Complimenti per la tua precisazione ai fatto bene a fare questo appello fare apicoltura è diventato impegnativo e se non si a tempo è meglio lasciare perdere
Concordo con tutto quello che dici! Io non potendo tenere le api lontano da casa e avendo solo questo come spazio per prima cosa ho chiesto il “permesso”all apicoltore vicino di mettermi in CASA MIA con 8 casse. Lui mi ha semplicemente chiesto di tenerle pulite dalla varroa. E se ci fosse qualsiasi problema ci si aiuta. Morale della favola questa estate si è fatto male al piede e gli ho trattato io per lui 20 casse a 400 metri dalla mia . Bisogna aiutarsi
Io sono un’apicoltrice hobbista, ho solo due arnie e concordo a pieno con il tuo discorso.. ognuno di noi ha delle responsabilità non solo nei confronti delle api ma anche verso apicoltori che investono tempo e risorse nell’attività… ci vuole responsabilità
Grazie Daniele ci sono tanti che prendono le api e non le trattano nemmeno le denunciano e non le trattano fanno solo danni o addirittura te le rubano! 🤗
Ciao Dani. Tutto giusto quanto da te affermato. L'amara verità è che senza conoscenza approfondita, nn si va da nessuna parte. Purtroppo, fino a quando l'asl, non obbligherà tutti i detentori, seppur produttori domestici, a tenere registro in tempo reale di quando, quali e con che prodotti( lotto di provenienza prodotto) fai i trattamenti. . Ci sarà sempre l'anarchia a scapito di molti.( sennò sanzione) Il popolo, dal tempo dei tempi, cerca scappatoie veloci a problemi di non rapida soluzione..pertanto si affidano e credono ai 'vanna marchi" della situazione. Solo il sapere rende liberi, a costa fatica e tempo..
Ciao Daniele anch io avevo alcuni anni fa molta infestazione e credevo venisse da apicoltori della zona che non trattano le api contro la varroa ma per caso conoscendo molto bene la lingua tedesca ho imparato a conoscere Gerhard Liebig (anche inventore del primo dispenser per formico) che lavorando per il Bieneninstitut Hohenheim ha per 5 anni consecutivi portato in tutto 1500 arnie sempre sudivise in 20 arnie per apiario a fine stagione in zone isolate che normalmente servono per accoppiamento delle regine. Le armie erano pulitissime dalla varroa e poi ne ha aggiunta una per apiario infestatissima. Dopo che nelle armie infestatisime le api se ne sono andate causa varroa ha misurato nelle altre arnie dell apiario quante api sono riuscite a entrare nelle altre armie e quanta varroa hanno portato con se.alla fine dei 5 anni ha publicato il suo studio con il risultato che la reinfestazione al massimo è intorno al 1,5 % praticamente scrive nella sua publicazione che la reinfestazione da altri apiari o arnie non è colpa della troppa varroa bensi ceppi di varroa molto piu virulenti. Dopo la sua publicazione lo stato tedesco ha tolto l obbligo di trattare i apiari attorno una data precisa stablita dal veterinario di ogni zona contro la varroa perche non serve a ridurre l infestazione.forse ti interessa.ciao
Ciao. Pensa che io sono hobbista con un apiario da 6 alveari, ma in 600m siamo 3 apicoltori con 130 alveari totali. Quindi reinfestazioni e saccheggi a 3000. L unica soluzione x me è fare il combinato apilifevar+apistan da agosto a settembre proprio x evitare la reinfestazione. L anno prossimo proverò col blocco e gocciolato di ossalico a fine Luglio, poi un formico flash a settembre. Ho capito che è una costante la reinfestazione nella mia postazione
@@francoquadrelli4674 Yon Sefu apicoltore ricercatore francese sono decenni che vende regine resistenti a prezzi che qui da noi sembrano folli PS vatti a cercare il significato dell' acronimo w h s coniato dal prof Harbo
Ma sai almeno di cosa stai parlando quel costo è per una famiglia già testata alla resistenza contro la varroa ,da quella famiglia ricavi quante regine vuoi ragionare !!!!!!!
Ciao, sono pienamente d'accordo con te a parte il fatto che io sarei andato dall'ufficiale subito perché gestire un animale è una grossa responsabilità.
Salve, se posso permettermi di dirle cio che ho sentito in un video, tempo fa. Alcuni apicoltori in Sicilia hanno detto, che se si tengono le file un po' più distanti questo riduce il contatto fra le file. Però lei è meglio che si informi, perché io sono ignorante in materia. 🤔🧐🍀🍀🍀🍀🤗
Stai fresco! Se dovessi trattare tutte le volte che hai detto tu impazzisco , la strada giusta e quella che sta diffondendo stracci, pur non essendo né cliente né suo socio, però ti posso dire che la resistenza alla varroa esiste e io l'ho sperimentata in prima persona, andando a recuperare una vecchia arnia che non veniva trattata da ben otto anni ed era perfettamente sana non presenza di virosi non presenza di varroa visibile non api menomate o ali deformi quindi cosa devo dire che avevo varroa ? Può anche darsi ma i sintomi con ci sono , naturalmente ho riprodotto questo ceppo con traslarvi e le migliori regine le ho tenute il resto una stagione poi caput ,non appena mi accorgo che non sono resistenti , ora tratto una volta l'anno ma solo per scaramanzia!!!
La resistenza e VHS c'è ma non si riesce a riprodurla, Quindi capita a caso, anche le "fattrici" non garantiscono api resistenti. Ecco il problema vero. Studi e selezionatori hanno evidenziato sempre lo stesso problema. Servono molti anni per stabilizzare una selezione, in questo caso più delle altre caratteristiche più comuni
@ApicolturaCD Bhe ti posso garantire che ti sbagli non solo e possibile ma è anche replicabile, le strade possibili sono due o lasci fare alla natura ( e quindi con consapevolezza che si possono perdere parecchie casse) oppure come spiegato dal dott John Harbo fare delle analisi sulla covata per vedere se le operaie hanno un comportamento VSH , l'altro ricercatore John kefuss ha fatto un pochino l'inverso cioè ha fatto fare alla natura , non senza perdite lo ammette lui stesso , ma quello che conta è il risultato, ora gli argomenti ci sono le prove anche ,e solo una questione di coraggio ! Quello o celai oppure no e come il comportamento VSH o c'è o non c'è!!
Questo discorso andrebbe portato all attenzione di tanti/tantissimi apicoltori improvvisati. Nelle nostre zone oramai ne sentiamo e ne vediamo di tutti i colori. A volte si ricorre purtroppo all ufficiale sanitario, ma il danno resta. Energie fisiche ed economiche, "spreco" di tempo, quindi lavoro.. Il trattamento sanitario estivo è obbligatorio, come quello autunnale/invernale, nei tempi idonei eticamente e professionalmente corretto.
