Visto ieri sera. Alex Garland ha colpito, di nuovo. Un film credibile, coinvolgente e angosciante per quanto attuale. Mi sono sentito male vendendo certe scene e questo è un bene, perché il film è riuscito nel suo intento. Per farti capire; mi sono preso i pop corn a fine primo tempo e successivamente mi è venuto il mal di stomaco vedendo certe scene. Uno dei migliori dell'anno. Credevo di aver già visto il film più angosciante dell'anno e invece.....
Una scena significativa é anche quella del distributore di benzina. In pochi minuti evidenzia alcune tematiche tipicamente americane come la diffusione e disponibilità delle armi e le stragi nelle scuole (i due appesi nell'autolavaggio sono quelli che al liceo bullizzavano il ragazzo armato che ora li sorveglia e che di li a poco li avrebbe uccisi)
Personalmente mi aspettavo un film più sostanzioso dal punto di vista politico. Sul presidente/dittatore sono spese pochissime parole, nessun minimo approfondimento. È un film sul coraggio/ossessione dei fotogiornalisti di guerra, ma allora perché collocarlo negli Stati Uniti e non a Gaza o in Ruanda? L'unica ragione sarebbe se fossero raccontate in profondità le ragioni della "guerra civile" latente negli States, allora avrebbe senso. Ma ciò non accade. Questo film vuole sconvolgere gli americani mostrando come la "guerra civile" potrebbe accadere anche a casa loro, ma non ne viene mostrata la genesi, è un po' anzi molto paraculo. I trumpiani si sono risentiti perché il sottotesto è una critica verso il loro leader, ma il TESTO del film (che è l'unica cosa che conta, non i commenti e le spiegazioni che vengono date nelle interviste) è del tutto vago e inconsistente.
Civil War pone tutta la sua attenzione sulla guerra che diventa immagine da raccontare e di come il materiale mostrato possa coinvolgere od alienare. Di conseguenza tutto quello che deve spiegare e rappresentare deve farlo quasi solo attraverso le inquadrature, con pochi accenni di dialogo che servono giusto a mostrare il contesto, ma è proprio attraverso il contesto che parte tutto. A parte che, a prescindere, vedere una guerra all'interno degli Stati Uniti pone un'aria completamente diversa ed anche più forte, dimostrando che quello che accadrebbe non sarebbe diverso da quello che già succede in altri stati, ponendo l'occhio su qualcosa di più vicino e di conseguenza più impressionante. Sono i piccoli dettagli che fanno capire tutto il contesto: basti solo pensare a quando viene detto che il presidente ha bombardato parte della popolazione, oppure quando viene citato che ha sciolto l'FBI, elemento che fa capire quindi una maggiore manifestazione di potere. Come abbiamo detto nella live, scene come queste appena descritte come la parte del soldato di estrema destra bastano a far capire cosa ha causato l'arrivo della guerra. è una cosa banale? Forse, ma la banalità dell'odio è spesso la base di ciò che succede ed è questo ciò su cui lo spettatore si deve interrogare, ciò che sta avvolgendo l'America da anni. Il film deve essere semplice perché è la consistenza del male ad essere banale per prima. Non è vero che non si schiera, ma parla per immagini affinché sia lo spettatore a trarre conclusione da esse... e come il film si chiede se la divulgazione possa anche alienare, così potrebbe sembrare apparentemente guardando l'opera di Garland. Un discorso del genere mi pare tutt'altro che vago ed inconsistente.
