Nell'ultima cena all'interno della stupenda chiesetta di San Giorgio a San Polo di Piave in provincia di Treviso, banchettano con gamberi di acqua dolce! Prodotto tipico che ancora oggi si utilizza in provincia di Treviso piena di corsi d'acqua di risorgiva
Sono un po' sorpreso del fatto che il prof. Barbero dica che non si sappia bene cosa si mangiasse nei banchetti del Trecento, se non grazie all'arte. Infatti di questo secolo ci sono ben tre testi di cucina italiana di corte, che nell'insieme rendono un'idea piuttosto precisa, almeno sul cibo. I testi sono raccolti in "L'Arte della Cucina in Italia" a cura di Emilio Faccioli, Einaudi 1987.
@linatalanti9651 La cucina popolare è sempre stata tramandata oralmente, quindi non ci sono fonti scritte dalle massaie del Trecento. Perciò mi chiedo se ne abbia scoperto qualcuna tu, per poter dire con tanta sicurezza che non si mangiasse quel che si vede nei quadri dell'epoca, oppure cibi completamente diversi da quelli preparati nelle corti. Il fatto è che la storia si basa sulle fonti e perciò, in mancanza di altro, anche i dipinti dell'epoca possono dire la loro.
@@markoberardi1289 io pensavo che forse non si facessero banchetti con tante portate, nella mia famiglia ho un'esperienza.doppia, la famiglia da parte della mamma, aveva una cucina più ricca di carne e metodi di cottura elaborati, tipo il dolce e forte, arrosti con salse ecc...invece la famiglia da parte del babbo, origine contadina, molto sobria parecchie verdure pasta fatta in casa,sughi fatti con le rigaglie, polenta e ho sempre pensato che questo fosse un retaggio del passato, poi vallo a sapere...(le nonne nate tutte e due nel'800)
@linatalanti9651 Capisco cosa intendi, perché anche i miei nonni paterni erano contadini (di uno sperduto villaggio in Abruzzo) e mangiavano solo ciò che coltivavano o allevavano, con ricette semplici e ormai dimenticate. Però avevano a disposizione ingredienti come patate, pomodori e granturco (quindi la polenta) che non c'erano nel '300. Tornando al video, nell'Ultima Cena citata da Barbero come esempio di banchetto non si vede altro che del pane e dell'acqua su una tavola in pietra non imbandita; le copie successive, invece, aggiungono una tovaglia e un bicchiere di vino rosso, ma nient'altro. Invece ci sono gli affreschi nei monasteri, come quelli del Sacro Speco di Subiaco, che riportano qualche dettaglio in più su cosa si mangiasse allora. Però i banchetti sono un'altra cosa dai pasti frugali dei frati. Perciò le fonti più descrittive sul cibo del '300 restano i ricettari dei cuochi di corte. A queste se ne aggiungono di sporadiche dalla letteratura; è Boccaccio, ad esempio, a farci sapere che esistevano il Parmigiano e gli gnocchi, anche se questi ultimi non erano quelli di patate che conosciamo oggi (ma più simili agli gnudi toscani). Va anche aggiunto che i cuochi erano comunque di estrazione popolare e portavano a corte le ricette del popolo riadattate ai gusti dei propri padroni. Ad esempio i "maccheroni alla romana" di Maestro Martino da Como (siamo ai primi del '400), che si trasferì come cuoco di corte a Roma: lui apprese senz'altro la ricetta dal popolo ritenendola poi adatta ai suoi signori (forse con qualche modifica) e inserendola nel proprio ricettario.
Professore, non so se Lei conosce il personaggio interessantissimo di Stańczyk, già dal Rinascimento, il giullare famoso di diversi re polacchi, tra cui Sigismondo Vecchio e Sigismondo Augusto, ritratto da Jan Matejko in uno straordinario dipinto come una figura triste e preoccupata per gli affari del paese. Viene spesso descritto come una persona colta, un patriota che era in grado di dire al re parole scomode di verità. Profetiche furono le sue parole quando criticò Bona Sforza quando, incinta, partecipò incautamente ad una battuta di caccia e cadde da cavallo, facendo abortire un figlio e contribuendo così alla caduta della dinastia e alla successiva caduta della Polonia. Come Lei può vedere, anche in Polonia ci sono i Suoi fedeli vassalli. 😀
Ahahahahahahahahahahahahahaha questi parlano per mezz’ora di storia e di cose interessantissime e il problema è la sigla non adatta al format ahahahahahahhahahaha
@@giampietroprandelli3424 non gliela si fa' al Professore. "Il peltro in quel periodo fu usato principalmente per l'iconografia religiosa ma anche da parte della classe media e dalle famiglie nobili. Si narra che nel 1290 d.C. Edoardo I d'Inghilterra vantasse più di trecento piatti di peltro, saliere e vassoi pur senza possedere alcuna argenteria." Cit. Storia del Peltro
Sempre un piacere ascoltarla prof!!!
Nell'ultima cena all'interno della stupenda chiesetta di San Giorgio a San Polo di Piave in provincia di Treviso, banchettano con gamberi di acqua dolce!
Prodotto tipico che ancora oggi si utilizza in provincia di Treviso piena di corsi d'acqua di risorgiva
Quando c'è il 🍷 ci si diverte 😂
Sono un po' sorpreso del fatto che il prof. Barbero dica che non si sappia bene cosa si mangiasse nei banchetti del Trecento, se non grazie all'arte. Infatti di questo secolo ci sono ben tre testi di cucina italiana di corte, che nell'insieme rendono un'idea piuttosto precisa, almeno sul cibo. I testi sono raccolti in "L'Arte della Cucina in Italia" a cura di Emilio Faccioli, Einaudi 1987.