Si è vero quest'anno la varroa è particolarmente aggressiva e probabilmente ha cominciato ad avere resistenza all'acido ossalico forse meno al formico, ho sentito molti apicoltori, io compreso, che oramai invernano famiglie su 4-5-6 telaini cosa che anni addietro era raro o addirittura impensabile. Si, è cambiato modo di fare apicoltura ma sono cambiate anche le api ed è cambiato il clima e le stagioni. Abbiamo iniziato a fare trattamenti post acacia ed autunnali in aiuto ai 2 obbligatori ma le api sono sempre più deboli, nutriamo sempre di più con sciroppi e canditi, spingiamo alla deposizione in primavera con sciroppo e i cicli di covata in più portano più varroa e altre magagne come la covata calcificata. Hobbista lo sono anche io anche se ho 50 casse, si l'impegno è proporzionato al numero di casse ma la passione ed il dispiacere nel perdere famiglie penso sia comune a chi ne ha meno. Quest'anno con molta fatica ho fatto a quasi tutte le famiglie il blocco orizzontale sperando di portare più varroe possibile nel telaino trappola per poi trattare con ossalico gocciolato, da una settimana ho iniziato a sublimare lo ripeterò per altre 2 o 3 volte poi a dicembre ed a gennaio... Forse l'unico sistema per responsabilizzare i nuovi apicoltori e quelli che perdono le famiglie perchè non trattano o trattano male (le famiglie le perdono sicuramente) sarà quello di aumentare il prezzo dei nuclei.
ciao, allora tempo addietro parlai con stracci e non mi disse che le api non vanno trattate, anzi ti dice di farlo, a meno che non ha cambiato filosofia, in quanto lui parla di api resistenti alle virosi innescate da carichi di varroa maggiore. Se tale linea fosse cambiata mi spiacerebbe molto. Sugli altri punti si apre un mondo difficile da stabilire. Oltre una certa soglia di infestazione nessun trattamento risulta essere efficace ed è un rincorrere la varroa ed è il tuo caso?. Quindi occorre capire il punto di partenza di infestazione e valutare se si è agito tardi, bastano poi poche casse per impestare nuovamente tutto. Poi ci sono i vicini e qui andare a occuparsi del vicino, nomade o stanziale, hobbista o meno diventa una cosa al limite dell impossibile in quanto non ci sono leggi specifiche che determinano come e quando fare i trattamenti ma solo buone pratiche e buon senso. Ritengo che molte persone approccino all'apicoltura con pressapochismo e si fanno abbindolare dai social e gruppi vari e qui si apre un cinema. Personalmente credo debba cambiare approccio al metodi di combattere la varroa in quanto 2 trattamenti non bastano più. Un abbraccio. PS le api non sono per tutti e sarebbe meglio disincentivare la prolificazione di alveari in mano a tutti. Servono leggi piu stringenti.... amo il latte ma non ho una frisona in giardino, amo la salsiccia ma non tengo il maiale ... cosi per dire... la moda dell'apicoltura prima finisce meglio è. Molti ci approcciano in cerca di facili guadagni poi li trovi 2 anni dopo a vendere tutto... e intanto attorno danni.. questo è un must purtroppo
D'accordo su tutta la linea direi. Assolutamente convinto che le Api non siano per tutti, di esempi ne abbiamo tanti. Esiste un obbligo sanitario, che andrebbe riportato su registro dei trattamenti con la documentazione richiesta e le tempistiche. Non c'è controllo più che altro e come dici tu ci si affida purtroppo al buon senso, che a volte o spesso manca, ma non solo in apicoltura Grazie
@@Goldonscef ciao, come assenza di obblighi intendo che non ci sia una direttiva che dica da tot a tot si tratta tutti ed ognuno adotta cio che vuole, magari io blocco a luglio e il mio vicino valuta di mettere le strisce a fine agosto.
Noi in Valle d'Aosta abbiamo obbligo di fare i trattamenti in giorni precisi su tutto il territorio proprio per evitare i problemi di reinfestazione. Purtroppo negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia, mi sono ritrovato circondato da tantissimi neo apicoltori che dubito seguano le direttive. E infatti negli ultimi anni mi ritrovo sempre con alveari pieni di varroa nonostante i trattamenti fatti a regola d'arte. Certo che se 1 settimana dopo il gocciolato post blocco di covata vedo il vicino ancora con i melari e ancora con il blocco da iniziare, qualche dubbio mi viene.
Apicoltori trascurati che inducono farmaco resistenze? Pensa che mi sento addirittura in colpa io che non ho ancora iniziato e sto a mille km di distanza. Comunque ho trovato un video dove si suggerisce l'uso del Vicks Vaporub contro la varroa, di cui ho una confezione, e, leggendo l'elenco degli ingredienti sembra qualcosa di tutto rispetto, ovviamente, e forse anche più dell' Apilifevar che ha una composizione simile ma con qualche principio attivo in meno, che pensarne? ..E dell' Inula, pure, si sa qualcosa? 👋 Buon pranzo
CD..CD..CD....ricordati che qualche anno fa hai fatto morire dei nuclei di fame e non credo che la colpa è stata del vicino ...un conto farle morire di fame altro di varroa ...che è molto più grave sì poteva evitare benissimo nutrirle al momento giusto. Ma Sul fatto che tutti devono fare i trattamenti hai pienamente ragione...
Quello dell'hobbysta viene dal sacco di Ziliani che è un altro che ce l'ha con gli hobbysti,mi sa che lo devi ascoltare un po meno...certi hobbysti (come me ad esempio) si puliscono e disinfettano tutti gli anni anche i vassoi usati in inverno appunto perche ho 6 arnie...sentiamo in quanti professionisti attuano tecniche igienico-sanitarie di questo tipo avendo tot n. di casse...visto che certi furboni professionisti con i telaini pieni di varroa tolti dal blocco orizzontale estivo ci fanno i nuclei di rimonta per non buttare materiale vivo..."tanto poi trattano".libertà di espressione si...ma per me stavolta hai detto ina cavolata....viva gli apicoltori TUTTI uniti!ciao
Il fatto è che non ascolti. E' scritto nel titolo "nessuno escluso" e lo ripeto più volte che sia il grosso che il piccolo hanno le stesse responsabilità. Ziliani lo conosco ma non lo imito, lui è lui e io sono io
Ciao anch’io come te su 60casse ne ho perse il 40% casse con 6-7telai di miele fatto tre trattamenti uno con varomet tre volte in maggio, una volta dopo aver tolto i melari(due melari abbondanti mill..e alta montagna) con ossalico e una tavoletta di timo al portate a valle a ottobre mi sono accorto del infestazione e fatto un altro trattamento con ossalico dopo una settimana ho perso il 40% scusami per il mio sfogo ma penso anch’io che la causa sia di tanti apicoltori nuovi
Dalle mie parti il problema sono i NON hobbisti che portano in tarda estate decine di alveari infestati dalla pianura che anche a loro detta sono infestate. Ma questo non infetta gli alveari stanziali per qualche motivo. Si deve dedurre che il nomadismo indebolisce e porta le api a essere soggette alla varroa? Sicuramente se 70/80 alveari non impattano sui 2/3 alveari degli hobbisti, tanto meno è vero il contrario, cioè 2/3 alveari non portano varroa a 50. Il problema è l'apertura troppo frequente delle casse e trattamenti ripetuti fuori controllo. E aggiungo l'alimentazione. Il miele è assorbito dal 100% delle api, sciroppo o panetti dal 5% circa, le altre rimangono denutrite e deboli. Puoi verificare la correlazione tra alta alimentazione suppletiva e livello di intestazione?
