FALCONERO e il CONFLITTO DI INTERESSI - Commento al VIDEO DEFINITIVO

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  • เผยแพร่เมื่อ 22 ธ.ค. 2024

ความคิดเห็น •

  • @Falconero1987
    @Falconero1987 16 วันที่ผ่านมา +3

    Eccomi! :D Prima di tutto un grazie, anche in questa sede, per le parole spese e per l'onestà intellettuale che hai dimostrato durante tutto il corso della live, una cosa che visti alcuni nostri trascorsi non proprio all'insegna della distensione (per quanto ora fortunatamente alle spalle) non era affatto scontata né tantomeno dovuta. Detto ciò, ti rispondo anche qui nel merito della tua domanda su "cos'è la competenza?" per darti una mia personale, breve interpretazione del concetto, per quanto, come detto anche privatamente, ritengo che il discorso sia difficile da racchiudere in poche righe o poco tempo: trovo che competenza, al di là della necessità di possedere gli strumenti di base per poter svolgere valutazioni sensate (un qualcosa di generalmente indefinito, purtroppo e di difficile inquadramento) faccia rima con capacità di contestualizzare: da un gioco in un periodo storico o all'interno di un genere, a meccaniche all'interno di un concept, per arrivare gli scopi stessi che un dev vuole raggiungere attraverso precise scelte di design. Ripeto, è un discorso ampio, troppo per un commento su TH-cam, ma spero che quanto accennato sia sufficiente per far trasparire almeno una porzione del mio punto di vista sulla questione. Perché sì, sono d'accordo con te quando dici che per fare buona critica non basti "giocare tanto", ma trovo che sia comunque un aspetto che contribuisce a formare e mantenere formato un buon critico: maggiori sono i termini di paragone, maggiori sono i dev di cui si può analizzare il lavoro e maggiore, in teoria, può essere la capacità di contestualizzare tutto ciò che si osserva e conseguentemente si valuta. Ma è chiaro, come detto, che non basti "giocare tanto" per essere un buon critico.
    E sulla questione "critico/non critico" sai bene che abbiamo posizioni contrastanti (trovo come ti dico spesso che la parola non nobiliti l'attività ma, semplicemente, la descriva) ma rispetto il tuo punto di vista in merito.
    Detto questo ti mando un abbraccio e ti auguro un grosso in bocca al lupo per tutto con la speranza di poterci sempre confrontare con questa serenità anche in futuro!

  • @Gravity_Kat
    @Gravity_Kat 22 วันที่ผ่านมา

    Da 24:53 solo applausi per 5 minuti!
    Complimenti per il lavoro Luca, ti seguo spesso anche se non in diretta! :)
    P.S. Eravamo nello stesso gruppo su Facebook anni fa anche!

  • @dzemil6486
    @dzemil6486 14 วันที่ผ่านมา

    51:13. Concordo totalmente

  • @Mizar-fz1xp
    @Mizar-fz1xp 23 วันที่ผ่านมา +3

    51:45 il problema principale: non vincono i competenti, ma chi appare competente.

    • @dzemil6486
      @dzemil6486 14 วันที่ผ่านมา

      Ma onestamente come si può stabilire una cosa piuttosto che l’altra?

    • @Mizar-fz1xp
      @Mizar-fz1xp 14 วันที่ผ่านมา

      @dzemil6486 studiando game design

    • @dzemil6486
      @dzemil6486 13 วันที่ผ่านมา

      @@Mizar-fz1xpMa uno del pubblico come può capire in che situazione sia? A meno che il pubblico stesso non diventi competente, più competente di molti creator.

  • @dzemil6486
    @dzemil6486 14 วันที่ผ่านมา

    Scrivo anche se è passato un po’ tempo. Mi sono fermato al tema “Sono solo videogiochi”. Argomento che ho usato anch’io ma che non sta a significare “Possiamo farlo con i piedi” ma che si tratta alla fin fine di prodotti d’intrattenimento. Il problema è che vedo questa enfasi veramente esagerata sul conflitto d’interesse nei videogiochi, quasi si trattasse della Santanché, ministro del turismo. Come se avere il codice o partecipare alle anteprime renda impuro il tuo giudizio. Quando alla fine si tratta solo di un numero (quello è) alla fine di un testo che in pochi leggono. In un mondo comunque dove è facile informarsi sui prodotti interessati e dove puoi trovare facilmente una moltitudine di opinioni.
    Quindi non vuol dire fare le cose male perché sono solo videogiochi ma non sopravvalutare il problema.
    PS; posto che il conflitto d’interesse è altra roba, questa è tutta in effetti corruzione, poiché in cambio di un voto, ti facilito il lavoro, ti offro l’anteprima ecc…

    • @lucawright-gamedesigndebunking
      @lucawright-gamedesigndebunking  11 วันที่ผ่านมา +1

      @dzemil6486
      Capisco cosa vuoi dire, ma è molto più comune che uno si giochi la carta del "sono solo videogiochi" quando viene pizzicato a fare disinformazione (vedi QDSS) che quando vuole disinnescare una discussione troppo accesa su questioni triviali.