Invece la forza del film è proprio nella mitizzazione della figura del presidente, un viaggio infernale alla ricerca di una risposta illuminante su tutti i problemi del mondo, per poi trovarsi davanti un omino spaventato che prega per la propria vita, e immediatamente dopo probabilmente un America rimasta totalmente in balia di sé stessa che avendo finito la lista dei nemici esterni non le rimane che logorarsi e autodistruggersi
@@theandrycinema98 Grazie della risposta esaustiva. Continuo a sentirmi profondamente deluso da questo film perché essenzialmente mi aspettavo qualcosa di completamente diverso, sulla base del trailer e delle prime reazioni. Voi sottolineate i riferimenti del testo del film all'attualità, a Trump ecc. Ma ci rendiamo conto che negli Stati Uniti un presidente in carica ha tentato un colpo di stato ibrido legale/armato? Che avevano eretto il patibolo per impiccare il vicepresidente? Che pezzi grossi del partito trumpiano auspicano esplicitamente una prossima guerra civile? Che Trump stesso ha detto in pubblico di voler essere dittatore "per un giorno" e che vuole sospendere la costituzione? E io mi dovrei accontentare di questi riferimenti laterali, indiretti, presenti quasi esclusivamente nel sottotesto e nel commento ex post? No, no, per piacere. Mi aspettavo un film molto ma MOLTO più politico. Ed invece mi trovo un dramma action sulla figura del fotogiornalista. Per carità, va bene, ma ho anche delle perplessità su quanto sia attuale QUESTO tema. Non siamo negli anni del Vietnam quando il mondo scopriva l'orrore della guerra grazie agli scatti di giornalisti coraggiosi. Siamo negli anni degli smartphone in cui qualunque bipede dotato di pollice opponibile può improvvisarsi reporter. E voi volete farmi credere che in una guerra in America che si colloca nell'immediato futuro solo i fotogiornalisti con la loro troupe avranno accesso al teatro di guerra? Io di lavoro faccio il giornalista di cronaca e VORREI che il mio lavoro fosse così attuale. Mi sarebbe piaciuto molto che il film accennasse a questo tema, visto che si parla del lavoro del fotoreporter. Ripeto e sottolineo, sono solo le mie opinioni e non posso insegnarvi niente, siete tutti molto competenti più di me, ma non vendetemi questa patacca per oro. Sempre rispettosamente parlando.
@@theprooblem "Non vendetemi questa patacca per oro." Beh, stiamo esprimendo i nostri punti di vista, nessuno pretende che questo film sia amato per forza, anzi, sta dividendo sul web proprio per la sua particolarità. Anzi, il discorso che fai nella seconda metà del commento sul fatto che tutti vedono immagini di guerra è proprio uno dei centri fondamentali del film con la domanda che si pone: con tutto il materiale di guerra che viene visto, il pubblico si sensibilizza davvero o invece accetta con freddezza tale natura umana e quindi è più propenso, di conseguenza, a guerreggiare? Ci sono tanti spunti interessantissimi non sulla guerra stessa, ma sul modo in cui la guerra è mostrata. è legittimo, da parte tua, volere un'altra impostazione dal film, però allo stesso tempo il principio che stai applicando è il giudicare il film in base alle tue aspettative piuttosto che in base a quello che l'opera è realmente. Anche io mi aspettavo molti più discorsi politici, ma una volta che ho visto che l'opera si è buttata su altri discorsi, mi sono lasciato trascinare da essi e personalmente mi ha rapito. Poi capisco che, data la delicatezza del tema, uno voglia qualcosa che sia più diretto per il grande pubblico, ma è anche interessante il discorso pronunciato da Adriano, ovvero che il film, essendo principalmente rivolto all'America, è più riconoscibile da parte di spettatori americani per quanto riguarda determinati comportamenti tra cittadini. Quindi forse il fatto che la cosa arrivi meno a noi rispetto a loro non è nemmeno un difetto: un po' come se un francese guardasse un ipotetico film che mostra il nord ed il sud Italia che si scontrano con sottotesti che possono essere compresi solo dagli italiani stessi perché conoscono i costumi. In patria il film sta facendo discutere parecchio.