Sui trattamenti non cambia nulla da hobbista a professionisti con centinaia di alveari. L'ho scritto nel titolo, nessuno escluso. Per la nutrizione ci sarebbe da aprire un capitolo a parte
Ragazzi ma inutile prendersela se siete hobbisti. Anche io lo sono, ma ci sono delle cose importanti (come i trattamenti appunto) di cui ci si deve assolutamente tener conto. Non esiste che se anche se ho 2 arnie allora non tratto o non me ne frego proprio, i danni sono tanti sia a te hobbista, sia quelli che ha intorno!
E facciamo anche attenzione a differenziare metodi "definitivi" ed altamente efficaci con quelli tampone. Non sono assolutamente la stessa cosa. Formico e acido ossalico in assenza di covata sono da considerare, se utilizzati in modo e tempi corretti, "definitivi". Molti altri prodotti, come il Timolo o le strisce di ossalico non puliscono come si deve l alveare se poi lo so fa tardivamente risultano addirittura inutili. Chiedete sempre consiglio ad apicoltori esperti, professionisti o alle associazioni. Mai gestire la varroa con superficialità, vale per chi tratta male o non lo fa e vale per chi lo fa tardi o in continuazione senza motivo alcuno.
Purtroppo mi rendo sempre più conto che la colpa dell'attuale situazione delle Api sempre più deboli siete voi apicoltori. Continuate a trattare senza neanche provare a fare un minimo di selezione. Inoltre parlate di cose che e realtà che NON CONOSCETE. Continuate così e andrete gambe all'aria in breve....quel che dispiace è che in 40 anni le varroe siano diventate sempre più resistenti e le api sempre più deboli grazie a voi. Povere Api....
@@stefanolanzara9688 beh, ma ci sono anche piccoli apicoltori che non trattano, quindi saranno loro a salvare le Api. Peccato che gli alveari allo stato selvatico, che fino a 35 anni fa popolavano i boschi siano spariti proprio a causa della Varroa. Quegli alveari nessuno li ha mai trattati. Come per esempio gli alveari che sono sempre sciamati e ogni anno ripopolano i boschi. Peccato che anche quelli non arrivano mai a finire, tranne che in rarissime eccezioni, il secondo anno di vita. Nelle migliori delle ipotesi arrivano alla metà del terzo, ma solo perché sciamando si ripuliscono.
@@Goldonscef al di là dei titoli e le competenze basta guardare come agisce la natura. Esempio, arriva un agente patogeno nuovo e causa una strage di una particolare specie. Bene, se anche pochi elementi di quella specie sopravvivranno all'agente patogeno (senza aiuti di sorta perché in natura non è prevista la figura dell'apicolture che tratta con ritrovati chimici) questi saranno resistenti a quell'agente patogeno e sopravvivendo ad esso si moltiplicheranno e rigenereranno la specie finalmente resistente a quel patogeno. E non è vero che ci vogliono millenni come dice erroneamente il Contini confondendo questa tematica della resistenza alle malattie con la teoria evoluzionistica darwiniana (quella si richiede milioni di anni). Di fronte ad un patogeno le cose saranno inevitabilmente più veloci perché i soggetti che non hanno le caratteristiche utili a resistere alla malattia moriranno immediatamente o in breve tempo mentre i soggetti con predisposizione alla resistenza sopravviveranno, alcuni anche ammalandosi e guarendo e poi riproducendosi. Diversamente se la natura desse supporto chimico/medico permetterebbe anche a soggetti non resistenti di proliferare rendendo la specie sempre vulnerabile a quel patogeno. E gli apicoltori che dagli anni 80 hanno affrontato il problema Varroa solo dal punto di vista medicale senza avviare un metodo selettivo serio (che esiste e l'ho studiato e vi dico funziona perché parte da un presupposto a mio avviso geniale) hanno ENORMI RESPONSABILITÀ sull'attuale stato dell'apicoltura. La dimostrazione che ho ragione sta nella semplice constatazione che la Varroa è sempre più resistente, la caduta di Varroa non si è ridotta dagli anni 80 ad oggi anzi si è decuplicata fino a costringere a trattare infinite volte contro i pochi trattamenti richiesti una volta. A questo si aggiunge la follia degli ingabbiamenti estivi e poi invernali sempre più lunghi. L'apicoltura è messa male e gli apicoltori ormai perdono più tempo e soldi (perché le ore di lavoro hanno un valore economico) a trattare, ingabbiare e cose del genere che a smielare. O l'apicoltura cambia approccio o tra pochi anni non basteranno sessanta trattamenti di ossalico all'anno.... tantomeno di formico. E se non volete crederci, siete liberissimi di farlo e vi faccio gli auguri immaginandovi a perdere più tempo a fare gocciolati, sublimati o spruzzati che a gustare un cucchiaino di miele sempre più raro....fate voi....
"Al di là del semplice hobbista" sarebbe opportuno limitare gli spostamenti di centinaia di casse,autotreni di casse da regione a regione,apiari sfruttati fino all'ultimo,api lasciate su territorio senza controllo questa è una realta alla vista di molti ed è questo uno dei motivi della diffusione .Dobbiamo anche adeguare i trattamenti ai cambiamenti climatici temperature umidità che comunque ne favoriscono la proliferazione ottimizzandone campionamenti e trattamenti In ultimo come affermi se sai che si tratta di qualcuno lì vicino perchè non è stata fatta la segnalazione?
Allora anche chi fa 5-6 trattamenti di gocciolato senza blocco di covata rischia di accentuare il fenomeno della resistenza. Qualora questa si manifestasse e si diffondesse diventerebbe un problemaccio.
Ciao Daniele sono perfettamente d'accordo con te, ho provato a seguire questo apicoltore l'anno scorso senza trattare ho dimezzato le mie 10 famiglie e quasi azzerato il raccolto, ora ho ripreso i trattamenti e bloccato l'infestazione.
La varroa non si attacca solo sulle api domestiche. In natura esistono molte razze che vivono libere e che nessuno tratta. Magari vicino a quell'apiario ci sono 10 famiglie selvatiche.
Magari ci fossero!! Almeno avremmo un po' di biodiversità selvatica il problema e proprio quello le Api allo stato selvatico non ci sono più, c'è solo il minestrone che i famosi selezionatori di Regine ci hanno rifilato con ovvie conseguenze ogni apicoltore dovrebbe essere in grado di potersi fare le proprie regine selezionando le cose più importanti tipo resistenza vitalità e resistenza alle malattie cosa che non si e fatto mai ,ma solo selezione per la produzione cosa che in natura non avviene mai ma esattamente il contrario, cioè chi e più adatto alla sopravvivenza !!!
@@danieletiberi3943 molte sono sciamature "domestiche" che sopravvivono anche qualche anno ed appestano mezzo mondo. L'azienda dove acquisto il materiale apistico, che ha anche un apiario in loco, ha uno sciame che sopravvive da 3 anni a venti metri di altezza, attaccato ad un cedro del Libano che nessuno tratta. All'interno di Villa Adriana a Tivoli (RM) sono presenti almeno 3 famiglie che vivono all'interno di tre enormi tronchi d'albero e gli alberi in questione sono numerati e controllati, ma le api no. Nella pianura dove vive Daniele, causa inquinamento e gelo invernale probabilmente le api "selvatiche" sopravvivono meno di tre o quattro anni. Abbiamo esperienze in Italia tipo l'ape sicula che dimostrano come le api sopravvivono anche senza trattamenti per lungo tempo ma ovviamente non riescono anche a soddisfare le esigenze di miele dell'uomo. Il vero problema della varroa è solo il surplus di miele che le api, per un allevamento sostenibile, devono donarci. Con questo non voglio assolutamente dire che non bisogna trattare!