  • @ArmageddonWarrior
    @ArmageddonWarrior 22 วันที่ผ่านมา +1

    Anche io ho quando l'ho giocato ho pensato che l'open world di ER fosse un errore, e non ti avevo ancora mai sentito dirlo. Piano piano sto imparando qualcosa 😂
    Sono assolutamente d'accordo con te comunque sul fatto che preferisco una persona in conflitto d'interessi ma competente invece che una incompetente ma indipendente.

  • @ienawriterman1
    @ienawriterman1 23 วันที่ผ่านมา +4

    "non riusciamo a parlare perché è periodo di fiere e sta lavorando tanto e perché non riusciamo a incontrarci"
    Luca... Mi stupisco di te che non ci hai pensato: CONFRONTO IN LIVE

  • @assassinoigoto
    @assassinoigoto 21 วันที่ผ่านมา +1

    L'importante é basarsi sulla fiducia , trasparenza ed onestá della persona a cui ci si riferisce , in qualsiasi ambito , poiché dovrebbe essere un professionista del settorre di appartenenza , e come tale il conflitto d'interesse nemmeno dovrebbe esistere o quantomeno arginato , poiché soldi e sponsorizzazioni fanno bene a chiunque , l'importante é il non abusarne troppo , altrimenti il pubblico se ne accorgerá e ti lascerá da solo alla "tua smania di potere" : fare ogni cosa con intelligenza , ma a quanto vedo ( con certi soggetti , tipo tutto ció che dice Falconero, molto discutibile con ragionamento fuori dal mondo ) sembra che sia tutto inutile anche solo provare a discuterne ... quindi vi dico solo di stare attenti a chi date il vostro tempo ed energie , siate smart a seguire certa gente .

  • @lucawright-gamedesigndebunking
    @lucawright-gamedesigndebunking  21 วันที่ผ่านมา

    Sulla questione della "critica" (che -- suonerà paradossale, ma -- non era il focus del video) ho fatto un mischione confuso. Il solito mischione confuso che faccio ogni volta che cerco di iper-sintetizzare discorsi complessi. Il termine può essere usato contesti diversi per intendere insiemi e sottoinsiemi diversi, e quindi sono andato nel pallone.
    Siccome so che la cosa potrebbe prestarsi a strumentalizzazioni alle quali posso solo rispondere "ho comunicato di merda", ricordo che sul tema della critica mi sono espresso tante altre volte e maniera più chiara in passato in live dedicate.

    • @SignoreDelVuoto
      @SignoreDelVuoto 19 วันที่ผ่านมา +3

      A prescindere dall'errore di comunicazione (che non vale se non hai un pigiama da 600 euro addosso), più volte hai esternato il tuo pensiero su cosa è un critico e per me sei fin troppo "stretto" nel tuo modo di intenderlo: se uno non è preparato non è un critico.
      Mmmmmm, no, purtroppo non funziona cosi.
      Te lo scrissi anche molto tempo fa sotto i commenti di un video di GLCS dicendoti che, a prescindere dalla preparazione, l'atto di fare critica ti rende un critico.
      Poi, che tu sia un BUON critico o un CATTIVO critico è tutto un altro paio di maniche.....
      E vale per tutto eh.
      Se tu sei un calciatore di terza categoria non significa che tu non sia un calciatore, se tu sei un cuoco incapace sempre cuoco rimani....

    • @lucawright-gamedesigndebunking
      @lucawright-gamedesigndebunking  19 วันที่ผ่านมา