@@theandrycinema98 Non sono un critico cinematografico, quindi non mi azzardo a dare un'opinione sull'aspetto tecnico del film, non ne ho minimamente le competenze. Mi occupo di cronaca politica e non ci ho visto la critica politica efferata che molti individuano. Sulla questione ruolo della violenza e dell'immagine, sicuramente il film è riuscito a turbarmi, ma ve lo dico da uno del mestiere: se da cronista mi trovassi davanti al presidente in punto di morte, col piffero che mi accontento di un "Per favore non lasciare che mi uccidano". Gli faccio scudo con il mio corpo, lo trascino in un'altra stanza e gli faccio l'intervista della vita. Il fatto che il reporter abiuri al suo ruolo in quel momento supremo, fa a pugni con la dedizione che ha mostrato nelle due ore precedenti. È un film profondamente cinico che abbassa il valore del giornalismo. Molto più credibile invece il fatto che la ragazza fotografi ogni istante della morte della collega, con una sorta di dedizione quasi psicopatologica che effettivamente mi ha turbato. Vorrei solo capire perché usa la pellicola e non la fotocamera digitale, ma vabbè qui siamo alle minuzie.
Io l'ho trovato un discorso abbastanza banale. Che la guerra vada evitata e che in guerra tutti commettano atrocità, mi sembra un discorso piuttosto ovvio. Il fatto è che, al contrario di quello che dice lui, ci sono momenti in cui non si ha il lusso di stare a guardare, di giocare a fare i neutrali. Adriano ha citato il conflitto in Ucraina, cosa dovremmo fare secondo lui? Non inviare armi in nome di una supposta neutralità e lasciare che i russi la conquistino? Concordo che in guerra non esista una moralità assoluta (qualcuno direbbe che non esiste nemmeno nella vita di tutti i giorni) ma questo non significa che allora dobbiamo sottrarci dal prendere qualsiasi posizione. Questa è ignavia.
@@puzzardosalami3443tralasciando il fatto che non ha detto solo questo ma c'è stato appunto tutto un discorso sullo sguardo e l'impossibilità di essere neutrali nel mezzo di un conflitto o contesto geopolitico particolare, il film parla proprio di questo, va oltre "guerra brutta" e l'inquadratura finale simboleggia proprio questo, per quanto ci si sforzi comunque daremo sempre una simbologia alle immagini che forse solo chi verrà dopo potrà giudicare con neutralità, quindi la risposta alla tua domanda parecchio tendenziosa appunto non esiste perché noi siamo in balia di eventi che non comprenderemo mai totalmente e cerchiamo disperatamente un nemico per dare senso a qualcosa che ne ha veramente poco, e quel finale tronco, quasi anticlimatico e spiazzante è l'emblema di questo discorso che per me non è assolutamente banale
@@phantomequalizer4674 perché la domanda sarebbe tendenziosa? È la domanda che ci viene posta da due anni a questa parte, in concreto. Nel mondo reale le armi all'Ucraina o le si danno o non le si danno. "Ai posteri l'ardua sentenza" è già stato detto, anche qui niente di nuovo. La mia critica non va al film, ma alla lettura di Adriano.
@@puzzardosalami3443 Io voglio far notare che il film, per quanto condanni al massimo gli impulsi violenti adottati anche dalla parte oppressa, è comunque molto critico nei confronti dell'estrema destra attraverso vari indizi che vanno seminati nel film, quindi il fatto che l'opera non sia schierata vale fino ad un certo punto.
È proprio questo modo di ragionare che ci sta mandando nemmeno troppo lentamente nel baratro, ci sono situazioni complesse si fanno domande semplici che richiedono risposte ancora più semplici e per me è un errore, sono andato proprio oggi a rivederlo e c'è una frase che riassume perfettamente tutto "pensavo che tutte quelle foto avrebbero fatto capire che era ora di smetterla, eppure siamo qui"
E te che scrivi un commento unicamente per insultare e provocare, senza fornire alcuna argomentazione sulle considerazioni espresse o una tua valutazione sul film al centro del dibattito, appartieni forse al sottogenere degli utenti del web?
Visto ieri sera. Alex Garland ha colpito, di nuovo.
Un film credibile, coinvolgente e angosciante per quanto attuale.
Mi sono sentito male vendendo certe scene e questo è un bene, perché il film è riuscito nel suo intento.