Ma può essere che su tutto quello che dice stracci non ci sia nulla di vero sono solo delle cazzate un qualcosa di concreto ci deve essere per forza non si possono pubblicare video e video a ripetizione su quello che lui a suo modo è riuscito a crearsi ed essere solo sciocchezze
@@ApicolturaCD si ho commentato prima di iniziare il video ma secondo me è impossibile quello che offre anche perché come dici tu servirebbero centinaia se non migliaia di anni per trovare il ceppo e poi comunque bisognerebbe trattare almeno minimamente. Questo offre una formazione o corso a partire da 1000 fino a 2500 euro per insegnare a trovare regine resistenti e che non sciamano per i primi due anni. Per ignoranti e creduloni, cavolate
Scusami Daniele ma se in estate come hai detto tu prima hai usato il formic pro se non ho capito male hai fatto anche blocco di covata e fatto mi sembra un paio di giri di ossalico come può essere sempre tutta questa varroa a distanza di poco la pulizia con il blocco è abbastanza rilevante di parla piu del 90 per cento di efficacia basta qualche apiario o non trattato o trattato magari piu in la a creare tutta questa reinfestazione
Il problema è chi non tratta o chi lo fa molto tardi. In generale chi non tratta è l hobbista, chi lo fa tardi invece è anche il professionista o semiprofessionista. Se vuoi posso stare qui a raccontarti cosa troviamo in giro quando ci accorgiamo di problematiche di questo tipo. Per il 90% dei casi sono hobbisti, che manco hanno segnalato gli apiari, quindi non rintracciabili dall'Asl.
Informati meglio un po' vai a leggerti quello che ha scritto Seyli entomologo mondiale vai a vedere cos'è il comportamento whs in Francia Inghilterra Canada USAci sono studi universitari che trattano l'argomento.....documentarsi !!!!!
@ApicolturaCD be posso dirti una cosa sei superficiale se ragioni così forse per convenienza non so ,però posso dirti la mia esperienza .ho acquistato quattro nuclei da Stracci nel 2019 avevo appena ricominciato con le api e un po' per incompetenza di gestione ho perso la genetica ,però finché ho avuto le sue regine una delle quali l'ho avuta per quattro anni non le ho mai trattate che ti piaccia o no questa è la verità.posso darti un consiglio poi ovviamente farai come ti pare abbi un po' più di umiltà e non da meno un pizzico di umiltà
@@marcogianusso4054 una persona che ha guardato e ascoltato attentamente questo video "non può" rispondere in questo modo, con una domanda del genere. Se lo fa è perché non ha guardato il video, non l ha capito, non conosce le problematiche dell'apicoltura o il suo è un maldestro tentativo di scagionare chi non ha la giusta competenza e volontà di allevare alveari, ovvero fare l apicoltore. In questo video si porta all'attenzione dei visitatori di questo canale un problema reale e generale, in questo caso si analizza un caso specifico di un apiario che dopo le dovute considerazioni ha portato l apicoltore Contini a pensare ragionevolmente che co possa anche essere un problema di vicinato. Nessuno ha detto che "è sempre colpa di qualcun altro". Chi conosce le api e il loro comportamento, chi conosce il parassita che le attacca sa benissimo che esistono molti rischi per gli apicoltori se hanno i loro apiari in prossimità di altri apicoltori che non rispettano le regolamentazioni sugli interventi sanitari. Chi ha avuto esperienze come quella di Contini sa di cosa parlo, idem il sottoscritto. Quando dopo addirittura due trattamenti ti ritrovi arnie con un numero così alto di Varroa al loro interno si sono poi trovati nelle vicinanze apiari moribondi o già collassati, apiari indeboliti o trattati male e tardi.
@@Goldonscef ci sono dei ceppi di varroa molto più virulenti di altri. La favola della reinfestazione per colpa di qualcuno che non tratta o che abbandona le arnie non regge, cerca gli studi seri fatti in Germania. Ormai si fanno troppi trattamenti in qualsiasi periodo, trattamenti non consentiti, strisce artigianali con svariati prodotti. E se fossero i trattamenti sbagliati lo scorso anno? Secondo te un professionista userebbe il timolo per trattare i suoi alveari? Personalmente il timolo non lo useri neanche per profumare la macchina. Noi in prima persona siamo sempre i colpevoli delle nostre azioni senza se e senza ma…..
Ciao Marco non credo proprio sia un insulto. Sono apicoltore con circa 50 arnie e guardando molti video su TH-cam di aspiranti o saccenti apicoltori ho capito che molti non abbiano ancora capito quanto sia delicato e fragile l'equilibrio che mantiene sane e vive le nostre api. La sperimentazione facciamola fare a chi ha la formazione, gli strumenti e le quantità per poter fare una statistica ( fare trattamenti casalinghi con successo su un apiario di 10 famiglie non è indicativo). Conosco personalmente un produttore di Regine lombardo e la selezione ti assicuro è ancora abbastanza lontana dal potersi permettere di non fare trattamenti, ciao
Mi spiace che lo vedi così. Ho detto più volte e scritto anche nel titolo che nessuno è escluso. Se sei hobbista hai le stesse responsabilità di un grosso professionista
Bravissimo!! Sottoscrivo ogni parola!! Dovresti mettere questo video in loop almeno una volta al mese!! Grazie
Complimenti per la tua precisazione ai fatto bene a fare questo appello fare apicoltura è diventato impegnativo e se non si a tempo è meglio lasciare perdere
Concordo con tutto quello che dici! Io non potendo tenere le api lontano da casa e avendo solo questo come spazio per prima cosa ho chiesto il “permesso”all apicoltore vicino di mettermi in CASA MIA con 8 casse. Lui mi ha semplicemente chiesto di tenerle pulite dalla varroa. E se ci fosse qualsiasi problema ci si aiuta. Morale della favola questa estate si è fatto male al piede e gli ho trattato io per lui 20 casse a 400 metri dalla mia .
Bisogna aiutarsi
Nessun apicoltore si rifiuterà di aiutare un altro in difficoltà. Hai fatto benissimo
Comportamento assolutamente lodevole che dovrebbe essere da consuetudine ma che purtroppo è raro. Complimenti, bravissimo
Io sono un’apicoltrice hobbista, ho solo due arnie e concordo a pieno con il tuo discorso.. ognuno di noi ha delle responsabilità non solo nei confronti delle api ma anche verso apicoltori che investono tempo e risorse nell’attività… ci vuole responsabilità
meno male che qualcuno ha ascoltato le mie parole. Grazie
Grazie Daniele ci sono tanti che prendono le api e non le trattano nemmeno le denunciano e non le trattano fanno solo danni o addirittura te le rubano! 🤗
Purtroppo è una amara verità anche questa
Ciao Dani. Tutto giusto quanto da te affermato.
L'amara verità è che senza conoscenza approfondita, nn si va da nessuna parte.
Purtroppo, fino a quando l'asl, non obbligherà tutti i detentori, seppur produttori domestici, a tenere registro in tempo reale di quando, quali e con che prodotti( lotto di provenienza prodotto) fai i trattamenti. . Ci sarà sempre l'anarchia a scapito di molti.( sennò sanzione)
Il popolo, dal tempo dei tempi, cerca scappatoie veloci a problemi di non rapida soluzione..pertanto si affidano e credono ai 'vanna marchi" della situazione.
