Straziante...faccio fatica a tenere gli occhi aperti fino alla fine. E vedere dal vivo questo scenario senza poter far nulla é ancora più straziante. Spero che questo video arrivi PRESTO a chi deve arrivare.
Il problema è che una volta che arriva a chi deve arrivare se pur presto sai tranquillo che non ci capiscono nulla. Altrimenti non avrebbero un impiego, come dice un vecchio proverbio
Ti ringrazio per il commento. Volevo dimostrare la differenza nel corso del tempo, ma anche il "dolce far niente" da parte della classe politica e la mal gestione da parte delle istituzioni. Tutto questo è un grande colpo al cuore nei confronti della natura, nei confronti della popolazione animale che vive in quei luoghi, nelle nostre campagne, nei confronti degli agricoltori, nei confronti delle aziende agricole, nei confronti di chi ci viveva dell'olio salentino e pugliese, nei confronti del paesaggio, nei confronti di un patrimonio che si tramandava di padre in figlio da generazioni, da millenni.
Sì, specialmente nella zona dei Paduli che comprende una dozzina di paesi, ma diciamo in generale in tutto il Salento è come ricevere una pugnalata nel cuore.
Ciao! Grazie per aver chiesto. Non c'è uno studio a riguardo per cui non le saprei rispondere. In tutta la provincia non sono presenti grandi industrie e il livello dell'inquinamento dell'aria è nella norma. In Italia per dire c'è molto di peggio.
@@antoniogalati3717 secondo me, la zona di basso Salento è colpita più per la causa economico sociale anche. Perché i terreni abbandonati sono numerosi. Già qualche generazioni hanno lasciato le case di loro per trovare il lavoro nel altri paesi. Per la stessa causa di assenza di industria sviluppata (come prima c'erano le fabbriche di scarpe, per esempio, ecc). La zona di Gargano, per esempio, è tutta verde senza i segni di malattia, tutti terreni sono ben curati...
@@ОльгаОльга-щ4щ8с sono sicuramente due fenomeni correlati. L'abbandono delle terre, i campi incolti sono senz'altro una conseguenza dell'emigrazione dei salentini e ciò ha alimentato il propagarsi della malattia. Gli alberi sono come gli esseri umani. Se un malato non viene curato muore. Nel mio piccolo sto cercando di curare i miei alberi. Sono riuscito a mantenere in vita diversi ulivi.
I believe that part of the problem is over fertilization and use of pesticides. Moreover as I can see , most of the olive grows has no grass or other vegetation. The land is completly "naked" but actually need to have a green coverage. The olives becomes weak and dependant on pesticides and fertlizers and thus unable to fight with the deceases. There is no natural predatores in most of the olive plantations and actually entire eco-system is out of the ballance.
You are right. There's also more: Olive quick decline syndrome. It is a wasting disease of olive trees which causes dieback of the leaves, twigs and branches so that the trees no longer produce crops of olives. Symptoms include leaf scorch and desiccation of twigs and branches, beginning at the upper part of the crown and then moving to the rest of the tree, which acquires a burned look.
Ciao! Da dieci anni gli ulivi pugliesi combattono contro un batterio. Purtroppo non esiste una cura e col tempo gli alberi sono destinati a seccare e di conseguenza a morire (in 6-8 anni), come può aver notato dal video. Questo panorama di desolazione riguarda l'intera provincia di Lecce e la provincia meridionale di Brindisi dove non è rimasto più niente. La provincia centrale e settentrionale di Brindisi e quella meridionale di Bari si ritrovano il principio del batterio: rami secchi sparsi in diverse campagne. Col tempo anche queste aree sono destinate a morire come le campagne del video. Per quanto riguarda la provincia di Taranto per il momento il batterio è presente nella zona di Avetrana-Manduria, ma col tempo è destinato a raggiungere l'intera parte orientale. Purtroppo ad oggi la regione Puglia ha fatto poco per contrastare e limitare i danni e non c'è ancora stato il reimpianto con ulivi più resistenti al batterio o con altri tipi di alberi o piantagioni. Spero di essere stato chiaro. Nella descrizione del mio video trova ulteriori informazioni.
@@antoniogalati3717 Grazie innanzitutto per la disponibilità e spiegazione. Io sono originario di Manduria e sapere questo fa male. Avevo saputo qualcosa sulle Palme che erano a Manduria, le quali erano state colpite da u batterio. Sarà stato lo stesso?... Vorrei tanto sapere se questo batterio é stato creato da qualcuno, essendo che in centinai e centinaia di anni nulla di così grave era successo. ( questo é quello che so io, probabilmente mi sbaglierò). Come si chiama questo batterio?
@@antoniogalati3717 ora sono ancora più triste. Quegli alberi e quella natura fanno parte di tutti noi e non ci sarebbe più quell atmosfera calda e calorosa senza la natura pugliese, e sarebbe un peccato per chiunque. Spero si possa trovare presto una soluzione. Arrivederci
@@iosono328 si figuri. Il batterio è differente da quello che colpisce le palme. Anch'io ho fatto la sua stessa riflessione: questi alberi sono sopravvissuti per millenni e nel giro di un decennio sono morti. Purtroppo non ho una risposta alla sua domanda. A volte la vita è imprevedibile e i paesaggi cambiano molto prima di quanto si possa immaginare. Il batterio è il CoDiRo (Complesso del disseccamento rapido dell'olivo). La patologia è causata da un particolare ceppo batterico di xyella fastidiosa nella sottospecie pauca.