      Dici che è l'atto della critica a definire il critico. Eppure, gli esempi da te proposti ti smentiscono.
      Nel caso del calciatore di terza categoria, ciò che lo rende "calciatore" non è tanto l'atto del giocare al gioco del calcio, ma il fatto che sia il suo mestiere.
      Per il cuoco vale un discorso analogo: non è l'atto del cucinare a renderlo tale, ma che lo stia facendo di lavoro.
      Alla luce dei tuoi esempi, "critico" dovrebbe essere chi riesce a farsi percepire tale campando del suo lavoro (l'atto critico), e non colui che esercita l'atto critico in sé.
      Ma pure fosse questo il caso, avrei qualche problema con una simile affermazione.
      Immaginiamo due persone: Mario e Luigi.
      Mario e Luigi non capiscono niente di videogiochi. Ogni volta che aprono bocca, dicono le medesime stronzate.
      L'unica differenza tra i due è che Mario si definisce "critico videoludico", mentre Luigi è un appassionato che ama dire la sua.
      Ergo, pur esprimendo i medesimi concetti, Mario starebbe facendo una "pessima critica", mentre Luigi starebbe dicendo solo stronzate. Ne consegue che "critica" è solo un titolo formale, una parola vuota priva di qualsivoglia sostanza.
      Se mi dicessero che in realtà anche Luigi sta facendo una "pessima critica" a prescindere dai titoli di cui si investe, rimarrei perplesso comunque; perché dire che basta esprimere un giudizio per essere un critico è un po' come dire che un disegno mi rende un artista perché è un disegno, che gli scarabocchi dei miei nipoti attaccati al frigorifero sono arte e che tutte queste parole su cui ci stiamo facendo le seghe mentali non sono che sinonimi o macro-insiemi. Di nuovo una questione di forma più che di sostanza.
      Insomma: c'è o non c'è una linea di demarcazione? E se c'è, dov'è situata se non nella preparazione minima richiesta?
      Se a un medico imponiamo lo studio della medicina per definirsi tale è solo perché deve mettere le mani addosso alla gente e non possiamo permetterci una "pessima sanità". Anche se è l'attestato a definirlo "medico", è ciò che questo dovrebbe significare la cosa veramente importante: la preparazione alla disciplina medica (verificata in via ufficiale).
      Una stronzata sui videogiochi non uccide nessuno, ma se lasciamo che ciò che distingue il critico dal "tizio sul server" sia una mera questione di forma, finirà che non avremo mai una critica videoludica seria (buona o cattiva che sia).
      Io ne faccio una questione di sostanza: se non hai perlomeno una preparazione specifica sul medium che dici di criticare (con lo scopo di magnificare il tuo giudizio e renderlo più autorevole rispetto a quello altrui), allora non sei un critico di quel medium, ma un millantatore che vuole passare per tale per ottenere un vantaggio competitivo nel "mercato dei giudizi" senza fare lo sbattimento di offrire davvero un valore aggiunto.
      Il pessimo cuoco farà fallire il suo ristorante, se non imparerà il mestiere o verrà rimpiazzato; e a quel punto non sarà più un cuoco. Dato che la cosa sarà destinata a ripetersi ancora e ancora fin tanto che troverà lavoro, è lecita la domanda: è mai stato davvero un cuoco? o millantava di esserlo?
      Allo stesso modo, coloro che esercitano l'atto critico sui videogiochi senza preparazione spacciando il proprio contenuto per critica videoludica e coglionando la gente con disinformazione e una parlantina sciolta, verranno tacciati dal sottoscritto di non essere mai stati dei critici; perché non stanno producendo una "pessima critica", ma della spazzatura qualunquista che, personalmente -- permettimi la parola forte --, reputo una "truffa intellettuale".
      La mia coscienza mi impone di avvertire gli altri di questa situazione. Anche se, come abbiamo visto, la cosa non viene particolarmente apprezzata.