Solo il sapere rende liberi, a costa fatica e tempo..
Grazie Daniele per i tuoi preziosi contenuti 😊
Ciao Daniele anch io avevo alcuni anni fa molta infestazione e credevo venisse da apicoltori della zona che non trattano le api contro la varroa ma per caso conoscendo molto bene la lingua tedesca ho imparato a conoscere Gerhard Liebig (anche inventore del primo dispenser per formico) che lavorando per il Bieneninstitut Hohenheim ha per 5 anni consecutivi portato in tutto 1500 arnie sempre sudivise in 20 arnie per apiario a fine stagione in zone isolate che normalmente servono per accoppiamento delle regine. Le armie erano pulitissime dalla varroa e poi ne ha aggiunta una per apiario infestatissima. Dopo che nelle armie infestatisime le api se ne sono andate causa varroa ha misurato nelle altre arnie dell apiario quante api sono riuscite a entrare nelle altre armie e quanta varroa hanno portato con se.alla fine dei 5 anni ha publicato il suo studio con il risultato che la reinfestazione al massimo è intorno al 1,5 % praticamente scrive nella sua publicazione che la reinfestazione da altri apiari o arnie non è colpa della troppa varroa bensi ceppi di varroa molto piu virulenti. Dopo la sua publicazione lo stato tedesco ha tolto l obbligo di trattare i apiari attorno una data precisa stablita dal veterinario di ogni zona contro la varroa perche non serve a ridurre l infestazione.forse ti interessa.ciao
Ciao, mi credo lo studio. Grazie
Ciao. Pensa che io sono hobbista con un apiario da 6 alveari, ma in 600m siamo 3 apicoltori con 130 alveari totali. Quindi reinfestazioni e saccheggi a 3000. L unica soluzione x me è fare il combinato apilifevar+apistan da agosto a settembre proprio x evitare la reinfestazione. L anno prossimo proverò col blocco e gocciolato di ossalico a fine Luglio, poi un formico flash a settembre. Ho capito che è una costante la reinfestazione nella mia postazione
Assolutamente d'accordo...
Finalmente c'è qualcuno che mi dà sodisfazi è molto tempo che spara fesserie chi è che paga 1500 euro una Regina di unanno
@@francoquadrelli4674 Yon Sefu apicoltore ricercatore francese sono decenni che vende regine resistenti a prezzi che qui da noi sembrano folli PS vatti a cercare il significato dell' acronimo w h s coniato dal prof Harbo
1500?
Ma sai almeno di cosa stai parlando quel costo è per una famiglia già testata alla resistenza contro la varroa ,da quella famiglia ricavi quante regine vuoi ragionare !!!!!!!
@@PaoloMinarini Una vera e propria miniera d'oro!! Come interrare le monete d'oro in Pinocchio.
@alessandrobassi4723 bisognerebbe conoscere le cose prima di criticare
Sei un Grande come sempre
Ciao, sono pienamente d'accordo con te a parte il fatto che io sarei andato dall'ufficiale subito perché gestire un animale è una grossa responsabilità.
Salve, se posso permettermi di dirle cio che ho sentito in un video, tempo fa. Alcuni apicoltori in Sicilia hanno detto, che se si tengono le file un po' più distanti questo riduce il contatto fra le file. Però lei è meglio che si informi, perché io sono ignorante in materia. 🤔🧐🍀🍀🍀🍀🤗
Bravo ai detto una grande verità 👏
Parole giuste, la base, come dici tu, ma quando non c è l obbligo, ognuno fa come gli pare👍👋
L obbligo c'è eccome.
Stai fresco! Se dovessi trattare tutte le volte che hai detto tu impazzisco , la strada giusta e quella che sta diffondendo stracci, pur non essendo né cliente né suo socio, però ti posso dire che la resistenza alla varroa esiste e io l'ho sperimentata in prima persona, andando a recuperare una vecchia arnia che non veniva trattata da ben otto anni ed era perfettamente sana non presenza di virosi non presenza di varroa visibile non api menomate o ali deformi quindi cosa devo dire che avevo varroa ? Può anche darsi ma i sintomi con ci sono , naturalmente ho riprodotto questo ceppo con traslarvi e le migliori regine le ho tenute il resto una stagione poi caput ,non appena mi accorgo che non sono resistenti , ora tratto una volta l'anno ma solo per scaramanzia!!!
La resistenza e VHS c'è ma non si riesce a riprodurla, Quindi capita a caso, anche le "fattrici" non garantiscono api resistenti. Ecco il problema vero. Studi e selezionatori hanno evidenziato sempre lo stesso problema. Servono molti anni per stabilizzare una selezione, in questo caso più delle altre caratteristiche più comuni
@ApicolturaCD Bhe ti posso garantire che ti sbagli non solo e possibile ma è anche replicabile, le strade possibili sono due o lasci fare alla natura ( e quindi con consapevolezza che si possono perdere parecchie casse) oppure come spiegato dal dott John Harbo fare delle analisi sulla covata per vedere se le operaie hanno un comportamento VSH , l'altro ricercatore John kefuss ha fatto un pochino l'inverso cioè ha fatto fare alla natura , non senza perdite lo ammette lui stesso , ma quello che conta è il risultato, ora gli argomenti ci sono le prove anche ,e solo una questione di coraggio ! Quello o celai oppure no e come il comportamento VSH o c'è o non c'è!!
Questo discorso andrebbe portato all attenzione di tanti/tantissimi apicoltori improvvisati. Nelle nostre zone oramai ne sentiamo e ne vediamo di tutti i colori. A volte si ricorre purtroppo all ufficiale sanitario, ma il danno resta. Energie fisiche ed economiche, "spreco" di tempo, quindi lavoro.. Il trattamento sanitario estivo è obbligatorio, come quello autunnale/invernale, nei tempi idonei eticamente e professionalmente corretto.
Bravissimo Daniele parole sagge
Si è vero quest'anno la varroa è particolarmente aggressiva e probabilmente ha cominciato ad avere resistenza all'acido ossalico forse meno al formico, ho sentito molti apicoltori, io compreso, che oramai invernano famiglie su 4-5-6 telaini cosa che anni addietro era raro o addirittura impensabile. Si, è cambiato modo di fare apicoltura ma sono cambiate anche le api ed è cambiato il clima e le stagioni. Abbiamo iniziato a fare trattamenti post acacia ed autunnali in aiuto ai 2 obbligatori ma le api sono sempre più deboli, nutriamo sempre di più con sciroppi e canditi, spingiamo alla deposizione in primavera con sciroppo e i cicli di covata in più portano più varroa e altre magagne come la covata calcificata. Hobbista lo sono anche io anche se ho 50 casse, si l'impegno è proporzionato al numero di casse ma la passione ed il dispiacere nel perdere famiglie penso sia comune a chi ne ha meno. Quest'anno con molta fatica ho fatto a quasi tutte le famiglie il blocco orizzontale sperando di portare più varroe possibile nel telaino trappola per poi trattare con ossalico gocciolato, da una settimana ho iniziato a sublimare lo ripeterò per altre 2 o 3 volte poi a dicembre ed a gennaio... Forse l'unico sistema per responsabilizzare i nuovi apicoltori e quelli che perdono le famiglie perchè non trattano o trattano male (le famiglie le perdono sicuramente) sarà quello di aumentare il prezzo dei nuclei.