@@iosono328 sono anch'io molto triste, per questo ho deciso di pubblicare questo video. Tutti lo dovrebbero vedere. L'unica soluzione che è stata trovata è il reimpianto di specie più resistenti al batterio e anche creare una varietà di colture diverse, in modo da non avere una monocultura. Speriamo bene per il futuro, di sicuro il paesaggio del sud della Puglia sarà molto diverso in futuro. Lo è già nel presente a dire la verità, ma speriamo di vedere qualcosa di diverso da quello attuale di desolazione e morte.
Ho letto che due varietà di ulivo sono immuni alla Xylella,ovvero leccino e favolosa; perché non vengono piantate queste varietà per riportare in vita le piantagioni disseccate?
Bella domanda. Credo che ci siano più motivi che provo ad elencarti. Per poter abbattere e reimpiantare il costo non è economico. Ci troviamo intorno ai 70€ a pianta, inoltre per ottenere i primi guadagni occorre attendere alcuni anni. Di recente, dopo anni di ritardi, la regione Puglia si è attivata con un bando per aiutare sia le aziende agricole sia i cittadini che possiedono un terreno con gli ulivi, ma servirà a poco, perché a fronte di 10 milioni di ulivi morti verranno reimpiantati non oltre 250mila esemplari e chissà a partire da quando. Considera che il bando è scaduto a dicembre e oggi 7 marzo ancora non si conoscono i risultati della graduatoria. In ogni caso leccino e favolosa non sono del tutto immuni, ma solo più resistenti, per cui è possibile che siano attaccati ugualmente dal batterio. Detto questo, molte persone hanno deciso di reimpiantare le varietà che lei ha citato, ma passeggiando fra le strade del Salento o delle aree limitrofe non ci si accorge perché rappresentano una minoranza. Spero di essere stato chiaro.
@@antoniogalati3717 non vogliamo queste varietà. Vogliamo i nostri alberi! Le due varietà che citate sono un brevetto la cui vendita è detenuta in esclusiva dal CNR di Bari, ultimo elemento fra tanti sul quale ne stanno approfittando per fare soldi. Queste varietà non sono adatte al nostro territorio perchè necessitano di molta acqua per crescere e di CHIMICA per produrre. Tanti agricoltori stanno salvando gli alberi da anni, a dispetto di norme e regole, rischiando il tutto per tutto. Noi vogliamo preservare la nostra terra che E' LA NOSTRA STORIA E IDENTITA'. Informatevi, ci sono molte iniziative di chi sta combattendo per tutelarli e molte pagine libere dove prendere informazioni corrette.
@@SimonaCiccarese hai ragione, ci sono agricoltori che stanno cercando di salvare e tutelare i loro alberi, ma purtroppo non tutti possono permettersi la possibilità di farlo. I costi non sono bassi. Se tu conosci un modo per salvare gli alberi a un costo davvero basso, sono qui ad ascoltarti.
@@antoniogalati3717 si li conosco. Ce ne sono più di uno. Puoi metterti in contatto con Luigi Botrugno si Melendugno. Ha creato un prodotto assolutamente efficace che si chiama Nuovolivo del quale però non conosco il costo. Il Simbiosolio ha un costo di trattamento di 4€ad albero il primo anno e 0,40€ il secondo. Questo è prodotto dal CCS di Aosta, dal gruppo del prof Giovannetti. Se mi dici dove sei vengo a trovarti..
@@SimonaCiccarese Ho parlato con Luigi Botrugno diversi mesi fa. Ti ringrazio per le info. Io comunque sono di San Cassiano, situato fra Poggiardo e Maglie. Passa quando vuoi. Tu se ho capito bene sei del brindisino?
Sindrome di cosa? In ogni caso a prescindere dal termine, le immagini si commentano da sole. Si dovrebbe intervenire subito altrimenti si rischia di compromettere l'intero ecosistema nonché l'intero territorio a livello regionale dato che questo è un problema che non riguarda più solo il territorio salentino...
@@antoniogalati3717 Purtroppo per il Salento si può solo ripiantare, avendo già in passato contrastato le azioni di prevenzione alla diffusione dell'epidemia. In ogni caso bisogna muoversi perché non è accettabile che dopo tanti anni si sia ancora in questa situazione mentre a Nord ignorano il problema. Serve serietà in politica, non solo consensi!
@@cittadinosalentino5704 Sì, esatto. Non è accettabile che dopo tanti anni ci sia ancora questa situazione. Tanto chiacchiericcio, tante promesse, ma la realtà è che adesso abbiamo un paesaggio di desolazione. Si rischia di compromettere un intero ecosistema.
