Altri Sud di Bruno Palermo

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  • เผยแพร่เมื่อ 18 ต.ค. 2024
  • Quando ho cominciato a lavorare ad "Altri Sud" avevo un solo obiettivo: far capire cosa significa uno sbarco. Da giornalista ho avuto modo di raccontare tantissimi arrivi di migranti sulle coste crotonesi e calabresi. Non mi limitavo ai freddi numeri che ogni volta venivano forniti, ma cercavo soprattutto storie. Incrociavo sguardi che sembravano penetrarti la carne con la forza di una lancia. Vedevo volti segnati dalla paura prima ancora che dalla stanchezza e dallo sfinimento. Ho raccontato di mamme che con grande coraggio e forza hanno affrontato traversate infinite con i loro bimbi attaccati al collo. Viaggi verso l'ignoto, verso chissà cosa, verso la morte a volte. Crotone e i crotonesi raramente hanno capito cosa viaggiava in quelle carrette che faceva impressione già solo a vederle immobili alla banchina del porto; immaginarsele in mare, tra le onde, provocava brividi di terrore. "Altri Sud" è un viaggio nel viaggio, un viaggio al contrario. Le facce, le mani, i piedi sono i particolari che hanno reso questo documento forse immortale perché immortale è stato il coraggio di chi ha affrontato la morte, la paura e il terrore per arrivare in una terra nella quale poter essere liberi. Liberi di parlare, di sorridere e di morire quando accadrà e non per volontà di qualcun altro che impone la violenza e l'odio razziale, ideologico e religioso come regola primaria ed unilaterale. "Altri Sud" è volutamente dedicato a Malli Gullu, per noi cronisti crotonesi, mamma martire e simbolo di quanti hanno perso la vita, il bene più prezioso, inseguendo la libertà. Martire perché così muoiono i martiri, sacrificando se stessi per gli altri. Morta in una lurida stiva chiusa con catene d'acciaio. Morta di stenti. Troppo spesso ho avuto la sensazione di paragonare alcune scene di "Altri Sud" con immagini di Auschwitz. Lo sguardo perso nel nulla, il fisico provato, e la mente chissà dove. I pensieri di un migrante sono di mille colori fino a quando non arriva il buio del pianto, poi riprendono vigore se ad accoglierli, come avvenne a Steccato di Cutro, trovano altra gente, altre persone, che gli stringono la mano, gli porgono un pezzo di pane, gli mostrano amore. Voglio ringraziare Cataldo Perri per aver pensato di unire i bastimenti alle carrette, idea geniale a mio avviso, e per avermi coinvolto in questo ennesimo viaggio culturale dal quale ho imparato molto. Un grazie anche a tutti coloro che hanno lavorato per la realizzazione di "Altri Sud". Ma soprattutto grazie a tutti coloro che credono nelle persone e le riconoscono tali in qualsiasi circostanza, sempre e comunque.
    Bruno Palermo

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