e unica volta che si parla di neglect da malattia mentale delle figure di attaccamento.prima e unica.
BRAVA REALISTA EMPATICA ACCULTURATA
Video meravigliosi.
Grazie molte per il suo gentile commento!
@@CentroInTerapia
Sarebbe graditissimo un video sulla dipendenza materna. Ovvero quando le madri sono soffocanti e non permettono al figlio di sviluppare la sua autonomia. Forse già c'è. Controllo meglio. Comunque davvero. Grazie a Voi. I disturbi dissociativi sono poco trattati.
Da piccola vivevo in una famiglia numerosa , prima figlia, un po viziata , e con me vivevano anche 2 nonni e 2 bisnonni in casa. Dieci persone a tavola insomma. Mia madre mi racconta che piangevo sempre però quando loro uscivano per andare a lavorare ed erano costretti a nascondersi per uscire di casa senza farmi andare in crisi. In pratica poi io semplicemente.......mi voltavo e non.li vedevo più .
All'asilo piangevo anche di più, spesso erano costretti a venirmi a prendere. Non ci volevo stare.....come tutti i bambini del resto .....ma io ero disperata. Come me le mie sorelle. Nostra madre lavorava molto fuori casa .
Non riuscivo a legare con i miei compagni, avevo paura di tutto e tutti , i miei amici mi chiamavano la piagnona e non volevano giocare con me . Loro si divertivano sulle giostrine , io no , avevo paura di cadere , e volevo stare a casa mia.
Da grande non è andata meglio , anche se sono 1 professionista affermata , guadagno per ciò che mi.basta , una bella carriera , ho avuto però legami disfunzionali . Due figli adolescenti , separata da qualche anno . Sola se così si può dire.
Sono stata vittima di narcisisti aggressivi e violenti, troppe volte anche a lavoro, ma non ho saputo riconoscerli. ..... e non solo io .
Sanno come sfruttare e camuffarsi.
Tutto questo ha a che fare con ciò di cui parli.....o come molti psicologi sostengono oggi .....non centra nulla il mio passato?
Sto lavorando sulla mia autostima.
Hai consigli da daremi a tal riguardo ?
Grazie in anticipo se mi vorrai rispondere.
💘🖐
Gentile Assuntina,
fin dall'infanzia le nostre esperienze vengono immagazzinate e organizzate all'interno della nostra mente. Le informazioni e gli apprendimenti che conserviamo in memoria sono la mappa attraverso cui leggiamo il mondo, facciamo previsioni, ci costruiamo aspettative e regoliamo, di conseguenza, i nostri comportamenti. Per questo, in terapia, si rivela spesso prezioso indagare il contesto in cui si è cresciuti, esplorandone le dinamiche. Le esperienze avute nel corso dell'infanzia sono parte di lei, della sua identità. Ricostruire ciò che ci è successo, significarlo e coglierne gli eventuali legami con il presente ci permette di comprendere se e in che modo il nostro modo di pensare, emozionarci e relazionarci nell'oggi è influenzato da esperienze stressanti subite durante il nostro sviluppo.
Quando abbiamo l'impressione di cadere spesso nelle stesse trappole o di riattuare dinamiche che ci fanno soffrire è fondamentale mettere a fuoco tali copioni, chiedersi da dove arrivino e che bisogni ci permettano di soddisfare. Questo è il primo passo verso lo sviluppo di strategie più funzionali ed efficaci.
Un caro saluto
Verdiana Valagussa
@@CentroInTerapia grazie mille per la risposta chiara e completa. 💞🖐
Continuo a non capire come è possibile fare una diagnosi di disturbo borderline a chiunque abbia subito un trauma con la T maiuscola in famiglia (es. Abuso sessuale, un classico). Come si può pensare che i sintomi da DSM che presenta e che si sovrappongono in larga parte con quelli del PTSD non siano post traumatici e come si può pensare che non abbia anche traumi relazionali. Lei si immagina una famiglia meravigliosa e attenta in cui un suo membro abusa di un bambino? La realtà è che in quella famiglia probabilmente ci sono enormi problemi, se non anche altre forme di abuso.
Il DBP a mio avviso andrebbe diagnosticato solo se non ci sono traumi T, altrimenti è una barzelletta.
Pare che solo il bordeline abbia dignità di attenzione, tutti gli altri possono pure morire, ndr. Il borderline può avere origine traumatica di stampo affettivo. Ma da stress cronico, non certo acuto.
Capisco sia esemplificato per farsi capire, ma non è aderente alla realtà una situazione di abuso sessuale una tantum in un quadro di attaccamento sicuro. Cioè non può esistere un caregiver del genere.