@@mauriziodegiuseppe2753 è la Sindrome del Disseccamento Rapido dell'Olivo causata dal batterio Xylella fastidiosa, dai un'occhiata a questo video (che trovi anche sulla mia pagina facebook nell'infobox) th-cam.com/video/FB_J5PtFZKk/w-d-xo.html
L'hanno voluto gli antiespiantisti ed il governo regionale. Il ministero era stato chiarissimo fin da subito sulle misure da adottare. Ma no, ricorsi, burocrazia pilotata e studi commissionati e questo è il risultato
@@antoniogalati3717 Vero.Pero' la natura la distrutta e la sta continuando a distruggere l' uomo.Le malattie e i virus vengono da altri stati non ce' nessun controllo poi ce' l' inquinamento sempre per opera dell' uomo.In agricoltura sanno solo aumentare le tasse i prezzi dei concimi degli antiparassitari poi vai a vendere i prodotti della terra e te li pagano 4 soldi.Neanche in campagna trovi pace perche' ce' una puzza di schifezze chimiche con cui irrorano le piante per aumentare la produzione e i guadagni.Sempre di male in peggio.
Ciao Alberto. Come ho scritto nella descrizione è un video di denuncia: non sono state trovate delle soluzioni a questo problema e intanto il batterio ha raggiunto altre aree geografiche andando a colpire anche le province più vicine. Lo scenario è davvero critico. C'è solo tanta desolazione, tristezza e frustazione oltre a un danno sia economico sia all'ecosistema. Ho pubblicato questo video per mostrare l'evoluzione devastante di questo batterio. Nel giro di pochi anni gli alberi muoiono e il paesaggio cambia brutalmente. Ma ho deciso di pubblicarlo anche per denunciare il lassismo della classe politica. Sono trascorsi 10 anni e purtroppo ad oggi è stato fatto davvero poco.
Che significa "non accetti il fatto"? Il messaggio del video non è quello di voler sradicare e bruciare 😅 ma di mettere in luce le differenze tra il prima e il dopo e il fatto che non sia stato fatto nulla. Da quando ho pubblicato questo video sono trascorsi tre anni e non è cambiato nulla.
Ciao! In molti casi la pianta è completamente morta. In altri non è morta del tutto, l'albero presenta i rami secchi, ma c'è ancora vita nel tronco tuttavia col tempo esso è destinato a morire. Dipende molto dalla zona. Le campagne che sono più distanti dalla zona dell'epicentro della diffusione del batterio hanno il tronco e talvolta anche delle cime ancora in vita, in prossimità dell'epicentro è rimasto solo il tronco, nella zona dell'epicentro non c'è più nulla, se non alberi morti.
@@salvatorelaudonia8556 non sono un agronomo per cui non posso entrare in merito al problema. Dalle informazioni che ho trovato nei vari servizi su youtube e in rete la spiegazione che ti posso dare in modo non scientifico, ma comunque vicina alla realtà è questa: i vasi sono ostruiti per cui la ninfa non riesce a passare come dovrebbe e col tempo l'albero muore di sete. Di conseguenza i rami tendono a seccare a poco a poco. Alla base del tronco spesso si vede del verde, ma perché lì la pianta tende a seccare in ritardo, ma col tempo secca tutto. Ci sono diverse campagne, anche presenti in questo video con degli alberi completamente secchi. Dipende molto dall'età dell'albero, dalla sua varietà e dalla distanza dall'epicentro del batterio. Spero di essere stato chiaro.
Bene qualche mi farò una camminata dalle parti vostre. Io non sono nemmeno un agronomo ma sono un contadino . Dalle parti nostre per fortuna è tutto a posto.
hanno fatto di tutto ma per colpa dei deficienti che si incatenavano agli alberi quando li volevano espiantare per contenere il contagio prima di lecce adesso sono seccati tutti fino a bari e chissa' dove arrivera', cmq qesto video mi sembra fuori tempo ormai nn c'e' piu' niente da fare tranne reimpiantare nuovi alberi resistenti (forse) ma col costo dell'olio negli ultimi anni e conseguente abbandono delle campagne non penso che qualcuno si prendera' la briga di investire migliaia di euro a ettaro
Perché fuori tempo? Se non si fa qualcosa nell'immediato la provincia di Brindisi tra 5 anni avrà lo stesso panorama. E negli anni a seguire anche le province di Bari e di Taranto rischiano di avere lo stesso scenario. L'intento del video è di testimoniare un disastro ambientale e al contempo di dimostare che qualora non venissero adottate delle giuste misure e in assenza di soluzioni il problema persiste rischiando di compromettere le altre province e quindi un intero territorio. Senza un'azione mirata, precisa e immediata si compromette un intero ecosistema. Occorre trovare una soluzione. Subito. Questo fenomeno ormai non è circoscritto alla sola provincia di Lecce.