    • @carcassapeterson3246
      @carcassapeterson3246 15 วันที่ผ่านมา

      ​@@lucawright-gamedesigndebunking
      (mi aggiungo alla discussione anche se non c'entro. Oltre a questo ogni tanto userò un linguaggio anche troppo assertivo per i miei gusti, adottando anche un falso scientifichese, ma è per non scrivere ad ogni 2 righe un trattato di epistemologia probabilmente fallato; farò anche riferimento a fatti storici e scientifici di cui non sono propriamente un esperto dando buone le mie conoscienza a riguardo, cosa di cui non sono sicuro nemmeno io. Se tutto ciò risulta sgradevole o dico puttanate, mi scuso)
      (Altra cosa, il mio discorsò sarà prolisso, probabilmente ridondante e riguarderà l'intersoggettività, ma dato che mi ricordo che in un'altra live Mara aveva fatto un breve torpiloquio su chi usa questa parola e che non vi seguo abbastanza per sapere cosa pensiate in merito in maniera argomentata tenterò di spiegare la cosa per come la intendo io rendendo il discorso ancora più una pallottola nei coglioni. Se avrai voglia di leggere quello che ho scritto valuterai te se ho scritto banalità o stronzate a riguardo).
      Allora, anche se idealmente mi piacerebbe che l'etichetta di critico venisse applicata in base alla bontà delle argomentazioni (che stabiliremmo essere buone in base a quelle che tu chiami competenze e che io non so come chiamare perchè bisognerebbe mettersi daccordo su cosa si intende con questa parola in questo contesto) non credo che questa cosa abbia troppe possibilità di affermarsi nel contesto del dibattito videoludico in quanto a questo può partecipare letteralmente chiunque.
      Mi spiego meglio:
      Nel video (se non ricordo male) parli del paradosso della competenza, ovvero che "la competenza viene selezionata dalla competenza". A mio avviso ni, ovvero: in base a cosa la prima persona "competente" o il primo gruppo di "competenti" in un ambito è stato riconosciuta come tale? In base alla sua capacità di persuadere abbastanza interlocutori o interlocutori sufficientemente potenti (in riferimento all'insieme delle persone interessate ad argomento x in una cultura) da poter imporre la sua rivendicazione di "competenza" a partire da un momento t1 fino ad un momento tx in cui ha iniziato a perdere mordente fino ad arrivare a tz dove lo ha perso completamente. Nell'ambito delle discipline che si occupano di stabilire cosa sia il "vero", poichè per ragioni evolutive abbiamo un bias nel considerare il "fenomenico" come la realtà "oggettiva" è relativamente facile mettersi daccordo sui presupposti che ci permettono di discriminare tra una buona argomentazione ed una fallace. Ad esempio se 2 cavernicoli si mettessero a discutere sulla questione della velenosità di una bacca per verificare un'ipotesi si potrebbe far mangiare quel tipo di bacche a n persone e vedere se queste stanno male dopo averla mangiata in maniera statisticamente rilevante o meno. In questo caso dato che ci si è messi daccordo (implicitamente) in anticipo sul considerare il fenomenico come ciò di cui si sta parlando e dato che si sta supponendo (in base all'esperienza) che il fenomenico abbia una coerenza che permette di fare deduzioni empiriche verificabili è possibile stabilire l'ipotesi "vera", ovvero quella che permette meglio ai cavernicoli di descrivere un aspetto di quella che è considerata la realtà.
      Precedentemente ho scritto "relativamente facile" in quanto esistono fenomeni quali la dissonanza cognitiva o il semplice malinteso che anche se c'è la massima intenzione ad essere intellettualmente onesti in maniera conscia da parte di tutte le parti (cosa comunque non scontata), possono comunque portare a non mettersi realmente daccordo sui presupposti della discussione. Ad esempio la bacca si osserva essere effettivamente velenosa, ma uno dei 2 cavernicoli per una qualche ragione (ideologia, reputazione, incapacità di accettare l'errore o altro) entra in dissonanza cognitiva e continua ad essere convinto che la bacca sia perfettamente commestibile, ovvero ha un modello del fenomenico, quindi del reale, diversa dall'altro. Nel caso in cui fossero solo queste 2 le persone a cui frega qualcosa del parlare della velenosità delle bacche, anche se noi concordassimo con uno dei 2, dal punto di vista di questi cavernicoli non sarebbe possibile stabilire una "verità" condivisa, ma solo un'interpretazione soggettiva della verità che scommettono sia oggettiva in riferimento ai presupposti presi in considerazione; ovvero dal POV del singolo interpretazione di verità