una cosa e' certa dopo 43 anni di trattamenti dove la varroa la fa da padrona .....e' sicuro che non stiamo andando nella giusta direzione
La ricerca ha bisogno di tempo, non crediamo alle favole per favore
daniele io non credo alle favole e nemmeno a regine costosissime....dico solo che non si puo' andare avanti cosi'
ciao, allora tempo addietro parlai con stracci e non mi disse che le api non vanno trattate, anzi ti dice di farlo, a meno che non ha cambiato filosofia, in quanto lui parla di api resistenti alle virosi innescate da carichi di varroa maggiore. Se tale linea fosse cambiata mi spiacerebbe molto. Sugli altri punti si apre un mondo difficile da stabilire. Oltre una certa soglia di infestazione nessun trattamento risulta essere efficace ed è un rincorrere la varroa ed è il tuo caso?. Quindi occorre capire il punto di partenza di infestazione e valutare se si è agito tardi, bastano poi poche casse per impestare nuovamente tutto. Poi ci sono i vicini e qui andare a occuparsi del vicino, nomade o stanziale, hobbista o meno diventa una cosa al limite dell impossibile in quanto non ci sono leggi specifiche che determinano come e quando fare i trattamenti ma solo buone pratiche e buon senso. Ritengo che molte persone approccino all'apicoltura con pressapochismo e si fanno abbindolare dai social e gruppi vari e qui si apre un cinema. Personalmente credo debba cambiare approccio al metodi di combattere la varroa in quanto 2 trattamenti non bastano più. Un abbraccio. PS le api non sono per tutti e sarebbe meglio disincentivare la prolificazione di alveari in mano a tutti. Servono leggi piu stringenti.... amo il latte ma non ho una frisona in giardino, amo la salsiccia ma non tengo il maiale ... cosi per dire... la moda dell'apicoltura prima finisce meglio è. Molti ci approcciano in cerca di facili guadagni poi li trovi 2 anni dopo a vendere tutto... e intanto attorno danni.. questo è un must purtroppo
D'accordo su tutta la linea direi. Assolutamente convinto che le Api non siano per tutti, di esempi ne abbiamo tanti.
Esiste un obbligo sanitario, che andrebbe riportato su registro dei trattamenti con la documentazione richiesta e le tempistiche. Non c'è controllo più che altro e come dici tu ci si affida purtroppo al buon senso, che a volte o spesso manca, ma non solo in apicoltura
Grazie
@@Goldonscef ciao, come assenza di obblighi intendo che non ci sia una direttiva che dica da tot a tot si tratta tutti ed ognuno adotta cio che vuole, magari io blocco a luglio e il mio vicino valuta di mettere le strisce a fine agosto.
@@apicolturaapeubriacadibott6906 si si, è proprio così purtroppo.
Ciao
Noi in Valle d'Aosta abbiamo obbligo di fare i trattamenti in giorni precisi su tutto il territorio proprio per evitare i problemi di reinfestazione. Purtroppo negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia, mi sono ritrovato circondato da tantissimi neo apicoltori che dubito seguano le direttive. E infatti negli ultimi anni mi ritrovo sempre con alveari pieni di varroa nonostante i trattamenti fatti a regola d'arte. Certo che se 1 settimana dopo il gocciolato post blocco di covata vedo il vicino ancora con i melari e ancora con il blocco da iniziare, qualche dubbio mi viene.
Ho capito chi è...lasciamo stare 😂
Da noi la nostra associazione batte molto il chiodo e continua a dire di trattare.. ,😉
Apicoltori trascurati che inducono farmaco resistenze? Pensa che mi sento addirittura in colpa io che non ho ancora iniziato e sto a mille km di distanza. Comunque ho trovato un video dove si suggerisce l'uso del Vicks Vaporub contro la varroa, di cui ho una confezione, e, leggendo l'elenco degli ingredienti sembra qualcosa di tutto rispetto, ovviamente, e forse anche più dell' Apilifevar che ha una composizione simile ma con qualche principio attivo in meno, che pensarne? ..E dell' Inula, pure, si sa qualcosa? 👋 Buon pranzo
CD..CD..CD....ricordati che qualche anno fa hai fatto morire dei nuclei di fame e non credo che la colpa è stata del vicino ...un conto farle morire di fame altro di varroa ...che è molto più grave sì poteva evitare benissimo nutrirle al momento giusto. Ma Sul fatto che tutti devono fare i trattamenti hai pienamente ragione...
me lo ricordo bene il nucleo trovato morto
Quello dell'hobbysta viene dal sacco di Ziliani che è un altro che ce l'ha con gli hobbysti,mi sa che lo devi ascoltare un po meno...certi hobbysti (come me ad esempio) si puliscono e disinfettano tutti gli anni anche i vassoi usati in inverno appunto perche ho 6 arnie...sentiamo in quanti professionisti attuano tecniche igienico-sanitarie di questo tipo avendo tot n. di casse...visto che certi furboni professionisti con i telaini pieni di varroa tolti dal blocco orizzontale estivo ci fanno i nuclei di rimonta per non buttare materiale vivo..."tanto poi trattano".libertà di espressione si...ma per me stavolta hai detto ina cavolata....viva gli apicoltori TUTTI uniti!ciao
Il fatto è che non ascolti. E' scritto nel titolo "nessuno escluso" e lo ripeto più volte che sia il grosso che il piccolo hanno le stesse responsabilità. Ziliani lo conosco ma non lo imito, lui è lui e io sono io
Ciao anch’io come te su 60casse ne ho perse il 40% casse con 6-7telai di miele fatto tre trattamenti uno con varomet tre volte in maggio, una volta dopo aver tolto i melari(due melari abbondanti mill..e alta montagna) con ossalico e una tavoletta di timo al portate a valle a ottobre mi sono accorto del infestazione e fatto un altro trattamento con ossalico dopo una settimana ho perso il 40% scusami per il mio sfogo ma penso anch’io che la causa sia di tanti apicoltori nuovi
Nuovi o no non lo sappiamo ma è una re infestazione sicuro
Dalle mie parti il problema sono i NON hobbisti che portano in tarda estate decine di alveari infestati dalla pianura che anche a loro detta sono infestate. Ma questo non infetta gli alveari stanziali per qualche motivo. Si deve dedurre che il nomadismo indebolisce e porta le api a essere soggette alla varroa? Sicuramente se 70/80 alveari non impattano sui 2/3 alveari degli hobbisti, tanto meno è vero il contrario, cioè 2/3 alveari non portano varroa a 50. Il problema è l'apertura troppo frequente delle casse e trattamenti ripetuti fuori controllo. E aggiungo l'alimentazione. Il miele è assorbito dal 100% delle api, sciroppo o panetti dal 5% circa, le altre rimangono denutrite e deboli. Puoi verificare la correlazione tra alta alimentazione suppletiva e livello di intestazione?