@@antoniogalati3717 brindisi? sei a 2-3 anni fa adesso ci sono ulivi secchi a taranto e a bari, non c'e' piu' niente da fare adesso il fronte e' diventato troppo lungo non si puo' espiantare una fascia di alberi di 100 km e poi ci sono contagi anche in francia spagna e portogallo
@@fernyb3738 non tutta la provincia di Brindisi è stata colpita. La parte sud sì. La parte centrale e nord ha invece solo un principio della malattia. Ancora possono produrre olio per qualche anno, idem a Taranto dove invece la parte nord e centrale non è ancora stata colpita. Per quanto riguarda invece la provincia di Bari ha solo un principio in qualche comune a sud della provincia. Nel resto della provincia ad oggi gli alberi stanno benissimo. Tuttavia tra qualche anno se non si dovesse trovare una soluzione l'intera Puglia centrale e meridionale avrà lo stesso scenario del Salento. Per quanto riguarda invece le province di Foggia e Bat non hanno ancora piante infette. C'è ancora la possibilità di fare qualcosa. Rassegnarsi è la scelta sbagliata.
Non spariamo a zero. Bari non è assolutamente stata colpita (è recente il ritrovamento di due alberi). Metà del territorio di Ostuni è ora considerata zona infetta che dista 90 km da Bari. E poi non è certo colpa dei coraggiosi che si sono incatenati agli alberi. Gli alberi si possono salvare con tecniche bio e senza chimica. Se solo il governo desse spazio, potremmo ribaltare la situazione, invece chi cerca disalvarli è un FUORILEGGE e rischia in proprio. Non vanno condannati coloro che lottano (e a ragion veduta) ma COLORO CHE NON ASCOLTANO!
@@SimonaCiccarese ma che ne sai vieni in salento sono seccati tutti e le hanno provate tutte solo un innesto sembra che funzioni ma sono costosi e sono pochi quelli che sono in grado di farli, con questi ragionamenti da buonisti seccheranno anche a Bari
Nella descrizione infatti ho menzionato il CoDiRo non la xylella. Il vero problema è il disseccamento rapido dell'ulivo. La xylella invece influisce in minima quantità.
Inoltre le cure stanno uscendo fuori e molti alberi potrebbero essere risanati facendo crescere 2 o 3 polloni(noi in provincia di Foggia le chiamiamo "i gammitt")e con le buone pratiche ( rame, zolfo, calce, concimazione e arature superficiali) che molti salentini hanno abbandonato
@@francescopiospadavecchia6220 è vero molti salentini hanno abbandonato non tanto le buone pratiche, ma proprio i campi. Nei primi anni della malattia buona parte della popolazione si è prodigata a curare gli alberi e a curare i campi, ma è stato tutto invano. Alla fine risulta una spesa molto dispendiosa che non porta a niente, dato che poi si inizia ad avere sempre meno olio fino ad avere produzione 0 ed ecco perché se ora passeggi tra i campi del Salento trovi lo stato di abbandono. Nel corso degli anni ci sono state false promesse, belle parole e niente di più. Le pratiche di cui parli servono solo ad allungare la vita, ma le razze meno resistenti purtroppo sono destinate a morire e nel Salento molti milioni di ulivi sono irrecuperabili ormai. La maggior parte della popolazione si è arresa e ha abbandonato i terreni. Pian piano ho notato che la malattia è avanzata fino a raggiungere il barese. Nella zona a sud molti alberi sono malati e si ritrovano nello stesso stato della malattia che era presente nel Salento negli anni 2013-2015. Ciò vuol dire che se non si prendono dei seri provvedimenti, intorno al 2026 la zona sud del barese potrà ritrovarsi come l'attuale Salento e intanto la malattia avanzerà ancora. Mi auguro che le razze della zona a nord di Bari siano più resistenti (considerando che sono differenti).
Sì certo colpa del seccatutto... Da generazioni il mio terreno da sempre è stato trattato con metodi manuali, su 60 alberi, nonostante svariati tentativi (tra potatura e trattamenti da te citati), guarda caso le cultivar "ogliarola leccese" e "cellina", sono morte nel giro di 2 anni. Ad oggi, porgo le mie speranze su due leccini ed una "coratina" infetta, seppur a rilento, anch'essa destinata a morire. Di questo passo, tra qualche anno tutta la Puglia sarà come l'attuale penisola salentina.
Straziante...faccio fatica a tenere gli occhi aperti fino alla fine. E vedere dal vivo questo scenario senza poter far nulla é ancora più straziante. Spero che questo video arrivi PRESTO a chi deve arrivare.
Il problema è che una volta che arriva a chi deve arrivare se pur presto sai tranquillo che non ci capiscono nulla. Altrimenti non avrebbero un impiego, come dice un vecchio proverbio
Video molto suggestivo nella tristezza di queste morti che si potevano EVITARE!
Ti ringrazio per il commento. Volevo dimostrare la differenza nel corso del tempo, ma anche il "dolce far niente" da parte della classe politica e la mal gestione da parte delle istituzioni. Tutto questo è un grande colpo al cuore nei confronti della natura, nei confronti della popolazione animale che vive in quei luoghi, nelle nostre campagne, nei confronti degli agricoltori, nei confronti delle aziende agricole, nei confronti di chi ci viveva dell'olio salentino e pugliese, nei confronti del paesaggio, nei confronti di un patrimonio che si tramandava di padre in figlio da generazioni, da millenni.
@@antoniogalati3717 sono d'accordo con te, completamente. Hai fatto un ottimo lavoro e spero che non sia l'ultimo👐🏽
Nel basso Salento a guardare le campagne ti viene sola da piangere........
