Ok sta bene , in questo tuo metodo che ritengo vincente , ho trovato sporadicamente , 2 imprevisti: - eccessiva organizzazione del tempo , mi ha provocato uno stress paralizzante , immagina che quando programmavo una attività ricreativa la trovavo un obbligo, quindi un peso e non un miglioramento. Es: si vuoil dormire, ma non riesci a dormire a comando( esempio radicale lo ammetto)😅 -2 : programmi tutto e poi ti accorgi che un impegno è fallito per qualche motivo, o procrastinato per cause non personali.. lo dovrai di inserire in una nuova lista temporale, con un valore di frustrazione accentuato… E speranzoso di poterlo risolvere alla seconda … Pareri?
E' sempre una questione di equilibrio tra pianificazione e adattamento o, se preferisci, di "pianificazione adattiva". Dipende anche dal carattere. Programmare un'attività ricreativa per alcuni è fondamentale per evitare che le altre incombenze se la "mangino". Circa l'esempio del dormire, forse non è posibile dormire a comando, ma 15-20 minuti per meditare o rilassarsi con una passeggiata si trovano. Quanto al punto 2, bisogna accettare che non tutto è sotto il nostro controllo e riprogrammare, se necessario, senza farsi prendere troppo dalla frustrazione.
Caro Marco sono d'accordo con te che volere e' potere ma non sempre si riesce a gestire tutto anche se si e' super bravi. Ti faccio l'esempio di questa mattina in cui ho dovuto cambiare 3 delle mie 4 priorita' poiche' sono sopraggiunti eventi non pianificati che come sai nel nostro gergo io definisco: interrupt non mascherabili. Che fare in questi casi?
Ne penso tutto il bene possibile. I contesti di business hanno già una loro complessità intrinseca. Nella progettazione di qualcosa dovremmo sempre, per quanto possibile, tenere la complessità al livello minimo indispensabile. Ti segnalo anche DRY (Don't Repeat Yourself), anche noto come DIE (Duplication Is Evil). O, ancora, YAGNI (You Aren't Gonna Need It) che ci ricorda di considerare solo i requisiti indispensabili, quelli di cui il nostro cliente ha davvero bisogno.
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“Se credi nel multitasking sei una brutta persona...”
Ahahah
Non avrei saputo trovare parole migliori
Ok sta bene , in questo tuo metodo che ritengo vincente , ho trovato sporadicamente , 2 imprevisti:
- eccessiva organizzazione del tempo , mi ha provocato uno stress paralizzante , immagina che quando programmavo una attività ricreativa la trovavo un obbligo, quindi un peso e non un miglioramento. Es: si vuoil dormire, ma non riesci a dormire a comando( esempio radicale lo ammetto)😅
-2 : programmi tutto e poi ti accorgi che un impegno è fallito per qualche motivo, o procrastinato per cause non personali.. lo dovrai di inserire in una nuova lista temporale, con un valore di frustrazione accentuato…
E speranzoso di poterlo risolvere alla seconda …
Pareri?
E' sempre una questione di equilibrio tra pianificazione e adattamento o, se preferisci, di "pianificazione adattiva". Dipende anche dal carattere. Programmare un'attività ricreativa per alcuni è fondamentale per evitare che le altre incombenze se la "mangino". Circa l'esempio del dormire, forse non è posibile dormire a comando, ma 15-20 minuti per meditare o rilassarsi con una passeggiata si trovano. Quanto al punto 2, bisogna accettare che non tutto è sotto il nostro controllo e riprogrammare, se necessario, senza farsi prendere troppo dalla frustrazione.
Priorità: i video di Marco
Grazie Mike 😁
Caro Marco sono d'accordo con te che volere e' potere ma non sempre si riesce a gestire tutto anche se si e' super bravi. Ti faccio l'esempio di questa mattina in cui ho dovuto cambiare 3 delle mie 4 priorita' poiche' sono sopraggiunti eventi non pianificati che come sai nel nostro gergo io definisco: interrupt non mascherabili. Che fare in questi casi?
Il fatto che tu abbia dovuto cambiare le tue priorità indica che sei già avanti. Perchè le priorità le avevi definite e le hai riposizionate 😎
Buongiorno Marco, cosa pensi del metodo Kiss? grazie
Ne penso tutto il bene possibile. I contesti di business hanno già una loro complessità intrinseca. Nella progettazione di qualcosa dovremmo sempre, per quanto possibile, tenere la complessità al livello minimo indispensabile. Ti segnalo anche DRY (Don't Repeat Yourself), anche noto come DIE (Duplication Is Evil). O, ancora, YAGNI (You Aren't Gonna Need It) che ci ricorda di considerare solo i requisiti indispensabili, quelli di cui il nostro cliente ha davvero bisogno.