Per farti capire; mi sono preso i pop corn a fine primo tempo e successivamente mi è venuto il mal di stomaco vedendo certe scene.
Uno dei migliori dell'anno.
Credevo di aver già visto il film più angosciante dell'anno e invece.....
Mi fa molto piacere che ti abbia toccato nel profondo! Anche io ho avuto la stessa sensazione a fine film. 🙂
Una scena significativa é anche quella del distributore di benzina. In pochi minuti evidenzia alcune tematiche tipicamente americane come la diffusione e disponibilità delle armi e le stragi nelle scuole (i due appesi nell'autolavaggio sono quelli che al liceo bullizzavano il ragazzo armato che ora li sorveglia e che di li a poco li avrebbe uccisi)
Vero, ottima osservazione. ☺
filmone
Mi fa molto piacere che anche tu l'abbia amato. ❤️
Per me film immenso
Mi fa molto piacere che tu l'abbia adorato. ❤️
Personalmente mi aspettavo un film più sostanzioso dal punto di vista politico. Sul presidente/dittatore sono spese pochissime parole, nessun minimo approfondimento. È un film sul coraggio/ossessione dei fotogiornalisti di guerra, ma allora perché collocarlo negli Stati Uniti e non a Gaza o in Ruanda? L'unica ragione sarebbe se fossero raccontate in profondità le ragioni della "guerra civile" latente negli States, allora avrebbe senso. Ma ciò non accade. Questo film vuole sconvolgere gli americani mostrando come la "guerra civile" potrebbe accadere anche a casa loro, ma non ne viene mostrata la genesi, è un po' anzi molto paraculo. I trumpiani si sono risentiti perché il sottotesto è una critica verso il loro leader, ma il TESTO del film (che è l'unica cosa che conta, non i commenti e le spiegazioni che vengono date nelle interviste) è del tutto vago e inconsistente.
Civil War pone tutta la sua attenzione sulla guerra che diventa immagine da raccontare e di come il materiale mostrato possa coinvolgere od alienare. Di conseguenza tutto quello che deve spiegare e rappresentare deve farlo quasi solo attraverso le inquadrature, con pochi accenni di dialogo che servono giusto a mostrare il contesto, ma è proprio attraverso il contesto che parte tutto. A parte che, a prescindere, vedere una guerra all'interno degli Stati Uniti pone un'aria completamente diversa ed anche più forte, dimostrando che quello che accadrebbe non sarebbe diverso da quello che già succede in altri stati, ponendo l'occhio su qualcosa di più vicino e di conseguenza più impressionante. Sono i piccoli dettagli che fanno capire tutto il contesto: basti solo pensare a quando viene detto che il presidente ha bombardato parte della popolazione, oppure quando viene citato che ha sciolto l'FBI, elemento che fa capire quindi una maggiore manifestazione di potere. Come abbiamo detto nella live, scene come queste appena descritte come la parte del soldato di estrema destra bastano a far capire cosa ha causato l'arrivo della guerra. è una cosa banale? Forse, ma la banalità dell'odio è spesso la base di ciò che succede ed è questo ciò su cui lo spettatore si deve interrogare, ciò che sta avvolgendo l'America da anni. Il film deve essere semplice perché è la consistenza del male ad essere banale per prima. Non è vero che non si schiera, ma parla per immagini affinché sia lo spettatore a trarre conclusione da esse... e come il film si chiede se la divulgazione possa anche alienare, così potrebbe sembrare apparentemente guardando l'opera di Garland. Un discorso del genere mi pare tutt'altro che vago ed inconsistente.