Sì, specialmente nella zona dei Paduli che comprende una dozzina di paesi, ma diciamo in generale in tutto il Salento è come ricevere una pugnalata nel cuore.
Scusa posso chiedere secondo voi a che fare con l'inquinamento??
Ciao! Grazie per aver chiesto. Non c'è uno studio a riguardo per cui non le saprei rispondere. In tutta la provincia non sono presenti grandi industrie e il livello dell'inquinamento dell'aria è nella norma. In Italia per dire c'è molto di peggio.
@@antoniogalati3717 secondo me, la zona di basso Salento è colpita più per la causa economico sociale anche. Perché i terreni abbandonati sono numerosi. Già qualche generazioni hanno lasciato le case di loro per trovare il lavoro nel altri paesi. Per la stessa causa di assenza di industria sviluppata (come prima c'erano le fabbriche di scarpe, per esempio, ecc).
La zona di Gargano, per esempio, è tutta verde senza i segni di malattia, tutti terreni sono ben curati...
@@ОльгаОльга-щ4щ8с sono sicuramente due fenomeni correlati. L'abbandono delle terre, i campi incolti sono senz'altro una conseguenza dell'emigrazione dei salentini e ciò ha alimentato il propagarsi della malattia. Gli alberi sono come gli esseri umani. Se un malato non viene curato muore. Nel mio piccolo sto cercando di curare i miei alberi. Sono riuscito a mantenere in vita diversi ulivi.
Che tristezza mamma mia :(
☹
Che disastro😱😱😱
Che tristezza
Devastation 😢
I believe that part of the problem is over fertilization and use of pesticides. Moreover as I can see , most of the olive grows has no grass or other vegetation. The land is completly "naked" but actually need to have a green coverage. The olives becomes weak and dependant on pesticides and fertlizers and thus unable to fight with the deceases. There is no natural predatores in most of the olive plantations and actually entire eco-system is out of the ballance.
You are right. There's also more: Olive quick decline syndrome. It is a wasting disease of olive trees which causes dieback of the leaves, twigs and branches so that the trees no longer produce crops of olives. Symptoms include leaf scorch and desiccation of twigs and branches, beginning at the upper part of the crown and then moving to the rest of the tree, which acquires a burned look.
Che desolazione 😟
Vivo in Germania da un po di anni e ho lasciato la mia provincia di Taranto? Mi spiegate cosa é successo?
Ciao! Da dieci anni gli ulivi pugliesi combattono contro un batterio. Purtroppo non esiste una cura e col tempo gli alberi sono destinati a seccare e di conseguenza a morire (in 6-8 anni), come può aver notato dal video.
Questo panorama di desolazione riguarda l'intera provincia di Lecce e la provincia meridionale di Brindisi dove non è rimasto più niente. La provincia centrale e settentrionale di Brindisi e quella meridionale di Bari si ritrovano il principio del batterio: rami secchi sparsi in diverse campagne. Col tempo anche queste aree sono destinate a morire come le campagne del video.
Per quanto riguarda la provincia di Taranto per il momento il batterio è presente nella zona di Avetrana-Manduria, ma col tempo è destinato a raggiungere l'intera parte orientale.
Purtroppo ad oggi la regione Puglia ha fatto poco per contrastare e limitare i danni e non c'è ancora stato il reimpianto con ulivi più resistenti al batterio o con altri tipi di alberi o piantagioni.
Spero di essere stato chiaro.
Nella descrizione del mio video trova ulteriori informazioni.
@@antoniogalati3717 Grazie innanzitutto per la disponibilità e spiegazione. Io sono originario di Manduria e sapere questo fa male. Avevo saputo qualcosa sulle Palme che erano a Manduria, le quali erano state colpite da u batterio. Sarà stato lo stesso?... Vorrei tanto sapere se questo batterio é stato creato da qualcuno, essendo che in centinai e centinaia di anni nulla di così grave era successo. ( questo é quello che so io, probabilmente mi sbaglierò). Come si chiama questo batterio?
@@antoniogalati3717 ora sono ancora più triste. Quegli alberi e quella natura fanno parte di tutti noi e non ci sarebbe più quell atmosfera calda e calorosa senza la natura pugliese, e sarebbe un peccato per chiunque. Spero si possa trovare presto una soluzione. Arrivederci
@@iosono328 si figuri. Il batterio è differente da quello che colpisce le palme. Anch'io ho fatto la sua stessa riflessione: questi alberi sono sopravvissuti per millenni e nel giro di un decennio sono morti. Purtroppo non ho una risposta alla sua domanda. A volte la vita è imprevedibile e i paesaggi cambiano molto prima di quanto si possa immaginare. Il batterio è il CoDiRo (Complesso del disseccamento rapido dell'olivo). La patologia è causata da un particolare ceppo batterico di xyella fastidiosa nella sottospecie pauca.
@@iosono328 sono anch'io molto triste, per questo ho deciso di pubblicare questo video. Tutti lo dovrebbero vedere.
L'unica soluzione che è stata trovata è il reimpianto di specie più resistenti al batterio e anche creare una varietà di colture diverse, in modo da non avere una monocultura.