Sui trattamenti non cambia nulla da hobbista a professionisti con centinaia di alveari. L'ho scritto nel titolo, nessuno escluso. Per la nutrizione ci sarebbe da aprire un capitolo a parte
Ragazzi ma inutile prendersela se siete hobbisti. Anche io lo sono, ma ci sono delle cose importanti (come i trattamenti appunto) di cui ci si deve assolutamente tener conto. Non esiste che se anche se ho 2 arnie allora non tratto o non me ne frego proprio, i danni sono tanti sia a te hobbista, sia quelli che ha intorno!
Esatto, e il discorso non cambia anche per i grossi professionisti
Come mai non hai più trattato con il timolo come l’anno passato?
Perché ho visto che non ha dato buoni risultati
E facciamo anche attenzione a differenziare metodi "definitivi" ed altamente efficaci con quelli tampone. Non sono assolutamente la stessa cosa. Formico e acido ossalico in assenza di covata sono da considerare, se utilizzati in modo e tempi corretti, "definitivi". Molti altri prodotti, come il Timolo o le strisce di ossalico non puliscono come si deve l alveare se poi lo so fa tardivamente risultano addirittura inutili. Chiedete sempre consiglio ad apicoltori esperti, professionisti o alle associazioni. Mai gestire la varroa con superficialità, vale per chi tratta male o non lo fa e vale per chi lo fa tardi o in continuazione senza motivo alcuno.
Purtroppo mi rendo sempre più conto che la colpa dell'attuale situazione delle Api sempre più deboli siete voi apicoltori. Continuate a trattare senza neanche provare a fare un minimo di selezione. Inoltre parlate di cose che e realtà che NON CONOSCETE. Continuate così e andrete gambe all'aria in breve....quel che dispiace è che in 40 anni le varroe siano diventate sempre più resistenti e le api sempre più deboli grazie a voi. Povere Api....
@@stefanolanzara9688 ma sei un apicoltore? Un biologo? Un chimico? Un farmacista? Uno scienziato? Un veterinario?
@@stefanolanzara9688 beh, ma ci sono anche piccoli apicoltori che non trattano, quindi saranno loro a salvare le Api. Peccato che gli alveari allo stato selvatico, che fino a 35 anni fa popolavano i boschi siano spariti proprio a causa della Varroa. Quegli alveari nessuno li ha mai trattati. Come per esempio gli alveari che sono sempre sciamati e ogni anno ripopolano i boschi. Peccato che anche quelli non arrivano mai a finire, tranne che in rarissime eccezioni, il secondo anno di vita. Nelle migliori delle ipotesi arrivano alla metà del terzo, ma solo perché sciamando si ripuliscono.
Pensare che un insetto possa reagire geneticamente e istintivamente in un battito di ciglia ad un parassita così aggressivo è follia pura.
Tu quante famiglie hai?o parli per sentito dire
@@Goldonscef al di là dei titoli e le competenze basta guardare come agisce la natura. Esempio, arriva un agente patogeno nuovo e causa una strage di una particolare specie. Bene, se anche pochi elementi di quella specie sopravvivranno all'agente patogeno (senza aiuti di sorta perché in natura non è prevista la figura dell'apicolture che tratta con ritrovati chimici) questi saranno resistenti a quell'agente patogeno e sopravvivendo ad esso si moltiplicheranno e rigenereranno la specie finalmente resistente a quel patogeno. E non è vero che ci vogliono millenni come dice erroneamente il Contini confondendo questa tematica della resistenza alle malattie con la teoria evoluzionistica darwiniana (quella si richiede milioni di anni). Di fronte ad un patogeno le cose saranno inevitabilmente più veloci perché i soggetti che non hanno le caratteristiche utili a resistere alla malattia moriranno immediatamente o in breve tempo mentre i soggetti con predisposizione alla resistenza sopravviveranno, alcuni anche ammalandosi e guarendo e poi riproducendosi. Diversamente se la natura desse supporto chimico/medico permetterebbe anche a soggetti non resistenti di proliferare rendendo la specie sempre vulnerabile a quel patogeno. E gli apicoltori che dagli anni 80 hanno affrontato il problema Varroa solo dal punto di vista medicale senza avviare un metodo selettivo serio (che esiste e l'ho studiato e vi dico funziona perché parte da un presupposto a mio avviso geniale) hanno ENORMI RESPONSABILITÀ sull'attuale stato dell'apicoltura. La dimostrazione che ho ragione sta nella semplice constatazione che la Varroa è sempre più resistente, la caduta di Varroa non si è ridotta dagli anni 80 ad oggi anzi si è decuplicata fino a costringere a trattare infinite volte contro i pochi trattamenti richiesti una volta. A questo si aggiunge la follia degli ingabbiamenti estivi e poi invernali sempre più lunghi. L'apicoltura è messa male e gli apicoltori ormai perdono più tempo e soldi (perché le ore di lavoro hanno un valore economico) a trattare, ingabbiare e cose del genere che a smielare. O l'apicoltura cambia approccio o tra pochi anni non basteranno sessanta trattamenti di ossalico all'anno.... tantomeno di formico. E se non volete crederci, siete liberissimi di farlo e vi faccio gli auguri immaginandovi a perdere più tempo a fare gocciolati, sublimati o spruzzati che a gustare un cucchiaino di miele sempre più raro....fate voi....
Daniele, ma il punto non è crederci o non crederci.
é la realta ci sono i video e le prove dell'apicoltura Stracci, non stiamo parlando di opinioni😅
@@oitaoitatrattobasso609 😆😆😆
"Al di là del semplice hobbista" sarebbe opportuno limitare gli spostamenti di centinaia di casse,autotreni di casse da regione a regione,apiari sfruttati fino all'ultimo,api lasciate su territorio senza controllo questa è una realta alla vista di molti ed è questo uno dei motivi della diffusione .Dobbiamo anche adeguare i trattamenti ai cambiamenti climatici temperature umidità che comunque ne favoriscono la proliferazione ottimizzandone campionamenti e trattamenti
In ultimo come affermi se sai che si tratta di qualcuno lì vicino perchè non è stata fatta la segnalazione?
Perché prima di incolpare altri cerco la causa nel mio operato, fino a rimetterci.
Allora anche chi fa 5-6 trattamenti di gocciolato senza blocco di covata rischia di accentuare il fenomeno della resistenza. Qualora questa si manifestasse e si diffondesse diventerebbe un problemaccio.
Hai mai provato a fare sublimato ripetuto in luglio e agosto
@@maurizioriboni7666 no perché l'idea di avere maschera e di andare in orario improponibile non mi è mai piaciuta
@@ApicolturaCD ma secondo può essere valida la cosa grazie
Ciao Daniele sono perfettamente d'accordo con te, ho provato a seguire questo apicoltore l'anno scorso senza trattare ho dimezzato le mie 10 famiglie e quasi azzerato il raccolto, ora ho ripreso i trattamenti e bloccato l'infestazione.
Anch'io voglio quelle regine. Prova prima tu.
La varroa non si attacca solo sulle api domestiche. In natura esistono molte razze che vivono libere e che nessuno tratta. Magari vicino a quell'apiario ci sono 10 famiglie selvatiche.
Quasi impossibile 10 sciami selvatici, ma non lo escludo
Magari ci fossero!! Almeno avremmo un po' di biodiversità selvatica il problema e proprio quello le Api allo stato selvatico non ci sono più, c'è solo il minestrone che i famosi selezionatori di Regine ci hanno rifilato con ovvie conseguenze ogni apicoltore dovrebbe essere in grado di potersi fare le proprie regine selezionando le cose più importanti tipo resistenza vitalità e resistenza alle malattie cosa che non si e fatto mai ,ma solo selezione per la produzione cosa che in natura non avviene mai ma esattamente il contrario, cioè chi e più adatto alla sopravvivenza !!!