Invece la forza del film è proprio nella mitizzazione della figura del presidente, un viaggio infernale alla ricerca di una risposta illuminante su tutti i problemi del mondo, per poi trovarsi davanti un omino spaventato che prega per la propria vita, e immediatamente dopo probabilmente un America rimasta totalmente in balia di sé stessa che avendo finito la lista dei nemici esterni non le rimane che logorarsi e autodistruggersi
@@theandrycinema98 Grazie della risposta esaustiva. Continuo a sentirmi profondamente deluso da questo film perché essenzialmente mi aspettavo qualcosa di completamente diverso, sulla base del trailer e delle prime reazioni. Voi sottolineate i riferimenti del testo del film all'attualità, a Trump ecc. Ma ci rendiamo conto che negli Stati Uniti un presidente in carica ha tentato un colpo di stato ibrido legale/armato? Che avevano eretto il patibolo per impiccare il vicepresidente? Che pezzi grossi del partito trumpiano auspicano esplicitamente una prossima guerra civile? Che Trump stesso ha detto in pubblico di voler essere dittatore "per un giorno" e che vuole sospendere la costituzione? E io mi dovrei accontentare di questi riferimenti laterali, indiretti, presenti quasi esclusivamente nel sottotesto e nel commento ex post? No, no, per piacere. Mi aspettavo un film molto ma MOLTO più politico. Ed invece mi trovo un dramma action sulla figura del fotogiornalista. Per carità, va bene, ma ho anche delle perplessità su quanto sia attuale QUESTO tema. Non siamo negli anni del Vietnam quando il mondo scopriva l'orrore della guerra grazie agli scatti di giornalisti coraggiosi. Siamo negli anni degli smartphone in cui qualunque bipede dotato di pollice opponibile può improvvisarsi reporter. E voi volete farmi credere che in una guerra in America che si colloca nell'immediato futuro solo i fotogiornalisti con la loro troupe avranno accesso al teatro di guerra? Io di lavoro faccio il giornalista di cronaca e VORREI che il mio lavoro fosse così attuale. Mi sarebbe piaciuto molto che il film accennasse a questo tema, visto che si parla del lavoro del fotoreporter. Ripeto e sottolineo, sono solo le mie opinioni e non posso insegnarvi niente, siete tutti molto competenti più di me, ma non vendetemi questa patacca per oro. Sempre rispettosamente parlando.
@@theprooblem "Non vendetemi questa patacca per oro." Beh, stiamo esprimendo i nostri punti di vista, nessuno pretende che questo film sia amato per forza, anzi, sta dividendo sul web proprio per la sua particolarità. Anzi, il discorso che fai nella seconda metà del commento sul fatto che tutti vedono immagini di guerra è proprio uno dei centri fondamentali del film con la domanda che si pone: con tutto il materiale di guerra che viene visto, il pubblico si sensibilizza davvero o invece accetta con freddezza tale natura umana e quindi è più propenso, di conseguenza, a guerreggiare? Ci sono tanti spunti interessantissimi non sulla guerra stessa, ma sul modo in cui la guerra è mostrata. è legittimo, da parte tua, volere un'altra impostazione dal film, però allo stesso tempo il principio che stai applicando è il giudicare il film in base alle tue aspettative piuttosto che in base a quello che l'opera è realmente. Anche io mi aspettavo molti più discorsi politici, ma una volta che ho visto che l'opera si è buttata su altri discorsi, mi sono lasciato trascinare da essi e personalmente mi ha rapito. Poi capisco che, data la delicatezza del tema, uno voglia qualcosa che sia più diretto per il grande pubblico, ma è anche interessante il discorso pronunciato da Adriano, ovvero che il film, essendo principalmente rivolto all'America, è più riconoscibile da parte di spettatori americani per quanto riguarda determinati comportamenti tra cittadini. Quindi forse il fatto che la cosa arrivi meno a noi rispetto a loro non è nemmeno un difetto: un po' come se un francese guardasse un ipotetico film che mostra il nord ed il sud Italia che si scontrano con sottotesti che possono essere compresi solo dagli italiani stessi perché conoscono i costumi. In patria il film sta facendo discutere parecchio.