Speriamo bene per il futuro, di sicuro il paesaggio del sud della Puglia sarà molto diverso in futuro. Lo è già nel presente a dire la verità, ma speriamo di vedere qualcosa di diverso da quello attuale di desolazione e morte.
Ho letto che due varietà di ulivo sono immuni alla Xylella,ovvero leccino e favolosa; perché non vengono piantate queste varietà per riportare in vita le piantagioni disseccate?
Bella domanda. Credo che ci siano più motivi che provo ad elencarti. Per poter abbattere e reimpiantare il costo non è economico. Ci troviamo intorno ai 70€ a pianta, inoltre per ottenere i primi guadagni occorre attendere alcuni anni. Di recente, dopo anni di ritardi, la regione Puglia si è attivata con un bando per aiutare sia le aziende agricole sia i cittadini che possiedono un terreno con gli ulivi, ma servirà a poco, perché a fronte di 10 milioni di ulivi morti verranno reimpiantati non oltre 250mila esemplari e chissà a partire da quando. Considera che il bando è scaduto a dicembre e oggi 7 marzo ancora non si conoscono i risultati della graduatoria. In ogni caso leccino e favolosa non sono del tutto immuni, ma solo più resistenti, per cui è possibile che siano attaccati ugualmente dal batterio. Detto questo, molte persone hanno deciso di reimpiantare le varietà che lei ha citato, ma passeggiando fra le strade del Salento o delle aree limitrofe non ci si accorge perché rappresentano una minoranza. Spero di essere stato chiaro.
@@antoniogalati3717 non vogliamo queste varietà. Vogliamo i nostri alberi! Le due varietà che citate sono un brevetto la cui vendita è detenuta in esclusiva dal CNR di Bari, ultimo elemento fra tanti sul quale ne stanno approfittando per fare soldi. Queste varietà non sono adatte al nostro territorio perchè necessitano di molta acqua per crescere e di CHIMICA per produrre. Tanti agricoltori stanno salvando gli alberi da anni, a dispetto di norme e regole, rischiando il tutto per tutto.
Noi vogliamo preservare la nostra terra che E' LA NOSTRA STORIA E IDENTITA'. Informatevi, ci sono molte iniziative di chi sta combattendo per tutelarli e molte pagine libere dove prendere informazioni corrette.
@@SimonaCiccarese hai ragione, ci sono agricoltori che stanno cercando di salvare e tutelare i loro alberi, ma purtroppo non tutti possono permettersi la possibilità di farlo. I costi non sono bassi. Se tu conosci un modo per salvare gli alberi a un costo davvero basso, sono qui ad ascoltarti.
@@antoniogalati3717 si li conosco. Ce ne sono più di uno. Puoi metterti in contatto con Luigi Botrugno si Melendugno. Ha creato un prodotto assolutamente efficace che si chiama Nuovolivo del quale però non conosco il costo. Il Simbiosolio ha un costo di trattamento di 4€ad albero il primo anno e 0,40€ il secondo. Questo è prodotto dal CCS di Aosta, dal gruppo del prof Giovannetti. Se mi dici dove sei vengo a trovarti..
@@SimonaCiccarese Ho parlato con Luigi Botrugno diversi mesi fa. Ti ringrazio per le info. Io comunque sono di San Cassiano, situato fra Poggiardo e Maglie. Passa quando vuoi. Tu se ho capito bene sei del brindisino?
A monopoli spariranno queste piante millenarie? Come la vedi la situazione? Vedo rami gialli...elcuni secchi
Alcune specie spariranno, sarà una questione di tempo, ma altre sembrano resistere. Solo il tempo ci dirà se, come e quanto resisteranno.
Parlare di CoDiRO è un po' sbagliato, perché antiquato. In questi anni la conoscenza di questa malattia è aumentata e si è capito essere una Sindrome
Sindrome di cosa? In ogni caso a prescindere dal termine, le immagini si commentano da sole. Si dovrebbe intervenire subito altrimenti si rischia di compromettere l'intero ecosistema nonché l'intero territorio a livello regionale dato che questo è un problema che non riguarda più solo il territorio salentino...
@@antoniogalati3717 Purtroppo per il Salento si può solo ripiantare, avendo già in passato contrastato le azioni di prevenzione alla diffusione dell'epidemia. In ogni caso bisogna muoversi perché non è accettabile che dopo tanti anni si sia ancora in questa situazione mentre a Nord ignorano il problema. Serve serietà in politica, non solo consensi!
@@cittadinosalentino5704 Sì, esatto. Non è accettabile che dopo tanti anni ci sia ancora questa situazione. Tanto chiacchiericcio, tante promesse, ma la realtà è che adesso abbiamo un paesaggio di desolazione. Si rischia di compromettere un intero ecosistema.
Ciao! In che senso? Che tipo di sindrome?
@@mauriziodegiuseppe2753 è la Sindrome del Disseccamento Rapido dell'Olivo causata dal batterio Xylella fastidiosa, dai un'occhiata a questo video (che trovi anche sulla mia pagina facebook nell'infobox)
th-cam.com/video/FB_J5PtFZKk/w-d-xo.html
🤦♀️🤦♀️🤦♀️🤷♂️🤷♂️🤷♂️🤷♂️⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰⚰ qualcuno ha voluto ciò . Tutti hanno perso qualcosa , nessuno paga
Secondo te chi ha voluto tutto ciò?