@@danieletiberi3943 molte sono sciamature "domestiche" che sopravvivono anche qualche anno ed appestano mezzo mondo.
L'azienda dove acquisto il materiale apistico, che ha anche un apiario in loco, ha uno sciame che sopravvive da 3 anni a venti metri di altezza, attaccato ad un cedro del Libano che nessuno tratta.
All'interno di Villa Adriana a Tivoli (RM) sono presenti almeno 3 famiglie che vivono all'interno di tre enormi tronchi d'albero e gli alberi in questione sono numerati e controllati, ma le api no.
Nella pianura dove vive Daniele, causa inquinamento e gelo invernale probabilmente le api "selvatiche" sopravvivono meno di tre o quattro anni.
Abbiamo esperienze in Italia tipo l'ape sicula che dimostrano come le api sopravvivono anche senza trattamenti per lungo tempo ma ovviamente non riescono anche a soddisfare le esigenze di miele dell'uomo. Il vero problema della varroa è solo il surplus di miele che le api, per un allevamento sostenibile, devono donarci.
Con questo non voglio assolutamente dire che non bisogna trattare!
Hai mai sentito parlare del metodo stracci?
Purtroppo si
Ma può essere che su tutto quello che dice stracci non ci sia nulla di vero sono solo delle cazzate un qualcosa di concreto ci deve essere per forza non si possono pubblicare video e video a ripetizione su quello che lui a suo modo è riuscito a crearsi ed essere solo sciocchezze
Ne parlo proprio in questo video
@@ApicolturaCD si ho commentato prima di iniziare il video ma secondo me è impossibile quello che offre anche perché come dici tu servirebbero centinaia se non migliaia di anni per trovare il ceppo e poi comunque bisognerebbe trattare almeno minimamente. Questo offre una formazione o corso a partire da 1000 fino a 2500 euro per insegnare a trovare regine resistenti e che non sciamano per i primi due anni. Per ignoranti e creduloni, cavolate
Scusami Daniele ma se in estate come hai detto tu prima hai usato il formic pro se non ho capito male hai fatto anche blocco di covata e fatto mi sembra un paio di giri di ossalico come può essere sempre tutta questa varroa a distanza di poco la pulizia con il blocco è abbastanza rilevante di parla piu del 90 per cento di efficacia basta qualche apiario o non trattato o trattato magari piu in la a creare tutta questa reinfestazione
E te pareva che il problema sono gli hobbisti
Non è vero. Il problema è chi tratta tardi o chi non lo fa proprio. Nessuno escluso, c'è scritto anche nel titolo
Il problema è chi non tratta o chi lo fa molto tardi. In generale chi non tratta è l hobbista, chi lo fa tardi invece è anche il professionista o semiprofessionista. Se vuoi posso stare qui a raccontarti cosa troviamo in giro quando ci accorgiamo di problematiche di questo tipo. Per il 90% dei casi sono hobbisti, che manco hanno segnalato gli apiari, quindi non rintracciabili dall'Asl.
Informati meglio un po' vai a leggerti quello che ha scritto Seyli entomologo mondiale vai a vedere cos'è il comportamento whs in Francia Inghilterra Canada USAci sono studi universitari che trattano l'argomento.....documentarsi !!!!!
@@PaoloMinarini grazie. Ma le regine miracolose le lascio dove sono
@ApicolturaCD be posso dirti una cosa sei superficiale se ragioni così forse per convenienza non so ,però posso dirti la mia esperienza .ho acquistato quattro nuclei da Stracci nel 2019 avevo appena ricominciato con le api e un po' per incompetenza di gestione ho perso la genetica ,però finché ho avuto le sue regine una delle quali l'ho avuta per quattro anni non le ho mai trattate che ti piaccia o no questa è la verità.posso darti un consiglio poi ovviamente farai come ti pare abbi un po' più di umiltà e non da meno un pizzico di umiltà
@@PaoloMinarini io non ho mai dato dell'ignorante a nessuno. Il tuo commento è offensivo, sia il primo che questo. Umiltà ed educazione, grazie.
Fagiano maschio.
Perché deve sempre essere colpa di qualcun’altro?
Il primo responsabile sono io, me lo ripeto come un mantra.... Parole mie
@@marcogianusso4054 una persona che ha guardato e ascoltato attentamente questo video "non può" rispondere in questo modo, con una domanda del genere. Se lo fa è perché non ha guardato il video, non l ha capito, non conosce le problematiche dell'apicoltura o il suo è un maldestro tentativo di scagionare chi non ha la giusta competenza e volontà di allevare alveari, ovvero fare l apicoltore. In questo video si porta all'attenzione dei visitatori di questo canale un problema reale e generale, in questo caso si analizza un caso specifico di un apiario che dopo le dovute considerazioni ha portato l apicoltore Contini a pensare ragionevolmente che co possa anche essere un problema di vicinato. Nessuno ha detto che "è sempre colpa di qualcun altro". Chi conosce le api e il loro comportamento, chi conosce il parassita che le attacca sa benissimo che esistono molti rischi per gli apicoltori se hanno i loro apiari in prossimità di altri apicoltori che non rispettano le regolamentazioni sugli interventi sanitari. Chi ha avuto esperienze come quella di Contini sa di cosa parlo, idem il sottoscritto. Quando dopo addirittura due trattamenti ti ritrovi arnie con un numero così alto di Varroa al loro interno si sono poi trovati nelle vicinanze apiari moribondi o già collassati, apiari indeboliti o trattati male e tardi.
@@Goldonscef ci sono dei ceppi di varroa molto più virulenti di altri. La favola della reinfestazione per colpa di qualcuno che non tratta o che abbandona le arnie non regge, cerca gli studi seri fatti in Germania. Ormai si fanno troppi trattamenti in qualsiasi periodo, trattamenti non consentiti, strisce artigianali con svariati prodotti. E se fossero i trattamenti sbagliati lo scorso anno? Secondo te un professionista userebbe il timolo per trattare i suoi alveari? Personalmente il timolo non lo useri neanche per profumare la macchina.
Noi in prima persona siamo sempre i colpevoli delle nostre azioni senza se e senza ma…..
Mi dispiace ma sto video e un insulto a quelli che partono come hobbista.
Ciao Marco non credo proprio sia un insulto. Sono apicoltore con circa 50 arnie e guardando molti video su TH-cam di aspiranti o saccenti apicoltori ho capito che molti non abbiano ancora capito quanto sia delicato e fragile l'equilibrio che mantiene sane e vive le nostre api. La sperimentazione facciamola fare a chi ha la formazione, gli strumenti e le quantità per poter fare una statistica ( fare trattamenti casalinghi con successo su un apiario di 10 famiglie non è indicativo). Conosco personalmente un produttore di Regine lombardo e la selezione ti assicuro è ancora abbastanza lontana dal potersi permettere di non fare trattamenti, ciao
Mi spiace che lo vedi così. Ho detto più volte e scritto anche nel titolo che nessuno è escluso. Se sei hobbista hai le stesse responsabilità di un grosso professionista
Molto soggettiva come risposta.