Cucina di corte, e gli altri, cioè la maggioranza.non mangiava come si vede nei quadri o sui libri di cucina.
@linatalanti9651 La cucina popolare è sempre stata tramandata oralmente, quindi non ci sono fonti scritte dalle massaie del Trecento. Perciò mi chiedo se ne abbia scoperto qualcuna tu, per poter dire con tanta sicurezza che non si mangiasse quel che si vede nei quadri dell'epoca, oppure cibi completamente diversi da quelli preparati nelle corti. Il fatto è che la storia si basa sulle fonti e perciò, in mancanza di altro, anche i dipinti dell'epoca possono dire la loro.
@@markoberardi1289 io pensavo che forse non si facessero banchetti con tante portate, nella mia famiglia ho un'esperienza.doppia, la famiglia da parte della mamma, aveva una cucina più ricca di carne e metodi di cottura elaborati, tipo il dolce e forte, arrosti con salse ecc...invece la famiglia da parte del babbo, origine contadina, molto sobria parecchie verdure pasta fatta in casa,sughi fatti con le rigaglie, polenta e ho sempre pensato che questo fosse un retaggio del passato, poi vallo a sapere...(le nonne nate tutte e due nel'800)
@linatalanti9651 Capisco cosa intendi, perché anche i miei nonni paterni erano contadini (di uno sperduto villaggio in Abruzzo) e mangiavano solo ciò che coltivavano o allevavano, con ricette semplici e ormai dimenticate. Però avevano a disposizione ingredienti come patate, pomodori e granturco (quindi la polenta) che non c'erano nel '300. Tornando al video, nell'Ultima Cena citata da Barbero come esempio di banchetto non si vede altro che del pane e dell'acqua su una tavola in pietra non imbandita; le copie successive, invece, aggiungono una tovaglia e un bicchiere di vino rosso, ma nient'altro. Invece ci sono gli affreschi nei monasteri, come quelli del Sacro Speco di Subiaco, che riportano qualche dettaglio in più su cosa si mangiasse allora. Però i banchetti sono un'altra cosa dai pasti frugali dei frati. Perciò le fonti più descrittive sul cibo del '300 restano i ricettari dei cuochi di corte. A queste se ne aggiungono di sporadiche dalla letteratura; è Boccaccio, ad esempio, a farci sapere che esistevano il Parmigiano e gli gnocchi, anche se questi ultimi non erano quelli di patate che conosciamo oggi (ma più simili agli gnudi toscani). Va anche aggiunto che i cuochi erano comunque di estrazione popolare e portavano a corte le ricette del popolo riadattate ai gusti dei propri padroni. Ad esempio i "maccheroni alla romana" di Maestro Martino da Como (siamo ai primi del '400), che si trasferì come cuoco di corte a Roma: lui apprese senz'altro la ricetta dal popolo ritenendola poi adatta ai suoi signori (forse con qualche modifica) e inserendola nel proprio ricettario.
Professore, non so se Lei conosce il personaggio interessantissimo di Stańczyk, già dal Rinascimento, il giullare famoso di diversi re polacchi, tra cui Sigismondo Vecchio e Sigismondo Augusto, ritratto da Jan Matejko in uno straordinario dipinto come una figura triste e preoccupata per gli affari del paese. Viene spesso descritto come una persona colta, un patriota che era in grado di dire al re parole scomode di verità. Profetiche furono le sue parole quando criticò Bona Sforza quando, incinta, partecipò incautamente ad una battuta di caccia e cadde da cavallo, facendo abortire un figlio e contribuendo così alla caduta della dinastia e alla successiva caduta della Polonia.
Come Lei può vedere, anche in Polonia ci sono i Suoi fedeli vassalli. 😀
Quando c'è il 🍷 ci si diverte
Che simpatico il tatuaggio di Barbero!
27:24 😂
sarebbe interessante sapere anche i programmi radio che ascoltavano il nome dei deejay preferiti..
Linus e fargetta 😂
W Bevagna
20:18 la battuta, la beffa, la barzelletta
La sigla è davvero irritante e totalmente inadatta al format
@@MmmemeAI_Records Mah... A me piace, invece.
@@markoberardi1289 allora è bella
@@rmd9746 È adatta al tono leggero e informale del podcast. Non è mica una videoconferenza accademica
Cioè come doveva essere scusa?
Ahahahahahahahahahahahahahaha questi parlano per mezz’ora di storia e di cose interessantissime e il problema è la sigla non adatta al format ahahahahahahhahahaha
Non avevano la tele!!
@laura !!!!
Caro Prof. Il peltro non è un metallo semiprezioso ma una lega.
@@giampietroprandelli3424 non gliela si fa' al Professore. "Il peltro in quel periodo fu usato principalmente per l'iconografia religiosa ma anche da parte della classe media e dalle famiglie nobili. Si narra che nel 1290 d.C. Edoardo I d'Inghilterra vantasse più di trecento piatti di peltro, saliere e vassoi pur senza possedere alcuna argenteria." Cit. Storia del Peltro
Dai sti cazzi @@TheLUPIN1234
Bruttissimo metallo, a mio gusto. Per me, solo oro o ceramica finissima 😂.
@@giampietroprandelli3424 difatti in Inghilterra producono ancora teiere e altro ,in peltro e ancora fatte a mano è molto costose
@@giampietroprandelli3424 caro giampiero non dire bischerate.
"L'arte della cucina nel Medioevo" di Terence Scully, interessantissimo.