oggettiva e verità soggettiva coincidono ed anche se noi per ipotesi possiamo dire che ha ragione uno e non l'altro, noi siamo degli enti che sempre per ipotesi sono irrilevanti ai problemi epistemici dei 2 cavernicoli dal punto di vista dei quali non è possibile stabilire una verità oggettiva condivisa. Ora ipotizziamo che i 2 cavernicoli vadano dal resto della loro tribù ed ognuno riesca a convincere una porzione rilevante della propria versione; in questo caso ci sarebbero 2 verità intersoggettive in competizione, ma dato che una delle 2 "verità" è darwinianamente dannosa, la parte che la sostiene è destinata ad estinguersi. Ora, la parte che si è estinta potrebbe tranquillamente essere stata una parte maggioritaria della tribù in quanto possiamo supporre che il pro-bacca fosse un retorico o comunque un individuo più influente dell'anti-bacca che è stato quindi in grado di imporre meglio il suo modello di realtà fino a che i suoi aderenti non si sono suicidati facendo "vincere" in fine gli anti-bacca. In questo caso tx e tz non sono stati dovuti ad una perdita di mordente argomentativo, ma a causa dell'estinzione fisica dei pro-bacca, ma comunque per un periodo di tempo t1-tz la loro è stata la verità accettata dalla comunità di coloro che erano interessati alla questione, verità considerata come quella "oggettiva"; quindi quello che ha reclamato la competenza sulle bacche per un certo periodo non lo ha fatto perchè fosse realmente più competente dell'altro, ma perchè ha convinto più persone degli interessati. Allo stesso modo da tz fino a un ipotetico tk, l'anti-bacca è riuscito a reclamare competenza avendo una prova empirica con cui poter persuadere i sopravvissuti che per bias loro erano inclini ad accettare (in tutto il discorso sto usando bias come termine neutro. Sto facendo lo stesso per il termine imporre) (oltre a questo sto semplificando molto e spero non eccessivamente la questione).
      Ora, il punto è che per le questioni riguardanti il "vero", ciò che è tale a livello comunitario, quindi a livello "autorevole", anche supponendo i più raffinati mezzi logici ed epistemici a disposizione attualmente della nostra specie, dal punto di vista di qualcuno che ragiona a "run-time", poichè come singoli umani siamo imperfetti e limitati (anche se questi termini sono abbastanza fuffosi), chi è competente è tale perchè riconosciuto come tale da persone non necessariamente competenti, ma che hanno il potere di imporre questa etichetta; tendenzialmente però, sempre per le questioni che riguardano il "vero", specialmente il "vero" in riferimento alla realtà e specificatamente sulle questioni di vita e di morte, poichè siamo animali siamo inclinati a dare ascolto a ciò che pensiamo funzioni empiricamente e se abbiamo dei bias in senso contrario esiste la selezione naturale. Però, per questioni non di vita e di morte (e che non inficiano sulla fitness di un gruppo) ciò che viene selezionato come il "vero" è comunque dato da una comunità dove, se ipotizziamo dal nostro POV di avere una concezione di cosa sia "vero" migliore della loro, la selezione di una verità più vicina alla nostra, quindi migliore è data da fattori abbastanza "fortuiti":
      Ad esempio i frutti della rivoluzione scientifica sono dovuti alla cultura razionalista tardo medievale e rinascimentale, ma anche dell'invenzione della stampa, ma anche della riforma protestante che ha minato l'autorità della chiesa, ma anche della concezione della divisione tra stato e chiesa, ma anche al fatto che la vita intellettuale fosse riservata a relativamente poche persone che coincidevano con quelle più influenti etc. Tutte cose che hanno reso la rivoluzione e il riconoscimento di esperti di scienza accettabile e/o conveniente da una fetta sufficientemente potente della comunità delle persone interessate. Comunità che non coincideva con la comunità degli esperti nemmeno in parte minoritaria, contrariamente ad oggi, dove la comunità degli esperti/competenti di scienza ha sufficientemente autorità/prestigio/potere da essere lei stessa a poter riconoscere chi è esperto di scienza e imporre questo al resto della società grazie al fatto che i frutti della scienza, anche se inizialmente erano seghe mentali per gente ricca con utilità limitata, nel tempo sono diventati questioni di vita o di morte (medicina, teconologie belliche, industriali etc).
      (Per la matematica e nelle altre discipline del "vero" come la storia il discorso generale si applica comunque facendo i dovuti distinguo).
      (Continuo in un'altro commento)

