Silvano Tagliagambe

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  • เผยแพร่เมื่อ 27 ธ.ค. 2024
  • Il Metaverso, di cui tanto si comincia a parlare, per le sue caratteristiche e per l’opportunità di essere anche concretamente vissuto e abitato, non è semplicemente una mappa o un modello dell’universo fisico, ne è invece il “gemello digitale”. Questo modo di definirlo evidenzia il fatto che abbiamo a che fare con uno spazio d’interazione che fa convergere la dimensione fisica e quella virtuale: parlare di gemelli significa che non siamo di fronte a una semplice rappresentazione o simulazione, ma a un flusso bidirezionale di dati che genera un’interconnessione tra le due dimensioni. L’Internet delle cose, cioè il processo di connessione a Internet delle entità fisiche, è basato su sensori che trasmettono al gemello digitale i dati del mondo fisico, e su attuatori che attivano i comandi inviati dal mondo digitale. I flussi di dati che si generano in questo modo non riguardano semplicemente l’effettualità -
    ovvero quanto accade in tempo reale - ma elaborano anche scenari possibili, mettendo a disposizione informazioni funzionali ad aiutare gli
    utenti a selezionare le proprie azioni sulla base delle raccomandazioni del gemello digitale. Abbiamo così una connessione tra il mondo della realtà in tutte le sue manifestazioni e il mondo della tecnologia, che non è un semplice accostamento binario, bensì il risultato della capacità dei mondi possibili, creati dalla cultura, di retroagire sul mondo in cui viviamo, arricchendolo: ed è proprio in questo senso che si parla, appropriatamente, di realtà aumentata.
    Silvano Tagliagambe è professore emerito di Filosofia della scienza presso l’università di Sassari. Si occupa, fra gli altri temi, dell’analisi dei più recenti risultati della fisica e delle neuroscienze e dell’approfondimento del loro significato epistemologico, della filosofia del digitale e del legame tra cultura umanistica e cultura scientifica. A questi temi ha dedicato più di 350 pubblicazioni.
    Sara Pellegrini è architetto. Da sempre interessata alla fotografia, dal 2004 inizia a presentare la sua opera in mostre pubbliche. La ricerca artistica spazia poi dalla fotografia al ricamo, dal tagliare e ri-cucire, all’uso della lingua scritta. Nel 2013 prende le redini del Circolo di Cultura di Bellinzona e dal 2016 crea e anima la Domus Poetica.
    Il Circolo di cultura di Bellinzona nasce nel 1929 da un’idea di Giuseppe Pometta, professore di italiano e storia alla Scuola cantonale di Commercio. Da allora il Circolo si impegna per la diffusione della cultura come sinonimo di civiltà e libertà. Dal 2016, grazie alla sede Domus Poetica, organizza eventi che celebrano la poesia insita in tutte le arti.

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