@@theandrycinema98 Non sono un critico cinematografico, quindi non mi azzardo a dare un'opinione sull'aspetto tecnico del film, non ne ho minimamente le competenze. Mi occupo di cronaca politica e non ci ho visto la critica politica efferata che molti individuano. Sulla questione ruolo della violenza e dell'immagine, sicuramente il film è riuscito a turbarmi, ma ve lo dico da uno del mestiere: se da cronista mi trovassi davanti al presidente in punto di morte, col piffero che mi accontento di un "Per favore non lasciare che mi uccidano". Gli faccio scudo con il mio corpo, lo trascino in un'altra stanza e gli faccio l'intervista della vita. Il fatto che il reporter abiuri al suo ruolo in quel momento supremo, fa a pugni con la dedizione che ha mostrato nelle due ore precedenti. È un film profondamente cinico che abbassa il valore del giornalismo. Molto più credibile invece il fatto che la ragazza fotografi ogni istante della morte della collega, con una sorta di dedizione quasi psicopatologica che effettivamente mi ha turbato. Vorrei solo capire perché usa la pellicola e non la fotocamera digitale, ma vabbè qui siamo alle minuzie.
Totalmente allineato con l'intero discorso di Adriano
Io l'ho trovato un discorso abbastanza banale. Che la guerra vada evitata e che in guerra tutti commettano atrocità, mi sembra un discorso piuttosto ovvio. Il fatto è che, al contrario di quello che dice lui, ci sono momenti in cui non si ha il lusso di stare a guardare, di giocare a fare i neutrali. Adriano ha citato il conflitto in Ucraina, cosa dovremmo fare secondo lui? Non inviare armi in nome di una supposta neutralità e lasciare che i russi la conquistino? Concordo che in guerra non esista una moralità assoluta (qualcuno direbbe che non esiste nemmeno nella vita di tutti i giorni) ma questo non significa che allora dobbiamo sottrarci dal prendere qualsiasi posizione. Questa è ignavia.
@@puzzardosalami3443tralasciando il fatto che non ha detto solo questo ma c'è stato appunto tutto un discorso sullo sguardo e l'impossibilità di essere neutrali nel mezzo di un conflitto o contesto geopolitico particolare, il film parla proprio di questo, va oltre "guerra brutta" e l'inquadratura finale simboleggia proprio questo, per quanto ci si sforzi comunque daremo sempre una simbologia alle immagini che forse solo chi verrà dopo potrà giudicare con neutralità, quindi la risposta alla tua domanda parecchio tendenziosa appunto non esiste perché noi siamo in balia di eventi che non comprenderemo mai totalmente e cerchiamo disperatamente un nemico per dare senso a qualcosa che ne ha veramente poco, e quel finale tronco, quasi anticlimatico e spiazzante è l'emblema di questo discorso che per me non è assolutamente banale
@@phantomequalizer4674 perché la domanda sarebbe tendenziosa? È la domanda che ci viene posta da due anni a questa parte, in concreto. Nel mondo reale le armi all'Ucraina o le si danno o non le si danno. "Ai posteri l'ardua sentenza" è già stato detto, anche qui niente di nuovo. La mia critica non va al film, ma alla lettura di Adriano.
@@puzzardosalami3443 Io voglio far notare che il film, per quanto condanni al massimo gli impulsi violenti adottati anche dalla parte oppressa, è comunque molto critico nei confronti dell'estrema destra attraverso vari indizi che vanno seminati nel film, quindi il fatto che l'opera non sia schierata vale fino ad un certo punto.
È proprio questo modo di ragionare che ci sta mandando nemmeno troppo lentamente nel baratro, ci sono situazioni complesse si fanno domande semplici che richiedono risposte ancora più semplici e per me è un errore, sono andato proprio oggi a rivederlo e c'è una frase che riassume perfettamente tutto "pensavo che tutte quelle foto avrebbero fatto capire che era ora di smetterla, eppure siamo qui"
Possono chiacchierare quanto vogliono ma.questi soggetti che parlano dalla poro rispettive camerette restano un sottogenere dell'influencer...
E te che scrivi un commento unicamente per insultare e provocare, senza fornire alcuna argomentazione sulle considerazioni espresse o una tua valutazione sul film al centro del dibattito, appartieni forse al sottogenere degli utenti del web?