    • @carcassapeterson3246
      @carcassapeterson3246 15 วันที่ผ่านมา

      ​@@lucawright-gamedesigndebunking
      Ora questo come si collega alla questione del "bello"? Al fatto che tutto ciò che è stato detto sopra in riferimento al "vero" è applicabile a questo concetto, salvo il fatto che per la maggior parte della storia umana non ci sono stati riferimenti "fenomenici" tramite cui poter parlare di estetica e poterci mettere daccordo in maniera razionale.
      Nel diciannovesimo secolo circa (forse dalla seconda metà del diciottesimo) c'è stata la sacralizazzione del concetto di arte che ha portato i nerd ottocenteschi a farsi seghe mentali su come definire cosa sia bello e in base a cosa e come in maniera analitica, portando quindi alla concezione di critica estetica dalla quale
      derivano quelle contemporanee.
      La critica esisteva anche precedentemente, ma per i criteri di critica che mi sembra tu stia adottando la critica precedente (per usare l'analogia scientifica) era al più al livello rinascimentale, mentre la critica ottocentesca e di inizio '900 più simile alla protoscienza della rivoluzione scientifica, la critica novecentesca e (parzialmente) contemporanea come la scienza del periodo moderno e (parzialmente) contemporaneo e la critica che tu auspichi al livello della scienza contemporanea. Quindi, se accettiamo questa analogia la storia della critica di cui stiamo parlando riguarda principalmente gli ultimi 2 secoli.
      Detto questo, chi erano quelli che ho chiamato i nerd ottocenteschi? Erano le persone più benestanti e/o istruite delle società occidentali, ovvero persone in un contesto in cui erano incentivate a leggere e studiare per ragioni sociali e in cui si tentava di apparire fighi e dove la figaggine era intellettuale dato che tutti i loro pari erano persone istruite e il cui status era dato anche dall'istruzione. Inoltre erano i figli di quello che era stato l'illuminismo e i padri del romanticismo. Quindi questi nerd, come quelli attuali, si mettevano a parlare delle cose che gli piacevano con loro pari a cui piacevano le stesse cose, solo che diversamente dai nerd attuali erano la curva destra e non centro-sinistra della gaussiana delle persone istruite, ovvero persone abituate a ragionare e a confrontarsi con persone abituate a ragionare. Nel '900 avvenne invece la desecralizazzione dell'arte (modernismo, dadaismo and co), ma anche la sua massificazione, quindi la sua commercializazzione a livello di massa (l'arte "alta" è sempre stata un fenomeno commerciale alla fine, ma mai di massa prima del secolo scorso salvo quella religiosa o che comunque non veniva ancora considerata arte) che ha portato incentivi sempre più grossi alla formalizazzione di strumenti analitici che permettessero di fare prodotti più vendibili (ad esempio Il Viaggio dell'Eroe o lo stesso modello MDA, anche se si sta parlando di ventunesimo secolo in questo caso) (semplificando, questo è dovuto anche al fatto che le neuroscienze propriamente dette sono nate nello stesso periodo, quindi la possibilità di poter analizzare il "bello" almeno parzialmente nei termini del "vero" è dovuto anche a ciò). Nonostante questo, la critica, quindi il discorso intellettuale sull'arte, nel corso del '900 è comunque rimasto prerogativa delle persone più istruite e benestanti (e anche degli artigiani dell'arte, ovvero registi, scrittori etc i quali erano comunque una sottocategoria delle persone istruite e benestanti), ovvero le persone che avevano il potere di farsi pubblicare in quanto esisteva una domanda consistente da parte dei nerd novecenteschi che erano ancora la curva destra delle persone più istruite. Ovvero, nonostante la massificazione dell'arte il dibattito sull'arte era comunque prerogativa delle persone istruite, anche perchè i mezzi che permettevano di esserne partecipi erano gli stessi che servivano per studiare: i libri (e le pubblicazioni di settore) i quali erano scritti da intellettuali per intellettuali o wannabe intellettuali. Senza passare per i libri, salvo che per programmi divulgativi televisivi nella seconda metà del '900 (che comunque non erano impattanti sul dibattito in se e fatti comunque da intellettuali, ma questa volta per non intellettual), sostanzialmente era impossibile anche solo conoscere il dibattito "alto"/critico sull'arte.
      Quindi nell'800 l'insieme delle persone interessate all'arte coincideva con le persone che avevano il potere di partecipare alla discussione (e quindi di poter potenzialmente imporre la propria visione) le quali erano al coltempo quelle più istruite;
      Nel '900 invece, non c'era più identità fra il primo insieme e gli altri 2, ma continuava ad esistere fra questi ultimi.
      Di conseguenza tutto il discorso critico sulle arti precedentemente esistenti e su quelle nate e/o sviluppate in questi 2 secoli fatto in questi periodi non era fatto da persone necessariamente competenti nella critica, ma persone che volevano definire una categoria di critici il più "competente" possibile la cui etichetta di "competenza" era attribuita in base al convincimento di questa classe di persone, persone che poichè istruite e figlie del contesto culturale di questi secoli vedevano come base del convincimento argomentazioni il più possibile razionali.
      (Continuo sotto)