@@mauriziodegiuseppe2753 con una domanda dovrei risponderti con un'altra domanda ed è questa secondo te ?
L'hanno voluto gli antiespiantisti ed il governo regionale. Il ministero era stato chiarissimo fin da subito sulle misure da adottare. Ma no, ricorsi, burocrazia pilotata e studi commissionati e questo è il risultato
@@fernandocordella1256 Non ho capito.
@@mauriziodegiuseppe2753 maurizio che i danni non li paga nessuno come colpa contro tale scempio
Grazie Italia di m..da.Grazie politici di m..da.
Chissà quando la natura troverà pace...
@@antoniogalati3717 Vero.Pero' la natura la distrutta e la sta continuando a distruggere l' uomo.Le malattie e i virus vengono da altri stati non ce' nessun controllo poi ce' l' inquinamento sempre per opera dell' uomo.In agricoltura sanno solo aumentare le tasse i prezzi dei concimi degli antiparassitari poi vai a vendere i prodotti della terra e te li pagano 4 soldi.Neanche in campagna trovi pace perche' ce' una puzza di schifezze chimiche con cui irrorano le piante per aumentare la produzione e i guadagni.Sempre di male in peggio.
non capisco quale è la tua proposta
Ciao Alberto. Come ho scritto nella descrizione è un video di denuncia: non sono state trovate delle soluzioni a questo problema e intanto il batterio ha raggiunto altre aree geografiche andando a colpire anche le province più vicine. Lo scenario è davvero critico. C'è solo tanta desolazione, tristezza e frustazione oltre a un danno sia economico sia all'ecosistema.
Ho pubblicato questo video per mostrare l'evoluzione devastante di questo batterio. Nel giro di pochi anni gli alberi muoiono e il paesaggio cambia brutalmente. Ma ho deciso di pubblicarlo anche per denunciare il lassismo della classe politica. Sono trascorsi 10 anni e purtroppo ad oggi è stato fatto davvero poco.
perché non accetti il fatto che ci siano persone che sono riusciti a salvare gli olivi anziché sradicare e bruciare?
Che significa "non accetti il fatto"? Il messaggio del video non è quello di voler sradicare e bruciare 😅 ma di mettere in luce le differenze tra il prima e il dopo e il fatto che non sia stato fatto nulla. Da quando ho pubblicato questo video sono trascorsi tre anni e non è cambiato nulla.
Però la pianta non e' morta ci sono i piedaloni selvatici ai piedi delle piante.
Ciao! In molti casi la pianta è completamente morta. In altri non è morta del tutto, l'albero presenta i rami secchi, ma c'è ancora vita nel tronco tuttavia col tempo esso è destinato a morire. Dipende molto dalla zona. Le campagne che sono più distanti dalla zona dell'epicentro della diffusione del batterio hanno il tronco e talvolta anche delle cime ancora in vita, in prossimità dell'epicentro è rimasto solo il tronco, nella zona dell'epicentro non c'è più nulla, se non alberi morti.
Putroppo sono sintomo di una pianta gravemente malata e sono un fattore di rischio ulteriore perché più comodi all'insetto vettore di Xylella
@@antoniogalati3717 a me e particolarmente strano questa cosa.
Parlo da contadino.
Qua ci sarà qualche altro problema.
@@salvatorelaudonia8556 non sono un agronomo per cui non posso entrare in merito al problema. Dalle informazioni che ho trovato nei vari servizi su youtube e in rete la spiegazione che ti posso dare in modo non scientifico, ma comunque vicina alla realtà è questa: i vasi sono ostruiti per cui la ninfa non riesce a passare come dovrebbe e col tempo l'albero muore di sete. Di conseguenza i rami tendono a seccare a poco a poco. Alla base del tronco spesso si vede del verde, ma perché lì la pianta tende a seccare in ritardo, ma col tempo secca tutto. Ci sono diverse campagne, anche presenti in questo video con degli alberi completamente secchi. Dipende molto dall'età dell'albero, dalla sua varietà e dalla distanza dall'epicentro del batterio. Spero di essere stato chiaro.
Bene qualche mi farò una camminata dalle parti vostre.
Io non sono nemmeno un agronomo ma sono un contadino .
Dalle parti nostre per fortuna è tutto a posto.
hanno fatto di tutto ma per colpa dei deficienti che si incatenavano agli alberi quando li volevano espiantare per contenere il contagio prima di lecce adesso sono seccati tutti fino a bari e chissa' dove arrivera', cmq qesto video mi sembra fuori tempo ormai nn c'e' piu' niente da fare tranne reimpiantare nuovi alberi resistenti (forse) ma col costo dell'olio negli ultimi anni e conseguente abbandono delle campagne non penso che qualcuno si prendera' la briga di investire migliaia di euro a ettaro
Perché fuori tempo? Se non si fa qualcosa nell'immediato la provincia di Brindisi tra 5 anni avrà lo stesso panorama. E negli anni a seguire anche le province di Bari e di Taranto rischiano di avere lo stesso scenario. L'intento del video è di testimoniare un disastro ambientale e al contempo di dimostare che qualora non venissero adottate delle giuste misure e in assenza di soluzioni il problema persiste rischiando di compromettere le altre province e quindi un intero territorio. Senza un'azione mirata, precisa e immediata si compromette un intero ecosistema. Occorre trovare una soluzione. Subito. Questo fenomeno ormai non è circoscritto alla sola provincia di Lecce.