    • @carcassapeterson3246
      @carcassapeterson3246 15 วันที่ผ่านมา

      ​@@lucawright-gamedesigndebunking
      Ora, nel periodo in cui viviamo le identità otto e novecentesche non sono più vere poichè i social hanno fatto si che il primo gruppo abbia finito col coincidere col secondo, e il terzo sia diventato un sottoinsieme minoritario di questo macrogruppo.
      Ma chi è che quindi fa parte del gruppo delle persone in grado di imporre la propria visione se tutti coloro che sono interessati all'arte possono partecipare al dibattito sull'arte? Chi sono gli opinion leader del ventunesimo secolo? Chi ha una reach maggiore, ovvero influencer e testate che per esistere sono patologicamente in conflitto di interessi coi produttori d'arte.
      Per essere precisi, le arti nate e sviluppate fino al '900, poichè sono figlie della tradizione di dibattito dei gruppi detti sopra hanno ancora filoni di critica tradizionale autorevoli (anche se minoritarie e in decadenza) che per il loro prestigio sono in grado di imporre la loro visione anche su influencer e testate in conflitto di interessi. Ovvero per una questione reputazionale anche chi si improvvisa critico è incentivato a studiare per divenire critico, quindi gli opinion leader contemporanei dei dibattiti sulle arti tradizionali se non hanno quelli che tu chiami gli strumenti critici del loro settore hanno ancora da confrontarsi con la tradizione novecentesca che può tacciarli di millanteria.
      Purtroppo però questa cosa a mio avviso è sempre meno veritiera è c'è un incentivo sempre crescente a cagare più roba senza studiare la qual cosa coincide con la massificazione dell'arte di cui si sta parlando.
      Anche se io fin'ora ho parlato di arte in generale, non tutte le arti sono uguali; ad esempio la poesia ha una reach che certamente non definirei di massa, quindi per lei, anche se non seguo il dibattito critico sulla poesia, suppongo (assumendo che i numeri non siano così piccoli da averlo reso un dibattito morto) che questo sia portato avanti da persone ricche che si rifanno alla critica passata, ovvero che per farsi fighe con le altre che parlano di poesia effettivamente studino quella critica letteraria passata perchè i loro interlocutori a loro volta faranno lo stesso; quindi siamo in una situazione di quasi continuità 1:1 con la tradizione del '900 se non addirittura dell'800. (Se quello che ho detto è vero, e non ne sono decisamente sicuro) Questo ha tutte le sfighe che comporta il non essere un mega privilegiato che si interessa all'arte, ma permette a chi ne ha i mezzi e che vuole fare critica come la intendi te di essere in un microambiente che lo permette. Detto questo, la poesia è un caso limite, mentre il cinema e la musica sono invece esempi più calzanti della roba che ho scritto sopra.
      Detto ciò il caso dei videogiochi è il caso più particolare, perchè è l'arte più massificata ed è nata in concomitanza con televisione e social, quindi senza avere una classe intellettuale con sufficiente potere da poter imporre a tutto l'insieme delle persone interessate ai videogiochi le proprie visioni sul medium salvo qualche intellettuale spurio come Mara o F. Toniolo e gli stessi sviluppatori, i quali però sono una microcategoria ironicamente poco influente dell'insieme che stabilisce cosa è o non è critica a livello di comunità. Quindi, poichè non esiste una tradizione critica precedente e se si accetta tutto quello che ho detto sopra su come si stabilisce chi è "competente" in maniera intersoggettiva, mammagari "il tizio sul server" millantasse e basta di essere un critico (in questo caso chi vorrebbe che la critica videoludica si rifacesse alle tradizioni degli ultimi 2 secoli non sarebbe una voce ininfluente). No, peggio, lui e i Multiplayer, Everyeye, Sabaku, i Playerinside etc stanno DEFINENDO cosa sia un critico videoludico ovvero rendendo questa etichetta una questione di forma e non di sostanza e nemmeno di forma deontologicamente novecentesca, ma come autoaffibbiazione di etichetta per darsi un tono rifacendosi alla generica etichetta di critico d'arte (qua cito Sabaku e Playerinside dei quali penso comunque che abbiano capacità analitiche sopra la media, sicuramente sopra la maggior parte dei giornalisti videoludici e probabilmente sopra le mie, ma che per i loro numeri sono nel contesto italiano i singoli opinion leader più influenti del dibattito videoludico i quali non stanno portando a definire critico nel modo che intendiamo tu e/o io).
      Quindi, per concludere, poichè sono gli influencer che si spacciano per critici per darsi un tono a star definendo cosa sia un critico, purtroppo "il tizio sul server" è ciò che è un critico nel ventunesimo secolo. Se esistessero molte persone che si affibbiassero da se il titolo di critico avendo però le "competenze" o fossero dette tali dal microgruppo intellettuale, ma avessero lo stesso reach di un Sabaku e la deontologia di un Falconero allora il critico nel ventunesimo secolo potrebbe essere più in linea con quello che intendiamo io e/o te, ma onestamente non mi sembra il caso.
      Poi non penso che quello che tu faccia sia inutile. Il fatto che si sta commentando un video di Falconero che ha fatto un passo indietro sul conflitto d'interessi è dovuto anche ai confronti che ha avuto con te, ma comunque in generale non sono ottimista per quanto riguarda la definizione di critica come vorremmo io e/o te ai tempi dei social.