@@antoniogalati3717 brindisi? sei a 2-3 anni fa adesso ci sono ulivi secchi a taranto e a bari, non c'e' piu' niente da fare adesso il fronte e' diventato troppo lungo non si puo' espiantare una fascia di alberi di 100 km e poi ci sono contagi anche in francia spagna e portogallo
@@fernyb3738 non tutta la provincia di Brindisi è stata colpita. La parte sud sì. La parte centrale e nord ha invece solo un principio della malattia. Ancora possono produrre olio per qualche anno, idem a Taranto dove invece la parte nord e centrale non è ancora stata colpita. Per quanto riguarda invece la provincia di Bari ha solo un principio in qualche comune a sud della provincia. Nel resto della provincia ad oggi gli alberi stanno benissimo. Tuttavia tra qualche anno se non si dovesse trovare una soluzione l'intera Puglia centrale e meridionale avrà lo stesso scenario del Salento.
Per quanto riguarda invece le province di Foggia e Bat non hanno ancora piante infette. C'è ancora la possibilità di fare qualcosa. Rassegnarsi è la scelta sbagliata.
Non spariamo a zero. Bari non è assolutamente stata colpita (è recente il ritrovamento di due alberi). Metà del territorio di Ostuni è ora considerata zona infetta che dista 90 km da Bari. E poi non è certo colpa dei coraggiosi che si sono incatenati agli alberi. Gli alberi si possono salvare con tecniche bio e senza chimica. Se solo il governo desse spazio, potremmo ribaltare la situazione, invece chi cerca disalvarli è un FUORILEGGE e rischia in proprio. Non vanno condannati coloro che lottano (e a ragion veduta) ma COLORO CHE NON ASCOLTANO!
@@SimonaCiccarese ma che ne sai vieni in salento sono seccati tutti e le hanno provate tutte solo un innesto sembra che funzioni ma sono costosi e sono pochi quelli che sono in grado di farli, con questi ragionamenti da buonisti seccheranno anche a Bari
È cu chi ta vuò piglià 🤷♂️
Con nessuno! L'importante è riuscire a trovare una soluzione.
La xylella non esiste
Nella descrizione infatti ho menzionato il CoDiRo non la xylella. Il vero problema è il disseccamento rapido dell'ulivo. La xylella invece influisce in minima quantità.
La colpa è vostra che avete usato sempre il seccatutto per diserbare i campi
Fare di tutta l'erba un fascio è riduttivo.
@@antoniogalati3717 io questoho notato
Inoltre le cure stanno uscendo fuori e molti alberi potrebbero essere risanati facendo crescere 2 o 3 polloni(noi in provincia di Foggia le chiamiamo "i gammitt")e con le buone pratiche ( rame, zolfo, calce, concimazione e arature superficiali) che molti salentini hanno abbandonato
@@francescopiospadavecchia6220 è vero molti salentini hanno abbandonato non tanto le buone pratiche, ma proprio i campi. Nei primi anni della malattia buona parte della popolazione si è prodigata a curare gli alberi e a curare i campi, ma è stato tutto invano. Alla fine risulta una spesa molto dispendiosa che non porta a niente, dato che poi si inizia ad avere sempre meno olio fino ad avere produzione 0 ed ecco perché se ora passeggi tra i campi del Salento trovi lo stato di abbandono. Nel corso degli anni ci sono state false promesse, belle parole e niente di più. Le pratiche di cui parli servono solo ad allungare la vita, ma le razze meno resistenti purtroppo sono destinate a morire e nel Salento molti milioni di ulivi sono irrecuperabili ormai. La maggior parte della popolazione si è arresa e ha abbandonato i terreni. Pian piano ho notato che la malattia è avanzata fino a raggiungere il barese. Nella zona a sud molti alberi sono malati e si ritrovano nello stesso stato della malattia che era presente nel Salento negli anni 2013-2015. Ciò vuol dire che se non si prendono dei seri provvedimenti, intorno al 2026 la zona sud del barese potrà ritrovarsi come l'attuale Salento e intanto la malattia avanzerà ancora. Mi auguro che le razze della zona a nord di Bari siano più resistenti (considerando che sono differenti).
Sì certo colpa del seccatutto... Da generazioni il mio terreno da sempre è stato trattato con metodi manuali, su 60 alberi, nonostante svariati tentativi (tra potatura e trattamenti da te citati), guarda caso le cultivar "ogliarola leccese" e "cellina", sono morte nel giro di 2 anni. Ad oggi, porgo le mie speranze su due leccini ed una "coratina" infetta, seppur a rilento, anch'essa destinata a morire. Di questo passo, tra qualche anno tutta la Puglia sarà come l'attuale penisola salentina.
Che tristezza