  • @Alessandro-fp7ii
    @Alessandro-fp7ii 22 วันที่ผ่านมา +3

    Cmq nemmeno un processo di secondo grado di giudizio ha tutta sta analisi della documentazione. Dai su.

  • @mastermiller4407
    @mastermiller4407 7 วันที่ผ่านมา

    Il grande problema del mondo videoludico non è il conflitto di interessi. È l'avere un branco di content creator che maccinano numeri da capogiro sparando idiozie disinformanti, con un potere di influenza enorme, il discorso di falco è banale ed è anche facile essere d'accordo con lui, ma il vero problema di questo mondo che amiamo è un altro, e del conflitto di interessi si parla troppo, ci si concentra e sofferma sul problema sbagliato secondo me

    • @lucawright-gamedesigndebunking
      @lucawright-gamedesigndebunking  7 วันที่ผ่านมา

      L'ho detto pure in live: tra competenza e indipendenza, io sceglierò sempre la prima.
      L'indipendenza diventerà una questione cruciale solo quando ci sarà la competenza e ci preoccuperemo di avere *davvero* una critica videoludica seria. Non prima.
      Non me ne faccio niente di un esercito di indipendenti che sparano cazzate. Certo, non potrò dubitare siano farina del loro sacco, ma sempre cazzate restano.

    • @mastermiller4407
      @mastermiller4407 6 วันที่ผ่านมา

      @lucawright-gamedesigndebunking vero, infatti mi riferivo a tutti quelli che stanno parlando in maniera morbosa di questo benedetto conflitto di interessi. Che poi hai detto una cosa verissima in una parte del video, per un influencer è molto più facile dire alla sua utenza quello che vuole sentirsi dire, per fare un esempio: distruggere vaelguard, piuttosto che lodardo per avere un ipotetico vantaggio. il coltello dalla parte del manico lo hanno loro mica le aziende, investi su te stesso e sulla tua immagine, per questo a maggior ragione vedo il conflitto di interessi come un problema marginale.
      Ma poi sai qual è la cosa più grave? Che questi ipotetici "professionisti" non sono tali perché che ne so, come nel tuo caso si sono fatti il mazzo studiando. Loro sono professionisti semplicmente perché si autodefiniscono tali. Come quando il sabaku di turno dice "ok ora sta parlando il mike critico. Queste sono cose oggettive". Mi viene da sorridere, l'essere un professionista deriva dall'avere una buona dialettica? dal saper usare paroloni forbiti?
      E la gente ci crede, la gente, la massa è davvero convinta che questi influencer e TH-camr siano esperti del settore, questa è la cosa grave. I danni, quelli veri, gli fanno loro, alto che conflitto di interessi.

    • @MultiYoutubuser
      @MultiYoutubuser 6 วันที่ผ่านมา

      Mi fa ridere il fatto che si voglia creare una dicotomia tra indipendenza e qualità. Ma tipo che sono due cose indipendenti? E sarebbe auspicabile averle entrambe? Impossibile? Se un critico è in conflitto di interessi GIUSTAMENTE si farà notare che è in conflitto di interessi. Se le argomentazioni che porta nella sua critica fanno acqua, si farà notare la debolezza delle sue argomentazioni. È benaltrismo e basta.

    • @lucawright-gamedesigndebunking
      @lucawright-gamedesigndebunking  6 วันที่ผ่านมา

      @@MultiYoutubuser Mostrami dove avrei detto che indipendenza e competenza sarebbero due opposti, e -- giuro -- mi unirò a te nella risata.
      Ma in caso contrario, risparmiaci queste sparate. Non ti fanno sembrare acuto come immagini.

    • @MultiYoutubuser
      @MultiYoutubuser 6 วันที่ผ่านมา

      @@lucawright-gamedesigndebunking Dicotomia non vuol dire creare due opposti.
      Prendo testualmente dalla Treccani: “Bipartizione, separazione netta tra due elementi”
      Vuol dire separare nettamente due concetti, non implicare che uno sia il contrario dell’altro. Quindi non ho implicato in nessun modo che tu abbia detto che indipendenza e competenza siano due opposti, non so da dove hai tirato fuori questa conclusione.
      Tuttavia quando dici “L'ho detto pure in live: tra competenza e indipendenza, io sceglierò sempre la prima.” Stai commettendo la fallacia logica della falsa dicotomia. Cito ancora testualmente: “la fallacia della falsa dicotomia consiste nel presentare due opzioni come se fossero le uniche possibili, ignorando altre alternative o la possibilità che le due opzioni possano coesistere. È un errore logico che semplifica eccessivamente una questione complessa, spingendo a scegliere tra due opzioni che non si escludono necessariamente a vicenda.”